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Soggetto e relazioni: dalla crisi al progetto Giuseppe Varchetta Firenze, Teatro della Pergola, 17 e 18 maggio 2013 SOGGETTO ALTRO RELAZIONALITA’ CRISI PROGETTO Viviamo un tempo terminale VELOCE DETERIORAMENTO DEI VALORI/PRINCIPI DELLA MODERNITA’ ESTREMA DIFFICOLTA’ NELL’INDIVIDUARE UN TELOS NEL PERCORSO E NEI PROCESSI DELLA GLOBALIZZAZIONE La difficoltà della realtà «Ciò che qui mi interessa è l’esperienza che la mente fa quando non è in grado di contenere quello che incontra. Questo tipo di esperienze ci fanno sentire come se ci fosse qualcosa, nella realtà, che resiste al nostro pensiero - qualcosa, forse, che è doloroso nella sua inesplicabilità; o magari qualcosa che, nella sua inesplicabilità, ci meraviglia e ci incute rispetto. Noi sentiamo le cose in questo modo» (C. Diamond, 2006) CRISI PROFONDA DELLE AGENZIE CHE NELLA MODERNITA’ PORGEVANO UN SIGNIFICATO LARGAMENTE CONDIVISIBILE DEGLI EVENTI/ACCADIMENTI COPPIA FAMIGLIA PARTITO SINDACATO ASSOCIAZIONI STATO NAZIONE ORGANISMI SOVRANAZIONALI • CHIESA • • • • • • • Viviamo in una società dove il tempo per una ricerca di senso della propria condizione umana, professionale e sociale è enormemente diminuito ma dove, paradossalmente, la necessità di ritornare a riflettere in termini complessi sul nostro modo di interrogarci è quanto mai urgente. «E’ difficile pensare che gli assetti che si andranno a costruire negli anni a venire possano essere determinati unicamente da forze economiche e politiche senza alcun contributo da parte dei soggetti sociali …; all’interno del processo di globalizzazione occorre distinguere la dimensione strutturale da quella soggettiva» Giaccardi, Magatti 2010 La ricerca e l’espressione della soggettualita’ come valore di riferimento della modernità «La vita degna «di essere vissuta» è quella che ciascuno cerca per sé, a suo modo … Ciascuno di noi ha una sua maniera originale di essere donna e uomo … ciascuna persona, donna o uomo, ha la propria ‘misura’. Quest’idea ha messo radici profondissime nella coscienza moderna.» Charles Taylor, 1991 RISCHI DELL’ AUTOREFERENZIALITA’ ESIGENZA DI UN FINE TUNING DEL VALORE DELLA SOGGETTUALITA’ SOGGETTUALITA’ CRISI RELAZIONALITA’ MANCANZA PROGETTO RELAZIONALITA’ ESSERE UMANO: ESSERE EMBRIONICO FATTORE BIOLOGICO OBBLIGATA RELAZIONE DI CURA SITUAZIONE ANTROPOLOGICA DI BASE PERMANENTE A proposito della scoperta dei neuroni specchio si è osservato “che quella scoperta sostanzia a un livello di descrizione sub-personale la fondamentale importanza della relazione nel definire chi siamo …il fatto di sapere che ogni nostra azione, ogni nostra emozione, ogni nostra sensazione desta un eco nel sistema cervellocorpo delle persone che ci circondano, dimostra … la decisiva rilevanza di mettere al centro della scena la dimensione della relazionalità” V. Gallese 2011 non c’è una “substantia” individuale al di fuori delle relazioni “L’identità viene creata nelle interazioni tra gli individui nel contesto sociale” B. Czarniawska LA CONTEMPORANEITA’, TEMPO DI INCONTRO CON L’ALTRO DA ME - INFANZIA ENIGMA INTERROGAZIONE INQUIETUDINE - ALTRO SESSO - ALTRA FUNZIONE, SPECIALIZZAZIONE, COMPETENZA - ALTRA GENERAZIONE - ALTRA ETNIA RADICALE INSUFFICIENZA DELLE CATEGORIE LOGICHE CON LE QUALI SIAMO ABITUATI A «METTERE IN ORDINE» IL MONDO DA AUT-AUT A ET-ET L’altro non è un alter ego , ma è parte costitutiva dell’essere umano, inteso come con-esserci Quando parliamo di trauma non ci riferiamo meramente a ciò che è avvenuto ma in realtà «a ciò che non ha avuto luogo: è venuto a mancare quel luogo di incontro tra le menti che è irrinunciabile per un sano sviluppo psichico dell’essere umano» Leadership ? Direzione del Personale «Nella vita psichica del singolo l’Altro è regolarmente presente come modello, come oggetto soccorrevole, come nemico e pertanto, in questa accezione più ampia ma indiscutibilmente più legittima la psicologia individuale è al tempo stesso, fin dall’inizio, psicologia sociale» Sigmund Freud, 1921 «La presenza costante dell’Altro nella vita psichica del singolo genera come conseguenza che il guardare se stessi significa immediatamente guardare sé in relazione con gli altri e, al contrario, guardare gli altri e il mondo è guardare se stessi» La sfida della «sperimentazione dell’estraneo» «L’errore consiste nel considerare l’Io come una sostanza e non come un processo che prende forma nelle relazioni con gli altri.» Ugo Morelli HOSTIS HOS HOSPES HOST; HOFF IDENTITA’ RICONOSCIMENTO COESISTENZA CONVIVENZA «ESSERE - DENTRO UN FUORI» VARCO, SOGLIA, VOLTO DELL’ ALTRO (Giorgio Agamben) Crisi : dal greco antico: KRINO’, separo, distinguo Sospensione della regolarità Evento costante della nostra esistenza Sua rimozione Propensione alla continuità Propensione al conformismo Progetto dal latino proicere : gettare avanti Ciò che si proietta è un desiderio intenzionato a modificare l’immagine dell’Altro e del proprio rapporto con l’Altro Ciò che si progetta è una domanda che non mira a modificare l’Altro ma il mondo, il senso del mondo insieme con l’Altro Primo scenario Stabilità dell’Io individuale e collettivo Attentato alla continuità dell’Io Incertezza come evento eccezionale Strategie conformiste Dell’educazione Dell’organizzazione sociale Vanificazione delle emergenze creative Adesione a scelte conformistico protettive Secondo scenario Io come costrutto culturale connesso all’incontro con l’Altro nel linguaggio e nell’ azione Incertezza come evento non eccezionale Crisi: «sospensione della regolarità» Crisi: evento costante della nostra esperienza Solo in quella sospensione della regolarità, gli esseri umani, dotati evolutivamente di comportamento simbolico possono immaginare l’inedito, il progetto, ascoltare il puer, il figlio, che abita, talvolta non ascoltato, in ciascuno di loro. 1a cultura della crisi Cultura della depressione tollerabile Interrogazione sulle nostre responsabilità Senso di colpa (non paralizzante) per non avere gestito al meglio le opportunità Aprire una finestra sul mondo Gestire la «zona grigia» Area simbolica del progetto Non come adeguamento del mondo a se stessi Ma come invenzione trasformativa del mondo 2a Cultura della Crisi Cultura della paranoia Il «brutto», il disturbante scagliato sugli altri: - Politica Sindacato Top Management Collaboratori Altre funzioni …. Assenza di colpa Assenza di pensiero Impossibilità del Progetto I fatti della vita accadono, non preordinati, non controllabili. Scelta non riguarda la possibilità di modificare il corso dei fatti della vita quanto i modi con cui stare nell’imprevisto, con cui stare nello spiazzamento. La nostra scelta riguarda le posture esistenziali con cui si può abitare l’imprevedibile dell’avventura umana. Il Novecento si è aperto con la scoperta della quantità, e con la qualità ha giocato una partita tragica, sperando di dare qualità alla quantità, cioè di dare significato alla quantità con opposte utopie regressive o progressive che una sola cosa avevano in comune: l’idea che fosse possibile, via organizzazione delle masse e dello Stato, dare qualità alla quantità, dare significato all’essere moltitudine. Progetto che ha lasciato milioni di morti a fronte del proprio fallimento. La democrazia ha vinto proprio perché non ha mai preteso di dare significato, qualità alla quantità, ma al massimo, nel migliore dei casi, di creare le condizioni affinché la quantità potesse sopravvivere come tale. Quanto alla qualità, ciascuno doveva trovarsela per proprio conto. E questo fa sì che la democrazia sia veramente la più difficile, la più esigente tra le forme di governo, perché pretende da noi il meglio che ciascuno può dare: un significato e una qualità nell’essere uguali e nell’essere moltitudine. Adesso, in questa fine secolo, siamo di nuovo qui, di nuovo alla medesima questione della quantità e della qualità. Altro che epoca povera di storia. Daniele Del Giudice «E il vero, allora, lo perdiamo? Ma no, il vero sarà, come sempre sarà e come sempre è stato la conseguenza tardiva di un gesto sociale che lo ha preceduto, che gli ha preparato il posto da riempire insieme all’ordine della sua costituzione» A.G. Gargani, 2006 «Ma io non cerco la salvezza nell’indifferenza: il fremito è la miglior parte dell’umanità. Per quanto il mondo faccia pagar caro il sentimento, l’uomo, quand’è commosso, sente nel profondo l’immensità» Johann W. Goethe, 1831