C`era una volta a Salerno nel dopoguerra/1. La rievocazione di

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C`era una volta a Salerno nel dopoguerra/1. La rievocazione di
CULTURA Società
LA CITTÀ DOMENICA 8 FEBBRAIO 2015
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di Vito Pinto
E
rano gli anni venti del
novecento e, spesso, a
Ravello saliva da Maiori
un giovane pittore, Manfredi
Nicoletti, attratto dagli scorci
panoramici, dalle graziose
stradine e lunghe scalinate,
dal silenzio di una borgo dove
si respirava il profumo dei tigli. Pranzava sempre in un ristorantino in piazza Vescovado, con il quale aveva stipulato
una sorta di "abbonamento".
Poi prese casa in via San Francesco dove creò i suoi notturni, dipinti sognati dalle trasparenze lunari poste a corredo di
lampare sparse sul sottostante
mare amalfitano: le dondolanti luci delle lampare aprirono
la strada a quelle della festa,
ricche di suggestioni, espressioni di una cronaca pittorica
popolare, diario di viaggio nelle tradizioni di una comunità
gelosamente custodite e tramandate.
Annotava Mario Schiavo:
"Sarà pure di quegli anni un
suo geniale incentivo (forse
pochi lo sanno) nel preparare
dei "cartoni" policromi riproducenti gli sfavillanti mosaici
dei pulpiti e amboni delle chiese medioevali ravellesi, per affidarli alle ricamatrici del luogo, producendo così un nobile
artigianato".
Manfredi Nicoletti è considerato il pittore di Cetara per
aver saputo cogliere l'identità
della sua gente, dedita alla vita
di mare, per aver dipinto i suoi
angoli, le barche colorate, i vicoli e le piazzette, testimonianze uniche di un paese che fu.
Presentando una mostra dell'
artista, Secondo Squizzato
scriveva: "I riflessi dell'acqua,
la pioggia, la curva del ponte,
la spiaggia brulicante, il giallo
intenso dei limoni, la torre e la
marina dei ricordi sono i colori
delle nostre radici, fusi dalle
pennellate di uno dei grandi
pittori del secolo scorso, creatore del paesaggio della nostra
identità cetarese".
Manfredi Nicoletti era nato
a Maiori il 13 gennaio 1891.
Durante gli anni all'Accademia Belle Arti di Napoli, strinse amicizia con Antonio Mancini, con il quale si ritroverà
negli anni venti a Maiori, durante una breve, ma intensa
estate del pittore napoletano,
subito accolto ed onorato dal
gruppo dei "pittori di Maiori".
Uomo e artista libero, per
quanto taciturno, Nicoletti
"non si piegò mai alla pittura
di regime, né agli umori novecenteschi e sarfattiani". Rimase un solitario, o un solista della pittura, pur frequentando
quella schiera di artisti conosciuti come "pittori costaioli".
Dopo un decennio trascorso a Ravello, va a Londra, ospite della famiglia Alington, che
gli organizza una mostra dal
grande successo, guadagnandosi una segnalazione del "Times"; ma motivi familiari e climatici, gli consigliarono di ritornare in Italia.
"Ha amato la Costiera Amalfitana - ha scritto Georges de
Canino - terra irradiata dall'assoluto, dal mistero divino della bellezza, ha vissuto e dipinto la sua Cetara, raccolto in
una conchiglia, dove nessun
"padrone" e nessun intruso sono mai penetrati".
"Ti faccio conoscere un
grande pittore della Costiera",
disse una sera nei pressi di Cetara, Aldo Falivena al fratello
Pietro di ritorno da Ravello insieme a Nicola Fruscione, in-
VIAGGIO INVERSO/22 » manfredi nicoletti
Il genio di Cetara
che ha colto l’identità
della sua gente
L’amicizia con Mancini col quale si ritroverà poi a Maiori
Carotenuto: «Un senso sociale dell’arte come riscatto»
Il quadro su Cetara e, in alto, un autoritratto dell’artista Manfredi Nicoletti
viati dai rispettivi giornali al
Festival Wagneriano.
"Rimasi sbalordito dal taglio
di quelle barche, di quelle case" racconta Pietro Falivena,
che continuò a frequentare Ni-
coletti, soprattutto di domenica, quando lo andava a trovare
portandogli i babà della dolceria Pantaleone.
Cetara è un paese luminoso,
formato da case in addizioni
verticali, da scalette che portano ad un alveare umano dove
il vento non entra nelle sere di
urlo del mare. Dalla sua finestra aperta all'infinito, Nicoletti guardava quegli scorci di cre-
azione e li riportava su tele dove il colore a corredo di segno
è soltanto un diverso linguaggio di pura poesia. Sono i bianchi mediterranei, solari, sono
le luminarie e la banda sui cui
C’ERA UNA VOLTA A SALERNO nel dopoguerra/1
La rievocazione di Giovanni Amendola attraverso Croce
di Maria Giustina Laurenzi
I
l quotidiano, nasce in Inghilterra, nel settecento, ma
in breve conquista un posto
di primo piano in molti paesi.
Giorno dopo giorno diventa, fino al novecento, l'unico vero
mezzo di informazione sui fatti
della politica, dell'economia ,
della cronaca , della cultura nazionale ed internazionale. Ma è
anche subito il mezzo più diretto per informare dei fatti, degli
accadimenti di una città, di un
piccolo paese, di un territorio,
con quelle che verranno poi definite pagine locali. Ed io che,
più che la Storia con la S maiuscola, amo " le storie", ho iniziato un viaggio molto interessante attraverso la lettura di alcuni
quotidiani che parlano di quello
che accadeva a Salerno e provincia a partire dal dopoguerra
(1946) in poi .
E ringrazio la funzionaria Wilma Leone e Roberto Rocco, della nostra Biblioteca Provinciale,
che mi stanno dando, con competenza, un grande aiuto nella
ricerca. Ma d'altro canto la loro
maestra è stata Vittoria Bonanni! Ecco qui di seguito alcuni degli articoli che ho scelto per voi.
PAISÀ
"Da qualche giorno, la ridente, pittoresca Majori, ospita tutta la troupe dell'Ofi Foreign
Film che è in grande attività per
la messa in scena del film "Paisà" diretto da Roberto
Rossellini…. La trama consta di
sette episodi tutti sullo sbarco
degli alleati…La figura più interessante sarà senza dubbio la
giovanetta Carmela Sazio, una
scoperta che il Rossellini ha fatto a Santa Maria La Bruna, in
una casa di pescatori, dove la
fiorentissima quindicenne abita."
ISTITUZIONE DEL CINE-CLUB
E' stato costituito il cineclub
sotto l'egida dell'Associazione
artistica culturale di cinematografia con sede temporanea
presso la Cit (portici di Palazzo
di Città). Il programma che si
propone è ricco di attrattive:
dalla produzione di film alle
proiezioni in città e provincia,
corsi sperimentali di cinematografia e fotografia…."
DOCUMENTARI ALLEATI
Per gentile interessamento
dell'ufficio britannico di stampa e informazioni, domani domenica, dalle ore 11,30 in poi
nella sala Vittoria verrà proiettata"La vera gloria"palpitante documentario della radiosa avanzata alleata dalla Normandia alla trionfale occupazione della
capitale dell'ex Reich. Ingresso
libero a tutti.
LA NUOVA SEDE DELL'ISTI-
TUTO MAGISTRALE
Sabato prossimo alle ore 10
sarà inaugurata ufficialmente la
nuova sede del R. .Istituto Magistrale Regina Margherita nell'
austero edificio sorto per risanare il vecchio popolare quartiere
salernitano
della
Fiera
Vecchia…..nell'occasione parlerà il prof.dott. Ettore Gentile.
LA NUOVA DESTINAZIONE
DELL'EX CASA LITTORIA
Il Ministero delle Finanze
d'intesa col Ministero degli Interni ha stabilito che nei vasti locali dell'ex casa littoria vengano
senz'altro allogati gli uffici della
R. Prefettura, della Questura e
l'ufficio Tecnico Erariale. I vani
che tali uffici lasceranno liberi
saranno messi a disposizione
del Commissariato degli alloggi.
PROSSIMA CHIUSURA DELLA MOSTRA DEL PAESAGGIO
L'interessante mostra del pittore prof.Giovanni Brasch di-
ottoni si riflettono le luci della
festa.
Annotava Massimo Bignardi: "Per Nicoletti la luce della
luminaria, delle feste popolari
si articola in piani, creando il
ritmo e il movimento della folla, facendo vibrare nell'aria
l'atmosfera della festa, gioiosa, di cui si avverte il suono dei
bassi degli ottoni, l'odore di
acetilene delle bancarelle, il
mormorio cupo della folla".
Non sono poche le mostre a
cui l'artista partecipò, sin dal
primo anno dopo il diploma.
Alla inaugurazione di quella
salernitana del 1928 Francesco Cangiullo sottolineò il carattere nuovo della pittura di
Nicoletti, definendolo "pittore
dinamico e sintetico". In pratica con Nicoletti si aprì una pagina nuova della pittura nell'
area salernitana, una forma di
nuovi equilibri che faranno di
lui un "indiscusso riferimento
delle giovani realtà artistiche
apparse a Salerno nell'immediato secondo dopoguerra".
Mario Carotenuto, che con
Nicoletti, Isabella Greco e il ceramista Diodoro Cossa, nel
1953 espose all'Ente per il Turismo di Salerno, ricorda: "Quella fu la prima mostra d'arte
moderna a Salerno. Lo andavo
a trovare con Aldo Falivena, Filiberto Menna, Michele Prisco
e lui quando usciva dall'Istituto Genovesi di Salerno, dove
insegnava, si fermava, spesso,
allo studio che, allora, avevo in
via Matteo Ripa. Era molto intelligente, colto, incisivo nei
giudizi. Il suo dipingere si rifaceva al mondo di Cézanne, andava oltre la "bella cartolina",
perché i suoi lavori avevano luce, volumi. Ed aveva un senso
sociale dell'arte, come riscatto".
Manfredi Nicoletti era giunto a Cetara ai primi anni del
1940 e restò in questo paese di
tonnare e colatura di alici, sino
alla sua morte: 8 agosto 1978.
Ha lasciato a Cetara un patrimonio pittorico fatto di feste,
paesi, paesaggi nei quali Renoir avrebbe avuto "voglia di
entrarci dentro per andarci a
spasso".
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sposta nella sala dello studio di
arte del pittore Mario Avallone
rimarrà aperta al pubblico sino
a tutta domenica prossima.Per
l'arte personalissima del prof.
Brasch la mostra del paesaggio
ha suscitato e suscita il più vivo
interesse.
GIOVANNI AMENDOLA RIEVOCATO A SARNO
in una commossa manifestazione di popolo ….Il ministro
degli Interni Romita esordisce
portando l'adesione del Governo e quella particolare del Primo Ministro De Gasperi….prima fra tutte viene letta la seguente lettera di Benedetto Croce: "…Se fossi intervenuto avrei
parlato (bene inteso, non in
pubblico ma tra amici) di Vostro padre come io l'ho conosciuto, e anzi come ci siamo conosciuti, in un tempo in cui né
lui né io pensavamo di doverci
mai occupare di politica. Avrei
fatto un ritratto di lui avant la
lettre. Con questi ricordi dolci
che mi commuovono, vi mando
i miei saluti.
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