programma di sala - Società del Quartetto di Milano

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programma di sala - Società del Quartetto di Milano
Stagione
2009-10
Irvine Arditti violino
Ashot Sarkissjan violino
Ralf Ehlers viola
Lucas Fels violoncello
Isabelle
Charisius
viola
Valentin
Erben
violoncello
Martedi 3 novembre 2009, ore 20.30
Sala Verdi del Conservatorio
Quartetto Arditti
3
Consiglieri di turno
Marco Bisceglia
Luciano Martini
Con il contributo di
Direttore Artistico
Paolo Arcà
Aiutiamo il Quartetto
Rinnoviamo l’invito ad aiutare il Quartetto
sostenendo il costo dei programmi di sala
con un contributo di 500 Euro, detraibile
dall’IRPEF. Alcuni Consiglieri e Soci hanno
già generosamente aderito e a loro va il
ringraziamento di tutti noi. Confidiamo che
l’esempio ne sia seguito, sicché si possa
coprire il costo totale di 25.000 Euro, così da
consentirci di mantenere ampia e gratuita la
distribuzione del programma di sala la sera
del concerto.
I primi versamenti: Socio anonimo,
Alberto Conti, Alberta Deiure, Ndt, CG, SG,
Mario Lampertico, Giovanni Scalori, GFG,
Sergio Dragoni in memoriam,
Maria Teresa Bazzi in memoriam,
Associazione Amici di Edoardo Onlus.
Con il patrocinio di
Sponsor istituzionali
È vietato, senza il consenso dell’artista, fare
fotografie e registrazioni, audio o video, anche con
il cellulare.Iniziato il concerto, si può entrare in sala
solo alla fine di ogni composizione.
Anche per rispetto degli artisti e del pubblico, si
raccomanda di:
• spegnere i telefoni e ogni altro apparecchio con
dispositivi acustici;
• evitare colpi di tosse, fruscii del programma e
ogni altro rumore;
• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista.
Anton Webern
(Vienna 1883 – Mittersill 1945)
5 Movimenti per quartetto d’archi op. 5 (ca. 10’)
Anno di composizione: 1909
Prima esecuzione: Vienna, 8 febbraio 1910
Johannes Brahms
(Amburgo 1833 – Vienna 1897)
Sestetto in si bemolle maggiore n. 1 op. 18 (ca. 35’)
Allegro ma non troppo - Andante ma moderato - Scherzo. Allegro molto - Rondò. Poco
allegretto e grazioso
Anno di composizione: 1858/1860
Prima esecuzione: Hannover, 20 ottobre 1860
Intervallo
Arnold Schönberg
(Vienna 1874 – Los Angeles 1951)
Verklärte Nacht per 2 violini, 2 viole e 2 violoncelli op. 4 (ca. 30’)
Anno di composizione: 1899
Prima esecuzione: Vienna, 18 marzo 1902
Il concerto è registrato da
Nel giro di un paio d’anni, tra il 1908 e il 1910, gli allievi di Schönberg, in particolare Anton Webern, cominciarono a imprimere al linguaggio musicale un’accelerazione tale, da spaventare in un certo senso il loro stesso maestro. Webern
portava infatti alle estreme conseguenze, in maniera radicale, i principi di economia formale e di allargamento della concezione armonica propugnati dalla
scuola di Schönberg. Nei 5 Movimenti per quartetto, un titolo volutamente
generico in contrasto con l’idea ottocentesca della forma chiusa, Webern libera
per la prima volta il linguaggio della sua musica strumentale dai vincoli della
tonalità. Priva di un’organizzazione armonica definita, la musica perdeva il principale mezzo per conferire un ordine al tempo e quindi aveva bisogno di elaborare un nuovo linguaggio per comunicare. La via più semplice consisteva nel
ripartire da forme molto brevi e concentrate. Anche i lavori degli altri musicisti
della sua cerchia in questo periodo risentivano gli influssi dello stile aforistico di
Webern, che cercava di esprimere “un intero romanzo in un solo gesto”, secondo l’efficace immagine di Schönberg.
I cinque movimenti discendono ancora peraltro dalla struttura tradizionale,
basata su un materiale musicale unitario elaborato in forme diverse. Lo spirito
della forma sonata è perfettamente riconoscibile per esempio nel primo movimento, animato dal carattere dialettico dei due temi principali. Alla stessa
maniera si riconosce nel secondo un adagio, nel terzo uno scherzo, nel quarto un
intermezzo e nell’ultimo una sorta di rondò sonatistico. L’aspetto sconvolgente
tuttavia consisteva nel fatto che per la prima volta nella musica strumentale la
scrittura raggiungeva una simile densità, con una concentrazione di mezzi assoluta. A questo risultato concorrevano non solo i tradizionali parametri dell’altezza dei suoni e del ritmo, ma anche il tipo di attacco del suono possibile su uno
strumento ad arco (pizzicato, col legno, al ponticello eccetera), facendo di questo lavoro uno dei capolavori essenziali della musica del Novecento.
In un vecchio film di Louis Malle intitolato Les amants, con Jeanne Moreau e
Jean-Marc Bory, una signora borghese annoiata e malmaritata scopre all’improvviso l’amour fou grazie a un giovane incontrato per caso in viaggio.
François Truffaut, a torto o a ragione, sosteneva che in questo film Malle avesse osato un’impresa mai tentata prima, rappresentare al cinema un’intera notte
d’amore. Per esprimere la piena di sentimenti nel corso della lunga scena, mentre i due amanti vivono il loro idillio nell’incantevole campagna illuminata dal
chiaro di luna, il regista scelse come colonna sonora l’“Andante ma moderato”
del Sestetto in si bemolle op. 18 di Brahms. Malle aveva intuito che lì vi era
depositato un grumo di sentimenti erotici e sentimentali inesprimibili a parole.
Ma soprattutto la trascrizione per pianoforte dell’“Andante” del Sestetto op. 18,
inviata a Clara Schumann come regalo di compleanno, rivela forse le segrete
corrispondenze della musica.
Con questo lavoro inizia un processo di rinnovamento della musica da camera
che Brahms porterà avanti con successo nelle opere della maturità, trasformando il linguaggio di un genere ormai rinchiuso in formule accademiche vuote e
spente. L’organico del sestetto di strumenti ad arco implica una scrittura molto
differente rispetto a quella per il quartetto. L’aggiunta di una seconda viola e di
un secondo violoncello sposta il baricentro del suono verso il basso e rende meno
importante l’uguaglianza tra gli strumenti, principio fondamentale della scrittura per quartetto. Anche il primo violino perde quel ruolo di guida principale tipica del quartetto, come indica il fatto che i temi principali del Sestetto vengono
introdotti dalla viola o dal violoncello e che spesso le melodie del primo violino
sono raddoppiate all’ottava dagli strumenti più gravi. Il maggior peso sonoro
delle voci basse rendeva necessaria anche una particolare attenzione per controbilanciare questo squilibrio, che Brahms cerca di evitare alleggerendo il più
possibile l’intreccio delle voci e sfruttando ogni espediente della tecnica degli
strumenti ad arco. In poche parole, Brahms scrive un lavoro con tutte le caratteristiche del linguaggio della musica da camera, ma con uno stile che già adombra quello della musica sinfonica.
La scrittura del Sestetto inoltre è sgombra dal fraseggio un po’ involuto che
appesantiva a volte il lavoro del giovane autore. La struttura chiara e razionale
della sonata si sposa qui per la prima volta con l’intensa espressione lirica tipica dello stile di Brahms. La musica del primo movimento “Allegro ma non troppo” comunica in maniera immediata un’emozione fresca e piena di vita, pur
all’interno di una forma sonata molto classica. L’“Andante” ricorre a una forma
musicale elementare e molto amata da Brahms, il tema con variazioni. Il solido
tema nella tonalità di re minore esprime da una parte un’ardente passione, ma
dall’altra la sensazione di aver già cominciato a rimpiangere una felicità perduta. Le variazioni mostrano la padronanza magistrale di uno stile musicale in
apparenza semplice, ma in realtà difficile da gestire in maniera efficace e interessante. La scrittura elegante dei sei strumenti ad arco riesce a conferire alle
varie fasi del movimento un colore di suono sempre nuovo e degli sviluppi ricchi
d’invenzione al materiale tematico. Le origini del Sestetto sono radicate nella
musica d’intrattenimento del tardo Settecento. Quello stile, portato ai massimi
livelli dal classicismo viennese, si ritrova in misura maggiore nel breve
“Scherzo”, improntando la forma all’eleganza delle danze di carattere popolare
di Mozart e Schubert. Il finale è una vivace forma di rondò e comunica una solarità di stampo classico ancora maggiore, concludendo in maniera energica e
naturale un lavoro così finemente cesellato.
Verklärte Nacht occupa un posto di rilievo nel percorso di Arnold Schönberg.
Scritto per sestetto d’archi, il lavoro fu completato nel dicembre 1899 e pubblicato nel 1905 come op. 4. Schönberg preparò nel 1917 anche la versione per
orchestra d’archi, rivista negli Stati Uniti nel 1943. Il titolo, la forma e l’organico scelto in origine di Notte trasfigurata indicano il desiderio del giovane autore di fondere assieme le diverse influenze che aveva ricevuto nel corso della sua
formazione. Lo spunto letterario di Verklärte Nacht era fornito da una lirica di
Richard Dehmel, tratta dalla raccolta Weib und Welt (Donna e mondo, 1896).
Una coppia cammina di notte in un bosco “freddo e desolato”. La donna confessa tremante di essere incinta di uno “straniero”, al quale si era data in un
momento di disperazione. Nella notte trasfigurata dalla luce della luna, l’uomo
infine accetta di accogliere come suo il figlio dello sconosciuto, trasformando la
nuova vita nell’emblema della comunione delle loro anime. Il crudo racconto
della trama non rende giustizia al clima mistico e simbolista della poesia di
Dehmel, un autore molto amato dai contemporanei viennesi. La conoscenza del
poemetto tuttavia non influisce in realtà sulla comprensione del lavoro.
Schönberg non intendeva raccontare una storia, bensì esprimere in forma puramente musicale le contrastanti passioni dei personaggi.
La struttura del brano si articola in cinque parti concatenate assieme, che corrispondono alle varie sezioni del testo. La novità di Verklärte Nacht consisteva
infatti nell’applicare il concetto di poema sinfonico alla musica da camera, che
alla fine del secolo versava in una situazione di profonda crisi spirituale.
Schönberg, con opere come questa o i primi due Quartetti, riuscì a imprimere
un nuovo impulso al genere cameristico, aprendo le forme tradizionali a un linguaggio più moderno. Il pubblico, non abituato a trovare nella musica da camera le sconvolgenti dissonanze di un Tristano e Isotta, rimase sconcertato all’inizio dall’estrema libertà con la quale Schönberg passava da una tonalità all’altra,
collegando aggregazioni di accordi molto difficili da interpretare in base alle
leggi tradizionali dell’armonia grazie a una sensibilità acutissima per il colore
tonale. Ma anche il tema principale, esposto con una lunga e tormentata frase
del primo violino, risulta carico di espressione drammatica, come se le forme
della musica da camera avessero acquistato una vera e propria dimensione teatrale. La tensione accumulata nel corso della partitura si scioglie alla fine in un
lungo episodio conclusivo, fondato sul luminoso passaggio alla tonalità di re
maggiore, frequente ricettacolo per le aspirazioni eroiche di molti giovani musicisti a cavallo del Novecento.
Oreste Bossini
QUARTETTO ARDITTI
Fondato da Irvine Arditti nel 1974, il Quartetto Arditti si è specializzato nell’esecuzione del repertorio moderno e contemporaneo. Per il suo contributo
alla diffusione della musica contemporanea ha meritato l’“International
Critic’s Award”, il “Chamber Ensemble Award” della Royal Philharmonic
Society e il premio “Ernst von Siemens”.
Ospite delle maggiori sale da concerto di tutto il mondo, il Quartetto tiene
corsi di perfezionamento e master class in molti paesi; dal 1982 al 1996 i membri del Quartetto sono stati “resident string tutors” ai corsi estivi di
Darmstadt.
L’ampia discografia del Quartetto comprende più di 150 registrazioni che
hanno meritato numerosi riconoscimenti. Tra le incisioni più recenti musiche di Ades, Cage, Fedele, Finsterer, Frith, Ingolfsson, Neuwirth e Paredes.
È stato ospite della nostra Società nel 1984,1989,1992,1997 e 2002.
ISABELLE CHARISIUS viola
Isabelle Charisius ha studiato violino con Johannes Trieb, a Karlsruhe e Tel
Aviv. Ha poi proseguito gli studi a Vienna con Thomas Kakuska che ha avuto
l’onore di sostituire negli ultimi anni di attività del Quartetto Berg.
È stata viola solista della Radio Symphonieorchester di Vienna e dei
Münchner Philharmoniker. Dal 1994 si dedica principalmente alla musica da
camera. È docente all’Università di Colonia e a Lucerna; tiene master class
alla Britten-Pears Academy di Aldeburgh, a Frenswegen e ad Amsterdam.
È stata ospite della nostra Società con il Quartetto Berg nel 2004 e 2008.
VALENTIN ERBEN violoncello
Nato in Austria nel 1945, Valentin Erben ha studiato a Vienna e con André
Navarra al Conservatorio di Parigi. Nel 1967 ha vinto il “Grand Prix du
Conservatoire de Paris”, nel 1968 il Concorso ARD di Monaco.
Nel 1970 è entrato a far parte del Quartetto Alban Berg. Ha inoltre collaborato con solisti, quartetti e orchestre di primo piano. È docente all’Università di
Vienna e alla Hochschule di Colonia. Ha tenuto master class al Festival dello
Schleswig-Holstein, a Parigi, Aldeburgh e all’Accademia Chigiana di Siena.
È stato ospite della nostra Società con il Quartetto Berg nel 1976, 1978, 1982,
1984, 1997, 1999, 2002, 2004, 2005 e 2008.
Prossimo concerto:
martedì 10 novembre 2009, ore 20.30
Sala Verdi del Conservatorio
Katia e Marielle Labèque pianoforti
Fred Chambon, Paxkal Indo, Thierry Biscary percussioni
Albeniz, Debussy, Ravel
Katia e Marielle Labèque formano un duo di pianoforte rimasto solidissimo
dopo tanti anni di carriera ai massimi livelli. Il loro lavoro, nel tempo, ha toccato
un gran numero di autori, con un repertorio estremamente vario che va dal
Settecento ai giorni nostri. Anche lo stile delle loro interpretazioni si è via via trasformato, sperimentando nell’ultima fase forme nuove di approccio alla musica
del passato, ripensata alla luce di una sensibilità più vicina al nostro tempo. La
collaborazione con musicisti contemporanei del resto è sempre stata una caratteristica delle due artiste francesi, sin da quando giovanissime registrarono
musiche di Olivier Messiaen. In questa nuova avventura, le sorelle Labèque rivisitano le più famose musiche del Novecento legate alla cultura dei Paesi baschi
in una versione decisamente originale, recuperando il suono del grande patrimonio di strumenti a percussione di quelle terre.
Società del Quartetto di Milano - via Durini 24 - 20122 Milano - tel. 02.795.393
www.quartettomilano.it - e-mail: [email protected]