Il racconto di fantascienza

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Il racconto di fantascienza
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Progetto Libri digitali dell'Istituto 16 Valpantena – Verona
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Il racconto di fantascienza
Il nome
Il nome “fantascienza” è dato dall’unione di due termini: fanta[sia] + scienza, infatti i
luoghi, le situazioni e i personaggi fantastici che appaiono in questi racconti vengono
presentati come realmente esistenti, scientificamente possibili. La fantasia permette
allo scrittore di creare vicende e situazioni sempre nuove e stupefacenti, mentre la
scienza gli offre la possibilità di presentarle come verosimili.
Attenzione quindi a non confondere la fantascienza con il fantasy! In quest’ultimo
tutto è magico o soprannaturale, nella fantascienza invece vengono fornite vere e
proprie spiegazioni scientifiche alle invenzioni fantastiche.
La storia
Quando nasce questo genere letterario? È opinione comune agli storici della
letteratura che il 1926 sia da considerarsi la data di nascita della fantascienza perché
proprio in quell’anno negli Stati Uniti si pubblicò per la prima volta una rivista
specializzata in racconti di science fiction (termine inglese per fantascienza).
Tuttavia, se pensiamo che già nel mito greco Dedalo sperimentava il volo e Ludovico
Ariosto descriveva Astolfo, un personaggio dell’Orlando Furioso, mentre si recava
sulla Luna a recuperare il senno di Orlando, potremmo muovere delle obiezioni a
questa affermazione. In realtà il mito di Dedalo e l’Orlando furioso, come altre
opere, si devono considerare precursori del genere fantastico perché è soltanto a
partire dalla rivoluzione industriale che si prende coscienza del valore e
dell’importanza del progresso scientifico e tecnologico: il Frankenstein (1818) di
Mary Wollstonecraft Shelley può essere considerato un esempio in questo senso.
La scrittrice racconta la storia di un medico che aspira a ricreare la vita il laboratorio
servendosi di avveniristiche scoperte scientifiche: il frutto delle sue fatiche e però
un mostro orribile, condannato per il suo stesso aspetto alla solitudine e
all’infelicità.
Mary Shelley introduce quindi una riflessione sulla scienza, sulle sue potenzialità e
sui suoi limiti, che sarà un tema tipico della fantascienza, nata in un’epoca di
rapidi progressi tecnici e caratterizzata ai suoi esordi da una grande fiducianei
confronti delle possibilità offerte dalle nuove scoperte.
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Altro autore considerato anticipatore del genere è Jules Verne, che immagina viaggi
al centro della Terra o sulla Luna (in un’epoca in cui l’esplorazione dello spazio era
ancora del tutto impensabile) e inventa addirittura un sommergibile nucleare,
Nautilus del capitano Remo, in Ventimila leghe sotto i mari.
Ovviamente, le opere di fantascienza risentono sempre dell’epoca in cui sono state
scritte, sia per quanto riguarda i contenuti specifici, sia per il modo di porsi di fronte
alla materia trattata. Verne, ad esempio, esprime l’ottimismo che caratterizzava la
cultura europea all’indomani della rivoluzione industriale.
Nel corso del Novecento, la fantascienza si sviluppa soprattutto negli Stati Uniti e
continua rispecchiare la propria epoca. Negli anni ’20, quando si diffonde nelle
fabbriche la catena di montaggio, nascono le storie di robot; negli anni ’30, si
moltiplicano i racconti di invasioni spaziali e di lotte fra terrestri e alieni; negli anni
’50, le gravi problematiche sociali portarono gli scrittori a immaginare una data
futura nella quale la tecnologia diventerà il principale strumento di controllo da
parte del potere.
La fantascienza, si configura allo stesso tempo come nel genere di
intrattenimento e patrimonio di schemi narrativi e di situazioni convenzionali che
possono essere usati in opere non strettamente di genere.
La fantascienza ha legato il suo successo anche afumetti e film. A questo genere
letterario si sono ispirati molti manga e anime (cartoni animati) giapponesi a partire
dagli anni Sessanta: serie storiche come Goldrake, Mazinga e Capitan Harlock.
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Ad oggi le opere di fantascienza di cui disponiamo oggi sono moltissime, alcune veri
e propri “classici”, ossia modelli di stile, che possono presentarsi con due
caratteristiche diametralmente opposte:
• fiducia ottimistica nel progresso tecnologico;
• condanna del progresso tecnologico. In quest’ultimo caso vengono ipotizzati
effetti catastrofici della scienza sul futuro del nostro pianeta, con il conseguente
ammonimento al lettore a non abusare della tecnologia.
Per concludere potremmo ricordare che il cinema soprattutto negli ultimi anni si è
spesso ispirato ai racconti di fantascienza, basti pensare al film “2001: Odissea nello
spazio” del regista Stanley Kubrick.
Temi
Oggetto della fantascienza è il futuro: la scoperta e l’esplorazione di nuovi mondi,
l’incontro con esseri dotati di un’intelligenza superiore a quella umana,
l’utilizzazione di macchine in grado di superare i limiti dello spazio e del tempo e di
viaggiare nell’universo.
Il tempo
Il tempo della narrazione (che, attenzione! non è il tempo verbale ma il tempo in cui
si svolge la vicenda) è quasi sempre il futuro. Può comunque accadere (ma è raro)
che il tempo della narrazione sia il presente, oppure che il passato e il futuro
vengano mescolati insieme attraverso un espediente, quello della macchina del
tempo. Altre volte, invece, il racconto è ambientato in un futuro che, a seguito di
catastrofi naturali, si presenta come regredito, ossia la vita è tornata a livelli
primitivi.
Ambientazione
I luoghi della narrazione possono essere o la Terra o gli spazi extraterrestri. Nel
primo caso i luoghi consueti (la città, la casa, la scuola…) hanno la funzione di
tranquillizzare il lettore che si sente a suo agio in luoghi noti, in una realtà
apparentemente normale. Così maggiore sarà la sua sorpresa a mano a mano che il
racconto comincerà a svilupparsi. Quando invece i luoghi della narrazione sono gli
spazi extraterrestri (universo, pianeti sconosciuti, profondità marine…), da subito
compaiono il mistero e il pericolo. I personaggi (esseri umani, robot, creature aliene)
quindi si muovono in uno spazio lontano e sconosciuto, tra pianeti e galassie, spinti
a volte dall’amore per l’avventura. Non mancano però racconti ambientati sulla
Terra.
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I personaggi
I personaggi possono essere uomini, animali, macchine (come ad esempio i robot o i
computer) o creature immaginarie (non solo extraterrestri, ma anche fasci di luce o
forme indefinite). Ecco quindi comparire lo “strano”, ossia lo sconosciuto, il diverso,
che è uno degli ingredienti più avvincenti dei racconti di fantascienza.
Il linguaggio
Un’altra caratteristica della narrativa fantascientifica riguarda il linguaggio, ricco di
termini derivati dal lessico specifico delle scienze e di riferimenti a teorie scientifiche
e scoperte tecnologiche (in particolare dell’informatica, della genetica,
dell’astronomia, dell’ingegneria spaziale e della cibernetica) che danno al lettore la
sensazione di trovarsi di fronte a vicende non solo plausibili, ma anche giustificate
sul piano teorico. La fantascienza trae infatti buona parte del suo fascino proprio
dalla percezione di un suo ruolo anticipatore opremonitore rispetto alla realtà
futura.
La struttura
La struttura, come nel racconto d’avventura, è caratterizzata dall’intreccio. Avremo
quindi salti cronologici con flashback e anticipazioni. Anche per quanto riguarda le
tecniche narrative, il racconto di fantascienza si avvicina a quello d’avventura
essendo contraddistinto da un ritmo incalzante. Ecco quindi le sequenze narrative e
dialogate dominare su quelle descrittive e riflessive. Come nei racconti gialli, inoltre,
il narratore utilizza un particolare artificio narrativo che prende il nome di
“suspense”, grazie al quale tiene viva l’attenzione del lettore, catturato dal desiderio
di sapere cosa sta per accadere.
Il narratore
Il narratore può essere interno, ossia uno dei personaggi e quindi direttamente
partecipe dell’azione, oppure esterno. Nel primo caso il racconto è scritto in prima
persona, nel secondo caso in terza.
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