Torri del Benaco 16 Marzo 2014

Transcript

Torri del Benaco 16 Marzo 2014
CENTRO SPORTIVO ITALIANO – Comitato Provinciale di Parma
P.le Matteotti,9 – 43100 PARMA – Telefono 0521.281226-289870 – Fax 0521.236626
http://www.csiparma.it - E-mail: [email protected]
Da Torri del Benaco, a m 65, dal grande parcheggio a
lato del castello Scaligero, ci si dirige verso nord lungo la “Gardesana” e al bivio per Albisano si svolta a
destra. Oltrepassata la chiesetta di San Giovanni, si
segue l’asfalto per circa un chilometro sino al primo
tornante dove, in località Santa Croce, si imbocca a
destra via Bellini ( 0.25 ) per seguire la segnaletica
“graffiti”.
Per breve tratto la strada è in salita, quindi per lo più
pianeggiante, con qualche saliscendi, e corre parallela
alla costa con vista sull’abitato di Torri e sulla sponda
occidentale del lago. Il Pizzoccolo incombe perennemente su di noi. Si percorre quella che un tempo era detta “strada cavallara” e
che collegava Torri con il basso lago penetrando nel bosco di San Vigilio. Si
cammina a lungo sulla sterrata e in corrispondenza di due diramazioni, la prima a sinistra in salita e la seconda a destra in discesa, si
prosegue diritto in piano. Ad un secondo bivio la direzione viene segnalata da una palina con la scritta “sentiero del pellegrino” con la
classica conchiglia dell’itinerario di Compostela. Quando la strada diventa asfaltata e inizia a scendere decisamente, in corrispondenza
del tornante, a fianco di una cabina di trasformazione, si imbocca il sentiero che diparte proprio di fronte a noi.
Risalito lo stretto sentiero, in pochi minuti si giunge alla località Carpane,
confluenza di diversi sentieri, che prende il nome dal gigantesco carpino le
cui fronde coprono il cielo sopra di noi. Siamo nell’ambiente dell’ostrieto,
il tipico bosco della fascia pedemontana del Monte Baldo, con carpini,
roverelle e ornielli. La presenza poi del grande bacino lacustre, con funzioni termoregolatrici, ha permesso la crescita anche di piante che non amano
inverni troppo rigidi quali il leccio.
Per la visita alle incisioni rupestri occorre imboccare il sentiero alla nostra
sinistra che sale verso la montagna ( ore 1.15 ).
Siamo alle propaggini meridionali del massiccio del Monte Baldo dove le
glaciazioni dell’era quaternaria hanno fortemente modellato le rocce calcaree che qui appaiono montonate e lisciate, quasi lavagne naturali, sulle
quali i nostri antenati hanno lasciato traccia della loro civiltà.
Dopo circa cinque minuti giungiamo alla “pietra delle Griselle” che
prende il nome dalle scalette di corda di un’imbarcazione del secolo scorso, le griselle in termine marinaresco. Poco oltre si incontra la “pietra dei cavalieri” dove nella parte bassa, verso destra, sono allineati 12 cavalieri armati di lancia.
Roccia delle Griselle. Quando nei primi anni ’60, il Prof. Mario Casotti, lo scopritore dei graffiti del Garda,si fermò davanti a questa
roccia vide solo una piccola porzione di essa, coperta da incisioni relativamente recenti ( sec. XIX° ) e quasi tutte raffiguranti imbarcazioni. Dopo che fu asportata la terra che la ricopriva vennero alla luce le incisioni più antiche: le armi. Grazie a comparazioni con
altre tipologicamente simili è stato possibile datarle attorno al I° millennio a.C. In basso sono incisi anche i cosiddetti “dendrofori”,
omini estremamente stilizzati che sembrano portare rami frondosi a mo’ di stendardo.Sulla Roccia dei cavalieri sono allineati 12 cavalieri armati di lancia, rivolti verso
sud, cioè verso la direzione da dove un tempo provenivano le invasioni celtiche e romane per le popolazioni retiche del benaco. Da alcuni studiosi queste incisioni sono
fatte risalire al I° millennio a.C., all’età del ferro, quando in Italia si diffuse l’impiego
del cavallo, ma non manca chi le colloca in epoche successive. Per alcuni queste figure potrebbero essere interpretate come cavalieri dell’epoca napoleonica che combatterono a Rivoli nel 1797 contro gli austriaci.
Dopo la Pietra dei cavalieri il sentiero diventa più agevole e meno ripido: ignorando la
deviazione a sinistra per il nucleo abbandonato delle Murette, seguendo sempre la
pista più evidente, si arriva alla sommità della collina presso l’ingresso di Ca’ Bianca
della tenuta Canossa di Brè (2.05 ).
Ci si immette ora su una sterrata; ad un pozzo si tiene la destra e una volta giunti su una stradina ghiaiata si svolta a destra. Dopo
un grande appezzamento ad oliveto, ci si inserisce su un sentierino che si segue in salita. Ad un bivio presso un grande leccio si
prende a destra per piegare subito dopo a sinistra in
corrispondenza di una tabella e “Il giro del Crero”.
Poco oltre, una traccia a destra ( segnavia biancorossi) risale il bosco per giungere sulla cresta dove si
svolta a sinistra, verso nord, per raggiungere il punto
culminante del Monte Luppia a quota 416 metri
( 3.00 ).
Ora proseguendo sempre verso settentrione ci si dirige in direzione di Albisano. Dopo aver oltrepassato
la località Sorte, giunti sull’ asfaltata, si svolta a
destra per raggiungere la strada che sale da Garda,
via Volpaia.
Giriamo a sinistra e in pochi minuti, superata la rotatoria, arriviamo ad un parcheggio di fronte al quale si
trova una scalinata di cemento che scende verso Torri.
Prima di scendere, merita una visita il paese di Albisano ( m 309 ), un piccolo borgo di impianto medievale raccolto attorno alla piazza che si allarga sul
retro della settecentesca chiesa parrocchiale dedicata
a San Martino. Qui potrebbe effettuarsi la sosta pranzo.
Ritorniamo alla scalinata e quando, dopo un centinaio di metri, giungiamo su uno sterrato voltiamo a
sinistra per il nucleo di Valmagra, una delle antiche
contrade che costituivano il cosiddetto “Torri della
campagna” dove vivevano i contadini. Superato il
piccolo borgo scendiamo lungo la strada asfaltata
sino ad un torrente, il rio Randina, che costeggiamo
fino ad un capitello raffigurante la Sacra Famiglia.
Giriamo a sinistra e poco prima della fontana del
Cop - un grande lavatoio in pietra rossa locale con
accanto un’antica vasca scavata nella roccia - imbocchiamo una stradina selciata che scende a Loncrino
di Sotto.
Qui si innalza un bel capitello del 1513 raffigurante
la Madonna fra i Santi Giovanni Battista e Sebastiano. Era usanza un tempo erigere queste edicole a fini devozionali ( Sebastiano era uno dei protettori contro le pestilenze ) o per
esorcizzare il luogo dalla presenza del maligno. La superstizione popolare riteneva che le streghe si dessero convegno, di notte, di
preferenza ai quadrivi.
Ormai vicini al paese di Torri, passiamo a lato della “Préa Scrita”, una lapide del 1769 incassata in un muro di cinta, con iscrizione in latino, che ricorda un certo Cristoforo Minello il quale fece sistemare la strada che da Torri portava a Garda e a Bussolengo.
Dopo circa 4.40 ore si chiude “l’anello” e quindi attraverso il centro storico ed il lungolago si ritorna al parcheggio.
SCHEDA TECNICA
DIFFICOLTÀ
DURATA
DISLIVELLO IN SALITA E IN DISCESA
PRANZO
ABBIGLIAMENTO
E
5,00 ore , esclusa la sosta pranzo
m 380
al sacco.
adeguato alla stagione, scarponcini con suola Vibram e
mantellina impermeabile, acqua.
PARTENZA
ore 7.00 da Viale Villetta
QUOTA DI PARTECIPAZIONE :
Euro 20.00 che comprende viaggio in pullman andata e ritorno