15luglio_liberta_arp, copap e cantine vicobarone ad expo

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15luglio_liberta_arp, copap e cantine vicobarone ad expo
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LIBERTÀ
mercoledì 15 luglio 2015
Arp, un gusto tutto piacentino
ha già fatto il giro del mondo
Pomodoro, aglio e vino, il terzetto che cattura i visitatori di Expo
P
omodoro, aglio e vino
piacentini sono la carta
vincente di questa settimana per Arp, Copap e Cantine di Vicobarone in Piazzetta Piacenza. In fondo basta
proporre ai visitatori il meglio
dei nostri sapori “sostenibili”,
vale a dire prodotti coltivati e
lavorati con estrema cura, e il
gioco è fatto. Le file per assaggiare parlano da sole. Con pazienza si aspetta il proprio
turno al banchetto sotto la
Grande Zolla.
La conferma arriva da Loris
Mazza, responsabile commerciale di Arp, importante
cooperativa che è già venuta
in Piazzetta agli inizi di maggio, ma è presente anche questa settimana e tornerà a settembre.
«Ci siamo esposti in totale
collaborazione con Copap e
Cantine di Vicobarone, por-
tiamo a Milano anche il valore della cooperazione fra cooperative» esordisce Mazza.
Qualcosa in più, rispetto alla
settimana di maggio, arriva
grazie agli assaggi dei prodotti, a quelli già citati si uniscono anche piselli e legumi. Il
successo è evidente.
Le cooperative fanno sistema e hanno forzato l’organizzazione ferrea di Expo con
queste degustazioni autorizzate, ma arricchendo anche
lo stand con piantine di pomodoro e mandando il filmato sulle aziende e la loro storia, c’è pure il dispositivo tridimensionale già visto a maggio in Piazzetta che racconta
con grande suggestione visiva
e immediatezza come nascono l’aglio migliore, il pomodoro e la vite, una storia inframmezzata da frasi ad effetto del tipo: “seminiamo pas-
A Milano, in
Piazzetta
Piacenza c’è chi
fa la fila agli
stand di Arp,
Copap e Cantine
di Vicobarone
per un assaggio
di prodotti tipici
sione e impegno per raccogliere sostenibilità”.
«Il concetto che esprimiamo è quello di puntare a risultati di qualità in tutto il processo produttivo, dalla gestione dell’acqua alla sostenibilità con il ricorso all’energia
fotovoltaica, le nostre tre imprese hanno già questo mini-
mo comune denominatore
nel loro Dna che è uno dei valori sostenuti da Expo».
Si tratta di farlo conoscere
al grande pubblico. «In Piazzetta rappresentiamo anche i
valori di Piacenza, un territorio che genera qualità in modo corretto».
In quanto ad Arp, la presen-
za si accompagna ad una
conferma di apprezzamento:
«Abbiamo avuto clienti importati che sono venuti a trovarci, come Esselunga, con la
quale c’è un connubio storico, ci conoscono e usano i nostri prodotti da più di venticinque anni».
Arp conta oltre 90 soci conferenti e 220 mila tonnellate
di materia prima (pomodoro)
trasformata, produzioni di alta qualità, come pure i piselli
in scatola e i borlotti,prossimamente l’azienda aggiungerà i cannellini lavorati al
fresco, un esperimento - viene spiegato - che ha già molta
richiesta sul mercato. Arp raccoglie prodotti entro un raggio di 30 chilometri al massimo e in tal modo alza il livello
della sostenibilità della materie prime lavorate, ma esporta in 28 Paesi e 5 continenti:
«I nostri prodotti fanno già il
giro del mondo». Il cuore pulsante è però nel Piacentino.
Un altro aspetto importante di questa grande impresa lo
si potrà apprezzare in ottobre, quando ci sarà un evento
per evidenziare l’utilizzo del
pomodoro “firmato” Arp nei
ristoranti in Expo gestiti da
Cir.
p.s.
Il POPOlARE gRuPPO stAsERA PER Il fEstIvAl bluEs dI scEnA In PIAZZA mOlInARI A fIOREnZuOlA cOn l’ultImO Album“tRAccE clAndEstInE”
Modena City Ramblers: «Nella nostra
musica al centro sta chi è ai margini»
A
pprodano a Fiorenzuola
con il tour Sentieri clandestini che li sta portando
su decine di piazze in Italia. I
Modena City Ramblers stasera
(ore 21,30 ingresso 15 euro)
calcano un palco particolare: il
sagrato della Collegiata per
presentare le canzoni ormai
“mitiche” della loro ventennale
storia e il nuovo album Tracce
clandestine, che si chiama così
perché racchiude brani sinora
inediti, suonati ai live ma mai
incisi, sino a questa primavera.
Un omaggio agli autori entrati
nelle fibre dei Modena, che li
rendono oggi quello che sono.
Ci racconta la genesi dell’album uno dei volti storici dei
Modena: Franco D’Aniello, tra
i fondatori della band, ancora
parte della line up ufficiale.
«Da tempo - spiega - aveva-
mo l’idea di incidere “in bella
copia” i brani musicali di autori che ci hanno influenzato.
Non sono cover messe a caso.
Rispecchiano la nostra storia.
E poi ci sono ospiti prestigiosi:
da Eugenio Finardi che canta
con noi Saluteremo il signor
padrone, canzone politica degli
anni ’70, a Stephane Mellino,
chitarrista dei Negress Vertes
(con il brano punk rock The
Casbah), a Terry Woods degli
irlandesi Pogues, i primi ad ispirarci vent’anni fa. Con lui
suoniamo
Crookedwood
polkak e Canzone per un amico
fragile, oltre a The trumpets of
Jericho. Ci sono anche brani
dei Mano Negra e di Manu
Chao».
Il disco è cantato in italiano,
spagnolo, inglese, ed arabo e
persino dialetto (un toccante
omaggio a Pierangelo Bertoli
con Prega Crest cantata dal figlio Alberto Bertoli).
La musica diventa davvero
universale. Anche chi normalmente resta ai margini, vi ha
invece cittadinanza. La scelta
di intitolare così l’album ha
anche un valore politico?
«Certamente e il fatto che
poniamo in apertura Clandestino di Manu Chao suggerisce
una precisa chiave di lettura. Il
nostro impegno nelle canzoni
va in questa direzione. Fatte le
debite proporzioni con coloro
che sono costretti a stare in disparte perché portano l’emarginazione nel sangue, anche
noi come gruppo ci sentiamo
“clandestini”: non siamo mai
stati sotto la luce dei riflettori».
Quanto è importante per
voi la piazza?
I Modena City Ramblers di scena stasera a Fiorenzuola per la rassegna“Not(t)e in Blue”
«E’ il centro del nostro lavoro. E’ lì che senti il rumore della
gente, senti la sua storia. E’ essenziale per la nostra musica,
la nostra stessa identità. Siamo
parte della piazza. Siamo sempre in giro. Raccogliamo le sensazioni vere e non virtuali della
gente normale che viene ai
concerti e racconta le proprie
storie. Anche questo significa
essere militanti: far sì che la
gente goda della musica, ci trovi una parola un ritmo che dia
speranza. Lo dovrebbero fare i
politici questo: ascoltare, dialogare, ma ormai preferiscono
nascondersi dietro ad un
twitt».
La piazza è stata anche luo-
go di mobilitazione politica.
Poi, dopo il G8 di Genova,
qualcosa è cambiato. Cosa ne
pensi?
«Noi al G8 c’eravamo. Dovevamo suonare con Manu
Chao, ma fu la mattina della
tragedia di Carlo Giuliani. E’
vero: finì allora un modello di
protesta. La piazza non è più
stata la stessa. Ora c’è quella
virtuale. Ma la piazza reale non
puoi sostituirla, perché sono
insostituibili i legami che si
creano. E’ la chimica dell’uomo». Con D’Aniello sul palco ci
saranno Luca Serio Bertolini
alla chitarre; Massimo Ghiacci
al basso; Francesco Moneti
violino e chitarre, Davide Morandi voce, Leonardo Sgavetti
fisarmonica, Roberto Zeno
batteria e percussioni. Il concerto rientra nella rassegna
Not(t)e Blue, organizzata da Fedro, assessorato sviluppo di
Fiorenzuola, comitato dei
commercianti Vetrine in centro.
Donata Meneghelli
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