«Dove sei?» «In provenza, tu?» «Nooo...non ci posso credere!! Io
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«Dove sei?» «In provenza, tu?» «Nooo...non ci posso credere!! Io
«Dove sei?» «In provenza, tu?» «Nooo...non ci posso credere!! Io sono a Cassis con la barca, perché non mi raggiungi? Ti invito a cena, lo sai che adoro cucinare per te!» «Sono a Le Bar-sur-Loup, posso arrivare a Cassis tra tre giorni, mi aspetti?» «E' ovvio...prenoto il pesce...e scelgo il vino...ma tu muoviti, tra due giorni è luna piena!» «A proposito, che ci fai a Le Bar-sur-Loup? E, soprattutto, con chi stai?» «Da sola. Poi ti racconto da vicino...lo so, dirai che sono pazza, ma non più di te!! Baci, ci vediamo dopodomani!» Questa telefonata era stata una vera sorpresa. Strani scherzi del destino...ma si sa, gli spiriti liberi si incrociano nel loro peregrinare...e lei credeva negli incontri karmici. Improvvisamente il viaggio prese una piega diversa... Mise la musica a tutto volume e affrontò le curve con un nuovo entusiasmo. «Sono arrivata. Sto parcheggiando.» «Dammi il tempo di arrivare col tender. Ci vediamo davanti al pescivendolo, da Laurent.» «Ok». Come se fosse normale incontrarsi per caso all'estero...come se andassero a Cassis tutti i weekend... Cominciò ad agitarsi. Erano mesi che non si vedevano... Arrivò per prima all'appuntamento. Iniziò a domandarsi come avrebbe reagito all'incontro...ma non fece in tempo a darsi una risposta... «Ehi....» e la baciò forte e a lungo sulle labbra. «Ehi....» «Vuoi prendere un aperitivo?» «No, grazie...andiamo in barca...» Aveva voglia di isolarsi, non voleva che nessun elemento esterno la distraesse da questo incontro... «Ok, ritiro il pesce. Il vino è già in fresco...ho preso il tuo preferito.» «Monsieur, je vous ai préparé un panier avec les coquilles saint jacques, les crevettes et le cabillaud, ce sera tout?» «Oui, merci. C'est parfait.» «Non ci posso credere...che coincidenza.....» «Andiamo, così mi racconti che cavolo ci facevi da sola su quel pizzo sperduto della Provenza...» Salirono sul tender e si diressero verso la calanque dove era attraccata la barca. «E tu, scusa, che ci fai qui?» «Sono tornato la settimana scorsa e ora sto portando una barca a vela del 1930 a Genova.» «Non oso neanche chiederti cosa farai dopo...non lo voglio neanche sapere...» Preferiva non conoscere le sue nuove mete, le sue nuove missioni che lo avrebbero portato di nuovo lontano... Quando attraversarono il fiordo, la roccia era diventata rossa per la luce del tramonto e il mare era una tavola color smeraldo. «Uau...che barca... Mi faccio un tuffo, ho bisogno di riprendermi dopo la guidata...nel frattempo apri il vino? Che mi fai bere allora?» «Chablis.» «Ma mi confondi...» «Se già ti confondi ora, figuriamoci dopo aver bevuto!!! Asciugati e vieni qua.» Se la prese tra le braccia e le preparò un crostino con i gamberi marinati. Le sembrò di essere in paradiso, il croccante del pane tostato, la carne morbida del gambero crudo, il vino gelato e l'abbraccio di colui che pensava fosse perfetto per lei. Ma assolutamente impossibile. Si baciarono a lungo...senza interruzione...come se avessero dovuto recuperare il tempo perso... «Insomma, non m i hai detto che sei venuta a fare!...si può sapere o è un mistero??» «Sono andata a vedere il castello di Gourdon, c’è un giardino stupendo disegnato da Le Nôtre e poi c'è una collezione di arredi di inizio secolo meravigliosa...roba da architetti. La strada è paurosa, con tutte quelle curve a strapiombo...ma ne valeva la pena...» «Certo che s e una cosa ti interessa non ti ferma nessuno...» «O una persona...» Si raccontarono mesi e mesi di arretrati, viaggi, lavoro, gioie, dolori, insofferenze....ma soprattutto risero a crepapelle... Si schiacciavano i piedi a vicenda...con forza...le gambe si intrecciavano, s i imboccavano l'un l'altra, bevevano dallo stesso bicchiere...come se si volessero fondere e diventare tutt'uno. Entrambi parlavano col corpo. «Sei venuta in macchina?» «No, sono venuta in aereo fino a Nizza e poi ho fittato un'auto.» «E allora perché non la lasci qui e vieni con me fino a Genova?» Lo baciò. Così si rubò altri due giorni di felicità.