diplomati nautici e prospettive di lavoro a bordo delle navi
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diplomati nautici e prospettive di lavoro a bordo delle navi
DIPLOMATI NAUTICI E PROSPETTIVE DI LAVORO A BORDO DELLE NAVI ing. Luciano Ferraro Numerosi e recenti studi economici indicano che il settore marittimo italiano, in tutte le sue varie ripartizioni (navi da carico, navi passeggeri, cantieristica, servizi portuali, diporto ecc.) rappresenta una realtà economica in costante sviluppo, anche in periodi di recessione e di crisi. I medesimi studi sono poi concordi nel calcolare che nei prossimi anni, sulle sole navi nuove ordinate battenti bandiera italiana, vi sarà una richiesta crescente di Ufficiali - sia di coperta sia di macchina - per un totale di oltre seicento unità all’anno, richiesta che, in mancanza di un numero adeguato di Ufficiali italiani, potrà essere soddisfatta solo attingendo a lavoratori comunitari ed extracomunitari. Va sottolineato che tale scelta rappresenta un ripiego a cui le Compagnie di navigazione farebbero volentieri a meno, dal momento che gli Ufficiali italiani mantengono tuttora un primato di lunga tradizione per preparazione, intelligenza, senso di responsabilità e spirito di iniziativa, qualità di primaria importanza a bordo di una nave. Non si può evitare di sottolineare che il calo di interesse dei nostri giovani per il lavoro a bordo contrasta sia col fatto che per conformazione geografica l’Italia rappresenta un paese marittimo ideale, sia con il dato che, in paesi pur dotati di una flotta con una consistenza minore di quella italiana, il numero di giovani che decidono di intraprendere la carriera di Ufficiale a bordo delle navi è, in confronto, di gran lunga superiore. La spiegazione di questa contraddizione è da imputare a una carenza di informazione sui reali sbocchi offerti dal settore marittimo, ma anche a scelte sbagliate fatte dagli stessi giovani e dalle loro famiglie. Sorge quindi la necessità di fare una coraggiosa riflessione sui seguenti punti. Innanzitutto gli allievi del terzo anno comune degli Istituti Tecnici Nautici raramente ricevono chiarimenti oggettivi ed equilibrati sui tre diversi indirizzi del successivo biennio quanto a contenuti di studio e reali opportunità che il settore marittimo potrà offrire loro quando saranno diplomati. Abbandonati così a se stessi ed essendo ancora troppo giovani, alla fine del terzo anno gli allievi scelgono spesso l’indirizzo sulla base di una iconografia degli Ufficiali di bordo distorta dall’immaginario collettivo, che vede quelli di coperta, sempre in una elegante divisa immacolata, guidare la nave impartendo ordini a quelli di macchina, relegati nelle viscere della nave e sempre sporchi di grasso. I giovani ignorano cioè che i due tipi di Ufficiali hanno pari responsabilità e dignità, e soprattutto che ambedue gestiscono sì impianti tecnologicamente molto sofisticati, ma assolvono anche incarichi operativi spesso gravosi. A causa di questa visione non esatta della realtà, la maggior parte degli allievi sceglie l’indirizzo di Coperta, pochi si iscrivono a quello di Macchina e ancora meno a quello Costruttori, ignorando che le prospettive reali di lavoro nel settore navale privilegerebbero proprio e soprattutto gli indirizzi meno scelti. Un secondo errore si verifica dopo l’esame di maturità, quando la maggior parte dei diplomati, giunta a un traguardo che prima vedeva come lontano, deve prendere una vera decisione sul proprio futuro. I più, se le disponibilità finanziarie lo consentono, decide di iscriversi all’università, spesso non per vera vocazione quanto piuttosto per continuare a vivere in famiglia, prolungare il contatto con gli amici e ritardare l’impatto con un mondo in cui è arduo inserirsi con successo. Molti cercano invece una sistemazione a terra: pochi fortunati la trovano grazie a conoscenze o presso un parente, i più si devono accontentare di una soluzione di ripiego, non sicura e mal pagata. Solo una piccola minoranza - in media intorno al 10% - decide di prendere la via del mare e, anche in questo caso, pochi hanno una vera vocazione e la maggior parte è forzata a tale scelta perché si trova senza aiuti dalla famiglia e circondata dal deserto occupazionale. Un terzo errore sta proprio nel ritenere la vita di mare come un’ultima spiaggia. È innegabile che l’ambiente di bordo presenta grossi disagi: dal lavoro duro alla lontananza da famiglia e amici, dalla rinuncia a molte comodità fino alla spesso difficile intesa con colleghi e superiori. Ma dobbiamo chiederci se ai giovani che sono rimasti a terra si prospettano francamente scenari molto più allettanti. Fatta eccezione per quei pochi fortunati che sono riusciti a rimediare una buona occupazione, molti non la trovano e sono obbligati a vivere in famiglia accumulando problemi e frustrazioni, altri si trovano condannati a un precariato a lungo termine, mentre quelli che hanno intrapreso gli studi universitari, se non saranno costretti ad abbandonarli, saranno spesso destinati a scoprire lo spettro della disoccupazione anche dopo la tanto sudata laurea. Al contrario, la vita a bordo delle navi, in coperta come in macchina, è invece indubbiamente dura ma, se abbracciata con determinazione e entusiasmo, ricca di soddisfazioni. E va soprattutto tenuto presente che le prospettive di trovare un imbarco soprattutto come Ufficiale di macchina sono molto promettenti. Quest’ultimo ruolo è molto mutato negli anni e oggi prevede una sempre maggiore presenza dell’Ufficiale di guardia in una Sala Controllo Propulsione (fig. 1). Da questo locale è possibile seguire, avviare, condurre e arrestare tutti gli impianti in servizio grazie a telecomandi, pannelli di controllo, telecamere in circuito chiuso, monitor e sofisticati dispositivi di allarme che informano l’Ufficiale di guardia su ogni malfunzionamento o parametro fuori della norma. Figura 1 – Sala Controllo Propulsione. Periodici interventi di manutenzione in ogni caso necessari in sala macchine sono però svolti in condizioni ambientali molto più accettabili (fig. 2) che in passato e vengono affidati a Sottufficiali e Comuni, mentre all’Ufficiale compete di norma solo un ruolo di supervisione e controllo. Figura 2 – Manutenzione su un motore. I progressi della tecnica hanno migliorato la qualità dell’ambiente a bordo delle navi al punto che si sono creati spazi occupazionali anche per Ufficiali di sesso femminile. In uno scenario di crescente sviluppo delle pari opportunità in ogni settore produttivo, anche su navi battenti bandiera italiana è oggi frequente incontrare donne Ufficiali di coperta e di macchina (fig. 3) le quali si sono sapute conquistare la stima e il rispetto dei colleghi e delle Compagnie di navigazione. Molte donne Ufficiali, dopo alcuni anni di carriera a bordo, passano poi negli uffici di terra delle Compagnie per assumere posizioni di responsabilità e di comando. Figura 3 – Controlli su un motore. Molto interessante è poi lo scenario retributivo che si prospetta a un giovane che, conseguito il diploma dell’Istituto Tecnico Nautico, decide di imbarcarsi in qualità di Allievo Ufficiale di coperta o di macchina. Pur con tutte le comprensibili differenze di trattamento economico fra una Compagnia e un’altra, l’anzianità di servizio e altre variabili ancora, la retribuzione mensile netta degli Ufficiali (di coperta come di macchina) imbarcati a bordo di navi battenti bandiera italiana non è inferiore ai seguenti valori orientativi: Terzo Ufficiale: Secondo Ufficiale: Primo Ufficiale: Comandante o D.M. circa 2 500 2 800 ÷ 3 000 3 500 ÷ 4 000 5 000 ÷ 5 500 €/mese €/mese €/mese €/mese Si aggiunga che un Ufficiale preparato e determinato può raggiungere le retribuzioni sopra indicate in tempi anche molto brevi: numerosi sono i giovani che conseguono il grado di Primo Ufficiale non ancora trentenni e si cita il primato di un Ufficiale di una grande compagnia di navi da crociera che ha addirittura raggiunto il traguardo della Direzione di macchina all’età di soli 28 anni. Resta infine da chiederci se gli Istituti Tecnici Nautici di oggi riescono a preparare i proprio studenti per una loro eventuale collocazione a bordo in qualità di Allievi Ufficiali. La risposta è purtroppo negativa, perché questo tipo di scuola deve soprattutto portare i suoi giovani al conseguimento di un diploma di maturità, cioè fornire loro una preparazione culturale varia e diversificata con cui affacciarsi al mondo del lavoro in modo flessibile o di proseguire con successo gli studi in una qualunque facoltà universitaria, da ingegneria a lettere, da medicina a giurisprudenza. Il diploma del Nautico è forzato ad essere quindi una sorta di vestito per tutte le stagioni che, se dovesse privilegiare la sola preparazione di un futuro Allievo Ufficiale di marina, darebbe meno a quanti – e sono la stragrande maggioranza – non intende abbracciare questa professione. Il completamento della formazione marittima dei diplomati nautici (e, previo corso di allineamento, anche di quelli di altri indirizzi) che intendono prendere la via del mare è affidato a speciali corsi postdiploma, da quelli organizzati in prima persona da molti Istituti Nautici a quelli dell’Accademia Italiana della Marina Mercantile di Genova, fino ai corsi Master promossi da alcune Compagnie di navigazione. Le figure 4 e 5 mostrano due classi di Allievi Ufficiali dell’Accademia Italiana della Marina Mercantile di Genova, mentre la figura 6 ritrae gli Allievi Ufficiali di macchina iscritti a un corso Master organizzato da Costa Crociere nel dicembre 2008. Figura 4 – Allievi Ufficiali di macchina dell’Accademia Italiana della Marina Mercantile di Genova. Figura 5 – Allievi Ufficiali di coperta dell’Accademia Italiana della Marina Mercantile di Genova. Figura 6 – Allievi Ufficiali di macchina di un corso Master Costa Crociere (dicembre 2008). Per concludere, è giusto che i giovani studenti degli Istituti Tecnici Nautici considerino sotto una luce nuova la prospettiva di imbarcarsi a bordo delle navi in qualità di Allievi Ufficiali, che vedano in questa scelta una grande opportunità, che l’affrontino con entusiasmo e con la determinazione di superare le difficoltà che incontreranno, che abbiano fiducia nelle proprie capacità e che si prefiggano infine l’obiettivo di raggiungere il Comando di una nave o la Direzione di macchina. Chiaramente non tutti potranno raggiungere questi obiettivi, perché la cosa dipenderà anche dalle loro capacità, ma molti sicuramente potranno diventare dei buoni Ufficiali e raggiungere una posizione economica e un prestigio sociale non indifferenti.