CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB(2015_09_07)
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Codice cliente: 8727381 ESTERI Corriere della Sera Lunedì 7 Settembre 2015 19 # La storia di Viviana Mazza Mariam, da genietto a una pagella di zeri La sua battaglia commuove l’Egitto Punita da prof corrotti. «È la nostra Malala» Quando i risultati degli esami di fine anno sono stati pubblicati, Mariam Malak si è precipitata. Da quel voto dipendeva il suo futuro: l’ammissione alla facoltà di medicina. L’occhialuta diciassettenne del sud dell’Egitto era abbastanza tranquilla: aveva preso sempre ottimi voti, 96 e 98 su 100 nel primo e nel secondo anno delle superiori. Arrivata davanti al tabellone, ha cercato il suo nome in alto, tra i risultati migliori. Niente. Ha continuato a scorrere la lista con lo sguardo e col cuore sempre più pesante. Quando lo ha trovato, è svenuta. Zero su cento: e non in un esame, ma in tutti e sette. Il risultato che ottiene chi presenta i fogli in bianco. La «studentessa zero», come l’hanno soprannominata in Premio Nobel Malala Yousafzai, attivista pachistana per l’Istruzione, ha preso 10 A e A* Molti egiziani credono a lei. In Rete Mariam è diventata un simbolo: una specie di Malala al contrario, la prova che non basta mandare le ragazze a scuola se poi il sistema non funziona. Migliaia di tweet sono stati pubblicati con l’hashtag «Io credo a Mariam Malak», è nata una pagina Facebook («Le lacrime di Mariam») che ha superato i 30 mila «like», è partita una raccolta di donazioni sul sito Indiegogo. Mariam è cristiana e all’inizio era stata la comunità copta a farne un’icona; ma la sua sto- ria è riuscita in modo inusuale a unire gli egiziani e, forse proprio per evitare di alimentare le divisioni, la famiglia della ragazza ha evitato di incontrare il Papa copto. Intanto personaggi famosi, tra cui l’attore Mohammad Sobhy, sono intervenuti in tv offrendo di pagarle gli studi, eventualmente anche all’estero. E quando il ministro dell’Istruzione Moheb al-Rafie ha minacciato di denunciare la ragazza per calunnia, la Rete è insorta. È apparsa online una lettera di dimissioni per lui: ora lo chiamano «il ministro zero». Molti si identificano con Mariam perché le storie di corruzione e di mazzette non sono affatto aliene al sistema educativo egiziano. Un giornalista, Ahmed Abu ElKhair, ha rivelato in questi giorni che l’anno scorso al figlio di un ufficiale della sicurezza è stato permesso di ripetere l’esame arrivando primo in classifica con un «aiutino», un servizio disponibile al costo di 10 mila sterline egiziane (1.400 euro) e che, quando tre funzionari del ministero dell’Istruzione hanno denunciato le frodi commesse dai In lacrime Mariam Malak, 17 anni, egiziana di Minya, nel sud del Paese, è apparsa in numerosi talk show. Studentessa brillante, ha preso zero agli esami delle superiori. Sostiene che è stato truccato colleghi, sono stati puniti (uno di loro lo ha confermato in tv). Gli esami della Thanaweya Amma (la scuola secondaria) sono fondamentali per accedere ai posti limitati decisi ogni anno dal Consiglio superiore delle Università in base alla disponibilità delle strutture e indipendentemente dal numero dei diplomati. I genitori spendono piccole fortune per preparare i figli con le lezioni private (spesso assumendo gli stessi insegnanti sottopagati nelle scuole pubbliche sovraffollate). Molti studenti sono disposti a tutto pur di copiare. Il ministero dell’Istruzione stampa i quesiti d’esame in luoghi segreti e li consegna con elicotteri militari alle commissioni. Di recente ha iniziato a perquisire i ragazzi con sonde elettro- La mobilitazione Migliaia di tweet, una pagina Facebook, una raccolta fondi: gli egiziani credono a lei Corruzione Il premier ha ricevuto la ragazza e ha istituito una commissione d’inchiesta sul caso Egitto, è apparsa da allora pallida e in lacrime in numerosi talk show e sulle prime pagine dei giornali. Lei e la sua famiglia non hanno dubbi: è un’ingiustizia, un caso di corruzione. «Qualcuno nella scuola o nella commissione d’esame deve aver scambiato i suoi fogli con quelli di un’altra studentessa», ha detto il fratello Mina. Il ministero dell’Istruzione ha insistito che, in base a un esame della calligrafia, quei fogli sono i suoi. Ma la ragazza e la sua famiglia non hanno ceduto: Mariam ha fatto un test in diretta tv che mostra che la sua calligrafia sarebbe diversa da quella delle prove d’esame incriminate, e si è fatta interrogare su una serie di discipline per dimostrare di essere una secchiona. niche per scovare i cellulari. Eppure, ogni anno, invariabilmente, i quesiti arrivano in Rete e le risposte vengono in breve pubblicate e comunicate agli studenti via chat con software ingegnosi come «Shaw Ming» (che collega vari account sui social media). A pagare il prezzo della corruzione sono spesso gli studenti più poveri e senza «amicizie in alto», come Mariam. Ma la ragazza un po’ come Malala si è rivelata un osso duro. Si è fatta ricevere martedì scorso dal premier Ibrahim Mahlab, che ha ordinato la creazione di una commissione di inchiesta indipendente e di un nuovo esame calligrafico. @viviana_mazza In Francia Stati Uniti Vandalizzata di nuovo opera di Kapoor Colin Powell sostiene l’intesa con l’Iran È stata vandalizzata per la seconda volta quest’anno l’opera «Dirty corner» dell’artista Anish Kapoor, da lui stesso ribattezzata «la vagina della regina che prende il potere» e che si trova davanti alla reggia di Versailles, in Francia. L’installazione consiste in una tromba d’acciaio alta 10 metri nel suo punto più alto e larga 60 metri. L’opera è stata ricoperta di iscrizioni antisemite e vernice bianca. Il presidente francese Hollande è intervenuto su Twitter: «Tutta la mia solidarietà ad Anish Kapoor». Kapoor, britannico ebreo di origini indiane si è detto sorpreso dal fatto che un’opera possa scatenare «una tale violenza». L’accordo sul nucleare tra Usa e Iran incassa anche l’appoggio di Colin Powell, l’ex segretario di Stato durante la presidenza Bush, che comandò l’invasione dell’Irak nel 2003. «È un buon accordo» che include un sistema «molto forte» di ispezioni e blocca l’«autostrada» dell’Iran verso il nucleare, ha affermato Powell in un’intervista alla Nbc. Immediata la reazione di Barack Obama che ha twittato: «Grazie Colin per aver posto la tua esperienza a un’iniziativa così importante». E ieri si è schierato a favore dell’intesa è anche il presidente del Democratic national committee, Debbie Wasserman Schultz. © RIPRODUZIONE RISERVATA