Patto per l`educazione - scheda

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Patto per l`educazione - scheda
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VERSO IL PATTO PER L’EDUCAZIONE
Il percorso ha come obiettivo dare impulso a progetti da sviluppare negli ambiti
territoriali, nei quartieri, nelle realtà scolastiche con Patti specifici, a partire dalla
condivisione di alcuni valori, principi comuni e parole chiave sulle quali Comune di
Reggio Emilia, insegnanti delle scuole e operatori dei servizi, genitori si confronteranno
in un lavoro comune e in incontri nei prossimi mesi per definire il Patto per una Città
educante.
Nel Patto per una Città educante si legge: “Una città educante è una città che si fa
carico, attraverso l’azione integrata di tutti i soggetti che a diverso titolo lavorano in
campo educativo, dello sviluppo armonico e integrale di tutti i suoi cittadini, con
particolare attenzione a quelli più giovani, a cui intende offrire gli strumenti per vivere
una cittadinanza attiva, che attinga a cultura, saperi, etiche ed esperienze. (…) Una città
che supera l’idea che l’educazione sia un fatto cui sono deputati solo i tecnici
specializzati, per chiamare alla cura e all’attenzione verso l’educazione tutti gli adulti
attraverso la partecipazione ai luoghi formali ed informali.
Una città che cura e qualifica i contesti educativi Attraverso strategie e didattiche
coerenti con i valori espressi (non qualsiasi), capace di una forte visione orientata al
successo formativo di tutti, orientata alla costruzione di alleanze e sinergie tra i vari
attori educativi del proprio territorio.
L’educazione di qualità è dunque un fattore cruciale per la costruzione della qualità di
legami sociali. E’ un tema costitutivo della città, non un servizio erogato da
un’istituzione educativa”.
Con il Patto ci “si assume l’impegno di guardare al futuro. Un patto che, per essere
vitale ed in grado di affrontare le sfide di oggi e di domani, assume come strategia di
fondo la partecipazione, intesa come coinvolgimento e contributo, dentro ai valori della
corresponsabilità e della democrazia”.
La proposta di Patto per una Città educante indica percorsi inclusivi di interlocutori,
istituzionali e non, proponendo loro un’idea condivisa di che cos’è l’educazione nella
città; l’individuazione di priorità di investimento, risorse, vincoli, sistemi di governance
e supporto al sistema educativo cittadino, per costruire progettazioni sui diversi
territori, con i Patti di territorio.
Il percorso di lavoro pone l’attenzione su alcune questioni nodali e che riguardano in
particolare la fascia d’età 6-29 anni. Questo ampio spettro permette un confronto volto
a ipotizzare risposte innovative che possono prendere in considerazione le giovani
generazioni e tutto il ciclo scolastico.
I temi alla base del Patto sono:
• Città educante come città generatrice di benessere e opportunità: educazione come
diritto di cittadinanza. Per concorrere alla costruzione di una comunità educante è
necessario promuovere i diritti all’apprendimento, al benessere e allo sviluppo delle
differenti potenzialità di ognuno; incentivare il dialogo progettuale e la costruzione di
reti educative con i diversi attori del territorio favorendo la messa a sistema delle
risorse che la città può offrire, riconoscendo e valorizzando le differenze nel dialogo e
nella coprogettazione.
• Città educante come città che promuove partecipazione – dei bambini e ragazzi, dei
giovani e delle famiglie, degli operatori, dei cittadini – come valore e strategia
educativa (la relazione come “vincolo” per la costruzione della città educante). Nella
scuola occorre individuare i tempi e i modi della partecipazione a diversi livelli, di
studenti, insegnanti, genitori, cittadini, ovvero leggere la partecipazione come
collegialità, responsabilità diffusa, coprogettazione.
In relazione al valore della partecipazione proponiamo di ridefinire il concetto di
autonomia (non solo quella scolastica), come relazione, dialogo, visibilità delle identità
attraverso la documentazione delle esperienze e dei percorsi realizzati. Perciò un’idea
di sistema educativo che avvolge la città, contro un’idea di autonomia che promuove
una partecipazione formale, ma in realtà isolata dalla città e dagli altri contesti vitali.
• Città educante come contesto che riconosce le differenze e sa valorizzare gli
intrecci tra diverse culture, tra diverse professionalità, tra diverse appartenenze. A
questo proposito occorre promuovere etiche e prassi in grado di favorire una stimolante
convivenza, che offra l’opportunità ad ogni soggetto di scoprire le proprie potenzialità,
le capacità, le idee, i modi di conoscere e di apprendere dalle capacità e dalle
eccellenze altrui; di convivere dunque in un clima relazionale intenzionalmente fondato
dove l’essere diversi possa diventare risorsa per tutti.
• Città educante in grado di promuovere un sistema educativo che legittima,
riconosce, sostiene e valorizza accessi plurimi alla conoscenza. È necessario
modificare la prospettiva culturale prevalente che si fonda sul dominio esclusivo della
parola e dei saperi formali nella valutazione del successo formativo, per ricomprendere
e proporre l’ampia gamma di linguaggi che appartengono agli esseri umani e alla cultura
approcciandoli
come
mezzi
attraverso
i
quali
attivare
processi
di
elaborazione/organizzazione delle conoscenze pregresse e delle informazioni che si
stanno acquisendo. Quindi un approccio che vede i linguaggi come componenti
fondamentali, nei contesti educativi, per l’individuazione delle strategie necessarie alla
costruzione di significati/apprendimenti significativi per ognuno. Un cambiamento non
solo per la scuola, ma più complessivamente del tessuto cittadino e della sua cultura.
• Costruzione di una governance che garantisca il coordinamento e il presidio
pubblico, sostenga le esperienze, favorisca luoghi intermedi di partecipazione sui
territori contribuendo alla costruzione di una sintesi che rappresenti le diverse
specificità (circoscrizioni, cooperative sociali, parrocchie, associazionismo, comitati
infanzia/città, consigli d’istituto, ecc.) ed al contempo evidenzi la condivisione di quei
valori e orientamenti fondamentali che qualificano la nostra città.
Questi temi nodali, nel filo conduttore che li attraversa, costituiscono le priorità su cui
proporre la convergenza dei differenti soggetti che contribuiscono a fare di Reggio
Emilia una città in cui l’educazione è una competenza distintiva.
LA COMUNITÀ EDUCANTE È’ UNA COMUNITÀ ETICA – Una comunità può essere definita
etica quando educa, quando è educante. Educare è costruire insieme identità e futuro.
Per questo la scuola, in una comunità educante, svolge un ruolo primario verso gli
studenti che debbono apprendere con i contenuti del programma anche il pensiero
creativo, connettivo e soprattutto etico, elemento essenziale per la cittadinanza.
Per questo, grande è il ruolo degli insegnanti che sono i primi modelli, ma certamente
essenziale è anche il ruolo che la comunità può svolgere non solo per integrare ma
confermare ed espandere i concetti ed i valori attraverso buone pratiche e buon lavoro.
Le istituzioni scolastiche debbono dunque per prime garantire e garantirsi di essere
luoghi etici perché ecologici anche per offrirsi come parametri di riferimento a tutti quei
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luoghi di lavoro, associazioni pubbliche e di volontariato che intendono agire per essere
innanzitutto luoghi educativi.
Una città educante è una città dove educazione e partecipazione di affiancano; dove le
scuole, di ogni ordine e grado, giocano un ruolo fondamentale e determinante non solo
per l’acquisizione da parte dei bambini e dei giovani dei saperi formali, ma per
l’acquisizione e la creazione di valori su cui la comunità stessa può fondare la sua
identità, ma soprattutto, ove potrà riflettere sul processo morale del diventare cittadino
e lavoratore in una società.