prescrizioni per calcestruzzi ad alta resistenza meccanica
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prescrizioni per calcestruzzi ad alta resistenza meccanica
Calcestruzzi speciali: prescrizioni per calcestruzzi ad alta resistenza meccanica (HSC) Gianluca Pagazzi, Amministratore Delegato e Direttore Tecnico dell'ALASKA concrete S.r.l. ‐ Porcia (PN) I calcestruzzi ad alta resistenza meccanica (HSC High Strength Concrete) fanno parte della famiglia dei calcestruzzi speciali; la resistenza meccanica caratteristica cubica a compressione a 28 giorni è generalmente compresa tra 60 – 105 MPa. Tali resistenze possono essere raggiunte grazie all’impiego combinato di fumo di silice e additivi superriduttori di acqua al fine di conseguire rapporti acqua/legante così bassi da poter ambire al raggiungimento di prestazioni meccaniche elevate. I bassi rapporti a/c con cui questi conglomerati vengono confezionati li rende, grazie alla ridotta permeabilità, alla presenza del fumo di silice e, quindi, alla riduzione della dimensione media dei pori, praticamente insensibili a qualsiasi attacco proveniente dall’ambiente, incluso quello legato all’azione dei cicli di gelo‐disgelo. Pertanto i calcestruzzi di altissima resistenza meccanica sono resistenti e durevoli in tutte le classi di esposizione ambientale previste dalla UNI 11104. Non va dimenticato, inoltre che il conseguimento della prestazione meccanica desiderata è strettamente dipendente anche dalla qualità dell’aggregato. Per questo motivo nel confezionamento dei calcestruzzi ad alta resistenza è necessario utilizzare aggregati con massa volumica elevata (2,80 kg/l), meglio se di frantumazione e di elevata qualità (come basalto, granito), capaci di garantire un’elevata resistenza meccanica intrinseca della roccia ed un’ottima adesione all’interfaccia tra elemento lapideo e matrice cementizia. È assolutamente da evitare, l’utilizzo di aggregati porosi che collassino prima della matrice cementizia. Inoltre, per il conseguimento di alti valori della prestazione meccanica è altresì opportuno ridurre la dimensione massima dell’aggregato in modo da diminuire lo sviluppo delle difettosità in corrispondenza dell’interfaccia pasta‐aggregato. Questi calcestruzzi hanno inizialmente trovato impiego nella realizzazione di opere di ingegneria che durante la vita di servizio sono particolarmente sollecitate da carichi statici e dinamici (travi ed impalcati di ponti di grande luce, pilastri di edifici multipiano “a torre”) o da azioni particolarmente aggressive da parte dell’ambiente in cui si trovano durante la loro vita di servizio (piattaforme marine, tunnel sottomarini). Una nuova tendenza di utilizzo è quella che li vede protagonisti nelle opere di architettura ed ingegneria civile, anche meno sollecitate delle precedenti, per sfruttarne le caratteristiche di elevata resistenza, attraverso una diversa ed accurata progettazione sia delle strutture, che delle fasi di getto e disarmo in cantiere. Con questi calcestruzzi è infatti possibile avere una luglio 12 1 maggiore durabilità, in conseguenza del basso rapporto acqua/cemento, e una maggiore produttività sia in fase di getto, per le elevate lavorabilità degli impasti, che in fase di armo/disarmo, per il veloce sviluppo delle resistenze meccaniche. I calcestruzzi ad alta resistenza, inoltre, possono essere utilizzati anche per la realizzazione di contenitori destinati al ospitare scorie di materiale radioattivo o comunque nocivo per la salute dell’uomo. Ultimamente trovano impiego nella realizzazione di elementi per opere fognarie, in quanto garantiscono una durabilità elevatissima e resistenza sia ai carichi di servizio che alla movimentazione, notevolmente superiori ai normali calcestruzzi con resistenze caratteristiche cubiche a compressione 35 – 45 MPa, precedentemente utilizzati. Nel nostro paese, l’uso dei calcestruzzi ad alta resistenza, ha trovato notevoli resistenze sia nella normativa tecnica sia per una questione di mentalità e cioè di resistenze “mentali” da parte degli attori in gioco (Progettisti, Direttori Lavori, Organi di controllo, Imprese di costruzione), i quali vedevano con molto scetticismo l’utilizzo di calcestruzzi già con resistenze caratteristiche cubiche a compressione uguali o superiori ai 40 MPa. Per quanto riguarda le resistenze previste dalla normativa, il d.m. 09.01.1996 e i decreti precedenti impedivano l’utilizzo, nei calcoli statici, di resistenze caratteristiche cubiche a compressione superiori a 55 MPa. Tale “freno normativo” impediva di fatto la possibilità di sfruttare le caratteristiche di tali calcestruzzi nel progetto strutturale. Per completezza di informazione si riporta la dicitura precisa di quanto previsto dal d.m. 09.01.1996 da cui si intuisce benissimo come tale impedimento abbia condizionato lo studio, lo sviluppo, l’utilizzo di materiali performanti per il nostro paese. Figura 1. Testo tratto dal d.m. 09.01.1996 Fortunatamente, con il d.m. 14.01.2008 – Norme Tecniche per le Costruzioni, paragrafo 4.1, viene data per la prima volta la possibilità di impiegare calcestruzzi con resistenza caratteristica cubica superiore a 55 MPa fino a 85 MPa senza l’obbligo di chiedere il parere preventivo al Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ma, viene luglio 12 2 richiesto, solo, prima dell’impiego, l’esecuzione dello studio di prequalifica per la determinazione di tutte le grandezze fisiche e meccaniche che hanno influenza su durabilità e resistenza del materiale. Sempre al paragrafo 4.1 del d.m. 14.01.2008 viene riportato che è possibile impiegare calcestruzzi con resistenza caratteristica cubica superiore a 85 MPa fino a 105 MPa, specificando in particolare, che “… potranno essere utilizzati per la realizzazione di elementi strutturali od opere, previa autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, autorizzazione che riguarderà l’utilizzo del materiale nelle specifiche tipologie strutturali proposte sulla base di procedure definite dal Servizio Tecnico Centrale”. La possibilità di utilizzare dei calcestruzzi con resistenza caratteristica cubica fino a 85 MPa, senza dover chiedere l’autorizzazione al Servizio Tecnico Centrale, ha stimolato alcuni studi di ingegneria a prescrivere tali prodotti per edifici a torre, di elevata complessità e di difficile realizzazione. Per quanto riguarda il loro comportamento sotto sforzo, i calcestruzzi ad alta resistenza, rispetto a quelli tradizionali, presentano un comportamento lineare del ramo ascendente sforzo‐deformazione che si protrae per valori dello sforzo prossimi alla resistenza a compressione del materiale ed un ramo discendente ripido che denota una tendenza del materiale alla rottura di tipo fragile. Inoltre, è da tener presente che molte caratteristiche del calcestruzzo, quali la resistenza a trazione ed il modulo di elasticità, crescono poco all’aumentare della resistenza a compressione del materiale. Come conseguenza di questo le correlazioni tra queste grandezze e la resistenza a compressione, valide per i calcestruzzi tradizionali, non possono essere estese ai calcestruzzi ad alta resistenza. Visto quanto sopra menzionato, la progettazione e il dimensionamento delle strutture con calcestruzzi ad alta resistenza deve avvenire ricorrendo a codici di calcolo specifici per questi materiali in quanto quelli disponibili per i calcestruzzi a normale resistenza non sono utilizzabili. A tale scopo si suggerisce di consultare l’Estensione al Codice Modello CEBFIP 90 specifico per i calcestruzzi ad alta resistenza. Alcune correlazioni tra diverse caratteristiche elasto‐meccaniche del calcestruzzo e resistenza meccanica a compressione sono anche riportate nelle Linee Guida sui Calcestruzzi Strutturali emesse nel 1996 a cura del Servizio tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici. Per questi calcestruzzi, causa il basso rapporto acqua/cemento (< 0,40), va posta particolare attenzione alle problematiche dovute al ritiro autogeno, occorre quindi, prescrivere ed adottare le dovute precauzioni per limitare gli effetti di tale ritiro e cioè, per evitare la nascita di fessurazioni. Quindi, rispetto ai tradizionali conglomerati di normale resistenza i calcestruzzi ad alta resistenza richiedono una modalità di stagionatura particolare nelle prime ore successive al getto. Per questi calcestruzzi, infatti, non è sufficiente evitare l’evaporazione di acqua verso l’ambiente esterno per prevenire il fenomeno fessurativo nei primissimi giorni successivi al getto ma, è necessario bagnare entro le prime 24 ore le superfici del getto e protrarre questa stagionatura umida per almeno 7 giorni. luglio 12 3 Nel seguente articolo, a titolo di esempio, vengono riportate le prescrizioni di capitolato per un conglomerato ad alta resistenza C60/75 destinato a qualsiasi tipologia strutturale dove il requisito di resistenza è primario o indirettamente si richiede al calcestruzzo una elevata resistenza all’urto o alle perforazioni come avviene anche per le pareti dei caveaux delle banche. CALCESTRUZZO AD ALTA RESISTENZA MECCANICA PER LA REALIZZAZIONE DI OPERE RICADENTI IN TUTTE LE CLASSI DI ESPOSIZIONE AMBIENTALE SECONDO UNI 11104 E PER APPLICAZIONI SPECIALI1 Voce sintetica di capitolato per elenco prezzi Calcestruzzo ad alta resistenza a prestazione garantita, in accordo alla Norma UNI EN 206-1, per la realizzazione di opere ricadenti in tutte le classi di esposizione* ambientale secondo la Norma UNI 11104, e per applicazioni speciali, classe di resistenza C(60/75), autocompattante (SCC), con autocompattabilità con uno Slump Flow (spandimento) > 650 mm, Dmax 16 mm, Cl 0.2. Campo di validità Queste prescrizioni di capitolato, sono rivolte ai calcestruzzi ad alta resistenza meccanica a compressione destinati alla realizzazione di qualsiasi opera ricadente in una delle classi di esposizione previste dalla norma UNI 11104. Tali calcestruzzi inoltre, possono essere utilizzati nella realizzazione di elementi inflessi per la realizzazione di impalcati da ponte o di coperture di grande luce e possono anche essere utilizzati per la realizzazione di opere speciali quali i caveaux delle banche o anche i contenitori per lo smaltimento di materiali nocivi o radioattivi. Queste prescrizioni di capitolato, sono in linea di massima sovradimensionate per quegli elementi che appartengono a strutture con Vita Nominale 50 anni in accordo alle Norme Tecniche per le Costruzioni (d.m. 14.01.08). Pertanto, esse con opportune integrazioni per le barre d’armatura (per esempio in acciaio inossidabile), potrebbero essere estese alla realizzazione di opere con Vita Nominale 100 anni, soprattutto in contesti particolarmente aggressivi quali quelli individuati dalle classi di esposizione ambientale XD3, XS3. *A favore di sicurezza, per le classi di esposizione XF2, XF3, XF4, dove è previsto l’utilizzo calcestruzzi con aria inglobata, verificare la resistenza ai ciclo gelo/disgelo con la “UNI 7087 - Determinazione della resistenza alla degradazione per cicli di gelo e disgelo”. Così, con tale prova, si è perfettamente in linea con quanto richiesto al prospetto 4 della UNI 11104. 1 Quali travi da ponte e di copertura di grande luce, pilastri di edifici multipiano e di grattacieli, contenitori per materiali radioattivi o nocivi. luglio 12 4 PRESCRIZIONI DI CAPITOLATO Prescrizioni per gli ingredienti utilizzati per il confezionamento del conglomerato A1) Acqua di impasto: acqua potabile conforme alla UNI EN 1008 (sono escluse le acque di riciclo). A2) Additivo superfluidificante conforme ai prospetti 3.1 e 3.2 o superfluidificante ritardante conforme ai prospetti 11.1 e 11.2 della norma UNI EN 934-2. A3) Additivo ritardante (eventuale solo per getti in climi molto caldi) conforme al prospetto 2 della UNI EN 934-2. A4) Aggregati provvisti di marcatura CE conformi alle norme UNI EN 12620 e UNI 8520-2. In particolare: Aggregati con massa volumica media del granulo non inferiore a 2.80 kg/l; Assenza di minerali nocivi o potenzialmente reattivi agli alcali (UNI EN 932-3 e UNI 8520-2) o in alternativa aggregati con espansioni su prismi di malta, valutate con la prova accelerata e/o con la prova a lungo termine in accordo alla metodologia prevista dalla UNI 8520-22, inferiori ai valori massimi riportati nel prospetto 6 della UNI 8520-2. A5) Cemento conforme alla norma UNI EN 197-1. A6) Fumo di silice conforme alla UNI EN 13263. Prescrizioni per il calcestruzzo B0) In accordo alle Norme Tecniche sulle Costruzioni (d.m. 14.01.2008) il calcestruzzo dovrà essere prodotto in impianto dotato di un Sistema di Controllo della Produzione (FPC) effettuato in accordo a quanto contenuto nelle Linee Guida sul Calcestruzzo Preconfezionato (2003) certificato da un organismo terzo indipendente autorizzato. B1) Calcestruzzo ad alta resistenza a prestazione garantita secondo la UNI EN 206-1. B2) Classi di esposizione ambientale: resistente a tutte le classi di esposizione ambientale previste dalla UNI 11104. (A favore di sicurezza, per le classi di esposizione XF2, XF3, XF4, dove è previsto l’utilizzo calcestruzzi con aria inglobata, verificare la resistenza ai ciclo gelo/disgelo con la “UNI 7087 - Determinazione della resistenza alla degradazione per cicli di gelo e disgelo”. Così, con tale prova, si è perfettamente in linea con quanto richiesto al prospetto 4 della UNI 11104.) B3) Classe di resistenza a compressione minima: C(60/75). B4) Controllo di accettazione: tipo A o tipo B per volumi complessivi di calcestruzzo superiori a 1500 m3. B5) Contenuto minimo di cemento: 450 kg/m3. B6) Contenuto minimo/massimo di fumo di silice: 25-35 kg/m3. B7) Aria intrappolata: max 3,0%. B8) Diametro massimo dell’aggregato: 16 mm. B9) Classe di contenuto di cloruri del calcestruzzo: Cl 0.2. B10) Spandimento (slump flow) ≥ 650 mm. B10.a) Tempo di svuotamento al V-funnel: 4÷12 secondi. B10.b) Capacità di scorrimento confinato alla scatola ad L: h2/h1 > 0,80. B11) Volume di acqua di bleeding (UNI 7122): < 0.1%. luglio 12 5 Prescrizioni per la struttura C1) Copriferro minimo: 50 mm. C2) Scasserare gli elementi gettati entro le 24 ore dalla realizzazione del getto e garantire immediatamente la protezione umida delle superfici, da effettuarsi mediante geotessile tenuto costantemente bagnato per almeno 7 giorni. C3) Acciaio B450C conforme al d.m. 14.01.2008: Proprietà Requisito Limite di snervamento fy ≥450 MPa Limite di rottura ft ≥540 MPa Allungamento totale al carico massimo Agt Rapporto ft/fy Rapporto fy misurato/ fy nom Resistenza a fatica assiale* Resistenza a carico ciclico* Idoneità al raddrizzamento dopo piega* Controllo radiometrico** ≥7,5% 1,15 ≤ Rm/Re ≤ 1,35 ≤ 1,25 2 milioni di cicli 3 cicli/sec (deformazione 1,5÷4 %) Mantenimento delle proprietà meccaniche superato, ai sensi del D.Lgs. 230/1995 D.Lgs. 241/2000 * = prove periodiche annuali ** = controllo per colata C4) Preparazione e posa delle armature secondo la norma EN 13670, Cap. 6 ed Allegato D. Bibliografia • • • • • • D.M. 14.01.2008 – Norme Tecniche per le Costruzioni. Prof. Luigi Coppola, “Concretum”, McGraw-Hill, Milano, Italia (2007), ISBN 978-88-386-6465-6. Linee guida per la prescrizione delle opere in c.a.”, Progetto Concrete (Febbraio 2008). Prof. Mario Collepardi, “DEC - Dizionario Enciclopedico del Calcestruzzo” - Grafiche Tintoretto. UNI EN 206-1 e UNI 11104. UNI 7087. luglio 12 6