Nasce a Genova l`Accademia Italiana della Marina Mercantile«

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Nasce a Genova l`Accademia Italiana della Marina Mercantile«
Riccardo Degl’Innocenti
Assessore all’istruzione, alla formazione e al lavoro
Regione Toscana
»Nasce a Genova
l’Accademia Italiana
della Marina
Mercantile«
[
Lavoro marittimo e qualificazione professionale
’Unione europea denuncia da tempo la
mancanza di personale ufficiale navigante
proveniente dai Paesi membri. Alla fine
degli anni ‘90 per risvegliare l’attenzione dei
governi si è ricorso alla metafora della “specie in
estinzione” per figurare il declino degli ufficiali della
marina. La crisi si è aggravata con il varo di un
numero crescente di navi moderne, costruite per
corrispondere all’aumento dei traffici e alle esigenze
di sicurezza del trasporto marittimo, tenuto conto
che esso è vitale per l’Ue (vale il 90% del commercio
esterno e oltre il 35% dell’interno), e che ufficiali
esperti significano sicurezza della navigazione e
riduzione di incidenti e inquinamenti (che per l’80%
avvengono per errore umano). La carenza di ufficiali
ha riflessi negativi anche su diversi settori collegati: i
L
porti, le società di navigazione e le agenzie marittime,
gli organismi di ispezione, le società di assicurazione,
i cantieri di costruzione e riparazione navale, le ditte
produttrici di attrezzature navali ecc., tutte imprese
che di norma impiegano ex marittimi per il loro
valore professionale accresciuto dall’esperienza a
bordo. I motivi di questa crisi stanno nella diminuzione progressiva dei giovani intenzionati a lavorare
in mare, anche di fronte a tassi elevati di disoccupazione giovanile. Il problema non riguarda tanto
coloro che scelgono il mare come oggetto di studio,
bensì il fatto che solo una percentuale ridotta (1015%) decide di utilizzare il titolo di studio per
imbarcarsi. Le ragioni sono che i giovani sono meno
disposti a lunghi periodi in mare lontano da casa,
mentre certi aspetti, quale la possibilità di viaggiare o
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i guadagni economici, non allettano più come una
volta per via che le navi fanno brevi scali o restano
fuori dal porto e gli stipendi non sono più così
vantaggiosi rispetto a quelli di terra. Di fronte a
questa situazione, l’Ue ha raccomandato la rivalutazione dell’immagine del lavoro marittimo e una
qualificazione professionale degli allievi ufficiali
aggiornata rispetto ai cambiamenti normativi, tecnologici e operativi dell’industria dei trasporti marittimi,
fornendo una cultura professionale che sia anche
utile per prendere servizio a terra dopo un certo
numero di anni. Si tratta in sostanza di proporre ai
giovani una sorta di scommessa sul loro futuro
prossimo e remoto: essi accettano di navigare per un
certo numero di anni, finché sono molto giovani,
avendo un’occupazione certa, qualificata (per l’Italia
questo resta forse l’unico caso in cui con un diploma
si accede di diritto ad una carriera direttiva), adeguatamente remunerata, con la possibilità di una rapida
carriera per i meritevoli, nell’ambito di un mercato
del lavoro molto dinamico, addirittura internazionale,
in cui potersi proporre da una posizione di vantaggio
(la domanda delle compagnie è superiore all’offerta
di ufficiali). Coloro che intenderanno proseguire
nella professione a bordo potranno arrivare ai gradi
più alti del comando, mentre per gli altri che sbarche-
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ranno si apriranno le porte di carriere altrettanto
qualificate e remunerative. La scommessa conviene
anche alle compagnie di navigazione purché ci sia un
turn over adeguato e quindi un’offerta costante di
nuovi allievi perché comunque l’avanzamento di
grado presuppone una selezione, ed infine perché
così le componenti di terra del business marittimo si
riforniscono di personale professionalmente competente e affidabile. L’Italia, che gode ancora di un
grosso prestigio internazionale per la professionalità
dei suoi ufficiali, ricercati dalle compagnie di tutto il
mondo, soffre gli stessi problemi del resto dei Paesi
marittimi europei, ma con specifiche difficoltà e
minori strumenti per risolverli. Coloro che scelgono
l’istruzione nautica, peraltro scarsamente aggiornata
per i noti problemi finanziari che affliggono la scuola
pubblica (a cui va aggiunta l’incertezza del futuro,
oscillante tra la liceizzazione e la regionalizzazione),
sarebbero più che sufficienti a fornire un bacino di
reclutamento adeguato al mercato del lavoro (i diplomati si aggirano intorno a 1700, di cui 2/3 capitani e
1/3 macchinisti), ma è molto alta la dispersione scolastica e post scolastica. Tra gli aspiranti ufficiali di
macchina, già in numero inferiore per la percezione
sfavorevole che c’è di una professione “nel chiuso”
della nave, invece che “di fuori” in plancia, c’è il
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fenomeno del reclutamento da parte delle industrie
a terra, affamate in generale di periti meccanici, di
cui i diplomati macchinisti costituiscono una variante
professionalmente valida. Tra i gli aspiranti ufficiali di
coperta, invece, l’assorbimento esterno è minore, ma
prevalgono orientamenti a proseguire gli studi all’università o comunque ad accontentarsi di un qualche
lavoro a terra per evitare la vita a bordo. I bassi di
indice di occupazione giovanile delle Regioni da cui
provengono 2/3 dei diplomati nautici, ossia dalle
Regioni Obiettivo 1 (Sud e isole), non contribuiscono
in misura significativa a convincere i giovani ad optare
per una carriera che offre sicura occupabilità. Tutto
questo ha come conseguenza uno spreco di
vocazioni (cinque anni di studi nautici), bacini di
reclutamento scarsi per le compagnie di navigazione
e quindi soglie di selezione basse con scadimento
della qualità media degli allievi ufficiali.
[
gnie di navigazione per lungo tempo hanno trascurato di affrontare questo problema: prima, coltivando
l’idea di soddisfare le esigenze con personale
straniero, in particolare extracomunitario, per ovviare
alle difficoltà di reclutamento e per approfittare dei
minori costi del lavoro; dopo, legando la loro disponibilità a imbarcare gli allievi al beneficio di incentivi
statali che però non hanno avuto seguito. Fino a che,
avvedutisi della necessità di consegnare le proprie
navi al comando di professionisti affidabili, quali sono
tradizionalmente quelli italiani, hanno finalmente
condiviso l’esigenza di una gestione più efficiente
della transizione tra scuola e lavoro marittimo,
mettendosi concretamente al servizio della ricerca di
una soluzione. Genova è “provincia di mare” per
eccellenza. Il capoluogo è sede del più importante
porto italiano e uno tra i maggiori porti del
Mediterraneo e dell’Europa. A Genova hanno sede le
L’Italia, che gode ancora di un grosso prestigio internazionale per la professionalità dei
suoi ufficiali, ricercati dalle compagnie di tutto il mondo, soffre gli stessi problemi del
resto dei Paesi marittimi europei
La situazione italiana presenta un’altra caratteristica
che la distingue da tutti gli altri paesi dell’Ue: manca
una istituzione che raccordi la formazione scolastica
superiore e il mercato del lavoro marittimo, offrendo
un percorso programmato e qualificato di transizione
dalla scuola all’inserimento professionale. Questo ha
come conseguenza che nella situazione attuale i
diplomati nautici che pure vogliono fare gli ufficiali,
per giungere ad ottenere il patentino richiesto dalla
legge devono procurarsi a proprie spese le certificazioni internazionali previste dalla normativa
internazionale (del costo di alcune migliaia di euro),
cercarsi da soli gli imbarchi presso le compagnie e
prepararsi privatamente all’esame di Stato per l’abilitazione professionale, con il vantaggio per alcuni a
discapito di altri non necessariamente fondato sul
merito, e con un’ulteriore dispersione di diplomati
dovuta a fenomeni di rinuncia per mancanza di
risorse e per demotivazione. D’altro canto, le compa-
principali istituzioni e organizzazioni economiche,
tecniche e sociali marittime. L’amministrazione
provinciale ha ritenuto di interpretare questa oggettiva posizione di preminenza traducendola,
nell’ambito delle politiche di sviluppo economico e
sociale del territorio, in una visione di Genova
“capitale della formazione marittimo-portuale”. Tale
visione è scaturita anche a seguito di una interessantissima esperienza di relazione con la realtà della
municipalità e della portualità di Rotterdam, in
Olanda, favorita da un progetto e un finanziamento
di Italia Lavoro nell’ambito del programma “Scambi e
Gemellaggi” tra il 2004 e il 2005. Per questo, la
Provincia ha avviato una serie di iniziative di rafforzamento e di qualificazione dell’offerta formativa a
favore del mercato del lavoro dello shipping. In
questo quadro, essa ha raccolto le istanze delle istituzioni come la Capitaneria di porto, l’Autorità
portuale, l’Istituto Idrografico della Marina, e delle
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organizzazioni datoriali private e pubbliche come
Confitarma, Fedarlinea, Ucina, Confindustria, Agenti
marittimi, delle aziende dello shipping come Rina e
Fincantieri, degli istituti nautici e delle organizzazioni
sindacali di categoria, riunendo un gruppo di enti
promotori di una nuova iniziativa che cercasse di dare
soluzione al problema. Negli ultimi cinque anni la
Provincia di Genova ha già sperimentato percorsi
formativi post diploma rivolti a diplomati nautici.
Queste iniziative avevano avuto il limite però dell’estemporaneità e del localismo, mentre quella che è
emersa dalle autorità marittime, dalle istituzioni
scolastiche e dalle parti sociali rappresentanti degli
interessi delle imprese e dei lavoratori, è stata l’esigenza di una istituzione permanente che raccordi in
maniera stabile e efficace l’istruzione nautica all’occupazione degli ufficiali italiani a bordo delle navi
mercantili.
[
L’offerta dei corsi proposti dall’Accademia si articola
in corsi per Allievi Ufficiali di Coperta, Allievi Ufficiali
di Macchina, Allievi Ufficiali Commissari di bordo.
Sulla base della specifica maturità ottenuta a conclusione della scuola media superiore, l’allievo durante
il corso acquisisce le seguenti conoscenze teoriche e
pratiche utili per superare l’esame di abilitazione
professionale di Stato con cui si ottiene il titolo di
“Ufficiale” e per essere assunto e imbarcato dalle
Sulla base della specifica maturità ottenuta a conclusione della scuola media superiore,
l’allievo durante il corso acquisisce conoscenze teoriche e pratiche utili per superare l’esame
di abilitazione professionale di Stato con cui si ottiene il titolo di “Ufficiale”
L’impulso decisivo è giunto nell’autunno scorso:
creare a Genova un’”Accademia” italiana della marina
mercantile sul modello delle migliori tra le analoghe
istituzioni europee (sul sito dell’Ue relativo alle
maritime training institutions mancava solo l’Italia).
La Provincia ha raccolto questa proposta e, d’intesa
con gli altri soggetti pubblici e privati, ha dato avvio
al progetto, finalizzandolo a creare una scuola che,
per contribuire in modo determinante a risolvere i
problemi prima evidenziati, si prefigga il raggiungimento dei seguenti scopi:
• la qualificazione professionale e l’inserimento
lavorativo degli allievi ufficiali secondo standard
formativi certi e aggiornati sotto il profilo delle
competenze tecniche, manageriali, relazionali e
etiche, con la preparazione all’esame di Stato;
gettando le basi di una formazione continua che,
attraverso il partenariato con l’Università e il
riconoscimento di crediti formativi, apra ad una
cultura professionale utile ad un eventuale impiego
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successivo a terra dopo la carriera in mare;
• il miglioramento presso i giovani e le famiglie
dell’immagine della professione marittima, presentata nei suoi aspetti di modernità, di responsabilità,
di internazionalità, di sicura occupabilità, foriera di
successiva e importante carriera nei settori dello
shipping a terra al termine del periodo di lavoro a
bordo.
compagnie di navigazione: le abilitazioni certificate
IMO-STCW ‘78 e ‘95 in materia di sicurezza della navigazione richieste dai codici nazionali e internazionali di
navigazione; l’esperienza e la formazione a bordo per il
numero di mesi di navigazione richiesti dalla normativa vigente; la conoscenza dei contenuti previsti dai
nuovi programmi ministeriali di abilitazione professionale; gli aggiornamenti tecnico-professionali richiesti
dall’evoluzione tecnologica e organizzativa delle navi
mercantili; la padronanza della lingua inglese per
esercitare il ruolo professionale a bordo; l’assimilazione
dei valori, degli stili e delle norme di comportamento e
di relazione appropriati allo specifico contesto organizzativo, sociale e culturale in cui esercita il ruolo
professionale a bordo e a terra. I corsi si svolgono alternando periodi a terra (in totale circa 1000 ore) con
periodi di imbarco (in totale 12 mesi) retribuiti come
allievi ufficiali secondo le norme contrattuali del
settore. I corsi, della durata complessiva di circa 24
mesi, sono gratuiti grazie ai finanziamenti di parte
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pubblica provenienti dalla Provincia, dalla Regione,
dal MIUR, e di parte privata, provenienti dalle
associazioni di rappresentanza dei datori di lavoro e
dei lavoratori che contribuiscono economicamente
attraverso istituti contrattuali e fondi bilaterali.
Inoltre, l’Accademia gode del consenso del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che
rappresenta l’Autorità in campo marittimo e che
siede di diritto nel Consiglio di Amministrazione
della scuola accanto ai soggetti promotori, e da
parte delle altre Province e Regioni marittime di
provenienza degli allievi. Con queste ultime sono in
corso, tramite anche il supporto tecnico di Italia
Lavoro, contatti per verificare la possibilità di
inserire il progetto dell’Accademia all’interno dei
programmi di sostegno alla mobilità interregionale,
in particolare tra Sud e Nord.
L’Accademia è stata scelta dalla Regione Liguria come
sede del “Polo formativo dell’economia del mare”
finalizzato alla realizzazione di attività formative
connesse a specifici fabbisogni verificati in raccordo
con gli enti locali, le imprese e le parti sociali, nel
quadro degli indirizzi del MIUR e di quanto sancito
nell’Accordo dalla Conferenza unificata Stato-RegioniAutonomie locali in materia di Istruzione Formazione
Tecnica Superiore. L’istituzione del Polo regionale ha
contribuito altresì a indurre il MIUR ad avviare,
d’intesa con le Regioni e le parti sociali, uno studio
di settore sui fabbisogni professionali della filiera
marittimo-portuale per impostare un piano nazionale
di intervento che riguardi l’integrazione tra l’orientamento e l’istruzione superiore e la formazione
professionale. Il Polo formativo dell’economia del
mare ha deliberato per il novembre 2005 l’avvio dei
corsi connessi all’attività dell’Accademia d’intesa con
le parti istituzionali, economiche e sociali del mondo
marittimo, inquadrati nel segmento di offerta formativa dell’Istruzione Formazione Tecnica Superiore
(IFTS) e finalizzati a formare gli allievi ufficiali di
coperta, macchina e commissari di bordo, richiesti in
maniera pressante dalle imprese del settore.
Il 9 agosto scorso sono usciti i bandi per l’ammissione
di 120 allievi, un target definito d’intesa con le rappresentanze delle compagnie di navigazione, che hanno
riscosso un ottimo successo di adesioni. Sono giunte
infatti 441 iscrizioni: 236 per la sezione coperta per
60 posti; 58 per la sezione macchina per 40 posti; 147
per la sezione commissario per 20 posti.
Il numero è decisamente incoraggiante in quanto
dimostra l’esistenza di un notevole numero di giovani
disposti a intraprendere la carriera di ufficiale marittimo. Se si guarda alla percentuale di neodiplomati,
tuttavia non ci si discosta dalla più comune stima del
10% di diplomati annui che intraprende la carriera a
bordo, mentre gli altri iscritti riguardano diplomati
degli anni precedenti. L’impressione, che dovrà
essere verificata con un’analisi più approfondita e con
domande poste direttamente agli interessati, è che
l’offerta formativa dell’Accademia abbia comunque
prodotto il risultato di fare aumentare un poco le
aspirazioni e recuperare un certo numero di diplomati degli anni scorsi che avevano scelto altre strade
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o non erano riusciti a intraprendere questa. In ogni
caso, il principale risultato di questo primo anno
accademico è quello di avere aggregato da una parte
tutta l’offerta degli aspiranti ufficiali e dall’altra parte
tutta la domanda delle compagnie di bandiera
italiana. Questo consente, per la prima volta, di uscire
dalla precarietà delle stime e di disporre di un quadro
preciso, analitico, dell’occupabilità nel mercato del
lavoro degli ufficiali della marina mercantile. Su
questa base diventa possibile non solo programmare
gli interventi a favore del funzionamento del mercato
sotto forma della ricerca del migliore match quantitativo e qualitativo dell’offerta con la domanda, ma
anche programmare gli interventi di promozione,
orientamento e formazione per fare crescere il
mercato e allargare il campo dell’offerta e quello della
domanda con strategie finalmente mirate, sia per
specializzazione, sia per localizzazione, sia per
genere. Analizzando infatti i casi degli iscritti di
coperta e di macchina, provenienti dall’istituto
nautico e dal professionale marittimo, considerato
che mediamente si diplomano in Italia 2 aspiranti
ufficiali di coperta ogni 1 aspirante ufficiale di
macchina, si nota che la carenza di vocazioni professionali per la specializzazione di macchina è molto
più alta e conferma una difficoltà molto grande delle
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compagnie di navigazione a reperire tale personale.
Esaminando le provenienze geografiche degli iscritti
di coperta e di macchina, essi si distribuiscono
coerentemente secondo le quantità di diplomati che
annualmente escono dagli istituti nautici: circa il 31%
al Nord e al Centro, circa il 69% al Sud e nelle Isole.
Le donne iscritte sono in totale 63, pari al 14,5%: 14
per coperta, 1 per macchina, 48 per commissario di
bordo, pari al 33,8%.
Circa la componente femminile, che è tradizionalmente sottorappresentata in questo settore
occupazionale (salvo il caso dei commissari), il risultato degli iscritti suggerisce – soprattutto nel caso
della coperta – interessanti prospettive. La riserva
prevista nell’ammissione ai corsi del 20% a favore
delle ragazze assicura infatti un accesso che
l’Accademia intende supportare con azioni specifiche
di tutoraggio, d’intesa con il Ministero delle Pari
Opportunità e con WISTA Italia (Women
International Shipping and Trading Association),
l’associazione delle donne impegnate professionalmente nel mondo marittimo, con cui è stato
sottoscritto uno specifico protocollo d’intesa.
Per aggiornamenti consultare il sito:
www.accademiamarinamercantile.it