LE TRASMISSIONI RADIOFONICHE IN LINGUA ITALIANA NELL

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LE TRASMISSIONI RADIOFONICHE IN LINGUA ITALIANA NELL
MARIAROSARIA SCIGLITANO
LE TRASMISSIONI RADIOFONICHE IN LINGUA ITALIANA
NELL'EUROPA CENTRO ORIENTALE
Quando l'Ungheria è entrata a far parte dell'Europa allargata, un
primo e immediato riscontro lo abbiamo avuto dalla mole di lettere e
posta elettronica che i radioascoltatori italiani hanno fatto pervenire
alla redazione di Radio Budapest.
In realtà operavamo anche prima del maggio 2004 ed eravamo più
o meno percepibili tramite satellite. Un passo avanti lo abbiamo fatto
allestendo una pagina web1 nel 2003, tuttavia pare che le porte
dell'etere si siano dischiuse soltanto con l'adesione del Paese
all'Unione Europea.
In questa sede non è il caso che mi soffermi sulle ultime e sulle
penultime vicissitudini della Sezione esteri della Radio Ungherese e
sul perché si fosse pensato di chiuderla proprio alle soglie
dell'adesione.
È forse più opportuno illustrare brevemente la storia delle
trasmissioni italiane della Magyar Rádió e dare uno sguardo alle
emittenti in lingua italiana dei paesi dell'area centro-orientale.
Cenni storici
Radio Budapest è la redazione dei programmi in lingua straniera di
Radio Kossuth, una delle tre emittenti della radio nazionale
ungherese.
La storia delle trasmissioni per l’estero della Radio di Stato data
dai primi anni ’30. Allora si trattava di programmi rivolti agli
ungheresi che avevano lasciato la madrepatria, trasmissioni che si
svolgevano, pertanto, in ungherese e che viaggiavano su onde corte
per poter superare anche distanze, cosa quest’ultima che avviene
anche ora.
1
www.radio.hu; e-mail: [email protected]
278
Nella seconda metà degli anni ’40, invece, sono iniziate le
trasmissioni in inglese e tedesco e successivamente, nelle principali
lingue neolatine.
Tra periodi di sosta più o meno lunghi a seconda dei casi specifici,
Radio Budapest ha continuato a trasmettere anche in turco, greco,
slovacco, ucraino, russo, serbo e croato fino al 1989, anno in cui - a
seguito dei cambiamenti politici nel Paese - ha interrotto la sua
attività. Si è dovuto attendere fino al primo aprile 2002 perché i
programmi riprendessero in italiano, spagnolo e francese, così la
radio ha fatto sentire la sua voce all’estero fino al dicembre dello
stesso anno, con programmi di circa tredici minuti ciascuno al giorno,
eccezion fatta per il russo, il tedesco e l’inglese che di minuti a
disposizione ne hanno sempre avuti trenta per ciascuno.
Attualmente la Sezione esteri della Magyar Rádió trasmette ogni
giorno per trenta minuti in sei lingue: francese, inglese, italiano,
spagnolo, russo e tedesco.
Le trasmissioni in lingua italiana partono alle 18.30 e vanno in
replica alle 22.30 dallo studio 18 della sede centrale della Magyar
Rádió.
Redazione
La redazione italiana è composta da sei collaboratori esterni:
traduttori, interpreti e due giornalisti italiani che vivono tutti
nell'assoluta precarietà di una gestione che cambia idea con il
cambiare dei governi o anche senza.
Palinsesto
Il palinsesto dei programmi settimanali e mensili è stato allestito
principalmente secondo le possibilità economiche della Radio, poi in
base alla disponibilità dei collaboratori, infine secondo le richieste
degli ascoltatori.
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Oggi esso prevede programmi di aggiornamento, quali notiziari e
rassegne stampa quotidiani; una rassegna dei settimanali che va in
onda nel corso del programma Lo strillone2; un aggiornamento,
ugualmente settimanale, di carattere economico, uno sportivo,
aperture verso il mondo della cultura con il programma Caleidoscopio,
e pezzi brevi e interviste su tutto ciò che accade dal punto di vista
culturale in senso lato tra Italia e Ungheria. Non mancano rassegne
musicali comuni a tutte le sezioni estere. All'approfondimento è
dedicato il lunedì con interviste più o meno lunghe su fatti ed eventi
che segnano in qualche modo la settimana.
Le ricorrenze e le celebrazioni storiche relative, quindi, alle feste
nazionali trovano spazio all'interno di speciali curati di volta in volta
dai vari redattori. Ricordiamo, per esempio, lo speciale sulla giornata
mondiale contro la povertà, quello per la giornata mondiale contro la
pena di morte o quello sul primo maggio 2004 nel programma settimanale fino a pochi mesi prima dell'adesione - poi,
inspiegabilmente soppresso - Eurodossier, l'allargamento dell'Unione
Europea a Est3.
A una più immediata informazione di tipo turistico il palinsesto
offre Ungheria passo passo, che va in onda il sabato.
La domenica chiude la settimana con una rubrica dedicata alla
corrispondenza con gli ascoltatori e i due programmi A proposito di…
e Un caffè con… che si alternano. Il primo si propone di offrire
un'apertura sulla quotidianità magiara attraverso passeggiate reali e
virtuali per le strade della capitale e della grande provincia
ungherese, mentre il secondo offre incontri con voci italiane di
persone che hanno scelto di venire a vivere in questo Paese, per
conoscere le opinioni di quanti - impegnati in attività di beneficenza,
nella didattica dell'italiano, nell'imprenditoria o presso le istituzioni
italiane operanti in loco - si sono trovati ad affrontare una realtà per
qualche verso simile a quella italiana, ma pur sempre profondamente
2
Ideato e curato da Massimo Congiu (giornalista italiano che vive e lavora a
Budapest e si occupa dell'Europa centro-orientale) con in studio Péter Magyar
(giornalista, ex corrispondente dall'Italia, redattore del settimanale HVG).
3 Anche questo curato da Massimo Congiu.
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diversa. Con il 2005 Un caffè con… incontra anche ungheresi che
abbiano rapporti con l'Italia di carattere economico, culturale o anche
solo sentimentale.4
Recezione
Abbiamo accennato all'inizio alla corrispondenza degli ascoltatori
italiani. Quello che chiedono, in genere, è di avere più informazioni
sull'Ungheria dal punto di vista delle tradizioni, del turismo, delle
peculiarità, della storia del Paese. Non mancano nostalgici interessati
agli ultimi film di Jancsó né coloro che ci si rivolgono in inglese o
intestano la loro posta a Radio Bucarest.
In generale l'interesse è molto vivo: ci pervengono inviti a visitare
l'Italia da nord a sud, molti allegano cartoline e copie di giornali locali e
regionali; altri ancora, spediscono fiori per l'8 marzo o, addirittura,
portano personalmente testimonianza del loro interesse verso quest'area.
Molto spesso si rivolgono a noi per pregarci di diffondere appelli per
la pace o manifesti che richiamano l'attenzione su calamità naturali.
Molti ci raccontano la storia del loro approccio alle realtà dell'Est
europeo, qualcuno parla del '56, qualcun altro racconta del suo primo
viaggio a Praga e Budapest negli anni '60 e '70. Altri ancora ci inviano
copie o originali di articoli di giornali italiani che contengono notizie
sull'Ungheria, dalla cultura alle Olimpiadi, dall'andamento del Pil alle
ultime performance di Cicciolina.
Ad seguire le trasmissioni italiane di Radio Budapest sono anche i
membri della folta comunità italiana che opera nel Paese e che può
ascoltare l'emittente tramite Internet.
Le Radio in lingua italiana nei dintorni
Gli avvenimenti politici degli ultimi anni e la crisi economica
internazionale hanno nettamente ridotto i programmi radiofonici in
lingua italiana. Sino al 1989 tutti i paesi dell'ex blocco sovietico
trasmettevano anche nella nostra lingua ed i programmi - irradiati con
4
V. palinsesto allegato.
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notevole potenza - erano facilmente ascoltabili. In seguito agli eventi
politici verificatisi in quell'anno e negli anni successivi la situazione è
radicalmente cambiata: Radio Berlino Internazionale è stata chiusa,
Radio Jugoslavia, Radio Praga, Radio Polonia hanno effettuato una
radicale riduzione dei servizi radiofonici per l'estero eliminando, tra gli
altri, il servizio in lingua italiana; nel 1996 sono cessate le trasmissioni di
Radio Bulgaria.
Vediamo, quindi, quali sono le emittenti italiane attive in questa area.
Quanto di seguito riportato è frutto di contatti personali - quando
possibile - o di ricerche in rete, non essendoci ancora un organismo che
si occupi di "catalogare e raccogliere" le voci della radiofonia in lingua
italiana dell'area centro-europea. Per tale motivo il presente intervento
vuole formulare un invito alla collaborazione piuttosto che fornire una
panoramica esaustiva sull'argomento.
Nell'ottobre del 2004, a Firenze, è stata organizzata una settimana di
studio sulle Prospettive della radiofonia Internazionale in lingua italiana
nell'Europa centro-orientale, alla quale hanno partecipato giovani
provenienti da Ungheria, Albania, Croazia e Slovenia.5
Tra le radio storiche bisogna menzionare Radio Capodistria, la cui
funzione fondamentale è quella di produrre programmi per la comunità
nazionale italiana e contribuire al mantenimento e allo sviluppo della
sua identità culturale, linguistica e sociale. Quale parte integrante del
servizio pubblico radiotelevisivo sloveno l'emittente è impegnata nella
presentazione e nella promozione della Slovenia all'estero. I suoi
programmi pongono l'accento sulle minoranze nazionali e i loro diritti,
le loro aspirazioni a conservare lingua, cultura e tradizioni, la posizione
nell'ambito delle società in cui vivono e operano, l'attività delle
istituzioni, le pressioni cui vengono sottoposte e che ne frenano lo
sviluppo, i contatti con la madrepatria, le relazioni con i paesi adriatici
vicini e con le regioni contermini - al cui andamento sono vitalmente
interessate sia le minoranze nazionali sia le popolazioni di maggioranza
- la convivenza al confine, ponte di collaborazione, veicolo di accordi e
intese.
5 L'iniziativa è stata promossa da Italradio in collaborazione con la Fondazione
Romualdo Del Bianco.
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I valori e punti fermi sono costituiti dal ruolo che le minoranze
nazionali possono assolvere nel processo di consolidamento della
democrazia e del pluralismo, nella valorizzazione delle specificità, le
culture e le autonomie locali e nella considerazione delle minoranze
quale elemento di ricchezza, pace e integrazione.
La voce italiana di Radio Koper non è mai rimasta confinata
nell'ambito pur tanto significativo di un localismo che comprende
frazioni di Slovenia, Croazia e Italia.6
Poco sappiamo di Radio Pula, la cui sezione italiana venne aperta
nel 1968 per la comunità nazionale italiana in Istria. Ai trenta minuti
di trasmissione quotidiana si sono aggiunti, negli ultimi anni, due
notiziari di cinque minuti ciascuno sulla vita e le attività della
minoranza italofona.7
Rimaniamo nella ex Jugoslavia per parlare delle trasmissioni di
Radio Internazionale Serbia-Montenegro, i cui programmi in lingua
italiana sono in realtà dei giornali informatici. Tale emittente è l’unica
stazione radio statale che trasmette su onde corte in tutto il mondo, in
tredici lingue – italiano, inglese, francese, tedesco, russo, spagnolo,
arabo, albanese, greco, bulgaro, ungherese, cinese e serbo.
Le trasmissioni sono iniziate l’8 marzo 1936, nell'allora Regno di
Jugoslavia, con l'obiettivo principale di contrastare la propaganda
fascista. Nel mese di novembre del 1941, durante l’occupazione di
Belgrado, ha iniziato a trasmettere JUGOSLAVIA LIBERA, la cui
attività è terminata nel 1945, anno in cui il programma per l’estero
veniva trasmesso nell’ambito di Radio Belgrado. Con la decisione del
Governo della Repubblica Popolare Federativa di Jugoslavia, è stata
fondata RADIO JUGOSLAVIA, attiva fino al gennaio del 1954,
quando Radio Belgrado riprende l’emissione dei programmi per
l’estero. Nel 1992, a causa della guerra in Bosnia-Erzegovina, due
6
Questo quanto leggiamo nel contributo approntato per noi da Franka Cerkvenik,
redattrice di Radio Capodistria e responsabile del programma Euronotes.
(www.radiocapodistria.net)
7 Fonte: www.comunitaitalofona.org; www.hrt.hr/hr/hrpula
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impianti emittenti sono stati trasportati da Bijeljina a Stubline.
Durante i bombardamenti della NATO, nel 1999, è andato distrutto
l’edificio principale del centro emittente di Stubline con tutti gli
impianti.
Radio Jugoslavia – Radio Internazionale Serbia-Montenegro dal
marzo 1997 dispone anche di una sua pagina web. All’indirizzo
www.radioyu.org ogni giorno si possono sentire programmi in sei
lingue: serbo, inglese, francese, tedesco, russo e spagnolo, mentre in
forma scritta gli stessi programmi compaiono nelle lingue citate e in
italiano, greco, bulgaro, ungherese, albanese, arabo e cinese.8
Scarse le nostre informazioni anche su Radio Tirana, il cui servizio
in italiano e in inglese è nato negli anni Trenta per fornire bollettini di
informazione. Dopo le vicissitudini della Seconda guerra mondiale,
pare sia stato proprio un italiano, l'ingegner Galaci, a ricostruire gli
impianti: da allora la radio non avrebbe mai cessato di trasmettere in
italiano.9
Segnaliamo anche Radio Romania Internazionale che trasmette
da più di 60 anni, attualmente in 17 lingue diverse: 53 programmi
destinati a 156 paesi del mondo; dal 2000 anche su Internet.10 Da un
sondaggio effettuato nel 1999 su un campione di 65 soggetti risulta
che la maggior parte degli ascoltatori non supera i 40 anni di età, ha
ultimato gli studi universitari, è di sesso maschile per oltre l'87%,
segue da oltre dieci anni le trasmissioni, soprattutto nella fascia
serale. Le rubriche preferite: quelle di attualità politica, storia e
dialogo con gli ascoltatori. Le richieste: notizie e servizi sulla vita del
cittadino romeno, folclore, usi e costumi, più dialogo con gli
ascoltatori e una trasmissione speciale per i radioamatori.
Per numero di lettere e messaggi vari, la Sezione Italiana si piazza
al terzo posto fra le 17 sezioni in lingue straniere di Radio Romania
Internazionale. L'Italia occupa un posto particolare nei rapporti esteri
8
Fonte: www.radioyu.org
Fonte: www.rtsh.sil.at
10 www.rri.ro
9
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della Romania. Sul piano politico, esiste un Partenariato Speciale e
l'Italia si annovera tra i principali sostenitori del Paese per l'adesione
all'Unione Europea, mentre sul piano economico è uno dei maggiori
investitori stranieri. Dal punto di vista commerciale, l'Italia è il primo
partner della Romania, con una quota di mercato pari a circa il 20%.
Esistono affinità di carattere storico, culturale e linguistico tra i due
popoli e sono attivi innumerevoli scambi bilaterali.
Le prime trasmissioni diffuse dalla Romania in lingua italiana
risalgono al 1927. Erano programmi musicali trasmessi
saltuariamente da un'emittente sperimentale, costituita da un gruppo
di pionieri della radiofonia romena, ingegneri e radioamatori. In esse
gli annunci venivano fatti in quattro lingue: romena, francese, tedesca
e italiana.
Il primo novembre 1928 nasce la Società Romena di Diffusione
Radiotelefonica e, a partire dal 1930, dai suoi microfoni vengono
mandati in onda, sempre periodicamente e in modo sperimentale,
programmi di contenuto letterario, in diverse lingue, fra cui l'italiano.
Nel maggio 1935 appaiono i «giornali parlati per l'estero», dapprima
in francese e tedesco e, dal '38, anche in inglese ed italiano, un quarto
d'ora prima di mezzanotte.
Per chiudere questa breve panoramica, alcuni cenni sulle
trasmissioni dall'ex Cecoslovacchia. La Radio cecoslovacca inizia
i programmi per l’estero nel 1924, si tratta di trasmissioni
occasionali in esperanto che riguardano eventi particolari
organizzati nella capitale ceca, manifestazioni culturali e
ricorrenze importanti. Due anni dopo cominciano i programmi
riguardanti l’allora Cecoslovacchia in inglese e in francese e più
tardi anche in tedesco. Si tratta di trasmissioni che vanno in onda
ogni giovedì sera, mentre il mercoledì sera vengono trasmessi i
programmi destinati ai cecoslovacchi che vivono all’estero. Non
molto tempo dopo inizia la fase delle trasmissioni su onde corte
che prima era rivolta solo ai radioamatori. Negli anni ’30 il
ministero cecoslovacco degli affari esteri decide di dar luogo a
delle trasmissioni su onde corte per promuovere l’immagine del
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paese all’estero, in Germania, Ungheria, Italia e Unione Sovietica.
Con le trasmissioni per l’estero, facevano notare le autorità
politiche, si sarebbe potuto anche dar luogo ad un contatto
duraturo con i cecoslovacchi emigrati in America del Nord.
L’emittente offriva all’estero dei programmi con notizie di varia
attualità e di cultura. Dopo la guerra i comunisti consolidano le
loro posizioni alla radio finché, nel 1948, questa passa sotto il loro
controllo diretto e diventa un organo propagandistico che li aiuta
nella presa del potere politico. Quello stesso anno la radio viene
statalizzata e il partito comunista ne controlla l’orientamento.
Durante il regime l’emittente crea dei programmi per i paesi
socialisti ed altri per quelli capitalisti con lo scopo di sconfessare
la propaganda diffamatoria fatta nei confronti dei membri del
Patto di Varsavia e conquistare sempre più gente agli ideali del
socialismo. Le trasmissioni rivolte ai paesi alleati, invece, hanno
per obiettivo il rafforzamento dei legami di amicizia esistenti fra
essi e di quelli con Mosca. Nel 1952 la radio subisce una
ristrutturazione secondo il modello sovietico, nel senso che le
trasmissioni per l’estero avvengono per mezzo di una stazione a
sé, ma sempre interna alla radio cecoslovacca. Negli anni ’50
l’importanza dei programmi di Radio Praga aumenta
considerevolmente, vengono introdotte altre due lingue, l’arabo e
il portoghese, e aumenta la durata giornaliera dei programmi, tra
essi quelli richiesti dai partiti comunisti italiano e francese per
esercitare una maggiore influenza sull’opinione pubblica dei due
paesi. Nel 1968 l’emittente racconta l’invasione di Praga da parte
delle truppe sovietiche e controllata dal potere filomoscovita.
Con la caduta del regime la radio passa attraverso una nuova fase
di ristrutturazione con la soppressione dell’italiano, del
portoghese e dell’arabo. Restano cinque lingue: ceco, slovacco,
tedesco, francese, spagnolo e inglese. Nel 1993 la Cecoslovacchia
si divide e l’emittente diventa una stazione autonoma della radio
ceca. Nel 2000 il budget aumenta e alle altre lingue si unisce il
russo, sempre per i programmi per l’estero. La durata totale delle
trasmissioni è di 24 ore con notizie di attualità, la rassegna
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stampa dei giornali cechi e le rubriche. Nel fine settimana la
programmazione cambia, ci sono meno programmi di attualità
politica, prevalgono i temi culturali, sociali, storici e le rubriche
musicali. Radio Praga realizza certi programmi in collaborazione
con altre emittenti e il suo sito web, attivo dal 1996, riporta
diverse notizie sociali, come quelle riguardanti la situazione della
minoranza Rom della Repubblica Ceca.11
Uso didattico
Prima di concludere la breve panoramica delle emittenti in lingua
italiana dell'area centro-europea potrebbe rendersi utile un cenno
all'uso didattico della radio che, oltre ad essere un prezioso
supporto audio necessario per un approfondimento della
conoscenza linguistica, costituisce un insostituibile strumento di
aggiornamento. Gli studenti, almeno i miei, ma credo di poter
purtroppo estendere la considerazione anche a quelli di altri
istituti e università (nonché di altri paesi), leggono poco in
generale e pochissimo, quasi per niente, quotidiani e stampa
settimanale. Per quanto riguarda la realtà nella quale vivo e
opero constato che gli studenti di istituti superiori e università
hanno troppi impegni, lezioni che occupano l'intera giornata e,
probabilmente, anche altre occupazioni – sulle quali non è mia
intenzione indagare – per cui crescono completamente al di fuori
di qualsiasi realtà, sia essa più o meno contingente. Capita,
quindi, che futuri economisti, responsabili PR, operatori nel
campo delle relazioni internazionali, addetti al settore
commerciale o ricercatori di scienze sociali non siano a
conoscenza di quanto accade appena fuori i confini della realtà in
cui vivono.
L'ascolto della radio – in lezioni pilotate dall'insegnante –
quindi offre loro:
1.
approccio autentico alla lingua parlata;
Fonte: Massimo Congiu per Radio Svizzera in lingua italiana, Rete 2, Mediatica,
aprile 2005.
11
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2.
informazioni su larga scala relative all'Ungheria,
all'Italia (il Paese con il quale si presume siano intenzionati a
lavorare), all'Unione europea e al mondo;
3.
apertura culturale, possibilità di ascoltare opinioni
diverse e formarsene una propria, patrimonio che - per giovani
che si troveranno ad affrontare una realtà che cambia
velocemente e dovranno inserirsi in un tessuto lavorativo che
richiede molta apertura mentale ed elasticità – credo sia
fondamentale e alla portata di tutti.
Quello che ci si auspica è di poter avviare un canale
privilegiato di comunicazione tra le emittenti in lingua italiana
nell'area centro-europea per poter rispondere più esaustivamente
alle richieste e al sempre crescente interesse degli ascoltatori. Del
resto, come abbiamo visto nel caso di Radio Capodistria, Radio
Pula, Radio Internazionale Serbia-Montenegro, Radio Tirana,
Radio Romania Internazionale, nonché di Radio Budapest e della
Radio dell'ex Cecoslovacchia ci sono tradizioni storiche e
culturali da perpetuare e sviluppare nell'Europa ridisegnata dai
nuovi confini politici, sociali ed economici.
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