«La prima candela» - Diocesi Palestrina
Transcript
«La prima candela» - Diocesi Palestrina
10 caffè letterario www.diocesipalestrina.it Ancora un buon «Danthè» Pagina a cura dell'Ufficio Web Diocesi Suburbicaria di Palestrina Piazza G. Pantanelli n° 8 00036 Palestrina (Roma) Tel. 0039 3481627894 Fax 06 9538116 PALESTRINA e-mail [email protected] Facebook: Diocesi Suburbicaria di Palestrina Twitter: @DiocesiPalestri Domenica, 29 novembre 2015 «La prima candela» Federazione bande Avvento. Ognuno dei lumi della «Corona» rimanda alle tappe della storia della salvezza L’ avvento, come la quaresima, è mano anche l’entrata di Gedefinito tempo forte non persù a Gerusalemme, accolto ché il resto dell’anno non sia come Re e Messia e salutacosì ma in modo particolare la paroto con l’agitare di rami. Per la di Dio suggerisce sempre in questo ornare la corona si usano mese che prepara al Natale l’atteggianastri rossi o viola: rosso, mento dell’attesa e della veglia. Atsimbolo dell’amore di Getendere, vegliare, aspettare tutto ciò ha sù che diventa uomo; vioa che fare con il tempo della nostra vila, segno della penitenza e ta. Dio, l’Eterno, si fa finito, si fa temdella conversione per prepo. A noi rimane una duplice possipararsi alla Sua venuta. Le bilità: sprecare tempo, sprecare la viquattro candele hanno un ta oppure accogliere il dono del temloro significato e vengono po, il dono della vita per spenderlo accese una per settimana onel servizio a Dio e agli altri; per far gni domenica (in chiesa, questo, per «dar da mangiare all’affacon la comunità; a casa, mato, da bere all’assetato» bisogna coquando la famiglia è riunigliere l’opportunità presente, bisogna ta). Di solito l’accensione è cogliere l’attimo. riservata ai più piccoli proIl «verbo», la «Parola» si fece carne: è il messaggio che Ritorna il simbolo per rivela l’essere divino che si inserisce nella storia, la eccellenza del periodo di «FA» e la trasforma in sto- preparazione al Natale ria della salvezza. Nel periodo di Avvento tempo di Secondo la tradizione attesa, di conversione, di il progressivo accendersi speranza il cristiano ha un modo tutto particolare per dei quattro ceri ricorda il segnare lo scorrere delle cammino del popolo di Dio domeniche che precedono il Natale, questo è la Corona dell’Avvento. Costituita da quattro prio per insegnare loro a segnare il tempo (in questa ceri posti su una corona di rami semmaniera particolare) per preverdi, con il progressivo accenderprepararli meglio al Natasi delle quattro candele, domenica dopo domenica, fino a Natale, con essa le. L’accensione è accomsi ricordano le varie tappe della storia pagnata da un canto le cui strofe, una per domenica della salvezza prima di Cristo, simne spiegano il significato. bolo della luce, che via via illuminaLa prima domenica: luce di va le notti dell’attesa fino al sorgere del Sole di Gesù. La sua origine risale attesa vigilante, la seconda ai Luterani della Germania orientale, domenica: luce della paroLa tradizione delle candele dell’Avvento la di dio che entra nella noma nel XVI sec. divenne simbolo delstra vita, la terza domenil’Avvento nelle case dei cristiani. La corona d’avvento si pone su un tavolo e ca: luce di gioia, di bontà e domenica. Attesa di Dio, attesa della si inizia ad attendere il Natale con la di amicizia e la quarta la luce di lode a Gesù che viene a salvarci. manifestazione della sua misericordia prima domenica di Avvento. che è amore che ci avvolge e ci custoE’ di forma circolare perché il cerchio Noi adesso accenderemo idealmente la prima candela, lo faremo come fosdisce. Attesa di una Presenza che è già è, fin dall’antichità un segno di eterparte della nostra vita e che la liturgia nità e unità, che è tutto un continuo, simo riuniti tutti insieme intorno alla dell’Avvento ci invita a contemplare la corona è anche segno di fedeltà, la mensa domenicale: iniziamo con una nella nostra vita di tutti i giorni. Dofedeltà di Dio alle promesse. I rami breve monizione per spiegare il senso podiché il capo famiglia fa da guida del Vangelo domenicale. Attendere il sempreverdi richiamano i simboli deldicendo: «Accendiamo la prima luce ritorno del Signore nella speranza vila speranza e della vita che non finiche illumina il nostro cammino d’Avgilante è la proposta di questa prima sce, eterna appunto. Rami che richia- Cave, il concerto di chiusura dedicato a santa Cecilia omenica scorsa, 22 novembre, la Federazione delle bande musicali cattoliche della diocesi, ha solennemente festeggiato la ricorrenza di Santa Cecilia organizzando la II° Festa diocesana delle Bande musicali. I complessi musicali di Cave, Palestrina, Olevano Romano, San Vito Romano, La Forma, Gallicano nel Lazio, Paliano, con le rispettive majorettes, si sono fuse in un’unica grande orchestra di fiati, sfilando lungo le strade del comune di Serrrone e portando l’allegria che solo, da queste realtà, promana. Ogni banda era accompagnata dal proprio Sindaco e dal Gonfalone della Città di appartenenza. Il gioioso corteo giungeva così alla volta della Chiesa S. Cuore ove il Vescovo diocesano, unitamente al direttore della pastorale giovanile, al direttore dell’ufficio liturgico ed al parroco, celebrava la Santa Messa. Toccante è stato il servizio musicale liturgico offerto dalle bande le quali, dirette a turno dai Maestri Muraglione, Timpani, Chesti e Baldi hanno eseguito, tutte D tre comunità. Ho gustato la gioia di appartenere ad una Chiesa «accidentata», come dice papa Francesco, ma desiderosa di comunione, di confronto, di verità e speranza. Ho gustato l’amore attento e accogliente dei Pastori, Cardinali, Vescovi e Sacerdoti per i «figli loro affidati da Dio», stimolando in essi una più profonda consapevolezza ecclesiale nel desiderio di sostenersi a vicenda, nella ricerca di vie nuove per affronatre le sfide del nostro tempo. Ho gustato la fraternità, con i giovani della delegazione e del nostro Pastore, monsignor Sigalini, nella condivisione dei pasti, nel confronto semplice ma vero del nostro pensare. Abbiamo iniziato a costruire con occhi nuovi e cuore nuovo la pienezza della nostra umanità con il poco che siamo e insieme, circa 250 musicisti, brani di Frisina che hanno dato ancor più solennità alla celebrazione. Al termine della Sacra celebrazione è avvenuto il «passaggio di consegne» del quadro di santa Cecilia dalla Banda di La Forma a quella di San Vito Romano che ospiterà il prossimo raduno. Le manifestazioni indette dalla federazione delle Bande musicali e dalla Pastorale Giovanile, sono proseguite, a Cave, con il Concerto di chiusura dell’Associazione Giacomo Puccini avvenuto ieri, sabato 28, alle ore 18, presso il teartro comunale ed al quale ha presenziato il vescovo Sigalini. L’evento è stato organizzato per commemorare in musica, un giovane musicista di 42 anni che, nel luglio scorso, è tragicamente venuto a mancare in seguito ad un improvviso malore, Massimiliano Pasquazi, della Banda Giacomo Puccini. E’ così che il mondo delle bande musicali, vuole testimoniare la solidarietà, l’amicizia e la misericordia alle porte del giubileo. Alessandro Pasquazi verso la Natività Gli esercizi spirituali di Ac niziano domani gli esercizi spirituali dell’Azione cattolica nel tempo liturgico dell’Avvento. Appuntamento alle ore 21, presso la Chiesetta della Madonna del Ristoro in via Pedemontana a Palestrina. Le meditazioni saranno di fra Basito Del Suo mistero Pasquale sul tema «La Misericordia di Dio è per tutti”. Dopo lunedì 30, gli incontri sono in programma anche per le serate di martedì e mercoledì. «Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato». (A.L.) I vento. E’ la luce della preghiera vigilante. Essa indica che vogliamo essere pronti e attenti ad accoglierti, oggi e sempre.» Accendiamo con questi ceri il nostro Avvento, segnamo il tempo, questo tempo, con questi piccoli gesti e segni per non perdere ciò che fa parte delle nostre tradizioni e radici cristiane. Buon Avvento a tutti Angelo Lena Firenze, il gusto della «sinodalità» «G ustate e vedete come è buono il Signore» Salmo 33. Si, dal convegno di Firenze, mi porto via il gusto di un nuovo umanesimo. Ho spalancato la finestra della mia vita e del mio cuore, togliendo quelle chiusure che, inevitabilmente, il quotidiano porta con sé, ho ritrovato il volto di Gesù nelle persone con le quali ho condiviso la gioia di essere Chiesa. Ho gustato la «sinodalità», l’uscire per «convenire» insieme e condividere le gioie, le preoccupazioni, la ricerca di cammini nuovi. Ho gustato la bellezza e la forza della gratitudine al Signore per avermi dato la grazia di guardare e di vivere anche «l’invisibile» con lo sguardo potenziato dall’accoglienza affettuosa di fratelli e sorelle di al- D omenica prossima, 6 dicembre, il secondo appuntamento con il «Danthè», l’approfondimento su Dante Alighieri proposto dall’associazione Giovani Nuovi presso il «Punto e a Capo» caffè letterario. Gli incontri saranno a cura del professor Fiorito con la possibilità di degustare thè caldo e pasticcini. «Il Messo celeste–Angelo del Limbo» alle ore 17. la volontà di “rimboccarci le maniche”! «Percepire lo sguardo trasfigurante del Signore su di noi ci conduce a cogliere il valore dello sguardo sull’altro, come riconoscimento della sua dignità, soprattutto quando questa è attraversata da fragilità e povertà. Trasfigurare è allora sguardo che cerca l’uomo, specialmente i poveri, facendo emergere che non c’è umanità là dove c’è scarto e ingiustizia, dove si vive senza speranza e senza gratuità. In sintesi, trasfigurare è far emergere la bellezza che c’è, e che il Signore non si stanca di suscitare nella concretezza dei giorni, delle persone che incontriamo e delle situazioni che viviamo.» Fr. Goffredo Boselli «Trasfigurare Sintesi e Proposte» Suor Paola Staglianò l’agenda OGGI Valle Martella, ore 9 celebrazione eucaristica; Acqua Traversa, ore 10.30 celebrazione eucaristica; Ore 15.30 associazione «La perla preziosa». DOMANI Labico, ore 11 celebrazione della Messa. Un momento del Convegno MARTEDÌ 1 DICEMBRE Valle Martella, ore 11 invito alle scuole: «Mangiare da Dio»; Ore 19 Consigli parrocchiali e architetti per la nuova chiesa. MERCOLEDI 2 Valle Martella, visita ai malati. GIOVEDI 3 Incontro con i giovani presbiteri presso il Caffè Letterario «Punto e a capo». VENERDI 4 Pellegrinaggio al santuario della Mentorella. SABATO 5 Intervento televisivo RaiUno. Tutta la diocesi si prepara per l’Anno giubilare L’ La Cattedrale 8 dicembre è prossimo! Inizia nella Chiesa il Giubileo straordinario della Misericordia indetto da papa Francesco lo scorso 13 Marzo. Non sarà un anno senza sorprese! Il Santo Padre ha voluto che in ogni diocesi ci sia una o più porte sante attraverso le quali i fedeli possano lucrare l’indulgenza plenaria; il Papa stesso scrive nella Bolla d’Indizione Misericordiae Vultus al numero 3: «Nella stessa domenica [la Terza Domenica d’Avvento] stabilisco che in ogni Chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia. A scelta dell’Ordinario, essa potrà essere aperta anche nei Santuari, mete di tanti pellegrini, che in questi luoghi sacri spesso sono toccati nel cuore dalla grazia e trovano la via della conversione». Il nostro Vescovo ha stabilito che le chiese giubilari della nostra diocesi saranno: la Basilica Cattedrale in Palestrina, il Santuario di Genazzano e il Sacro Ritiro di Bellegra. La nostra Chiesa locale, come desidera il Papa, avvierà l’anno giubilare il prossimo 13 dicembre, celebrando, alle ore 16.30, la solenne liturgia della apertura della porta santa della Basilica Cattedrale di Sant’Agapito in Palestrina. Ci ritroveremo tutti, fedeli, presbiteri e diaconi, alle 16.30 nella parrocchia di Santa Lucia per la prevista statio di preghiera, da lì si snoderà la processione che ci condurrà alla Basilica Cattedrale; vivremo insieme l’apertura della Porta Santa e celebreremo l’Eucaristia. Per garantire la presenza di tutti i presbiteri della diocesi, associazioni, movimenti ecclesiali e i fedeli laici, il Vescovo ha prescritto che dalle ore 16 alle 20 in ogni parrocchia della Diocesi non sarà celebrata l’Eucaristia. È davvero il tempo di vivere l’unità della Chiesa prenestina, un solo popolo, un solo pastore, che eleva a Dio il sacrificio perfetto e perenne di Gesù morto e risorto per noi da cui promana, come sorgente eterna, l’infinita misericordia del Padre realizzata ancora oggi per la potenza dello Spirito Santo. Domenica 20 di- cembre, il Vicario generale, celebrerà alle ore 11 nel Santuario di Genazzano e alle ore 16 a Bellegra, l’Eucaristia, durante la quale si reciterà un’apposita preghiera presso la porta principale. L’ufficio liturgico diocesano sta provvedendo a redigere un vademecum per tutte le parrocchie della Diocesi, affinchè, informati, possiamo vivere quest’anno giubilare nella comunione sempre più piena. Certo il Giubileo non si esaurisce esclusivamente nelle diverse celebrazioni o nel radunarsi insieme; esso sarà pienamente celebrato se saremo capaci di vivere le opere di Misericordia spirituali e corporali per realizzare nell’oggi della storia e della nostra fede l’esperienza dell’Amore di Dio; come, saggiamente ha scritto il Papa: «dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre. Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia» (MV 12). don Gerardo Battaglia Firenze 2015, «Trasfigurare» «Al mattino presto Gesù si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava (Mc 1,35). «In una civiltà paradossalmente ferita dall’anonimato e ossessionata dalla vita degli altri, spudoratamente malata di curiosità morbosa, la Chiesa ha bisogno di uno sguardo di vicinanza per contemplare, commuoversi e fermarsi davanti all’altro [...] i ministri ordinati e gli operatori pastorali possono rendere presente la fragranza della presenza vicina di Gesù e il suo sguardo personale» (Evangelii gaudium 169).