Cinque Torri e Rifugio Scoiattoli

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Cinque Torri e Rifugio Scoiattoli
Cinque Torri e Rifugio Scoiattoli
Escursione con le ciaspole
Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo
Escursione molto bella tra i monti più belli e blasonati del
mondo.
Difficoltà:
Attrezzatura:
Tempi:
Dislivello:
Lunghezza:
Cartografia:
Sentieri:
Punto di partenza:
Media
Abbigliamento invernale, cuffia,
guanti, ciaspole, ramponi,
bastoncini, ARVA, pala e sonda
ore 4 (comprese soste)
460 m
5,6 km
cartina nr. 3 Casa Ed.Tabacco
CAI 440
Lungo la SS48 da Cortina
d'Ampezzo (BL) al Passo
Falzarego c/o l'edificio del
Magistrato delle Acque
Da Cortina d'Ampezzo (BL) risalire la strada che porta al
Passo Falzarego e dopo circa 15 km si lascia sulla nostra
sinistra l'ingresso del parcheggio per la seggiovia delle 5 Torri. Superate alcune curve ed ulteriori 2 km, si
arriva alla zona denominata Pian dei Menis, facilmente individuabile dalla costruzione del "Magistrato delle
Acque" che incontriamo sulla nostra destra. Approfittando di una piazzola di sosta a lato della strada,
parcheggiamo l'auto.
Per trovare l'attacco del sentiero, scendiamo a piedi alcune decine di metri in direzione di Cortina d'Ampezzo
e troviamo immediatamente delle indicazioni in legno per i sentieri 422-424-440. Iniziamo a seguire le
indicazioni per il 440 che ci invita innanzitutti ad oltrepassare il Rio Falzarego e dirigersi poi lungo il bordo di
una vasta prateria (Pian dei Menis, appunto) e, attraversando una piccola pista da sci, troviamo subito i
cartelli che segnalano l'attacco del sentiero 440.
Il sentiero sale subito repentinamente, lasciandoci capire che non sarà la solita passeggiata lungo una
comoda strada forestale, ma ricalcherà un normale sentiero che talvolta sale deciso, altre volte taglia il
fianco della montagna con pendenze sensibili, altre volte correrà comodo in mezzo la bosco. Fare questo
sentiero in assenza di neve non comporta alcuna difficoltà, d'inverno invece è necessario prestare molta
attenzione alle condizioni del manto nevoso perchè il pendio che si va a tagliare rilascia molto spesso
scariche di neve.
Il percorso attraversa un bellissimo e rado bosco di larici e tra i vari spiazzi lascia intravedere uno scenario
magnifico facendo di tutto ciò che ci circonda un'ambientazione da cartolina; ne fanno contorno la costante
vista della Tofana di Rozes, del Lagazuoi, del Col dei Bos, delle Punte Fanes e, più distante,
dell'inconfondibile corno del Sass de Stria.
Superiamo lungo il sentiero alcune scariche di neve che hanno reso fortunatamente la neve dura e compatta
consentendoci così di poter "spigolare" un po' con le ciaspole sostenuti dai piccoli ramponcini che in questa
escursione sono veramente utili. Dopo una mezz'ora, aggirando man mano il versante nord della montagna,
abbandoniamo l'ombra che ci aveva accompagnato finora, e giungiamo presto ad un balcone naturale che ci
permette di ammirare nella totale bellezza il panorama sulle Cinque Torri e le montagne che ci circondano.
Continuiamo a salire sempre lungo il sentiero 440 e la neve dura e ghiacciata del versante nord diventa un
soffice e spesso manto di neve che i caldi raggi del sole fanno diventare un po' pesante. Raggiunto il
culmine del sentiero, l'itinerario inizia a scendere per alcune decine di metri, per poi risalire un'ampia pietraia
lungo il fianco dell'Averau.
Seguendo ancora il segnavia del sentiero 440 transitiamo sotto i piloni della seggiovia dell'Averau,
incrociando ben presto sentiero 439 che sale al Rif. Averau. Ignorando questa deviazione, attraversiamo con
moltissima attenzione la pista da sci di discesa e raggiungiamo un bellissimo punto panoramico che ci dona
una vista incredibilmente bella (ore 1.20 dalla partenza). Dopo esserci riempiti gli occhi dei quadri della
natura, andiamo a riscaldarci un momento presso il vicino Rifugio Scoiattoli, d'inverno sempre pieno zeppo
di sciatori.
Per il rientro ripercorriamo a ritroso il medesimo itinerario dell'andata ed in un'ora rientriamo alla nostra auto.
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COMMENTO: L’ambientazione è fantastica ed anche il percorso è molto bello ma, anche se corto, è
leggermente più impegnativo della classica escursione con le ciapole lungo una pista forestale. In caso di
abbondante neve fresca, la percorrenza di questo itinerario risulta essere decisamente impegnativa.
Itinerari in zona
Avendo del tempo a disposizione si può cambiare l'itinerario facendo un percorso ad anello salendo al
Rifugio Scoiattoli lungo la rotabile che porta al Rifugio Cinque Torri. Inoltre, dal Rif. Scoiattoli si può salire (ed
il panorama che si potrà godere ripaga la fatica) al Rifugio Averau e successivamente al Rif. Nuvolau, che
gode di una posizione privilegiata su tutte le Dolomiti.
Notizie Utili
Le Cinque Torri sono un gruppo di enormi massi rocciosi fra loro allineati, così da sembrare, appunto, una
fila di torri. Esse si ergono su un'ampia balconata, dalla quale si gode uno dei più bei panorami a 360° delle
Dolomiti: in primo piano, da un lato, la Croda da Lago e l'Averau, dall'altro lato la linea del fronte della
Grande Guerra con il Sasso di Stria, il Lagazuoi, le Tofane. E poi, su piani via via più distanti, Cortina
d'Ampezzo, il Cristallo, il Sorapiss, l'Antelao ed il Civetta.
Un po' di storia
Durante la Grande Guerra alle Cinque Torri correva la seconda linea italiana, con un intricato reticolo di
trincee, postazioni e camminamenti dai quali, data l'eccezionale posizione, gli ufficiali tenevano sotto
osservazione tutto questo settore del fronte, dalle Tofane al Sasso di Stria. Insieme al Castelletto, infatti,
secondo il progetto strategico italiano iniziale, le Cinque Torri avrebbero dovuto costituire il sistema di
caposaldi elevati a controllo della sottostante Val Costeana.
Proprio per le eccezionali caratteristiche topografiche del luogo, alle Cinque Torri si era insediato il Comando
dell'artiglieria: attorno ai massi rocciosi furono dislocate varie batterie di cannoni puntati contro le posizioni
austriache del Sass de Strìa, del Piccolo Lagazuoi e del Castelletto. Furono proprio gli obici delle Cinque
Torri a colpire e a mettere definitivamente fuori combattimento il Forte Tre Sassi, al Passo Valparola. Più
volte il Re Vittorio Emanuele III visitò questo settore di guerra e i soldati italiani qui impegnati.
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