Patto per l`educazione - scheda
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Patto per l`educazione - scheda
Ufficio Stampa Piazza Prampolini, 1 – 42121 Reggio Emilia tel. (+39) 0522 456390-456840 fax. (+39) 0522 456677 [email protected] VERSO IL PATTO PER L’EDUCAZIONE Il percorso ha come obiettivo dare impulso a progetti da sviluppare negli ambiti territoriali, nei quartieri, nelle realtà scolastiche con Patti specifici, a partire dalla condivisione di alcuni valori, principi comuni e parole chiave sulle quali Comune di Reggio Emilia, insegnanti delle scuole e operatori dei servizi, genitori si confronteranno in un lavoro comune e in incontri nei prossimi mesi per definire il Patto per una Città educante. Nel Patto per una Città educante si legge: “Una città educante è una città che si fa carico, attraverso l’azione integrata di tutti i soggetti che a diverso titolo lavorano in campo educativo, dello sviluppo armonico e integrale di tutti i suoi cittadini, con particolare attenzione a quelli più giovani, a cui intende offrire gli strumenti per vivere una cittadinanza attiva, che attinga a cultura, saperi, etiche ed esperienze. (…) Una città che supera l’idea che l’educazione sia un fatto cui sono deputati solo i tecnici specializzati, per chiamare alla cura e all’attenzione verso l’educazione tutti gli adulti attraverso la partecipazione ai luoghi formali ed informali. Una città che cura e qualifica i contesti educativi Attraverso strategie e didattiche coerenti con i valori espressi (non qualsiasi), capace di una forte visione orientata al successo formativo di tutti, orientata alla costruzione di alleanze e sinergie tra i vari attori educativi del proprio territorio. L’educazione di qualità è dunque un fattore cruciale per la costruzione della qualità di legami sociali. E’ un tema costitutivo della città, non un servizio erogato da un’istituzione educativa”. Con il Patto ci “si assume l’impegno di guardare al futuro. Un patto che, per essere vitale ed in grado di affrontare le sfide di oggi e di domani, assume come strategia di fondo la partecipazione, intesa come coinvolgimento e contributo, dentro ai valori della corresponsabilità e della democrazia”. La proposta di Patto per una Città educante indica percorsi inclusivi di interlocutori, istituzionali e non, proponendo loro un’idea condivisa di che cos’è l’educazione nella città; l’individuazione di priorità di investimento, risorse, vincoli, sistemi di governance e supporto al sistema educativo cittadino, per costruire progettazioni sui diversi territori, con i Patti di territorio. Il percorso di lavoro pone l’attenzione su alcune questioni nodali e che riguardano in particolare la fascia d’età 6-29 anni. Questo ampio spettro permette un confronto volto a ipotizzare risposte innovative che possono prendere in considerazione le giovani generazioni e tutto il ciclo scolastico. I temi alla base del Patto sono: • Città educante come città generatrice di benessere e opportunità: educazione come diritto di cittadinanza. Per concorrere alla costruzione di una comunità educante è necessario promuovere i diritti all’apprendimento, al benessere e allo sviluppo delle differenti potenzialità di ognuno; incentivare il dialogo progettuale e la costruzione di reti educative con i diversi attori del territorio favorendo la messa a sistema delle risorse che la città può offrire, riconoscendo e valorizzando le differenze nel dialogo e nella coprogettazione. • Città educante come città che promuove partecipazione – dei bambini e ragazzi, dei giovani e delle famiglie, degli operatori, dei cittadini – come valore e strategia educativa (la relazione come “vincolo” per la costruzione della città educante). Nella scuola occorre individuare i tempi e i modi della partecipazione a diversi livelli, di studenti, insegnanti, genitori, cittadini, ovvero leggere la partecipazione come collegialità, responsabilità diffusa, coprogettazione. In relazione al valore della partecipazione proponiamo di ridefinire il concetto di autonomia (non solo quella scolastica), come relazione, dialogo, visibilità delle identità attraverso la documentazione delle esperienze e dei percorsi realizzati. Perciò un’idea di sistema educativo che avvolge la città, contro un’idea di autonomia che promuove una partecipazione formale, ma in realtà isolata dalla città e dagli altri contesti vitali. • Città educante come contesto che riconosce le differenze e sa valorizzare gli intrecci tra diverse culture, tra diverse professionalità, tra diverse appartenenze. A questo proposito occorre promuovere etiche e prassi in grado di favorire una stimolante convivenza, che offra l’opportunità ad ogni soggetto di scoprire le proprie potenzialità, le capacità, le idee, i modi di conoscere e di apprendere dalle capacità e dalle eccellenze altrui; di convivere dunque in un clima relazionale intenzionalmente fondato dove l’essere diversi possa diventare risorsa per tutti. • Città educante in grado di promuovere un sistema educativo che legittima, riconosce, sostiene e valorizza accessi plurimi alla conoscenza. È necessario modificare la prospettiva culturale prevalente che si fonda sul dominio esclusivo della parola e dei saperi formali nella valutazione del successo formativo, per ricomprendere e proporre l’ampia gamma di linguaggi che appartengono agli esseri umani e alla cultura approcciandoli come mezzi attraverso i quali attivare processi di elaborazione/organizzazione delle conoscenze pregresse e delle informazioni che si stanno acquisendo. Quindi un approccio che vede i linguaggi come componenti fondamentali, nei contesti educativi, per l’individuazione delle strategie necessarie alla costruzione di significati/apprendimenti significativi per ognuno. Un cambiamento non solo per la scuola, ma più complessivamente del tessuto cittadino e della sua cultura. • Costruzione di una governance che garantisca il coordinamento e il presidio pubblico, sostenga le esperienze, favorisca luoghi intermedi di partecipazione sui territori contribuendo alla costruzione di una sintesi che rappresenti le diverse specificità (circoscrizioni, cooperative sociali, parrocchie, associazionismo, comitati infanzia/città, consigli d’istituto, ecc.) ed al contempo evidenzi la condivisione di quei valori e orientamenti fondamentali che qualificano la nostra città. Questi temi nodali, nel filo conduttore che li attraversa, costituiscono le priorità su cui proporre la convergenza dei differenti soggetti che contribuiscono a fare di Reggio Emilia una città in cui l’educazione è una competenza distintiva. LA COMUNITÀ EDUCANTE È’ UNA COMUNITÀ ETICA – Una comunità può essere definita etica quando educa, quando è educante. Educare è costruire insieme identità e futuro. Per questo la scuola, in una comunità educante, svolge un ruolo primario verso gli studenti che debbono apprendere con i contenuti del programma anche il pensiero creativo, connettivo e soprattutto etico, elemento essenziale per la cittadinanza. Per questo, grande è il ruolo degli insegnanti che sono i primi modelli, ma certamente essenziale è anche il ruolo che la comunità può svolgere non solo per integrare ma confermare ed espandere i concetti ed i valori attraverso buone pratiche e buon lavoro. Le istituzioni scolastiche debbono dunque per prime garantire e garantirsi di essere luoghi etici perché ecologici anche per offrirsi come parametri di riferimento a tutti quei Ufficio Stampa Piazza Prampolini, 1 – 42121 Reggio Emilia tel. (+39) 0522 456390-456840 fax. (+39) 0522 456677 [email protected] luoghi di lavoro, associazioni pubbliche e di volontariato che intendono agire per essere innanzitutto luoghi educativi. Una città educante è una città dove educazione e partecipazione di affiancano; dove le scuole, di ogni ordine e grado, giocano un ruolo fondamentale e determinante non solo per l’acquisizione da parte dei bambini e dei giovani dei saperi formali, ma per l’acquisizione e la creazione di valori su cui la comunità stessa può fondare la sua identità, ma soprattutto, ove potrà riflettere sul processo morale del diventare cittadino e lavoratore in una società.