melhoria da qualidade da água tratada e aumento da
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VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental II-085 - LA RIMOZIONE DI TENSIOATTIVI NON IONICI DA REFLUI SIDERURGICI MEDIANTE CARBONI ATTIVI: DATI SPERIMENTALI E CRITERI DI DIMENSIONAMENTO Renato Baciocchi Ricercatore di Fondamenti Chimici delle tecnologie, Facoltà di Ingegneria, Università di Roma "Tor Vergata", Docente di "Processi Chimici dell'Ingegneria Ambientale", "Chimica 1", e "Valutazione di Impatto Ambientale". Dottore di Ricerca in Ingegneria Chimica, presso il Politecnico di Milano. Renato Gavasci(1) Ordinario di Ingegneria Sanitaria Ambientale, Facoltà di Ingegneria, Università di Roma "Tor Vergata". Docente di "Ingegneria Sanitaria Ambientale 1 e 2" Francesco Lombardi Ricercatore di Ingegneria Sanitaria Ambientale, Facoltà di Ingegneria, Università di Roma "Tor Vergata". Docente di "Gestione degli Impianti Sanitari-Ambientali 1 e 2" e di "Impianti di Trattamento dei Rifiuti Solidi". Dottore di Ricerca in Ingegneria Ambientale, presso l'Università di Roma "La Sapienza". A Misiti Ordinario di Ingegneria Sanitaria Ambientale – DITS, Università di Roma “La Sapienza”. Address(1): Dipartimento di Ingegneria Civile, Via del Politecnico 1, 00173 Roma (Italia), Tel. (+39)-0672597085; Fax (+39)-0672597005 ABSTRACT In questo lavoro sono discussi i criteri di progettazione di una unità di adsorbimento su carboni attivi per la rimozione di tensioattivi non ionici da acque industriali metallurgiche. In questo caso, a differenza che nel caso di reflui civili, i tensioattivi non possono infatti essere rimossi mediante un normale tratamento biologico in combinazione con la rimozione del COD. Infatti, la presenza di sostanze tossiche, come metalli pesanti e le condizioni severe di pH, causerebbero una rapida perdita di attività della biomassa. Pertanto, in queste condizioni vanno utilizzati processi di trattamento alternativi, come quello basato sull'impiego di carboni attivi. I risultati presentati in questo lavoro sono relativi a prove di adsorbimento di un tensioattivo non ionico, il Triton X-100, su carboni attivi. Tali prove hanno consentito di identificare la tipologia di carbone attivo più efficace per la rimozione del tensioattivo, tra quattro tipologie testate, e di caratterizzare completamente la cinetica e l'equilibrio di adsorbimento e l'efficienza di rimozione del carbone attivo ottimale. Questi dati sono stati quindi utilizzati per definire i criteri di progettazione di una unità di adsorbimento su carboni attivi per la rimozione di tensioattivi non ionici da un refluo industriale metallurgico. In particolare, sono state formulate due ipotesi progettuali: la prima, che prevede di trattare direttamente il refluo tal quale; la seconda che prevede invece di separare il refluo prima del trattamento, ottenendo in questo modo una corrente di portata ridotta, ma più concentratata. Le due ipotesi sono state confrontate da un punto di vista economico, con il risultato che la seconda ipotesi risulta senz'altro più onerosa soprattutto in termini di costi di rigenerazione del carbone attivo. KEYWORDS: Tensioattivi, Carboni attivi, Adsorbimento INTRODUZIONE La rimozione dei tensioattivi da acque di scarico viene di solito realizzata contemporaneamente alla rimozione del COD mediante processi biologici convenzionali senza necessità di utilizzare unità supplementari di trattamento (Prats et al., 1997). Laddove il refluo sia caratterizzato da elevato contenuto di sostanze inorganiche (per esempio metalli pesanti), o da pH acido o alcalino, come nel caso di acque provenienti da impianti metallurgici, non è possibile applicare trattamenti biologici; infatti, in queste condizioni la crescita della biomassa risulterebbe inibita, a causa delle condizioni ambientali non adatte (pH e temperatura) e della presenza di sostanze tossiche (metalli pesanti). In queste condizioni, il trattamento biologico non è quindi in grado di garantire il raggiungimento dei ABES - Associação Brasileira de Engenharia Sanitária e Ambiental 1 VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental limiti di concentrazione allo scarico in termini di COD e concentrazione di tensioattivi. Pertanto, si rende necessaria l'applicazione di tecnologie alternative, come lo scambio ionico (Snukiskis et al., 1999), l'ossidazione di Fenton (Lin et. Al, 1999) o trattamenti con ozono (Gombert and Legube, 1998). Recentemente, è stata dimostrata l'efficacia di un trattamento basato sulla rimozione di tensioattivi mediante carboni attivi studiandone l'applicazione ad un tensioattivo non ionico (Baciocchi et al., 2002a). In particolare, sono state confrontate le prestazioni di diverse tipologie di carbone attivo, e sono state determinate sperimentalmente le isoterme di adsorbimento per ciascuna tipologia, studiando tra l'altro gli effetti del pH e della natura della matrice acquosa. L'obiettivo di questo lavoro è di definire i criteri per la progettazione di una unità di trattamento basata su questo processo, valutandone in ultima analisi i costi relativamente a diverse condizioni progettuali. A tale scopo, vengono innanzitutto definiti i parametri di progetto (tempo di contatto, capacità adsorbente), utilizzando, dove possibile, dati sperimentali già disponibili (Baciocchi et al. 2002a) o raccogliendo ulteriori informazioni sperimentali. Successivamente questi dati vengono utilizzati per una progettazione di massima di una unità industriale di trattamento su scala reale, con una relativa analisi economica. MATERIALI E METODI Reagenti Il composto selezionato per questo lavoro come rappresentativo della classe dei tensioattivi non ionici è il Triton X-100, caratterizzato da biodegradabilità relativamente bassa, e da alta tossicità. Tabella 1: Caratterisitche chimico-fisiche del tensioattivo Triton X 100. Stato fisico Odore Punto di Punto di Punto di Tensione ebollizione fusione infiammabilità di vapore Liquido lieve 270 °C 7 °C 288 °C <0.01 hPa Densità Solubilità (g/cm3) 1.07 Infinita Le proprietà chimico-fisiche del Triton X 100 sono riportate in Tabella 1, mentre la sua struttura è riportata in Figura 1. Figura 1: Struttura del tensioattivo Triton X-100 Proprietà del refluo Il refluo utilizzato in questo studio, proveniente da un impianto metallurgico italiano, è stato preventivamente trattato mediante aggiunta di cloruro di ferro , in modo da rimuovere per precipitazione fluoruri, fosfati e metalli pesanti. La precipitazione viene effettuata in un sedimentatore, mediante aggiunta di un polielettrolita. Il refluo, le cui caratteristiche sono riportate in Tabella 2, è stato prelevato a valle del sedimentatore. Tabella 2: Caratteristiche del refluo di un impianto metallurgico italiano. [PO43-] [Fe] [Cr] [Ni] T (°C) pH [F-] (mg/l) (mg/l) (mg/l) (mg/l) (mg/l) 22 11.4 3.3 0.7 0.078 <0.01 <0.01 [Zn] (mg/l) 0.076 [Ca] (mg/l) 330 Proprietà dei carboni attivi testati Le proprietà dei quattro diversi tipi di carbone attivo, utilizzati in questo lavoro, sono riportati in Tabella 3. Tutti i carboni utilizzati sono di origine minerale, tranne il tipo B che è di origine vegetale. ABES - Associação Brasileira de Engenharia Sanitária e Ambiental 2 VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental Tabella 3: Proprietà dei carboni attivi utilizzati. Parametro Metodo Dimensione Indice Blu di metilene Indice di Iodio Ceneri Densità apparente Umidità Durezza pH Granulometria Cefic DAB Awwa B 604-74 Unichim M33 ASTM D2854 ASTME 2867 ASTM D 3802 ASTM D 3838 ASTM 2862-82 ml mg I2/g ac % g/cm3 % % mesh/mm Carbone A 180-230 900-1050 <1 0.48-0.52 <5 93-96 7-8 12 / 40 Carbone B > 22 >1050 <5 0.47-0.52 <7 98 8-10 8 / 30 Carbone C 15 1000 <8 0.43-0.47 <5 >85 8-10 12 / 30 Carbone D >20 >800 n/a 0.47-0.5 n/a >90 8-10 8 / 30 Set-up sperimentale Esperimenti Batch Gli esperimenti batch sono stati effettuati in bottiglie di volume 500 ml, garantendo il mescolamento con un agitatore magnetico Ikamag (Italia) ad una velocità di rotazione di 550 rpm. Le cinetiche di adsorbimento sono state determinate mescolando una soluzione in acqua distillata di Triton X 100 di concentrazione 25 g/l con 1.0 g di carbone attivo di tipo A e prelevando campioni di liquido ad intervalli di tempo crescenti. Le isoterme di adsorbimento sono state ricavate da prove effettuate mescolando una soluzione 25 g/l di Triton X-100, preparate con il refluo industriale, a 1.0 g dei diversi tipi di carbone attivo. Infine, l'effetto della concentrazione sulla efficienza di rimozione è stato determinato eseguendo delle prove batch, sempre in refluo industriale, mantenendo fissa la quantità di carbone attivo e variando la concentrazione iniziale di tensioattivo. Quest'ultima prova è stata limitata al carbone attivo di tipo A. Analisi La concentrazione di Triton X-100 in acqua distillata e nel refluo è stata determinata applicando un metodo Unichim 10511-1 modificato (1996), senza le procedure di sublazione e purificazione, come descritto in maggiore dettaglio in un altro lavoro. (Baciocchi et al., 2002b). ABES - Associação Brasileira de Engenharia Sanitária e Ambiental 3 VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental RISULTATI Esperimenti batch Cinetica di adsorbimento La cinetica di adsorbimento del Triton X-100 su carbone attivo di tipo A è riportata in Figura 2. Si può osservare che l'equilibrio di adsorbimento è stato raggiunto per un tempo di contatto di circa 60 minuti. Pertanto, tutte le prove di equilibrio di adsorbimento discusse in questo lavoro sono state realizzate con un tempo di equilibrio di 60 minuti. 0,012000 0,010000 X/M 0,008000 0,006000 0,004000 0,002000 0,000000 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Tc [min.] Figura 2: Cinetica di adsorbimento del Triton X-100 su carbone attivo di tipo A in acqua distillata: concentrazione in fase adsorbita (g/kg) in funzione del tempo (min). Effetto del tipo di carbone attivo In Figura 3 sono riportate le isoterme di adsorbimento del tensioattivo Triton X-100 su quattro diversi tipi di carbone attivo, le cui proprietà sono riportate in Tabella 2. I risultati ottenuti dimostrano che il carbone attivo di tipo A risulta essere caratterizzato dalla capacità adsorbente più elevata, quanto meno tra i carboni attivi di origine minerale (tipi A, C e D). Per questo motivo, nel seguito della sperimentazione, tutte le prove sono state effettuate esclusivamente sul carbone attivo di tipo A. Isoterme di adsorbimento I dati di equilibrio di adsorbimento del Triton X-100 su carbone attivo di tipo A sono stati interpretati in maniera efficace utilizzando l'isoterma di Langmuir. q= abC E 1 + bC E (1) dove q e CE sono rispettivamente le concentrazioni di equilibrio del Triton X in fase adsorbita(mg/g carbone) e fase liquida(mg/l). L'accordo tra dati sperimentali ed isoterma di Langmuir è evidenziato nelle Figure 4a e 4b, dove sono rispettivamente riportati i dati di equilibrio in acqua distillata e nel refluo industriale. La concentrazione di saturazione è risultata pari a 0.0138 mg/g di carbone attivo in acqua distillata, mentre si è ridotta a 0.01 mg/g nel refluo industriale. Sebbene la differenza sia limitata, ed eventualmente attribuibile anche a fenomeni di competizione da parte di altre specie presenti, ulteriori dati riportati altrove (Baciocchi et al., 2002a) hanno dimostrato che la principale causa della diversa capacità adsorbente è legata alla differenza di pH , che è pari a 6.5 nell'acqua distillata mentre è pari a 11.4 nel refluo industriale. ABES - Associação Brasileira de Engenharia Sanitária e Ambiental 4 VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental 0,012 0,01 X/M [mg/mg] 0,008 0,006 0,004 Carbone B Carbone C 0,002 Carbone D Carbone A 0 0 5 10 15 20 25 30 [mg/l] Figura 3: Isoterme di adsorbimento di Langmuir del Ce tensioattivo Triton X 100 su diversi tipi di carbone attivo (vedi Tabella 2) in acqua distillata. 2500 3000 2500 2000 2000 CE/(X/M) CE/(X/M) 1500 1000 500 1500 1000 500 0 0 0 5 10 15 20 25 0 5 10 (a) 15 20 25 E (mg/l) CeC[mg/ l] [mg/ l ] CECe(mg/l) (b) Figura 4: Isoterme di adsorbimento di Langmuir del tensioattivo Triton X 100 su carbone attivo di tipo A: (a) acqua distillata, (b) refluo da impianto metallurgico. Efficienza di rimozione I risultati delle prove di equilibrio di adsorbimento, realizzate a diverse concentrazioni iniziali di Triton X100, sono riportate in Tabella 4. Si può notare che la concentrazione ha una influenza piuttosto blanda ABES - Associação Brasileira de Engenharia Sanitária e Ambiental 5 VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental sull'efficienza di rimozione, che scende solamente dall'80 al 65% circa per un incremento di 30 volte della concentrazione iniziale. Inoltre, si può dedurre che per una concentrazione iniziale di circa 30 g/l, equivalente a 15 g in soluzione, la quantità di Triton X-100 adsorbita rilulta pari a circa 10 g/kg: questo valore può quindi considerarsi come capacità a saturazione del carbone attivo da impiegarsi in fase di progetto. Tabella 4: Efficienza di rimozione del Triton X-100 a diverse concentrazioni iniziali. Campione C iniziale (g/l) C equilibrio (g/l) C adsorbita (g/kg) Efficienza rimozione 1 1.0 0.17 0.42 83 2 1.0 0.27 0.38 73 3 2.0 0.40 0.82 80 4 2.0 0.37 0.94 81.5 5 3.0 0.59 1.21 80.3 6 3.0 0.49 1.26 83.7 7 6.0 0.96 2.53 84.0 8 6.0 1.29 2.37 78.5 9 26.3 8.86 8.73 66.3 10 26.7 7.62 9.55 71.4 11 30.1 10.69 9.70 64.4 12 30.1 8.66 10.71 70.5 Progettazione ed Analisi economica La progettazione di una unità a carboni attivi su scala reale è stata effettuata utilizzando i dati raccolti in laboratorio, secondo due ipotesi di caratteristiche dell'effluente: la prima (Ipotesi 1 in tabella 5) prevede che l'intera corrente uscente dall'impianto venga sottoposta a trattamento. La seconda (Ipotesi 2 in Tabella 5) prevede invece una separazione delle correnti a monte del trattamento, con il risultato di dover operare su di un refluo di portata inferiore, ma maggiormente concentrato in tensioattivo. I risultati delle cinetiche di adsorbimento, nelle quali l'equilibrio di adsorbimento veniva raggiunto per tempi di contatto superiori a 40 minuti, ha condotto a prevedere un tempo di contatto di 60 minuti. Le due ipotesi progettuali sono state distinte anche dalla diverse necessità in termini di numero di rigenerazioni annue: solo due per anno nell'ipotesi 1 contro le dodici annue dell'ipotesi 2, a causa della diversa concentrazione di tensioattivo nel refluo. Pertanto, questa diversa scelta ha influenzato le quantità di carbone attivo da utilizzare nei due casi ed ovviamente le conseguenti analisi economiche, che vedono l'ipotesi 2 nel complesso penalizzata in virtù essenzialmente dei maggiori costi di riattivazione del carbone attivo. CONCLUSIONI I risultati ottenuti in questo lavoro confermano l'efficacia di un trattamento mediante carboni attivi per la rimozione di tensioattivi. L'esame delle prestazioni di diverse tipologie di carbone attivo ha consentito di selezionare quello caratterizzato dall'indice di iodio più elevato tra i carboni testati di origine minerale. La determinazione della cinetica e dell'equilibrio di adsorbimento ha consentito di definire i parametri progettuali per due ipotesi progettuali, distinte dalla diversa portata e concentrazione in tensioattivo dell'influente all'unità di trattamento. L'analisi economica delle due ipotesi progettuali suggerisce la necessità di volanizzare ed equalizzare l'influente all'impianto in modo da ridurre le concentrazioni di tensioattivo, con conseguente riduzione dei costi di gestione in gran parte legati alla riattivazione dei carboni attivi. ABES - Associação Brasileira de Engenharia Sanitária e Ambiental 6 VI Simpósio Ítalo Brasileiro de Engenharia Sanitária e Ambiental Tabella 5: Parametri progettuali ed analisi economica a. Parametri progettuali Base di progetto Portata di dimensionamento (m3/h) Concentrazione Triton X 100 Tempo di contatto (min) > 40 Durata stimata /h) Carico idraulico (l/m2 s) 1-4 Velocità lineare 5-15 Ipotesi 1 75 Ipotesi 2 30 20 mg/l 60 3940 3 10 100 mg/l 60 750 2 7 b. Costi di acquisto e rigenerazione carbone attivo Unità di misura Ipotesi 1 Ipotesi 2 Carbone da installare Costo acquisto GAC Costo riattivazione GAC Costo per riattivazione Numero riattivazioni/anno Costo annuale riattivazione Costo giornaliero riattivaz. Euro Euro 56000 1.65 0.57 31814 2 71031 204 22500 1.65 0.57 12782 12 189086 540 c. Calcolo dei costi totali Numero di filtri Ipotesi di installazione Volume del filtro Costo carpenteria/accessori Costo GAC Costo complessivo filtri m3 Euro Euro Euro 4 DN300 / H400 28 60425 92549 288803 3 DN 240 / H320 15 40284 77185 158036 Costo attualizzato filtri Costo esercizio riattivazione Costo totale attualizzato Euro/anno Euro/anno Euro/anno 43041 71028 114070 23550 189085 212636 Kg Euro/kg Euro/kg Euro RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 1. 2. 3. 4. 5. 6. Baciocchi R., Lombardi F., Torella R., "Activated Carbons Application to Remove Non Ionic Surfactants From Wastewater Produced by an Italian Metallurgic Plant", Proceedings of the 2002 ISWA World Environment Congress and Exhibition, Instanbul (Turchia), 8-12 luglio 2002, in stampa. Baciocchi R., Lombardi F., Nicassio P., "A simplified method for determining non ionic surfactants concentration in waste water", in preparation 2002. 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Unichim 10511-1, "Qualità dell'acqua: Determinazione dei tensioattivi non ionici; meteodo per titolazione bifasica con tetrakis (4-fluorofenil) borato sodico (TAS)", January 1996. ABES - Associação Brasileira de Engenharia Sanitária e Ambiental 8