Lettere al Direttore
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Lettere al Direttore
Lettere al Direttore Marinai per il Duilio A seguito di numerose comunicazioni giunteci in merito alla lettera “Un giubileo per il Caio Duilio”, pubblicata sullo scorso numero di Novembre – Dicembre, informiamo i lettori che quanti fossero interessati a contattare il Signor Bonfili, ideatore dell’iniziativa, lo potranno raggiungere alla e-mail [email protected]. La Redazione A proposito delle Crociate Riceviamo la seguente lettera da parte del Signor Wolkenstein Braccini. Poiché non ci limitiamo a considerare solo le voci che sono con noi concordi, la pubblichiamo volentieri di seguito. Ho letto con interesse sul numero di Luglio-Agosto l’articolo “I cerusici sul mare”. Peccato che a un certo punto l’articolista si sia lasciato andare ad un’espressione di dubbio gusto e d’indubbia superficialità storica scrivendo di “demenziali episodi di isterismo religioso di massa passati alla storia come Crociate”. Di “isterismo religioso” si può forse parlare per la disgraziata “Crociata dei pezzenti” guidata da Pietro L’Eremita e da Gualtieri Senza Averi, ma la vera Prima Crociata e le successive (che nessuno tra l’altro chiamò così all’epoca in cui si svolsero, il nome proviene da storici successivi), da qualunque parte si vogliano considerare, furono tappe (alcune fortunate, altre no) della reazione europea all’espansionismo musulmano, a partire dalla battaglia di Poitiers per terminare con l’assedio di Vienna (o, se si vuole, con la guerra Italo-Turca). Che a motivarle fosse (almeno in gran parte) il sentimento religioso può parer “demenziale” al gretto materialismo contemporaneo, ma nel cosiddetto Medio Evo la gente per fortuna pensava in modo diverso. Strano poi che su una rivista della Lega Navale (cioè della Marina) si liquidino così “en passant” e sbrigativamente episodi ch’ebbero notevole importanza anche da un punto di vista navale. Alla Prima Crociata, per esempio, Genova e soprattutto Pisa dettero ampio supporto con le proprie navi (solo da Pisa 120 galere, con a bordo perfino il vescovo Daiberto, che divenne il primo patriarca latino di Gerusalemme) e con quelle che oggi si chiamerebbero truppe da sbarco (cronache coeve affermano che a salir per primi sulle mura di Gerusalemme furono i pisani Cucco Ricucchi e Coscetto Dal Colle). Come pisano, italiano, europeo e cristiano, mi si permetta di protestare. Cordiali saluti, Fabrizio Wolkenstein Braccini (Pisa) Risponde al quesito del lettore pisano l’estensore dell’articolo. Ringraziandola per l’attenzione da lei concessa all’articolo “I cerusici di mare”, vorrei permettermi di farle notare alcuni elementi. Le Crociate affette da “isterismo religioso” furono in realtà più di una: la prima fu quella da lei citata “dei poveri” detta anche “dei pezzenti”, iniziata nel 1095 collateralmente alla Prima Crociata, dietro la spinta delle predicazioni del frate Pietro d’Amiens detto l’Eremita, e tragicamente conclusasi; abbiamo poi la Crociata “dei fanciulli” avvenuta nel 1212, nata da una sorta di pulsione giovanile ultrareligiosa, della quale sono noti alcuni episodi realmente avvenuti e altri leggendari, tragicamente conclusasi senza raggiungere la Terra Santa; infine la Crociata “dei pastori” avvenuta nel 1251 alla fine della Settima Crociata, bandita da un monaco cari- 4 gennaio-febbraio 2012 smatico detto il Maestro d’Ungheria, tragicamente conclusasi senza neanche raggiungere la Terra Santa. Eviteremo di citare la cosiddetta Crociata “dei tedeschi” che si sublimò nell’antisemitismo quando, durante la Prima Crociata, nobili tedeschi e francesi seguaci di Pietro l’Eremita, si diedero a massacrare varie comunità ebraiche del centro Europa. Vorrei far rilevare, quindi, che demenziale, e lo ribadisco con convinzione, non fu il “sentimento” (mai da me citato), ma l’“isterismo” religioso dell’epoca. Per quanto riguarda infine i vari aspetti navali legati a queste vicende, tornerei a far notare che l’articolo era dedicato alla medicina a bordo delle navi dell’antichità, e non alla storia o ad altri sviluppi delle crociate. A proposito, Lega Navale non è una Rivista della Marina Militare. Per concludere, terrei a ricordare che Giovanni Paolo II, il 12 marzo 2000 ha chiesto pubblicamente scusa per le Crociate ed altri episodi della storia della Chiesa (per l’Inquisizione, per le violenze della Chiesa cattolica e, al Patriarca di Costantinopoli, per la conquista crociata del 1204), scuse incontrovertibili quale che sia l’interpretazione che loro si vuole dare. Franco Maria Puddu Grazie per l’assistenza Desidero per il Vostro tramite ringraziare in particolare le due Delegazioni che all’inizio di settembre si sono mostrate disponibili e prodighe di aiuto nei confronti miei e della barca sulla quale mi trovavo per un trasferimento da Carloforte a San Benedetto del Tronto. Dopo la traversata dalla Sardegna, ormai in vista di Egadi e di Sicilia, prendevamo con il sail-drive una matassa di polipropilene (40 cm X 40 cm X 40 cm) che fermava il motore; problema non drammatico per una barca a vela, se non avessimo avuto la vela di prua con l’avvolgitore bloccato causa guasto in testa d’albero e, quindi, con scarsa capacità di evoluire a vela. L’ottimo Francesco della Sezione di Trapani, contattato via cellulare, si rendeva disponibile ad assisterci con il gommone appena ci fossimo presentati nell’avamporto; un temporaneo abbonacciamento rendeva possibile un “tuffo” e la liberazione dell’elica e, quindi, inutile l’entrata in porto. Proseguivamo quindi a motore e, successivamente, riuscivamo ad ammainare il genoa ed ad issare un fiocco olimpico. Abbiamo naturalmente informato Francesco della cessata avaria ma vorrei nuovamente ringraziarlo. Parimenti un “Grazie” tramite le vostre pagine alla LNI di Cirò Marina che ci ha ospitato per due giorni in attesa che il F7 da NW si esaurisse e che un altro intoppo al motore venisse sistemato: disponibilità e cortesia da parte dell’addetto ai pontili sono state encomiabili e mi scuso di non ricordarne il nome. Con viva cordialità, Gianenrico Cravenna (Milano)