musica nel bosco

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musica nel bosco
MUSICA NEL BOSCO
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Partendo dall’incipit di Luigi Dal Cin e con il coordinamento dei propri
docenti, hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi
appresso indicate:
I.C.S. “Verjus” – Scuola Primaria “Rodari” di Oleggio – Classi III A/B
I.C. III “Castaldi-Rodari” di Boscoreale – Classi III A/B
Scuola Primaria di Castellamonte – Classe III A
Istituto Comprensivo “Manzoni - Rayneri” di Torino – Classe III B
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa - IV Circolo” di Aversa – Classe IV F
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa - IV Circolo” di Aversa - Classe IV G
Istituto Comprensivo di Cesa - Classe III E Scuola Primaria
Scuola Primaria “G. Falletti di Barolo” di Torino - Classi III A/B
Scuola “E. De Amicis” di Comiso - Classi III C/D
Primaria “A. Maini” – I.C. Rovigo 4 di Borsea - Classi II/III
Direzione Didattica Statale Plesso “San Giovanni Bosco” II Circolo di Nocera
Superiore - Classe IV B
Editing a cura di: Cristina Rolle
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Associazione di Enti Locali
Ente Formatore per docenti accreditato MIUR
Il racconto è pubblicato in seno alla Collana dei Raccontiadiecimilamani
Staffetta Bimed/Exposcuola 2014
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Direzione e progetto scientifico
Andrea Iovino
Monitoraggio dell’azione
e ottimizzazione delle procedure
Ermelinda Garofano
Segreteria di Redazione
e responsabili delle procedure
Valentina Landolfi
Margherita Pasquale
Francesco Rossi
Staff di Direzione
e gestione delle procedure
Angelo Di Maso
Adele Spagnuolo
Responsabile per l’impianto editoriale
Marisa Coraggio
Grafica di copertina:
l’Istituto Europeo di Design, Torino
Docente: Sandra Raffini
Impaginazione
Tullio Rinaldi
Ermanno Villari
Relazioni Istituzionali
Nicoletta Antoniello
Piattaforma BIMEDESCRIBA
Gennaro Coppola
Angelo De Martino
Amministrazione
Rosanna Crupi
Annarita Cuozzo
Franco Giugliano
I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione Commerciale
RINGRAZIAMENTI
I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola 2014 si
realizzano anche grazie al contributo erogato in favore dell’azione dalle istituzioni e dai
Comuni che la finanziano perché ritenuta esercizio di rilevante qualità per la formazione
delle nuove generazioni. Tra gli Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana
Staffetta 2014 citiamo: Siano, Bellosguardo, Pisciotta, Pinerolo, Moncalieri, Castellamonte,
Torre Pellice, Forno Canavese, Ivrea, Chivasso, Cuorgnè, Santena, Agliè, Favignana, Lanzo
Torinese, Sicignano degli Alburni, Petina, Piaggine, San Giorgio a Cremano, l’Associazione
in Saint Vincent e l’Associazione Turistica Pro Loco di Castelletto Monferrato.
La Staffetta di Scrittura riceve un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di
presentazione dei Racconti 2014 dai Comuni di Moncalieri, Salerno, Pinerolo e dal Parco
Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti.
Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno operato per il
buon esito della Staffetta 2014 e che nella Scuola, nelle istituzioni e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed annualmente pone in essere in
favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per la Staffetta e lo donano a questa straordinaria
azione qualificando lo start up dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni
Regionali Scolastiche e agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa. Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che operano in ambito
alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR 01/10/2013 0102715P del PROT SCA/GN/1047-1
Partner Tecnico Staffetta 2014
Si ringraziano per l’impagabile apporto
fornito alla Staffetta 2014:
i Partner tecnici
UNISA – Salerno, Dip. di Informatica;
Istituto Europeo di Design - Torino;
Cartesar Spa e Sabox Eco Friendly
Company;
il partner Must
Certipass, Ente Internazionale Erogatore
delle Certificazioni Informatiche EIPASS
By Bimed Edizioni
Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
(Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura)
Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY
Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected]
La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2014 viene stampata in parte su carta
riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di
autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della
tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per
il futuro di ognuno di noi…
Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di
recupero e riciclo di materiali di scarto.
La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura
Bimed/Exposcuola 2013/2014
Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero.
Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo)
senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.
La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra tra i prodotti formativi di Bimed destinati
unicamente alle scuole partecipanti l’annuale Staffetta di Scrittura
Bimed/ExpoScuola.
La Staffetta 2013/14 riceve:
Medaglia di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana
Patrocini:
Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero della Giustizia,
Ministero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Ministero dell’Ambiente
PRESENTAZIONE
Quante attenzioni, quanta positiva tensione e quanto straordinario e felice impegno
nella Staffetta di quest’anno. L’emozione che abbiamo provato quando il Presidente
della Repubblica ha conferito alla Staffetta la Medaglia di Rappresentanza è
stata grande ma ancora e di gran lunga maggiore è stata, l’emozione, nel vedere
gli occhi dei nostri ragazzi in visita al Quirinale. Ho avvertito in quegli occhi
l’orgoglio di chi sentiva di essersi impegnato in un’attività che le istituzioni gli stavano
riconoscendo … È quello che vorrei vedere negli occhi di quei tanti giovani che
dopo la scuola, a conclusione del proprio ciclo d’istruzione, invece, in questo tempo
sentono l’apprensione di un contesto che, probabilmente, dovrebbe sancire la
Staffetta come buona prassi da adottare in funzione del divenire comune. Cos’è, in
fondo la Staffetta? E’ un format educativo, un esercizio imperdibile per l’acquisizione
gli strumenti necessari a affrontare LA VITA sentendo lo straordinario dono della vita.
La Staffetta è una sfida in cui tutti si mettono insieme stando dalla stessa parte,
sentendo anche le entità lontane come i compagni di un cammino comune …
L’altro che diventa te stesso … Questo è la Staffetta un momento che dura un intero
anno e che alla fine ti mette nella condizione di sentirti più forte e orgoglioso per
quello che è stato fatto, insieme a tanti altri che hanno concorso a realizzare un
prodotto che alla fine è la testimonianza di un impegno che ci ha visti UNITI (!)
in funzione di un obiettivo … Si tratta di quello di cui ha bisogno il Paese e di
quello che appare indispensabile per qualificare il tempo e lo spazio che stiamo attraversando.
Andrea Iovino
L’innovazione e la Staffetta: una opportunità per la Scuola italiana.
Questo è il secondo anno che operiamo in partnership con Bimed per la realizzazione
della “Staffetta di scrittura Creativa e di Legalità”. Siamo orgogliosi di essere
protagonisti di questa importante avventura che, peraltro, ci consente di raggiungere
e sensibilizzare un così grande numero di persone sull’attualissimo, quanto per
molti ancora poco conosciuto, tema che attiene la cultura digitale.
Sentiamo spesso parlare di innovazione, di tecnologia e di internet: tutti elementi
che hanno rivoluzionato il mondo, dalle amicizie, al tempo libero,lo studio, il lavoro
e soprattutto il modo di reperire informazioni. L’innovazione ha travolto il mondo
della produzione, dei servizi e dell’educazione, ma non dobbiamo dimenticare
che “innovare” significa, prima di tutto, porre la dovuta attenzione alla cultura.
Da un punto di vista tecnico, siamo tutti più o meno esperti, ma quanti di noi
comprendono realmente l’essenza, le motivazioni, le opportunità e i rischi che
ne derivano?
La Società è cambiata e la Scuola, che è preposta alla formazione di nuovi
individui e nuove coscienze, non può restare ferma di fronte al cambiamento che
l’introduzione delle nuove tecnologie e internet hanno portato anche nella
didattica: oggi gli studenti apprendono in modo diverso e questo implica
necessariamente un metodo di insegnamento diverso.
Con il concetto di “diffusione della cultura digitale” intendiamo lo sviluppo del
pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione,
aiutano i docenti e i nostri ragazzi a districarsi nella giungla tecnologica che
viviamo quotidianamente.
L’informatica entra a Scuola in modo interdisciplinare e trasversale: entra perché
i ragazzi di oggi sono i “nativi digitali”, sono nati e cresciuti con tecnologie di cui
non è più possibile ignorarne i vantaggi e le opportunità e che porta inevitabilmente
la Scuola a ridisegnare il proprio ruolo nel nostro tempo.
Certipass promuove la diffusione della cultura digitale e opera in linea con le
Raccomandazioni Comunitarie in materia, che indicano nell’innovazione e
nell’acquisizione delle competenze digitali la vera possibilità evolutiva del
contesto sociale contemporaneo. Poter anche soltanto raccontare a una comunità
così vasta com’è quella di Bimed delle grandi opportunità che derivano dalla
cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti
informatici, è di per sé una occasione imperdibile. Premesso che vi sono indagini
internazionali da cui si evince l’esigenza di organizzare una forte strategia di
ripresa culturale per il nostro Paese e considerato anche che è acclarato il dato
che vuole l’Italia in una condizione di regressione economica proprio a causa del
basso livello di alfabetizzazione (n.d.r. Attilio Stajano, Research, Quality,
Competitiveness. European Union Technology Policy for Information Society IISpringer 2012) non soltanto di carattere digitale, ci è apparso doveroso
partecipare con slancio a questo format che opera proprio verso la finalità di
determinare una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali
alle moderne tecnologie e a un’idea di digitale in grado
di determinare confronto, contaminazione, incontro, partecipazione e condivisione.
Promuoviamo, insieme, la cultura digitale e la certificazione delle I-Competence
per garantire competenze indispensabili per acquisire a pieno il ruolo di cittadino
attivo nella società della comunicazione e dell’ informazione.
Partecipiamo attivamente alla diffusione della cultura digitale, perché essa diventi patrimonio di tutti e di ciascuno, accettando la sfida imposta dalle nuove
professioni che nascono e dai vecchi mestieri che si trasformano, in modo profondo
e radicale.
Tutti noi abbiamo bisogno di rigenerare il pensiero accettando nuove sfide e
mettendo in gioco tutto quanto imparato fino adesso, predisponendoci al
cambiamento per poter andare sempre più avanti e un po’ oltre.
Il libro che hai tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere,
dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro
collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione
tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante
di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che evoluzione tecnologica!
Il Presidente
Domenico PONTRANDOLFO
INCIPIT
LUIGI DAL CIN
Musica nel bosco
Un lungo ululato arrivò dal folto del bosco.
Schivò i tronchi, seguì il ruscello, superò la siepe e alla
fine si infilò nella tana.
“Sono loro!” pensò Piccolo Nero che aveva tenuto le
orecchie tese fino a quel momento.
«Sono loro?» chiese mamma Lupa.
«Saranno qui tra pochi minuti».
Piccolo Nero uscì all’aperto e rispose come gli aveva
insegnato suo padre.
Inspirò forte. Alzò il muso ed emise il suo ululato.
Il bosco sospese ogni rumore.
Una dozzina di lupi neri arrivarono all’improvviso.
Scavalcarono i cespugli e balzarono su Piccolo Nero.
«Bùùùùùon compleanno!» gli ululavano i cuccioli di lupo
assestandogli zampate affettuose e leccandogli il muso.
«Grazie amici!»
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Piccolo Nero non stava più in sé dalla felicità.
I cuccioli di lupo cominciarono a rotolarsi per terra tutti
insieme, mordicchiandosi l’un l’altro per gioco.
Poi si trascinarono per la coda, balzarono uno addosso
all’altro e si zamparono il muso.
Alla fine si distesero a pancia insù.
«Apriamo i regali!»
«Sì, dai, venite dentro!» disse Piccolo Nero.
La tana era spaziosa. Al centro c’era una montagnola di
pacchetti che luccicavano, riflettendo i raggi della luna
che si infilavano dall’ingresso.
Piccolo Nero cominciò a sbranare i nastri e le carte dei
pacchetti.
Alla fine era rimasto un solo pacchetto.
Piccolo Nero lo prese tra i denti e lo sbatacchiò di qua
e di là per togliere i nastri. Poi strappò la carta e dentro vi trovò… «Un pezzo di legno con i buchi?!?» chiese
il lupo tondo.
«Penso sia un flauto!» osservò Piccolo Nero «Serve per
fare la musica...»
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«È un nostro regalo» disse papà Lupo «mio e della
mamma».
Piccolo Nero diede una leccata sul muso a tutti e due.
Poi, fuori dalla tana, ricominciarono i giochi e le lotte
con gli altri cuccioli.
La luna si era alzata tutta piena.
«Dai, adesso che hai aperto i regali, che abbiamo giocato, andiamo a divertirci a spaventare le pecore!»
disse nervoso un lupo magro magro.
«Vi ringrazio...» disse Piccolo Nero «ma io non mi diverto
a spaventare gli altri animali».
«Le svegliamo di soprassalto e le facciamo correre! Vedrai che paura si prendono! Fifone, le pecore...»
«Vi ringrazio, ma non vengo!»
«Perché?» chiese sospettoso il lupo magro.
«Perché non mi piace: mi sembra proprio una cattiveria...»
«Allora resterai qui da solo» disse il lupo magro «perché
invece noi andiamo tutti!»
Uno dopo l’altro, tutti i lupi balzarono nell’oscurità oltre
i cespugli.
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E in un attimo, attorno alla tana, ritornò il silenzio. Piccolo Nero rimase in silenzio.
Poi sorrise quando suo papà lo accarezzò con la sua
grande zampa da lupo.
Il bosco dentro era tutto buio, ma la luce della luna lo
sfiorava.
C’era silenzio.
Piccolo Nero era rimasto senza i suoi amici proprio la
notte del suo compleanno.
«Mamma» disse Piccolo Nero «vado a fare un giro».
La mamma sorrise. Voleva dire che poteva andare, che
lei lo avrebbe aspettato nella tana insieme a papà.
Le zampe di Piccolo Nero si posavano sulle foglie a terra,
lasciandosi dietro un rumore frusciante e veloce.
Piccolo Nero portava con sé il flauto e un po’ di tristezza.
Era per via dei suoi amici che se n’erano andati.
Provò a suonare proprio quella tristezza, ma dal flauto
uscirono dei suoni che non erano quelli che avrebbe immaginato.
“Mi piacerebbe imparare” pensò “credo ci voglia esercizio... magari un giorno riuscirò davvero a suonare
quello che provo!”
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L’odore bagnato del bosco si infilava nelle narici.
Gli dava sempre una certa gioia. Inspirò forte e ululò
alla luna.
Tutto il bosco fece silenzio per ascoltare sospeso l’ululato di Piccolo Nero.
Poi, uno dopo l’altro, tornarono i rumori.
«Che notte, ragazzi!» si disse Piccolo Nero guardando
le stelle «Come fanno gli altri animali a starsene nelle
loro tane di notte!»
Socchiuse gli occhi. Le sue orecchie tese di lupo ascoltavano attentamente i versi degli uccelli notturni. Erano
versi caldi, rotondi e oscuri.
Piccolo Nero provò a imitarli con il suo flauto. Provò. E
riprovò.
Finché a ogni semplice melodia che suonava c’era sempre un uccello che gli rispondeva...
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CAPITOLO PRIMO
Che musica!
Il primo a rispondere fu Grande Saggio, un gufo che, appollaiato sul ramo di una quercia, si guardava intorno incuriosito per capire da dove arrivasse quel suono
melodioso: pensava che fosse il suo vecchio amico allocco.
Guardò in basso e vide Piccolo Nero. Sorpreso, scese
dall’albero volando verso il lupacchiotto e gli chiese:
«Cosa fai qui solo di notte, lontano dalla tua tana?»
«I miei amici sono andati a spaventare le pecore, ma
non li ho seguiti, perché è una cattiveria. Così, per consolarmi, sono venuto nel bosco per fare una passeggiata e provare il mio nuovo flauto» rispose Piccolo
Nero.
«Cos’è un flauto?» domandò interessato Grande Saggio, per nulla spaventato dal cucciolo.
«È uno strumento per fare musica, ma io ancora non lo so
suonare».
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Che musica!
«Ho sentito un’incantevole melodia, simile al canto di un
allocco e credo che tu sappia suonare già benissimo.
Non smettere e continua!» lo rassicurò il gufo.
Improvvisamente sentirono forti ululati che si avvicinavano, seguiti da lunghi belati di pecore impaurite.
Grande Saggio, avvertito il pericolo, tornò al suo nido
e salutò Piccolo Nero, che aveva capito: erano i suoi
amici.
Ascoltando il fruscio delle foglie mosse da una brezza
notturna, al lupacchiotto venne in mente una brillante
idea per mettere in salvo le pecore. Iniziò a soffiare nel
flauto producendo fischi simili al suono del vento che
precede il temporale.
I lupi, preoccupati dall’arrivo di una forte pioggia con
lampi e tuoni, abbandonarono il loro gioco e fecero ritorno alle tane.
Le pecore si accorsero di non essere più inseguite e si
fermarono in una radura. Guardandosi intorno per assicurarsi di essere al riparo, notarono Piccolo Nero vicino
a una quercia e si spaventarono, pensando che non
tutti i lupi fossero scappati.
Capitolo primo
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Bianca Soffice, la pecora più anziana del gregge, avvertì le sue amiche: «Fate attenzione! Quel lupo potrebbe averci teso un trabocchetto: gli altri forse sono
nascosti tra i cespugli».
«Guardate i suoi occhi: sono buoni… dev’essere innocuo» osservò Riccia Morbida, la pecora più attenta del
gregge.
In quel momento Piccolo Nero smise di suonare, perché
aveva visto che tutte le pecore erano in salvo. Esse si
stupirono che il vento improvvisamente fosse cessato e
questo le tranquillizzò. Si avvicinarono con cautela e
curiosità a Piccolo Nero, che le rassicurò: «Non abbiate
paura: vi ho aiutato io a mettere in fuga i lupi. Imitavo il
fischio del vento suonando il mio flauto».
«Sei davvero bravo! Pensa che credevamo che stesse
arrivando un temporale ed eravamo impaurite, ma meglio il temporale che i lupi! Ci hai salvato la vita!» disse
Riccia Morbida.
Era la prima volta che Piccolo Nero riceveva un complimento così grande ed era così commosso che una lacrima gli scese dagli occhi. Le pecore ebbero la prova
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Che musica!
che lui era davvero diverso dagli altri lupi e si fidarono.
Il cucciolo riprese a suonare, questa volta una melodia
allegra e brillante.
«Sei davvero molto felice!» esclamarono le pecore.
«Da cosa lo capite?» chiese Piccolo Nero.
«La tua musica parla da sola!» rispose Bianca Soffice.
Piccolo Nero capì che riusciva a trasmettere le sue
emozioni con la musica: tornò a suonare e le pecore
iniziarono a danzare allegramente.
Passo dopo passo, quasi senza accorgersi, si ritrovarono nel cuore del bosco, fermandosi solo quando
sentirono un verso stridulo e acuto: era Grigio Volante,
il pipistrello appassionato di canto che, udita quella
musica dolce, desiderava unirsi alla bizzarra compagnia.
Le pecore e il lupacchiotto, sorpresi, si domandarono
chi fosse. Bianca Soffice guardò in alto nel cielo e riconobbe quel pipistrello che le aveva tenuto compagnia durante una notte insonne.
«Vi presento Grigio Volante, un amico con tanta voglia di cantare!»
Capitolo primo
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«Se ti piace così tanto cantare, unisciti a noi» lo invitò
Piccolo Nero «anche se dovrai prendere qualche lezione di canto per rendere la tua voce più melodiosa e
piacevole!»
«Canto così male?» domandò timidamente Grigio Volante.
«Non ti rattristare: quando ho iniziato a suonare il flauto,
non ero così bravo e non uscivano i suoni che volevo.
Poi ho scoperto che con molto esercizio potevo migliorare e che se sono felice riesco a far parlare la mia musica» consigliò Piccolo Nero.
«E se prendessi lezioni dall’usignolo?» chiese il pipistrello.
A tutti sembrò un’idea perfetta, ma gli usignoli vivevano
nella pineta ai margini del bosco, poco distante dalle
tane dei lupi che avevano inseguito le pecore. Queste
inizialmente si rifiutarono di accompagnarli, perché avevano una fifa terribile. Piccolo Nero propose: «Il mio
sogno era quello di far uscire dal flauto i suoni che desideravo e ci sono riuscito; ora Grigio Volante sogna di
diventare un bravo cantante. Vi chiedo di affrontare in-
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Che musica!
sieme la vostra paura per permettere al nostro nuovo
amico di realizzare il suo sogno».
Le pecore si convinsero: sapevano di non essere sole
ed erano curiose di scoprire il bosco.
Capitolo primo
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CAPITOLO SECONDO
Che meraviglia!
Le pecore danzavano, Piccolo Nero suonava una dolce
melodia, Grigio Volante canticchiava, e tutti baldanzosamente s’inoltrarono nel meraviglioso bosco.
Il cielo era di un magnifico blu e la luna sembrava la regina, circondata dalle stelle che le luccicavano attorno.
In quella magnifica notte d’ottobre, la luna pareva voler
illuminare il bosco ancora di più, per esaltarne il fascino.
Tutto luccicava: la luce tra i rami creava un gioco di colori e le foglie assomigliavano a lucciole, visto che sembravano accendersi e spegnersi alternativamente.
Piccolo Nero accompagnava la notte col suono delle
note del suo inseparabile flauto ed esortava le pecore
a muoversi. Queste procedevano cautamente, si guardavano intorno e anche al minimo rumore sobbalzavano, mentre Grigio Volante cercava di tranquillizzarle.
Attraversarono boschi di latifoglie, con alberi secolari di
querce, castagni e faggi, tra i cui rami si scorgevano indaffarati scoiattoli e scorteccianti castorini.
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Che meraviglia!
A un certo punto le pecore sentirono un ululato, che le
fece indietreggiare dallo spavento.
Grigio Volante indicò loro un nascondiglio, un sottobosco ricco di frutti selvatici: «Presto, nascondetevi! Il profumo delle more e dei mirtilli manterrà lontano i vostri
nemici».
Le note del flauto echeggiavano nel bosco e gli uccelli
estasiati ne riprendevano la melodia. Anche Cincillà Pigrone, un bellissimo scricciolo comune, non poté fare a
meno di ascoltare e canticchiare per affinare le proprie
doti vocali.
Piccolo Nero, accortosi di essere solo, aveva provato
a suonare il flauto per richiamare le pecore. Non riuscendoci chiese l’aiuto del suo nuovo amico scricciolo.
Cincillà, dopo aver sorvolato una parte del bosco, finalmente le ritrovò e corse a chiamare il lupacchiotto.
Erano buffe: per la paura non respiravano neanche. Su
di loro vegliava Grigio Volante, pronto ad attaccare
chiunque le avvicinasse. Piccolo Nero, vedendole immobili, iniziò a ridere a crepapelle, rotolandosi sulle foglie bagnate.
Capitolo secondo
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«Fifone, perché vi siete nascoste?» chiese.
Rispose Riccia Morbida con un filo di voce: «Non hai
seeentito ululare?»
«Era solo il mio sbadiglio!» replicò il lupacchiotto «Forza
muovetevi! Il cammino è ancora lungo».
«Non ci penso nemmeno!» rispose Batuffola Perlina, la
più piccola del gregge «Sono troppo giovane, voglio
godermi la vita».
«Anch’io!» rispose la pecora più vanitosa del gruppo,
scuotendo i suoi bei riccioloni.
«Voglio conoscere le bellezze del mondo, viaggiare,
fare nuove amicizie e... mi piacerebbe andare in Irlanda,
per conoscere le mie simili, molto ricercate!» osò dire la
pecorella.
Il lupacchiotto provò a convincerle ancora, visto che
era quasi l’alba. Ma niente riuscì a smuoverle: né le rassicurazioni di Piccolo Nero, né quelle di Grigio Volante
né quelle del nuovo amico che si era unito a loro: Cincillà Pigrone.
Batuffola Perlina ebbe un’idea: «Credo di avere io la
soluzione! Sono molto amica di Volpe Astutina. Lei è
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Che meraviglia!
esperta del bosco e sicuramente potrà aiutarci».
Quindi si recarono tutti alla tana della volpe. Appena
giunti, Batuffola Perlina la intravide, la chiamò e lei la
raggiunse. Si salutarono affettuosamente, poi la volpe
di scatto si girò e fissò intensamente il piccolo lupacchiotto.
«Volpe Astutina, non guardarlo così, è nostro amico, ci
ha salvate!» lo tranquillizzò Batuffola e le spiegò il motivo per cui erano lì da lei.
Astutina rispose che le avrebbe aiutate, ma a una condizione: «Anch’io amo la musica e vorrei unirmi a voi!»
Il gruppo rispose in coro: «Sarai la benvenuta!»
Guidati da Volpe Astutina s’incamminarono per un sentiero tortuoso. Dopo un po’ la volpe capì che la compagnia era troppo numerosa e rumorosa e avrebbe
potuto attirare animali pericolosi. In un battibaleno
pensò che fosse necessario l’aiuto di Unicorno Arcobaleno e dei suoi poteri magici.
Man mano che si avvicinavano alla sua casa, tutto
quello che li circondava si colorava magicamente dei
colori dell’arcobaleno. Improvvisamente tra la rigogliosa
Capitolo secondo
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vegetazione comparve il maestoso Unicorno. Volpe
Astutina si avvicinò e gli chiese di aiutare le sue compagne.
L’Unicorno abbassò gli occhi, agitò la grande testa e il
corno sulla sua fronte s’illuminò. Una luce avvolse tutti gli
animali presenti, che vennero rimpiccioliti. Poi Arcobaleno chiamò le farfalle danzanti e chiese loro di condurli
alla pineta. Tutti gli animali salirono sulle ali delle gentili
farfalle e spiccarono il volo. Dall’alto scoprirono i piccoli
particolari del sottobosco: api laboriose, lombrichi striscianti, formiche rufe, insetti minuscoli sulle foglie bagnate dalla rugiada del mattino.
Il sole era ormai sorto quando giunsero al sentiero. Le
farfalle si adagiarono tra i fiori profumati e subito gli animali scesero, ritornando magicamente alle loro originali
dimensioni. Le farfalle decisero di unirsi all’allegra compagnia.
Quel luogo era un incanto e il lupetto riprese a suonare.
Sentendo quella melodia, dalle acque limpide di un ruscello sbucò Gola Rubino.
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Che meraviglia!
Piccolo Nero le si avvicinò e le chiese dove si trovasse
l’Accademia di Canto degli Usignoli: «Vogliamo imparare a esprimere con la musica ciò che si prova nell’anima».
«La musica è il mio mondo!» replicò Gola Rubino e propose di accompagnarli.
Capitolo secondo
33
CAPITOLO TERZO
La grotta stregata
Gola Rubino, che era la rana più canterina del ruscello,
iniziò a saltellare davanti a loro pavoneggiandosi e
gracidando: «CRA CRA CRA. Vi conduco io all’Accademia. L’ho frequentata per tre anni. È qui vicino. Proprio
dopo la grotta incantata».
Le farfalle erano un po’ preoccupate: la lunga lingua
della rana le spaventava, ma Gola Rubino le rassicurò:
«Ho appena fatto colazione e poi… io sono una rana
molto speciale perché mangio solo petali di fiori».
Intanto mamma Lupa e papà Lupo avevano raggiunto
il gruppo portando di nuovo scompiglio tra le pecore,
che si stavano sparpagliando e gridavano: «Al lupo! Al
lupo!»
Piccolo Nero cercò di calmarle: «Tranquille. Sono solo i
miei genitori!»
«Eravamo preoccupati perché il nostro cucciolo non ritornava alla tana da molte ore» le rassicurò mamma
Lupa.
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La grotta stregata
«Così abbiamo seguito le sue tracce e il suono del
flauto ed eccoci qua!» continuò papà Lupo.
In quel momento si sentirono in lontananza tanti ululati: il
branco aveva fiutato l’odore del gregge e si stava avvicinando.
«Fuggite!» esclamarono mamma Lupa e papà Lupo.
«Dooove? Dooove?» belavano le pecore disperate.
Al pipistrello Grigio Volante venne un’idea: «Qui vicino
c’è una grotta che attraversa la montagna ed esce dall’altra parte. Lì ci abitano molti miei amici. Io vi posso
portare, ma dovete stare in silenzio assoluto perché di
giorno dormono e si arrabbiano molto se vengono disturbati».
Tutti si avviarono velocemente verso la grotta, mentre
Gola Rubino saltellava davanti a tutti dicendo: «Buona
idea. Io attraversavo sempre quella grotta per recarmi
all’Accademia. Si allunga un po’ la strada ma lì c’è sempre un frescolino delizioso e una piacevole umidità».
La grotta si apriva proprio dietro a un groviglio di rovi
ed era difficile vederla. Appena entrati, dopo un breve
corridoio, ci si addentrava in un mondo fantastico: le
Capitolo terzo
35
stalattiti e le stalagmiti formavano guglie che sembravano quelle di un castello incantato e le goccioline
d’acqua che cadevano producevano un suono simile
a quello della pioggia di primavera. Più si andava
avanti e più l’ambiente diventava buio. A un tratto non
si riuscì più a vedere niente.
«Ci perdereeeemo...» belavano le pecore.
«Mettetevi in fila indiana e afferrate il codino di quello
che c’è davanti a voi» sussurrò Grigio Volante.
«Io vi farò strada e Piccolo Nero suonerà una ninna
nanna per coprire il rumore dei vostri passi. Ricordate: i
miei amici non amano essere svegliati».
Seguendo i consigli del pipistrello i nostri amici si addentrarono nella grotta: qua e là pendevano dal soffitto
gruppi di pipistrelli, che continuavano a dormire beatamente, cullati dalle note melodiose del flauto. Papà
Lupo e mamma Lupa chiudevano la fila, un po’ preoccupati perché gli ululati si facevano sempre più vicini.
«Più veloci. Il branco ormai è qui» incitavano i due lupi.
Tutti avevano il fiatone, ma ormai vedevano lo sbocco
della grotta: un buco che si apriva su una radura illumi-
36
La grotta stregata
nata dal sole. Fecero di corsa il tratto in salita che li portava verso l’esterno e l’ultima pecora era appena uscita
quando rimbombò nella grotta un ululato spaventoso.
«Sono qui!» gridavano i lupi del branco.
«Che puzza lasciano queste pecore! Ma vale la pena
di sacrificare un po’ il nostro naso: tra poco ci sarà da
divertirsi!»
Ringhiando e sghignazzando i lupi raggiunsero l’antro in
cui dormivano i pipistrelli.
«Chi osa disturbarci? Io stavo sognando un suono melodioso che mi cullava. Ho cacciato moscerini tutta la
notte e ho bisogno di dormire» gridò infuriato Radar
Strello, il capo pipistrello.
«Cacciamo questi intrusi!» incitò.
«Ben detto!» squittirono i suoi amici.
Si staccarono tutti insieme dalle pareti della grotta e si
lanciarono sui lupi, che spaventati tornarono indietro
gridando: «Aiuto! I mostri! La grotta è stregata!»
All’uscita della grotta, nella radura, tutti tirarono un sospiro di sollievo: anche stavolta erano salvi, ma la
strada per l’Accademia era ancora lunga. Inoltre i lupi
Capitolo terzo
37
del branco erano infuriati e volevano farla pagare cara
a Piccolo Nero e ai suoi genitori, che avevano aiutato
le pecore a fuggire.
«La nostra tana non è più sicura» sentenziò papà Lupo.
Ma non c’era tempo per la tristezza, il viaggio doveva
proseguire.
«Prima riposiamoci un po’» propose Volpe Astutina «abbiamo camminato tutta la notte e siamo tutti stanchi e affamati. Le nostre amiche farfalle con Grigio Volante e
Grande Saggio ci avviseranno se avvisteranno un pericolo».
Tutti si adagiarono sulla soffice erba della radura mentre
Piccolo Nero, ripreso il flauto, iniziò a riprodurre il suono
dell’acqua che aveva sentito nella grotta: le note avvolsero il gruppo e la paura e la stanchezza svanirono.
Le farfalle con il battito delle loro ali accompagnavano
la melodia, mentre la rana Gola Rubino segnava il
tempo con il suo CRA CRA CRA.
Papà Lupo e mamma Lupa provarono a seguirli brontolando con piccoli ringhi, ma sotto sotto erano preoccupati.
38
La grotta stregata
CAPITOLO QUARTO
Oggetto perduto, amico trovato
Cullati dalla musica, tutti si addormentarono. Il silenzio
regnava nella radura. Si sentiva solo il russare di Piccolo
Nero e dei suoi genitori. Le pecore erano addossate
l’una contro l’altra e formavano una morbida nuvola
bianca.
Si svegliarono che la luna splendeva già alta nel cielo,
disturbati dal battito delle ali di Radar Strello.
Si era alzato un forte vento e i rami degli alberi che circondavano la radura si spezzavano scricchiolando.
«Ho dormito molto bene!» disse Batuffola Perlina stiracchiandosi.
«Voglio ancora dormire!» si lamentò Cincillà Pigrone.
«Ho fame!» esclamò Volpe Astutina.
«Qualcuno ha del nettare?» chiesero le farfalle in coro.
A un certo punto tutti si voltarono verso Piccolo Nero,
sentendolo piangere disperato.
«Cosa succede?» chiesero prima mamma Lupa e papà
Lupo e poi tutti gli altri animali del gruppo.
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Oggetto perduto, amico trovato
«Perché stai piangendo?»
«Non trovo più il mio flauto!»
«Ti aiutiamo noi a cercarlo, lo troveremo!» dissero tutti in
coro provando a consolarlo.
Quindi si rimisero in cammino guardandosi bene intorno
per cercare l’oggetto perduto.
Andando avanti videro che la strada proseguiva oltre
un fiume. L’acqua era limpida e così trasparente che ci
si poteva specchiare. Sul fondo si vedevano rocce taglienti e la corrente era molto forte. Per attraversarlo
c’era solo un ponte diroccato.
«Attraversiamo uno alla volta» suggerì Grande Saggio.
Ma nessuno aveva il coraggio di passare, a parte le farfalle, Grigio Volante, Radar Strello e Grande Saggio che
potevano volare. E furono proprio loro a vedere per primi
un cane in lontananza e a sentire il suono del flauto.
Immediatamente i volatili tornarono da Piccolo Nero gridando: «Abbiamo trovato il flauto! Abbiamo trovato il
flauto!»
Intanto il cane si era avvicinato alla riva opposta del
fiume e li guardava suonando. Era un cucciolo di circa
Capitolo quarto
41
cinque mesi, grigio di pelo con la pancia e la punta
della coda bianche. Le orecchie erano piccole e dritte.
Gli animali furono rapiti dalla musica e pian piano si accorsero di avere il coraggio necessario a salire sul ponte.
«Ma quello è il mio flauto» esclamò Piccolo Nero e il suo
cuore si mise a battere forte per la gioia, ma anche per
il timore.
Fu il primo a passare sul ponte e dietro di lui il resto della
compagnia.
«Dammelo subito!» disse al cane che però si mise a correre.
Piccolo Nero ricominciò a piangere pensando che non
lo avrebbe mai più riavuto. Ma il cane, vedendolo triste,
gli andò incontro con il flauto in bocca, scodinzolando.
Piccolo Nero capì che il cane era amichevole e cominciarono a rincorrersi giocando, rotolando insieme con
gran divertimento finché il cane non posò il flauto ai
piedi del lupacchiotto e così diventarono amici.
«Come ti chiami?» chiese Piccolo Nero.
Il cane cercava di rispondere abbaiando.
«Lo chiameremo Timido Brillante» disse Piccolo Nero.
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Oggetto perduto, amico trovato
«Beeella idea!» acconsentirono le pecore.
Volpe Astutina pensò di chiamare Unicorno Arcobaleno
per farlo parlare. Calò dal cielo un grande arcobaleno.
Ed ecco Unicorno, che disse: «È proprio vero che si
chiama Timido Brillante. È timido, ma suona il flauto in
modo brillante. Infatti la sua musica, se ascoltata con
attenzione, ha il potere di dare il coraggio a tutti gli animali. Gli darò la parola!»
Dal suo corno uscì una luce fortissima, gialla e arancione
e il cane cominciò a raccontare: «Io sapevo parlare
prima di entrare nella grotta. Ma uno dei pipistrelli era in
realtà una strega malvagia e mi ha lanciato un incantesimo. Così sono scappato, ho preso il flauto e ho attraversato il ponte. Posso venire con voi?»
Allora tutti fecero festa. Piccolo Nero si mise a suonare
il flauto dolcemente e il cane disse: «Che suono soave!»
e tutti restarono un attimo in ascolto, un attimo che sembrò durare ore.
«Che meraviglia la musica! Andiamo all’Accademia, lì
potremo imparare a cantare e suonare tutti insieme» propose Grigio Volante che non vedeva l’ora di iniziare.
Capitolo quarto
43
«Dev’essere proprio al di là di questo bosco di pini».
Tutti furono d’accordo e si incamminarono. Piccolo Nero
e Timido Brillante giocavano a rincorrersi. Il cane prendeva un rametto, lo teneva in bocca e lo portava davanti a Piccolo Nero, come aveva fatto col flauto.
Entrarono nel boschetto. Il vento continuava a soffiare
e faceva cadere dagli alberi le foglie secche. Passando, gli animali sentivano l’odore della resina che
gocciolava dai pini. Il manto del cane ne era tutto impiastricciato e, come se non bastasse, passando nella
pineta, gli era caduta una pigna sulla testa facendolo
svenire.
Dovette intervenire nuovamente Unicorno, che aveva
deciso di unirsi al gruppo. Il corno questa volta si illuminò di un’intensa luce verde e il grosso bernoccolo
sulla fronte di Timido Brillante guarì immediatamente.
Dopo pochi minuti di strada videro l’ingresso dell’Accademia e affrettarono il passo. Ma l’usignolo non c’era.
Al suo posto, incollata sulla porta semiaperta, c’era una
lettera.
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Oggetto perduto, amico trovato
CAPITOLO QUINTO
Finalmente in Accademia
La lettera diceva:
“Benvenuti nel posto incantato
dove ogni suono diventa fatato.
Buona musica, qui, potrete ascoltare
e, se vorrete, imparerete a suonare.
Siete pronti, dunque, a viaggiare
in un mondo tutto speciale?
Entrate, cosa aspettate?
Insieme impareremo a canticchiare LALALA
e a suonare DORE MIFA…”
A leggerla tutta d’un fiato era stata Gola Rubino che
raccontò, con tono altezzoso, di aver conosciuto il
Grande Maestro, di essere stata sua allieva e che, grazie a lui, aveva imparato a suonare tanti strumenti, in
modo particolare il flauto.
«Venite, ve lo presento!» disse rivolgendosi ai compagni.
Tutti eccitati, ma allo stesso tempo un po’ spaventati,
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Finalmente in Accademia
spalancarono la porta e in fila, uno alla volta, entrarono finalmente nel posto tanto agognato: l’Accademia
di Canto del Grande Maestro Usignolo.
L’Accademia sembrava un castello incantato dove ogni
desiderio si poteva avverare.
Appena entrati rimasero in silenzio a guardare con stupore quanto li circondava: una miscellanea di colori
spezzava la monotonia del grigiore della sera e della
grotta appena attraversata; pentagrammi e note musicali erano scritti ovunque, nelle aule una varietà di strumenti musicali erano pronti per essere suonati: violini,
pianoforti, flauti, oboi, arpe, violoncelli.
«Wow!» esclamò Piccolo Nero «Che posto fantastico!
Adesso sì che potrò imparare a fare buona musica! Questo è proprio quello di cui avevo bisogno. Certamente
seguire lezioni di musica è meglio che imparare da soli!»
«Sì, che bello! Anche noi vogliamo imparare a fare
buona musica» esultarono Bianca Perlina e Riccia Morbida.
«Anche noi vogliamo imparare a suonare!» aggiunsero
Grande Saggio e Grigio Volante e così tutti gli altri.
Capitolo quinto
47
Mentre ognuno esprimeva la propria gioia si sentì una
voce delicata e gentile che si rivolse a loro con infinita
dolcezza: «Benvenuti, sono felice di conoscervi!»
Tutti si aspettavano di incontrare finalmente il Grande
Maestro Usignolo, invece ad accoglierli fu Libellula Armoniosa, l’insegnante di musica e canto.
Esile e leggiadra, Libellula Armoniosa aveva le ali cristalline, il corpo verde smeraldo e si muoveva con grazia e delicatezza.
Il primo a prendere la parola fu papà Lupo che spiegò
a nome di tutti il motivo per cui, dopo tante peripezie,
erano giunti in Accademia: volevano imparare a suonare e cantare come il Grande Maestro Usignolo, pur
non avendo grande dimestichezza con note e strumenti
musicali.
Libellula Armoniosa li tranquillizzò dicendo: «Con impegno e volontà si può riuscire in tutto, anche nelle cose
in cui non ci si crede capaci! Bastano tenacia e determinazione e tutto sarà semplice!»
«Noi siamo pronti a tutto pur di imparare a suonare, vero
amici?» gridò Piccolo Nero, rivolgendosi al gruppo.
48
Finalmente in Accademia
«Sicuro!» risposero all’unisono.
«Grande Maestro Usignolo è molto esigente, perciò dovrete impegnarvi molto, anche perché non potrete vederlo se prima non supererete alcune prove di musica…
perciò domattina inizieranno le lezioni, alle otto in
punto. Adesso andate a dormire, è tardi e siete stanchi»
disse loro Libellula Armoniosa.
Furono ospitati in una sala dell’Accademia molto accogliente. Ognuno si sistemò come meglio preferiva anche
se nessuno riusciva a dormire.
«Ce la faremo, amici, diventeremo bravi musicisti e insieme, come una grande orchestra, suoneremo nei boschi e trasmetteremo l’amore per la musica a tutti gli altri
animali» disse Timido Brillante.
«È vero, ce la faremo. Tutti insieme naturalmente! Ci sosterremo l’un l’altro, ognuno farà come meglio potrà, l’importante è impegnarsi e alla fine… vedrete che
bell’orchestra che formeremo! Però, adesso bisogna dormire, è tardi, buonanotte» aggiunse mamma Lupa.
Tutti chiusero gli occhi pensando al duro lavoro che li
aspettava.
Capitolo quinto
49
L’indomani, di buon mattino, tutti gli animali si presentarono nella grande sala per la prima lezione di musica.
Piccolo Nero portò con sé il flauto che fu subito notato
da Libellula Armoniosa che lo invitò a suonare qualcosa.
Il lupacchiotto, un po’ intimidito, cominciò a intonare una
melodia molto bella, come solo lui sapeva fare, specialmente quando era felice. In quel momento il suo
cuore batteva forte dalla felicità perché sapeva che
avrebbe imparato a suonare ancora meglio di quanto
sapesse già fare.
Poi passò il flauto a Gola Rubino e a Timido Brillante:
entrambi suonarono come meglio sapevano fare.
Mentre tutti ascoltavano estasiati, Cincillà Pigrone disse:
«Basta di stare rinchiuso qui! Voglio andare via! A che
cosa serve imparare a suonare un pezzo di legno con i
buchi? No! Non ne sono capace!» e si diresse verso
l’uscita.
«Perché ti scoraggi ancora prima di incominciare? Tutti
possono imparare, basta volerlo! E poi, ti aiuteremo noi
quando sarai in difficoltà, altrimenti a cosa servono gli
amici?» gli rispose, rattristato, Piccolo Nero.
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Finalmente in Accademia
«Quando si inizia a fare qualcosa di nuovo si è sempre
un po’ scoraggiati, ma se saremo uniti e ci aiuteremo
l’un l’altro, vedrete che ce la faremo, ne sono convinto!
Perciò, adesso, iniziamo la lezione» disse Grande Saggio.
Libellula Armoniosa forniva ai suoi allievi tutte le indicazioni necessarie ed era felice nel vedere che
ognuno di loro dava il meglio di sé per imparare.
Dopo ore e ore di lezione, quando era calato il buio,
Piccolo Nero e Cincillà Pigrone si soffermarono sull’uscio dell’Accademia.
Il pelo lungo e fitto di Piccolo Nero brillava al chiaror
della luna facendo risplendere l’animale in tutta la sua
bellezza. Con le orecchie erette, il muso all’insù e la
coda dritta, dopo aver ululato alla luna, rivolgendosi
all’amico Cincillà, disse: «Tieni, prendi il mio flauto, ti
servirà per allenarti».
Cincillà Pigrone lo guardò con i suoi occhi grandi e
rossi e gli rispose: «Anch’io adoro la musica, ho provato tante volte ma non sono riuscito mai a imparare.
Forse perché non mi sono impegnato abbastanza!»
Capitolo quinto
51
Prese il flauto di Piccolo Nero, lo ringraziò e andarono
a dormire.
Nel cuore della notte tutti gli animali furono svegliati
dalle note che Cincillà Pigrone cercava di suonare con
il flauto; una grande gioia pervase il cuore di ognuno;
erano sicuri che anche il loro amico avrebbe imparato
a suonare. Rimasero in silenzio ad ascoltare: DO RE MI
FA… DO RE MI FA…
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Finalmente in Accademia
CAPITOLO SESTO
Che Spavento!
Mentre tutti dormivano, Cincillà Pigrone continuava a
provare e riprovare.
All’improvviso si accorse che alle sue spalle una luce
fioca illuminava Volpe Astutina che, sottovoce, gli disse:
«Vieni, andiamo a fare un giro nel bosco!»
Cincillà Pigrone accettò senza esitare, lasciò il flauto e
seguì l’amica.
Nell’Accademia regnava un grande silenzio interrotto
solamente dal cucù che scandiva le ore.
I due amici si rincorrevano tra gli alberi, giocavano e
scherzavano, ignorando il pericolo a cui andavano incontro visto che i lupi erano in agguato.
Nel bosco, infatti, il branco, avendo perso le tracce di
Piccolo Nero e dei suoi amici, sembrava impazzito e ululava a più non posso, svegliando ed intimorendo tutti
gli animali.
«Li troveremo!» disse Lupo Magro rivolgendosi al branco
e tutti insieme iniziarono a correre tra gli alberi alla ri-
54
Che Spavento!
cerca di tracce che potevano condurli dal gruppo di
musicisti.
Intanto Cincillà Pigrone e Volpe Astutina, esausti, si addormentarono sotto un maestoso castagno.
Era nato un nuovo giorno e tutti gli animali del bosco
iniziarono a svegliarsi a fatica, visto che il loro sonno
era stato turbato dagli ululati dei lupi, che per fortuna
ora sembravano spariti.
Anche in Accademia tutti si erano svegliati e come sempre, alle otto in punto, si recarono nella grande aula.
Libellula Armoniosa notò che Cincillà Pigrone e Volpe
Astutina erano assenti e chiese ai compagni se ne conoscessero il motivo.
Tutti si guardarono meravigliati ma nessuno sapeva alcunché.
«Andiamo a cercarli!» gridarono Bianca Perlina e Riccia Morbida e, mentre lasciavano la sala musica, Libellula Armoniosa cercava di gestire l’agitazione che
aveva colpito il gruppo.
Ognuno si diede da fare per cercare i due amici; all’improvviso Gola Rubino urlò: «Presto, venite! GuarCapitolo sesto
55
date, lì c’è il flauto di Piccolo Nero! Ma… loro non ci
sono!»
«Restiamo calmi…» esclamò Grande Saggio «…saranno usciti a fare una passeggiata!»
Nel bosco, intanto, tutti gli animali erano svegli, la
luce del sole illuminava ogni angolo e tutto faceva
pensare a una tranquilla giornata: gli uccelli volavano
felici da un albero all’altro, le pecore si dissetavano
al ruscello, i due amici si rincorrevano felici senza rendersi conto che si allontanavano sempre di più dall’Accademia.
Giunti a ridosso di una collinetta scivolarono improvvisamente in un fossato. Cercarono in tutti i modi di risalire, ma le loro zampette erano così fragili che non
riuscivano ad attecchire nella roccia tanto dura.
Cincillà Pigrone non faceva altro che ripetere: «È
colpa tua, non avrei dovuto seguirti!»
«Stai tranquillo!» gli diceva Volpe Astutina, cercando
di mascherare la paura che si faceva sempre più forte
«Vedrai, troveremo un modo per uscire fuori di qui!»
Passarono ore ed ore, Cincillà Pigrone continuava a
56
Che Spavento!
tremare e a spaventarsi ad ogni piccolo rumore:
«Sono loro… sono i lupi… ci troveranno e…»
«Basta!» gridò Volpe Astutina «Non stare sempre lì a lamentarti, piuttosto salta sulle mie spalle e cerca di uscire
dal fossato! La smetterai, così, una volta per tutte, di lagnarti come un cucciolo abbandonato!»
A un tratto, mentre cercavano di risalire, sentirono gli ululati dei lupi che si facevano sempre più vicini.
«Ecco, te lo avevo detto, stanno arrivando! Ci mangeranno senza pietà!» piagnucolò Cincillà Pigrone.
Volpe Astutina prese in mano la situazione e ordinò all’amico: «Presto, aiutami a scavare una tana, così potremo
nasconderci dentro! Vedrai, i lupi non ci troveranno!»
I due amici iniziarono a scavare: le loro zampette diventarono rosse, doloranti e sanguinanti, ma riuscirono
a ripararsi nella tana proprio nel momento in cui arrivò il
branco.
I lupi accerchiarono il fossato. Rimasero fermi per un po’,
quindi iniziarono a girare intorno al burrone, sembravano
impazziti: forse avevano avvertito la presenza dei due
animali.
Capitolo sesto
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Il sole intanto calava e nel bosco tutto sembrava addormentarsi. La luna iniziava a brillare nel cielo in compagnia di poche stelle; un alito di vento faceva
muovere le foglie degli alberi, provocando un sibilo che
nulla di buono lasciava presagire.
Al calar della sera il branco si allontanò finalmente dal
fossato e si diresse al di là del ponte, sempre alla ricerca
di Piccolo Nero e dei suoi amici.
Volpe Astutina, apparentemente calma, avendo capito
che non c’era più pericolo, uscì per prima dalla tana e
Cincillà ancora tremante la seguì.
«Si è fatto buio, ci toccherà restare qui questa notte,
ma sono sicura che i nostri amici verranno a cercarci e
ci tireranno fuori da questo burrone!» lo tranquillizzò
l’amica.
Il custode dell’Accademia, Criniera d’Argento, dopo
aver perlustrato il bosco per l’intera giornata, trovò finalmente i due piccoli amici che, stanchi e spaventati,
lo invitarono ad andare a chiamare il Grande Maestro
Usignolo e gli amici dell’Accademia perché potessero
aiutarli a uscire da quell’orrendo posto.
58
Che Spavento!
Criniera d’Argento corse subito a chiamarli. Andò a cercare per primo Unicorno Arcobaleno, visti i suoi poteri
particolari.
Nell’attesa i due amici sentirono un canto melodioso: era
la voce del Grande Maestro Usignolo.
«Stanno arrivando!» gridò Volpe Astutina.
«Finalmente!» rispose Cincillà Pigrone.
Dopo poco si resero conto, però, che la melodia invece
di avvicinarsi si allontanava sempre di più e per questo,
i due animaletti incominciarono nuovamente ad agitarsi:
non riuscivano a capire cosa stesse succedendo.
La voce dell’usignolo si alternava con l’ululato dei lupi.
Degli amici dell’Accademia non si vedeva ancora nessuno e Criniera d’Argento sembrava sparito. Tutto ciò fece
perdere loro ogni speranza di risalire quanto prima dal
fossato.
Il Grande Maestro Usignolo, che tutti credevano in viaggio per dare lezioni di musica in altre scuole, era in realtà
rinchiuso in una gabbia e stava per essere trasportato
da un rifugio all’altro dai lupi che lo tenevano prigioniero
già da diversi giorni.
Capitolo sesto
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Criniera d’Argento da lontano, nascosto dietro a un
cespuglio, assisteva al passaggio dei lupi senza muoversi, a stento respirava, temendo che i lupi potessero
percepire la sua presenza.
A un certo punto il branco si fermò. I lupi, a gruppi di tre,
si inoltrarono tra gli alberi seguendo il loro olfatto, lasciando momentaneamente la gabbia incustodita.
60
Che Spavento!
CAPITOLO SETTIMO
Ci salva l’amicizia
Era notte fonda, il branco si era allontanato velocemente, tra un vivo tremolio di foglie, che apparivano di
un grigio argento alla luce della luna.
Nell’aria si udiva il lento gorgheggio del Grande Maestro Usignolo che, ormai stanco, si era abbandonato a
un sonno disturbato. Era il momento giusto, Criniera d’Argento si avvicinò alla gabbia con cautela. Grande Usignolo ne avvertì la vicinanza e, spaventato, aprì gli
occhi, ma si rincuorò nel vedere l’amico, che con reverenza tutte le mattine lo accoglieva presso l’Accademia.
Il cavallo, con lo zoccolo, liberò subito il Grande Maestro e gli raccontò dei piccoli amici che si trovavano in
pericolo e avevano bisogno di aiuto.
I due si diressero quindi velocemente verso l’Accademia in cerca di altri compagni che li aiutassero nella missione di salvataggio.
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Ci salva l’amicizia
Intanto, dall’altra parte del bosco nei pressi della collinetta, Volpe Astutina e Cincillà Pigrone erano avviliti,
stanchi e affamati.
Con un residuo alito di speranza Volpe Astutina sussurrò:
«I nostri amici non ci abbandoneranno!»
Dall’alto, Grande Aquila, uccello dalla vista acutissima,
osservava con attenzione il territorio sottostante, individuando con soddisfazione due buone prede. Il grosso
rapace, dall’aspetto maestoso, non perse tempo e
spiccò il volo in direzione del burrone. Ma il lamento dei
due amici lo impressionò e si accovacciò a osservali
prima di farne un solo boccone.
Volpe Astutina, spaventata più che mai, si fece coraggio e con un filo di voce implorò: «Salvaci Grande
Aquila! Siamo musicisti dell’Accademia e ti ringrazieremo
con un concerto in tuo onore».
Quelle parole accesero in Grande Aquila il ricordo del
suo unico amico, Maestro Usignolo e, preso dal profondo sentimento che li legava, con voce possente,
tuonò: «Salite sulle mie ali, siete ancora in orario per la
lezione di musica».
Capitolo settimo
63
I due amici saltarono sul corpo di Grande Aquila, ricoperto di piume sino ai piedi e, abbracciati, si strinsero
forte in quell’avventura che forse sarebbe stata il loro
ultimo viaggio.
L’Aquila si dispiegò in un volo potente, quasi veleggiato
e in pochi minuti i tre raggiunsero l’Accademia.
Tutti gli animali erano radunati attorno al Grande Maestro Usignolo, appena giunto con Criniera d’Argento:
stavano discutendo su come salvare i due amici intrappolati.
Che gioia per tutti rivederli sani e salvi!
Volpe Astutina e Cincillà Pigrone raccontarono gli ultimi
avvenimenti al Grande Maestro Usignolo, che presentò
Grande Aquila a tutti i musicisti e, come promesso, organizzarono un concerto.
Alle 10:00 in punto iniziò lo spettacolo in onore di
Grande Aquila: Piccolo Nero suonava il flauto, Riccia
Morbida il triangolo, Bianca Soffice i legnetti, Volpe
Astutina i piatti, papà Lupo il cembalo, Timido Brillante
il tamburo e il Grande Maestro Usignolo dirigeva l’orchestra.
64
Ci salva l’amicizia
Tutti gli animali insieme intonarono “Viva la musica” con
un ritmo allegro in cui suoni deboli e suoni duri corrispondevano alle calde parole dell’amicizia.
Al termine del concerto festeggiarono con miele, bacche e frutti maturi e quando il sole incominciava a calare, ormai stanchi, si adagiarono sull’erba sotto gli alberi.
Nel bosco regnava un piacevole silenzio, quando all’improvviso si udì una dolce melodia in lontananza, seguita da un canto simile ad una preghiera.
Timido Brillante si alzò sulle zampe posteriori e si mise
in ascolto scodinzolando…
Riconobbe in quel canto la voce di Gianni, il suo padroncino e come una furia si lanciò tra gli alberi verso
la direzione da cui proveniva la melodia. Arrivato
presso la sorgente scorse, nello spazio pianeggiante
circostante, delle tende che si gonfiavano, movimentate dal dolce vento che portava via le note suonate
da un gruppo di Boy Scout che, in cerchio, cantava e
contemplava la natura.
Timido Brillante abbaiò più forte che poté e Gianni riconobbe il suo cucciolo che, giorni prima, per seguire
Capitolo settimo
65
un branco di cucciolotti si era allontanato da casa e
non aveva fatto più ritorno.
I due si abbracciarono tra le lacrime.
Timido Brillante raccontò a Gianni le sue esperienze all’Accademia e gli presentò i suoi nuovi amici che nel frattempo lo avevano raggiunto.
Gianni e i suoi amici Scout furono sorpresi nel vedere un
gruppo di animali, molto diversi tra loro, avvicinarsi a Timido Brillante e fargli festa.
Nessuno di loro aveva mai visto dei lupi, una volpe e
delle pecore comportarsi tra di loro come amici.
E quanti altri animali facevano parte del gruppo che timidamente usciva dal bosco.
Ma lo stupore dei ragazzi venne disturbato da un coro
di ululati che giungeva dal fitto degli alberi: il branco
dei lupi si stava avvicinando al campo.
Le fiamme del falò acceso dal capo degli Scout furono
provvidenziali per tenere lontano il branco.
66
Ci salva l’amicizia
CAPITOLO OTTAVO
La Musica che unisce
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«Sentiam nella foresta… / Sentiam nel fitto bosco/ i lupi
ad ulular: Ahù, ahù…»
La dolce melodia risuonò nel bosco.
Gli scout giravano in tondo battendo i piedi per terra.
Ta ta/ ta ta ta ta ta/ ta ta/ ta ta ta ta ta.
I lupi, nascosti tra gli alberi, lontani dall’accampamento,
c’erano per davvero! Erano scappati per paura del
fuoco; anche i lupi hanno paura di qualcosa!
Non avevano paura però della Musica; con le loro
orecchie tese avevano accolto gli Ahù dei ragazzi e
ora questa colonna sonora non li lasciava più. Si erano
nascosti, infatti, ma non erano andati via.
Il gruppo di amici animali venne invitato a sedere attorno al falò.
Tutto il bosco si raccoglieva lì… tutto il bosco che cantava e suonava insieme a dei ragazzi.
Gianni li osservò tutti e non riuscì a fare a meno di pensare che quella combriccola fosse davvero insolita;
La Musica che unisce
qualcosa però li univa: la Musica. Non solo un forte interesse per la Musica, ma la Musica delle emozioni,
quella che dà coraggio, che unisce.
Pensare che tutto aveva avuto inizio da un pezzo di
legno con i buchi, il flauto di Piccolo Nero.
«Sentiam nel fitto bosco/ i lupi ad ulular…»
Gli animali si divertivano molto, scaldati dal falò, dalle
dolci note di Piccolo Nero e dalla canzone degli scout
che li caricava di energia.
Presto però una lacrima prese forma sugli splendidi occhi
di Timido Brillante, una lacrima segno al contempo di felicità e tristezza.
La felicità di ritrovarsi con i suoi amici e il padroncino; la
tristezza di dover scegliere tra Gianni e gli animali.
A Gianni sembrò di scorgere nella piccola luccicante
lacrima che scendeva sul musetto del cane un ricordo.
Il suo cucciolotto aveva cinque mesi e si ergeva fiero,
seduto sulle zampe posteriori. A un certo punto strinse
tra i denti l’imboccatura del flauto, mise le zampe anteriori sui buchini e ci soffiò dentro. Da lì in poi imparò per
imitazione ascoltando l’Inno alla Gioia, la Primavera, riCapitolo ottavo
69
petuti tante volte da Gianni per diletto e per prendere un bel voto a scuola. Diventò così un brillante
flautista!
Timido guardò fisso negli occhi di Gianni e come in un
film rivide tutte le cose belle che aveva fatto con lui.
Gianni ricordò quando lo aveva trovato per strada e
lo aveva chiamato Timido, per la sua ritrosia.
Dopo aver abbaiato, senza alcuna esitazione, il cane
disse: «Ho trovato! Andremo tutti e due a scuola durante il giorno, tu alle medie, io all’Accademia, poi dal
pomeriggio tardi ci ricongiungeremo e vivremo insieme
nella tua casa, come prima. Io diventerò un bravo musicista e renderò felice il bosco intero, tu frequenterai
la scuola e imparerai a leggere le note, a suonare
bene il flauto dolce e farai esperienza insieme ai tuoi
compagni nella band della scuola».
Gianni, contento, prese il flauto e iniziò a suonare,
mentre gli altri canticchiavano: «C’è una casetta piccola così… Attenti al lupo, attenti al lupo…!»
Timido Brillante, soprannominato da tutti TB, avvertì un
ululato.
70
La Musica che unisce
Un po’ titubante ma curioso, mentre tutti si divertivano
cantando, pensò di andare verso i lupi e li avvicinò con
la sua musica… (anche i lupi in fondo hanno bisogno di
coraggio!)
I lupi apprezzarono il suo gesto amico (cani e lupi si capiscono alla grande).
«WOOF, WOOF! Avrete capito che sono vostro amico e
allora confidatevi con me. Come mai avete rapito Maestro Usignolo? Mi sembrate dei lupi simpatici e tutto sommato buonini, dei lupi un po’ diversi da quelli veri e da
quelli di Cappuccetto Rosso o di Pierino e il Lupo. Voi,
in effetti, assomigliate più a Lupo Alberto o a Lupo
Lucio».
E Lupo Magro: «Non so di chi tu stia parlando! Noi viviamo nel bosco, non guardiamo la TV. Comunque mi stai
simpatico, la tua musica mi dà coraggio, mi calma. Sento
che posso fidarmi… Abbiamo catturato l’Usignolo perché lo volevamo tutto per noi; ti immagini dei lupi a lezione di canto?! Con questa voce cupa, rauca, capaci
solo di ringhiare e poco pazienti! Tutti avrebbero riso di
noi, una vergogna per il branco predatore del bosco!»
Capitolo ottavo
71
Ma Lupo Tondo, spontaneo, aggiunse: «Ma digli la verità! Il vero motivo è che volevamo divertirci a spaventare le pecore. Riccia Morbida, la Perlina, sarebbero
accorse tutte sulle tracce del Grande Maestro, il loro
grande riferimento! Le avremmo così avute ai nostri piedi
con poco sforzo».
E TB: «Come sono confuso… tra lupi buoni e cattivi dei
fumetti, della favole e della TV e le vostre bugieeeee!»
I lupi, offesi, si risentirono e decisero di andare in Accademia da soli. A loro l’orchestra del bosco non interessava.
Il Grande Maestro doveva avere qualche potere speciale, oltre quello dell’insegnamento della musica; tutti lo
cercavano, tutti aspettavano da lui la salvezza.
Aveva forse il grande potere di cambiare il carattere
con la Musica?
72
La Musica che unisce
CAPITOLO NONO
I nuovi lupi
I lupi si avviarono verso l’Accademia a trovare il
Grande Maestro Usignolo, questa volta non per rapirlo
ma per apprendere e ascoltare l’arte della musica e
del canto.
I lupi per tutto il tempo avevano ascoltato le dolci melodie del flauto e i canti degli scout e nei loro cuori
qualcosa stava cambiando. Erano attratti ed incantati da queste musiche che facevano dimenticare la
caccia alle pecore e nel contempo davano serenità e
senso di pace ai loro cuori. Erano anche sbalorditi dall’amicizia che c’era tra gli animali e i giovani scout.
Lupo Magro avvertiva uno strano sentimento e nel
branco non c’era più quella bramosia di catturare le
pecore per spaventarle e ridere di loro, ma voglia di
ascoltare e di imparare a cantare e a suonare. Le melodie avevano pervaso i loro sentimenti. Il loro cammino fu lento e silenzioso, ognuno dentro di sé
meditava qualcosa che non osava dire agli altri.
74
I nuovi lupi
Arrivarono all’Accademia e furono ricevuti dal custode
Criniera d’Argento che, preso da timore, si rifiutò di farli
entrare per paura che rapissero il Grande Maestro. Ma
ecco arrivare Libellula Armoniosa, che uscendo dall’Accademia con volo leggero e fluttuante, si fermò a
parlare con i lupi.
Lupo Magro prese la parola e disse: «Inseguivamo le
pecore per spaventarle e divertirci, ma durante questa
cattura abbiamo scoperto la bellezza del canto e della
musica. Dentro di noi è cambiato qualcosa. Avevamo
catturato il Grande Maestro per imparare a suonare e a
cantare senza che nessuno ci vedesse, perché abbiamo
una voce rauca e cupa che riesce solo ad emettere ululati sgradevoli. Non possiamo prendere lezioni di canto
con gli altri animali. Noi siamo lupi ed essere derisi per
una nostra incapacità ci offende e ci umilia. Ecco perché vogliamo il maestro solo per noi».
Libellula Armoniosa li guardò e con un sorriso soave rispose: «La tecnica del canto si apprende con l’allenamento e lo studio e per avere una voce estesa,
omogenea, corretta e stabile è necessario un tenace e
Capitolo nono
75
76
costante impegno. Inoltre, il canto è condivisione dei
sentimenti e dei pensieri. Voi cantando vi aprite alla vita.
Chi canta e chi fa musica è fuori dalla violenza, perché
queste arti valorizzano le caratteristiche e le qualità
più belle di ognuno di noi. La musica, per essere vera,
deve influenzare tutte le nostre azioni, e la nostra vita
deve avere sempre momenti di incontro e di scambio
tra tutti».
I lupi si guardarono e abbassando gli occhi tacquero
sgomenti. Se avessero voluto fare della musica avrebbero dovuto cambiare il loro stile di vita e la qualità
dei rapporti con tutti gli altri animali. Ma Libellula intervenne di nuovo dicendo: «Sarà il gran Maestro Usignolo a darvi altri suggerimenti».
Lupo Tondo timidamente prese la parola e disse: «Se la
musica è tutto questo, noi non saremo in grado di farcela perché è nella nostra natura essere solitari, rincorrere, catturare e sbranare per essere accettati dai
nostri compagni e per mostrarci capaci e valorosi».
Libellula Armoniosa ribatté: «Ognuno di noi è diverso
per indole e capacità, ma se c’è impegno e buona voI nuovi lupi
lontà si riesce a fare qualunque cosa. Avete la voce
rauca e cupa e questa è una caratteristica che vi distingue dagli altri animali, è una diversità che non ha
nessun altro. Il canto degli altri animali vi dà emozioni,
gioia, serenità e pace interiore che sono tanto più
belle se sono condivise con loro. Ciascuno di noi ha
del buono che, messo a disposizione degli altri, ci arricchisce e ci fa provare nuove esperienze che, da
soli, non potremmo mai vivere».
I lupi ascoltarono Libellula Armoniosa con timore ma
anche con tanta voglia di cambiare.
Libellula Armoniosa li rassicurò ancora una volta dicendo che presto il Grande Maestro Usignolo sarebbe
venuto; poi volteggiò nel cielo e si ritirò nella sua aula.
Intanto Timido Brillante era ritornato dai suoi amici e
raccontò loro di aver parlato con i lupi e di aver colto
in loro l’amore per la musica e per il canto al punto tale
che i loro cuori sembravano più docili e i loro atteggiamenti meno aggressivi. Anche il loro linguaggio si
era fatto più mite e meno arrogante. Gianni e gli altri lupetti Scout proposero a tutta la combriccola di aniCapitolo nono
77
mali di andare all’Accademia e di organizzare tutti insieme un bel concerto, magari in onore dei lupi.
Allora si misero tutti in fila, intonando il loro canto preferito:
«Attorno alla rupe
Orsù lupi andiam
D’Akela e Baloo
Or le voci ascoltiam
Del branco la forza
In ciascun lupo sta
Del lupo la forza
Nel branco sarà.
Ula, ula, ula la la
Ula, ula, ula la la».
78
I nuovi lupi
CAPITOLO DECIMO
La musica fa… cambiare
Era notte e il gruppo, formato dagli animali, dai lupetti
Scout e da Timido Brillante, seguiva un sentiero nel
bosco. Cicale e grilli cantavano e il vento giocava con
le foglie degli alberi.
Intanto Grande Saggio, Grigio Volante e Radar Strello
volavano sulle cime degli alberi e con i loro occhi speciali seguivano gli amici dall’alto.
Animali e bambini erano contenti di procedere insieme.
Ma avevano ancora timore dei lupi: non erano sicuri che
fossero veramente cambiati.
Nel cielo la luna piena illuminava il sentiero come se
fosse giorno, lasciando in ombra il bosco buio.
Per farsi coraggio il gruppo cantava una canzone:
80
«Andiamo all’Accademia
seguendo il sentier,
andiamo all’Accademia
per imparar a cantar,
La musica fa… cambiare
andiamo all’Accademia
per imparar a suonar!»
Piccolo Nero accompagnava la melodia con le dolci
note che la gioia, che provava nel cuore, gli faceva
comporre.
Intanto i lupi aspettavano l’arrivo di Grande Maestro
Usignolo. Il branco aveva voglia di chiarirsi le idee e
Lupo Tondo disse: «Secondo me il Grande Maestro
Usignolo ci sgriderà perché lo abbiamo rapito!»
Lupo Magro rispose: «Per me, invece, ci perdonerà
perché è buono».
Volando tra i rami degli alberi, il Grande Maestro Usignolo,
si posò su una roccia. Guardandoli con attenzione disse
con voce potente: «Benvenuti all’Accademia! Libellula Armoniosa mi ha avvisato che mi stavate aspettando e che
avete qualcosa da dirmi. Sono qui per ascoltarvi!»
Lupo Magro disse timidamente: «Ci scusiamo se ti abbiamo rapito. Ci puoi perdonare?»
Il Grande Maestro li guardò uno per uno con i suoi allegri occhietti neri e rispose: «Io vi perdono, ma dovete diCapitolo decimo
81
mostrare a tutti che state cambiando e che volete diventare più buoni».
I lupi si guardarono l’un l’altro e il più anziano prese la
parola: «Come facciamo a dimostrartelo?»
Il Maestro Usignolo, avvicinandosi al branco, chiamò
Unicorno Arcobaleno, che dolcemente si avvicinò ai
lupi spargendo su di loro una magica polvere brillante.
«Questa polvere è magica perché dà fiducia e sicurezza nelle proprie capacità. Voi avete una voce rauca
e aspra, è vero, ma è la vostra voce, diversa da tutte le
altre e perciò preziosa. Usatela!» con queste parole il
Maestro Usignolo, con un cenno dell’ala, li invitò ad entrare e volò via.
Finalmente anche il gruppo di amici arrivò all’Accademia. Li accolse Criniera d’Argento: «Bentornati! I lupi
sono già entrati per imparare a cantare e a suonare».
Il gruppo, felice del cambiamento dei lupi, decise di organizzare un concerto di benvenuto per i nuovi lupi; l’orchestra sarebbe stata composta da Piccolo Nero e i
suoi amici, dagli scout e da Grigio Volante, che
avrebbe finalmente cantato una canzone rock.
82
La musica fa… cambiare
Il grande Maestro premiò infine Grande Saggio, per l’impegno, facendogli dirigere l’orchestra.
A un certo punto Gianni si accorse che non aveva più
lo zaino: lo aveva lasciato al campo scout?... All’improvviso si ricordò che lo aveva appoggiato vicino al
grande albero. Si alzò di scatto, lasciò i suoi compagni
e si inoltrò nel bosco per tornare al campo. Era convinto
di ricordare benissimo il percorso che aveva compiuto,
perciò il suo passo era deciso e veloce. Dopo un po’ si
accorse che stava percorrendo sempre lo stesso sentiero, perché quel fungo rosso con le macchie bianche
gli appariva continuamente: si era perso!
Tirava un forte vento, il fruscio delle foglie degli alberi si
faceva sempre più forte, Gianni sentì dei rumori strani e
gli parve di vedere delle sagome che lo osservavano.
Pensò: ”Ho freddo, fame e… tanta paura!”
Quando si accorse di essere rimasto veramente solo nel
bosco gridò spaventato: «Aiuto, c’è qualcuno?»
Nessuno rispose.
Sentì, in lontananza, i lupi ululare alla luna già alta in
cielo. La paura aveva ormai preso il sopravvento, si senCapitolo decimo
83
tiva isolato e avvolto nel buio. Cominciò allora a intonare una canzoncina che gli cantava la mamma per
farlo addormentare e questo gli diede coraggio.
Intanto l’allegra combriccola si accorse che Gianni era
scomparso, non si trovava da nessuna parte e tutti
erano preoccupati. Ma si stava facendo buio e dovettero sospendere le ricerche. Per l’agitazione nessuno riusciva a dormire. Piccolo Nero prese il flauto e cominciò
a suonare una dolce melodia che si diffuse nel bosco:
tutti si addormentarono.
All’alba ricominciarono le ricerche. Libellula Armoniosa
propose di formare due gruppi per rendere più efficace
la ricerca. Il gruppo di Timido Brillante formato da lupi,
lupetti, pecore e uccelli, si incamminò verso Ovest. Improvvisamente le narici di Timido Brillante fiutarono chiaramente l’odore del padroncino e i suoi occhi scorsero,
fra il fogliame del sottobosco, delle impronte. L’entusiasmo pervase il gruppo che accelerò il passo fino a
quando un’immagine colpì i loro occhi: sotto il ponte diroccato si intravvedeva un figura che assomigliava a
Gianni…
84
La musica fa… cambiare
CAPITOLO UNDICESIMO
La grande gioia!
86
Timido Brillante si avvicinò lentamente all’ombra che
si vedeva nel giorno lucente. Il gruppo lo incoraggiava ad accostarsi all’ombra, ma grande fu la loro
delusione quando tutti si accorsero che era solo
mamma Lupa intenta ad osservare dei vestiti sparsi a
terra.
Piccolo Nero con ansia domandò alla madre: «Hai
mica visto Gianni, si è perso…»
Mamma Lupa lo rassicurò: «Ho visto un ragazzino e ho
sentito dei passi leggeri e veloci muoversi lungo il
fiume Melodioso».
Mamma Lupa dirigeva il gruppo verso il fiume dove
aveva visto il ragazzo, quando in lontananza Riccia
Morbida e Bianca Soffice intravidero papà Lupo.
Riccia Morbida, veloce, si staccò dal gruppo e giunta
vicino a papà Lupo incuriosita gli chiese: «Hai forse
incontrato Gianni?»
«No, perché?» rispose papà Lupo stupito.
La grande gioia!
«Sulla tua schiena c’è un brandello della sua camicia!! E
lui si è perso da ieri e non lo troviamo da nessuna parte»
rispose timida la pecorella.
Papà Lupo rispose: «Si sarà attaccato mentre attraversavo la foresta incantata. Seguitemi: possiamo andare
dalla Grande Quercia, l’albero più anziano della foresta, che sa tutto di tutti!»
Mentre percorrevano il sentiero, lungo il ponte diroccato, dall’alto in picchiata si unì al gruppo Grande
Aquila che esclamò: «Vi aiuterò guardando dall’alto se
scorgo delle tracce».
Volpe Astutina sbucò da un cespuglio e improvvisamente urlò: «Vedete c’è un’ombra! Sarà Gianni?»
Il gruppo lentamente si accostò e… ancora una delusione: quell’ombra purtroppo non era Gianni, ma un castoro conosciuto nell’ambiente come J-Rap. Timido
Brillante lo interrogò e il castoro gli rispose cantando:
«Stavo camminando nel buio della notte
quando ho sentito un urlo di morte!
Mi sembrava di sentire un ululato
Capitolo undicesimo
87
e forse era un lupo spaventato.
Oh! Yeah!!!!»
Il gruppo di amici era disorientato. Il castoro indossava
il berretto di Gianni e la manica della sua maglia era infilata in una sua zampa. Era successo qualcosa a Gianni,
forse qualcosa di brutto, ma cosa?
Le pecore intervennero: «Dove hai trovato questi vestiti?»
«Io i vestiti li ho trovati
sopra un ramo impigliati.
Lungo il fiume stavo passeggiando
ed ora io ve lo sto cantando!!»
88
A questo punto il gruppo lasciò il castoro canterino per
andare lungo le rive del fiume in cerca di Gianni.
Perlustrarono ogni cespuglio, ma di Gianni neanche l’ombra.
A un certo punto Grande Aquila intravide dall’alto delle
orme che conducevano a una caverna situata nel folto
del bosco.
La grande gioia!
Intanto erano arrivati ai piedi della Grande Quercia e Timido Brillante invocò a gran voce: «Grande
Quercia, sai dirmi dov’è il mio padroncino Gianni?»
La Grande Quercia rispose: «Il tuo padroncino si
trova nella tana di Mamma Orsa che l’ha trovato
tutto infreddolito e lo ha preso con sé. Seguite il
sentiero, vi condurrà tra due alberi che con i loro
rami intrecciati formano un arco, girate a destra, e
proseguite fino in fondo. Lì troverete la tana di
Mamma Orsa!»
Il gruppetto, un po’ più rasserenato, si incamminò velocemente verso la direzione indicata.
Nel frattempo, a casa di Mamma Orsa, Gianni faceva colazione con miele e bacche, raccontando
la disavventura che gli era capitata.
Il gruppo, guidato da Grande Aquila e Radar
Strello, era arrivato all’entrata della caverna e tutti
gli animali la guardavano spaventati: era enorme e
sembrava la bocca di un mostro.
Timido Brillante con un fil di voce chiamò: «Gianni!
Ci sei? C’è qualcuno?»
Capitolo undicesimo
89
Ma dalla caverna uscivano solo pipistrelli e strani rumori.
Gli amici si addentrarono nella caverna, facendosi coraggio l’un l’altro.
Un brivido di terrore li avvolgeva, la caverna era buia,
fredda e inospitale: dal soffitto cadevano gocce d’acqua che risuonavano a terra facendoli sobbalzare ad
ogni passo.
A un certo punto sentirono delle voci provenire dal
fondo della caverna. Ma sì, era proprio Gianni che, tutto
rilassato, canticchiava un allegro motivetto. Vicino a lui
Mamma Orsa gli faceva compagnia.
Timido Brillante corse verso il suo padroncino: si abbracciarono felici, con le lacrime agli occhi per la gioia.
Ringraziarono Mamma Orsa per le cure e lei decise di
unirsi al gruppo: dopo tanta solitudine aveva trovato
nuovi amici con cui condividere la passione per la musica.
Il gruppo si diresse verso il campo scout, per riprendere
lo zainetto di Gianni. Giunti al campo, dallo zainetto
sbucò Gola Rubino che si riunì felice alla combriccola.
90
La grande gioia!
Tutti insieme si avviarono all’Accademia preceduti da Libellula Armoniosa che annunciava il ritrovamento di Gianni.
Arrivati all’Accademia furono accolti calorosamente da
Criniera d’Argento.
Era l’ora del concerto: il Grande Maestro Usignolo dirigeva l’orchestra. Piccolo Nero e Timido Brillante suonavano il flauto, i lupi presero coraggio e insieme con
J-Rap (che chissà come e quando era giunto all’Accademia) rappavano felicemente sulla melodia dei flauti.
Cincillà Pigrone, era felice, non aveva più timore e cantava allegramente insieme al resto degli animali.
Per finire, gli Scout intonarono una canzone:
«L’amicizia è un sentimento importante
E ora festeggiamo con lo spumante!
Quest’avventura ha una morale
L’amicizia vale più di un quintale!
Ma l’amicizia non è esclusiva
Più sono gli amici e più è viva!
La vita è nata per esprimersi in coro
Non per spendere i giorni da soli».
Capitolo undicesimo
91
Alla fine del concerto, nel bosco si respirava aria di
festa. Tutti erano presi da grande gioia: l’amicizia aveva
trionfato.
La musica non solo aveva riunito tanti animali di carattere e razze diverse ma aveva creato calore nel
gruppo, fiducia in se stessi e nuove amicizie che avrebbero unito tutti per sempre.
92
La grande gioia!
APPENDICE
1. Che musica!
I.C.S. “Verjus” – Scuola Primaria “Rodari” di Oleggio – Classi III A/B
Dirigente Scolastico
Daniela Rossi
Docente referente della Staffetta
Battistina Teli
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Antonella Colombo, Battistina Teli
Gli studenti/scrittori delle classi III A/B
Il disegno è di Aleksandra Sauro
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Quest’anno gli alunni erano più consapevoli di quanto venisse loro richiesto,
dopo la prima esperienza dello scorso anno. Positiva l’esperienza di scrivere il
primo capitolo, anche se inizialmente si sono sentiti disorientati, non avendo già
dei riferimenti su cui proseguire oltre all’incipit. In realtà al termine erano molto
soddisfatti di aver dato il via al racconto e di averne, in qualche modo, posto
le basi”.
APPENDICE
2. Che meraviglia!
I.C. III “Castaldi-Rodari” di Boscoreale – Classi III A/B
Dirigente scolastico
Teresa Mirone
Docente referente della Staffetta
Maria Rosaria Vastola
Docenti responsabili dell’Azione formativa
Adele Gallo, Elena Molinari
Gli studenti/scrittori delle classi
III A - Salvatore Francesco Albino, Carlo Bosco, Annalisa Carotenuto, Anthony
Giovanni Cesarano, Maria Di Michele, Raffaele Di Michele, Noemy Di Palma, Giuseppe Izzo, Immacolata Noemi Izzo, Raffaella Matrone, Antonio Palomba, Annamaria Quattroventi, Alessio Russo, Gaetano Severino
III B – Giovanni Ascone, Claudia Castaldo, Mariapia Castaldo, Pasquale Della
Monica, Alessia Federico, Michela Federico, Alessio Guastafierro, Cristian Izzo,
Giuseppe Langella, Viviana Maria Langella, Nicola Scafuri, Giuseppina Sorrentino, Bruno Vela, Salvatore Vitiello, Melissa Voccia
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Anche quest'anno gli alunni hanno partecipato alla staffetta di Scrittura
Creativa “Maior 7”. Che dire? Un appuntamento coinvolgente, un arricchimento
personale ma, soprattutto, l'opportunità di sviluppare un progetto comune: collaborare con gli alunni di scuole distinti geograficamente.
Per gli alunni, sviluppare il secondo capitolo ha dato libero sfogo alla fantasia
e alla creatività ma, soprattutto, hanno sentito forte i valori dell'amicizia, della solidarietà e della musica”.
APPENDICE
3. La grotta stregata
Scuola Primaria di Castellamonte – Classe III A
Dirigente Scolastico
Livio Goletto
Docente referente della Staffetta
Carla Tarizzo
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Carla Tarizzo, Domenica Sassoe’ Pognetto
Gli studenti/scrittori della classe III A
Alice Bellino, Antonio Comberiati, Andrea Costa, Sofia De Luca, Erik Di Pace,
Giulia Donetti, Noemi Falvo, Nicholas Gaido, Francesco Giachetto Mena, Davide Marasco, Alessandro Marengo, Matilde Margrotto, Paolo Massara, Denis
Paglia, Loris Peraglie, Sofia Perino, Alessia Pomatto, Lorenzo Puddu, Alessandra
Rullo, Giacomo Sapia, Miriam Siscanu, Tommaso Ubertallo, Elisa Zhou
Il disegno è di Matilde Margrotto, Sofia Perino
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Tutti gli alunni hanno dimostrato molto interesse all’incipit proposto e hanno seguito con curiosità lo sviluppo del primo capitolo. La figura del lupacchiotto musicista è stata molto apprezzata, tanto che molti bambini hanno chiesto di poter
suonare il flauto come il simpatico protagonista della storia. Tutti hanno partecipato alla stesura del secondo capitolo apportando idee o sviluppando situazioni. La grotta “incantata” è stata proposta da un bambino che, durante le
vacanze, aveva visitato una grotta in cui aveva osservato una colonia di pipistrelli che stava dormendo”.
APPENDICE
4. Oggetto perduto, amico trovato
Istituto Comprensivo “Manzoni - Rayneri” di Torino – Classe III B
Dirigente Scolastico
Margherita Rescigno
Docente referente della Staffetta
Renata Balducci
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Sabrina Amico
Gli studenti/scrittori della classe III B
Giacomo Ambrosio, Andrea Bacsa, Tommaso Benso, Cloe Borfiga, Beatrice Borini, Emma Bracco, Matteo Buscaglione, Paola Ciuca, Alessandro Coello, Kamal
Darif, Astion Gazidede, Francesco Gheghici, Fabio Laurenziana, Matteo Marotta,
Emma Masserano, Alessia Maxim, Stefano Mendoza, Francesco Pezzilli, Cesare
Rayneri, Marta Rocchia, Loraine Salon, Davide Schettini, Eric Seren Rosso, Sausen Sghaira, Simone Timoficiuc
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Bellissima esperienza! Molto utile la parte preparatoria, nella quale abbiamo
smontato l’incipit e i primi tre testi con un approccio oserei dire letterario. Inizialmente, dopo aver letto i primi capitoli, la reazione è stata di timore. Pensavo che
i miei alunni non sarebbero riusciti a mantenere lo stesso livello qualitativo. Mi
preoccupava il riuscire a conciliare la spontaneità e autonomia del loro lavoro
con uno standard dignitoso. Invece, un fiume in piena di idee e suggestioni ha fugato ogni paura, e il grosso del lavoro è stato piuttosto decidere democraticamente la versione preferita. Non sospettavo la padronanza di linguaggio e la
ricchezza lessicale che hanno dimostrato i bambini. Già amavamo la lettura, ora
adoriamo anche scrivere!”.
APPENDICE
5. Finalmente in Accademia
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa- IV Circolo” di Aversa – Classe IV F
Dirigente Scolastico
Cecilia Amodio
Docente referente della Staffetta
Angela Marrone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Luisa Barbato
Gli studenti/scrittori della classe IV F
Anna Armonioso, Ilaria Boccini, Simone Cavallaccio, Andrea Cirillo, Nicola Coscione, Raffaele De Luca, Alessandra Del Piano, Mattia Dello Iacono, Paola
Esposito, Giulia Fabazzo, Eleonora Grazia Fazioli, Nicola Ferrara, Manuel Gargiulo, Giovanni Giordano, Antonio Marino, Lorenzo Matteucci, Rossella Mormile,
Michele Mottola, Benito Nogarotto, Giovanni Parisi, Vittoria Pirozzi, Carmen Ruggiero, Raffaele Sbaraglia, Lucia Anna Schiavo, Salvatore Pio Solla, Luisa Laura
Verde
Il disegno è di Lucia Anna Schiavo, Carmen Ruggiero, Giovanni Giordano, Raffaele
de Luca, Salvatore Solla.
Hanno scritto dell’esperienza:
“… E’ stata la prima volta che abbiamo partecipato alla Staffetta di Scrittura
Creativa, ed è stata un’esperienza molto coinvolgente ed interessante. Gli alunni
hanno partecipato con grande entusiasmo, ascoltando con vivo interesse la lettura dei capitoli precedenti, per poi procedere alla stesura del capitolo assegnato. Grazie Bimed, per averci dato questa meravigliosa opportunità!”.
APPENDICE
6. Che Spavento!
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa - IV Circolo” di Aversa - Classe IV G
Dirigente Scolastico
Cecilia Amodio
Docente referente della Staffetta
Angela Marrone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Luisa Barbato
Gli studenti/scrittori della classe IV G
Emilia Albanese, Martina Andreozzi, Simone Carmine Andreozzi, Lorenzo De Michele, Gennaro Falco, Aldo Gambardella, Simona Pia Gatto, Giulia Griffo, Antonia Cristiana Iapicca, Fabrizio Lauro, Amodio Lecce, Gaetano Lecce, Maria
Diana Malena, Alessandro Manca, Paolo Lucio Matteuzzo, Nicola Claudio Mincione, Brigida Pia Molitierno, Arianna Monachello, Giuseppe Piccirillo, Angelo
Primizia, Gabriele Savoia, Maria Beatrice Simonelli, Elisabetta Taglione, Valeria
Varlese
Il disegno è di Emilia Albanese
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Partecipare alla Staffetta di Scrittura Creativa è stata un’esperienza bellissima per tutti noi; all’inizio credevamo che fosse un po’ noioso e faticoso, invece
abbiamo vissuto un’esperienza entusiasmante, emozionante e soprattutto divertente. Per la prima volta siamo riusciti, con senso di responsabilità, ad organizzare un lavoro non semplice. Nel raccontare la storia ci siamo accorti di avere
molta creatività, le idee ci venivano facilmente e siamo soddisfatti perché nel
libro c’è un pezzetto della nostra fantasia. Siamo curiosi di sapere come continueranno le altre scuole. Speriamo di poter ripetere questa esperienza anche il
prossimo anno”.
APPENDICE
7. Ci salva l’amicizia
Istituto Comprensivo di Cesa - Classe III E Scuola Primaria
Dirigente Scolastico
Pietro Corvino
Docente referente della Staffetta
Domenica Lucia Nicodemo
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Domenica Lucia Nicodemo, Francesca Milone
Gli studenti/scrittori della classe III E
Elisabetta Angelino, Cesario Bortone, Venere Bortone, Giuseppe Cassandra, Pasquale Cicia, Marianna Comparone, Davide De Simone, Asmaa Errajaouy, Federica Felaco, Marika Guerra, Giacomo Lombardo, Cesario Lucca, Francesco
Marrandino, Amedeo Mazara, Zaib Mohammad, Caterina Iside Benedetta Oliva,
Mario Oliva, Miriam Parente, Salvatore Perfetto, Raffaele Valente, Gina Verde
Il disegno è di Federica Felaco, Gina Verde
Hanno scritto dell’esperienza:
“… L’esperienza è risultata molto coinvolgente, ha interessato tutta la classe. Vi
è stato un accurato lavoro da parte del team docenti, corrisposto da un’ attiva
partecipazione degli alunni e dei genitori. Abbiamo seguito e commentato gli
avvenimenti, leggendo periodicamente i vari capitoli, e gli alunni hanno illustrato
le scene più importanti creando uno scenario verosimile. Hanno ricercato notizie sui vari animali e le attività hanno coinvolto tutte le discipline. I boy scout
sono effettivamente venuti a scuola per incontrare gli alunni e raccontare la bellezza delle loro esperienze nei boschi”.
APPENDICE
8. La Musica che unisce
Scuola Primaria “G. Falletti di Barolo” di Torino - Classi III A/B
Dirigente Scolastico
Claudia Enrico
Docente referente della Staffetta
Linda Garofano
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Linda Garofano
Gli studenti/scrittori delle classi III A/B
Alessandro Bresciano, Alice Bruni, Angelo Colotin, Linda Conforti, Silvia Di Tomaso, Tamer Hammad, Niccolò Lo Iacono, Federico Morabito
Il disegno è di Angelo Colotin
Hanno scritto dell’esperienza:
“… È stato un bellissimo lavoro di gruppo; interessante anche la collaborazione
con gli alunni della classe IV A che ci hanno aiutati, in quanto veterani della
staffetta.
La staffetta ci ha permesso di lavorare ad un progetto comune a più livelli, nella
nostra scuola e con scuole di località diverse. Dal racconto al teatro, al cinema
d’animazione, ai bellissimi libri di Luigi Dal Cin e non solo in quanto ci siamo documentati alla grande su storie di lupi, ecc. alla Musica, protagonista della storia e del nostro laboratorio con le melodie di Attenti al Lupo e Sentiam nella
foresta suonate sui metallofoni da noi bambini.
Che dire poi della scrittura del capitolo: emozionante elaborare e inventare il
racconto attraverso l’immaginazione e tutte le strade e i linguaggi espressivi
sopra indicati. Un arrivederci alla prossima staffetta!”.
APPENDICE
9. I nuovi lupi
Scuola “E. De Amicis” di Comiso - Classi III C/D
Dirigente Scolastico
Rosaria Costanzo
Docente referente della Staffetta
Giuseppa Sallemi
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Rita Sansone
Gli studenti/scrittori delle classi III C/D
Denise Alessandrello,Ismaele Burrafato, Alessia Camillieri, Leonardo Cannizaro,
Matteo Catalano, Salvatore Cilia, Melissa Depetro,Laura Dibennardo, Damiano
Dicara, Francesco Fichera, Aurel Gjuzi, Emily Inghilterra, Flavia Lauretta, Luca
Elena Andrea,Emanuele Noto, Davide Occhione, Franco Parisi, Mattia Pelligra,
Letizia Raniolo, Giulia Rimmaudo, Giada Rizzari, Umberto Salamone, Stefano Terranova,W iktoriaUrbanek, Vincenzo Virduzzo
I disegni sono di Emanuele Noto, Letizia Raniolo, Laura Dibennardo, Davide
Occhione, Alessia Camillieri, Flavia Lauretta
Hanno scritto dell’esperienza:
“… Abbiamo aderito ben volentieri a questa iniziativa e così docente e alunni
ci siamo messi in discussione. L’incipit è stato ben calibrato per gli alunni di classe
terza e i colleghi insieme ai loro alunni hanno saputo pian piano tirare fuori insegnamenti di vita molto formativi. L’esperienza nel complesso è stata entusiasmante
e ha dato l’opportunità agli alunni di far emergere la creatività che c’è in ognuno,
l’amore per la lettura, lo spirito di collaborazione.
Grazie”.
APPENDICE
10. La musica fa… cambiare
Scuola Primaria “A. Maini” – I.C. Rovigo 4 di Borsea - Classi II/III
Dirigente Scolastico
Paola Malengo
Docente referente della Staffetta
Maria Enrica Samiolo
Docenti responsabili dell’Azione Formativa
Silvana Giordani, Federica Rando
Gli studenti/scrittori delle classi
II - Sofia Aggio, Anabel Asemota, Giulia Barison, Tommaso Borgato, Mattia Buora,
Marco Buzzi, Luca Cecchetti, Gemma Di Silvestro, Luciano Lin, Alberto Osti, Laura
Rimbano, Davide Schiesaro, Alessia Tambè, Francesco Teneggi
III - Iris Astolfi, Davide Borghesan, Elisa Ceciliato, Chiara Costa, Sirya Daddato,
Alessandro Gulmini, Yongkang Hu, Matthias Michelotto, Giorgia Monesi, Abdorahman Nordine, Simone Odorizzi, Chiara Pravato, Riccardo Rossin, Ilaria Rulfini,
Noemi Testa, Alice Trevisan, Enrico Venco, Zhang Xiang Ye, Nada Zabata.
Il disegno è di Davide Borghesan
Hanno scritto dell’esperienza:
“… La scrittura del capitolo è stata un’esperienza positiva, anche se impegnativa, perché abbiamo dovuto lavorare con due classi in verticale e quindi con
livelli diversi. Gli alunni si sono dimostrati partecipi ed entusiasti nella stesura del
capitolo ed hanno imparato a mettere la loro creatività al servizio di un progetto
comune.
Questo li ha fatti sentire dei veri scrittori”.
APPENDICE
11. La grande gioia!
Direzione Didattica Statale - Plesso “San Giovanni Bosco” II Circolo di Nocera
Superiore - Classe IV B
Dirigente Scolastico
Giovanna Ascione
Docente referente della Staffetta
Pasqualina Pisacane
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Pasqualina Pisacane
Gli studenti/scrittori della classe IV B
Andrea Gerardo Attanasio, Enrico Bevilacqua, Laura Bonavita, Federica Califano, Giorgia Della Porta, Matteo Di Lieto, Arianna Di Marino, Marianella Di Serio,
Antonio Ferrara, Fabrizio Maresca, Davide Milite, Mario Milite, Mattia Milite, Samuele Milite, Marina Padovano, Marco Pannullo, Salvatore Pannullo, Fabio Senatore, Giulia Senatore, Simone Senatore, Rossella Tedesco
Il disegno è della classe IV B
Hanno scritto dell’esperienza:
“… L’idea di proporre l’esperienza di Scrittura Creativa è nata come risposta ai
bisogni dei bambini che hanno sempre dimostrato passione per la lettura ed il
pensiero divergente, in un contesto di continuità verticale con la scuola secondaria di I grado Fresa Pascoli.
All’inizio i capitoli li abbiamo letti dalla LIM ed abbiamo apprezzato i nuovi
personaggi e le azioni narrate. C’è piaciuto tanto disegnare ed esprimere idee
con osservazioni personali. Favolosa per noi è stata la staffetta che la classe
consegnava alla successiva e le indicazioni del TUTOR.
Per l’elaborazione dell’ultimo capitolo ci siamo organizzati in tre gruppi di lavoro
per inventare la nostra parte del capitolo. Insieme alla maestra abbiamo rielaborato mettendo insieme i nostri testi. È stata una bellissima esperienza che ci
piacerebbe ripetere il prossimo anno”.
NOTE
NOTE
NOTE
NOTE
INDICE
Incipit di LUIGI DAL CIN ..................................................................................pag
16
Cap. 1 Che musica! ..................................................................................................»
22
Cap. 2 Che meraviglia!............................................................................................»
28
Cap. 3 La grotta stregata ......................................................................................»
34
Cap. 4 Oggetto perduto, amico trovato..........................................................»
40
Cap. 5 Finalmente in Accademia ........................................................................»
46
Cap. 6 Che Spavento! ..........................................................................................»
54
Cap. 7 Ci salva l’amicizia ......................................................................................»
62
Cap. 8 La Musica che unisce ................................................................................»
68
Cap. 9 I nuovi lupi ....................................................................................................»
74
Cap. 10 La musica fa… cambiare ......................................................................»
80
Cap. 11 La grande gioia! ....................................................................................»
86
Appendici ..................................................................................................................»
94
Finito di stampare nel mese di aprile 2014
da Industria Grafica Campana, Agropoli (SA)
Che musica!
Che meraviglia!
La grotta stregata
Oggetto perduto, amico trovato
Finalmente in Accademia
Che Spavento!
Ci salva l’amicizia
La Musica che unisce
I nuovi lupi
La musica fa… cambiare
La grande gioia!