il rinascimento - i nostri tempi supplementari

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il rinascimento - i nostri tempi supplementari
Medioevo e Rinascimento
Tra la fine del Trecento e la metà del Cinquecento, dapprima in Italia poi
nel resto dell'Europa, si verificò un'eccezionale fioritura della letteratura,
delle arti, e delle scienze.
Secondo gli uomini di cultura dell'epoca, essa rappresentava una rinascita
della grande cultura classica greca e latina, dopo un periodo di
decadenza rappresentato dal medioevo, cioè l'età di mezzo fra due momenti
di grande civiltà. Per questo il rinnovamento culturale di quel periodo venne in
seguito definito dagli storici Rinascimento.
In realtà, pur essendo vero che nei secoli XV e XVI ci fu un grande sviluppo
culturale, è altrettanto vero che esso affondava le sue radici nel risveglio
della cultura europea verificatosi nei secoli XI-XIII.
È opportuno ricordare che due caratteristiche, diverse fra loro e in gran parte
contrastanti, furono proprie della ripresa culturale del basso medioevo:
A)la cultura rimase per parecchi aspetti legata alla religione e alla
Chiesa: il ruolo dell'uomo è annullato di fronte alla potenza divina e la vita
terrena viene considerata solo nella prospettiva dell'aldilà;
B)la borghesia iniziò a considerare la vita umana sotto una nuova
prospettiva, che non cancellava i valori religiosi, ma li ridimensionava; si iniziò
a ritenere che l'esistenza non fosse solo una preparazione alla vita dopo
la morte, ma avesse un valore autonomo.
Questo secondo aspetto rappresentò la base sulla quale nacque il
Rinascimento.
Si tratta di un'età in cui si afferma una concezione della vita che colloca in
primo piano l'uomo è la natura, in opposizione alla trascendenza
medievale.
Nella storia del Rinascimento si è soliti distinguere due periodi: Umanesimo e
Rinascimento.
L'Umanesimo, corrispondente al secolo XV, è caratterizzato da studi
letterari, filosofici, filologici e in particolare dall'interesse per la
cultura classica greco-romana.
In questa fase prevalsero le attività intellettuali di riscoperta degli scrittori
classici, come Cicerone e Virgilio, e la ricerca degli antichi codici per
affermare una nuova dimensione della vita spirituale e la dignità della
condizione umana.
Il Rinascimento, corrispondente al secolo XVI, sviluppò e approfondì i
temi intellettuali proposti dall'Umanesimo e propose una grandiosa
esaltazione dell'uomo.
Si svilupparono in questo periodo nuovi ideali morali e filosofici, nuove
teorie scientifiche e storiche, si diffuse una religiosità nuova, alla
prevalenza degli studi teologici si sostituì l'interesse alla vita terrena e a
tutti i suoi aspetti.
La cultura rinascimentale
Il Rinascimento fu un movimento europeo: fra le figure culturali più
significative dell'epoca sono da ricordare Erasmo da Rotterdam, Tommaso
Moro e Niccolò Copernico.
Bisogna sottolineare, però, il ruolo primario che la vita culturale italiana
rivestì in questo periodo, e il fiorire di attività e opere filosofiche,
scientifiche, artistiche italiane dell'epoca.
Le arti figurative
Nella pittura i soggetti continuarono a essere, come nel passato, in prevalenza
di tipo religioso, ma anche delle figure sacre venne esaltata prima di tutto la
figura umana. Inoltre i pittori, ispirandosi alla storia e ai miti greco-latini,
raffigurarono anche nuovi personaggi attraverso i quali mettevano in
risalto grandi valori terreni, quali la bellezza, l'amore, la gloria.
Fu curata in modo particolare la tecnica pittorica e sfruttata la recente scoperta
della prospettiva per la ricerca dell'armonia e della perfezione delle forme.
Principali pittori dell'epoca rinascimentale furono Raffaello, che raggiunse la
massima grandezza nei dipinti delle Stanze Vaticane, Tiziano, Botticelli,
Piero della Francesca.
Anche nella scultura al centro dell'interesse c'era la figura umana,
rappresenta con caratteri di grandiosità, di solidità, di armonia.
Fra i maggiori scultori del tempo sono da ricordare Donatello, Jacopo della
Quercia, Ghiberti.
Notevolissimo, nel periodo rinascimentale, fu lo sviluppo dell'architettura: le
corti dei principi infatti ricercavano la magnificenza e gareggiavano in
splendore, di conseguenza i signori fecero costruire grandi regge e palazzi
principeschi e l'assetto delle città cambiò radicalmente.
Anche l'architettura religiosa si ispirò a criteri analoghi: le basiliche
rinascimentali si caratterizzarono soprattutto per le cupole maestose è
geometricamente perfette, pensiamo ad esempio a Santa Maria del Fiore a
Firenze, opera di Filippo Brunelleschi.
Personalità artistica di particolare rilievo fu Michelangelo Buonarroti, il cui
genio si manifestò sia nell'architettura (cupola di S. Pietro a Roma), che nella
scultura (Pietà, Mosè) e nella pittura (il Giudizio universale della Cappella
Sistina).
La letteratura
I criteri ispiratori delle arti figurativi, la ricerca dell'armonia
e della
perfezione formale, improntarono anche la letteratura del periodo
rinascimentale.
Il poeta più rappresentativo fu Ludovico Ariosto che nel poema cavalleresco
Orlando Furioso, attraverso il racconto di vicende avventurose e fantastiche
che avevano per protagonisti i cavalieri di Carlo Magno in lotta contro i
Saraceni, si fece portavoce di molti dei temi culturali più significativi dell'epoca:
l'esaltazione della vita umana e dell'arte, dell'equilibrio interiore e
della saggezza, dell'amore e della bellezza, della gloria e del coraggio.
Altri poeti rappresentativi dell'epoca furono Lorenzo Magnifico, Angelo
Poliziano, Matteo Maria Boiardo.
Gli studi storico-politici
Notevole sviluppo ebbero nel Cinquecento gli studi storici e politici, nei
quali emersero in particolare due scrittori fiorentini: Francesco Guicciardni e
Niccolò Machiavelli.
Le scienze
Accanto alle arti e alla letteratura il rinnovamento culturale rinascimentale
riguardò anche gli studi scientifici, nei quali emerse la figura di Leonardo da
Vinci. Pittore, scrittore, geologo, anatomista, ingegnere, Leonardo è da
considerarsi il padre della scienza moderna avendo affermato con vigore e
chiarezza che la scienza si fonda su due principi:
-il diritto dell'uomo a ragionare e a verificare i dati, senza vincoli
religiosi o filosofici;
-la combinazione fra rigorose dimostraIoni matematiche e
osservazioni ed esperienze dirette (metodo sperimentale).
La vita politica e sociale nel Cinquecento
Nel Rinascimento si operò una profonda trasformazione delle istituzioni
politiche, con la nascita del moderno Stato rinascimentale descritto da
Niccolò Machiavelli nel suo Principe; il cambiamento politico fu accompagnato
da rinnovamento economico e sociale.
Gli aspetti economici-sociali più rilevanti dell'epoca appaiono i seguenti:
-decadenza della vecchia nobiltà e importanza sempre maggiore della
borghesia;
-afflusso di capitali, anche per effetto delle contemporanee scoperte
geografiche e maggiore diffusione del benessere;
-miglioramento delle condizioni igieniche generali;
-abitudini di vita sempre più raffinate e costose;
-trasformazione dell'assetto urbano della città, arricchite dalla
costruzione di edifici imponenti e divenute più comode per la
modificazione dell'assetto viario;
-diffusione, fra le classi più agiate, del gusto per la danza, la musica, il
teatro.
Questa vita raffinata, fastosa, comoda si svolgeva soprattutto nell'ambito
delle corti principesche.
I miglioramenti riguardano soltanto le classi più agiate, che vivevano a corte,
mentre le classi più disagiate continuarono a vivere in condizioni molto
dure.
I più importanti centri della vita rinascimentale furono, in Italia. Le corti
di Firenze (Medici), Roma, Napoli e Milano (Visconti e Sforza); altre corti
minori tuttavia rifulsero per la raffinatezza della vita che si conduceva e la
libertà dei signori: Mantova (Gonzaga), Ferrara (Estensi), Urbino
(Montefeltro).
Il centro della nuova vita era appunto la corte, dove il mecenatismo dei
principi favoriva la rinascita artistica e intellettuale, con la vita di corte,
tuttavia, sia affievolì l'amore per la libertà e la vita del Cinquecento fu
caratterizzata anche, oltre che dallo splendore dei costumi e della cultura, da
violenza e ambizione sfrenata.
Le invenzioni del Cinquecento
Tra le invenzioni del periodo ricordiamo la polvere da sparo, in seguito alla
quale le armi da fuoco vennero perfezionate, divenendo le armi principali degli
eserciti moderni, e soprattutto la stampa.
Nel Medioevo il libro era generalmente di pergamena (pelle di capretto o di
pecora); su di esso il testo originale veniva trascritto a mano e ciò
comportava alti costi di produzione. Di un libro esistevano quindi poche copie
e la conoscenza di un'opera restava limitata a un ristretto numero di
persone, in genere gli studiosi in materia.
Nel secolo XV, con l'uso diffuso della carta, cominciò a essere utilizzata
l'incisione in legno (xilografia), con impressione e a caratteri fissi, che
pur essendo dispendiosa e lenta di esecuzione, costituì l'immediato
antecedente della stampa e fu utilizzata per riprodurre immagini religiose,
per stampare carte da gioco è volantini.
Inventore della stampa fu Giovanni Gutenberg, che sostituì i clichés di
legno incisi a mano con caratteri mobili, cioè con le lettere dell'alfabeto
riprodotte su tanti blocchetti di metallo opportunamente avvicinati fra
loro, questi blocchetti servivano a comporre le parole di un'intera
pagina; poi una volta stampato il numero delle pagine richieste, i
caratteri venivano scomposti e riutilizzati per produrre altre pagine.
Il primo testo stampato da Gutenberg fu la Bibbia Latina nel 1455.
Dalla Germania dove nacque, l'arte tipografica si diffuse in tutta Europa e
introdotta in Italia dai monaci benedettini del monastero di Subiaco,
venne qui perfezionata: l'Italia divenne la maggiore produttrice di libri
e il maggior numero di stampatori si ebbe a Roma, Firenze, Milano e in
particolare a Venezia.
Il più importante stampatore italiano fu Aldo Manuzio.
I libri stampati fino al 1500, detti incunaboli rimasero relativamente poco
diffusi, ma nel secolo XVI l'arte della stampa si divulgò e i libri
divennero via via meno costosi.
Le conseguenze della nascita e della diffusione del libro stampato furono
varie e importanti:
-i bassi costi di produzione e la rapidità con cui i testi erano riprodotti
in un elevato numero di copie sollecitarono l'interesse per il saper e
permisero la circolazione di idee fra uomini di tutti i paesi;
-si consolidarono i rapporti fra gli studiosi delle diverse discipline;
-la rapida circolazione delle notizie e delle idee portò alla formazione
della pubblica opinione, che costituì una nuova forza politica.