Stima dei costi di produzione
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Stima dei costi di produzione
I.S.I.S.S. “FIANI-LECCISOTTI” – A.S. 2015/2016 Documento elaborato dalla classe 3^A –AMMINISTRAZIONE FINANZA E MARKETING Tutor di progetto prof. Nicola Napolitano Stima dei costi di produzione delle olive da olio (Indagine ISMEA 2011-2012) Metodologia per la stima dei costi di produzione Per la definizione dei costi di produzione dell’olivicoltura sono stati presi in considerazione come base informativa i dati forniti da un’indagine effettuata da Ismea su 60 aziende produttrici di olive da olio nel periodo compreso tra ottobre 2011 e febbraio 2012. Per quanto riguarda la localizzazione regionale, le aziende sono state scelte tra le regioni maggiormente rappresentative in termini numerici e produttivi. Alle aziende sono stati chiesti: RICAVI DI VENDITA DELLE OLIVE E DELL’OLIO COSTO DELLA MANODOPERA E DEGLI ONERI SOCIALI COSTI DI GESTIONE DELL’OLIVETO (potatura, diserbo e altre lavorazioni del terreno, concimazione; trattamenti antiparassitari; irrigazione; raccolta; trasporto olive al frantoio; altre operazioni conto terzi, compreso il costo della molitura delle olive 10; energia; spese generali) ALTRI COSTI (ammortamenti macchine e attrezzature; ammortamento oliveto; ammortamento fabbricati rurali; oneri finanziari); CONTRIBUTI COMUNITARI RICEVUTI La composizione del campione vede il 21% delle aziende intervistate localizzate in Puglia Puglia La tipologia di azienda in questione è rappresentativa della parte centro-settentrionale della Puglia (provincia di Foggia e Nord barese). Si tratta di un’azienda specializzata, con una netta presenza di impiego di manodopera salariata. La superficie aziendale è di dimensioni medie elevate (15 ha), irrigua e localizzata in collina. La produzione di olive si aggira sui 118 q/ha. L’azienda percepisce un Pagamento Unico medio di 947 €/ha. CONTO ECONOMICO DELLE AZIENDE OLIVICOLE PUGLIESI (dati in euro per ettaro) A B C D E F G PRODUZIONE VENDIBILE CONTRIBUTI COMUNITARI RICAVI CONSUMI INTERMEDI: Carburanti Concimazioni Trattamenti fitosanitari Diserbo chimico Altri costi diretti Spese di manutenzione Oneri assicurativi Spese assistenza fiscale Certificazioni Quote associative Totale Consumi intermedi VALORE AGGIUNTO (A-B) MANODOPERA: Manodopera familiari Manodopera dipendente Totale Manodopera MARGINE LORDO (C-D) Ammortamenti REDDITO OPERATIVO (E-F) REDDITO OPERATIVO ESCLUSO I CONTRIBUTI (PERDITA) € € € 2.766,30 947,00 3.713,30 100,00% € € € € € € € € € € € € 208,30 180,00 72,50 23,80 264,00 64,50 18,20 56,30 20,00 3,30 910,90 2.802,40 5,61% 4,85% 1,95% 0,64% 7,11% 1,74% 0,49% 1,52% 0,54% 0,09% 24,53% 75,47% € € € € € € 176,90 1.592,00 1.768,90 1.033,50 589,00 444,50 4,76% 42,87% 47,64% 27,83% 15,86% 11,97% -€ 502,50 Il Reddito operativo risulta positivo solo se si considerano anche i contributi ricevuti, altrimenti il Reddito operativo è negativo di euro per ettaro 502,50. Composizione dei ricavi nelle aziende olivicole della Puglia 100,0% 90,0% 12,0% 15,9% 80,0% REDDITO OPERATIVO (E-F) 70,0% AMMORTAMENTI 60,0% 50,0% 47,6% MANODOPERA CONSUMI INTERMEDI 40,0% 30,0% 20,0% 24,5% 10,0% 0,0% La catena del valore della filiera olivicola-olearia (Indagine ISMEA 2011-2012) La catena del valore è uno strumento analitico che consente di quantificare la suddivisione del valore dei beni prodotti e acquistati dai consumatori finali, tra coloro che, direttamente ed indirettamente, entrano a far parte del processo produttivo e distributivo. Il valore che viene attribuito dal consumatore finale ai beni e servizi agricoli e alimentari, che corrisponde alla spesa che il consumatore è disposto a sostenere, si accresce nelle diverse fasi della filiera, in considerazione del contributo apportato da coloro che partecipano alla produzione, trasformazione e messa a disposizione dei beni. Se il sistema di creazione del valore è caratterizzato da un eccessivo numero di operatori che intervengono lungo la filiera, da asimmetrie dovute al diverso potere contrattuale degli attori coinvolti e da una generale bassa competitività, si generano inefficienze che vanno a detrimento del consumatore finale e che penalizzano gli anelli più deboli della catena. Le elaborazioni della catena del valore dei prodotti agricoli e alimentari da parte dell’Ismea,, hanno dimostrato che nell’arco di un decennio vi è stata una progressiva compressione della redditività dei produttori agricoli e dell’industria alimentare a vantaggio degli operatori a valle (commercio) e a monte (come i fornitori di mezzi tecnici e di servizi bancari e assicurativi), la catena rispecchia anche la frammentazione della filiera e lo scarso potere di mercato dei produttori, soprattutto degli agricoltori, che registrano una crescente difficoltà a mantenere valore aggiunto. La messa a sistema di tutti i dati, disponibili da fonti ufficiali o stimati, ha consentito la ricostruzione dei volumi e dei prezzi medi nelle diverse fasi di scambio, fino al consumo finale. Altre informazioni fondamentali per la ricostruzione della catena del valore sono quelle relative alla composizione e al livello dei costi intermedi e del valore aggiunto. Per il settore olivicolo, la quantificazione dei costi di produzione è stata realizzata attraverso l’elaborazione dei dati provenienti da un’indagine diretta condotta dall’Ismea (DATI: Marzo 2014) Fasi del processo: Produzione delle olive e vendita da parte degli olivicoltori ai frantoi Molitura delle olive e cessione dell’olio ai confezionatori o alle raffinerie Miscelazione dell’olio raffinato con una percentuale di olio vergine o extra Confezionamento dell’olio e vendita dello stesso attraverso la distribuzione tradizionale La distribuzione moderna La vendita diretta da parte dei frantoiani o aziende agricole. Dalle stime risulta che quasi la metà dei ricavi della vendita delle olive è assorbita dai costi della manodopera salariata e familiare e che, se non si includessero nei ricavi i contributi PAC, il reddito operativo assumerebbe valore negativo. La catena del valore è stata quindi calcolata considerando l’olio extravergine e vergine di oliva confezionato acquistato dalle famiglie italiane. Dall’elaborazione risulta che per ogni euro speso dalle famiglie, 14 centesimi restano al settore della distribuzione finale per la remunerazione del lavoro e del capitale, quasi 20 centesimi vanno al settore olivicolo, mentre circa 3 centesimi sono assorbiti nel complesso nelle fasi di frangitura, confezionamento e commercio all’ingrosso. Inoltre, ben 25 centesimi finiscono all’estero per coprire il fabbisogno di olio vergine ed extravergine sfuso importato e poi confezionato in Italia. La metodologia consente inoltre di scomporre ulteriormente dei 20 centesimi destinati al settore agricolo, quasi 9 centesimi sono assorbiti dai salari dei lavoratori dipendenti e altri 7 centesimi dagli ammortamenti. All’imprenditore resterebbero quindi 3,5 centesimi che, tuttavia, non sono sufficienti a remunerare al salario di mercato il lavoro proprio e dei familiari. Infatti, qualora il lavoro familiare fosse considerato esplicitamente insieme ai salari il risultato operativo sarebbe negativo (-0,074 €). In definitiva, l’elaborazione della catena fa emergere come il valore finale del prodotto sia maggiormente allocato ai settori che si trovano all’inizio e alla fine della filiera, e cioè al settore della distribuzione al dettaglio e al settore agricolo. CATENA DEL VALORE AGGIUNTO OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVE RIPARTIZIONE DI 1 EURO SPESO DALLE FAMIGLIE € 0,20 Settore agricolo (U.dettaglio) Fasi di frangitura, confezionamento e commercio € 0,03 all'ingrosso Distribuzione finale per la remunerazione del lavoro e del € 0,14 capitale Fornitori di beni e servizi (Energia elettrica, prodotti € 0,22 chimici, servizi finanziari, ecc…) All'estero per coprire il fabbisogno di olio extravergine € 0,25 sfuso importato e poi confezionato in Italia Input esterni (Fornitori di beni e servizi, fitofarmaci, € 0,12 energia) € 0,04 Iva € 1,00 TOTALE Catena del valore aggiunto Iva 4% Input esterni (Fornitori di beni e servizi, fitofarmaci, energia) 12% All'estero per coprire il fabbisogno di olio extravergine sfuso importato e poi confezionato in Italia 25% Fornitori di beni e servizi (Energia elettrica, prodotti chimici, servizi finanziari, ecc… 22% Distribuzione finale per la remunerazione del lavoro e del capitale 14% Fasi di frangitura, confezionamento e commercio all'ingrosso 3% Settore agricolo (U.dettaglio) 20% 0% Torremaggiore, 13/05/2016 5% 10% 15% 20% 25% Classe 3^A – AFM Tutor prof. Nicola Napolitano 30%