SAMANTHA CRISTOFORETTI
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SAMANTHA CRISTOFORETTI
SAMANTHA CRISTOFORETTI – Il racconto del suo viaggio “Eravamo legati come dei salami”: inizia così il racconto dell’ astronauta trentina Samantha Cristoforetti, nell’incontro con gli studenti avvenuto lunedì 5 ottobre ’15 all’auditorium Santa Chiara di Trento. Ed è proprio a Trento che “Astro Samantha” (così soprannominata da tutti i mass media) inizia il suo percorso di studi che la porteranno prima a laurearsi in ingegneria meccanica, successivamente ad arruolarsi nell’aviazione militare italiana ed infine a vincere in concorso, svolto fra 8500 persone, per diventare astronauta. Il 23 novembre 2014, Samantha Cristoforetti, parte dal cosmodromo di Baikonour, in Kazakistan, insieme ai due colleghi Anton Shkaplerov e Terry Virts verso la ISS: la stazione spaziale internazionale. Lì, altri tre astronauti russi li accolgono e spiegano loro come funziona la vita in quella struttura che diventerà la loro casa per i successivi 200 giorni. “La ISS”, spiega Samantha, “orbita intorno alla Terra e impiega solamente 90 minuti per effettuare un giro completo.” Quindi ogni giorno (sulla stazione si utilizzava il fuso orario di Greenwitch) avevano la straordinaria fortuna di assistere a ben 16 albe e altrettanti tramonti, sommati anche alle spettacolari e suggestive aurore boreali. Le giornate sulla stazione spaziale erano molto pesanti: la notte si dormiva ognuno nella propria cuccetta, della dimensione di una cabina telefonica, e dotate anche di due computer, di cui uno autonomo, per evitare eventuali attacchi hacker. Nonostante le ridotte dimensioni della “stanza”, Samantha assicura che comfort e privacy non mancavano. Di giorno invece, gli astronauti, dovevano effettuare esperimenti sul corpo umano in assenza di gravità e, come racconta lei stessa, talvolta erano necessari campioni di sangue che, coraggiosamente, si prelevava da sola. Venivano anche effettuati esperimenti sulla stampa 3D (in assenza di peso) di pezzi di ricambio della stazione, cosicché in futuro non sia più necessario essere dipendenti dai rifornimenti mandati da Terra. Inoltre tutti gli astronauti erano obbligati a fare almeno due ore di attività fisica per evitare un atrofia muscolare ma anche un degradamento osseo. Come racconta lei stessa, gli allenamenti prima del lancio sono stati molto duri; c’erano giorni in cui passava ore e ore sott’acqua per simulare l’assenza di peso: questo serviva per quando gli astronauti venivano mandati fuori dalla stazione spaziale per fare manutenzione. Sfortunatamente Samantha non ha mai avuto l’opportunità di uscire dalla ISS ma d’altro canto ha aiutato molti suoi colleghi a prepararsi per le cosiddette “passeggiate nello spazio”. Ma sulla ISS non c’era solo lavoro ma anche momenti di svago, come spiega Samantha mostrandoci fotografie che la ritraggono insieme a Terry, intento a tagliarle i capelli, e foto dei tre astronauti russi, vestiti con cappelli natalizi, mentre registrano un video di auguri diretto al loro presidente. L’11 giugno 2015 la navicella, pilotata dall’americano Terry, compie una discesa da manuale verso le steppe del Kazakistan; il primo ad uscire è Anton, poi tocca a Samantha. Nel ricordare la difficoltà con cui si è riabituata alla gravità terrestre le scappa una sincera risata, davanti agli occhi sbalorditi di centinaia di studenti. Sara D’alessandro Luisa Catalano 2CM …su su correte, è l’ora di partir! Concerto a forte Pozzacchio Per concludere in bellezza il progetto “Rovereto-Mitterndorf”, pensato dalle prof.sse Silva Filosi e Bruna Senter in occasione del centenario della Grande Guerra, sabato 9 maggio 2015 noi studenti della 2C scientifico, insieme ad altre quattro classi del nostro liceo, e a una piccola rappresentanza del “Circolo pensionati di Borgo Sacco”, siamo andati a visitare Forte Pozzacchio – Valmorbia Werk: importante struttura bellica di avvistamento, risalente alla Prima Guerra Mondiale, dominante sulla valle sottostante. Arrivati al forte, una guida dell’associazione “Amici di forte Pozzacchio”ci ha spiegato brevemente la sua storia: progettato dall’ingegneria militare austro-ungarica, il 3 giugno 1915 il forte venne occupato dagli italiani, i quali l’anno dopo furono però obbligati ad abbandonarlo per l’offensiva austro-ungarica. Dal 1916 fino alla fine del conflitto la struttura rimane in mano austriaca. In seguito a questo breve cenno storico ci siamo introdotti al suo interno, scoprendone una struttura molto ampia, con cunicoli intricati, ricca di punti di avvistamento e svariati punti di accesso. Un fatto sorprendente riportato dall’esperto è che il forte ospitava circa 236 soldati e 7 ufficiali, nonostante esso fosse solamente un punto di avvistamento e non direttamente coinvolto in scontri bellici. In seguito alla visita ci siamo disposti all’esterno del forte per assistere alla lettura da parte di alcuni alunni della 2C (noi due incluse) di testi poetici riguardanti il tema della guerra, ma anche della pace. Il repertorio includeva due brani di Eugenio Montale ( IV Mottetto eValmorbia), scelti perché ambientati proprio in quei luoghi; un testo in dialetto di Giulio Barni intitolato I Muli; alcuni versi della celebre canzone di Fabrizio De Andrè La Guerra di Piero; due componimenti di Giuseppe Ungaretti, Fratelli e Veglia e infine una poesia di Gianni Rodari dal titolo Promemoria. Questo recital ha riscosso successo sia nei ragazzi che nei docenti che ascoltavano. In una “sala” all’interno del forte poi, il coro “Città di Ala”, composto da 37 membri e diretto dal bravo maestro Joel Aldrighettoni, ci ha presentato un percorso storico- musicale (…su su correte, è l’ora di partir!) ideato proprio in ricordo della Grande Guerra, alternando il canto a brevi riflessioni e testimonianze, per raccontare a tutti gli spettatori la storia che ha segnato profondamente il nostro Paese. Abbiamo ascoltato così, con forte emozione, l’Inno al Tirolo, Katzenau, Sui monti Scarpazi, Il testamento del capitano, tanto per citare i testi più noti. Nonostante il freddo pungente all’interno del forte, il concerto è stato molto apprezzato, anche grazie alle suggestive letture di Bruno Vanzo. L’insieme di natura, storia, poesia e musica hanno reso davvero indimenticabile e ricca di emozioni la giornata di conclusione di un progetto, “Rovereto- Mitterndorf”, molto interessante ed istruttivo. Elisa Cristoforetti e classe 2C Scientifico Giulia Ruscazio Quando il latino insegna a “sporcarsi le mani” Quest’anno le classi 2CS e 2AS hanno realizzato un progetto dedicato all’otium romano, che li ha visti impegnati sia sul lato teorico che su quello pratico. Durante le ore di latino, sotto la guida delle professoresse Bruna Senter e Annamaria Finetto, i ragazzi hanno riscoperto vari autori latini e le loro opere dedicate al mondo dell’agricoltura, come per esempio Varrone (De re rustica), o Virgilio (Bucoliche, Georgiche). Hanno anche appreso le parole latine della suddetta area semantica e hanno imparato cosa gli antichi intendevano con la parola otium. Se il progetto fosse finito qui, si sarebbe detto: “Un bel progetto, istruttivo…”, ma presto sarebbe stato dimenticato. Invece il progetto è proseguito con la parte pratica, e i nostri studenti si sono dovuti rimboccare le maniche. Hanno deciso di prendersi cura di un piccolo fazzoletto di terra vicino all’uscita sul retro della scuola, prima trascurato. Per prima cosa hanno dissodato il terreno con zappa e vanga e, con l’aiuto del professor Paolo Zammatteo, hanno delimitato quattro spazi dove hanno poi collocato le varie piantine. Due di questi spazi sono stati destinati alle piante aromatiche (Rosmarinus Officinalis, Origanum Vulgare, Mentha Glacialis, Thymus Vulgaris, Lavandula Officinalis), gli altri due ai fiori (Satureja Ortensis, Bidens Tripartitus, Calibracoa, Tagetes, Nasturtium Officinale, Calendula Officinalis). Oltre al terreno dietro alla biblioteca, i ragazzi insieme con le prof. Galvanetto e Senter si sono occupati anche dell’ abbellimento delle aiuole alla base delle colonne del portico frontale della scuola. Se prossimamente qualcuno dovesse ritrovarsi ad ammirare il nuovo giardinetto dietro la biblioteca, deve ringraziare coloro che hanno aderito a questo progetto, che ha visto la partecipazione veramente “attiva” degli alunni. Lucia Tasini classe 2C Scientifico Conoscere da vicino le università tedesche Per iniziare un ciao a tutti! Siamo tre ragazze dell’ultimo anno di liceo linguistico: Paola, Giulia e Isotta che nella settimana dal 26 ottobre al 2 novembre hanno avuto la possibilità di partecipare a un’iniziativa organizzata della Conferenza dei Ministri dell’Istruzione e delle Attività Culturali Tedesca che prevedeva il soggiorno di 8 giorni a Colonia: una città ricca di fascino, di cultura e di storia! Si può trovare di tutto e per tutti i gusti: dal passato dell’epoca romana fino ai musei di arte moderna, decisamente interattivi e impeccabilmente organizzati! Durante questa intensa settimana abbiamo avuto occasione non solo di visitare Köln e Bonn (per citarle come si deve), ma anche le rispettive le università di ambedue le città compresa la cosiddetta Fachhochschule, ovvero un’alternativa allo studio universitario che consiste nel lasciare un po’ da parte la teoria e mettere più in pratica la materia della facoltà studiata. Di quest’ultima purtroppo non esiste il corrispettivo in Italia, perciò se foste interessati conviene rimboccarsi le maniche e studiare … ein bisschen mehr Deutsch! Dopo questa settimana a Colonia ci siamo fatte un’idea di come sia la vita studentesca in Germania così da rassicurarvi: i mezzi pubblici in città sono decisamente organizzati in modo tale da farsi sfruttare al meglio, le università sono molto moderne e sono fornite di programmi d’aiuto e informativi per studenti stranieri. Lo studente , infatti, si sente tutelato nonostante non sia madrelingua, poiché sono possibili corsi in lingua durante la frequentazione all’università per facilitare l’apprendimento ai ragazzi volenterosi di studiare in Germania. Questa esperienza ci ha aperto nuove prospettive e aiutate ad orientarci per la scelta dei nostri indirizzi futuri: abbiamo avuto infatti la possibilità di frequentare delle lezioni a nostra scelta che spaziavano dall’ archeologia alla medicina. 16Questa settimana ha lasciato un bel ricordo dentro di noi e la ripeteremmo senza alcun dubbio. Così da poter trascorrere Halloween a Koln Messe dove vengono organizzate numerose fiere durante tutto l’anno e fare amicizia con i tedeschi mascherati come si deve ! Senza scordare di brindare con la birra Kolsch ( birra di Colonia, leggera e un po’ amara e viene servita nel tipico Kolsch Stange ) ! Consigliamo a chiunque volesse studiare in Germania di prendere parte a iniziative simili a quella a cui abbiamo preso parte noi, perché informarsi tramite un sito web o sul posto sono due cose totalmente differenti. Ringraziamo inoltre la professoressa Angelika Krabb che ci ha accompagnate in questa avventura con entusiasmo, disponibilità e professionalità! Paola, Giulia e Isotta Carceri, shoa, mafia e violenza: i temi delle assemblee d’istituto Il sole che filtra dalle finestre con raggi più caldi, le ultime interrogazioni, i saluti gioiosi che velano però un pizzico di nostalgia, l’ansia che cresce per i maturandi e le immancabili finali di istituto sono gli ingredienti fondamentali per concludere la ricetta di un intero anno di scuola. Giunti alla fine arriva il momento delle conclusioni, di assaggiare il prodotto del nostro lavoro. Da anni stiamo cercando di migliorare sempre di più la qualità delle nostre assemblee di istituto, cercando di dare loro un valore serio e riflessivo come lo avevano una volta. Quest’anno abbiamo affrontato il tema della incarcerazione coi suoi aspetti negativi quali il carcere minorile ma anche con le testimonianze di chi, aiutato dalle cooperative sociali, è riuscito a cambiare la sua vita. Abbiamo dato spazio a grandi temi come la vicenda della scuola Diaz, il caso Stamina, la non-violenza, la Shoah, il corpo delle donne e la mafia. Abbiamo cercato di valorizzare e promuovere il volontariato: da quello sportivo a quello sociale. Abbiamo dato spazio alla grande musica e a quella fatta in casa, suonata da noi e per noi fino alla sera e nel luogo più bello di Rovereto: la campana dei caduti. Abbiamo partecipato alla seconda edizione di One Billion Rising con il nostro striscione riempito di mani rosse. Abbiamo dato spazio ai tornei sportivi che come da tradizione concluderanno in modo gioioso anche quest’anno. Abbiamo fatto tanto ma sappiamo di non aver fatto abbastanza, sappiamo di poter fare di più. Perché chi ha lottato affinché noi potessimo avere questi spazi e questo tempo gestito da noi e per noi non vorrebbe altro che questo. Perché un gesso e una lavagna insegnano la teoria, ma la capacità di convivere, discutere e sorridere con le altre persone è una cosa che non si insegna ma si può solo vivere. Speriamo di aver dato tanto o quanto meno abbastanza e faremo di tutto perché la nostra ricetta abbia un sapore sempre migliore. Marco Chizzola 5° scientifico Un progetto d’eccellenza: la First Lego League E’ volata fin negli Stati Uniti la squadra del Liceo Rosmini che ha vinto la First Lego League. Il suo compito era quello di rappresentare l’Italia alle finali mondiali del campionato di Saint Louis che ha visto i ragazzi mettersi alla prova nella costruzione di robot con i mattoncini colorati Lego. Nelle gare nazionali di Rovereto il Liceo aveva conquistato la medaglia d’oro e pure quella d’argento con due team formati da studenti delle classi seconde del liceo delle scienze applicate, la 2AM e la 2BM. I componenti delle due squadre hanno dovuto creare un progetto scientifico su come prevenire o reagire alle calamità naturali. Il team A, che ha conquistato il primo gradino del podio, ha studiato una soluzione per reagire a un terremoto con cedimenti strutturali e vittime. Il team B, che invece è arrivato secondo, si è concentrato sulle valanghe e ha progettato un corso di prevenzione dotato di simulatore. I ragazzi si sono ritrovati in orario pomeridiano per creare i progetti che hanno richiesto condivisione di saperi diversi, come l’informatica e la fisica, il lavoro di gruppo e lo spirito di squadra. Studiata la calamità scelta e le possibili soluzioni i ragazzi hanno costruito con i lego un robot e lo hanno programmato per svolgere le varie missioni del robot game. Il team A a Saint Louis, negli Stati Uniti, si è fatto onore nelle finali mondiali, aperte dal saluto del presidente Barak Obama, gareggiando con 80 squadre provenienti da tutto il mondo davanti a una giuria di esperti presieduta dal responsabile della Protezione civile federale americana. Il team B, invece, ha messo alla prova il suo robot alle finali europee di Pamplona in Spagna. Ottime le performance di entrambe le squadre alle quali è stata valutata molto positivamente la progettazione meccanica, la programmazione ed è stata riconosciuta l’originalità delle strategie adottate. Per gli studenti è stata un’esperienza unica, internazionale, capace di avvicinarli alla scienza e alla tecnologia attraverso il gioco e che li ha messi alla prova in momenti di ricerca, esposizione, comunicazione, divertimento e competizione amichevole. I ragazzi hanno lavorato assieme sviluppando spirito di squadra e capacità di problem solving, in un clima di collaborazione e rispetto reciproco. Si sono impegnati con costanza e hanno consolidato nozioni imparate sui banchi di scuola e acquisito nuove competenze in ambito scientifico applicando soluzioni in contesti reali. Il viaggio di Eracle Immaginare di ripercorrere il progetto biennale di Schola cothurnata, che ha visto la nascita e la costituzione permanente di un Gruppo teatrale all’interno dell’indirizzo classico del nostro Liceo, strappa a tutti noi qualche sorriso. Il sorriso di chi è soddisfatto di ciò che ha creato, davvero creato nel senso etimologico del termine, perché prima di Eracle non esisteva nella nostra scuola l’idea di poter rendere vive su un palcoscenico le pagine antiche degli autori greco-latini; il sorriso di chi ha trovato il sostegno nei suoi insegnanti e nella comunità scolastica, che all’inizio ha osservato un fenomeno inedito e ancora in stato di abbozzo, ma che poi ha accolto e motivato con costante entusiasmo; il sorriso di chi ha mantenuto fede ai tanti impegni di una giornata scolastica, di chi sa che l’idea di abbinare pensiero e azione è quella giusta, che merita disciplina e calore, rigore e generosità, senza mai dimenticare che l’aula rimane l’aula e il lavoro di uno studente è giustamente faticoso e segna un cammino a lungo termine non sempre visibile nell’immediato; il sorriso di chi si ritrova insieme ai suoi compagni di teatro a immaginare una scena, una sequenza, un movimento di danza o di musica, senza perdere mai il ritmo, perché un gruppo di persone che sperimenta uno spettacolo teatrale è un affare delicato, un organismo vivente, che respira all’unisono, insieme gioisce e soffre, finché tutto avviene, grazie alle risorse e alle energie di ogni componente, ognuno fedelmente legato a ciò che è stato selezionato, integrato e combinato in ogni singola giornata di prove. Che cosa vuole esser dunque il nostro spettacolo Eracle, tragicommedia in cinque atti? Era maggio della primavera passata quando a Siracusa abbiamo lasciato un pezzo di mattone, uno dei corredi scenici, segno del nostro evidente battesimo in terra sicula, i primi attori di Eracle si sono diplomati, lasciandoci una eredità da mantenere alta e credibile. Ci siamo messi di nuovo alla prova pochi mesi dopo a Grosseto, con un gruppo nuovo di compagni che doveva imparare a faticare insieme. Infine a Padova, dove il paesaggio antico dei Musei Eremitani e i rintocchi delle campane della Chiesa medesima, proprio nel momento in cui entravamo in scena, ci hanno dato l’idea immediata di un rito che si stava svolgendo grazie ai testi che avevamo tradotto, testi aperti, le cui parole ci hanno sempre suggerito di andare avanti, senza tradire i messaggi del mondo antico che sono universali e di tutti i tempi. Andare oltre e andare in scena proprio e solo in quel momento. Un altro mattone spezzato, un’altra esperienza attiva che ci ha fatto usare abilità, attitudini, valori ed emozioni. Ci abbiamo messo tutta la nostra onestà e la nostra passione; insieme alle professoresse Pontiggia e Gelmini abbiamo creato un laboratorio formativo, che ci ha educato alle cose belle e ha plasmato la nostra persona. Per noi fare teatro è stato un bellissimo viaggio nell’anima, dentro la nostra valigia conserviamo ciò che abbiamo sperimentato, tecnica e fantasia, poesia e ironia, ossessione e amore, gentilezza e futuro. A giugno abbiamo messo in scena il nostro spettacolo ai piedi della Maria Dolens, un luogo denso di suggestioni e di accenti elegiaci. Il gruppo teatrale del Liceo classico PROGETTO “PRESENTE !” World Social agenda Durante il corso del secondo quadrimestre di questo anno scolastico, le classi 4D E 4E scientifico del nostro liceo sono state impegnate nel progetto “Presente !”, promosso dall’Associazione di volontari”Fondazione Fontana” attraverso il progetto denominato “World Social Agenda”. Questo progetto intende sensibilizzare la società e diffondere la conoscenza sui cosiddetti “Obiettivi di Sviluppo del Millennio”, fissati dai Capi di Stato e dai governi di tutto il mondo durante l’assemblea dell’Onu, svoltasi a New York il 6 settembre 2000. Si è prefissato che questi obiettivi vengano raggiunti per l’anno 2015, con il compito di ridurre la globale povertà estrema e di raggiungere una serie di standard minimi di benessere in tutto il mondo. Dopo un primo incontro nel quale questo progetto ci è stato presentato dalle coordinatrici Anna Molinari e Francesca Benciolini, il nostro lavoro è stato quello di realizzare durante alcune ore di italiano un’intervista a testa sul tema dell’istruzione (l’obiettivo di quest’anno era appunto ” istruzione primaria per tutti”), da pubblicare poi nel blog http://istruzioneprimariapertutti.wordpress.com/. Ogni settimana veniva pubblicato un nuovo tema riguardante la scuola, l’istruzione, l’educazione , corredato di numerosi materiali consultabili, quali articoli, video, libri,grafici… Sul tema eravamo quindi invitati a realizzare la nostra intervista, che ogni settimana conivolgeva una diversa categoria di persone : coetanei, nonni, persone che hanno frequentato la scuola in condizioni di difficoltà, in contesti geografici e temporali a volte molto lontani da noi. In sintesi: gli alunni di 16 classi di quattro città diverse hanno pubblicato , turnandosi, una cosa come circa un centinaio di interviste alla settimana che sono state tutte lette e commentate dai moderatori del blog. Non è straordinario? Come conclusione del lavoro di questi mesi il giorno 23 maggio 2014 si è tenuto presso l’aula magna del Liceo Rosmini un incontro che ha visto riuniti tutti i partner trentini del Progetto: le nostre 4ES e 4DS, altre classi spettatrici della nostra scuola, oltre ad alcune classi dell’Istituto d’Arte “Depero” di Rovereto e del Liceo Musicale e Coreutico “Bonporti” di Trento. Tutti hanno dato saggio dei propri contributi al progetto: noi con la scrittura, altri con la grafica, altri con la musica e la tecnica dei video. La giornata è stata animata anche dall’intervento di alcuni esperti, quali Cesare Moreno, fondatore del progetto “Maestri di strada”, dai commenti del Dirigente De Pascale e dei rappresentanti di “Fondazione Fontana ” e “Docenti senza frontiere”. Personalmente ritengo che questo progetto sia stato un qualcosa di nuovo per me. Realizzare la mia intervista è stato allo stesso tempo divertente e difficile: non è infatti semplice comporre un’intervista, perchè comunque ci sono delle regole di scrittura che devono essere rispettate e poi,di fatto, ci si trova a passare dallo scritto (quando si abbozzano le domande), all’orale (quando si pongono alla persona intervistata) e di nuovo allo scritto (quando si pubblica l’intervista). Consultare i materiali che venivano forniti sul blog, è stata un’occasione di arricchimento delle nostre conoscenze, ma sicuramente anche un motivo in più per riflettere sul valore della scuola e dell’istruzione, che per me, a Rovereto, è una possibilità concreta, per tanti altri, purtroppo, nel mondo, solo un desiderio o una speranza…che attende aiuto per realizzarsi. Alessia Dalrì 4ES Ecco il link dove potreste visionare i materiali prodotti dalla nostra e dalle altre scuole: http://www.worldsocialagenda.org/secondo-obiettivo-pd-produzioni