INAUGURAZIONE 840° ANNO ACCADEMICO Università degli Studi

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INAUGURAZIONE 840° ANNO ACCADEMICO Università degli Studi
INAUGURAZIONE 840° ANNO ACCADEMICO
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Intervento del MAGNIFICO RETTORE ANGELO O. ANDRISANO
Modena, Fondazione Marco Biagi
17 marzo 2016
Saluti
1. Accreditamento
2. L’organico e le nuove assunzioni
3. L’offerta formativa
4. Immatricolazioni e iscritti
5. Ricerca e Dottorati
6. La Scuola di Medicina e l’assistenza sanitaria
7. Internazionalizzazione
8. Edilizia
9. III missione
10.
La nuova primavera dell’Università
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Cari Studenti, Autorità civili e religiose, graditi ospiti, illustri colleghi, cari amici, a tutti voi, accorsi
oggi numerosi nella sede della Fondazione Marco Biagi, rivolgo un caloroso e sentito saluto di
benvenuto a questa nostra solenne cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico, giunta alla
840esima celebrazione.
Un saluto affettuoso a sua Eccellenza il Vescovo di Modena, don Erio Castellucci, che partecipa
per la prima volta ed anche ai Rettori emeriti che dimostrano, con la loro presenza, di seguire con
attenzione le vicende dell’Istituzione accademica.
In apertura della Cerimonia un doveroso ringraziamento alla Fondazione Marco Biagi che ci ospita
e alla sua Presidente, sig.ra Marina Biagi, che ha voluto la nostra iniziativa in questa sede in
concomitanza con il XIV Convegno internazionale sui temi del lavoro in memoria di Marco Biagi,
indimenticabile nostro docente e collega. Oggi inizierà il convegno che vede partecipi oltre 50
docenti provenienti da tutto il mondo, che dibatteranno su “Benessere e Lavoro”, tema molto caro
anche alla nostra Università.
Ringrazio inoltre il Prefetto e il Sindaco di Modena e di Reggio e le altre autorità modenesi e
reggiane che hanno inteso unirsi a noi per rendere omaggio alla nostra Università, e partecipare
della nostra soddisfazione di avere tra noi, per celebrare questo momento, un personaggio illustre
e affermato in tutto il mondo per le sue doti manageriali: mi riferisco naturalmente al dott. Sergio
Marchionne, che più tardi avremo il privilegio di ascoltare, quando pronuncerà la sua lezione
magistrale.
Siamo davvero tutti grati a Lui, e lo dico interpretando il pensiero di tutto il corpo accademico e
della comunità universitaria, di aver accettato il nostro invito che idealmente viene a mettere il
sigillo finale sull’anno di celebrazioni del 25ennale del nostro Dipartimento di Ingegneria “Enzo
Ferrari”. Sono convinto che nella decisione del Presidente Marchionne non sia estraneo il legame
profondo che ha sempre unito il nostro Ateneo ad Enzo Ferrari, al quale conferimmo la laurea ad
honorem in Fisica, nel febbraio del 1988 e che fu uno strenuo propugnatore della necessità di
avere a Modena un Dipartimento di Ingegneria.
E, infine, un affettuoso saluto ai Colleghi Rettori e loro rappresentanti con i quali condividiamo le
difficoltà nella gestione degli Atenei, difficoltà dovute alle scarse risorse che inevitabilmente
penalizzano la volontà di promuovere lo sviluppo delle nostre rispettive Istituzioni.
Prima di passare al resoconto dell’ultimo anno e dei propositi che ci animano per l’immediato
futuro, consentitemi di rivolgere un pensiero commosso a quanti ci hanno lasciato nel 2015. Mi
riferisco a prof. Olmes Bisi, già Professore ordinario di Fisica Generale, primo Preside della
Facoltà di Ingegneria della sede di Reggio Emilia; il prof. Giorgio Mattioli, già Preside della facoltà
di Medicina e Chirurgia, professore “emerito” di Malattie dell’Apparato cardiovascolare; il dott.
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Giuseppe Malpeli, tutor del corso di laurea magistrale in Scienze della Formazione primaria; e,
infine, il prof. Bruno De Rienzo, già direttore della Clinica delle malattie infettive.
Vorrei poi ringraziare sentitamente, per l’impegno quadriennale profuso, i Senatori che, al termine
dello scorso A.A. hanno concluso il loro mandato, così come i componenti del CdA che negli ultimi
mesi hanno interrotto il loro incarico a causa di altri prestigiosi ed onerosi impegni. Mi riferisco al
caro amico ing. Piero Ferrari, per numerosi anni vicino alla nostra Istituzione accademica e ai
colleghi ingegneri Paolo Cavicchioli e Grazia Ghermandi, oggi rispettivamente presidente e
consigliere di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. A tutti e tre un
sentito ringraziamento e i migliori auguri di buon lavoro per gli attuali incarichi.
1. ACCREDITAMENTO
Al termine del 2015, dal 19 al 23 ottobre, Unimore ha affrontato un’importante sfida: quella
dell’Accreditamento dell’Ateneo e dei Corsi di studio; il percorso verso questo appuntamento si era
avviato più di un anno e mezzo prima.
Infatti, già dal 2014, in occasione della definizione del Piano strategico 2013/15, si sono create le
condizioni per mettere la Governance di Ateneo in grado di individuare, in un sistema condiviso,
chiare linee politiche di indirizzo e necessarie linee guida per la costruzione di processi di
assicurazione della qualità.
L’esito dell’Accreditamento, pur se basato solo sulla relazione preliminare della Commissione, è
positivo, e ci lascia soddisfatti anche per le espressioni che hanno accompagnato il congedo della
Commissione e per i giudizi assegnati in relazione ai diversi requisiti.
Ci sono stati riconosciuti punti di forza che definiscono molto bene il profilo di Unimore; tra questi:
•
Significativo radicamento dell’Ateneo nel contesto socio-economico territoriale.
•
Promozione, da parte dell’Ateneo, di una cultura diffusa della Qualità;
•
Progettazione adeguata dell’offerta formativa;
•
Sostanziale adeguatezza delle infrastrutture e dei servizi per gli studenti.
•
Ateneo attivo nel supporto, con i relativi servizi, di studenti lavoratori o con difficoltà di
frequenza; buon rapporto relazionale tra studenti, docenti e personale tecnico
amministrativo.
La soddisfazione è grande soprattutto perché il risultato è il frutto di un lavoro di condivisione con
quanti si sono adoperati, per rendere possibile questo risultato. E’ stato un lavoro collegiale che ha
fatto emergere la bontà di quanto finora è stato fatto dal nostro Ateneo sul piano delle mission
istituzionali, della organizzazione, della gestione, dei servizi e, soprattutto, della capacità di sapere
lavorare sinergicamente per obiettivi che concorrono alla sua reputazione.
La Commissione ci ha segnalato, come peraltro era nei nostri auspici, anche le aree suscettibili
di miglioramenti e questo ci sprona non solo a completare il nostro sistema qualità, ma a porci
obiettivi via via più ambiziosi.
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La parola chiave, dunque, per il prossimo futuro è perseverare: continueranno gli Audit ai Corsi di
Studio in un percorso di autovalutazione e daremo seguito alle azioni di miglioramento; si
strutturerà il monitoraggio puntuale delle attività da parte degli Organi Accademici.
2. L’ ORGANICO E LE NUOVE ASSUNZIONI
Nel 2015 Unimore ha potuto dare corso ad un piano di assunzioni ed avanzamenti di carriera che
ha interessato 47 nuovi docenti e ricercatori: è stato possibile di avviare le procedure per la
chiamata di 2 ordinari, 28 associati e 17 ricercatori. Le chiamate sono state fatte con criteri
condivisi e trasparenti, garantendo una distribuzione tra i Dipartimenti assolutamente equa e
rigorosa. Per la precisione si è trattato di 20 nuove assunzioni e 27 avanzamenti di carriera.
Per la prima volta i punti organico e le risorse del MIUR, acquisite dall’Ateneo, anche su base
premiale, sono stati distribuiti ai dipartimenti su base trasparente e incentivante.. Alla data odierna
il corpo docente è quindi costituito da circa 800
unità ( 204 ordinari, 316 associati, 220
ricercatori, 39 ricercatori a tempo determinato, 3 prof. straordinari e 20 collaboratori
linguistici) A questi si aggiungono circa 300 assegnisti di ricerca
Il personale tecnico amministrativo ammonta complessivamente a 720 unità di cui in servizio a
tempo indeterminato: n. 629 unità, 7 unità a tempo determinato, 64 unità in posizione non
stabilizzata.
Per un totale complessivo circa 1800 unità di personale.
3. L’ OFFERTA FORMATIVA
Due importanti novità hanno visto il loro esordio in questo anno accademico 15/16 e sono: il corso
di laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche, realizzato in convenzione con l’Università
di Parma, e l’istituzione di 4 corsi di laurea magistrale erogati interamente in lingua inglese.
Sempre nel corrente anno accademico, grazie alla positiva esperienza avviata col Consorzio
Interuniversitario Edunova, con Ferrara e di Parma, abbiamo implementato il numero dei corsi di
laurea offerti con supporto per formazione a distanza: attualmente sono 6. Questa modalità di
erogazione consente di facilitare lo studio anche degli studenti “fuori sede” e/o studenti lavoratori.
Per l’AA 16/17 si prevede, il potenziamento dell’offerta di corsi in modalità blended mista e
implementazione delle piattaforme MOOCS Massive Open On line Courses, inizialmente per corsi
dedicati a facilitare la transizione scuola-università, corsi ad hoc per soggetti esterni, poi corsi
destinati a LM o Master o Corsi di Perfezionamento o Aggiornamento Professionale)
e
l’Istituzione della Laurea Magistrale in Informatica. Questo corso di studio andrà a completare il
percorso già esistente della Laurea triennale. Ma questo corso di studio è anche stato richiesto
fortemente dal territorio, la cui richiesta di specialisti nel settore informatico è sempre altissima;
questo è dimostrato anche gli studi di settore, che mostrano un tasso di occupazione dei laureati
magistrali in questa disciplina superiore al 90% a un anno dalla laurea.
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Inoltre vorrei sottolineare che, dal momento che da diversi anni conseguiamo eccellenti risultati
nella formazione degli studenti di Ingegneria, sia attraverso l’attivazione di laboratori di ricerca
condivisi con le aziende del territorio, sia attraverso la pluriennale esperienza della Formula
student, campionato internazionale di vetture da competizione progettate e costruite all’interno
degli atenei, si sta oggi lavorando al progetto di un centro di ricerca e sviluppo della ''Motor valley''
italiana che abbia come missione quella di raccogliere le migliori pratiche del settore in campo
automotive.
L'obiettivo del progetto è quello di formare gli studenti proponendo una nuova laurea quinquennale
di Ingegneria del Veicolo, nel contesto di una Academy di livello internazionale, in grado di
accogliere studenti e docenti da tutto il mondo e di caratterizzare la formazione attraverso un
processo ''Learning by doing'' che preveda anche la progettazione e la realizzazione di un concept
nel campus di Ingegneria. Tale prodotto, dotato ciclicamente dei sistemi tecnologici complessi di
nuova generazione, riteniamo possa essere l’elemento trainante per lo sviluppo delle conoscenze
e delle competenze del territorio.
Sarà quindi fondamentale creare un nuovo spazio innovativo di lavoro che riesca a coinvolgere
sinergicamente la realtà universitaria e quella privata. Su questo tema l’impegno dell’Ateneo e la
volontà di realizzazione è già stata trasmessa a tutti i partner pubblici istituzionali, ottenendo già un
primo finanziamento anche dal Ministero dell’Università. Altra iniziativa importante correlata sarà
l’evoluzione dell’attuale nostro master del veicolo in un master in lingua inglese, da organizzare
anche con il contributo di docenti e specialisti di azienda di altri paesi che possa avere quindi una
chiara caratura internazionale.
Sulle questioni più generali della formazione ho istituito (dopo le prime sperimentazioni del giugno
2015) un gruppo di lavoro per la realizzazione di iniziative finalizzate al miglioramento della
professionalità docente,
dedicate all’approfondimento di aspetti di comunicazione, utilizzo di
nuove tecnologie didattiche, di tecniche e modalità valutative. Lo scopo è quello di aprire un canale
stabile di aggiornamento per il miglioramento dell’efficacia della didattica e della valutazione, con
ricadute positive sull’apprendimento e sulla carriera dello studente.
E’ peraltro intento dell’Ateneo definire e sviluppare anche un progetto organico di formazione
che supporti il mantenimento ed il rafforzamento delle tante competenze e professionalità presenti
nel nostro personale tecnico ed amministrativo. Una particolare attenzione dovrà essere posta
a coloro che costituiscono la struttura portante del Piano Strategico di Ateneo, per rafforzare quelle
attività che sono funzionali a ridisegnare un ateneo più moderno, orientato sulle quattro grandi
direttrici: didattica, ricerca, internazionalizzazione e terza missione. Analogo impegno sarà rivolto
alla formazione, con riferimento alle procedure amministrative, dei direttori di dipartimento
e comunque anche a tutto il personale docente interessato.
4. IMMATRICOLAZIONI E ISCRITTI
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Passo ad una rapida rassegna dei dati sulle iscrizioni e immatricolazioni. Sono decisamente
rassicuranti e assolutamente in controtendenza rispetto all’andamento nazionale i dati dei nostri
iscritti e immatricolati. A fronte di un generalizzato e consistente calo in Italia nell’ultimo decennio
(rispettivamente del –14% e del –20%), il nostro Ateneo ha invece assistito ad un significativo
incremento di tutti e due gli indicatori. E’ stata una crescita costante che è proseguita in modo
significativo anche nell’ultimo triennio.
Lo scatto in avanti compiuto da Unimore in questo lasso temporale è stato di + 12,40% (+ 800 in
assoluto) per quanto riguarda il complesso delle immatricolazioni a tutti i corsi di laurea e del +
14,26% (+ 579) se limitiamo il raffronto ai soli neodiplomati, che si sono iscritti per la prima volta
all’università.
Questi dati confortanti, messi a disposizione da AlmaLaurea sono pertanto da leggersi come
risultati di una programmazione accademica seria e rigorosa che ha messo lo studente, le sue
esigenze e le sue prospettive formative ed occupazionali al primo posto.
Studiare e laurearsi in Unimore vuole dire in definitiva avere anche più possibilità occupazionali
rispetto alla media nazionale (si vedano le classifiche di Alma Laurea).
I risultati ottenuti si devono sia alla particolare attenzione dell’ateneo, al momento della definizione
dei contenuti formativi, consultando attorno a tavoli tecnici gli interlocutori esterni interessati, sia
naturalmente
1. ad un tessuto economico locale in grado di favorire l’inserimento dei nostri laureati nel mondo
del lavoro in tempi rapidi, anche in periodo di crisi;
2.
alla incentivazione dei rapporti con le forze economico-sociali locali: ricordo che L’Ufficio
Orientamento al Lavoro e Placement può contare su una vasta rete di rapporti e collaborazioni
con aziende ed enti, non solo locali, ma anche al di fuori dall’ambito regionale: sono più di 1500 le
aziende/enti/associazioni di categoria accreditati alla piattaforma del placement.
3. ai servizi che l’Ateneo offre ai propri studenti e laureati per sostenerli nell’importante fase di
transizione dallo studio al lavoro. E questo grazie anche al contributo della soc. ER.GO per il diritto
allo studio. Ringrazio pertanto l’assessore P. Bianchi (o Costi) qui presente, per la sua
determinazione e capacità nel riuscire a procurare le risorse necessarie.
5. LA RICERCA SCIENTIFICA
L’Ateneo nel corso del 2015 ha confermato anche la vivacità che lo caratterizza nella
partecipazione a progetti di ricerca in vari settori.
Il nostro Ateneo sta sempre più cogliendo le opportunità di collegamento con i protagonisti dello
sviluppo territoriale e di rafforzare ulteriormente i processi di internazionalizzazione. La prospettiva
“Horizon 2020” è oramai parte integrante del modo nuovo di operare.
Sono divenuti quindi
obiettivi fondamentali la promozione di una ricerca, sia di base, sia applicata, orientata alla qualità,
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e la promozione di una ricerca internamente più coordinata e meglio collegata con l’esterno. I
risultati conseguiti sono soddisfacenti, sia per progetti nazionali, che internazionali.
In sintesi la ricerca di ateneo nel 2015 ha portato all’interno dei dipartimenti una somma di circa
16-18 Meuro per le attività 2015, a fronte di un importo di un solo Meuro gestito su fondo di
finanziamento ordinario. Questo mette in luce, da un lato la capacità dei nostri ricercatori di
reperire i finanziamenti necessari su progetti competitivi,
e dall’altra la scarsità delle risorse
disponibili sul fondo strutturale dell’ateneo.
Per l’anno accademico 2015/2016, UNIMORE ha poi proposto n. 13 Corsi di dottorato, e sono stati
immatricolati su tali corsi 111 studenti, di cui 9 provenienti da Paesi stranieri. Sono state erogate
complessivamente n. 66 borse di studio. La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha
giocato un ruolo di indubbia importanza nel supportare le attività, finanziando
nel 2015 le
Scuole di Dottorato del nostro Ateneo per quasi 1 MEuro.
Al fine di aprire maggiormente i dottorati di ricerca al sistema produttivo e al mondo del lavoro,
nonché di accrescere il numero di ricercatori presenti nelle imprese, sono stati avviati i Dottorati
industriali. Sono stati messi a bando n. 17 posti rivolti ai dipendenti di imprese del territorio che
hanno accolto l’invito dell’Ateneo a costruire un percorso di dottorato secondo un progetto
formativo e di ricerca condiviso. Mi pare pertanto di poter affermare che anche su questa direttrice
di marcia, già preannunciata tempo addietro, ci siamo mossi con determinazione.
6. LA SCUOLA DI MEDICINA
La Facoltà di Medicina, risultata quinta assoluta in Italia nelle classifiche per i risultati della ricerca,
nel marzo 2015 ha approvato il nuovo regolamento che disciplina didattica, ricerca e assistenza
in concerto con i quattro Dipartimenti di Area medica. Oggi l’organizzazione didattica vede
coordinare l’offerta formativa delle numerose Scuole di specializzazione di area medica, i 12 CdS
triennali e i 3 CdS Magistrali.
Si è avviata la realizzazione, nell’area del Policlinico, grazie ad un finanziamento UNIMORE –
Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, del “Centro di Simulazione Didattica Medica
Avanzata”, sistema di “training” totalmente interattivo, basato su mezzi formativi innovativi.
La sinergia con la Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico prevede importanti azioni comuni:
cito l'istituzione congiunta di un comitato denominato ”Institutional Review Board”, che prevede
per ciò che non sia di competenza del Comitato Etico Provinciale,
la
salvaguardia e
l’autorizzazione della ricerca biomedica, comprese quella pre-clinica e la raccolta statistica dei dati
per il miglioramento delle attività assistenziale e del loro efficientamento.
Nell’ambito del potenziamento dell'attività di ricerca con ricaduta assistenziale si inserisce poi il
progetto che
prevede il supporto della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena per la
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realizzazione di un centro di genomica avanzata, indirizzato allo studio ed alla identificazione delle
migliori strategie terapeutiche nel trattamento di malattie rare e dell'oncologia.
E’ per noi acquisito che la formazione del medico specialista e del professionista sanitario non si
esaurisce all’interno dei muri del Policlinico universitario: vogliamo, da un lato che i nostri studenti
si possano formare nelle strutture di eccellenza, sia in Italia che all’estero, e dall’altro che la
formazione assuma una visione anche territoriale. Per questo siamo interessati al confronto,
già aperto, sull’integrazione tra i due grandi ospedali modenesi, Policlinico e Baggiovara.
Parteciperemo pertanto alla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria cui siamo stai
invitati, offrendo il nostro contributo, nella consapevolezza che la ricerca universitaria è
indispensabile per qualificare sempre più l’assistenza e garantire livelli di cura eccellenti.
7. INTERNAZIONALIZZAZIONE
Altro percorso che stiamo intraprendendo con decisione è quello della internazionalizzazione
dell’Ateneo; la definizione degli obiettivi politici delle azioni di internazionalizzazione in atto sono
stati elaborati attraverso l’analisi di rilevanti documenti della Comunità Europea, del documento
CRUI sull’internazionalizzazione e infine tenendo conto delle priorità e delle indicazioni del
comunicato di Yerevan (“European approach for the quality Assurance of Joint Programs”). La
strategia d’internazionalizzazione messe in atto si basa sulle “azioni paese”, ovvero sullo stabilire
collaborazioni di partnership con paesi sia della comunità Europea, sia di altri paesi quali la Cina,
Vietnam, India, Russia. Tali azioni paese prevedono accordi di Unimore con università
straniere e industrie che hanno localizzato all’estero le attività produttive e commerciali.
Ed è’ con una certa soddisfazione che Unimore compare per la prima volta nella classifica
delle prime 200 università europee, tra la 191 e 200esima posizione, redatta da THE Times
Higher Education.
Ringrazio in particolare per questo importante traguardo il pro-rettore Sergio Ferrari, per il suo
impegno profuso proprio nel processo di internazionalizzazione.
8. EDILIZIA
L’ultimo anno accademico è stato un anno particolarmente soddisfacente
dal punto di vista
dell’edilizia universitaria e del consolidamento della nostra presenza sulle due sedi.
A Reggio Emilia sono state finalmente portate a termine le opere di arredo urbano e
sistemazione interna relativi all’area dell’ex San Lazzaro;
A Modena ho avuto, invece, il privilegio di partecipare alla consegna del Tecnopolo di
Modena, Dopo nemmeno un mese è stato inaugurato anche il nuovo Tecnopolo di Mirandola,
dedicato alla ricerca e sviluppo dei materiali innovativi per il settore biomedicale. A settembre è
stato inaugurato anche il nuovo edificio del Dipartimento di Chimica e geologia, in via Campi
3; a pochi giorni di distanza, si è proceduto al taglio del nastro della Biblioteca Universitaria
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Giuridica ora ricollocata nella prestigiosa sede del Complesso San Paolo. Entro quest’anno sarà
completato il restauro del complesso di Sant’Eufemia per ospitare attività umanistiche.
Ora dobbiamo iniziare a pianificare il futuro: positiva si sta dimostrando la
collaborazione con entrambi i comuni di Modena e Reggio Emilia: si sta infatti lavorando
intensamente per la redazione dei prossimi accordi di programma o protocolli di intesa nei quali
saranno concertati tra l’altro gli sviluppi edilizi dell’Ateneo, già approvati dal CdA, con particolare
riferimento al campus tecnico-scientifico di via Campi/via Vignolese a Modena e del San Lazaro a
Reggio Emilia. Sono già allo studio degli uffici del relativo Assessorato di Modena i progetti per
consentire la realizzazione di un padiglione didattico, resosi oramai necessario, sia a seguito
dell’incremento delle immatricolazioni, sia del declassamento avvenuto a seguito degli eventi
sismici, delle aule degli Istituti Biologici. Analoghi percorsi per la realizzazione dei laboratori di
Agraria e di Ingegneria al Campus del San Lazzaro. La costruzione dei primi è stata, infatti,
segnalata come ineludibile, anche dal recente rapporto della Commissione di accreditamento.
Quella dei secondi, ora attivi in capannoni presi in locazione, necessitano di una sistemazione
definitiva
e per la quale è già stata accantonata in bilancio la metà dell’importo necessario
all’acquisto del terreno. E’ pure in via di sviluppo l’organizzazione dei servizi agli studenti presso
l’area del San Lazzaro, attraverso l’inizio dei lavori di completamento del padiglione Vittorio Marchi
con l’allestimento di aule più capienti, servizi bibliotecari e sportivi. Ringrazio nell’occasione sia il
pro rettore di Reggio, prof. Ferretti per l’attività svolta, sia il mio delegato all’edilizia prof. Tartarini
per tutto il lavoro preparatorio implementato in questo primo periodo di mandato.
9. TERZA MISSIONE UNIMORE
La Terza Missione, importante compito istituzionale accanto a quelle tradizionali della Didattica e
della Ricerca, rappresenta oggi per Unimore una rilevante area strategica nonché un’attività
fondamentale attraverso la quale l’Università valorizza la propria ricerca e si inserisce nel territorio
con numerose e proattive azioni culturali e sociali.
Unimore si è sempre impegnata in queste iniziative, ma è in questi ultimi anni e, nel 2015 in
particolare, anche a seguito dell’importante processo di valutazione ed accreditamento compiuto
dall’Anvur, che ha acquisito ancor più un ruolo fondamentale: pensiamo al
trasferimento dei
risultati della ricerca, al sostegno e alla creazione di nuove imprese che valorizzano il capitale
umano e tecnologico dell’Università.
La Terza Missione si esplica quindi nell’integrazione
Università - Territorio, vista in tutte le sue sfaccettature operative, e in progetti culturali intorno ai
quali si snoda un intenso rapporto con le imprese e un’ attività convegnistica rivolta anche alla
cittadinanza (si veda per esempio “La notte dei Ricercatori” organizzata presso i poli S. Geminiano
e S. Paolo, nella sede di Modena, e presso i Musei civici e il Tecnopolo a Reggio Emilia).
Nell’ambito delle attività di Terza Missione ospiteremo tra l’altro l’edizione 2016 del Premio
Nazionale Innovazione (PNI). L’evento rappresenta la più importante competizione a livello
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nazionale tra nuove imprese ad elevato contenuto di conoscenza, generate dal mondo
accademico e della ricerca. La manifestazione, giunta alla sua XIV edizione è organizzata in
collaborazione con l’associazione PNICube.
È un’iniziativa di grande rilievo che vedrà, a Reggio Emilia, la premiazione regionale della Start
Cup Emilia Romagna il prossimo ottobre e la finale nazionale del PNI 2016 a Modena l’1 e 2
dicembre.
Ancora. Un importante progetto di collaborazione che si sta avviando a produrre i primi
risultati concreti è quello con la Fondazione Collegio San Carlo che sarà un partner importante per
la realizzazione di un progetto strategico dell’Università sul terreno dei rapporti interdisciplinari tra
scienze naturali e scienze umane, cioè l’istituzione di un Centro Internazionale di Storia delle
Idee dedicato allo studio delle relazioni tra pensiero filosofico, storia della scienza e storia della
cultura al quale stanno lavorando tre Dipartimenti del nostro Ateneo: Educazione e Scienze
Umane, Ingegneria e Scienze della Vita.
L’Ateneo vuole essere anche più presente nel campo dello sport: è tale la sensibilità nei
confronti dello sport giovanile, e del messaggio educativo e formativo che la sana competizione
sportiva può dare, che ci siamo impegnati affinché il Consiglio Federale (CUSI) assegnasse al
CUS Modena l’organizzazione della fase finale dei Campionati Nazionali Universitari per l’anno
2016.
Ringrazio per l’impegno sia le Amministrazioni comunali, sia il mio delegato per lo sport, prof.
Massimo Milani.
Come dicevo prima, l’Ateneo sta quindi consolidando sempre di più in questi ultimi tempi i
rapporti con le Istituzioni.
Permettetemi di citare la collaborazione prestata alla Prefettura di
Modena, dai colleghi Giovanni Sebastiano Barozzi e Andrea Ferrari, in occasione delle iniziative
condotte dal Prefetto Michele di Bari sulla lotta alla corruzione. Tali iniziative sono state
pubblicamente apprezzate dal presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione Raffaele
Cantone, proprio in occasione del suo intervento a Modena in un dibattito pubblico, invitato dai
nostri studenti. Confermo quindi la piena disponibilità dell’Ateneo anche a collaborazioni future con
le Prefetture di Modena e di Reggio Emilia, mettendo a disposizione le opportune competenze.
Ritengo quanto mai stimolanti le sollecitazioni e gli inviti formulati all’Ateneo, in particolare
ai Dipartimenti di Economia e di Giurisprudenza, da parte della Guardia di Finanza e della
Questura, relativi alla organizzazione di attività di formazione continua. Ringrazio pertanto, per la
fiducia riposta nell’Ateneo, il Questore di Modena, dott. Giuseppe Palmiro Garramone e il
Comandante della Guardia di Finanza, Colonnello Pasquale Russo. Sono certo che i colleghi
economisti e giuristi, in eventuale collaborazione con il Centro e-learning di Ateneo, sapranno
garantire i servizi e le risposte più idonee.
Come altro esempio di relazione bilaterale, voglio menzionare anche la convenzione
stipulata con il Tribunale di Modena, attraverso il suo presidente dott. Vittorio Zanichelli. I
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tribunali devono, come noi, affrontare importanti problemi organizzativi per conseguire gli obiettivi
di efficienza stabiliti dal Ministero, il passaggio definitivo al processo di telematico e l’adozione di
un modello di customer service management per la gestione dei rapporti con l’utenza. Abbiamo
sviluppato con il Tribunale di Modena uno stretto rapporto di collaborazione per migliorare i
processi di lavoro delle Cancellerie, i meccanismi di governance e per comprendere le
conseguenze del nuovo processo telematico sullo svolgimento del lavoro.
Una menzione particolare la riservo al rapporto che nel tempo si è instaurato tra l’Università
e l’Accademia Militare:
una serie di Convenzioni hanno reso operativa la costituzione di Corsi di laurea per i Cadetti, in
particolare sono ora attivi ben quattro Corsi di Laurea in Ingegneria; oltre ai Corsi di Laurea in
Medicina e Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, in Giurisprudenza per gli Allievi Carabinieri, fino
al più innovativo Corso di Laurea Interateneo in Scienze Strategiche, in Convenzione con
l’Università degli Studi di Torino. Tutti i Corsi di Laurea si completano, almeno nel primo livello,
presso il nostro Ateneo, tranne quello a maggiore valenza professionale militare, cioè il Corso di
Laurea in Scienze Strategiche.
Ancora oggi ci si interroga sulla opportunità che anch’esso completi il triennio a Modena, e
in questa sede sottolineo la piena disponibilità dell’Ateneo ad assecondare una decisione
dell’Esercito Italiano in tal senso.
Infine, per sottolineare come il lavorare insieme consenta di conseguire ulteriori eccellenze, è in
avanzato stato di Progettazione un Corso di Perfezionamento sulle Emergenze Territoriali,
Ambientali e Sanitarie (in convenzione e di concerto anche con il Comune di Modena) per la
formazione degli operatori civili e militari per operazioni di protezione civile.
Per tutto ciò, vorrei rendere merito, per il tramite del Comandante, Generale di Divisione
Salvatore Camporeale, a tutto il personale che assicura il costante e stretto coordinamento tra le
due Istituzioni accademiche.
Vorrei soffermarmi – in chiusura - anche sui rapporti con le Fondazioni, bracci operativi
dell’ateneo sui territori.
Perseguire la terza missione richiederà un grande impegno. Nessun obiettivo strategico
può, infatti, essere raggiunto se non si pongono in atto contestuali cambiamenti organizzativi.
Poiché dovremo sviluppare nuove relazioni con l’esterno, allora avremo bisogno di interfacce che
se ne prendano cura. Tutto questo implicherà non solo un aumento della complessità
organizzativa, ma anche un ripensamento dei nostri processi amministrativi e uno snellimento
procedurale.
I candidati ideali per promuovere questa moltiplicazione di opportunità sul territorio sono le
Fondazioni universitarie come la Fondazione Marco Biagi e così pure quelle organizzazioni che già
si occupano di trasferimento di conoscenza, come Democenter a Modena e REI Reggio Emilia
Innovazione a Reggio.
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Attorno al Tecnopolo di Modena abbiamo costruito una rete territoriale di poli di trasferimento
tecnologico unica in Regione e non solo: la sede distaccata del Tecnopolo a Mirandola, l’Hub
RNord a Modena e l’incubatore a Spilamberto. Un polo centrale e un sistema diffuso, una forte
interazione con l’insieme delle imprese e con il territorio: il Tecnopolo, portale della Rete ad Alta
Tecnologia della regione Emilia-Romagna, è un riferimento certo per la ricerca dei Centri
Interdipartimentali e le filiere produttive collegate. Basti pensare all’Automotive, a quanto questo
settore rappresenti nel sistema economico del nostro territorio e a come sia legato ad un rapporto
di reciproco sostegno con l’Università.
A Mirandola, stiamo sperimentando una modalità di lavoro e di ricerca unica in Italia : un tutt’uno di
Scuole tecniche, Its e Laboratori di alto profilo, collocati in una stessa area e al centro di un
distretto che è tra i primi nel mondo per qualità e produzione. A Spilamberto la nuova struttura
gestita da Democenter ospita l’incubatore Knowbel, valutato nel 2015 da un’indagine indipendente
il business accellerator Universitario 4° in Europa e 6° nel mondo.
Un impegno complessivo che nel solo 2015 ha visto sviluppare progetti di ricerca per le imprese,
per un investimento complessivo superiore ai 30 milioni di euro, e realizzare oltre 70 eventi di
diffusione con il coinvolgimento di oltre 1000 imprese.
Il nuovo obiettivo è ora sperimentare concretamente un nuovo modello di trasferimento
tecnologico. Un processo che dovrà essere caratterizzato necessariamente anche da una forte
interazione con la Fondazione Marco Biagi e con Reggio Innovazione.
Avendo a riferimento quest’idea, l’Ateneo ha recentemente co-finanziato attraverso il DISMI un
proprio progetto per migliorare l’efficacia di REI; l’Ateno ha proposto il passaggio verso un modello
(decentrato costituito da una molteplicità di nuclei di innovazione indipendenti - che nascono
“spontaneamente” - i quali assumono la piena responsabilità dei progetti scelti. Questo
importante cambiamento (da un modello con broker a un modello a partecipazione diretta delle
istituzioni), è stato) già approvato dall’assemblea dei soci del 25 febbraio scorso ed è già in atto. E’
un modello generale che potremo pensare di replicare ad altre istituzioni e, probabilmente,
estenderlo alle stesse Fondazioni universitarie.
La Fondazione Marco Biagi, che oggi ci ospita, fin dalla sua istituzione si è già qualificata come
“struttura di intermediazione” dell’Università di Modena e Reggio Emilia e ha sempre ampliato le
proprie funzioni sia nei confronti dell’Ente di riferimento sia degli altri stakeholder, tra cui le imprese
e le istituzioni del territorio, gli studenti, i professionisti.
Questo metodo di lavoro qualifica la Fondazione come strumento di terza missione, in piena
sinergia tanto con i Dipartimenti quanto con le altre strutture di intermediazione di Unimore.
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Affinché la Fondazione possa in futuro realizzare in pieno il proprio potenziale di terza missione
universitaria ad esclusivo beneficio dell’Università,
dalla stessa deve ricevere pieno
riconoscimento e inquadramento istituzionale. Con questo intento ho istituito una commissione di
analisi e studio per l’elaborazione di un progetto di collaborazione tra i due Enti, oltre che delle
linee guida delle attività della Fondazione per il prossimo triennio.
10. NUOVA PRIMAVERA DELL’UNIVERSITA
Mi avvio a concludere.
“Il 21 marzo in ogni sede delle università italiane, statali e non statali, si terranno incontri e dibattiti
pubblici per riaffermare il ruolo strategico della ricerca e dell’alta formazione per il futuro del Paese.
Verranno discusse e raccolte idee e proposte da consegnare al Governo in un documento di
sintesi
unitario
redatto
dalla
conferenza
dei
rettori
delle
università
italiane
(CRUI).
Dal 2008 il sistema universitario italiano è soggetto a tagli delle risorse (lineari e progressivi). Una
scelta politica trasversale che, in coincidenza con la drammatica crisi globale e l’adozione di una
radicale riforma organizzativa, si è tradotta nella perdita di oltre 10.000 posizioni di ruolo (solo tra
quelle per docenti e ricercatori), ovvero tagli superiori al 13% del totale, quando la media nel
settore
pubblico
è
stata
ad
oggi
del
5%.
Ma non solo. I tagli continui al fondo di finanziamento ordinario e l’assenza di un convinto
investimento pubblico e privato nella ricerca e nell’alta formazione universitaria hanno determinato
l’impossibilità:
1. di avviare nuovi percorsi di ricerca e di alta formazione; (questo è il vero cruccio dei rettori:
non disporre di risorse sufficienti per aggiornare l’offerta formativa in relazione alle
necessità dei territori; e, come sappiamo, mai come oggi tali necessità hanno dinamiche
così elevate!!!!)
2. di investire in servizi e attività per gli studenti
3. e nell’internazionalizzazione,
4. di
valorizzare
il
contributo
della
struttura
tecnica
e
amministrativa.
Ma soprattutto hanno significato:
a.
l’impossibilità di reclutare studiosi giovani e meritevoli,
b. il congelamento delle carriere e delle opportunità di crescita professionale,
c. una condizione retributiva che disincentiva i migliori a restare e allontana i giovani talenti e
gli studiosi stranieri,
d. l’indebolimento del già precario e fragile diritto allo studio che sta riducendo iscritti e
laureati.
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Ciò nonostante, il valore e la competitività scientifica delle nostre università è rimasta forte.
E uniche tra le amministrazioni pubbliche le università sono finanziate sulla base dei costi
standard
e
degli
esiti
delle
valutazioni
scientifiche.
La società e l’opinione pubblica di tutto questo sanno poco. Non esiste sufficiente
consapevolezza per il paese del valore delle sue Università, anche rispetto al confronto
internazionale, nonché del rischio di mettere, seriamente e definitivamente, in crisi un sistema
che,
nonostante
tutto,
continua
a
funzionare.
Per questo occorre invertire la rotta e insieme, (a partire dagli appuntamenti del 21 marzo
2016), costruire la nuova primavera della ricerca e dell’università italiana. Invito quindi le
Istituzioni pubbliche, le Fondazioni bancarie, i privati tutti a prendere in seria considerazione la
possibilità di contribuire a supportare il sistema accademico. Pertanto, lunedì 21 marzo,
sempre in questa aula, alla presenza della stampa e insieme ai prorettori, terrò una relazione
sulle criticità attuali. Nel pomeriggio dello stesso giorno, a Bologna, insieme ai colleghi Rettori
delle Università della Regione Emila Romagna, terremo un’altra iniziativa, alla presenza dei
nostri rappresentanti politici. Vi aspetto pertanto lunedì 21, sia a Modena, qui in Fondazione M.
Biagi, sia a Bologna, in aula absidale di Santa Lucia.
Considero quindi ufficialmente aperto l’Anno Accademico 2015/2016,
840° dalla fondazione dell’Ateneo.
Modena, Fondazione Marco Biagi, 17 marzo 2016
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