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impaginato BIF 5-2007 13-12-2007 11:15 Pagina 225 DALLA RICERCA ALLA PRATICA CLINICA Bif XIV N. 5 225 2007 Lo studio TORCH: salmeterolo/fluticasone propionato e mortalità nella BPCO a broncopneumopatia croL nica-ostruttiva (BPCO) è attualmente la malattia polmonare cronica più comune, e nel 2020 è previsto che sia la terza causa di morte nel mondo. È caratterizzata da un progressivo decadimento del volume espiratorio forzato in un secondo (FEV1 o VEMS) e, negli ultimi stadi, da ipertensione polmonare e insufficienza respiratoria ipossiemica cronica. Nei pazienti affetti da BPCO1 solo la cessazione del fumo riduce il declino del FEV1, la mortalità per patologia cardiovascolare e per neoplasia polmonare. Due studi randomizzati e controllati hanno dimostrato che l’ossigenoterapia domiciliare a lungo termine migliora la sopravvivenza nei pazienti affetti da BPCO complicata da insufficienza respiratoria cronica ipossiemica2,3. Dato che solo pochi interventi hanno dimostrato di poter influenzare la mortalità e il declino del FEV1 nei pazienti affetti da BPCO, sono stati studiati altri outcome come la frequenza delle riacutizzazioni e la qualità della vita, strettamente associati tra loro4. Nello studio ISOLDE (Inhaled corticoSteroids in Obstructive Lung Disease in Europe), è stato dimostrato che gli steroidi inalatori5 riducono il declino della qualità della vita nel tempo e riducono la frequenza delle riacutizzazioni. Ulteriori analisi statistiche hanno dimostrato che l’effetto dei corticosteroidi sulla qualità della vita è dovuto al loro effetto sulla frequenza delle riacutizzazioni6. Studi recenti hanno chiarito il legame tra frequenza delle esacerbazioni, mortalità e declino della funzionalità polmonare, dimostrando che i pazienti con storia clinica di frequenti esacerbazioni hanno un declino del FEV1 accelerato7,8 e un aumento della mortalità 9 . Da questi dati ci si dovrebbe aspettare che gli interventi che riducono le riacutizzazioni della BPCO riducano anche la mortalità nei pazienti affetti da BPCO. La metanalisi di Sin per la prima volta ha mostrato una riduzione della mortalità per qualsiasi causa nei pazienti affetti da BPCO trattati con steroidi inalatori10. In base a queste premesse è stato disegnato lo studio TORCH (TOwards a Revolution in COPD Health), con l’ambizioso obiettivo principale di valutare, in pazienti BPCO, gli effetti di un’associazione tra steroide inalatorio e betadue long acting sulla mortalità per tutte la cause, rispetto al placebo11. NEJM TITOLO SPONSOR Lo studio TORCH: salmeterolo e fluticasone propionato e mortalità nei pazienti affetti da Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO). (Titolo originale: Salmeterol and fluticasone propionate and survival in Chronic Obstructive Pulmonary Disease). GlaxoSmithKline AUTORI Calverley PM, Anderson JA, Celli B, Ferguson GT, Jenkins C, Jones PW, Yates JC, Vestbo J. RIVISTA N Engl J Med 2007; 356: 775-89. RELAZIONI FINANZIARIE Il Dr. Calverley riferisce di aver ricevuto compensi per consulenze dall’AstraZeneca, GlaxoSmithKline, Pfizer e Hoffmann-La Roche, compensi per conferenze da Altana, Chiesi, GlaxoSmithKline e Pfizer, e grant da Altana e GlaxoSmithKline. Il Dr. Celli compensi per consulenze e conferenze da Altana, AstraZeneca, Boehringer Ingelheim e GlaxoSmithKline e grant da Boehringer Ingelheim e GlaxoSmithK- Agenzia Italiana del Farmaco line. Il Dr. Ferguson compensi per consulenze e conferenze da Boehringer Ingelheim, GlaxoSmithKline, Novartis e Schering-Plough, e grant da Altana, Boehringer Ingelheim, Emphasis Medical, Mannkind e Oscient. Il dr. Jenkins compensi per conferenze e consulenze da Altana, AstraZeneca, Boehringer Ingelheim e GlaxoSmithKline, e grant da GlaxoSmithKline. Il Dr. Jones compensi per consulenze da AstraZeneca, GlaxoSmithKline, Novartis e Hoffman-La Roche, compensi per conferenze da AstraZeneca e GlaxoSmithKline, e grant da Boehringer impaginato BIF 5-2007 226 Bif XIV N. 5 13-12-2007 11:15 Pagina 226 DALLA RICERCA ALLA PRATICA CLINICA 2007 Ingelheim e GlaxoSmithKline. Il Dr. Vestbo compensi per consulenze da AstraZeneca, Boehringer Ingelheim e GlaxoSmithKline e Hoffman-La Roche, compensi per conferenze da AstraZeneca, Boehringer Ingelheim e GlaxoSmithKline e grant da GlaxoSmithKline. Ms. Anderson e Ms. Yates sono dipendenti e possiedono hold stock della GlaxoSmithKline. Contesto e motivazione della ricerca I betadue agonisti long-acting e gli steroidi inalatori sono utilizzati per il trattamento della broncopneumopatia cronica-ostruttiva (BPCO), ma il loro effetto sulla sopravvivenza è ignoto. Gli autori hanno ipotizzato che l’associazione di salmeterolo e fluticasone propionato riduca la mortalità nei pazienti affetti da BPCO, rispetto alla terapia usuale. Metodi Sono stati reclutati pazienti fumatori o ex fumatori, almeno 10 packyear (quantità totale di sigarette fumate per dieci anni), di età tra 40 e 80 anni, con diagnosi di BPCO, con volume espiratorio forzato in un secondo (FEV1) pre broncodilatatore di meno del 60% del valore predetto, aumento del FEV1 dopo broncodilatatori di meno del 10%, e rapporto FEV1/FVC o CVF (Capacità Vitale Forzata) uguale o meno di 70. Lo studio, multicentrico (444 centri in 42 paesi), è stato condotto secondo un disegno in doppio cieco, intention-to-treat, randomizzato, controllato con placebo, a gruppi paralleli, della durata di tre anni. Comprende una casistica di 6112 pazienti affetti da BPCO di grado moderato-grave (III-IV stadio GOLD), con FEV1 post broncodilatatore medio 1,220 cc. I pazienti eleggibili sono stati assegnati random a uno dei seguenti gruppi di tratta- mento: • salmeterolo 50 mcg + fluticasone 500 mcg bid (gruppo SALM/FP) • fluticasone 500 mcg bid (gruppo FP) • salmeterolo 50 mcg bid (gruppo SALM) • placebo bid (gruppo PL). Nel corso dello studio erano permesse terapie usuali per la BPCO quali teofillina, anticolinergici, steroidi orali per brevi periodi, salbutamolo al bisogno. Obiettivo primario era la misurazione della mortalità per tutte le cause, nel triennio. Obiettivi secondari erano la frequenza delle riacutizzazioni (definite come deterioramento dei sintomi tale da richiedere un trattamento antibiotico, con steroidi sistemici, l’ospedalizzazione, o una combinazione di questi), e qualità della vita valutata tramite un questionario specifico per la patologia respiratoria, il St. Gorge Respiratory Questionnarie (SGRQ). Le dimensioni del campione e la durata dello studio sono state calcolate partendo da un’ipotesi di lavoro definita sulla base dello studio ISOLDE, ossia assumendo che la mortalità per tutte le cause a tre anni nel gruppo placebo fosse almeno del 17%, e che la terapia di combinazione (SALM/FP) riducesse il rischio di morte di 4,3 punti percentuali, pari al 25%. Risultati END POINT PRIMARIO: MORTALITÀ La proporzione di morte per ogni causa a tre anni era 12,6% nel gruppo SALM/FP (associazione di salmeterolo e fluticasone), 15,2% nel gruppo PL (placebo), 13,5% nel gruppo SALM (salmeterolo), e 16,0% nel gruppo FP. La riduzione assoluta del rischio di morte nel gruppo in terapia con l’associazione, rispetto al placebo era 2,6%, (rapporto di rischio = 0,825; 95% CI 0,681-1,002; P = 0,052), corrispon- Agenzia Italiana del Farmaco dente ad una riduzione del rischio di morte del 17,5%. Non c’era interazione con l’età, il sesso, la nazione di residenza, il FEV1 basale, lo stadio GOLD, il body-mass index, i pack-years. Il rischio di morte nel gruppo salmeterolo e nel gruppo fluticasone non differiva significativamente da quello del gruppo placebo. Il rischio di morte nel gruppo in terapia di associazione non differiva significativamente da quello in terapia con salmeterolo, ma i pazienti in terapia di associazione avevano meno probabilità di morire dei pazienti in terapia con fluticasone (rapporto di rischio di morte 0,774; 95% CI 0,6410,934; P=0,007). Complessivamente il 27% delle morti era riferibile a cause cardiovascolari, 35% a cause polmonari, 21% a neoplasia, 10% ad altre cause, 7% non definibili. END POINT SECONDARI Il tasso annuale di riacutizzazioni era 0,85 nel gruppo in terapia di combinazione, 1,13 nel gruppo placebo (P<0,001), con una riduzione del 25%, corrispondente alla necessità di trattare 4 pazienti per ottenere una riacutizzazione in meno di un anno di terapia. Anche nel gruppo salmeterolo e nel gruppo fluticasone il tasso annuale di riacutizzazioni era significativamente inferiore rispetto al gruppo placebo. Complessivamente il 26% dei pazienti è stato ospedalizzato almeno una volta nel corso dei tre anni di studio. Il tasso annuale di ricovero ospedaliero è stato del 17% inferiore nel gruppo in terapia di combinazione e nel gruppo salmeterolo, rispetto al placebo, corrispondente alla necessità di trattare 32 pazienti per prevenire una ospedalizzazione in un anno. La qualità della vita, misurata tramite il St. George’s Respiratory Questionnarie, mediamente nei tre anni nel gruppo in terapia di combinazione è stata significativamente migliore rispetto ai gruppi in terapia con salmeterolo, fluticasone o placebo (tabella I, II). impaginato BIF 5-2007 13-12-2007 11:15 Pagina 227 bollettino d’informazione sui farmaci Bif XIV N. 5 227 2007 Tabella I – Risultati delle analisi di mortalità. Gruppo placebo (N = 1524) Gruppo salmeterolo (N = 1521) Gruppo Gruppo Confronto fluticasone terapia combinata (N = 1534) (N = 1533) N. di decessi per ogni causa 231 205 246 193 Probabilità di decesso a 3 anni – % 15,2 13,5 16,0 12,6 Hazard ratio (95% IC) P Value 0,825 (0,681-1,002) 0,052 Terapia combinata 0,820 vs. placebo (non corretto) (0,677-0,993) 0,04 Analisi di mortalità Terapia combinata vs. placebo (corretto)* Terapia combinata vs. salmeterolo Probabilità di decesso a 3 anni (valore corretto) – %† 12,6 10,9 13,3 10,3 0,932 (0,765-1,134) 0,48 Terapia combinata 0,774 vs. fluticasone propionato (0,641-0,934) 0,007 Salmeterolo vs. placebo 0,879 (0,729-1,061) 0,18 Fluticasone propionato vs. placebo 1,060 (0,886-1,268) 0,53 Terapia combinata vs. placebo 0,811 (0,670-0,982) 0,03 Terapia combinata vs. salmeterolo 0,946 (0,777-1,151) 0,58 Terapia combinata 0,768 vs. fluticasone propionato (0,636-0,927) 0,006 Salmeterolo vs. placebo 0,857 (0,710-1,035) 0,11 Fluticasone propionato 1,056 vs. placebo (0,883-1,264) 0,55 Decessi correlati alla COPD N. decessi 91 93 106 72 Probabilità di decesso a 3 anni – % 6,0 6,1 6,9 4,7 Terapia combinata vs. placebo 0,78 (0,57-1,06) 0,11 Terapia combinata vs. salmeterolo 0,77 (0,56-1,04) 0,09 Terapia combinata 0,67 vs. fluticasone propionato (0,50-0,90) 0,008 Salmeterolo vs. placebo 1,01 (0,76-1,35) 0,93 Fluticasone propionato vs. placebo 1,16 (0,88-1,53) 0,30 Principali cause di decesso oltre i 3 anni - N. (%) Cardiovascolare 71 (5) 45 (3) 61 (4) 60 (4) Polmonare 74 (5) 80 (5) 91 (6) 61 (4) Cancro 45 (3) 44 (3) 51 (3) 44 (3) Altre 23 (2) 22 (1) 30 (2) 11 (1) Sconosciute 18 (1) 14 (1) 13 (1) 17 (1) *Solo i confronti principali sono stati corretti perché sono state effettuate analisi ad interim. Per il confronto sono stati forniti i risultati non corretti relativi all’end point principale. † La probabilità di decesso corretta è stata calcolata con un’analisi di Cox. ‡ Le cause dei decessi sono state accertate dalla commissione clinica end point. Agenzia Italiana del Farmaco impaginato BIF 5-2007 228 Bif XIV N. 5 13-12-2007 11:15 Pagina 228 DALLA RICERCA ALLA PRATICA CLINICA 2007 Tabella II – Risultati delle analisi di efficacia per le riacutizzazioni. Gruppo placebo (N = 1524) Gruppo salmeterolo (N = 1521) Gruppo Gruppo Confronto fluticasone terapia combinata (N = 1534) (N = 1533) Rate ratio (95% IC) P Value Terapia combinata vs. placebo 0,75 (0,69-0,81) <0,001 Terapia combinata vs. salmeterolo 0,88 (0,81-0,95) 0,002 Terapia combinata vs. fluticasone propionato 0,91 (0,84-0,99) 0,02 Salmeterolo vs. placebo 0,85 (0,78-0,93) <0,001 Fluticasone propionato vs. placebo 0,82 (0,76-0,89) <0,001 Terapia combinata vs. placebo 0,57 (0,51-0,64) <0,001 Terapia combinata vs. salmeterolo 0,71 (0,63-0,79) <0,001 Analisi di efficacia delle riacutizzazioni Tasso annuale Moderata o severa Che ha richiesto corticosteroidi sistemici 1,13 0,80 0,97 0,64 0,93 0,52 0,85 0,46 Terapia combinata 0,87 vs. fluticasone propionato (0,78-0,98) Severa (che ha richiesto ospedalizzazione) 0,19 0,16 0,17 0,16 0,02 Salmeterolo vs. placebo 0,80 (0,72-0,90) <0,001 Fluticasone propionato vs. placebo 0,65 (0,58-0,73) <0,001 Terapia combinata vs. placebo 0,83 (0,71-0,98) 0,03 Terapia combinata vs. salmeterolo 1,02 (0,87-1,20) 0,79 Terapia combinata 0,95 vs. fluticasone propionato (0,82-1,12) 0,56 Salmeterolo vs. placebo 0,82 (0,69-0,96) 0,02 Fluticasone propionato vs. placebo 0,88 (0,74-1,03) 0,10 *Solo i confronti principali sono stati corretti perché sono state effettuate analisi ad interim. Per il confronto sono stati forniti i risultati non corretti relativi all’end point principale. † La probabilità di decesso corretta è stata calcolata con un’analisi di Cox. ‡ Le cause dei decessi sono state accertate dalla commissione clinica end point. EVENTI AVVERSI La probabilità di avere una polmonite è stata 19,6% nel gruppo in terapia di combinazione, 12,3% nel gruppo placebo, 13,3% nel gruppo salmeterolo, 18,3% nel gruppo fluticasone, significativamente più alta per i gruppi SALM/FP e FP rispetto al placebo. Non c’erano differenze rispetto alla probabilità di avere fratture, rispetto alla densità ossea, alla mineralometria e all’incidenza di aritmie cardiache. Conclusioni Non è stato raggiunto il livello prestabilito di significatività statistica per Agenzia Italiana del Farmaco la riduzione della mortalità per ogni causa nei pazienti affetti da BPCO in terapia di associazione, rispetto al placebo. Durante i tre anni dello studio la terapia di associazione ha ottenuto una riduzione statisticamente significativa delle riacutizzazioni di BPCO, e ha migliorato significativamente la qualità della vita, rispetto al placebo. impaginato BIF 5-2007 13-12-2007 11:15 Pagina 229 bollettino d’informazione sui farmaci Bif XIV N. 5 Analisi dello studio Lo studio è stato condotto in modo rigoroso, con un obiettivo ambizioso, dimensionato ipotizzando una mortalità di almeno il 17% nel gruppo placebo. La mortalità nel gruppo placebo è stata invece del 15,2%. Inoltre più del 40% dei pazienti arruolati è uscito dallo studio. Probabilmente, rispetto al risultato atteso, lo studio è stato sottodimensionato. I risultati sono dunque difficili da interpretare, anche se lo studio ha fallito l’obiettivo, il valore P per morte per qualsiasi causa è infatti risultato 0,052, più alto del valore prestabilito di 0,050. Resta il quesito di cosa fare di questo studio rispetto alla pratica clinica. Emergono indicazioni cliniche precise: la monoterapia con steroidi inalatori non dovrebbe essere somministrata ai pazienti affetti da BPCO in quanto aumenta la mortalità, anche se in modo non significativo (mortalità16% vs 15,2% del placebo). Questi dati contrastano con i risultati dell’analisi retrospettiva di Sin10. La terapia con betadue a lunga durata d’azione appare sicura (mortalità 13,5%), e la terapia di associazione non permette di ottenere un ulteriore beneficio statisticamente significativo sulla sopravvivenza (mortalità 12,6%). In questo con- Conclusioni Questi risultati confermano la posizione attuale della terapia di combinazione nelle principali linee guida per la BPCO, che ne raccomandano l’uso per i pazienti con BPCO grave con frequenti riacutizzazioni, ma non per i pazienti con malattia meno grave o senza frequenti esacerbazioni. È necessario sottolineare un’ulteriore cautela nell’utilizzo della terapia di combinazione a causa del riscontro, nello studio, di un aumento del tasso di polmoniti tra i pazienti in terapia steroidea inalatoria (19,6% nei pazienti in terapia di associazione, 18,3% nei pazienti in terapia con fluticasone vs 12,3% del gruppo placebo e 13,3 del gruppo salmeterolo). In conclusione restano invariate le attuali principali linee guida13 di terapia della BPCO (figura 1) Figura 1 – Raccomandazioni terapeutiche della linea guida gold in funzione dello stato di gravità della BPCO13. n n VEMS/CVF < 0,70 VEMS ⱖ 80% del predetto II: Moderata n VEMS/CVF < 0,70 n 50% ⱕVEMS < 80% del predetto 2007 testo i risultati del trial UPLIFT12 che indaga circa gli effetti del tiotropio utilizzato per 4 anni in pazienti affetti da BPCO, attesi per il 2008, saranno interessanti. La terapia di combinazione, comparata con la monoterapia con betadue a lunga durata d’azione o con steroide inalatorio, ha permesso di ottenere vantaggi statisticamente significativi sulla qualità della vita e la frequenza di riacutizzazioni. Lo studio TORCH I: Lieve 229 III: Grave n VEMS/CVF < 0,70 n 30% ⱕVEMS < 50% del predetto IV: Molto grave n VEMS/CVF < 0,70 n VEMS < 30% del predetto o VEMS < 50% del predetto o più insufficienza respiratoria cronica Riduzione attiva dei fattori di rischio; vaccinazione antinfluenzale Aggiungere broncodilatatori a breve durata díazio ne (quando necessario) Aggiungere un trattamento regolare con uno o più broncodilatatori a lunga durata d’azione (quando necessario); Aggiungere riabilitazione Aggiungere glucocorticosteroidi inalatori in caso di ripetute riacutizzazioni Aggiungere ossigenoterapia a lungo termine in caso di insufficienza respiratoria. Prendere in considerazione la terapia chirurgica. Agenzia Italiana del Farmaco impaginato BIF 5-2007 230 13-12-2007 11:15 Pagina 230 DALLA RICERCA ALLA PRATICA CLINICA Bif XIV N. 5 2007 9. Soler-Cataluna JJ, Martinez-Garcia MA, Romar Sanchez P, et al. Severe acute exacerbations and mortality in patients with chronic obstructive pulmonary disease. Thorax 2005; 60: 925-31. 10. Sin DD, Wu L, Anderson JA, et al. Inhaled corticosteroids and mortality in chronic obstructive pulmonary disease. Thorax 2005; 60: 992-7. 11. Calverley PMA, Anderson JA, Celli B, et al. Salmeterol and fluticasone propionate and survival in chronic obstructive pulmonary disease. N Engl J Med 2007; 356: 775-89. 12. Decramer M, Celli B, Tashkin DP, et al. Clinical trial design considerations in assessing long-term functional impacts of tiotropium in COPD: the UPLIFT trial. COPD 2004; 1: 303-12. 13. Global Initiative on Obstructive Lung Diseases (GOLD). National Institute of Health, Aprile 2001 (updatet 2006), www.goldcopd.org (accesso verificato il 09/11/2007). le quali indicano che è utile impiegare la terapia con betadue a breve durata d’azione, al bisogno, nello stadio iniziale della malattia, una terapia con broncodilatatori betadue a lunga durata d’azione e/o anticolinergici nella malattia di media gravità e una terapia di associazione betadue a lunga durata d’azione e steroide inalatorio negli stadi avanzati, quando caratterizzati da frequenti riacutizzazioni. Bibliografia 1. Anthonisen NR, Connett JE, Kiley JP, et al. Effects of smoking intervention and the use of an inhaled anticholinergic bronchodilator on the rate of decline of FEV1. The Lung Health Study. JAMA 1994; 16: 1539-41. 2. Nocturnal Oxygen Therapy Trial Group. Continuous or nocturnal oxygen therapy in hypoxaemic chronic obstructive lung disease. Ann Intern Med 2005 1980; 93: 391-8. 3. Medical Research Council Working Party. Long term domiciliary oxygen therapy in chronic hypoxic cor pulmonale complicating chronic bronchitis and emphysema. Lancet 1981; 1: 681-6. 4. Seemungal TAR, Donaldson GC, Paul EA, et al. Effect of exacerbation on quality of life in patients with chronic obstructive pulmonary disease. Am J Respir Crit Care Med 1998; 157: 1418-22. 5. Burge PS, Calverley PMA, Jones PW, et al. Randomised double blind, placebo controlled study of fluticasone propionate in patients with moderate to severe chronic obstructive pulmonary disease: the ISOLDE trial. BMJ 2000; 320: 1297-303. 6. Spencer S, Calverley PMA, Burge PS, et al. Impact of preventing exacerbations on deterioration of health status in COPD. Eur Respir J 2004; 23: 1-5. 7. Donaldson GC, Seemungal TAR, Bhowmik A, et al. Relationship between exacerbation frequency and lung function decline in chronic obstructive pulmonary disease. Thorax 2002; 57: 847-52. 8. Kanner RE, Anthonisen NR, Connet J for the Lung Health Study. Lower respiratory illnesses promote FEV1 decline in smokers but not ex-smokers with mild chronic obstructive pulmonary disease: results from the Lung Health Study. Am J Respir Crit Care Med 2001; 154: 358-64. “Dottore, mi manca il fiato quando salgo le scale. Non è una cosa drammatica, ma mi dà fastidio”. L’uomo è da cinque anni iperteso in cura con ACE inibitori e ha una broncopneumopatia cronica ostruttiva documentata da una spirometria… Verifica la storia clinica di Franco su http://aifa.progettoecce.it a proposito di… Isotretinoina La Commissione Tecnico-Scientifica dell’AIFA, per rafforzare ulteriormente le misure finalizzate ad un uso più controllato e sicuro dell’isotretinoina, ha adottato una nuova limitazione1 per la prescrizione e dispensazione dei medicinali ad uso sistemico contenenti tale farmaco, introducendo la ricetta RNRL, ricetta medica limitativa da rinnovare volta per volta, riservata soltanto ai dermatologi. 1 Determinazione 16 Novembre 2007. G.U. n. 280 del 1/12/2007. Agenzia Italiana del Farmaco