Direttore responsabile: Moreno Tollot. Coordinatori di redazione

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Direttore responsabile: Moreno Tollot. Coordinatori di redazione
AlpagOne: Aut. Tribunale di Belluno n. 8/99
del 21/05/99
Direttore responsabile: Moreno Tollot.
Coordinatori di redazione: Francesca
Bona, Daniele De March, Fabio Lavina,
Sara Piazza, Luca Soccal.
Caporedattori: Michela Barattin, Moreno
Piazza, Stefania Ghioni, Lara Bortoluzzi.
Hanno collaborato: Chitarrista Fender,
Fabio, Fiorellino, Lara, Marco, Moreno,
Nino, Occhi di Gatto, Shun.
Grafica ed impaginazione a cura di:
Stampa: Tipografia Nero su Bianco - Pieve
d’Alpago (BL)
Redazione: via Roma, 54 - Pieve d’Alpago
( 0437 478405 con segreteria telefonica;
e-mail [email protected]
oppure [email protected]
www.alpagone.it
SOMMARIO
- Editoriale
- The importance of being Earnest
- Qualcuno volò sul nido del cuculo
- Elo’n dove?
- Ti...Ti...Titi...Beong!
- Calcio Balilla: non solo sport da bar
- Verso Santiago
- Divertimento fino in fondo
- Quale futuro per l’Alpago
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“L’ostinazione nasce molto più dalla vergogna di aver torto che dalla persuasione
di aver ragione”. (Londonio)
“Per comprendere quanto il mondo sia
buono basta osservare come ci si meravigli di ogni atto onesto”. (A. Gabelli)
“Uno dei misteri della vita è come si possa
ingrassare di due chili quando abbiamo
mangiato solo due etti di dolci”.
(Beresdorf)
“Ogni cambiamento, anche se desiderato, è causa di malinconia, perché quel
che si lascia è una parte di noi”. (France)
“L’uno cerca un ostetrico per i suoi pensieri, l’altro uno da poter aiutare: così
nasce un buon dialogo”.
(Nietzsche)
“Uno scapolo è un uomo che ha tratto
conclusioni dalle esperienze altrui”.
(Ustinov)
by Fabio & Moreno
La CGA inizia il suo 2006 con un
nuovo consiglio , formato da giovani intraprendenti e motivati, guidati da un nuovo presidente.
Questa nuova CGA intende porsi in continuità con la precedente
gestione, facendo così tesoro di tutte le esperienze passate e proponendosi, in virtù di queste, di crescere e migliorare. L’obiettivo
principale è quello di rappresentare degnamente tutti i giovani
dell’Alpago, dando voce ai loro bisogni e promuovendo nuove
idee utili alla crescita dell’intera conca. Per giungere a questo
saranno anche importanti l’aiuto e la collaborazione, sia operativa sia in termine di idee, da parte di tutti coloro, singoli o associazioni, che vorranno rendersi comunque disponibili.
Crescere e migliorare, ma senza fare il passo più lungo della
gamba: semplicemente un gradino alla volta, come per altro è
sempre stato fatto negli anni precedenti. In primo luogo ciò
significherà la promozione di nuove iniziative, oltre al giornalino, alle serate musicali e ai laboratori.
Gli ultimi sforzi in questo senso sono stati indirizzati a sensibilizzare i giovani verso l’ambiente e il territorio montano, portandoli così a contatto con il mondo del volontariato, senza però
dimenticare la storia e il prestigio legati al passato dell’Alpago.
Il metodo di lavoro sarà naturalmente basato sulla condivisione
e sulla compattezza dell’Alpago e degli alpagoti: il futuro è dei
giovani e i giovani cominciano fin d’ora ad occuparsene.
Presidente: Fabio Lavina.
V icepresidenti: Verena Dal Borgo, Luca Soccal.
Cassiere: Verena Dal Borgo.
Segretaria: Alice Pedol.
Laboratorio disabili: Nicola Bortoluzzi, Davide Calvi, Sara
Caviola, Verena Dal Borgo, Lara De March, Tiziano Padovan,
Luca Soccal.
Laboratorio inglesi: Loris Payer, Elena Tona.
Laboratorio ambientale:
Roberto Barattin, Christian De Prà,
Fabio Lavina, Alice Pedol, Federico Tona, Gabriele Zanon.
Sito internet: Fabio Funes, Marco Mognol, Gilles Saviane.
Alpagone: Michela Barattin, Lara Bortoluzzi, Riccardo
Bortoluzzi, Stefania Ghioni, Marco Mognol, Moreno Piazza.
Centro Servizi: Marta Bez, Loris Payer, Alice Pedol, Elena
Tona.
Gruppo provinciale: Silvia Balbinot, Verena Dal Borgo.
Animazione: Michela Barattin, Roberto Barattin, Marta Bez,
Davide Calvi, Tiziano Padovan, Giulia Piazza, Elena Tona.
Gruppo castello: Riccardo Bortoluzzi, Moreno Piazza, Enrico
Romor, Luca Soccal, Andrea Tona, Federico Tona, Luca Viel,
Gabriele Zanon.
Aula studio: Marta Bez, Marco Mognol.
Proposte sportive: Roberto Barattin, Nicola Bortoluzz.i
Sviluppo Alpago: Sara Caviola, Fabio Lavina, Loris Payer, Alice
Pedol.
(di Oscar Wilde)
by Shun
Oscar Wilde era un tipo decisamente stravagante. Non si
può dire altrimenti di un uomo che amava sfoggiare garofani verdi sui propri abiti o che, tanto per citare un aneddoto, alla dogana statunitense, alla
domanda “Qualcosa da dichiarare?”, ebbe modo di rispondere “Nulla, eccetto il mio genio”. Di aneddoti del genere ce ne sarebbero in quantità ed anche
di quegli aforismi cui oggigiorno è generalmente legato il suo nome (anche a
causa di un mondo editoriale più interessato ai soldi che alla letteratura), ma
qui dobbiamo parlare di un’opera teatrale, non meno arguta e paradossale:
The Importance of Being Earnest.
Abbiamo lasciato il titolo in inglese, ma non per ostentare erudizione, bensì
per confessare la nostra incompetenza. Questo titolo, infatti, nasconde un
gioco di parole che rischia di passare inosservato, ma che è fondamentale per
capire il senso dell’opera. “Earnest” è un aggettivo che può corrispondere al
nostro “onesto” e che, in inglese, ha la medesima pronuncia del nome di persona “Ernest”, che guarda caso è un nome centrale nell’opera. Il rimando tra
i due termini è sempre presente e su questo equivoco è costruita la trama.
L’italiano non è certo privo di giochetti analoghi ed infatti i traduttori si affannano a coniare il titolo più pertinente, scegliendo a volte il nome Onesto, a
volte Fedele, a volte ancora Franco, ma il risultato è sempre mediocre. Quale
migliore occasione, dunque, per mettere finalmente a frutto tutto l’inglese
che ci inculcano fin da piccoli e capire, così, che oltre all’ambito lavorativo può
avere altri validissimi impieghi?
Ne stiamo parlando come di un trattato di grammatica, ma fidatevi che in
questa commedia c’è molto di più. Il protagonista è John Worthing, un rispettato notabile di campagna che, per sfuggire alle pressioni delle sue responsabilità e poter condurre una vita meno rigida, di tanto in tanto si reca a
Londra, fingendo di dover rimediare ai guai causati dal suo scapestrato fratello Ernest. Naturalmente, egli non ha fratelli (forse…) ed Ernest è soltanto il nome che assume una volta giunto in città. Questo suo segreto viene,
però, scoperto da Algernoon, scialbo aristocratico londinese, messo sulla pista
giusta dal fatto di condividere questa doppia vita: per sfuggire alla città, si è
inventato un caro amico di campagna di nome Bunbury, costantemente in
punto di morte e, quindi, bisognoso di attenzioni. Innegabilmente un ottimo
stratagemma!
Le cose si complicano quando entra in gioco il fattore femminile. Gwendolyne
accetta la proposta di matrimonio di John, che lei conosce come Ernest, perché ha sempre desiderato un uomo con quel nome: garanzia di sicurezza! Per
lo stesso motivo Cecily, giovane pupilla di John, accetta le avances di
Algernoon, che si è presentato a lei fingendo di essere l’incorreggibile Ernest.
Ma, come sappiamo, non c’è alcun Ernest; e allora? Ai lettori il piacevole compito di scoprire il seguito.
Questa lettura offre una trama insensata, dei personaggi assolutamente
irreali e dei dialoghi paradossali, ma il risultato è semplicemente un imperdibile capolavoro. Non si può che sorridere ad ogni pagina ed, alla fine, comunque capire che dietro al
tono frivolo si celano più
cose vere di quanto non si
creda (è sempre così quando si legge Wilde). Questa
commedia, in special modo,
ci pone la seguente domanda: è più importante essere
una persona earnest oppure chiamarsi Ernest, cioè
valiamo più per quel che
siamo o per quel che abbiamo e per il modo in cui
appariamo? John darà la
propria risposta: ad ognuno
di noi la libertà di condividerla o meno
(Regia di Milos Forman)
by Shun
E’ probabile
che leggendo questo titolo sia
apparsa una smorfia di disappunto sui vostri volti. Lo studio
del comportamento animale
non è certo uno degli obiettivi
dell’istruzione scolastica, ma
alcune nozioni generali di questa materia sono ben note a
tutti. Sappiamo, ad esempio,
che il cuculo (detto anche
“cucù” da chi vuole rifarne il
verso) depone le proprie uova
nel nido di altri uccelli, per non
doverle covare, eppure il titolo in questione è chiaro: parla del nido del
cuculo! E allora? L’ennesimo infelice gioco di parole? Ognuno la pensi
come vuole, ma forse una breve precisazione lessicale può essere d’aiuto. Nello slang d’oltremanica (e d’oltreoceano), dare del cuckoo a qualcuno equivale a dargli del matto, del folle; il nido del cuculo potrebbe
allora indicare un nido di matti, cioè un manicomio. In effetti, per giusta
o sbagliata che sia la nostra (molto casalinga) ricostruzione di significato,
è proprio in un manicomio che si svolge la vicenda.
Randall McMurphy aveva avuto numerosi precedenti con la giustizia e
non faceva certo mistero della sua indole aggressiva. Non aveva comunque mai pensato di essere pazzo, ma se fingersi tale avesse potuto significare l’esonero dai lavori forzati… Viene, così, inserito per un periodo
di prova nel gruppo diretto da Miss Ratched, donna fredda ed intransigente, che all’interno di un ospedale psichiatrico gode dell’indiscussa
autorità conferita dal camice bianco. Il nuovo arrivato non riesce, però,
ad accettare i metodi di cura cui gli altri pazienti sono ormai abituati e
cerca in ogni modo di far valere le proprie ragioni, anche con i fatti. Si fa
allora promotore di una protesta per poter guardare in TV le finali del
campionato di baseball; improvvisa una gita in barca per pescare, prendendo “a prestito” un bus dell’ospedale; organizza anche una festa di
addio, una volta decisa la fuga da
quel luogo invivibile. Riesce in questo
modo a portare una ventata di vitalità in un ambiente in cui, di fatto, la
mortificazione della personalità e
l’annullamento della volontà sono gli
unici (voluti?) risultati dei presunti metodi di recupero. Nonostante ciò, il
suo desiderio di libertà e la sua aperta sfida alle imposizioni dei camici
bianchi sono viste come le deviate e pericolosamente concrete visioni di
un folle, il cui delirio va arginato con ogni mezzo disponibile. Ed è quanto accadrà, ma il sacrificio di Mc non sarà vano e tra quei “picchiatelli” ci
sarà chi saprà far tesoro del suo esempio.
Questo film (tratto dall’omonimo romanzo di Ken Kesey) è uno spietato
atto d’accusa nei confronti di quel meccanismo disumanizzante costituito
dal manicomio, con tutta la scienza medica che ne stava alla base. In realtà è molto di più: chiunque può rendersene conto, senza forzature. Un
interrogativo domina dalla prima all’ultima scena: chi è veramente
pazzo? Ossia: chi crede di poter giudicare qualcuno come anormale, per
il solo fatto di non soddisfare ai suoi schemi, è forse sano di mente? O
peggio: è ammissibile che qualcuno, perché più sensibile, più introverso o
più insicuro, possa sentirsi e ritenersi inferiore agli altri ed inadatto alla
vita, se non nell’emarginazione? Immediato si alza il coro dei “no!”, carico di indignazione, ma di fatto queste
situazioni sono tutt’altro che lontane dalla
realtà e non è difficile capirne la ragione:
riempirsi la bocca di belle parole non può
certo bastare…
by Fiorellino e Occhi di Gatto
Ciao Ragazzi!
Anche in questo numero prosegue il nostro concorso che ci guida alla
scoperta dei luoghi dell’Alpago. Avrete certamente notato una grossa
novità: alla luce dei suggerimenti esterni che ci sono pervenuti (per i
quali rendiamo ufficialmente grazie) abbiamo corretto il nome del
concorso, conformandolo al nostro “vero” dialetto.
OSSERVATE BENE LA NUOVA FOTO E… GUARDATEVI ATTORNO!!!
RISPOSTE POSSIBILI
A) Scorcio dell’Alpago dalla zona di Lamosano
B) Scorcio dell’Alpago dalla zona di Vallorch
C) Scorcio dell’Alpago dalla zona di Sitran
D) Scorcio dell’Alpago dalla zona sotto Torch
E) Scorcio dell’Alpago dalla zona di Borsoi
Se avete capito da dove è stata scattata questa foto, mandate un SMS
al numero 3932200177 o una mail all’indirizzo ? con scritta la lettera corrispondente alla risposta giusta, seguita da nome, cognome e
paese entro il 4/05/2006.
Ad esempio se ti chiami “Fabio Misura” e abiti a “Poiatte” e ritieni che
la risposta giusta sia la “F”, invia il tuo SMS o la tua mail con scritto “F,
Fabio Misura, Poiatte”.
Fra tutti coloro che invieranno la risposta esatta, saranno estratti 3 vincitori che si aggiudicheranno la maglietta della Consulta. Sono esclusi
naturalmente i vincitori delle passate edizioni del concorso, le cui risposte, anche se corrette, non saranno prese in considerazione.
Inviando lo SMS ci autorizzerete automaticamente al trattamento dei
vostri dati secondo la lex L.675/96 (legge sulla privacy) che comunque
verranno eliminati non appena effettuata l’estrazione dei vincitori.
by Chitarrista Fender
Prima del campeggio non sapevo suonare la chitarra e la cosa non mi interessava. Mi ero stancato degli strumenti musicali: suonavo la tastiera da 4 anni e durante l’ultimo mi ero
ritrovato a provare il pezzo da preparare 10 minuti prima che iniziasse
la lezione. Per il saggio finale, poi, avevo preparato lo spartito dell'anno precedente con qualche piccola variazione... Così decisi di lasciare,
anche perché nel frattempo ero passato dalle medie alle superiori e
avevo molto da studiare...
L'estate scorsa sono andato in campeggio e nei momenti di noia mi impossessavo della chitarra di uno degli animatori, mettevo una mano a caso e agitavo l'altra: un rumore assurdo... Allora
ho chiesto al chitarrista in questione di
insegnarmi almeno un accordo facile da
fare e quando mettevo le mani sullo
strumento fingevo di saperlo usare,
facendo un LA. Un po’ alla volta mi
sono fatto insegnare gli altri accordi di
base e nel giro di tre giorni avevo imparato la mia prima canzone. La mia abilità cresceva anche a livello di “cultura”, tanto da saper riconoscere senza
difficoltà i vari modelli di chitarra.
Parlando con una mia amica, sono
venuto a conoscenza di un posto dove si vendono delle buone chitarre a
basso costo, ma per sapere dove si trovasse ho dovuto accettare le sue
condizioni: "Ti darò l'indirizzo del negozio solo se prenderai una
Fender!". E così ho fatto.
Una settimana dopo la fine del campeggio, convinti i miei genitori e racimolato un po' di denaro, sono andato in questo negozio. Appena entrato sono rimasto a bocca aperta: una quantità enorme di chitarre, di tutti
i tipi, appese ovunque! Alla fine ho scelto una Fender acustica e ho naturalmente acquistato tutto il necessario per un chitarrista in erba, ossia
spartiti, accordatore e plettri. I commessi si sono accorti che le corde
erano lievemente usurate e, così, mi hanno dato gratuitamente una
bustina con i ricambi. Arrivato a casa ho provato subito a sostituirle, ma
solo con fatica sono riuscito nel mio intento: accordarle era proprio un
gran problema. Apro, infatti, la scatoletta che conteneva l'accordatore ed
inizio a leggere le istruzioni: "Ma sono scritte in cinese!". Dopo un paio
d’ore capisco come funziona e mi metto a pizzicare le corde, ma una di
esse non ne voleva proprio sapere di suonare come si deve: provo a girare la chiave e fa un suono gravissimo; provo a tirarla, un suono acuto;
la tiro ancora un po' ed ecco che il RE comincia a fare TI… TII… TITI…
BEONG! Rotta!!!
Da quel giorno ho fatto naturalmente qualche progresso, ma è se non
altro il mio impegno ad essere sempre costante: sto anche seguendo un
corso di chitarra organizzato dalla mia scuola.
Giunti a questo punto, mi sembra di avervi detto proprio tutto della mia
storia. Forse non vi sarà sembrata interessante (e magari nemmeno stimolante), ma tenetela in buon conto: se un giorno diventerò famoso,
potrete pur sempre dire di sapere come tutto ebbe inizio…
Il 19 febbraio a Pieve di Cadore è partito “Aspettando il
Palio ”, il tour provinciale di eventi organizzati dalle Consulte
e dai Gruppi di tutta la Provincia.
Tappa finale IL PALIO DEI GIOVANI dal titolo
“Giochiamocela 2006” che si svolgerà sabato 20 maggio a
Vallesella di Cadore.
Anche la CGA è in prima linea nell’organizzazione dell’iniziativa assieme alla Consulta di Arsié, Cadore-LongaroneZoldo, Feltre-Pedavena-Seren, Fonzaso, Limana, Mel,
Quero, Trichiana e inoltre: Avanpieve, Cesiomaggiovani,
Gr uppo Giovani Comelico-Sappada
e Sedico e la
Consulta Provinciale Studentesca
.
Come vedete tanti sono gli organizzatori e i partecipanti...
quindi chiamiamo a raccolta tutti i “pagot” per
sostenere i nostri colori al Palio del 20 maggio.
Il capo che vedete nella foto è uno dei nuovi gadgets
della Consulta Giovani.
Per informazioni su
disponibilità, taglie,
p rezzi e quant’altro
chiamate
il 349.3586006 oppure
il 340.6939798.