Da Manarola a Corniglia

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Da Manarola a Corniglia
Corso di Escursionismo
2016 Da Manarola a Corniglia
per Volastra e l’incantato sentiero dei vigneti
Domenica 13 marzo 2016
Il paesaggio attraversato dall’itinerario
proposto è uno dei più incantevoli della
Regione. Riconosciuto Patrimonio
Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO,
si sviluppa nel Parco Nazionale delle
Cinque Terre.
Punto di partenza: Manarola
Dislivello totale: 590 m
Località di arrivo: Corniglia
Lunghezza: km 6,3
Difficoltà: E
Il percorso che faremo si snoda nel cuore del Parco Nazionale delle 5 Terre, un ambiente dai contrasti
forti, dai colori accesi. Il sentiero si inerpica da Manarola fino a Volastra (335 m), antico Vicus
Oleaster, villaggio degli ulivi, seguendo viottoli e scalinate che, fiancheggiando terrazzi e
minuscoli orti da cui occhieggiano limoni e arance, fanno rapidamente guadagnare quota. Segue
un lungo tratto panoramico che si mantiene a quota 400, attraverso una sequenza spettacolare di
terrazzamenti e muretti a secco coltivati a vigneto. Giunti alle spalle di Corniglia, inizia una ripida
discesa verso il paese, arroccato su un “corno” roccioso a 100 m in verticale sul mare. Un
labirintico saliscendi di viuzze e scalini che portano al Belvedere da cui si abbraccia il ponente
fino al promontorio di Punta Mesco.
Un itinerario a prevalente interesse paesaggistico e botanico. Tra le essenze di macchia e gariga su
sfondo verde azzurro, spiccano i primi gialli dell'euforbia, della Mimosa e del Ginestrone, il
bianco dell'Erica, il rosso della Valeriana.
Mentre nel mezzo del percorso non perderemo l’occasione di fare qualche sosta a scrutare il mare
profondo (portare il binocolo se volete) per cercare di individuare delfini e altri cetacei che
abitualmente frequentano questo bel tratto di mar ligure.
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2016 INFORMAZIONI PER LA GIORNATA:
Incontro con il Pullman ore 8 a Fornovo Taro (Parcheggio Ramiola Blu Bar)
Partenza a piedi ore 10 / 10,30
Durata trekking 3,5 ore soste escluse
Arrivo a Corniglia ore 15, rientro in treno a Manarola
Rientro in pullman a Fornovo previsto attorno alle 18.00
Lunghezza complessiva trekking: 7 km circa Dislivello totale: 590 m circa
COSE DA PORTARE:
Scarponcini da trekking; pantaloni lunghi, giacca impermeabile)
Macchina fotografica, binocolo per chi vuole e per chi lo ha, pranzo al sacco.
Consigliato un cambio d'abiti e scarpe da ginnastica da lasciare in pulmann.
ISCRIZIONE E QUOTA VIAGGIO:
Per le spese di pullman e treno è richiesto un contributo di 20 euro.
Li raccoglieremo la sera del nostro primo incontro giovedì 10 marzo.
Il
pagamento
della
quota
è
la
conferma
della
vostra
partecipazione!
Chi non può venire in uscita (o anche alla serata) è pregato di avvertirci immediatamente via mail!
Così possiamo aprire i posti per aprire a eventuali aggregati e riempire il pullman!
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2016 PARCO NAZIONALE DELLE CINQUE TERRE
Istituito nel 1999, si estende dalla zona di Tramonti nel comune della Spezia al comune di Monterosso. Il parco ha la
particolarità di essere l'unico in Italia finalizzato alla tutela di un ambiente antropizzato, uno degli scopi è infatti la
tutela dei terrazzamenti e dei muri a secco che li sorreggono.
MONTAGNA, UOMO, VINO
Con il nome di Cinque Terre è designato quel tratto di costa di circa quindici chilometri di lunghezza lungo il litorale
dell'estrema Liguria orientale, così chiamato dai luoghi marini di Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola e
Riomaggiore (in provincia di La Spezia) che si trovano quasi ad uguale distanza l'uno dall'altro affacciati sul mare,
aggrappati alla roccia e annidati dentro strette e ripide valli. Il nome di "terra" è qui sinonimo di borgo alla maniera
medioevale. L'area, profondamente modificata nei secoli nella propria fisionomia geografica e morfologica dal duro lavoro
dell'uomo, è caratterizzata da coste a strapiombo sul mare con baie e spiaggette, migliaia di chilometri di muretti a secco a
segnare i terrazzi per la coltivazione della vite, i caratteristici rustici, i borghi medievali, i santuari, i sentieri panoramici sul
mare e sui pendii.
Generazione dopo generazione, la roccia è stata frantumata creando con i massi più grossi i muri a secco, e con i detriti
più piccoli l'humus per la vite, aggiungendo sterpaglie ed aghi di pino. I muri a secco sono costituiti esclusivamente con
massi d'arenaria sapientemente sovrapposti e saturati di pietrisco e terra, senza l'uso di materiali di coesione. La buona
qualità della pietra, ma soprattutto la sapiente arte della messa in opera dei sassi sono la garanzia di una più elevata
resistenza ai crolli. Fra i terrazzamenti sono state costruite, sempre in pietra, lunghissime e ripidissime scalinate, scale
ricavate a sbalzo sui muri stessi, piani dove posare e riprendere agevolmente i materiali trasportati a spalla, canaletti di
scorrimento ai lati delle mulattiere. Per ricavare spazi coltivati in un ambiente ostile, vigneti, limoni, oliveti e orti hanno
sostituito l'antica vegetazione naturale dei ripidi declivi.
Nel 1997 le Cinque Terre, Porto Venere e le Isole Palmaria, Tino e Tinetto sono stati dichiarati dall'Unesco Sito
patrimonio Mondiale dell'Umanità. Nel 1997 è stato istituita l’Area Marina Protetta delle Cinque Terre e, nel 1999, il
Parco nazionale delle Cinque Terre. Nel 2001 Porto Venere e il suo Arcipelago sono stati riconosciuti dalla regione
Liguria come Parco Naturale Regionale.
Il Parco Nazionale intende recuperare e conservare questo esempio di architettura del territorio, con i suoi valori storici,
culturali, territoriali e ambientali, evidente testimonianza di un armonioso rapporto tra uomo e natura, e vuole farlo
attraverso il mantenimento della viticoltura, l'unica attività umana che garantisce la continuità delle produzioni tipiche
locali.
Il progetto del vigneto storico nasce nel 2005 con l’obiettivo di recuperare il territorio terrazzato delle Cinque Terre sia in
termini paesaggistici che di salvaguardia della biodiversità viticola con particolare attenzione alla vite selvatica e ai vitigni
minori e a forte rischio di estinzione diffusi nel Levante ligure e nel panorama del Mediterraneo. Tra i vitigni recuperati e
iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite si segnalano: Rossese bianco, Ruzzese e Scimiscià. Oggetto di selezione è
anche un’Albarola dai caratteri assai particolari, che potrebbe migliorare l’omonimo vitigno, base dei celebri vini bianchi
Cinque Terre e Sciacchetrà DOC.
Il vino più rappresentativo delle Cinque Terre è lo Sciacchetrà, un raro ed eccellente passito la cui produzione è rinomata
per la qualità più che per la quantità. Coltivare la vite è, infatti, molto faticoso a causa della asprezza del terreno e delle
difficoltà logistiche e di trasporto. La vicinanza delle vigne al mare, e soprattutto al terreno caldo ed assolato, fa sì che il
vino che si ricava dalle uve di Bosco, con l'aggiunta di Arbarola e Vermentino, sia molto dolce. Le uve sono poste a passire
almeno sino al primo novembre in ambiente asciutto e ventilato, poi pigiate e lasciate fermentare per 21 giorni. Il vino
viene in seguito travasato e lasciato affinare per almeno un anno. Profumatissimo, può essere abbinato a formaggi a pasta
molle molto forti di sapore (come ad esempio un blu della regina o un brie), formaggi piccanti ed i dolci di buona
consistenza come il Pandolce Genovese, i canestrelli e il panforte. Ottimo da meditazione, destinato alle grandi occasioni.
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2016 MANAROLA
Arroccata su uno scosceso promontorio di roccia scura, con il suo piccolo porto racchiuso tra due speroni rocciosi,
troviamo Manarola, borgo di antica origine fondato dagli abitanti dell’insediamento, forse romano, di Volastra. Anche
Manarola si caratterizza per la presenza delle case-torre; la struttura del paese si sviluppa attorno al corso, ora coperto del
torrente Groppo che ne definisce l’asse principale; da esso si dipartono una serie di stretti vicoli lastricati in pietra che
raggiungono le case sui fianchi del promontorio e degli orti. Parallelo all’asse principale si snoda il percorso della
cosiddetta via di Mezzo, che rivestiva grande importanza nella viabilità del borgo prima della copertura del torrente.
Interessante è la presenza, a monte dell’abitato, della piazza in cui sono concentrati gli edifici religiosi. Una curiosità: la
piramide in cemento dipinta di bianco che spunta tra Manarolale case più alte è un segnale trigonometrico per i naviganti.
Dalla stazione di Manarola parte anche la Via dell’Amore, il famoso sentiero che congiunge il borgo a Riomaggiore (oggi
ahimè chiuso)
CORNIGLIA
L’abitato di Corniglia è circondato da suggestivi e tipici terrazzamenti (chiamati “fasce” in dialetto) su cui gli abitanti
coltivano da sempre la vite, da cui si ricava il tipico vino bianco della zona, già prodotto qui in epoca romana. La storia
dell’abitato di Corniglia risale proprio ai tempi dei Romani: probabilmente il nome Corniglia deriva da “gens Cornelia”,
una delle famiglie che controllava la zona con il proprio potere. Durante il Medioevo l’intera area passò sotto il dominio
dei conti di Lavagna, che poi vennero soppiantati dalla famiglia dei Fieschi. Proprio alla famiglia Fieschi è intitolata la via
principale del paese, intorno alla quale si sviluppa l’abitato: questa via, che porta dalla parrocchia di San Pietro alla
terrazza panoramica di Santa Maria, è la strada in cui si trova il nostro Appartamento “Stella Marina”, al civico 33. In
prossimità della Chiesa Parrocchiale sono ancora oggi visibili i resti della Torre di avvistamento, eretta dai Genovesi nel
XVI secolo.
Dalla terrazza di Santa Maria, a cui si accede tramite via Fieschi, si può godere di uno splendido panorama sul mare che
spazia fino a Manarola, oltre che al Santuario di Nostra Signora delle Grazie di San Bernardino.
Vicino alla terrazza panoramica, si apre il meraviglioso palcoscenico teatrale tra le case rappresentato dall’Oratorio di
Santa Caterina. Da questa zona del paese si può scendere alla Marina di Corniglia. Dalla parte opposta dell’abitato, in
direzione di Vernazza, si intravede in basso la famosa spiaggia di ciottoli del Guvano.
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