Obiettivo deriva dal latino obiectum

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Obiettivo deriva dal latino obiectum
Obiettivo deriva dal latino obiectum, “cosa gettata, posta innanzi”, da obicere (gettare contro), composto a
sua volta da ob - e iacere (gettare).
Obiettivo, è una parola che può assumere differenti significati a seconda del contesto:
1 aggettivo. Imparziale, oggettivo, non fraintendibile.
2 sistema ottico, composto di una o più lenti, per proiettare su uno schermo o su una pellicola l'immagine
di un oggetto reale.
(riflessione sul parallelo tra
panorama - obiettivo fotografico - fotografia artistica
e realtà come è - obiettivi che ci diamo - nostra visione della realtà )
-----L’obiettivo come passaggio (oggettivo!) per esprimere agli altri la nostra visione della realtà----------Pensiamo a una fotografia artistica, una di quelle con le luci giuste, la messa fuoco perfetta, il soggetto ben
definito, il panorama dai colori saturi, oppure un bianco e nero, l’inquadratura che colpisce e un insieme
equilibrato, che suscita in chi la guarda emozioni forti.
Si possono avere delle belle intuizioni, di fronte a un soggetto, un panorama o uno scorcio.
Tuttavia non basta avere buone intuizioni, non basta avere una buona macchina fotografica e non basta
avere un soggetto o un panorama davanti: un fotografo ha a disposizione pellicole a diversa sensibilità,
l’esposimetro, i filtri colorati, polarizzatore, per poter far sì che la foto esprima proprio quello che gli ha
suscitato il panorama che sta per fotografare.
Cambiando obiettivi si va a ‘puntare’ l’attenzione di chi guarderà la fotografia su quello che ci siamo prefissi
di trasmettere… (esempio zoom, grandangolari, teleobiettivi, fisheye e così via).
La soddisfazione del fotografo è quando riesce a sensibilizzare la pellicola andando a fissare la sensazione
che voleva trasmettere rispetto alla realtà che ha fotografato.
-----------------------------------------------------------------proiezione foto-----------------------------------------------------Esempio di fotografia del panorama/situazione malati leucemia-donatori. Furbetto e Admo.
Poteva esserci una buona intuizione. Il desiderio di far qualcosa. E basta….
Poteva usare diverse pellicole da impressionare/sensibilizzare: pellicole normali, come i compagni di
scuola, o molto sensibili come i clown e le altre associazioni di volontariato
- chiedere ai compagni di scuola di fare un’assemblea di classe sul tema della donazione del midollo
- chiedere ai claun di fare servizio di claun terapia in quel reparto
Poteva usare diversi obiettivi per spiegare la sua personale visione su quel pezzo di realtà.
- chiedere assistenza per le mamme degliadolescenti malati (macro su una situazione particolare)
- realizzare un filmato/appello con una testimonianza (zoom su suo fratello)
- chiedere un finanziamento per gli istituti di ricerca per la leucemia (filtroscientifico)
- proporre una giornata di piazza con emoteca Fidas, Pagiassi e Admo liguria(grandangolare)
-proporreuna giornata nazionale con emoteche AVIS,Fidas, VIP Italia e Admo Italia (fish eye)
--------------  quello che otteniamo sono diverse fotografie della visione (personale) della realtà ADMO
La maggior parte di noi non è fotografo professionista.
Vede un bel tramonto, scatta alcune foto, e talvolta accade che una foto è ‘decente’.
Capita poi che una foto venga stupenda. Proprio quello che avremo voluto.
Quanto ne siamo soddisfatti? Sappiamo capire cosa abbiamo usato? Che pellicola, che tempo di
esposizione, che obiettivo, che scelta di inquadratura?
Quell’intuizione di equilibrio si è rivelata perfetta per avere in mano un qualcosa di oggettivo (obiettivo,
non fraintendibile) di quel che abbiamo percepito noi, della realtà.
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sempre da vocabolario:
3 scopo di un'operazione militare; bersaglio nel tiro di artiglieria o nel bombardamento aereo
Il fare centro, in questo caso, è trovare l’equilibrio giusto fra traiettoria e spinta del proiettile…
4 [in senso figurato] méta che ci si propone di raggiungere…
quali mete abbiamo? mete personali? mete di gruppo? Mete associative?
Meditazione guidata sulla ricerca degli obiettivi personali.
Musica: einaudi - le onde / ora
Quante volte ci capita d’essere ‘in crisi’ se dobbiamo fare una scelta che riguarda la nostra vita?
O di andare in panico se qualcuno ci chiede a bruciapelo quali sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere
nella nostra vita? Dal banale ‘cosa vuoi fare da grande’, alla scelta di un ramo universitario…
Per non parlare poi del disappunto e della frustrazione che ci assale quando qualcuno, con le migliori
intenzioni del mondo, per darci una mano a capire cosa fare, ci mette davanti, tipo test, quell’elenco di
domande che arrivano come coltellate... che cosa vuoi fare? Che tipo di vita vuoi? Che cosa farai? Famiglia?
Lavoro? Figli?
Fermiamoci a pensare e ri-conoscere i nostri obiettivi attuali.
Fino a ieri forse abbiamo vagato un po’ senza méta, o abbiamo impegnato energie e tempo verso méte che
non erano nostre… abbiamo remato controvoglia, con risultati molto al di sotto delle nostre potenzialità…
finendo per accontentarci… e finendo per convincere noi stessi di non poter aspirare ad altro…
Da ora, da adesso, guardiamo la nostra vita in un modo diverso:
Lasciamo allontanarsi le voci delle aspettative altrui… genitori …amici, insegnanti…, società, vicini di casa…
cosa pensa la gente… , mi prenderanno per pazzo… ….
Chiudiamo gli occhi, iniziamo ad ascoltare il nostro respiro…etc..
Pensiamo a quei momenti in cui abbiamo avuto ‘l’intuizione’ di una nostra vita felice.
Pensiamo ai nostri desideri più intimi (quel fuoco bruciante che abbiamo dentro quando sappiamo che
stiamo andando nella direzione giusta)
Sono quei momenti in cui sentiamo che l’importanza di quel che stiamo facendo ci ‘riempie’
completamente, abbiamo energie per fare tutto, e arriviamo a fine giornata stanchi ma soddisfattissimi…!
Sono i momenti in cui esclamiamo, anche mentalmente…
Ecco, è questo il lavoro voglio fare!
Ecco, questo mio talento naturale, questa mia dote, voglio curarla, coltivarla, farne il mio pregio più grande!
Ecco, questi sono gli amici che voglio avere intorno!
Ecco, questo è il posto in cui vorrei svegliarmi ogni mattina!
Ecco, questo è il genere di ambiente in cui mi sento stimolato a crescere e a dare il meglio di me!
Ecco, così voglio che sia il mio tran tran quotidiano!
Oh quanto mi rigenera avere due ore di tempo alla settimana da dedicare a questo hobby che per me è
proprio aria fresca!
O quando incontro il mio sguardo nello specchio, e la luce che ho negli occhi è quella che vorrei vederci
sempre!
Queste intuizioni, queste ‘visioni’ felici sono le immagini positive, le fotografie scattate in equilibrio
perfetto di tempi/filtri/pellicola/inquadratura…. dai nostri personalissimi obiettivi.
è come se ci spedissimo da soli le cartoline da un futuro felice già realizzato.
Seneca diceva che “non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare” : oggi noi siamo
armatori, timonieri e marinai a bordo della nostra nave personale, con un intero mare davanti, e le nostre
visioni felici in quei luoghi al di là del mare.
-------------------------Tempo di riflessione personale
Gioco personale: che barca sono (gommone, peschereccio, ancorata in porto) – che barca voglio essere
(transatlantico, scialuppa di salvataggio etc)
Gioco di gruppo: statua di una barca di gruppo: che cosa posso mettere in gioco di mia dote/pregio nel
gruppo… (se faccio cose, sarò remo; se guardo avanti sarò vedetta; se sto nel CD sarò timoniere, se penso
al benessere degli altri compagni, sarò in cucina etc)
---------------------------------------ripresa dopo i giochi--------------------------(confronto tra un obiettivo mal formulato e uno ben formulato)
Mostro una realtà di bambini poveri.
Obiettivo generico e dispersivo, desolato e frustrato, genera questa foto “Mi sento in colpa, sarebbe bello
fare qualcosa nel terzo mondo per i poveri.”
Obiettivo positivo e ben formulato genera questa foto: “Per il prossimo Natale le persone del villaggio X nel
paese Y festeggiano un pozzo di acqua potabile a meno di tot km dal villaggio”.
---------------------------------------------le regole per un buon obiettivo---------------------------------------- deve essere espresso in positivo ( proposizione positiva, girare la frase in modo da non contenere forme
verbali al futuro, bensì al presente)
- definito nel tempo. Un obiettivo senza scadenza non è un obiettivo, è una chiacchiera da bar. Quando
definisci un obiettivo devi sempre definire entro quando lo vuoi raggiungere.
- definito in modo concreto. Il traguardo che vogliamo raggiungere deve essere chiaro, non ci devono
essere interpretazioni sul suo raggiungimento: un obiettivo è centrato oppure no, non ci sono vie di mezzo.
Perché sia chiaro un obiettivo dovrebbe essere il più possibile concreto: ogni volta che devi definire un
obiettivo, cerca di far coincidere il cosa con un oggetto o un numero. Evita parole vaghe (migliorare, di più,
etc.) o legate ad emozioni (stare meglio, essere felice).
- devono riguardare solo noi, ossia noi dobbiamo essere i responsabili del loro raggiungimento. E l’obiettivo
deve essere quasi raggiungibile. Giocare sul sicuro non ti aiuta: quando fissi un obiettivo, devi aver paura,
paura di non poterlo raggiungere. Questo genererà quella tensione positiva che ti permetterà di superare i
tuoi limiti e crescere. Un muscolo cresce solo quando fa male. D’altro canto un obiettivo quasi raggiungibile
non è un obiettivo impossibile: fissare un traguardo troppo ambizioso ti porterà solo frustrazione. Infine, un
obiettivo quasi raggiungibile è un obiettivo che rientra nella tua sfera di influenza: non puoi far nulla per
vincere il superenalotto, ma puoi fare molto per migliorare la tua situazione finanziaria.
- devono essere compatibili con le nostre convinzioni profonde
- non devono contraddire i cosiddetti vantaggi secondari, ossia quei vantaggi derivanti dal NON avere
raggiunto l’obiettivo (per esempio, mi costerà dei soldi, e magari quei soldi preferirei non spenderli, da cui
la contraddizione),
- devono portare beneficio al maggior numero di persone, o comunque non danneggiare gli altri
Infine devono essere obiettivi! (nel senso di oggettivi, e non fraintendibili, in modo che tutto possa
convergere inequivocabilmente verso la nostra immagine-visione)
------------------------------------------------------progettazione---------------------------------------------------------------------
Identità: chi sono io, cosa voglio io, cosa voglio esprimere io. Conosci te stesso. (Socrate)
vale anche per il gruppo. Chi siamo noi, quali sono le nostre priorità a statuto.
Visione: obiettivi da raggiungere da solo o in gruppo
Interno: La situazione interna attiene alle condizioni di partenza.
La condizione economica, emotiva, psicologica, fisica, a preparazione di studio, e doti innate.
Nel caso di un gruppo, è anche la sua organizzazione interna in termini di struttura, metodologia e tecniche
a disposizione, o accessibili in un immediato futuro.
Esterno: La situazione esterna riguarda tutto ciò che può influenzarci.
L’ambiente sociale, il contesto, le altre persone attive su quell’ambito, gruppi o associazioni presenti, gli
utenti, l'accesso a eventuali finanziamenti e la legislazione in vigore. La situazione esterna rappresenta il
mondo dei vincoli, ma anche delle opportunità nel percorso di realizzazione della visione.
Strategia: i mezzi intermedi per raggiungere un determinato fine ultimo. un percorso che porta dalla
situazione attuale verso l’obiettivo finale, una sorta di sintesi razionale tra "sogno", situazione interna e
situazione esterna.
La strategia individua essenzialmente i valori, la missione, gli obiettivi intermedi, la tipologia di percorso
atta a raggiungere i risultati previsti, il portafoglio delle attività e la pianificazione generale.
Implementazione: Una bussola non dispensa dal remare. Da dove siamo a dove vogliamo andare,
immaginiamo di disegnare una scala. Non basta star sulla scala, dobbiamo anche risalirla…