La corresponsabilità dei laici

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La corresponsabilità dei laici
Corso di formazione per operatori pastorali A SERVIZIO DI UNA PARROCCHIA MISSIONARIA SCHEDA CONTENUTI TERZO INCONTRO SCHEMA CONTENUTI
La corresponsabilità dei laici I. Identità dei laici
a) Dal dualismo clero-laicato al binomio comunità ministeri
b) La comune dignità di tutti i battezzati e la loro partecipazione
all’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo
II. Ruolo dei laici
a) La Chiesa è comunione organica: nella diversità la corresponsabilità di ogni battezzato
b) La Chiesa è realtà tutta intera ministeriale: carismi e ministeri
dono dello Spirito a tutta la Chiesa
I. IDENTITÀ DEI LAICI
a) Dal dualismo clero-laicato al binomio comunità ministeri
Negli anni immediatamente prima del Concilio Vaticano II uno dei temi più scottanti è quello dell’identità del laico nella
Chiesa, per secoli infatti essi vengono semplicemente considerati destinatari della cura pastorale che è esclusivo compito
della gerarchia. Scriveva ancora Pio X nel 1906: «Nella sola gerarchia risiedono il diritto e l’autorità necessari per promuovere e dirigere tutti i membri verso il fine della società. Quanto alla moltitudine, non ha altro diritto che quello di
lasciarsi condurre e, docilmente, seguire i suoi pastori» (Vehementer nos, 8-9).
I documenti conciliari, recuperando la genuina tradizione neotestamentaria, riconoscono al fedele laico un’altissima dignità, tanto da dedicare loro un particolare Decreto (Apostolicam actuositatem, L’apostolato dei laici).
La novità conciliare sul laicato trova il suo fondamento nella Costituzione dogmatica Lumen gentium in cui si ha un forte
recupero della prospettiva della Chiesa come “popolo di Dio”: «Piacque a Dio di santificare e salvare gli uomini, non
individualmente e senza alcun legame tra di loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse nella fedeltà
e fedelmente lo servisse» (Lumen gentium, 9).
Questo comporta il superamento della visione chiamata dai teologi «gerarcologica» basata sul dualismo clero-laicato. Il
Concilio invece recupera la prospettiva comunionale della Chiesa delle origini caratterizzata da una «ecclesiologia totale», cioè caratterizzata da una visione di Chiesa che vede come suo elemento cardine l’unità: un’unità che viene prima
della distinzione, un’unità in cui trovano spazio e senso i diversi servizi.
Il binomio gerarchia-laicato viene così superato da un altro binomio: «comunità-ministeri», che indica anzitutto l’unità
totale del popolo di Dio e, all’interno di tale unità, la diversità articolata dei servizi. Si cancella così, con chiarezza, ogni
interpretazione riduttiva dello stato del laico, visto solo in negativo come colui che «non è» chierico e ci si apre a una
visione decisamente positiva sottolineando la piena appartenenza dei laici alla Chiesa e al suo mistero e il carattere peculiare della loro vocazione.
L’identità dei laici secondo il Concilio «Col nome di laici si intendono qui tutti i fedeli ad esclusione dei membri dell’ordine sacro e dello stato religioso sancito dalla Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col Battesimo e costituiti Popolo di Dio e, a loro modo, resi partecipi dell’ufficio sa‐
cerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano» (Lumen gentium, 31). Cibali, 1 marzo 2011 MISSIONE CHIESA‐MONDO ❶
I. IDENTITÀ DEI LAICI
b) La comune dignità dei battezzati e la loro partecipazione all’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo
Il Concilio ci ricorda che il popolo di Dio è costituito da tutti coloro che sono incorporati a Cristo con il battesimo. Nel
Battesimo quindi, riconosciamo e ritroviamo la comune identità di tutti i discepoli di Cristo.
Da ciò derivano due conseguenze:
1. Tutti i membri della Chiesa sono uguali per dignità
Tutti i battezzati, essendo incorporati a Cristo, pur essendo molti, sono un corpo solo in Cristo (cf. Rm 12,5), sono
cioè una cosa sola con Cristo e tra di loro, a immagine e prolungamento della comunione che lega il Padre al Figlio e
il Figlio al Padre nel vincolo d’amore dello Spirito Santo (cf. Gv 17,21).
La presenza in tutti dell’unico e medesimo Spirito non solo costituisce in unità il popolo di Dio ma, in essa e con essa, fonda e garantisce anche l’uguaglianza di tutti i membri della Chiesa. Un’uguaglianza fondata sull’unica dignità
cristiana derivante dall’unica unzione battesimale.
2. Tutti i membri della Chiesa partecipano al triplice munus di Cristo
Conformati a Cristo, quindi, tutti noi battezzati diventiamo partecipi della sua missione, del suo triplice munus
(ufficio), sacerdotale, profetico e regale secondo quanto scrive Pietro: «Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli
uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo… Voi
siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce» (1Pt 2,4-5.9).
- PARTECIPAZIONE ALL’UFFICIO SACERDOTALE
Gesù ha offerto Se stesso sulla Croce e continuamente si offre nella celebrazione eucaristica a gloria del Padre per
la salvezza dell’umanità. Incorporati a Gesù Cristo, i battezzati sono uniti a Lui e al suo sacrificio nell’offerta di
se stessi e di tutte le loro attività (cf. Rom 12, 1-2).
Il Concilio distingue bene i due tipi di sacerdozio: «il sacerdozio comune e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente sono ordinati l’uno all’altro; infatti l’uno e l’altro, ognuno a suo
modo, partecipano dell’unico sacerdozio di Cristo» (Lumen gentium, 34). Quindi i due sacerdozi differiscono
come caratteristica fondamentale e non di grado, ma non sono in contrasto o in opposizione, sono entrambi partecipazione dell’unico sacerdozio di Cristo.
- PARTECIPAZIONE ALL’UFFICIO PROFETICO
Tutto il popolo di Dio partecipa dell’ufficio profetico di Cristo:
«Cristo, il grande Profeta, il quale e con la testimonianza della vita
e con la virtù della parola ha proclamato il Regno del Padre, adempie il suo ufficio profetico fino alla piena manifestazione
della gloria, non solo per mezzo della gerarchia, la quale
insegna in nome e con la potestà di Lui, ma anche per mezzo
dei laici, che perciò costituisce suoi testimoni e forma nel
senso della fede e nella grazia della parola» (Lumen gentium, 35). La partecipazione all’ufficio profetico di Cristo
impegna i laici ad accogliere nella fede il Vangelo, ad
annunciarlo con la parola e con le opere, a denunciare
coraggiosamente il male, a far risplendere la novità e
la forza del Vangelo nella vita quotidiana, familiare e
sociale.
- PARTECIPAZIONE ALL’UFFICIO REGALE
Il Figlio di Dio ha manifestato con chiarezza in che cosa consiste veramente il Regno
con la sua stessa persona, con le sue parole,
con le sue opere e con il suo «servire e dare la vita in riscatto di molti» (Mc 10,45).
La Chiesa perciò, fornita dei doni del suo fondatore e osservando fedelmente i suoi precetti di carità, umiltà e
abnegazione, riceve la missione di annunziare e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di questo
regno costituisce in terra il germe e l’inizio» (Lumen gentium, 5).
Pertanto, tutti i membri della Chiesa partecipano all’ufficio regale di Cristo, sono chiamati al servizio del Regno
di Dio e alla sua diffusione nella storia, al dono di sé per servire, nella carità e nella giustizia, Gesù stesso presente in tutti i loro fratelli.
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II. RUOLO DEI LAICI
Strettamente legata all’identità del laico è la sua missione, il suo ruolo nella
comunità ecclesiale. Un ruolo che ha assunto nel tempo sfaccettature diverse,
fino a trovare chiarezza negli ultimi anni proprio a partire dall’ecclesiologia
del Vaticano II, nel contesto di una visione di Chiesa-mistero di comunione.
È per questo che possiamo delineare tale ruolo tenendo conto di due aspetti:
a) La Chiesa è comunione organica: nella diversità la corresponsabilità
di tutti i battezzati
Alla luce della visione di Chiesa presentata da S. Paolo, soprattutto nella prima lettera ai Corinti, l’immagine per eccellenza della Chiesa è quella di un
corpo in cui – come in ogni corpo vivente – la comunione è una realtà organica che raccoglie nell’unità funzionale dell’unico organismo la molteplicità di
organi diversi. In tal modo come tutte le membra del corpo umano, anche se
numerose, non formano che un solo corpo così i fedeli in Cristo (cf. 1Cor
12,12).
b) La Chiesa è realtà tutta intera ministeriale: carismi e ministeri dono
dello Spirito a tutta la Chiesa
1) Come si esprime la corresponsabilità: diversità e complementarità di carismi e ministeri
L’essere corresponsabili mette in luce un aspetto quanto mai ricco della Chiesa: essa è una realtà “tutta intera ministeriale”, una realtà non più fondata sul
dualismo clero-laicato, ma sul binomio comunità-ministeri. Nella Chiesa
l’unità del corpo di Cristo si manifesta nella diversità di carismi, di ministeri,
di funzioni diverse, grazie al dono dell’unico e medesimo Spirito (cf. 1Cor
12,11).
Per entrare nel significato di una Chiesa tutta intera ministeriale occorre avere chiaro cosa significa carisma e ministero.
Carisma (dal greco καρισ, grazia) sono doni che lo Spirito elargisce a ciascuno per il bene comune (cf. 1Cor 12).
Ministero (dal latino ministerium, servizio) nasce come vocazione per il bene
della comunità, riconosciuta dalla Chiesa e dai pastori che la guidano.
Il ruolo dei laici secondo il Concilio «I laici, radunati nel popolo di Dio e costituiti nell’unico corpo di Cristo sotto un solo capo, sono chiamati chiunque essi siano, a contribuire come membra vive, con tutte le forze ricevute dalla bontà del Creatore e dalla grazia del Redentore, all’incremento della Chiesa e alla sua santificazione permanente. L’apostolato dei laici è quindi parteci‐
pazione alla missione salvifica stessa della Chiesa; a questo apostolato sono tutti destinati dal Signore stesso per mezzo del battesimo e della conferma‐
zione… Grava quindi su tutti i laici il glorioso peso di lavorare, perché il disegno divi‐
no di salvezza raggiunga ogni giorno più tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutta la terra. Sia perciò loro aperta qualunque via affinché, secondo le loro forze e le necessità dei tempi, anch’essi attivamente partecipino all’opera salvi‐
fica della Chiesa» (Lumen gentium, 33). Don A. Fallico sottolinea il passaggio da
una posizione di sottomissione da parte
del laicato al clero, a una posizione di
collaborazione, di partecipazione, di corresponsabilità:
♦
sottomissione pressoché indiscutibile
e assoluta da parte del laicato al clero
che si evidenzia in particolare al tempo del Concilio di Trento, ma che affonda le sue radici nell’età medievale
in cui l’analfabetismo e la descolarizzazione delle classi popolari era causa
ed effetto di un totale asservimento al
clero;
♦
collaborazione avviata già alla fine
dell’800, ma soprattutto portata avanti
agli inizi del ‘900 dall’Azione Cattolica
in termini di una vera a propria scelta
pastorale;
♦
partecipazione sviluppata dal Concilio,
pone la missione dei laici all’interno
dell’unica missione della Chiesa;
♦
corresponsabilità che rappresenta la
conseguenza e quasi l’inevitabile sviluppo del pensiero conciliare e che
segna la teologia del laicato degli
ultimi decenni fino ai nostri giorni.
Si possono distinguere quattro tipi di ministeri.
Ministeri ordinati (diaconi, sacerdoti, vescovi); ministeri istituiti (lettorato e
accolitato); ministeri riconosciuti (ministero straordinario per la distribuzione
dell’Eucaristia); ministeri di fatto (sono molti e diversi).
2) Cosa richiede la corresponsabilità: mentalità e vita di comunione
Corresponsabilità, in tale prospettiva comporta molti sì e altrettanti no:
⇒ Sì alla valorizzazione delle risorse di tutti, No alla assolutizzazione
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delle capacità di alcuni tuttofare.
Sì al pensare insieme, No alle soluzioni già pronte di qualche singolo
possessore della verità.
Sì alla condivisione dell’impegno, No al lavoro fatto bene ma da soli.
Sì all’elaborazione comunitaria dei progetti pastorali, No
all’affermazione del proprio punto di vista
Sì all’adozione di forme di intervento in cui si esprima la comunità,
No alla coltivazione del proprio piccolo orticello.
Sì alla formulazione di giudizi comuni sulla realtà dell’ambiente, No
alle visioni autonome e settoriali.
Sì all’ascolto reciproco, all’accoglienza dell’altro, No ad ogni forma di
chiusura, di prevaricazione, di dominazione.
Sì all’amicizia, alla gioia del vivere insieme, No all’evasione dalla
comunità, alle fughe, alla ricerca di compensi.
Sì al dialogo come metodo e strumento normale di crescita comunitaria, No ad ogni forma monologo, di imposizione.
Sì all’apertura franca e leale, No alle reticenze e alle incomprensioni.
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(Cf. A. FALLICO, Le cinque piaghe della
parrocchia italiana. Diagnosi e terapia,
Edizioni Chiesa-Mondo, Catania 1995,
pp. 66-69).
DOMANDE PER LO STUDIO PERSONALE
⇒ Quali aspetti appaiono ancora confusi o non ben approfonditi riguardo all’identità del
laico nella Chiesa?
⇒ Su che cosa occorre maggiormente puntare per far sì che ogni laico viva il triplice mu-
nus di cui è investito con il Battesimo?
⇒ Possiamo affermare che la corresponsabilità del laico nella Chiesa è un’autentica prassi
ecclesiale?
⇒ La corresponsabilità quali problemi comporta, sia per i laici sia per il clero?
TESTI PER APPROFONDIRE:
⇒ 1 Cor 12,4-13;
⇒ BENEDETTO XVI, Discorso al Convegno pastorale della Diocesi di Roma (26/05/
2009);
⇒ GIOVANNI PAOLO II, Christifideles laici, 8-31;
⇒ CEI, Evangelizzazione e ministeri, 49-67.
⇒ A. FALLICO, Le cinque piaghe della parrocchia italiana, pp. 59-69.
MAPPA
CONCETTUALE
Parrocchia missionaria alla luce
dell’ecclesiologia conciliare
La Chiesa è SERVIZIO
La Chiesa è COMUNIONE
La Chiesa è MISSIONE
LAICATO
“CORRESPONSABILITÀ DEI LAICI”
IDENTITÀ DEI LAICI
dualismo
clero-laicato
RUOLO DEI LAICI
sottomissione
binomio
comunità-ministeri
collaborazione
partecipazione
battezzati tutti
uguali per
dignità
battezzati tutti
parteci del
triplice munus
corresponsabilità
Chiesa realtà tutta intera
ministeriale
partecipazione all’ufficio
sacerdotale
partecipazione all’ufficio
profetico
mentalità e
vita di
comunione
partecipazione all’ufficio
regale
Prossimo incontro martedì 15 marzo
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ministeri
ordinati
ministeri
istituiti
ministeri
riconosciuti
ministeri
di fatto