Killi, questi sconosciuti

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Killi, questi sconosciuti
Acquariforum
Killi, questi sconosciuti
Inviato da Jambè
Col termine KILLIFISH vengono classificati i pesci appartenenti alla famiglia dei ciprinodontidi ("Tooth Carp" in inglese
ovvero carpe coi denti). Questo termine (sinonimi: killi, killy, killies al plurale) è oggi comunemente usato in tutto il mondo,
ma da dove deriva?
E' una parola che si è evoluta nel tempo e trova origine quasi certamente dall'olandese "kill" termine con cui gli antichi
colonizzatori olandesi (siamo in Nord America tra il 1600 ed il 1700) chiamavano i piccoli fiumi in cui appunto vivevano i
"kill-fish", ovvero i pesci dei "kills". Ancora oggi non si hanno notizie certe sull'evoluzione di questa parola, nè bene si sà
perchè solamente le specie appartenenti ai ciprinodontidi siano ancora oggi chiamate così (soprattutto se si pensa che
questa famiglia è diffusa in tre continenti), l'unica cosa sicura è che tra gli anni venti e trenta del '900 in tutti i libri e
cataloghi questa parola era affiancata alla famiglia dei ciprinodontidi (es. in “Tropical Fishes as Pets” di
Christopher Coates pubblicato nel 1933) e negli ultimi anni tutti gli acquariofili usano comunemente questo termine
riferendosi alla vasta famiglia dei ciprinodontidi.
Aphyosemion coeleste foto fornita dall'A.I.K.
Diffusione
Questa famiglia è diffusa in più continenti: li troviamo in America (sia del Nord che del Sud), in Asia (Aplocheilus) ma
soprattutto in Africa, dove vivono le specie più conosciute e presenti nelle nostre vasche (Aphyosemion, Notobranchius...)
Pterolebias peruensis foto fornita dall'A.I.K.
Tante specie, tanti modi di vita
Ciò che comunque rende speciale ed interessante questa famiglia è la particolare vita condotta da alcune specie ad essa
appartenenti. Possiamo infatti suddividere i killi in tre grandi gruppi: gli annuali, i semi annuali e i non annuali.
Con annuali ci riferiamo a quelle particolari specie il cui ciclo biologico è molto breve: vivono infatti in piccole pozze
d'acqua destinate a prosciugarsi nella stagione secca per poi tornare floride con le piogge. In questo minuto lasso di
tempo (circa un anno appunto) i killi devono "schiudersi", accrescersi e riprodursi. Le uova di queste specie sono molto
resistenti e possono stare anche per anni in condizioni di secca.
Nelle specie semi-annuali si raggruppano quei killi che vivono in zone in cui una totale secca dell'ambiente è molto rara e
le cui uova possono resistere in condizioni umide per alcuni mesi.
Infine i non annuali vivono in grossi bacini idrici e si comportano come i normali pesci ovovivipari.
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L'annualità di alcune di queste specie è sicuramente un motivo di grande interesse e curiosità da parte degli acquariofili,
ma non è solo questo che rende tanto famosi, ricercati (nonchè rari in commercio) questi pesci. Di fatti a fronte di una
vita abbastanza breve (cosa comunque relativa al loro ambiente naturale e non alla vita in acquario in cui anche gli
annuali possono vivere per tempi decisamente maggiori) la livrea presentata dai maschi è generalemente molto colorata
ed appariscente: rosso giallo blu fanno da padroni in questi eccezionali pesci che sempre più colpiscono ed
appassionano gli acquariofili di tutto il mondo! Al contrario le femmine sono poco colorate, per lo più sui toni del giallino,
marrone o grigio.
Aphyosemion alpha foto fornita dall'A.I.K.
Come allevarli
Le specie che troviamo più facilemnte in commercio non sono per nulla esigenti a livello di volume dell'acquario: pochi
litri saranno sufficienti per allevarne una coppia o meglio un trio (un maschio e due femmine). Caratteristica
fondamentale delle loro acque è l'acidità e il colore giallognolo (ottimo l'effetto nelle loro vasche della torba) che mette in
evidenza ed accentua la loro già magnifica livrea.
Certo generalizzare e parlare di una vasca "biotopo" per i killi è fuori luogo visto la diffusione di questa famiglia e la
molteplicità di specie e quindi di stili di vita. Possiamo comunque farci un'idea di massima su come realizzare un acquario
per il loro allevamento e riproduzione per le specie di maggior reperibilità ad oggi nel mercato italiano.
Ciò che io suggerisco è di allevare un trio o una coppia di una determinata specie per ogni vasca. Questo perchè è fin
troppo facile incrociare diverse specie tra loro, ma a livello etico ciò non è giusto..... non cerchiamo di fare ciò che la natura
impedisce (luoghi di vita diversi ed impossibilità di incontro tra queste specie) solo per cercare nuove livree più belle ed
accattivanti, rispettimao questi pesci ed il lavoro di chi da anni cerca di classificarli correttamente!!
La vasca può essere di 30/50 litri lordi. Anche vasche più piccole possono essere utili allo scopo (esempio una vasca più
grossa in cui si alleva una specie e quella piccola destinata alla riproduzione) ma se questa sarà la loro dimora stabile è
bene dargli almeno qualche litro in più in cui stare!E' opportuno che l'acqua sia acida, tenera e possibilmente ambrata.
Filtrare con torba ed usare materiali simili per il fondo può quindi fare al nostro caso.
Comunque questi valori (ph, kh e gh) così come la temperatura varieranno a seconda della specie, anche se un pH sui
6.5, kh a 3/4 e gh leggermente più alto con 24/26°C sono dei valori validi in linea di massima.
I killi amano vivere "all'ombra" e per questo si suggerisce una scarsa illuminazione o una vegetazione molto fitta in cui
l'ombra sia data dalle piante stesse (ad es. microsorium, bolbitis, vesicularia [ottimo sub-strato per la deposizione delle
uova ed accrescimento degli avanotti], cabomba).
Coppia di Aphyosemion gardneri in deposizione su Vesicularia dubyana
foto di Roberto Posarelli
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Valido è anche l'uso di piante galleggianti. In linea di massima sconsiglio di tentare la convivenza tra killi e piante difficili:
è bene dedicarsi ad una sola di queste due specie, non perchè incompatibili ma viste le diverse esigenze e la particolarità
di questi pesci è bene fare una scelta fondamentale al momento dell'allestimento. Si potranno però inserire molte piante
tra le più facili e sempre belle!!
Ho notato che i killi si adattano anche alla vita in comunità, sopratutto se in vasche di dimensioni medio-grandi. In vasche
più piccole (dai 50 ai 100 litri) consiglio ci allevare solo la specie prescelta in numero variabile a seconda delle
dimensioni della vasca con al limite qualche pesce pulitore. In vasche inferiori ai 50 litri personalmente tengo solo la
coppia o il trio di killi: non sono aggressivi specie se allevati da diverse generazioni in vasca, ma in spazi ristretti possono
risultare violenti nei confronti di pesci più piccoli (cosa non notata in vasche di grandi dimensioni)
Rivulus cryptocallus PR 96(F1) foto fornita dall'A.I.K.
Se invece vogliamo dedicarci in modo serio a questa famiglia consiglio di non acquistare i pesci nei normali negozi ma di
rivolgersi alle associazioni specifiche (in Italia ad esempio esiste l'A.I.K.). In questo modo è possibile ottenere uova di
specie ben catologate, di cui si conosce l'esatta provenienza e l'anno di raccolta. Questo è per lo più consigliabile se
vogliamo dedicarci all'allevamento delle specie annuali: come accennato poco fà questi pesci vivono in piccole pozze
isolate e destinate al prosciugamento. Di conseguenza quando vengono raccolte in natura le uova sono catalogate col
nome della specie, il luogo di ritrovamento, l'anno di raccolta e il numero del posto di raccolta (numeri progressivi): un
vero killofilo non mescolerà mai esemplari provenienti da luoghi diversi!! Non ci deve spaventare la possibilità di un
impoverimento del codice genetico dei nostri esemplari: anche in natura è raro che specie provenienti da luoghi diversi
(anche se distanti soli pochi chilometri magari) vengano a contatto e questo per la peculiarità del loro habitat naturale,
formato da pozze floride di vita nella stagione delle piogge e poi totalmente secche. In questo modo i killi annuali hanno
un alto potenziale di mantenimento del codice genetico corretto.
Nothobranchius kortausae Red foto fornita dall'A.I.K.
Alimentazione
I killi son predatori nati e nonostante le dimensioni ridotte delle specie che maggiormente vengono allevate è bene
procurarsi del cibo vivo per nutrire al meglio i nostri ospiti. Va però segnalato che raramente i pesci acquistati in negozio
disdegnano del cibo: dai fiocchi al granulare, fino al liofilizzato od al congelato. Quest'ultimo è vivamente consigliato (in
caso di mancanza di cibo vivo) per avere pesci sani, robusti, attivi e, cosa di non poco conto, dalla colorazione perfetta!
Come sempre un discorso a parte va fatto per le specie annuali: per loro il cibo vivo è indispensabile nelle prime fasi di
vita, difatti se non vedono movimento non mangiano il cibo. Successivamente li si potrà adattare al congelato o altro, ma
all'inizio artemie appene schiuse ed infusori sono indispensabili se si vuole ottenere un buono numero di piccoli. Questo
è sempre da riferire al loro habitat naturale: immaginiamo questi posti in cui in 3-6 mesi si devono svolgere tutti i cicli
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vitali, non appena c'è acqua le uova iniziano a schiudersi, siano queste di killi che di zanzare od altri insetti.
Lamprichthys tanganicanus foto fornita dall'A.I.K.
Riproduzione
Come si è visto in precedenza vi sono tre differenti tipologie di uova: quelle che schiudono dopo alcuni giorni e che non
possono stare fuori dall'acqua, quelle che si possono conservare in "umido" per un certo numero di giorni e quelle che
debbono essere conservate per un lungo tempo a "secco" per potersi schiudere. E' bene quindi accertarsi al momento
dell'acquisto sulle abitudini della specie scelta.
Per le uova dei pesci annuali il periodo di tempo fuori dall'acqua (chiamato diapausa) è d'obbligo, per dare modo agli
embrioni di svilupparsi e quindi alle uova di schiudersi non appena tornano in acqua. In questi casi si consiglia di tenere
le uova in mezzo a della torba umida ed al buio. In questo modo le uova si possono conservare per alcuni mesi e poi al
loro ritorno in acqua schiuderanno nell'arco di 48-72 ore. E' consigliabile fare questa operazione in una piccola vaschetta
per controllare la buona riuscita dell'operazione.
Queste specie solitamente depongono sul fondo, meglio se un sub-strato di torba. Si può quindi piazzare in vasca un
piccolo contenitore di plastica rettangolare riempito di torba. I killi si "infosseranno" in tale sub-strato e lì deporranno. In
seguito sarà sufficiente estrarre il recipinete e conservare la torba con le uova avvolta in un foglio di quotidiano e in un
luogo buio (meglio controllare di tanto in tanto che non secchino eccessivamente o che non si formino muffe).
Per le altre specie non ci sono problemi di conservazione delle uova e quindi l'unica accortezza è quella che non siano i
genitori stessi a divorare prima uova e poi eventuali avanotti (anche se nei killi la predazione di uova o figli è rara. Credo
che il motivo sia sempre il solito: vivendo in ambienti ristretti la specie avrebbe pochissime probabilità di sopravvivenza se
gli adulti mangiassero la propria prole. Discorso a parte per le specie di comune allevamento che spesso perdono gli
istinti naturali). Quindi è consigliabile anche per queste specie "pescare" le uova e metterle in una vaschetta separata,
sopratutto per avere un maggiore controllo sulle nascite.
In questo di grande aiuto sarà il così detto "mop" di lana sintetica ottimo substrato per la deposizione dei killi!!
Controllandolo ogni due tre giorni si potranno raccogliere ed isolare le uova che i nostri pinnuti andranno a deporre.
Realizzare il mop è semplicissimo: si prende un gomitolo di lana sintetica (quella naturale marcirebbe in breve tempo) e
lo si avvolge ad esempio attorno ad un libro non molto alto (10-15cm). Si cerca in questo modo di fare un artificiale intrico
di radici di piante galleggianti (per darvi un'idea) e lo si lascia galleggiare in vasca. Come constaterete è più facile
realizzarlo che spiegare come farlo ;=)
Simpsonichthys fulminantis foto fornita dall'A.I.K.
E' davvero difficile concentrare in un testo tutte le informazioni che si hanno sui killi. Occorrerebbero pagine e pagine per
descrivere i diversi comportamenti, habitat, stili di vita e riproduzione.... spero solo che con questo breve testo vi possiate
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fare un'idea generale del fantastico mondo dei killifish.
Intanto vi rimando alla sezione dell'AcquariForum dedicata appunto a questi pesci: la trovate QUI, in modo che se siete
interessati all'argomento abbiate un punto di partenza.
Poi per quanto mi riguarda cercherò di scrivere articoli specifici sui killi che andrò ad allevare in futuro, visto che per ora la
mia esperienza si limita a specie "commerciali" come gli Aphyosemion, Nothobranchius e Fundulopanchax.
Nematolebias whitei foto fornita dall'A.I.K.
Uno sguardo alle specie sinora conosciute e classificate
In questa classificazione si arriva fino alle specie (es: Aplocheilus, Aphyosemion, Epiplatys, Nothobranchius........); tenete
conto che ognuna di questa raggruppa poi moltissime varietà, diverse a seconda del luogo d'origine (spesso le mitiche
"pozze")
Solo per fare qualche esempio della specie Nothobranchiusannectens, eggersi, furzeri, janpapi, kafuensis,
kilomberoensis, korthausae, melanospilus, melanospilus, neumanni , rachovii, spec. aff. korthausae, spec. Mansa, spec.
Kasanka, spec. Nyando River, steinforti, taeniopygus e molte altre ancora. Immaginatevi quindi la difficoltà di
classificazione.
possiamo trovare le seguente varietà:
CYPRINODONTEADyer & Chernoff 1996
adrianichthyoideiRosen & Parenti 1981
Adrianichthyidae (adrianichthyids)Weber 1913
Adrianichthyinae Adrianichthys Weber 1913, Xenopoecilus Regan 1911.
Horaichthyinae Kulkarni 1940: Horaichthys Kulkarni 1940.
Oryziatinae Rosen 1964: Oryzias Jordan & Snyder 1906.
belonoidei(geepachtigen) Berg 1940
Belonidae Bonaparte 1838
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Hemiramphidae Gill 1859
Parenti 1981
aplocheiloideiParenti 1981
Aplocheilidae Bleeker 1860: AplocheilusMcClelland 1839, Pachypanchax Myers1933.
Rivulidae Myers 1925
Rivulinae Aphyolebias Costa 1998, Austrofundulus Myers 1932, Gnatholebias Costa 1998, Maratecoara Costa 1995,
Micromoema Costa 1998, Millerichthys Costa 1995, Moema Costa 1989, Neofundulus Myers 1924, PapiliolebiasCosta
1998, Pituna Costa 1989, Plesiolebias Costa 1990, Pterolebias Garman 1895, Rachovia Myers 1927, Renova
Thomerson & Taphorn 1995, Rivulus Poey 1860, Stenolebias Costa 1995,Terranatos Taphorn & Thomerson 1978,
Trigonectes Myers 1925.
Cynolebiatinae Hoedeman 1960: Austrolebias Costa 1998, Campellolebias Vaz-Ferreira &Sierra 1974, Cynolebias
Steindachner1876, Cynopoecilus Regan 1912, Leptolebias Myers 1952, Megalebias Costa 1998, Nematolebias Costa
1998, Simpsonichthys Carvalho 1959, Spectrolebias Costa & Nielsen 1997.
Nothobranchiidae Garman 1895: Adamas Huber 1979, Aphyoplatys Clausen 1967, Aphyosemion Myers 1924,
Archiaphyosemion Radda 1971, Callopanchax Myers 1933, Chromaphyosemion Radda 1971, Epiplatys Gill 1862,
Episemion Radda & Pürzl 1987, Foerschichthys Scheel & Romand 1981,Fundulopanchax Myers 1924, Fundulosoma Ahl
1924, Nothobranchius Peters 1868, Pseudepiplatys Clausen 1967, Scriptaphyosemion Radda & Pürzl1987.
cyprinodontoidei Parenti 1981
Fundulidae Günther1866: Adinia Girard 1859, FundulusLa Cepède 1803, Leptolucania Myers1924, Lucania Girard 1859,
Plancterus Garman 1895.
Goodeidae Jordan 1923
Empetrichthyinae Jordan, Evermann & Clark 1930: Crenichthys Hubbs 1932, EmpetrichthysGilbert 1893.
Goodeinae (Mexicaanse tandkarpers / hooglandtandkarpers /goodeids / splitfins): Allodontichthys Hubbs & Turner 1939,
Alloophorus Hubbs & Turner 1939, Allotoca Hubbs & Turner 1939, Ameca Miller & Fitzsimons 1971, Ataeniobius Hubbs
& Turner 1939, Chapalichthys Meek 1902, Characodon Günther 1866, Girardinichthys Bleeker 1860, Goodea Jordan
1880, Hubbsina de Buen 1940, IlyodonEigenmann 1907, Skiffia Meek 1902, Xenoophorus Hubbs & Turner 1939,
Xenotaenia Turner 1946, Xenotoca Hubbs & Turner 1939, Zoogoneticus Meek 1902.
Profundulidae Hoedeman & Bronner 1951: Profundulus Hubbs 1924.
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Valenciidae Parenti 1981 {>24 Mya}: Valencia Myers 1928.
Cyprinodontidae Agassiz 1834
Cubanichthyinae Parenti 1981: Cubanichthys Hubbs 1926.
Orestiatinae Bleeker 1860: Orestias Valenciennes 1839.
Cyprinodontinae Aphanius Nardo 1827, Cualac Miller 1956, CyprinodonLa Cepède 1803, Floridichthys Hubbs1926,
Garmanella Hubbs 1936, Jordanella Goode & Bean 1879, Megupsilon Miller & Walters 1972.
Anablepidae Bonaparte 1831
Oxyzygonectinae Parenti 1981: Oxyzygonectes Fowler 1916.
Anablepinae AnablepsScopoli 1777, Jenynsia Günther 1866.
Poeciliidae Bonaparte 1831 Aplocheilichthyinae Myers 1928: AplocheilichthysBleeker 1863. Procatopodinae
Fowler 1916 Fluviphylacini Roberts 1970: Fluviphylax Whitley 1965.
Procatopodini HylopanchaxPoll & Lambert 1965, HypsopanchaxMyers 1924, Laciris Huber 1982, Lacustricola Myers
1924, Lamprichthys Regan 1911, Micropanchax Myers 1924, Pantanodon Myers 1955, Plataplochilus Ahl 1928,
Platypanchax Ahl 1928, Poropanchax Clausen 1967, Procatopus Boulenger 1904, Rhexipanchax Huber 1999.
Poeciliinae Bonaparte 1831
Alfarini Hubbs 1924: Alfaro Meek 1912.
Priapellini Ghedotti 2000: Priapella Regan 1913.
Gambusiini Hubbs 1924: Belonesox Kner 1860, Brachyrhaphis Regan 1913, Gambusia Poey 1854.
Heterandriini Hubbs 1924: Heterandria Agassiz 1853, Neoheterandria Henn 1916, Poeciliopsis Regan 1913, Priapichthys
Regan 1913, Xenophallus Hubbs 1924.
Girardinini Hubbs 1924: Carlhubbsia Whitley 1951, Girardinus Poey 1854, Quintana Hubbs 1934.
Poeciliini: Limia Poey 1854, Pamphorichthys Regan 1913, PhallichthysHubbs 1924, Poecilia Bloch &Schneider 1801,
Xiphophorus Heckel1848.
Cnesterodontini Hubbs 1924: Cnesterodon Garman 1895, Phalloceros Eigenmann 1907, Phalloptychus Eigenmann
1907, Phallotorynus Henn 1916, Tomeurus Eigenmann 1909.
Scolichthyini Rosen 1967: Scolichthys Rosen 1967.
Xenodexiini Hubbs 1950: Xenodexia Hubbs 1950.
Classificazione a cura di: http://kfn.killi.net/classification/claskilli.htm
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Articolo realizzato da Robustelli Davide (Jambé)
Il materiale presente nell'articolo è di proprietà dei rispettivi autori, è vietata quindi la riproduzione senza l'esplicito
consenso degli stessi
Bibliografia:
Il significato della parola "Killifish" di Mario Zanolli
GAEM, gruppo tematico killifish
Da segnalare anche la serata GAEM tenuta da Roberto Cazzulani ed Ettore Gargiulo proprio sui killifish. Sul sito
www.gaem.it potrete trovare la videocassetta di tale serata.
Ringrazio ancora l' A.I.K. per le preziose foto che mi ha concesso di pubblicare. Anche in questo caso è stato davvero
difficile fare una scelta! Quasi tutte quelle presenti in questo articolo sono di Stefano Valdesalici
Di Davide Robustelli (16-09-2003)
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