La Riforma dello Stato
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La Riforma dello Stato
La Riforma dello Stato A) Ingegnerie elettorali Problemi politici al 1880 Scarsa partecipazione elettorale in presenza di un elettorato ristretto Assenza di schieramenti politici definiti in Parlamento e nel paese Insoddisfazione per il crescente accentramento politico degli enti locali. Richiesta di “liberare” le cariche locali (sindaco e presidente deputazione provinciale) Un osservatore USA Lawrence Lowell, (rettore di Harward), The Governments of France, Italy and Germany (1896): Sono fenomeni che accadono negli stessi anni anche in Francia. E' responsabilità della Rivoluzione Francese, che ha insitillato una sfiducia di fondo verso la rappresentanza politica in Francia (e non solo) e del fatto che il Parlamento francese è polarizzato fra una estrema destra reazionaria e una estrema radicale, che non hanno la forza né il consenso per governare, ma sono in grado di far cadere i governi. I quali però si ripropongono quasi fotocopia del precedente (come in Italia). Timori della classe politica Timore di “un salto nel buio” quando si tratta di affrontare la proposta di allargare il suffragio (paura di forze politiche eversive o di un successo dei clericali) e quando si propone di alleggerire la presa sugli enti locali (secessione?, disunione dello Stato?). Un raffronto internazionale Suffragio al 1880: Francia: universale maschile (dal 1848) Germania: universale maschile (dal 1850 in Prussia) Inghilterra: quasi universale dopo la riforma del 1867 Italia : estremamente ristretto Confronti Enti locali: Inghilterra: forte decentramento e autonomia. Germania : decentramento e suddivisione in classi con funzioni e controlli diversi. Francia: fortemente accentrato (sindaci elettivi solo nei piccoli comuni. Dopo il 1871 rimane di nomina governativa per le città e i comuni di più di 20.000 abitanti; resi elettivi dal 1882). Olanda-Belgio : accentrato, molto simile all'Italia Riforme elettorali: 1882 Nel 1882 è il primo allargamento dell'elettorato: ammessi tutti gli alfabeti e chi aveva fatto il servizio militare. L'elettorato sale all'8% circa dal 2,5 % (2.000.000 da 600.000) Vengono cambiate le circoscrizioni e il sistema elettorale. Per favorire la formazione di partiti si crea un sistema basato su circoscrizioni larghe, che eleggono i deputati con scrutinio di lista. Si passa da 508 circoscrizioni a 135 che eleggono da 2 a 5 deputati. Nei collegi da 5 nessuna lista può eleggere più di 4 deputati. I candidati devono accorparsi in liste: la lista maggioritaria prende la maggioranza dei deputati, pur garantendo una rappresentanza alla minoritaria. E' la stessa riforma tentata in Francia e i risultati sono pessimi. La partecipazione rimane bassa, circa il 60%. Riforme elettorali Nel 1891 ripristinato il sistema uninominale. Solo nel 1912 viene approvato dal Parlamento il suffragio maschile quasi universale (votano anche gli analfabeti purchè abbiano compiuto 30 anni), sempre a collegio uninominale Riforme elettorali Nel 1919 viene votato il sistema proporzionale puro. Le circoscrizioni sono a base provinciale. Nel 1923 con la legge Acerbo viene introdotto un robustissimo premio di maggioranza che favorisce la definitiva affermazione del Partito Fascista. Collegio unico nazionale, la lista che ottiene più del 25% dei voti ha diritto ai 2/3 dei deputati