scarica - TV Sorrisi e Canzoni

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Il treno è affollato, come sempre…
Stipati come sardine, i viaggiatori, dopo una giornata di lavoro, ritornano alle
rispettive abitazioni, bestemmiando le politiche del trasporto pubblico locale e
maledicendo i responsabili di tutto ciò.
Fuori fa freddo, ma anche nel vagone non è che ci sia molto caldo, anzi…
Facce stanche, invecchiate anzitempo.
Dietro ognuna di esse c’è una storia, a volte, tutto sommato, bella, a volte,
invece, no…
C’è l’operaio con i capelli bianchi, con due figli laureati e disoccupati.
C’è la mamma preoccupata perché la figlia, minorenne, le ha confessato di
aspettare un bambino.
C’è l’impiegato che da circa 30 anni fa lo stesso tragitto, ogni giorno, andata e
ritorno, casa-lavoro, lavoro-casa.
C’è lo sfilatore di portafogli, elegante e distinto, che pur affermando di essere
napoletano al 100%, arreca gran bei danni all’immagine della Città,
derubando ignari e sprovveduti turisti, che non solo non serberanno un bel
ricordo dell’accoglienza ricevuta, ma che non torneranno più nei luoghi di
Totò e Sophia Loren, Massimo Troisi e Pino Daniele, Edoardo de Filippo ed
Alessandro Siani.
Il Natale è alle porte, si potrebbe dire che è a qualche… fermata.
Ma come era bello il Natale di una volta…
Come erano “veri” i sentimenti di una volta…
Sotto l’albero, vicino al presepe, si aprivano i pacchi-dono e si era felici con
un semplice ed anonimo paio di scarpe o una piccolissima automobile.
Oggi se la sciarpa non è firmata, se il pullover non è di quelli che si indossano
in tv, si rimane delusi…
L’operaio con i capelli bianchi si chiama Ciro. A casa troverà Giuseppe,
davanti al computer, e Giovanni, con le cuffie della sua musica. Sono distanti,
da lui, anni-luce. Lui vorrebbe parlare con loro ma loro non hanno voglia di
parlare con lui! Perché Ciro ricorda ancora i discorsi del nonno e della nonna,
in particolar modo quelli a Natale, dinanzi al fuoco. Ciro è un operaio,
Giuseppe e Giovanni due giovani laureati disoccupati. C’è un gap fra loro e
non sarà il Natale a colmarlo…
“Ragazzi, son tornato!” urla Ciro appena varcato l’uscio di casa. Un mugugno
e un grugnito gli rispondono… Ciro vorrebbe che, almeno per una volta sola, i
suoi due figli lo accogliessero come fanno i bambini delle case del… “Mulino
bianco”; invece due suoni gutturali sono, al massimo, la sola risposta…
La mamma con la figlia incinta si chiama Maria e non si aspettava lo
“scherzo” di Luisa. Sbarca il lunario facendo pulizie nei palazzi, negli uffici,
dovunque la chiamino. Voleva acquistare un bel regalo per sua figlia ma si
rende conto che non sarà un inatteso dono a risolvere ‘sta situazione… A
casa non sa più se coccolare ancora la sua bambina o se far vincere la
rabbia che ha in corpo… “No, Luì, ‘sta cosa non l’aviva fa!” è il suo pensiero
quotidiano…
Quando lei si accorse di aspettare Luisa, il suo fidanzato scappò a gambe
levate… Ed ora come si comporterà il ragazzo di Luisa? Le starà affianco o
subirà la sua stessa sorte? Partorire e crescere un bambino senza un uomo
vicino… Luisa sarà una mamma come Maria?
L’impiegato si chiama Alberto e non si è accorto che Franco gli ha sfilato il
portafoglio contenente i soldi per il regalo da fare ad Annuccia, la sua unica
figlia. A casa Alberto si dispererà mentre Franco conterà i soldi contenuti nel
portafoglio. Il primo farà un Natale di merda, l’altro, invece, no… E che dirà
ad Annuccia, il suo amore?
”Papà, cosa mi porterà babbo Natale?” domanda la piccola al padre. Che non
sapendo cosa risponderle, l’abbraccia in una stretta fin troppo calorosa. Per
non far vedere alla sua piccina che ha le lacrime agli occhi!
Una volta anche la costruzione del presepe era un affare di… famiglia:
partecipavano tutti e il bambin Gesù veniva posto nella mangiatoia a
mezzanotte dal più piccolo di casa, autorizzato a stare sveglio anche dopo
“Carosello”, con una processione che intonava “Tu scendi dalle stelle”…
Questo perché, come si diceva in quei tempi, a Natale una casa senza
presepe è come una insalata di rinforzo senza ‘e papacelle…
I colori che trasmette il presepe sono pregni di calore, cosa che non avviene
con il “nordico” albero.
La grotta, il ruscello, il ponte, il pastore cieco, il suo gregge, la contadina, i
suoi bambini, i Re Magi, i cammelli sono uno spaccato di società in cui
nacque il Salvatore. Il quale scelse di nascere in una mangiatoia, pur
essendo il Re dei Re, e non in un palazzo dell’epoca, come farebbe oggi un
qualsiasi “tronista” di Maria de Filippi…
Mistiche scenografie che a Natale fanno sentire le case più vive, più allegre,
più serene, più felici.
Ma oggi, nel 2013, quale è il vero senso del Natale?
Quale è il “fulcro” del presepe?
Ma il protagonista assoluto è o non è il bambin Gesù?
Ma si “festeggia” solo con costosi regali o non sarebbe più giusto, più civile,
più sociale, più logico, pensare agli “ultimi”, comunque si chiamino?
Un piccolo-grande gesto di Solidarietà? Aprire i propri armadi e cassetti e
donare, con gioia, il pullover che non ci entra più, la giacca fuori-moda, le
scarpe abbandonate da più nuove: così si può affermare che Cristo è nato e,
certamente, il nostro pranzo di Natale sarà più gustoso…