“...Convertirsi alla bontà: l`amore di Dio e gli operai delle cinque
Transcript
“...Convertirsi alla bontà: l`amore di Dio e gli operai delle cinque
ASSOCIAZIONE FAMIGLIA DI NAZARETH MEZZORA DI PREGHIERA COMUNITARIA “...Convertirsi alla bontà: l'amore di Dio e gli operai delle cinque della sera nella vigna del Signore...” SERVO PER AMORE (prima parte) Una notte di sudore sulla barca in mezzo al mare e mentre il cielo s'imbianca già tu guardi le tue reti vuote. Ma la voce che ti chiama un altro mare ti mostrerà e sulle rive di ogni cuore le tue reti getterai...RIT. Offri la vita tua come Maria ai piedi della croce e sarai servo di ogni uomo servo per amore sacerdote dell'umanità. Vangelo: Mt 20,1-16 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno i primi, e i primi gli ultimi”. Testimonianza Bruno SERVO PER AMORE (SECONDA PARTE)Avanzavi nel silenzio tra le lacrime speravi che il seme sparso davanti a te cadesse sulla buona terra. Ora il cuore tuo é in festa perché il grano biondeggia ormai, é maturato sotto il sole puoi riporlo nei granai.RIT. Offri la vita tua... Vangelo: Mt 21,28-32 In quel tempo, disse Gesù ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, va’ oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”. Dicono: “L’ultimo”. E Gesù disse loro: “In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli”. Sento, in cortile, il trattore di mio fratello che sta portando i grappoli d’uva a macinare. Sono giorni di vendemmia in casa mia e pur essendo un “impiegato di concetto” porto nel DNA un po’ della tradizione vinicola famigliare. L’odore forte del mosto che inizia a fermentare e invade la tromba delle scale mi riporta ai bei ricordi della vendemmia con mio nonno, i giorni in cui le mani erano sempre macchiate dal succo degli acini che noi bambini ci divertivamo a mordere direttamente dal grappolo, prima di gettarli nella cesta. È un rapporto intimo quello del vignaiolo con la sua vigna: spesso, nella Bibbia, il rapporto fra Dio e il popolo prende forma a partire dall’immagine della vigna. Dio che ci chiede di andare nella sua vigna a lavorare è la testimonianza dell’intimità che Dio intende intessere con noi. Il primo figlio risponde subito alla chiamata del padre. Ma in realtà non va alla vigna. La parabola non ci dice che cambia idea o che incontra un amico o che ha un contrattempo, non ha proprio nessuna intenzione di andare, fin dall’inizio. Il suo è un atteggiamento puramente esteriore, la richiesta del padre non lo scomoda, non lo interpella minimamente. Come la nostra fede, troppo spesso fatta di esteriorità, di facciata, di riti senza conversione. Certo, è Dio che legge nei cuori, ma quante volte si resta spiazzati nel vedere nelle nostre celebrazioni manifestazioni di fede molto più simili alla superstizione che alla conversione! Dio non ama le finte devozioni, non ama la falsità. Preferisce il fratello che nega la sua presenza. Quante volte un “no” è la manifestazione di un disagio, una velata domanda di chiarimento, uno sprone al dialogo!Quante volte ho incontrato delle persone che si dichiaravano atee, che dicevano “no” a Dio. Ma, sotto sotto, dialogando, ascoltando, usciva fuori che il “no” era a qualcos’altro. No ad una fede fatta di ipocrisia. No ad un Dio incomprensibile che si disinteressa all’uomo. No agli uomini di Chiesa che dimenticano la misericordia. No. Eppure, una volta messi davanti ad un volto di Dio diverso, per alcuni il “no” diventa un “sì” inatteso e pieno. Come il fratello della parabola. PREGHIAMO: Anch’io come il figlio della parabola dico: «Non ne ho voglia, Signore. Essere discepolo, lavorare nella vigna, che è la Chiesa, è faticoso e ci sono momenti in cui senti che non ce la fai e non ha senso quello che fai. Gridare il Vangelo con la vita è impegnativo. Preferisco galleggiare, preferisco vivere come tutti. Ma, a pensarci bene, forse ancora qualche giorno nella vigna lo posso passare…».Che il Signore ci spinga all’autenticità, ci doni di non fermarci alle parole ma, con semplicità e coraggio, ci conceda di gridare il Vangelo con la nostra vita. Per questo diciamo insieme...PADRE NOSTRO (SEGNI DEL TUO AMORE) Mille e mille grani nelle spighe d’oro, mandano fragranza e danno gioia al cuore, quando macinati fanno un pane solo:pane quotidiano dono Tuo Signore. R. Ecco il pane e il vino, segni del Tuo amore. Ecco questa offerta, accoglila Signore: Tu di mille e mille cuori fai un cuore solo, un corpo solo in Te. E il Figlio Tuo verrà, vivrà ancora in mezzo a noi. Mille grappoli maturi sotto il sole, festa della terra donano vigore, quando da ogni perla stilla il vino nuovo: vino della gioia, dono Tuo Signore. RIT. Ecco il pane e il vino… Salmo Responsoriale Dal Salmo 79 (a cori alterni) Hai divelto una vite dall’Egitto, per trapiantarla hai espulso i popoli. Ha esteso i suoi tralci fino al mare e arrivavano al fiume i suoi germogli. Perché hai abbattuto la sua cinta e ogni viandante ne fa vendemmia? La devasta il cinghiale del bosco e se ne pasce l’animale selvatico. Dio degli eserciti, volgiti,guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, il germoglio che ti sei coltivato. Da te più non ci allontaneremo, ci farai vivere e invocheremo il tuo nome. Rialzaci Signore, Dio degli eserciti , fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. È incomprensibile l’atteggiamento del padrone della vigna. Certo: è molto affaccendato, la vigna è grande e ha bisogno di molti operai per riuscire a portare a termine la vendemmia. Va in strada presto, al mattino, per assumere i primi operai. Quando si accorge che non bastano torna ancora per cercare altri operai. Stabilisce con loro “quanto è giusto” come ricompensa. Quando esce alle cinque del pomeriggio, un’ora prima della fine del lavoro, vede ancora alcuni bighellonare e li invita a lavorare. Questo il problema vero: quanto è giusto?Quando gli operai della prima ora vedono che gli operai sfaccendati prendono la stessa cifra, giustamente, insorgono. Loro hanno faticato tutta la giornata, questi ultimi solo un’ora, ricevono lo stesso salario, che ingiustizia!In teoria. La chiave della parabola sta nel loro modo di pensare. Quando vedono dare agli operai dell’ultima ora un denaro pensano di ricevere di più. Quando ricevono il denaro pattuito non chiedono di più, esigono per gli altri di meno. Vigliacchi e pavidi. Non dicono quello che legittimamente desiderano, chiedono al padrone di dare agli altri di meno. Meno di un denaro. Un denaro è il guadagno minimo giornaliero per poter dar da mangiare ad una famiglia ai tempi di Gesù. Invece di esercitare un legittimo diritto (“Dacci di più, abbiamo lavorato tutto il giorno!”), se la prendono con i deboli: chiedono di dar loro di meno. Meno di ciò che è indispensabile per vivere. Forti con i deboli, deboli con il forte. Terribile. Non pensiamo anche noi così? Il padrone è buono, non vuole fare l’elemosina a questi sfaccendati, non vuole umiliarli, vuol dar loro una parvenza di dignità, la possibilità di riscattarsi, di osare, di rinascere. Lo fa con garbo, con gentilezza, con misericordia. È buono il padrone, non sciocco: del suo denaro può fare quello che vuole. Come salvare un peccatore gratuitamente. Gesù se la prende con la logica del merito: Dio mi ama e mi premia perché mi comporto bene. Così pensavano i devoti del suo tempo. E del nostro. Gesù dà una spallata alla logica umana che vede la giustizia come unico modo di relazionarsi fra le persone e con Dio. È importante la giustizia ma rischia di sfociare nell’arida contabilità dei meriti. Più del merito c’è la grazia, il dono, questo osa dire Gesù. Così è Dio: ci sorprende con la sua grazia che supera la giustizia. Ricordiamocelo, quando pesiamo la nostra fede sulla bilancia delle buone opere. Quello che Gesù ha superato, troppo spesso noi cattolici lo recuperiamo pensando di fargli un piacere! Gli operai della prima non hanno colto con chi hanno a che fare. Hanno ridotto la loro fede a fatica e sudore. Peggio: guardano con sospetto gli altri, quasi concorrenti dei loro privilegi. Non è così per chi ha colto la luce del Vangelo. Stupiti, abbagliati dalla bontà del padrone, gioiamo per la grazia di poter lavorare nella vigna, gioiamo per la possibilità che altri fratelli anche all’ultimo possano accogliere la grazia che ci ha trasformati. Quando la smetteremo di usare la calcolatrice nel relazionarci fra di noi e con Dio capiremo cosa significa diventare discepoli. Il Regno è gratis, non fatevi fregare....(Preghiamo)La bontà di Dio contagi la nostra vita, in modo da rendere la nostra giornata lavorativa, sin d’ora, immagine di quella gioia che il Signore riverserà nei nostri cuori forgiati dalla fatica dell’amore. Il nostro Dio, mite e umile di cuore, che vivrà questa pagina dall’albero della croce accogliendo il buon ladrone, ci faccia uscire dalle ristrettezze di una fede “sindacale” per percepire, almeno un poco, quale braciere d’amore e di bontà è il suo cuore; per questo preghiamo ...PADRE NOSTRO Vangelo: Mt 21,33-43 In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Ascoltate un’altra parabola: C’era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l’affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l’altro lo uccisero, l’altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?”. Gli rispondono: “Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: ‘‘La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri’’? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare”. È accigliato, mio fratello. La grandine di fine agosto, evento piuttosto raro dalle mie parti, ha duramente colpito il raccolto. A lui è andata meglio che ad altri viticoltori, mi dice, la vendemmia è comunque salva. Leggo nei suoi occhi la preoccupazione di chi passa mesi a faticare e che può perdere il guadagno di un anno in un quarto d’ora. A Gerusalemme i frequentatori del tempio, i devoti, ascoltano il rabbì di Galilea che predica. Conoscono bene il cantico della vigna in Isaia, lo sanno a memoria. Quante volte è stato commentato nelle sinagoghe quel brano! Il brano dell’amore passionale del vignaiolo, Dio, per la sua vigna, Israele. Il brano di chi si aspetta tanto, fatica tanto, proprio come mio fratello, come chi ancora cava dalla terra il proprio stipendio e che, invece, non raccoglie che uva selvatica. Immagine forte ed efficace, quella della vigna. Dello sforzo che Dio, il padrone della vigna, fa per aiutare l’umanità a fiorire, a portare frutto, a maturare. Ma quante volte Israele non ha portato frutto! Quante volte i profeti si sono visti rifiutare l’invito a conversione! Quante volte il mondo ignora la presenza di Dio e si ritrova in bocca il gusto amaro del fallimento!Lo conoscono bene, il cantico della vigna. Ma non capiscono che Gesù, riprendendolo e ampliandolo, sta parlando di sé. E di loro. E di noi? Preghiera di un ragazzo di San Patrignano (tutti insieme) “Confesso a Te, Signore Gesù Di non aver faticato come dovevo nella Tua vigna. Quando sei venuto a cercarmi mi sono nascosto al Tuo sguardo Tu però non ti sei rassegnato Ed hai ribussato alla mia porta: avevi bisogno anche di me!Mi fermai spesso… era faticoso…. Brontolavo altro che opere di giustizia Altre erano le mie vie……Ma si fa sera e Ti ritrovo al mio fianco a farmi coraggio A darmi speranza… il Tuo dono è sempre generoso…. Allora Ti dico “Si” e dal profondo del mio cuore “Grazie” ” JESUS CHRIST YOU ARE MY LIFE Jesus Christ you are my life alle-luia , alle-lu---ia / Jesus Christ you are my life you are my life alle-lu--ia Tu sei via sei Verità, Tu sei la nostra Vita camminando insieme a te vivremo in Te per sempre Rit. Ci raccogli nell'unità riuniti nell'amore nella gioia dinnanzi a te cantando la Tua gloria Rit. Nella gioia cammineremo portando il Tuo vangelo testimoni di carità figli di Dio del mondo Rit. (Riflessioni tratte da P.Curtaz – Ti racconto la parola 2011) Grazie Marina per la collaborazione alla scrittura della preghiera!!!!!