1 Prodotti “food” DOP e IGP: Italia al primo posto per registrazioni

Transcript

1 Prodotti “food” DOP e IGP: Italia al primo posto per registrazioni
Prodotti “food” DOP e IGP: Italia al primo posto per registrazioni.
Solo una decina quelli che contano economicamente.
1. Lo scenario internazionale
L’Italia è il primo paese dell’Unione Europea per numero di prodotti agroalimentari riconosciuti a
“Denominazione d’origine protetta” (DOP - Prodotti ottenuti in una determinata zona da materie prime
provenienti dalla zona stessa) e ad “Indicazione geografica protetta” (IGP - Prodotti di consolidata
tradizione ottenuti in una determinata zona da materie prime non esclusivamente provenienti dalla
zona stessa) ai sensi del Regolamento UE n. 1151/2012 che sostituisce precedenti Regolamenti
comunitari in materia di qualità dei prodotti agricoli e alimentari.
Nel 2003 l’Italia era preceduta, sia pure di una sola unità, dalla Francia; nel 2016 conta, rispetto alla
stessa Francia, 52 registrazioni in più (tabella 1).
Tabella 1 - Prodotti DOP/IGP dei principali Paesi dell’UE
2003
2010
2014
2015
2016
Italia
130
217
267
276
289
Francia
131
182
218
225
237
Spagna
70
143
176
181
190
Portogallo
85
116
124
132
136
Grecia
81
88
101
102
104
Germania
64
78
79
84
89
Regno Unito
27
34
55
55
58
Altri UE
34
134
181
186
204
Totale
622
992
1.201
1.241
1.307
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati UE
Il ritmo medio di crescita delle nuove registrazioni italiane (tabella 2) è stato, fra il 2003 e il 2016, di circa
12 l’anno con il minimo nel 2006 (3) e il massimo nel 2010 (24).
Tabella 2 - Nuove registrazioni di prodotti DOP/IGP dell’Italia per anno
2004
12
2011
20
2005
8
2012
9
2006
3
2013
13
2007
10
2014
8
2008
11
2015
9
2009
19
2016
13
2010
24
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati UE
Guardando distintamente alle due categorie di riconoscimento (DOP e IGP), il nostro Paese è
largamente al primo posto per i prodotti DOP e al secondo posto, dopo la Francia, per i prodotti IGP
(tabella 3). Fra il 2010 e il 2016, l’Italia ha registrato, in media, ogni anno 5 nuove DOP e 7 nuove IGP.
1
Tabella 3 - Prodotti DOP e IGP dei principali Paesi europei
2010
2016
DOP
IGP
Totale
DOP
IGP
Totale
Italia
135
82
217
166
123
289
Francia
81
101
182
98
139
237
Spagna
78
65
143
102
88
190
Portogallo
58
58
116
64
72
136
Grecia
65
23
88
75
29
104
Germania
30
48
78
12
77
89
Regno Unito
16
18
34
23
35
58
Altri UE
39
65
134
74
130
204
Totale
502
460
992
614
693
1.307
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati UE
I riconoscimenti DOP e IGP sono stati istituiti dall’Unione Europea, ma possono essere attribuiti anche a
prodotti provenienti da Paesi extra UE. Oggi i prodotti di Paesi extra UE riconosciuti DOP e IGP sono 23,
di cui 10 della Cina (tabella 4).
Tabella 4 - Prodotti DOP e IGP dei Paesi extra UE (2016)
DOP
IGP
Totale
DOP/IGP
Cina
4
6
10
Thailandia
4
4
Turchia
1
1
2
India
1
1
Vietnam
1
1
Colombia
1
1
Andorra
1
1
Norvegia
1
1
Cambogia
1
1
Rep. Dominicana
1
1
Totale extra UE
7
16
23
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati UE
2. Le registrazioni di DOP e IGP in Italia
Rispetto al 2003, nel 2016 i prodotti italiani che si fregiano dei marchi DOP e IGP sono più che
raddoppiati (da 130 a 289). La categoria produttiva per la quale il nostro Paese ha ottenuto il maggior
numero di riconoscimenti (tabella 5) è quella degli ortofrutticoli e dei cereali (110), seguita dai formaggi
(51), dagli oli extravergini di oliva (45) e dalle preparazioni a base di carne (41).
2
Tabella 5 - Prodotti DOP/IGP per categoria
2003
2005
2010
2014
2015
Carni fresche
2
2
3
5
5
Prodotti a base di carne
26
28
33
38
40
Formaggi
30
32
40
48
50
Altri di origine animale
0
2
2
5
5
Ortofrutticoli e cereali
36
47
84
103
106
Oli extravergini di oliva
30
37
40
43
43
Aceti
2
2
3
3
3
Prodotti di panetteria
3
3
6
9
11
Spezie
2
3
4
4
Olii essenziali
1
1
1
1
1
Prodotti ittici
2
5
5
Sale
1
1
Paste alimentari
2
2
Totale
130
156
217
267
276
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Mipaaf
2016
5
41
51
5
110
45
3
13
4
1
5
1
5
289
I prodotti DOP prevalgono numericamente sugli IGP; tuttavia questi ultimi, nel periodo 2005-2016
hanno registrato un incremento maggiore, con 73 nuovi riconoscimenti (+142%) rispetto ai nuovi 60
(+56%) dei DOP (tabella 6).
Tabella 6 - Prodotti DOP e IGP per categoria
2005
2010
2016
DOP
IGP
DOP
IGP
DOP
Carni fresche
2
3
1
Prodotti a base di carne
20
8
21
12
21
Formaggi
32
38
1
49
Altri di origine animale
2
3
5
Ortofrutticoli e cereali
10
37
25
59
36
Oli extravergini di oliva
36
1
39
1
42
Aceti
2
2
1
2
Prodotti di panetteria
1
2
2
4
3
Spezie
2
3
4
Olii essenziali
1
1
1
Prodotti ittici
1
1
2
Sale
Paste alimentari
Totale
106
50
135
82
166
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Mipaaf
IGP
4
20
2
74
3
1
10
3
1
5
123
La regione italiana nella quale ricade il maggior numero di zone di produzione di prodotti DOP e IGP
(tabella 7) è l’Emilia Romagna (44) seguita da Veneto (36) e Lombardia (34). Il maggior numero di zone
3
di produzione di DOP ricade in Lombardia (20), seguita da Emilia Romagna (19) e Veneto (18). Per zone
di produzione di IGP, prevale l’Emilia Romagna (25), seguita da Veneto (18) e Toscana (15). I prodotti
DOP e IGP la cui zona di produzione ricade in due o più regioni sono 30.
Tabella 7 - Prodotti DOP e IGP nelle regioni d’Italia (2016)
Abruzzo
Basilicata
Calabria
Campania
Emilia Romagna
Friuli Venezia Giulia
Lazio
Liguria
Lombardia
Marche
DOP
6
5
12
14
19
5
16
2
20
6
IGP
4
4
6
9
25
1
11
2
14
7
Totale
10
9
18
23
44
6
27
4
34
13
Molise
Piemonte
Puglia
Sardegna
Sicilia
Toscana
Trentino Alto Adige
Umbria
Valle d’Aosta
Veneto
DOP
5
13
12
6
17
16
9
4
4
18
IGP
1
9
7
2
13
15
5
5
0
18
Totale
6
22
19
8
30
31
14
9
4
36
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati Mipaaf
3. Produttori e trasformatori
Le aziende agricole italiane che producono DOP e IGP sono state, nel 2015, circa 75.500, in crescita
rispetto all’anno precedente dopo una costante flessione dal 2010 (tabella 8). Rispetto al 2010, sono
aumentate, soprattutto le aziende che producono carni fresche e ortaggi-cereali; sono diminuite le
aziende che partecipano alla filiera dei formaggi e delle preparazioni a base di carne.
Tabella 8 - Aziende agricole con produzioni DOP/IGP
2005
2010
2013
2014
Carni fresche
2.722
6.287
7.659
8.039
Prodotti a base di carne
5.017
3.917
3.562
3.470
Formaggi
17.546
32.432
27.190
26.454
Altri prodotti di origine animale
47
193
240
253
Ortofrutticoli e cereali
11.561
16.499
17.076
17.279
Oli extravergine di oliva
17.354
19.891
19.083
18.734
Aceti diversi dagli aceti di vino
253
157
181
182
Prodotti di panetteria
161
47
28
25
Spezie
17
77
92
88
Olii essenziali
30
30
30
Prodotti ittici
6
10
10
Totale
54.678
79.536
75.151
74.564
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati ISTAT
2015
8.701
3.364
26.042
308
17.061
19.567
182
33
105
30
64
75.457
La superficie agricola destinata a produzioni DOP e IGP, nel periodo 2005-2015, è stata in costante
crescita, sia in valori assoluti, sia come quota percentuale della SAU nazionale (tabella 9) ), anche se tale
quota percentuale rimane decisamente contenuta. Nel 2005 le coltivazioni per prodotti DOP/IGP
coprivano poco più dello 0,8% della SAU complessiva; nel 2015 tale incidenza è salita a circa l’1,4% .
4
Tabella 9 - Superficie destinata a produzioni DOP/IGP per categoria di coltivazione (ha)
2005
2010
2013
2014
2015
Ortofrutticoli e cereali
25.100
47.636
52.805
55.458
53.958
Oli extravergine di oliva
78.072
98.092 108.085 106.224 114.996
Aceti
170
207
247
252
252
Prodotti di panetteria
5.480
1.369
345
230
351
Spezie
2
10
172
129
169
Oli essenziali
0
223
150
150
150
TOTALE
108.824 147.537 161.804 162.443 169.876
% sulla SAU totale
0,84%
1,14%
1,30%
1,32%
1,38%
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati ISTAT
Per quanto riguarda gli allevamenti destinati a produzioni DOP e IGP (tabella 10), dopo il 2010 sono
diminuiti costantemente. Guardando i singoli settori produttivi, alla crescita costante degli allevamenti
per produzione di carne fresca, fa riscontro l’andamento negativo degli allevamenti per la produzione di
formaggi e preparazioni a base di carne. Gli allevamenti di bovini, bufalini, suini e ovini da cui
provengono carne e latte destinati ad ottenere prodotti DOP e IGP sono circa il 21% del totale.
Tabella 10 - Allevamenti destinati a produzioni DOP/IGP per categoria
2005
2010
2013
2014
2015
Carni fresche
2.743
6.333
7.727
8.104
8.732
Prodotti a base di carne
5.807
5.048
4.614
4.354
3.856
Formaggi
20.690
35.496
29.357
28.685
26.339
Altri di origine animale
47
196
246
258
323
Prodotti ittici
0
12
11
11
57
TOTALE
29.287
47.085
41.955
41.412
39.307
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati ISTAT
Nel 2015 sono tornate a crescere le aziende che effettuano la trasformazione dei prodotti (tabella 11),
dopo un precedente andamento altalenante. Anche in questo caso si registra una flessione significativa
nella filiera dei formaggi, già a partire dal 2010, e un incremento rilevante nel settore degli ortofrutticoli
e cereali. Presenta andamento contrastato, in tutto il periodo, il settore dell’olio d’oliva che rimane in
ogni caso, con quasi duemila aziende, il settore con il numero maggiore di operatori dediti alla
trasformazione di DOP e IGP.
5
Tabella 11 - Aziende di trasformazione agroalimentare con produzioni DOP/IGP
2005
2010
2013
2014
2015
Carni fresche
610
949
873
868
897
Prodotti a base di carne
618
691
741
656
693
Formaggi
1.883
1.699
1.691
1.555
1.529
Altri prodotti di origine animale
11
28
33
29
42
Ortofrutticoli e cereali
584
949
1.165
1.204
1.350
Oli extravergine di oliva
1.850
1.641
1.863
1.796
1.811
Aceti diversi dagli aceti di vino
173
493
548
568
624
Prodotti di panetteria
16
34
48
56
74
Spezie
79
93
74
89
Olii essenziali
6
8
8
8
Prodotti ittici
5
7
7
7
Paste alimentari
17
21
23
TOTALE
5.745
6.574
7.087
6.842
7.147
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati ISTAT
4. Il valore alla produzione
Il valore complessivo alla produzione dei DOP e IGP italiani è in costante crescita dal 2002 (tabella 12).
Tuttavia, guardando ai singoli comparti, si registra l’andamento contrastato dei prodotti a base di carne
e la flessione, nel 2013 e 2014 dell’olio d’oliva. Stabile, negli ultimi due anni osservati, il valore della
produzione di formaggi che è il comparto di maggior rilevanza in termini di valore della produzione.
Tabella 12 - Valore alla produzione dei prodotti DOP/IGP (milioni di euro)
2002
2010
2013
2014
Formaggi
2.330
3.440
3.622
3.662
Prodotti a base di carne
681
1.869
1.765
1.804
Ortofrutticoli e cereali
34
320
417
467
Aceti balsamici
247
262
294
Oli extravergini di oliva
28
73
62
56
Carni fresche
42
84
83
Altri comparti
19*
1
2
2
Totale
3.092
5.992
6.214
6.368
* Comprese carni fresche
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati ISMEA-Qualivita
Al valore complessivo alla produzione dei DOP/IGP contribuiscono prevalentemente dieci prodotti
(tabella 13), che nel 2002 (quando i DOP e IGP erano 120) rappresentavano il 91%, e nel 2014 (quando i
DOP e IGP erano 267) l’81%. Ciò significa che i 110 prodotti oltre i primi 10 rappresentavano nel 2002
appena il 10% del valore alla produzione (media per prodotto 0,09%), e che i 167 prodotti oltre i primi
10, nel 2014, rappresentavano il 19% del valore alla produzione (media per prodotto 0,11%).
6
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Tabella 13 - Primi 10 prodotti DOP e IGP per valore alla produzione (milioni di euro)
2002
2010
2013
2014
Reg.*
Grana Padano DOP
744
1.259
1.356
1.361
1996
Parmigiano Reggiano DOP
847
1.163
1.220
1.205
1996
Prosciutto di Parma-DOP
443
900
694
701
1996
Aceto Balsamico di Modena IGP
243
259
292
2009
Mozzarella di Bufala Campana DOP
138
290
281
283
1996
Prosciutto di San Daniele DOP
172
309
278
278
1996
Mortadella Bologna IGP
27
218
271
277
1998
Gorgonzola DOP
171
216
232
267
1996
Bresaola della Valtellina IGP
199
250
249
1996
Mela Alto Adige IGP
193
247
2005
Pecorino Romano DOP
159
156
1996
Asiago DOP
86
1996
Toscano IGP (olio di oliva)
13
1998
Totale primi dieci DOP/IGP
2.800
4.953
5.034
5.160
Totale DOP/IGP
3.092
5.992
6.214
6.368
Primi 10/ Totale DOP/IGP (%)
90,6%
82,7%
81,0%
81,0%
*Anno della registrazione
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati ISMEA-Qualivita
5. Il valore delle esportazioni
Dal 2002 al 2014 il valore delle esportazioni italiane di prodotti DOP/IGP (tabella 14), è più che
raddoppiato (+116%) rispetto al 2002. Si rilevano tuttavia, rispetto all’andamento generale, alcune
flessioni, di breve o più lungo periodo, per i prodotti a base di carne e per gli oli di oliva che ricalcano
l’andamento del valore della produzione. Nel complesso l’export di prodotti DOP e IGP rappresenta il
9,4% per cento del totale dell’export agroalimentare escluso il vino.
Tabella 14 - Valore dell’export dei prodotti DOP/IGP dei principali comparti (milioni di euro)
2002
2010
2013
2014
Prodotti a base di carne
613
402
406
446
Formaggi
639
1.141
1.354
1.509
Oli extravergini di oliva
19
39
45
40
Ortofrutticoli e cereali
2
76
193
267
Aceti balsamici
198
441
496
Carni fresche
6
4
4
5
Totale
1.279
1.860
2.443
2.763
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati ISMEA-Qualivita
Nei diversi settori produttivi le quote di prodotto destinato all’esportazione (tabella 15) vedono al primo
posto gli aceti balsamici (92% nel 2013 e 2014), seguiti dai formaggi (55% nel 2014, in lieve crescita
rispetto al 2013) e dagli ortofrutticoli (46% nel 2014, in sensibile crescita rispetto agli anni precedenti). I
7
prodotti a base di carne hanno segnato un decremento della quota di export nel 2013 rispetto al 2010, e
una lieve ripresa nel 2014.
Tabella 15 - Quota % di produzione DOP/IGP esportata per i principali comparti
2002
2010
2013
2014
Aceti
80%
92%
92%
Oli extravergini di oliva
27%
47%
54%
55%
Ortofrutticoli
3%
28%
39%
46%
Formaggi
18%
28%
32%
32%
Prodotti a base di carne
15%
19%
16%
17%
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati ISMEA-Qualivita
Al valore complessivo delle esportazioni di prodotti DOP/IGP contribuiscono, come già rilevato per il
valore alla produzione, soprattutto dieci prodotti (tabella 16). Nel caso delle esportazioni, la quota
rappresentata da tale gruppo di prodotti è addirittura superiore, sia pure in lieve diminuzione: dal 95%
del 2002, si è ridotta al 91% nel periodo 2010-2014. Nel 2010, rispetto al 2002, si rilevano, per alcuni
prodotti, flessioni dei valori esportati anche molto significative (prosciutti di Parma e San Daniele,
formaggio Gorgonzola), tali da non essere state ancora recuperate negli anni seguenti.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Tabella 16 - Primi 10 prodotti DOP/IGP per valore dell’export (milioni di euro)
2002
2010
2013
2014
Grana Padano DOP
181
467
543
612
Parmigiano-Reggiano DOP
120
387
464
525
Aceto Balsamico di Modena IGP
198
439
493
Prosciutto di Parma DOP
421
276
241
257
Mela Alto Adige IGP
46
137
204
Pecorino Romano DOP
106
97
122
135
Gorgonzola DOP
111
78
94
101
Mozzarella Bufala Campana DOP
88
78
81
76
Prosciutto di San Daniele DOP
90
38
53
57
Mela Val di Non DOP
40
44
Mortadella Bologna IGP
34
29
Speck dell’Alto Adige iGP
58
Toscano IGP (olio e.v. di oliva )
13
Totale primi 10 DOP/IGP
1.222
1.694
2.214
2.504
Totale DOP/IGP
1.279
1.860
2.443
2.763
Primi 10/ Totale (%)
95,50% 91,10% 90,60% 90,60%
*Anno della registrazione
Fonte: elaborazione Centro Studi Confagricoltura su dati ISMEA-Qualivita
Reg.*
1996
1996
2009
1996
2005
1996
1996
1996
1996
2003
1998
1996
1998
6. Conclusioni
I prodotti agroalimentari per i quali l’Italia ha ottenuto il riconoscimento della Denominazione d’origine
protetta (DOP) e della Indicazione geografica protetta (IGP) costituiscono una premessa molto
importante per la valorizzazione del patrimonio agricolo e alimentare nazionale. Il primato di
8
riconoscimenti raggiunto e consolidato dall’Italia rispetto agli altri Paesi dell’UE testimonia, non solo la
ricchezza di tradizioni agricole e gastronomiche nazionali, ma anche l’eccellente lavoro delle istituzioni e
dei produttori (tabelle 1 e 2).
Più attive nella valorizzazione dei prodotti DOP e IGP sono le regioni del Nord (soprattutto Emilia
Romagna, Veneto e Lombardia); fra le regioni del Centro, la Toscana; fra le regioni del Sud, la Sicilia
(tabella 6)
La dimensione del sistema produttivo (produzione primaria di coltivazioni e allevamenti,
trasformazione) presenta, nel periodo 2005-2015 (tabelle da 7 a 10), un andamento generalmente di
crescita fino al 2010, seguito da una generale flessione con alcune tendenze contrastanti, pur a fronte
dell’acquisizione media annuale di nuovi riconoscimenti di prodotti DOP e IGP sostanzialmente costante
nei periodi esaminati. Va tuttavia considerato che la gran parte dei riconoscimenti più recenti riguarda
prodotti che coinvolgono quantitativi e valori limitati nonché, conseguentemente, un ridotto numero di
operatori (produttori e trasformatori).
L’evoluzione temporale (periodo 2002-2014) del valore complessivo alla produzione dei DOP e IGP
(tabelle 11 e 12) presenta incrementi medi annuali generalmente decrescenti e, per alcune categorie di
prodotti, anche temporanee flessioni. Nel 2014, i dieci prodotti con i valori alla produzione più elevati,
quasi tutti riconosciuti prima del 2000, hanno rappresentato l’81% del totale (5.160 milioni di euro su un
totale di 6.368). Meritano evidenza due eccezioni: l’Aceto Balsamico di Modena IGP, al quarto posto
della graduatoria dei valori alla produzione (292 milioni di euro nel 2014), riconosciuto nel 2009; e la
Mela Alto Adige IGP, al decimo posto nella graduatoria (247 milioni di euro nel 2014), riconosciuta nel
2005.
Il valore complessivo della esportazione dei DOP e IGP (tabelle da 13 a 15) evidenzia invece (periodo
2002-2014) incrementi medi annuali crescenti – in linea con la crescita dell’agroalimentare complessivo
- pur determinati, come nel caso del valore alla produzione, soprattutto dai primi dieci prodotti
maggiormente commercializzati all’estero, riconosciuti in gran parte prima del 2000. Il “peso” sull’export
dei “top 10” è, in questo caso, superiore al 90%, con l’Aceto Balsamico di Modena IGP al terzo posto
della graduatoria (493 milioni di euro nel 2014 col 92% di produzione esportata) e la Mela Alto Adige IGP
al quinto posto (204 milioni di euro nel 2014).
In prospettiva, si evidenzia…
1) la necessità di una valutazione sui processi di riconoscimento di DOP e IGP per prodotti disponibili in
quantità limitate, commercializzati quasi esclusivamente a livello locale, per la promozione dei quali
forse sarebbero sufficienti altre qualifiche di valorizzazione (come, ad esempio, quella di “prodotto
tradizionale”). La diminuzione delle aziende produttrici di DOP e IGP può evidenziare o un processo di
concentrazione produttiva e quindi di rafforzamento strutturale, anche in concomitanza di una
situazione di maggiore competitività, oppure una progressiva riduzione dei vantaggi della certificazione
di questo genere di prodotti per gli operatori della produzione primaria.
2) La necessità di consolidare, fra i riconoscimenti già acquisiti, quelli suscettibili, in ragione delle
quantità prodotte, di una migliore possibilità di promozione e commercializzazione all’estero o sul
mercato nazionale a livello non solo locale.
18 gennaio 2017
9