tripanosomiasi africana - SISP - Viaggiatori, malattie infettive

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tripanosomiasi africana - SISP - Viaggiatori, malattie infettive
Responsabile:
Dott. Massimo Valsecchi
Redazione:
NEWSLETTER
N. 2 - 2010
D.ssa Giuseppina Napoletano
[email protected]
Dott. Federico Gobbi
[email protected]
TRIPANOSOMIASI AFRICANA
da Trypanosoma brucei rhodesiense
Recapiti:
tel. 045 8075918 – 5956
tel. 045 601 3563
I casi clinici
La presente newsletter e le edizioni
precedenti sono reperibili nel sito della
Regione del Veneto al seguente indirizzo:
http://www.regione.veneto.it/Servizi+alla
+Persona/Sanita/Prevenzione/Stili+di+vit
a+e+salute/Malattie+viaggiatori+interna
zionali/Newsletter.htm
Nel sito del Dipartimento di Prevenzione
ULSS 20 all’indirizzo:
http://prevenzione.ulss20.verona.it/viagn
ews.html
Si ringraziano per la collaborazione alla
redazione delle “Notizie dal mondo” il dr.
Pietro Caramello, il dr Guido Calleri e la
d.ssa Silvia Zucco della divisione A
dell’ospedale Amedeo di Savoia di
Torino.
Supporto tecnico:
Lucrezia Tognon
Chiara Liera
Andrea Comin
Nel febbraio 2001 un uomo di 33 anni viene ricoverato nel reparto di malattie
infettive dell’ospedale di Bergamo con un quadro clinico di febbre (40,5°C), cefalea,
nausea e vomito.
Riferisce di essere tornato 2 giorni prima da un viaggio di 15 giorni in Kenya,
Tanzania e Zanzibar: tra i parchi naturali visitati sono segnalati il Serengeti,
Ngorongoro e Lake Manyara.
Vengono riportate diverse punture di insetto, nessuna delle quali particolarmente
dolorosa.
Il paziente era stato vaccinato 6 anni prima per febbre gialla e non aveva effettuato
nessuna profilassi antimalarica in quest’ultimo viaggio.
L’esame obiettivo rivela una lesione cutanea purulenta ed eritematosa, con
diametro di 4 cm, a livello del dorso, di cui si era accorto il giorno successivo alla
visita dei parchi naturali: a livello ascellare dx è presente un linfonodo ingrandito
non dolente del diametro di 2 cm, non viene riportata epatosplenomegalia.
Gli esami ematochimici evidenziano leucopenia (2.630 WBC), piastrinopenia (plt
53.000), creatinina 2.3 mg/dL, AST 167 e PCR 19.
Lo striscio periferico non evidenzia la presenza di trofozoiti malarici, ma viene
rilevata la presenza di numerosi tripanosomi, la TAC encefalo risulta negativa così
come la rachicentesi.
Dal tampone cutaneo e da 2 emocolture viene isolato uno stafilococco, trattato con
cefalosporina di 2a generazione.
La sierologia per Trypanosoma brucei risulta negativa al momento del ricovero per
poi diventare positiva 2 settimane dopo.
Il paziente viene trattato con suramina ev 1 gr: il farmaco è ben tollerato,
nonostante un episodio di ipotensione ed un lieve rash cutaneo.
Le condizioni del paziente migliorano rapidamente, la suramina viene somministrata
una volta a settimana per un totale di 5 dosi.
Nello stesso mese un uomo di 30 anni viene ricoverato nel reparto di malattie
infettive dell’ospedale di Reggio Emilia con un quadro clinico di febbre (39,7°C),
cefalea, ittero ed esantema.
Una finestra sul mondo
Riferisce di essere tornato il giorno precedente da un viaggio di 15 giorni in Kenya e
Tanzania: tra i parchi naturali visitati sono segnalati lo Tsavo est, il Serengeti,
Ngorongoro e Lake Manyara.
Il paziente era stato vaccinato 6 anni prima per febbre gialla ed aveva effettuato la
profilassi antimalarica con meflochina.
L’esame obiettivo rivela una lesione cutanea, con diametro di 4 cm, a livello della
caviglia sinistra, non viene riportata splenomegalia, solo la presenza di lieve
epatomegalia.
Gli esami ematochimici evidenziano: WBC nella norma, piastrinopenia (plt 63.000),
creatinina 4.5 mg/dL, AST 192, bilirubina 6.5 mg/dL, LDH 2032 e PT 63%. Il
paziente presenta un quadro di MOF (multi organ failure) e CID (coagulazione
intravasale disseminata).
Lo striscio periferico non evidenzia la presenza di trofozoiti malarici, ma viene
rilevata la presenza di numerosi tripanosomi.
Il paziente viene trattato con pentamidina ev 4 mg/kg, che viene somministrata
ogni 48 ore a causa dell’insufficienza renale.
I livelli di bilirubina e creatinina aumentano e si arriva ad una grave piastrinopenia
(plt 6.000).
La rachicentesi rivela un marcato aumento di IgG, ma non evidenzia la presenza di
tripanosomi.
Il paziente viene sottoposto a 15 sedute di dialisi.
La sierologia per Trypanosoma brucei risulta negativa al momento del ricovero e
rimane tale 2 settimane dopo.
Le condizioni del paziente migliorano e viene dimesso 35 giorni dopo il ricovero.
Grazie al TropNetEurope, un network europeo di centri clinici sentinella per
monitorare malattie infettive di importazione, sono stati identificati altri 7 pazienti (3
olandesi, un inglese, uno svedese, un norvegese ed un sud africano) che si sono
infettati con Trypanosoma brucei (Fig. 1) nei primi mesi del 2001. Avevano visitato
il Serengeti e il Tarangire.
Considerando i due pazienti italiani, si sono verificati in tutto 9 casi di
tripanosomiasi.
Sei pazienti hanno sviluppato la malattia senza particolari complicazioni, 3 hanno
sviluppato la malattia in forma grave ed uno di essi è deceduto.
Fig. 1
Tripanosoma brucei
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Dopo il rilevamento di questa epidemia sono state prontamente informate le
autorità tanzaniane: queste ultime hanno rapidamente intrapreso un programma di
lotta al vettore, la mosca tse-tse, con trappole impregnate di insetticida nei parchi
Serengeti, Tarangire e Lake Manyara (Fig. 2).
Nella seconda metà del 2001 si è assistito, nel Serengeti, ad un netto decremento
di mosche tse-tse e non si sono più verificati casi di tripanosomiasi africana da
importazione.
Fig. 2
Parchi Africani con
presenza del vettore
Bibliografia
D. Ripamonti, M. Massari, C. Arici, E. Gabbi, C. Farina, M. Brini, C. Capatti, and F. Suter.
African Sleeping Sickness in Tourists Returning from Tanzania: The First 2 Italian Cases from
a Small Outbreak among European Travelers. CID 2002 Jan 1;34(1):E18-22
David A.J. Moore, Mark Edwards, Rod Escombe,* Dan Agranoff,* J. Wendi Bailey,† S. Bertel
Squire,† and Peter L. Chiodini* African Trypanosomiasis in Travelers Returning to the United
Kingdom. EID 2002 Jan;8(1):74-6
Jelinek T, Bisoffi Z, Bonazzi L, van Thiel P, Bronner U, de Frey A, Gundersen SG, McWhinney
P, Ripamonti D; European Network on Imported Infectious Disease Surveillance. Cluster of
African trypanosomiasis in travelers to Tanzanian national parks.Emerg Infect Dis. 2002
Jun;8(6):634-5.
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TRIPANOSOMIASI AFRICANA
Conosciuta anche come Malattia del sonno.
È una malattia presente in Africa tra il 15° parallelo nord e il 20° parallelo sud.
I protozoi (tripanosomi), responsabili della malattia, vengono trasmessi all'uomo mediante la
puntura della mosca tse-tse (foto 3), che avviene prevalentemente di giorno.
Fig. 3
Mosca tse-tse
I tripanosomi africani che interessano la patologia umana sono: T rypanosoma
brucei gambiense e Trypanosoma brucei rhodesiense, presenti rispettivamente in
zone umide dell'Africa centro-occidentale ed in savane delle regioni africane sudorientali (fig. 4).
NB. In questo numero della NEWSLETTER viene trattata soltanto la
malattia da T. brucei rhodesiense, quella da T. brucei gambiense verrà
trattata in uno dei prossimi numeri.
Fig. 4 Aree geografiche dell’Africa con presenza di Tripanosomi
T. brucei rhodesiense è responsabile di una zoonosi che colpisce di solito ruminanti
selvatici e domestici in quanto è trasmessa da mosche zoofile che attaccano l'uomo
in via eccezionale: Glossina morsitans e Glossina pallidipes.
Sono esposte all'infezione persone che lavorano nelle riserve di caccia, raccoglitori
di miele, cacciatori e turisti (ogni anno si registrano 1000-2000 casi), ma, per lo
scarso adattamento all'ospite uomo, il parassita manifesta verso di lui una notevole
virulenza con un quadro clinico caratterizzato da un'evoluzione che ha esito letale in
assenza di trattamento.
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Ciclo Biologico
Quando la glossina infetta punge l'uomo, inocula i tripomastigoti metaciclici presenti
nelle sue ghiandole salivari. Nel sangue essi diventano tripomastigoti in forma
"snella", esocellulari, caratterizzati da un'incessante attività di riproduzione.
La parassitemia, quindi, alterna momenti in cui si presenta elevata ad altri in cui
risulta bassa per la produzione degli anticorpi da parte dell'organismo.
I tripomastigoti si trovano dapprima nel sangue e nei linfonodi, successivamente
invadono il sistema nervoso centrale (Fig. 5).
Fig 5. Ciclo biologico
Manifestazioni cliniche
I primi sintomi si presentano a distanza di almeno 5 giorni dall’evento infettante,
nella sede locale dove è avvenuta la puntura della mosca tse-tse.
La reazione locale è chiamata tripanoma (Fig. 6) e consiste in un nodulo
eritematoso, dolente, talvolta accompagnato da linfoadenomegalia regionale. Tale
lesione scompare circa 3-4 settimane dopo senza dare esiti cicatriziali.
Fig. 6
Immagine di tripanoma
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Stadio emolinfatico (I stadio)
Si presenta dopo 1-2 settimane dalla puntura infettante ed è caratterizzato da:
•
cefalea e malessere generale
•
febbre alta ed irregolare
•
linfoadenomegalia multistazionaria, soprattutto retronucale e
laterocervicale
•
epatosplenomegalia
L’evoluzione può essere severa e rapida e può presentare complicanze quali epatite,
anemia, pancreatite, pancardite, edema polmonare e coagulazione intravasale
disseminata (CID).
Stadio meningo-encefalitico (II stadio)
I tripanosomi si stabiliscono nel SNC provocando:
•
cefalea, disturbi del sonno, apatia, stati aggressivi, schizofrenia,
polineuropatia e coma
•
atassia, tremori diffusi, spasticità
•
edema al volto e agli arti, artralgie diffuse, calo ponderale
Il decesso può avvenire pochi giorni dopo il coinvolgimento del SNC.
DIAGNOSI
Diagnosi di presunzione
La diagnosi di tripanosomiasi africana deve essere considerata in tutti i soggetti che
abbiano soggiornato in aree africane considerate a rischio per la malattia e che
presentino febbre e/o i segni/sintomi neurologici e psichiatrici sopra descritti.
Gli esami ematochimici evidenziano:
•
pancitopenia
•
aumento di VES e PCR
•
aumento di IgM
L’esame del liquor permette di evidenziare le cellule a morula (cellule di Mott) e
l’esame chimico-fisico rivela pleiocitosi linfocitaria, iperproteinorrachia e marcato
aumento delle IgM.
Metodi diretti
La goccia spessa e lo striscio (fig. 7), comunemente utilizzati per la diagnosi
microscopica della malaria, sono ugualmente utili per la diagnosi di tripanosomiasi.
I tripanosomi, inoltre, possono essere presenti nell’aspirato da linfonodi.
Nel secondo stadio della malattia i tripanosomi possono essere isolati nel liquor.
Fig. 7
Tripanosomi in immagine al
microscopio
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Terapia
I farmaci utilizzati nel trattamento della tripanosomiasi africana da Trypanosoma
brucei rhodesiense sono la pentamidina, la suramina ed il melarsoprol. La terapia,
comunque, differisce a seconda dello stadio della malattia, in rapporto alla capacità
o meno di questi farmaci di attraversare la barriera emato-encefalica. La
pentamidina non attraversa la barriera e viene perciò impiegata esclusivamente
nella fase emolinfatica. Inoltre, molti ceppi di T. b. rhodesiense sono resistenti ad
essa, per cui andrebbe usata solo nelle infezioni da T. b. gambiense. La dose
consigliata è di 4 mg/Kg per via intramuscolare, da ripetere giornalmente o a giorni
alterni per 7-10 volte. La suramina attraversa la barriera emato-encefalica in
modesta quantità, per cui è anch'essa elettivamente indicata nel trattamento dello
stadio emolinfatico, (in questo impiego, anzi, è considerata farmaco di prima
scelta). La suramina si somministra, in soluzione acquosa al 10%, per via
endovenosa lenta, secondo il seguente schema posologico:
•
5 mg/Kg il 1° giorno
•
10 mg/Kg il 3° giorno
•
20 mg/Kg il 5°-11°-17°-23° e 29° giorno.
Il melarsoprol, derivato dell'arsenico trivalente, supera ottimamente la barriera
emato-encefalica e pertanto viene utilizzato come farmaco d'elezione nel
trattamento degli stadi avanzati della malattia, quando cioè si è già instaurato
l'interessamento del sistema nervoso centrale. Anch'esso viene somministrato per
via endovenosa lenta, ma gli schemi terapeutici attualmente in uso sono molti.
Ciascuno di essi comporta 3 o 4 serie di iniezioni quotidiane, separate da periodi di
pausa di 7-10 giorni. Le dosi variano in relazione alla specie di tripanosoma.
Profilassi
La profilassi si basa sulla lotta alle glossine mediante la distruzione degli habitat per
la riproduzione, l'uso di insetticidi e di trappole (foto 1), il rilascio di maschi sterili,
l'uso di repellenti, il trattamento dei soggetti parassitati (fonte di infezione per i
vettori). Benché i rischi per il viaggiatore internazionale siano relativamente bassi, è
comunque bene prendere tutte le precauzioni contro le punture della mosca tse-tse.
È da ricordare che tale insetto è attratto da oggetti in movimento e da colori scuri,
e che riesce a pungere anche attraverso vestiario leggero: è consigliato pertanto
l'uso di vestiario fatto di materiale resistente, di colore che si mimetizzi con
l'ambiente e che copra il più possibile gli arti, è altresì consigliato l'uso di insetticidi
quali la permetrina sui vestiti.
Foto 1: trappole
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NOTIZIE DAL MONDO
POLIOMIELITE Promed (02.05.10)
Tajikistan: 171 casi di paralisi flaccida acuta (AFP) sono stati riportati dal Ministero
della Salute della Repubblica di Tajikistan da gennaio 2010. Di questi casi 32 sono
stati confermati come dovuti al polio virus tipo 1. La maggior parte di questi casi si
sono verificati nelle ultime 3 settimane. Vi sono stati 12 decessi.
Dei 32 casi confermati, 17 avevano età < 2 anni, 14 tra 2 e 5 anni e 1 tra 6 e 15
anni. Di questi, 21 risultavano vaccinati: 2 (10%) avevano ricevuto meno di 3 dosi
di vaccino OPV e 19 (90%) 3 o più dosi.
Tutti i casi riportati si sono verificati nella zona sud-ovest del paese, comprendente
la capitale Dushanbe. Questa regione confina con l'Afghanistan e l’Uzbekistan. La
sequenza genetica del polio virus in causa è molto simile ad un ceppo proveniente
da Uttar Pradesh (India). Il governo del Tajikistan ha organizzato cicli vaccinali
supplementari dei bambini di età < 5 anni con vaccino orale vivo monovalente polio
virus tipo 1.
L’Uzbekistan ha organizzato cicli di vaccinazione supplementare ai bambini di età <
5 anni. L’OMS attualmente non impone restrizioni per i viaggi internazionali.
È importante che i viaggiatori internazionali per o da aree colpite siano
adeguatamente immunizzati contro la poliomielite.
MALARIA, PLASMODIUM OVALE, nuova variante.
Promed (01.05.10)
La malaria nell’uomo è causata da 5 specie di parassiti del genere Plasmodium.
L’infezione con P. Ovale è distribuita diffusamente, ma raramente indagata; ne
deriva una scarsa conoscenza del peso della malattia. I parassiti del P. Ovale hanno
iniziato a manifestare un dimorfismo con suddivisione in una forma classica ed una
“variante” con sequenza genetica specifica. Entrambi i tipi sono stati identificati in
campioni di sangue di soggetti del Ghana, Nigeria, Sao Tome, Sierra Leone e
Uganda e sono stati descritti primariamente in Myanmar. Si può concludere che il P.
Ovale comprende 2 specie non ricombinanti, che sono affini in Africa ed Asia.
CHIKUNGUNYA Promed (30.04.10).
Reunion (Saint Paul): 45 casi confermati e 12 casi probabili, nelle aree di Caillou
Plateau, Saint-Gilles-les-Bains, Saint-Paul, Salazie e Avirons.
Madagascar: 2680 casi sospetti. Sono state colpite le regioni di Vatovavy
Fitovinany e Atsinana sulla costa est.
EPATITE A Promed (29.04.10)
India (Mumbai) 17 studenti del Government Dental College Hostel a CST
(Chhatrapati Shivaji Terminus), Mumbai, hanno contratto l'epatite A, in seguito al
consumo di acqua contaminata;
Messico – Guanajuato: 160 casi riportati nella zona di Leon;
Russia (Mosca): 930 casi a Mosca negli ultimi tre mesi. La causa principale pare
essere correlata all'acqua contaminata.
Protezione. Consigliata la vaccinazione anti epatite A.
CARBONCHIO Promed (16-21.04.10)
Gran Bretagna (Scozia) 35 casi, con 12 decessi. Le aree colpite sono Ayrshire &
Arran, Dumfries & Galloway, Fife, Forth Valley, Greater Glasgow & Clyde,
Lanarkshire, Lothian, Tayside;
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Bangladesh (Tangail) 11 casi sospetti, nel villaggio di Gala, subdistretto di
Ghatail.
Protezione: porre particolare attenzione all’igiene alimentare e tenere presente
che i manufatti in pelle o in lana potrebbero essere contaminati.
RABBIA Promed (08-10.04.10)
Ghana (Bongo) 101 casi sospetti, 47 sono stati sottoposti a profilassi postesposizione, 5 sono deceduti;
Angola: 580 casi di contatti a rischio per morsi di animali e 4 decessi nelle province
di Malanje (2), Kwanza Norte (1) e Moxico (1);
Indonesia (Bali): 42 decessi segnalati;
USA (Kentucky da Indiana): 1 caso segnalato il 19 ottobre 2009 con conferma
diagnostica post-mortem dall'autopsia.
Protezione. Evitare contatti con animali. Se morsicati in zone di diffusione della
malattia da animali potenzialmente rabidi, anche domestici, (cani, gatti, volpi, lupi,
pipistrelli e altri) sottoporsi immediatamente alla profilassi specifica (vaccino e
immunoglobuline); oppure rimpatriare nel caso non fosse disponibile. È
consigliabile il vaccino preventivo al personale che presta attività a contatto con
animali ed ai viaggiatori che si recano in aree rurali.
DENGUE
Globalmente 2.5 miliardi di persone vivono in aree dove possono contrarre la
dengue. La diffusione geografica sia del vettore che del virus ha condotto alla
riemergenza globale della dengue e all'emergenza della dengue emorragica (DHF).
Protezione: si raccomanda di attuare tutte le misure di protezione contro le
punture di zanzare.
Viet Nam: la malattia è in aumento nelle zone centrali e settentrionali del paese.
Riportati 7.300 casi, con 3 decessi; Comore: 6 casi confermati; Argentina
(Buenos Aires): 21 casi con 4 nuovi casi nella capitale. Il sierotipo circolante è il
DENV-1; Paraguay: 2.511 casi confermati. (Promed 03.04.2010)
Brasile: registrati 227.109 casi di dengue, con 65 decessi. Gli stati con la maggiore
incidenza sono: Acre, Mato Grosso do Sul, Rondonia, Goias e Mato Grosso. Più del
35% dei casi notificati è concentrato in 6 municipalità: Goiania-GO, Campo GrandeMS, Rio Branco-AC, Belo Horizonte, Porto Velho-RO e Aparecida de Goiania-GO. A
Minas Gerais: 48.723 casi; Sao Paulo: 11.875 casi. (Ministero della Salute del
Brasile – 03.04.2010).
Puerto Rico 2 decessi; Repubblica Dominicana: 2.000 casi sospetti, di cui 291
forme emorragiche e 14 decessi; Venezuela (Tachira): 4-5 casi a settimana;
Peru (Piura): 2 decessi; Paraguay (Asuncion): da ottobre 2009 sono stati
riportati 1.800 casi, con 5 decessi. Segnalata la circolazione anche del sierotipo
DENV-2 , oltre che del DENV-1 e DENV-3. Brasile (Ribeirao Preto):
circa 8.400 casi; Brunei: da gennaio 53 casi; Indonesia (Bali): 6 decessi di cui 4
bambini. (Promed 12.04.10)
Europa (da Comore, Tanzania) Riportati 5 casi in Svezia e Francia in viaggiatori di
ritorno da Comore (4) e da Zanzibar, Tanzania (1). Si tratta di 4 casi di dengue non
complicata ed 1 caso di dengue emorragica. In 3 pazienti è stato identificato il
sierotipo 3. (Eurosurveillance 20.04.10)
Australia - North Queensland: un nuovo focolaio di Dengue ha colpito
Townsville: 1 caso sospetto e 2 confermati (nei sobborghi di North Ward e
Deeragun); Mayotte: sono stati riportati 14 casi, 11 importati (di cui 10 da
Comore) e 3 autoctoni; sono anche stati segnalati 10 casi probabili. È stato
identificato il sierotipo 3. Venezuela: 22.152 casi sospetti; Colombia: 49.122 casi
sospetti, con almeno 45 decessi per dengue emorragica. Le regioni più colpite sono
Valle del Cauca, Santander, Tolima, Risaralda e Antioquia. (Promed 20-30.04.10)
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Una finestra sul mondo
Brasile (Sao Paulo) le regioni orientali dello Stato, Butanta e Rio Pequeno, sono
colpite da un focolaio di Dengue, con decine di casi segnalati. Paranà: 6.000 casi
sospetti in molte municipalità. Le città con il più alto numero di casi sono Foz
Iguasu, Medianeira e Maringa; Mato Grosso: 32.551 casi con decessi in molte
municipalità; Ribeirao Preto: 12.223 casi sospetti; Alagoas: 7.264 casi sospetti.
Brasile: nella città di Sao Paulo sono stati riportati circa 2.127 casi. (Promed 2030.04.10)
Arabia Saudita: 363 casi a Jeddah; Malesia (Kuala Lumpur): 1.639 casi, con 4
decessi. (Promed 26.04.10).
MORBILLO CDC (14.04.10)
La diffusione mondiale del morbillo è stimata in circa 10 milioni di casi, con 164.000
decessi all'anno. Dall'inizio dell'anno numerosi focolai sono stati riportati in diversi
paesi (Filippine, Sud Africa ed altri paesi africani, Europa). A causa della diffusione
della malattia sia in paesi sviluppati che in paesi in via di sviluppo, è raccomandata
la vaccinazione a tutti i viaggiatori che si rechino nelle zone più a rischio, laddove
sono segnalati focolai
Malawi: un focolaio di morbillo, con più di 1.400 persone colpite. Interessata
soprattutto la zona meridionale del paese, con il maggior numero di casi registrati
nella città di Blantyre;
Spagna: un focolaio di morbillo nella municipalità di Jumilla (Murcia), con 65 casi,
dallo scorso febbraio 2010. La maggior parte dei casi è rappresentata da cittadini di
origine bulgara o romena, non adeguatamente vaccinati. (Promed 19.04.10).
COLERA WHO, ECDC. (01.04.10)
Ogni anno vengono riportati 3-5 milioni di casi e 100.000-130.000 decessi. Durante
lo scorso anno si sono verificati diversi focolai in Angola, Etiopia, Somalia,
Sudan e Viet Nam. Una grave epidemia ha colpito lo Zimbabwe (98.000 casi,
con più di 4.000 decessi, a fine luglio 2009) e si è diffusa verso i paesi vicini,
Zambia e Sud Africa. E’ raccomandata la vaccinazione, insieme ad altre strategie
di prevenzione e di controllo.
Cambogia: un focolaio sospetto nella provincia di Kratie, con 96 casi, di cui 5
fatali; Zimbabwe: 22 nuovi casi; Namibia: 6 casi a Tombwa, nel sud del paese.
MENINGITE MENINGOCOCCICA
WHO (01.04.10).
Chad: riportati 1.531 casi sospetti di meningite meningococcica, con 151 decessi
(tasso di letalità:10%). Nelle aree colpite è in corso una campagna di vaccinazione
di massa.
Protezione. È utile, per chi si reca in zone rurali, eseguire il vaccino ACWY.
Eventuale profilassi farmacologica con ciprofloxacina (solo adulti >18 anni) o
rifampicina.
ENCEFALITE DA ZECCHE Promed (01.04.10)
Russia – Sverdlovsk: Con aprile inizia la stagione delle zecche. Nel 2009, sono
state registrate 36.000 punture di zecche, 222 casi di encefalite da zecche, 26 casi
di sequele neurologiche, 61 casi gravi e 4 decessi.
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