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burgenland grandi_note_grandi_vini
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editoriali
CAMPIONI DEL MONDO/AUSTRIA
Grandi note,
grandi vini
Testo e foto Dario Bragaglia
N
el 2011 il Burgenland, la più orientale delle regioni austriache, sarà all’onore delle cronache: lì si festeggia il bicentenario della nascita di Franz Liszt. Più o meno come
200 anni fa, Raiding – il paese natale del musicista – è un tranquillo villaggio della pianura pannonica, oggi sul confine fra Austria
e Ungheria, un tempo al centro dell’impero Austroungarico. La
casa dove è nato Liszt è ancora lì, con i tetti di paglia e il pianoforte suonato dal “genio di Raiding”: restaurata con cura, è diventata
un piccolo museo ed è affiancata da un moderno auditorium, dove
quest’anno si terranno molti dei concerti celebrativi.
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Dai confini settentrionali con la Slovacchia
a quelli meridionali con la Slovenia,
il Burgenland si estende per circa 170
chilometri lungo il confine ungherese.
Questa era, un tempo, la parte occidentale
della Pannonia, provincia dell’Impero
Romano. La coltivazione della vite si adatta
bene alle condizioni climatiche, piuttosto
soleggiate e influenzate, nella zona
settentrionale della regione, dalla presenza
di quello che è considerato il più grande
lago di steppa dell’Europa occidentale,
il Neusiedler See
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discorrendo di vino
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bollicine d’italia
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icone
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il verbo del cuoco
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il lato oscuro del cibo
In questa pagina, la casa natale del musicista Liszt; la Weinkulturhaus di Gols, punto
espositivo e di vendita dei vini del Burgenland. Nella pagina precedente, vigneti sulle
colline che affacciano sulla pianura pannonica.
Il territorio
Appena due anni fa Eisenstadt, la piccola capitale del Burgenland,
aveva onorato il bicentenario della morte di Joseph Haydn che trascorse 30 anni della sua vita nel castello dei principi Esterházy. Due
eventi e due personaggi così importanti farebbero pensare che il
Burgenland sia una destinazione per musicofili. Giusto, ma bisogna
aggiungere che negli ultimi anni la regione ha conquistato la ribalta
anche per la costante crescita sul fronte enologico, da scoprire non
solo per i vini dolci, ma anche per i rossi prodotti in prevalenza da
uve autoctone. Forse uno degli aspetti più interessanti, in campo vinicolo, sta proprio nella commistione fra tradizione e idee innovative
che si sono fatte strada a partire dagli anni Novanta. Una ventata di
novità che è possibile percepire immediatamente, anche a livello architettonico: nell’arco degli ultimi 10-12 anni sono nate – spesso utilizzando fondi comunitari – una serie di nuove cantine e vinoteche
che hanno puntato su un design molto contemporaneo, certamente
non banale. Queste sedi ultramoderne sono oltre una ventina e, da
sole, costituiscono un itinerario di estremo interesse: a partire dalla
Weinkulturhaus di Gols, dove è possibile trovare riunite oltre 350 etichette locali, alla Weingut Esterházy di Eisenstadt, dalle sedi di Hans
Igler e J. Heinrich a Deutschkreutz, fino alle sorprendenti linee architettoniche della cantina Gager sempre a Deutschkreutz o alla
facciata in pietra lunga 80 metri della sede di Arachon a Horitschon.
Dai confini settentrionali con la Slovacchia a quelli meridionali con
la Slovenia, il Burgenland si estende per circa 170 chilometri lungo il confine ungherese. Questa era, un tempo, la parte occidentale
della Pannonia, provincia dell’Impero Romano: montagne e colline
boscose che poco a poco, da sud a nord, lasciano spazio a morbidi
declivi che si perdono verso est nella pianura pannonica.
La coltivazione della vite si adatta bene alle condizioni climatiche,
piuttosto soleggiate e influenzate, nella zona settentrionale della regione, dalla presenza di quello che è considerato il più grande lago
di steppa dell’Europa occidentale, il Neusiedler See. Tutta la zona
attorno al lago, che ha acque profonde poco più di un metro, è protetta da un parco nazionale ed è un vero paradiso per birdwatchers e
appassionati di escursioni in bicicletta. Una zona molto ricca di fonti
termali che sono un’altra delle attrattive turistiche della regione. Fra
le località dov’è possibile fare una sosta dedicata al benessere, c’è
Frauenkirchen, con il St. Martin’s Lodge, all’interno del Parco Nazionale e Stegersbach, nel sud della regione. In autunno, all’arrivo
dei primi freddi durante la vendemmia, è un piacere stare immersi
all’aperto nelle calde acque termali, sorseggiando un calice di vino.
L’evento più sentito dalla popolazione locale è la celebrazione del
Martiniloben: l’11 novembre si festeggia San Martino, nato da queste parti (nonostante sia noto come San Martino di Tours), e tutte le
cantine aprono le porte, anche per la degustazione del vino novello.
Il regno dei dolci
Il connubio fra le acque del Neusiedler See e la vite è uno dei
marchi di fabbrica per cui il Burgenland è famoso da alcuni secoli.
I vigneti attorno al lago sono il regno della botrytis, la muffa nobile
che ogni autunno, favorita dalle nebbie, attacca i grappoli lasciati
ad appassire sui filari. Ne nascono vini dolci di fama storica come
il Ruster Ausbruch che proviene, come dice il nome, da Rust, sulla
sponda occidentale del lago. Un vino che è stato spesso confrontato
con il Tokay, anche perché questi territori sono stati a lungo sotto
l’influenza ungherese. Ma sono i terreni bassi e sabbiosi a est del
Neusiedler See, nella striscia di terra denominata Seewinkel, quelli
dove oggi si concentrano alcune delle migliori produzioni di vini
da dessert. Località come Gols, Mönchhof, Frauenkirchen, Podersdorf, Illmitz, Apetlon sono ormai una referenza per gli intenditori
di tutto il mondo. Il pioniere di questa nouvelle vague dei vini dolci è stato Alois Kracher e oggi, dopo la sua prematura scomparsa,
l’opera è proseguita dal figlio Gerhard.
A Kracher si sono affiancati produttori come Hans Nittnaus, Angerhof-Tschida, Heinz Velich, Christian Tschida, Josef Lentsch,
Willi Opitz, Franz Heiss, Alex Stiegelmar, Manfred Weiss. Oggi in
molti sono in grado di declinare ad alto livello tutte le categorie di
vini Prädikat, dagli Spätlese ai Trockenbeerenauslese (con varie categorie intermedie determinate dal grado zuccherino presente nell’uva
al momento della raccolta), non soltanto utilizzando vitigni internazionali come chardonnay o welschriesling (Riesling Italico), ma
soprattutto varietà più legate al territorio come muskat ottonel, traminer, scheurebe oppure optando spesso per cuvée molto riuscite, con
passaggio in botti di rovere.
MAG 2011
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beni comuni
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editoriali
CAMPIONI DEL MONDO/AUSTRIA
Rosso sud
Più a sud, si entra nel regno dei vini rossi: il Mittelburgenland (la
parte centrale della regione) è un’area protetta da una delle nuove
Doc (nel caso austriaco Dac, ovvero Districtus Austriae Controllatus)
che ribaltano il vecchio metodo di classificazione di tipo germanico
e puntano a valorizzare il nome del territorio. Nel 2006, Mittelburgenland è stata la prima delle nuove Dac: un modo per valorizzare il blaufränkisch che è l’unico vitigno consentito. Un messaggio
molto chiaro, tanto che le comunità vinicole di Deutschkreutz, Horitschon, Lutzmannburg e Neckenmarkt si identificano sempre più
con un vitigno che può essere considerato il simbolo del successo,
ormai anche internazionale, dei vini rossi austriaci. Molti produttori
non si limitano al solo blaufränkisch, ma utilizzano con sempre maggiore interesse altri due vitigni autoctoni come il st. laurent (parente
del pinot noir) e lo zweigelt (un ibrido di blaufränkisch e st. laurent)
o vitigni internazionali in assemblaggi molto interessanti. Hans Igler
è stato il produttore che con il suo stile di vinificazione ha segnato,
a partire dagli anni Ottanta, una nuova strada per i rossi del Mittelburgenland. E ancora oggi (Hans è scomparso nel 1994 e la cantina
è ora condotta dalla figlia Waltraud con il marito Wolfgang Reisner),
degustando i vini nella splendida sede di Schaflerhof a Deutschkreutz, si può apprezzare uno stile personale non solo nelle varie
annate di zweigelt, st. laurent e blaufränkisch vinificate in purezza,
ma anche in cuvée che hanno dato fama all’azienda come Vulcano
(blaufränkisch e cabernet sauvignon) e Ab Ericio. Quest’ultimo è un
omaggio al nome di famiglia: Igler in tedesco significa “riccio”, da
qui il gioco di parole in latino.
La vasta area meridionale della regione è coperta dalla Doc Eisenberg
(Südburgenland). Anche in questo caso il blaufränkisch è l’unico vitigno consentito, ma la viticoltura trova meno spazio che in altre zone
del Burgenland. Le aree più interessate sono i distretti di Oberwart,
Güssing e Jennersdorf con suoli molto ricchi di minerali, specialmente ferro (Eisen) che regalano un carattere tutto particolare ai vini.
Questa è una zona punteggiata di castelli come quello di Lockenhaus, che si fa via via più boscosa e montuosa man mano che ci si
avvicina alle Alpi. Ci sono paesi come Heiligenbrunn dove intere frazioni erano costituite da Kellerstöckl, antiche cantine vecchie di oltre
200 anni, oggi accuratamente restaurate. Alcune sono state trasformate in casette da affittare ai turisti: i cartelli segnaletici propongono
questa zona come un vero e proprio Weinidylle, un idillio vinicolo: in
effetti passeggiare fra le vigne costellate di colorate casette con il tetto
in paglia è un piacere molto bucolico e rilassante. Altre Kellerstöckl
sono state trasformate in Heurigen o in Weinstube dove in tempo di
vendemmia si può bere un bicchiere di Sturm, il mosto d’uva a leggera gradazione alcolica, o di Uhudler, un vinello che si ricava da uve
di viti americane. Sono le vigne piantate dopo che la fillossera aveva
distrutto i vigneti locali. Ma anche queste fanno ormai parte della
tradizione vinicola del Burgenland.
Info:
Burgenland Tourismus, Johann Permayer Strasse 13, Eisenstadt, tel. 0043(0)2682/63384-0;
A cura di Bruno Boveri, Dario Bragaglia e Davide Panzieri
Tinhof
www.weingut-tinhof.com
Blaufränkisch 2009
n vino dedicato a Joseph
Haydn (Die Schöpfung). Il Blaufränkisch 2009
(13,5%) ha note erbacee
al naso. In bocca propone
sensazioni fruttate, di facile
bevibilità. Un vino non troppo complesso, ma dal buon
rapporto qualità/prezzo: 6,20
euro in cantina.
U
Vini rossi
Juris
www.juris.at
Blaufränkisch
2009 Selection
Tricata 2007
a famiglia Stiegelmar
coltiva una quindicina
di ettari, principalmente a
bacca rossa, nella Piana di
Parndorf, nel Seewinkel. Si
punta alla qualità con rese
molto basse in vigna. Oltre al
blaufränkisch, si coltivano varietà locali e internazionali. Il
Blaufränkisch 2009 (13,5%)
si presenta con note fruttate
di lampone e frutta rossa. In
bocca è caldo, con una bella
intensità e buona acidità. Più
complesso il Tricata 2007
(15,5%), blaufränkisch in
purezza, con note molto mature di confettura. In bocca si
conferma opulento, adatto a
chi apprezza vini complessi e
robusti.
L
J. Heinrich
www.weingut-heinrich.at
Goldberg
Mittelburgenland 2009
Goldberg Reserve 2008
a famiglia Heinrich produce vino da circa 300
anni. La cantina si trova a
Deutschkreutz, nel cuore
della zona del blaufränkisch
che rappresenta il 50% della
produzione. Il Golberg 2009
(13,5%), blaufränkisch in
purezza, ha un colore molto
carico, quasi impenetrabile.
Al naso ha note speziate, in
bocca presenta buon corpo
e consistenza, con sentori di
cuoio. Il Goldberg Reserve
2008 (14,5%), affina 18 mesi
in barrique e si presenta con
un’acidità più marcata, con
le note di vaniglia che tendono a mettere un po’ in secondo piano i caratteri varietali.
L
[email protected]; www.burgenland.info
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