Continua a leggere - Fondazione Adriano Olivetti

Transcript

Continua a leggere - Fondazione Adriano Olivetti
 Seminario internazionale La Germania ed il futuro dell’Unione Europea Roma, 17 maggio 2013 14:00 – 19:00 PREMESSA L’analisi comparata delle Istituzioni in una prospettiva storica e contemporanea è stato ed è ancora oggi oggetto di studio e ricerca da parte della Fondazione Adriano Olivetti attraverso la promozione di incontri e convegni. L’argomento è stato inoltre oggetto di alcune recenti pubblicazioni: The Political Origins of Constitutional Courts, pubblicato nel 2009 all’interno della Collana Intangibili della Fondazione Adriano Olivetti e Costituenti Ombra. Altri luoghi ed altre figure della politica italiana (1943‐1948), Carocci 2010. IL SEMINARIO La recente crisi economica e finanziaria internazionale ha avuto un impatto fortemente destabilizzante sull’Unione Europea e più particolarmente su alcuni stati membri dell’Eurozona. Numerose analisi hanno contribuito a fornire una diagnosi ed una terapia per far fronte a shock come quello che il vecchio continente ha dovuto affrontare e che ha comportato recessione economica, crescente disoccupazione: emblematico il caso italiano, con le dimissioni in Italia del governo Berlusconi nel novembre del 2011,e l’esperienza di un governo “tecnico” che ha salvato l’Italia da una probabile bancarotta, con le conseguenze che tale evento avrebbe avuto sull’UE nel suo complesso. La crisi, purtroppo ancora in corso, ha messo in evidenza, con ancor più forza che per il passato, i legami strettissimi, in positivo ed in negativo, fra gli stati membri dell’Unione che condividono la stessa moneta. Questi paesi con la scelta dell’euro si sono privati della vecchia prerogativa sovrana del controllo della loro moneta (con annessa possibilità di svalutazioni competitive, delle quali l’Italia si era servita in passato) ed hanno dato origine ad un sistema nel quale l’euro, apparentemente la moneta comune di questi paesi, più una moneta dallo stesso valore a seconda che si trova nelle banche tedesche o in quelle dei paesi del sud Europa. Questa affermazione, a prima vista paradossale, è chiarissima a tutti quelli che, di fronte ad un rischio di default dei paesi deboli dell’Eurozona, si sono preoccupati di portare all’estero e verso i paesi forti della stessa zona monetaria i loro risparmi. I movimenti di capitali, uniti alla mancanza di fiducia dei mercati finanziari internazionali nei confronti dei governi dei paesi deboli, sono in buona misura all’origine della crescita degli spreads fra paesi del nord e del sud dell’Eurozona, che rischiano di spezzare la moneta unica e di avere un impatto devastante sull’UE tutta intera, se non si dovessero trovare meccanismi di riequilibrio stabile degli spreads e di governo dei mercati finanziari a livello globale. In questo contesto due paesi della zona euro svolgono un ruolo decisivo: la Germania, la nazione e l’economia di gran lunga più forte del nord del continente, leader degli stati membri “virtuosi”, e l’Italia, l’economia più importante dell’area dei paesi deboli (detti PIGS). 1
La differenza fra questi paesi, i virtuosi ed i più deboli, che dipende in larga misura dalla qualità dei loro governi (e dei loro elettori, dal momento che si tratta di governi democratici, responsabili dinanzi ai loro rispettivi corpi elettorali), oltre che dalla stessa moneta unica, diventa foriera di potenziali rotture drammatiche in caso di crisi per le ragioni accennate: lo spostamento di capitali verso aree sicure e la crescita degli spreads che sul medio periodo finiscono per produrre lo strangolamento degli stati deboli con alti debiti pubblici. Di fronte a questo stato di cose, sono assolutamente necessari sforzi in vista di concepire scenari di riforma delle istituzioni dell’Eurozona in grado di ostacolare tali esiti, al di là di una intelligente e ben intenzionata volontà del comitato esecutivo della BCE e del suo presidente (si veda il testo di Philippe de Schoutheete e Stefano Micossi: On political union in Europe: the changing landscape of decision making and political accountability). E’ peraltro certamente utile sviluppare un dialogo più intenso fra le elites intellettuali tedesche ed italiane, perché è dall’accordo e dall’avvicinamento fra questi due paesi che risulterà la sopravvivenza o il declino dell’esperienza della moneta unica sul vecchio continente. La Germania ha svolto un ruolo predominante in Europa nell’ultimo secolo, come l’Italia lo ha svolto a due riprese in tempi lontani del passato. Esiste oggi un’oggettiva sproporzione fra il gigante tedesco a gli altri membri della zona euro, compresa la Francia, che soffre notevolmente anche se con maggiore compostezza (e con migliore reputazione internazionale) della crisi in atto. Le relazioni fra i due paesi renani sono da lungo tempo particolarmente buone e la fiducia reciproca dai tempi di H. Schmidt e V. Giscard d’Estaing non è mai venuta meno, nonostante gli alti ed i bassi delle loro relazioni. I rapporti fra Italia e Germania eccellenti nel dopoguerra ai tempi di De Gasperi ed Adenauer si sono affievoliti. La presidenza Ciampi e il Governo Monti sono state due fortunate eccezioni. I legami di reciproca fiducia vanno rafforzati, dopo queste elezioni, che, speriamo, porteranno l’Italia più vicina ai paesi del nord Europa. L’intensificazione dei contatti e dei rapporti, delle conversazioni e degli scambi intellettuali (e non solo commerciali) fra questi due paesi sono il contributo che la Fondazione Adriano Olivetti può offrire alle speranze di un’Europa meno fragile e più unita nel suo destino futuro. E’ con questo spirito europeista, caro ad Adriano Olivetti, che la Fondazione Adriano Olivetti organizza e ospita questo incontro pubblico con intellettuali tedeschi ed italiani aperto alla partecipazione di studiosi, esperti e studenti delle Università . Partecipanti Reinhard Blomert, Direttore della rivista Leviathan e membro del Wissenschafts‐Zentrum, Berlino Sergio Fabbrini, Direttore della School of Government, LUISS, Roma Stefano Micossi, Direttore Generale della Assonime, Roma Pasquale Pasquino, Professor in Law and Politics at NYU, New York; Directeur de recherche EHESS, Parigi Giovanni Rizzoni, Consigliere della Camera dei Deputati Christoph Schönberger, Professore di diritto costituzionale, Università di Costanza 2