Danni ambientali da mercurio sulla salute umana

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Danni ambientali da mercurio sulla salute umana
SCHEDA DIDATTICA
a cura di Elisabetta Vallarino e Franco Gambale
OGGETTO: Danni ambientali da mercurio sulla salute umana
OBIETTIVO: Approfondire le conoscenze su:
 Contaminazioni da metalli pesanti (in particolare mercurio)
 Effetti della biomagnificazione
 Danni ambientali a carico del sistema nervoso centrale
TARGET: Studenti delle scuole medie superiori
IL CASO
Notizia tratta da Gaianews.it del 22/01/2013 (link: http://gaianews.it/salute/stop-allutilizzo-delmercurio-140-paesi-contro-il-morbo-di-minamata-34555.html#.UgS1p2xH6Ul):
“Ginevra - Più di 140 paesi hanno raggiunto un accordo per limitare l’uso del mercurio. Il metallo è infatti
molto tossico ed è causa del Morbo di Minamata. Il trattato sarà firmato a ottobre prossimo e poi dovrà essere
ratificato formalmente dai Paesi per entrare in vigore tra il 2015 e il 2018.
Negli anni ’50 si sviluppò una strana malattia neurologica a Minamata, una città costiera del Giappone.
Centinaia di persone soffrivano di movimenti involontari, debolezza muscolare, problemi di udito e di
linguaggio. Inoltre madri che non avevano alcun sintomo, davano alla luce bambini malati. Nel 1968, il
Giappone annunciò di aver scoperto la causa del morbo: avvelenamento da mercurio derivante da pesce e da
frutti di mare contaminati. Il mercurio proveniva dagli scarichi di un grande impianto petrolchimico. La
malattia venne chiamata ‘morbo di Minamata’.
In nome di tale fenomeno, pochi giorni fa a Ginevra più di 140 paesi hanno concluso un accordo per limitare
l’uso di mercurio. Si tratta di una delle prime convenzioni ambientali successive al protocollo di Kyoto
(2005) che vieta, a partire dal 2020, l’utilizzo di mercurio nelle batterie, nelle lampade, nei cosmetici oltre a
controllare il livello di emissioni negli impianti termici, nei cementifici, nelle industrie chimiche e in ambito
odontoiatrico.
L’accordo si chiamerà “Convenzione di Minamata” in onore della città giapponese colpita dalla malattia”
CENNI STORICI
Nella baia di Minamata in Giappone, nazione allora alla ricerca di una rinascita industriale dopo la
distruzione causata dalla Seconda Guerra Mondiale, si verificò il primo grande disastro ecologico
dell’era moderna: nel 1932 la Chisso Corporation iniziò a scaricare nel mare Shiranui acque
contaminate da mercurio, utilizzato per la sintesi dell’acetaldeide di cui l’azienda era produttrice.
In breve i pesci iniziarono a morire nella Baia di Minamata e gli animali domestici cominciarono a
manifestare un comportamento anomalo.
All’inizio degli anni ’50 si riscontrarono le prime manifestazioni di intossicazione anche negli
esseri umani, finché nel 1956 il dott. Hosokawa segnalò all’ufficio della sanità pubblica
un’epidemia sconosciuta che colpiva il sistema nervoso centrale e che, per le sue caratteristiche
fino ad allora sconosciute, venne denominata “malattia di Minamata”.
In breve tempo i sintomi dell’intossicazione furono associati a quelli derivanti dall’avvelenamento
da mercurio rilevato nei pesci, nei molluschi e nel fango della Baia e, soprattutto, nelle zone
limitrofe ai canali di scarico della Chisso. Questo perché il metilmercurio (prodotto secondario del
mercurio), una volta liberato in mare, viene assimilato dagli organismi marini, risalendo la catena
alimentare: accumulato dapprima dal plancton, poi dai molluschi, viene trasferito ai pesci piccoli
fino ad arrivare alla fine ai grossi pesci consumati dall’uomo (processo di biomagnificazione).
RIFERIMENTI SCIENTIFICI
Biomagnificazione: Aumento di concentrazione di una sostanza dalla preda al predatore. I pesci
possono assumere un composto chimico in due modi: per ingestione o per diffusione attraverso le
branchie. Le opinioni sull’impatto della biomagnificazione sono spesso controverse, poiché è stato
dimostrato che molte sostanze dannose (es. PCB e DDT), così come vengono assorbite dalle
branchie, da queste vengono anche espulse (detossificazione), mantenendo un certo equilibrio tra
ingresso e uscita.
Non ci sono, invece, dubbi sul fenomeno della
biomagnificazione del metilmercurio, una molecola
molto diffusa negli ambienti acquatici. Il mercurio va
incontro a metilazione (diventa, cioè, metilmercurio)
ad opera di fattori abiotici (presenza di aree umide,
condizioni anossiche nei sedimenti superficiali,
concentrazioni di solfati e di sostanza organica nelle
acque) e fattori biotici (batteri solfato-riduttori,
organismi
algali
metilmercurio
del
generato
periphyton,
non
è
ecc.).
Il
soggetto
a
detossificazione in quanto si lega agli amminoacidi
solforati e si accumula stabilmente nei tessuti ricchi
di proteine, come i muscoli dei pesci. Visto l’alto grado di biomagnificazione, ad ogni livello della
catena alimentare ittica la concentrazione di metallo aumenta, arrivando all’uomo in quantità
tossiche.
ATTIVITA’ RICHIESTA
Partendo da un’attenta lettura dei cenni introduttivi, allo studente viene richiesto di:
1. Acquisire ulteriore documentazione sul disastro ambientale della Baia di Minamata per
approfondire la conoscenza delle cause e degli effetti da esse provocati
2. Rintracciare fatti di attualità verificatisi in Italia o in altri Paesi europei che possano essere
simili al disastro di Minamata (p.e. mercurio dell’Amiata, mercurio da scarichi industriali,
…) e farne un breve riassunto
3. Elencare i sintomi del “morbo di Minamata” che è stato riconosciuto ufficialmente come
un’intossicazione causata da inquinamento ambientale
4. Motivare le ragioni per cui da madri sane potevano nascere bambini affetti dal “morbo di
Minamata”
5. Approfondire gli effetti dei metalli pesanti (come il mercurio) e dei loro composti organici
(es. metilmercurio) sullo sviluppo neurologico
6. Illustrare con uno o più disegni, vignette, fotografie, illustrazioni uno o più aspetti del
problema affrontato