bollettino del marchesato - I Marchesi del Monferrato
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BOLLETTINO DEL MARCHESATO Organo di informazione del Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” “in attesa di registrazione in Tribunale” – Direttore responsabile GIAN PAOLO CASSANO e-mail: [email protected] - c.f. 96039930068 - sito web: www.marchesimonferrato.com ANNO III – n° 15 – Maggio 2007 EDITORIALE .........................................................................................................................................2 CALENDARIO ATTIVITÀ ......................................................................................................................2 CONVEGNO LE VIE DEI NORMANNI ....................................................................................................3 I TROVATORI ALLA CORTE DI BONIFACIO I DI MONFERRATO ..........................................................3 ASSEMBLEA ACCADEMIA ALERAMICA .............................................................................................10 CONVEGNO BORGORATTO NEL MEDIOEVO ......................................................................................10 CONFERENZA DI STUDIO SCUOLE SECONDARIE ...............................................................................11 I TROVATORI E L’AMOR CORTESE ...................................................................................................11 MONFERRATO E AMBIENTE ..............................................................................................................11 COSTITUZIONE CLUB UNESCO ALESSANDRIA ..................................................................................15 CHIVASSO E CASTAGNETO: VENTI SECOLI DI STORIA ......................................................................15 GIUSEPPE LIGATO, DUE NUOVI STUDI ...............................................................................................15 SOCIETÀ SAVONESE DI STORIA PATRIA ...........................................................................................15 ADESIONI ...........................................................................................................................................16 BOLLETTINO DEL MARCHESATO Editoriale La prima novità che si evidenzia dalla lettura della “testata” del ns. notiziario riguarda il nostro nuovo Direttore Responsabile. Grazie alla disponibilità di Don GIAN PAOLO CASSANO, (Docente di Storia della Chiesa, Giornalista pubblicista iscritto all’Ordine che svolge la sua attività presso il settimanale diocesano La Vita Casalese; Direttore responsabile di “Monferrato Arte e Storia”; Parroco di San Valerio in Occimiano) siamo lieti di poter annoverare nella struttura della nostro associazione una persona esperta in ambito giornalistico, nonché conoscitore e cultore della storia monferrina. A nome dei nostri, sempre più numerosi, associati porgo a Don Cassano un sentito ringraziamento per la disponibilità dimostrata ed i migliori auguri per una proficua collaborazione. Anche se non siamo ancora giunti alla fine del primo semestre 2007, sono già state organizzate numerose iniziative di cui troverete notizia nelle prossime pagine, mentre il calendario si arricchisce costantemente di nuovi appuntamenti. Tutto questo è possibile grazie alla collaborazione di molti ed al sostegno finanziario della Fondazione CRT e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, che ringraziamo sentitamente per la fiducia accordataci. Particolarmente intensa l’attività editoriale: sono appena stati stampati gli Atti del Convegno di Chivasso e stanno per essere ultimati due volumi che raccoglieranno le relazioni tenutesi in occasione delle Celebrazioni Paleologhe del 2006; è prevista la realizzazione di una dispensa su Bonifacio di Monferrato, mentre nel corso dell’estate si realizzerà il progetto dell’ Atlante dedicato alla Marca Aleramica, grande progetto editoriale della Accademia Aleramica cui la nostra Associazione fornirà il supporto scientifico. Roberto Maestri Calendario Attività Riportiamo l’elenco aggiornato delle attività programmate nei prossimi mesi, che riguardano, principalmente, le iniziative celebrative per l’VIII Centenario della scomparsa di Bonifacio di Monferrato (1207-2007). Come abitudine, vi invitiamo a consultare regolarmente il nostro sito Internet per disporre di informazioni sempre aggiornate sugli eventi in programma. Presentazione Atti del Convegno La Chivasso dei • Chivasso (TO) • Pontestura (AL) 20 maggio • Bergolo (CN) 26 maggio Conversazione I trovatori e l’amor cortese ai tempi del marchese Bonifacio • Frassineto Po 3 giugno Conversazione • Alba (CN) 9 giugno Convegno su Alba e Bonifacio di Monferrato 19 maggio ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 Paleologi Conferenza Pontestura corte del Marchesato di Monferrato 2 BOLLETTINO DEL MARCHESATO Conversazione Cereseto nel marchesato di • Cereseto (AL) 10 giugno • Saliceto (CN) 24 giugno Concorso di Poesia Storie d’Amore e di Viaggi • Verrua Savoia (TO) 1 luglio Conversazione: Verrua tra Monferrato e Savoia • Acqui Terme (AL) 8 settembre Convegno Internazionale Bonifacio, marchese di • Cremolino (AL) 22 settembre Concorso Casate, Castelli e Borghi dell’Alto • Asti 6 ottobre Convegno su Asti e Bonifacio • Occimiano (AL) 12 ottobre Conferenza • Savona 20-21 ottobre Convegno Gli Ordini Militari, la Cavalleria e il Monferrato (1191-1387) Monferrato, re di Tessalonica Monferrato tra l’Orba e la Bormida. Graal Convegno Le Vie dei Normanni La nostra Associazione in collaborazione con l’UCIIM Regione Sicilia, Torino e provincia di Catania ha partecipato all’organizzazione del Convegno Nazionale Le Vie dei Normanni. L’incontro si è tenuto a Torino il 20 marzo 2007 presso l’Aula Magna dell’Istituto d'Istruzione Superiore “Giovanni Giolitti”. Dopo l’introduzione di LAURA SCIOLLA, sono intervenuti ENZA GRECUZZO (Presidente UCIIM provincia di Catania), DOMENICO AMOROSO (Direttore Musei Civici di Caltagirone) e BARBARA M. CARDILLO (UCIIM di Caltagirone) che hanno presentato il progetto culturale rivolto alle scuole piemontesi: Le Vie dei Normanni: proposta di un percorso nella storia, tra Piemonte e Sicilia; è seguita la proiezione del video Storia ed itinerari della Sicilia Normanna e la relazione di ROBERTO MAESTRI I rapporti tra gli Aleramici ed i Normanni. Particolarmente gradevole l’intrattenimento musicale a cura dell’Ensemble Medievale Principio di Virtù. L’incontro è stato realizzato con il patrocinio della Regione Piemonte, Regione Siciliana, Provincia di Catania e della Fondazione CRT. I Trovatori alla corte di Bonifacio I di Monferrato Abbiamo ricevuto diverse richieste riguardo alla presenza dei Trovatori alla corte di Monferrato; riteniamo interessante riprodurre un saggio a cura di Paolo Repetto dedicato a questo argomento. La riproduzione è stata possibile grazie alla disponibilità della Società di Storia Arte Archeologia per le province di Alessandria e Asti1 che ringraziamo. 1 Il saggio è stato pubblicato sulla Rivista di Storia Arte Archeologia per le province di Alessandria e Asti, Annata CIX.1 (anno 2000), pp. 153-161. ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 3 PAOLO REPETTO I Trovatori alla corte di Bonifacio I di Monferrato Credo che, prima di parlare direttamente della musica trovadorica nella Corte del Monferrato, sia necessario fare una piccola sintesi di ciò che sono stati i Trovatori e ciò che rappresentava la loro arte 1. Innanzi tutto questa era una musica monodica con una sola voce, qualche volta raddoppiata e accompagnata da uno strumento, la viella - lo strumento da cui deriverà la viola rinascimentale che si identifica spesso, nei testi antichi, con la lira o la ribeca. I testi erano scritti in lingua d'oc, l'antico volgare della Provenza, e gli autori erano gli aristocratici di quelle terre: la Francia del Sud. Essi cantarono, per la prima volta dopo i grandi esempi latini e greci, le bellezze della donna, i segreti dell'amore, la gioia temperata dei sensi, l'ambiguità e le finzioni del corteggiamento, i profumi ed i colori della primavera. Nei primi anni del secolo XI, dunque, quando l'impero carolingio era ormai sfumato, per la prima volta la musica smise di essere solamente sacra e si fece profana: così che, dal canto gregoriano - soavemente liturgico - si passò a melodie più terrene e sensuali. La concezione del suono mutò radicalmente, trasformandosi da religiosa e celeste in mondana e popolare. Furono quelli gli anni in cui nacquero le parlate volgari sulle fondamenta del tramontante latino. Nacque la danza. I corpi, per la prima volta dopo la civiltà greca, ritrovarono la loro dignità e riscoprirono il loro fascino. Si organizzarono feste, ritrovi, banchetti, dove la musica si congiungeva sempre alla parola e alle pantomime del corpo. Fino ad allora tutto ciò che si riferiva alla terra, alla materia, alla carne, era qualcosa da bandire, da castigare, da sacrificare; ora, invece, con l'avvento di una nuova sensibilità, si rivalutarono tutte le forze di questo mondo. Nacque la poesia moderna, e quei primi grandi cantori dell'amore: Guglielmo IX di Poitiers, Jaufré Rudel, Bertran de Born, Bernart de Ventadorn, Arnault Daniel, Peire Vidal, Raimbaut de Vaqueiras, influenzarono in maniera determinante la nostra poesia in volgare: da Dante a Petrarca, fino al Tasso e ai poeti dei giorni nostri. A poco a poco, l'uomo cominciò ad inserirsi al centro del mondo e dell'universo, cominciò a ritrovare la propria dignità slegandosi, gradatamente, dal primato assoluto della Chiesa, della liturgia e di Dio. A partire dai Trovatori della Provenza, dunque, si pone quel lungo percorso della nostra civiltà che, attraverso il Rinascimento e l'Umanesimo fiorentino, arriva fino all'uomo laico e ultracivilizzato dell'Europa oggi. Varie erano le forme di questa musica, e si chiamavano con diversi nomi: chansons courtoises, se di carattere eminentemente colto e aristocratico, o chansons d'aube, se di carattere apertamente immorale e amoroso; o chansons de toile, se narravano di spose abbandonate, guerrieri lontani, amori impossibili. Poi, sotto queste ampie cornici, si distinguono le varie forme musicali: ecco le canzoni a ballo: l'estampie, la balade, il rondeau, il virellai; ecco le rappresentazioni di personaggi, quasi già sceniche: la pastourelle e la reverdie; ecco, infine, i canti e le pantomime dei 1 Per un quadro generale sulla musica trovadorica si può consultare: G. REESE, Music in the Middle Ages, Norton e C., New York, 1940; G. CATTIN, // Medioevo I, in «Storia della Musica», a cura della Società italiana di musicologia, EDT, Torino, 1979; W. BIBER, Dos Problem der Melodieformein in der einstimmigen Musik des Mittelalters, Berna, 1951; A. MACHABEY, Problèmes de lyrique médiévale, in «Romania», 1954; J. CHAILLEY, Les premiersà troubadours et les versus de l’école d'Aquitaine, ibid., 1955; E. HOEPFFNER, Les troubadours, Parigi, 1955; R. MONTEROSSO, Musica e ritmica dei trovatori, Milano, 1956; R. DRAGONETTI, La technique poétique des trouvères dans la chanson courtoise, Bruges, 1960; H. ANGLES, Der Rhytmus in der Melodik mittelalterlicher Musik, in Congres Report New York, 1961; R. NELLI, L'érotique des troubadours, Tolosa, 1961; H. DAVENSON, Les troubadours, Parigi, 1961; R.H. PERRIN, Descant and Troubadour Melodies, in JAMS, New York, 1963; H. VAN DER WERF, Thè Trouvère Chansons as Creations afa Nationless Musical Culture, in «Current Musicology», Chicago, 1963; P. DRONKE, The Medieval Liric, Londra, 1963; U. SESINI, Musicologia e filologia. Raccolta di studi sul ritmo e sulla melodia del medioevo, Bologna, 1971; L. PATERSON, Troubadours and Eloquence, Oxford, 1975; I.R. PARKER, Troubadour and Trouvère Song: Problems in Modal Analysis, RBM, Baltimore, 1977. BOLLETTINO DEL MARCHESATO giullari o menestrelli, che, prendendo ispirazione ed esempio dagli alteri Trovatori, improvvisavano quelle ed altre melodie. La Corte di Bonifacio I di Monferrato, tra il 1192 e il 1207, accolse, con grande lungimiranza e passione, alcuni di questi padri della poesia e della musica moderne. E con Raimbaut di Vaqueiras2, in quegli anni, strinse una profonda amicizia. Questo mirabile cantore era originario della Valchiusa - luogo tanto caro al Petrarca -, dove nacque nel castello di Vaqueiras intorno al 1160. Di umili origini, egli venne in Italia per cercare fortuna: dapprima soggiornò a Genova, «la quale fungeva allora da raccordo tra le corti della Savoia, del Monferrato e della Lunigiana»3, poi passò in Lombardia, dove a Pavia incontrò Alberto Malaspina - ma senza successo; infine, sulle soglie della disperazione, venne accolto alla corte del marchese Bonifacio I. Fu qui che scrisse molte delle sue canzoni, alcune dedicate alla bella Beatrice, figlia naturale di Bonifacio, in cui la parola e la musica intrecciano un delicato corteggiamento, fatto di significati sfumati e allusivi, di parole tenere e passionali. Ma Raimbaut, secondo un'eccezione notevole per i trovatori, fu anche cantore politico in quella corte. Bonifacio I, infatti, era un uomo molto ambizioso, che amava contornarsi di cantori che gli dessero una mano per le sue mire espansionistiche in Oriente. Quando decise di organizzare la Quarta crociata, così Raimbaut scrisse: Ara pot hom conoisser e proar que de bos faitz rend Dieus bon guizerdon, c'al pro marques n,a faich esmend' e don, q'el fai son pretz sobre ls meillor pojar tant qe il crozat de Frans' e de Campaigna l'an quist a Dieu per lo meillor de totz e per cabrar lo sepulcr' e la crotz on Jhesus fon, q'el voi en sa compagna l'onrat marques, et a il Dieus dal poder de bons vassais e de terr' e d'aver e de ric cor per far miels so que il taigna4 2 Sulla corte di Bonifacio e su Raimbaut vedasi: G. CARDUCCI, La poesia e l'Italia nella IV crociata, in «Opere», XX, Milano, 1934, Galanterie cavalleresche dei secoli XII e XIII, ibid.; P. CHABANEAU, Les biographies des Troubadours, in «Histoire generale de Languedoc», X, Toulouse 1885; V. CRESCINI, R. de V: et Marquis de Mon ferrat, ibid., 1901 (estr. «Annales du Midi», 1899-1901); Ancora delle lettere di R. d V., Padova, 1899 (estr. da «Atti e memorie della Reale Accademia»); R. de V. e Baldovino imperatore, Venezia, 1901 (in «Atti dell'istituto Veneto»); O. SCHULTS - GORA, Die Briefe des Trobator R. de V. an Bonifaz I, Halle, 1893, trad. ital. Le epistole del trovatore R. de V. al Marchese Bonifacio I, Firenze, 1898; D. BRADES, Bonifaz I Monferrat bis zum Antritt der Kreuzfahrt, Berlin, 1907; N. ZINGARELLI, Engles nelle rime di R. di V., in «Miscellanea in onore di V. Crescini», Cividale del Friuli, 1910; Bei cavalier e Beatrice di Monferrato, in «Studi letterari e linguistici dedicati a Pio Rajna», Firenze, 1911, (entrambi in «Scritti di varia letteratura», Milano, 1935); A. JEANROY, Les troubadours dans Ics cours de l'Italie du Nord aux XII et Xlll siécles, in «Revue historique», Paris, 1930; V. DE BARTHOLOMAEIS, Poesie provenzali storiche relative all'Italia, in «Archivio storico italiano», I, Roma, 1931; A. JANROY, La poesie lyrique des Troubadours, 1, Toulouse - Paris, 1934; K.M. FASSBINDEN, Der Toubadour R. de V., Leben una Dichtung, in «Zietschrift fur romanische Philologie», XLII e XLIX, Berlino, 1929; G. BERTONI, I trovatori d'Italia, Modena, 1915; D. IANEVA, // Monferrato nella letteratura italiana, in «Chiesa d'Acqui e Monferrato dal tema storico di Cavatore», Università degli studi di Genova, sede di Acqui Terme, 1997; J. LINSKILL, The poems of the troubadour R. de V., The Hague, Mouton, 1964; AA.VV., Medioevo musicale nel territorio di Alessandria, Scolastica ed., Torino, 1997. 3 D. IANEVA cit., p. 115. 4 «Ora si può riconoscere e provare che per buoni fatti Dio rende buon guiderdone e ne ha fatto ricompensa e dono al prode marchese, elevando il suo pregio sopra i migliori, tanto che i crociati di Francia e di Champagna l'hanno chiesto a Dio, come il migliore di tutti, per recuperare il sepolcro e la croce dove fu Gesù: perché Egli vuole nella sua compagnia l'onorato marchese, e Dio gli ha dato forza di buoni vassalli e di terra e ricchezza e di nobile cuore, per compiere meglio la sua impresa». ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 5 BOLLETTINO DEL MARCHESATO esaltando Bonifacio quale unica guida, come il migliore di tutti, «per recuperare il sepolcro e la croce dove fu Gesù». Uno spassionato elogio, questo, che ci ricorda da vicino quello di un altro grande trovatore, Bertran de Born 5, scritto per Corrado, il predecessore di Bonifacio: Al pro Marques, qu’a pretz valor gran manten e sap gen donar a despendre, e san rics pretz. fait los autres dissendre, vas Monferrat, chansoneta, te man: que I sieu ric fait son dels autres trian e per melhor lo pot om ben eslire, qu'el es la flors de totz, a cui que tire, e de totz. bes comensamens e fis. E, s'aissi fos com eu vuelh ni devis, corona d'aur li vir' el cap assire 6 . Com'è noto, poi, Bonifacio insieme a Raimbaut - eletto da poco cavaliere - partì per la Crociata. Grandi erano le loro ambizioni: «Da noi sarà assalita Damasco, conquistata Gerusalemme, liberato il regno di Soria»7; nella finale aspirazione di annettersi la corona imperiale. Ai primi di settembre del 1207, tuttavia, in una battaglia contro i Bulgari, Bonifacio rimase ucciso, e con lui il fedele cavaliere e cantore. Alla corte di Bonifacio soggiornò per qualche tempo un altro importante trovatore: Peire 8 Vidal . Grande viaggiatore, egli conobbe la Spagna, l'Ungheria, e molte isole del Mediterraneo. E, come gli altri cantori provenzali, ebbe come protettori - oltre al Marchese del Monferrato - Riccardo Cuor di Leone e Alfonso II di Castiglia. Di sua mano ci sono pervenute quarantotto canzoni, di cui tredici con musica. Fra queste. Quando un nobile uomo, è particolarmente suggestiva per il tema trattato - fortemente autobiografico - e il sottile gioco della melodia: 5 Su Bertran de Born vedasi: A. STIMMING, B. de B., sein Leben und seine. Werke, Halle, 1913; A. THOMAS, Poésies complètes de B. de B., Tolosa, 1971; S. STRONSKI, La légende amoureuse de B. de B., Parigi, 1914; C. APPEL, B. de B., Halle, 1931; L.E. KASTNER, Notes on the Poems of B. de B., in «The Modern Language Review», 1937. 6 «Al prode marchese, che mantiene pregio e gran valore, e sa nobilmente spendere e donare, e il suo gran pregio fa abbassare gli altri, verso Monferrato, canzonetta, ti mando: che le sue nobili imprese si distinguono da quelle degli altri, e può ben essere scelto come il migliore: egli è il fiore di tutti, a chiunque ciò spiaccia, ed è principio e fine di ogni bene. E se fosse così come voglio e dico, gli vedrei in capo una corona d'oro». 7 RAMBALDO DI VAQUEIRAS, Poesie, a cura di G. Cusimano, Ed. dell'Ateneo di Roma, Roma, 1956, p. 32. 8 Su Peire Vidal vedasi: K. BARTSCH, P.V.s Lieder, Berlin, 1857; J. ANGLADE, Les poésies de P.V., Parigi, 1913; F. TORRACA, P.V. in Italia, in «Studi di storia letteraria», Firenze, 1923; A. SMIRNOV, Contribution à l'elude de la vie provencale de P.V., in «Romania», 1928; E. HOEPFFNER, L'Espugno dans la vie et dans l'oeuvre du troubadour P.V., Parigi, 1946; P.V., Poesie, a cura di d'A. S. AVALLE, 2 voll., Milano, 1960; E. HOEPFFNER, Le troubadour P.V., sa vie et san oeuvre, Parigi, 1961. ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 6 BOLLETTINO DEL MARCHESATO Così recita il testo: Quando un nobile uomo cade in miseria da potente e ricco che era, non sa come sopportare la sua onta e cerca di nascondere la sua disgrazia; perciò è maggior mercede e più nobile dono soccorrere il povero vergognoso che tanti altri che chiedono fiducia. Ero ricco e felice, ma la mia signora mi ha fatto cadere in disgrazia perché mi è ostile, feroce e nemica. Essa sbaglia nell'avvilirmi in tal modo. Altro motivo non ha se non che le sono amante fedele: di ciò non mi perdona. Fin dall'inizio di questa canzone, la melodia ondeggia cautamente senza superare l'intervallo di terza. Mentre, a partire dalla seconda riga, il ritmo si sviluppa accennando ad un movimento di terzine che movimenta l'intero canto. Il percorso sillabico è poi quello classico, che si sposta lievemente secondo i piccoli intervalli delle semiminime, appoggiandosi qualche volta sulle veloci crome che si delineano quasi sempre in linea discensiva. Alla quinta riga è poi ipotizzato un si bemolle, che evoca, naturalmente, l'idea tonale di fa maggiore. Ma è più probabile che il modalismo di origine gregoriana di queste musiche non permetta nessuna definizione di dominante e tonica (V e I grado delle note do e fa). Nella sesta, è poi evidente un piccolo gruppetto di semicrome - quasi un abbellimento - sulla sillaba fai, microscopico arabesco che si scioglierà presto nella sdrucciolevole successione, 2 più 3 più 2, che si arresta sul do. Infine, nella settima riga, viene riconfermato, nella sua circolarità, il fondamentale tonalismo di do maggiore. Come altri trovatori venuti in Italia, anche Peirol era di nobile origine, ma povero. Egli visse per molti anni alla corte di Dalfi d'Alvergne, conte di Clermont e Monferrand, «finché il suo amore per la sorella di costui, la bella Sail de Claustra, non gli attirò le ire dello stesso Dalfì»9. Fu perciò allontanato, e ormai divenuto senza mezzi, per guadagnarsi da vivere, decise di fare il giullare. 9 C. CAPRIOLO, Peirol, voce del DEUMM, voi. V, UTET, Torino, 1988, p. 616 ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 7 BOLLETTINO DEL MARCHESATO Viaggiò per molti anni: a Vienna, presso Ercole III di Polignac, e in Italia, dove forse passò per la corte di Bonifacio. Infine, come Rambaldo, anche lui si recò in Terrasanta. Di questo curioso cantore ci sono pervenute 32 poesie, 17 musicate. Fra queste, alcune spiccano per una invenzione melodica particolarmente brillante come, per esempio, Anche se sono lontano: Anche se sono lontano e tra gente straniera, io continuo a penare per amore e penso di comporre un canto piacevole, bello e gentile perché esso sia gradito sopra ogni cosa, ed io non ne sia biasimato in alcun modo. Così, su questo testo di argomento classico - secondo gli schemi trovatorici - si dipana una linea melodica assai interessante. Dapprincipio una serie di semiminime ascendenti, dal fa iniziale al rè, dove un intervallo di terza maggiore, la-do, costituisce il ganglo fondamentale. Poi, appena delineata, una cinquina di crome che discende fino al si. La seconda strofa, invece, si apre con una improvvisa quartina di semicrome discendente, che, come un peso immaginario, equilibra la nuova fase ascendente dal sol al do, per ripropor-si appena dopo, identica, fino al riposo sul sol. La terza è più lenta, adagiandosi su una dolce cantilena di semiminime che, partendo dal si, dondola tra il rè alto e il la basso fino ad accendersi sulla quartina di semicrome finale. La quarta raggiunge forse il culmine dell'emozione, su un impianto di fa vagamente tonale, che si articola su piccoli tasselli melodici, ricamati dalle brevi note di un ottavo. Infine, le ultime tré non sono che una sapiente rielaborazione e variazione delle strofe precedenti, appena decorate da melisimi melodici, o riproposte fedelmente. Un'altra canzone di Peirol, Mi sono proposto di cantare, è esemplare nel suo andamento melodico, come esempio per tutta la casistica della musica trovatorica. Il suo andamento ondeggiante tra duine e terzine, rappresenta un topos inconfondibile della monodia tardo medievale: ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 8 BOLLETTINO DEL MARCHESATO Mi sono proposto di cantare e di essere gioioso finché ho speranza d'amare, ma ora non vedo ne sento alcun vantaggio, ne aspetto l'aiuto della mia donna: provo tale sconforto e angoscia che per poco non rifiuto ogni gioia. Qui, il materiale melodico è modellato secondo un procedimento estremamente coerente, nell'alternanza delicata di lente semiminime intercalate da duine e terzine di crome. Piccole scale ascendenti che presto ritornano discendenti (strofa I); più ampie escursioni intervallari, sempre sulla massima ampiezza della terza maggiore, si-re, che si frantumano al contatto delle veloci terzine di crome (strofa II); un accendersi di guizzanti arabeschi che consentono il rivelarsi di più grandi intervalli, una quinta giusta do-sol, nel bei mezzo della terza strofa; un riposare di note ribattute, o appena a scalare, che si muovono senza peso (strofa IV); e di nuovo, nelle tre strofe finali, la ripetizione delle prime idee melodiche, questa volta riprese uguali. Così, questi esempi, da Vidal e Peirol, vorrebbero indicare, come un simbolo, l'intero universo della monodia trovatorica. Altri autori, poi, soggiornarono alla corte monferrina. È il caso, per esempio, di Gaucelm Faidit10, che visse alla corte di Bonifacio per molti anni, e mai si occupò, nelle sue canzoni, di politica. Egli, insieme alla compagna Guglielma Monia, dopo aver abbandonato la sua Francia, e aver perduto ogni cosa al gioco, divenne un abile giullare, e trovò appunto in Bonifacio di Monferrato un benevolo protettore. E cantò non soltanto l'amore ma anche le crociate, ed ebbe come amico e protettore Riccardo Cuor di Leone, alla morte del quale scrisse quel famoso lamento diventato celebre con il titotlo Fort chausa oiatz. Poi, sempre alla corte di Bonifacio I, si segnalano la presenza di molti giullari o menestrelli, di cui c'è rimasto ancora il nome: Taurel, Peire della Mula, Nicolet, che divennero, più tardi, per un gioco curioso del destino, ricchi trovatori. Così le parti potevano mutare, e mentre i cantori maggiori accompagnati dai loro subordinati giullari potevano, a volte, andare in disgrazia, i giullari stessi divenivano i nuovi trovatori. 10 Su Gaucelm Faidit vedasi: A. TOBLER, Ein Minnesaenger der Provence, in «Neues Scweizerisches Museum», 1865; R. MAYER, Das Leben des Trobadors G.F., Diss., Heidelberg, 1876; J. MOUZAT e J. CHAILLEY, G.F., in MGG, Parigi, 1956; J. MOUZAT, Les poèmes de G.F., Parigi, 1965. ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 9 BOLLETTINO DEL MARCHESATO Assemblea Accademia Aleramica Altavilla Monferrato (AL) - Sabato 10 marzo 2007. Si è svolto, presso la Tenuta San Martino di Altavilla Monferrato, il tradizionale incontro conviviale dell’Accademia Aleramica, cui la nostra Associazione ha voluto aderire. Nel corso dell’incontro sono state presentate le attività in programma nel corrente anno, dedicando particolare attenzione al progetto dell’ Atlante della Marca Aleramica che presenterà il territorio di quello che è stato efficacemente definito da RAOUL MOLINARI come “l’altro Piemonte”. L’Atlante presenterà il territorio Aleramico in un quadro teso a valorizzare la storia dei luoghi e delle famiglie, i castelli, i santuari, l’ambiente ed i prodotti. È stato, inoltre, illustrato il programma annuale dei Mercatini Aleramici. All’incontro hanno presenziato numerosi esponenti della cultura, dell’imprenditoria e della politica regionale, tutti tesi ad evidenziare l’importanza della promozione del nostro territorio in un’ottica che unisca vocazione storica e turistica. Convegno Borgoratto nel medioevo Borgoratto Alessandrino - Sabato 17 marzo 2007. Si è tenuto nella suggestiva cornice della Parrocchia di Borgoratto il Convegno sul tema Borgoratto nel medioevo: Crociati e Pellegrini verso la Terrasanta. I lavori sono stati aperti dal Sindaco MAURIZIO LANZA che ha evidenziato come l’Amministrazione comunale desideri riservare attenzione ed energie per la valorizzazione della storia di un territorio situato, in epoca medievale, ai confini di potenti vicini. Le relazioni sono state tenute da CARLA MORUZZI BOLLOLI Borgoratto in epoca medievale, ROBERTO MAESTRI Monferrini alle crociate e GIUSEPPE LIGATO Le vie dei Crociati: pellegrini ed ordini militari; è seguito un dibattito animato da DINO ODDONE, riguardo ad alcuni aspetti delle vie di comunicazione esistenti sul territorio, e da ALDO SETTIA che ha esaminato le origini del toponimo Borgoratto. Il pubblico, particolarmente numeroso, ha dimostrato notevole interesse per i temi trattati. ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 10 BOLLETTINO DEL MARCHESATO Conferenza di Studio Scuole secondarie Alessandria - Lunedì 2 aprile 2007. Presso la Sala Convegni di Palazzo Guasco, in collaborazione con gli Assessorati Provinciali alla Cultura e all’Istruzione di Alessandria, si è tenuta la Conferenza di studio sul tema I Marchesi del Monferrato nel Medioevo, rivolta a Docenti della Scuola Secondaria di I grado. All’incontro hanno partecipato: Enrico Basso Il Monferrato nel Medioevo, Giuseppe Ligato I marchesi Aleramici e le Crociate, Roberto Maestri I marchesi Paleologi. Maria Paola Minetti ha presentato il sussidio didattico I marchesi del Monferrato nel Medioevo Laboratorio di approfondimento. Al termine della presentazione è seguito un dibattito animato da Walter Haberstumpf, Raoul Molinari e Giancarlo Patrucco. Il sussidio didattico è scaricabile liberamente dal ns. sito internet, nella sezione Pubblicazioni. I Trovatori e l’Amor Cortese Niella Tanaro (CN) - Sabato 28 aprile 2007. Dopo la felice riuscita dell’incontro organizzato lo scorso anno, il Cenacolo Casa Camilla ha organizzato una Conversazione sul tema I Trovatori e l’Amor Cortese. Il dott. VITTORIO CAMILLA ha introdotto gli ospiti e ricordato le numerose iniziative promosse dal Cenacolo; è seguito un intervento di RAOUL MOLINARI, dedicato ad una sempre più ampia visione del territorio del basso Piemonte e della promozione culturale effettuata dalla Accademia Aleramica in collaborazione con la nostra Associazione. ROBERTO MAESTRI ha svolto una relazione sul tema Bonifacio di Monferrato, amor cortese e potere militare: grazie al sostegno della Banca Credito Cooperativo di Pianfei e Rocca de’ Baldi il testo dell’intervento sarà pubblicato e divulgato in ambito non solamente cuneese. La manifestazione è stata, simpaticamente, organizzata all’aperto alla presenza di un interessatissimo pubblico che al termine dell’incontro ha posto numerosi quesiti ai relatori. Monferrato e Ambiente Pubblichiamo un intervento del ns. Associato CLAUDIO MARTINOTTI, Presidente del Gruppo Gevam Onlus e del Centro Formazione Ambientale Monferrato, volto a stimolare un crescente impegno della Società Civile nei confronti delle tematiche ambientali. ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 11 BOLLETTINO DEL MARCHESATO Ambiente, storia ed identità di una comunità e di un territorio. La Storia acquisirà un ruolo sempre più importante nella politica sociale. Un ambientalista che io stimo molto, qualche tempo fa, scrisse un testo memorabile, nel quale cercava di capire i motivi della notevole differenza di comportamento di alcune comunità locali rispetto ad altre quando sono minacciate da opere ed insediamenti ad alto impatto ambientale, prendendo a riferimento il “popolo” della Val Susa, che stupendo tutto il mondo ha opposto una caparbia resistenza alla TAV mantenendo un’unità di intenti ed una perseveranza ammirevoli. La sola attribuzione della Sindrome Nimby (non nel mio giardino) non è sufficiente a spiegare un simile fenomeno sociale e politico che ha fatto scuola, divenendo capostipite di altri movimenti simili, coordinandosi tra loro. Pur non avendo probabilmente studiato Psicologia Ambientale, l’ambientalista intuì un motivo di fondo che è causa di tali differenze: l’alterazione eccessiva del territorio distorce l’identificazione ed interazione con esso da parte della comunità insediata, a partire dalle persone più sensibili e vulnerabili, mettendo in moto processi di disaffezione e distacco (meccanismi di difesa psicologica). Se in pochi decenni un territorio viene devastato, completamente alterato nella sua bellezza esteriore fino ad allora percepita ed interiorizzata, costruendo come è avvenuto in molte parti d’Italia una sequela interminabile di capannoni, opere pubbliche, ipermercati, insediamenti ludici, infrastrutture viabili, ecc., quella che viene comunemente definita “cementificazione” del territorio, che nel nostro Paese è tra le più elevate al mondo come indici di sviluppo, allora la popolazione locale perde la sua identità territoriale e comunitaria, non si riconosce ed identifica più con l’ambiente che l’ha accolta alla nascita e nel quale ha trascorso in particolare l’infanzia, ed il resto della vita, alimentando un perverso e degenerativo circuito psicologico di smarrimento, solitudine, frammentazione, squilibrio, alienazione, disperazione, ecc., che spesso trova effimera compensazione nel consumismo compulsivo e nel disimpegno sociale, nell’isolamento tra le mura domestiche o nella fuga verso le seconde case e luoghi di vacanza esotici. E non voglio soffermarmi sulle conseguenze sanitarie, perché il discorso diverrebbe troppo complesso e si dilungherebbe troppo … I valsusini questa identità territoriale, nonostante tutto l’hanno saputa almeno parzialmente conservare, e soprattutto hanno conservato il senso della misura, non rinunciando a contestare il limite della saturazione, quando viene raggiunto. Nel corso della mia esperienza ho avuto modo di interloquire con tutte le parti in causa di simili “conflitti” (compresi i politici) e riuscendo a ragionare con loro, in decine di occasioni ho potuto riscontrare la verità di quanto sopra asserito; loro stessi dopo averci pensato a lungo, mi hanno confermato che la “diagnosi” era indovinata: c’era disimpegno sociale verso l’ambiente perché il territorio non aveva più le valenze naturali del passato, era reso irriconoscibile dalle troppe “ferite” inferte dall’antropizzazione eccessiva … A volte si può cogliere un particolare fenomeno, ad ulteriore conferma di questa “teoria”: soprattutto nel Sud d’Italia ci sono territori intensamente antropizzati (cementificati) in zone che in precedenza erano di notevole bellezza naturale, ebbene, in essi si riscontra uno stato di degrado assoluto all’esterno delle case, rifiuti ovunque, mancanza di manutenzione, senso di abbandono ed incuria, ecc., poi quando si ha occasione di entrare nelle case private si rimane stupiti dalla loro bellezza, curate in tutti i dettagli, accoglienti, ricche di testimonianze di vita vissuta e di tracce della storia locale, ecc.. Emblematico di un rifugiarsi nel proprio guscio protettivo come ultima risorsa rispetto ad un ambiente ormai dato per perso, estraniante, nel quale non ci si identifica più e col quale non si vuole più interagire in alcun modo … Nel Monferrato abbiamo la fortuna di disporre di un territorio generalmente ancora piuttosto integro, seppur vi siano in corso processi di alterazione, che hanno ampiamente giustificato la creazione dell’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l'Astigiano ed altri analoghi, che costituiscono un segnale positivo in quanto rivelano che il processo di disaffezione sociale verso il ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 12 BOLLETTINO DEL MARCHESATO proprio territorio, da noi è ancora marginale, e si può recuperare l’identificazione della comunità con il proprio territorio. Occorre, a mio avviso, promuovere una maggiore conoscenza anche della nostra storia (il Monferrato è stato uno Nazione per oltre sette secoli), che potrebbe fornire un ulteriore motivo di identità e fierezza, creando una sinergia tra la storia, l’ambiente ed il turismo, tra coloro che si occupano di storia, coloro che si occupano di ambiente, coloro che si occupano di turismo di nicchia, in modo qualificato. Una maggiore conoscenza delle proprie radici storiche produce anche una maggiore attenzione ed identificazione con il proprio territorio, acuendo la sensibilità ed il rispetto verso si esso, interpretandolo anche nelle sue valenze culturali … Ed anche in questo siamo fortunati in quanto disponiamo di più che qualificati storici ed ambientalisti “monferrini”, alcuni anche di prestigio nazionale ed internazionale; si tratta solo di trovare il modo di farli lavorare insieme su progetti comuni. I motivi ed i presupposti di una simile proposta credo siano stati esplicitati nelle premesse. Ed è il motivo che ha condotto a collaborare intensamente il Gruppo Gevam Onlus (Guardie Ecozoofile Volontarie Associazione del Mediterraneo, Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale http://www.gevam.it), in particolare tramite il suo settore formativo costituito dal Centro di Formazione Ambientale “Monferrato” (http://www.cfa-monferrato.it) con il Circolo Culturale "Marchesi del Monferrato", fino a sottoscrivere un protocollo di collaborazione e partnership. Ovviamente a questa sinergia dovrebbero partecipare anche i politici, che dovrebbero compiere un salto di qualità, smettendo di decidere sempre e solo dall’alto delle loro posizioni, senza un profonda conoscenza delle esigenze della popolazione e del territorio, consultandosi sempre solo a livello ristretto tra oligarchi, portaborse e lobbisti, accontentando clientele e nepotismo … una vecchia concezione partitocratica della politica che dovrebbe cessare, per lasciar posto alla Democrazia Partecipata, cioè coinvolgendo maggiormente e la Società Civile nei processi decisionali. Nello specifico argomento trattato, dovrebbero consultarsi con storici ed ambientalisti qualificati, prima di continuare ad aggredire e deturpare un territorio ed una comunità locale. La vera identità di un territorio, a mio avviso, si manifesta prevalentemente tramite la Società Civile del luogo, si forma cioè una specie di identità collettiva, o meglio “comunitaria”, che può essere colta solo da una sua profonda conoscenza e frequentazione e dallo studio della Storia, e che fisicamente lascia delle tracce peculiari, generazione dopo generazione sul territorio stesso, sia a livello materiale che immateriale (simbolismi e cultura …). Il problema è che queste tracce sono spesso confuse in quanto si sono sovrapposte (soprattutto negli ultimi decenni) ingerenze esterne pesanti che hanno poco a che fare con la Società Civile, ma derivano dalla gestione del potere materiale, politico ed economico ma soprattutto finanziario, che è scollato dalla Società Civile, anzi spesso non la considera proprio, come non esistesse, applicando quindi una politica di tipo impositivo e vessatorio, nel migliore e più evoluti dei casi addolcita da marketing di tipo sociale, mistificazione, disinformazione, e qualche effimero “contentino compensativo”. In sintesi chi gestiva il potere interveniva in un territorio facendo tutto quello che rientrava nei suoi piani di investimento, raccontando alla Società Civile che era necessario per non frenare l’inarrestabile avanzata del progresso, senza minimamente preoccuparsi della Storia della Comunità locale e del luogo (Genius Loci). Ho usato il passato perché negli ultimi anni la Società Civile ha reagito in maniera sempre più organizzata, coordinata ed eclatante, rendendo sempre più difficile per i poteri forti fare i comodi loro, ed ecco che allora subentra il marketing ed intervengono gli esperti di comunicazione per cercare di mistificare meglio e mediare (aumentando inevitabilmente i costi previsti per conseguire l’obiettivo, che comunque saranno recuperati sempre a carico della collettività). Soprattutto i poteri forti hanno dovuto coinvolgere maggiormente i governi nazionali e locali nei loro piani di investimento, coniugando sempre più il business con la politica, attribuendo loro ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 13 BOLLETTINO DEL MARCHESATO dei ruoli di apparente valorizzazione, in modo da motivarli verso l’obiettivo comune, sempre ovviamente nell’interesse collettivo ... Del resto non si possono biasimare coloro che si sono finora prestati in buona fede a questi giochi (escludendo quindi i casi di corruzione, e non sono pochi), perché manca loro la consapevolezza e la lungimiranza, che può derivare solo dalla cultura. Se una persona che è al potere non conosce la Storia, come può avere rispetto vero e profondo per il luogo dove vive o dove intende intervenire? Penserà veramente che solo trasformandolo in una serie infinita di capannoni potrà garantirne un futuro prospero. Ecco perché sorgono così tanti Osservatori per il Paesaggio, perché non ci deve opporre solo al grosso e pericoloso insediamento come potrebbe essere l’inceneritore di rifiuti o la megadiscarica, ma non si deve neppure subire una massiccia trasformazione del territorio, come è avvenuto per tante aree italiane, dove a pascoli, boschi ed aree umide (zone di esondazione fluviale), si sono sostituiti migliaia di capannoni industriali e commerciali ai lati dell’unica strada di accesso, che pertanto non si può neppure allargare e quindi si intasa facilmente esasperando gli automobilisti per i lunghi tempi di percorrenza ed elevando gravemente l’inquinamento atmosferico ed acustico. La perdita di identità di un luogo e di conseguenza della sua comunità per le ingerenze sopra descritte si tramuta sempre in una grave e spesso irreversibile perdita nella qualità della vita, cui le varie forme di compensazione consumistica cui si ricorre, fino alla compulsione ossessiva, non potranno porre rimedio ma solo parzialmente lenire i sintomi di disagio, per cui si perverrà inevitabilmente a malesseri psicologici, psicosomatici e sociali sempre più gravi, che porteranno la comunità alla disgregazione, disperdendo i suoi valori, le sue risorse e le sue potenziali, annullandone le prospettive. Un altro pericolo in corso è quello della sottrazione dei valori immateriali, cioè quelli simbolici, che in quanto tali non sono assolutamente da sottovalutare. Anzi. Come per un’azienda di successo ed ormai consolidata il suo marchio ha un valore particolare, commerciale ma anche monetario, ed a volte diventa oggetto di compravendita e per cifre astronomiche, così per un territorio il suo nome o meglio il suo MARCHIO, se conosciuto per motivi legati alla Storia, alla Leggenda, ed alle peculiarità del suo paesaggio, per gli ecosistemi presenti, per il suo fascino, ecc., acquisisce un valore enorme e quindi diventa motivo di appetibilità per il business che ne può derivare. Ed allora, come si può comprare un marchio aziendale, si potrebbe cercare di comprare un marchio territoriale, solo che siccome non lo si può comprare all’asta, come un’opera d’arte, allora si cercherà di sottrarlo in maniera più insidiosa, strategica, subdola, abusandone. Come avviene per i nostri prodotti tipici che all’estero sono imitati, contraffatti e venduti come fossero originali, così potrebbe avvenire per un marchio territoriale. Se la nostra civiltà fosse fondata sulla Cultura del Rispetto, non occorrerebbe né il marketing sociale e neppure gli esperti di comunicazione per cercare di utilizzare un marchio territoriale. Occorrerebbe solo la trasparenza propositiva. Quando invece si ricorre all’opacità, quando si rendono note le cose solo quando sono fatte o poco prima, quando vengono imposte dall’alto, ecc., allora si è fatta una scelta diversa che non ha nulla a che vedere con il rispetto ed il riconoscimento della Società Civile come interlocutore primario ed essenziale, e quindi diventa inevitabilmente una contrapposizione che prima o poi si delineerà in tutta la sua dimensione, ed allora vedremo se coi soldi si potrà comprare il consenso della Società Civile … Di solito chi ricorre a queste forme di appropriazione indebita di un marchio territoriale si riferisce spesso all’esigenza di “pensare in termini di territorio”, accusando gli “indigeni” di campanilismo se non condividono questo precetto. In realtà si tratta semmai di “LOCALISMO” e non campanilismo, ma questi non sono limiti culturali della Società Civile, ma semmai di chi compie la speculazione. Ma il punto sostanziale e paradossale è che ad invitare a pensare in termini territoriali è proprio colui o coloro che il territorio non lo posseggono, in quanto estranei ad esso culturalmente e storicamente, ed invitano a tale “profondità di pensiero” proprio coloro che già vi sono insediati, che al territorio appartengono e ne hanno fatto la storia. Ed ecco che allora assumono ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 14 BOLLETTINO DEL MARCHESATO pieno diritto ad intervenire coloro che autorevolmente e su “delega” della Società Civile conoscono la Storia ed il territorio: gli storici e gli ambientalisti qualificati. Costituzione Club Unesco Alessandria Mercoledì 21 marzo, alle ore 18.00 si è svolta, presso la sala riunioni della Prefettura di Alessandria, la riunione costitutiva del Club Unesco di Alessandria. Come previsto, si è proceduto alla firma dell'Atto Costitutivo e dello Statuto del Club. La nostra Associazione ha aderito al Club Unesco in qualità di Socio Fondatore; maggiori informazioni sulle iniziative del Club Unesco possono essere ricavate visitando il sito Internet www.clubunesco.al.it Chivasso e Castagneto: venti secoli di storia Sabato 24 marzo si è tenuta, presso lil Palazzo Einaudi a Chivasso, la presentazione del volume Chivasso e Castagneto – Venti Secoli di Storia a cura di Vincenzo Borasi, Camillo Vaj e Fabrizio Spegis. L’incontro è stato moderato dall’Assessore alla Cultura Alessandro Germani ed ha visto gli interventi del Sindaco, Bruno Matola, di Gian Savino Pene Vidari, Roberto Gambino e Roberto Maestri. Giuseppe Ligato, due nuovi studi Il nostro Associato Giuseppe Ligato ha recentemente pubblicato due nuovi studi di cui diamo notizia: La cattura di Guido di Lusignano e della reliquia della Vera Croce ad Hattin, in Studi Ecumenici, anno XXIV – n.4, Venezia 2006, pp. 523-561. Memorie storico-epiche della guerra santa e della crociata lungo la Via Francigena fra il Po e il Ticino, in Atti della Giornata di Studio Epica Storia, Arte, Mortara 2006, pp. 12-22. Ci rallegriamo con l’Autore, sempre estremamente attivo e recentemente più volte impegnato in attività promosse dalla ns. Associazione. Società Savonese di Storia Patria Abbiamo ricevuto da parte della Società Savonese di Storia Patria il nuovo volume Atti e Memorie nuova serie – vol. XLIII. All’interno del volume sono pubblicati i saggi di: ELEONORA SALOMONE GAGGERO, I Liguri fra Cartagine e Roma nel conflitto annibalico; ANGELO NICOLINI, Le prime navi inglesi a Savona alla fine del Quattrocento; FURIO CICILIOT – MASSIMILIANO MACCONI, Il quinto centenario della morte di Cristoforo Colombo; LUCA BECCHIETTI, Appunti di sfragistica pontificia savonese. I sigilli del Papa Sisto IV conservati presso l’Archivio segreto Vaticano; SANTINO MAMMOLA, Una residenza cinquecentesca nel cuore di Finalborgo: palazzo Ricci – Massa; GIAN LUIGI BRUZZONE, La chiesa e il convento di santa Croce in Savona; FRANCO NOBERASCO, Per una storia dei ceti albenganesi: la nobile famiglia feudale dei Carlo (secoli XII-XIV); PAOLO CALCAGNO, Ricchezza, autorità, successo: per un profilo dei gruppi dirigenti nelle comunità periferiche di antico regime; GIOVANNI ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 15 BOLLETTINO DEL MARCHESATO GALLOTTI, Racconti di capitani e marinai liguri tra Seicento e Settecento; GIUSEPPE PIPINO, Imprenditoria mineraria genovese nella seconda metà del Settecento; MASSIMO VIOLA, Tommaso Torteroli, erudito savonese del XIX secolo; MARCELLO PENNER, Dall’usina Tardy al grande stabilimento Tardy e Benech (1860-1892); SILVIA BOTTARO, Giuseppe Bozzano: una “voce” isolata nel panorama dell’arte ligure del sec. XIX ancora da approfondire e conoscere meglio; ANTONIO MARTINO, Fuoriusciti e confinati dopo l’espatrio clandestino di Filippo Turati nelle carte della R. Questura di Savona. Ulteriori informazioni visitando il sito internet della Società all’indirizzo www.storiapatriasavona.it Adesioni Recentemente abbiamo avuto il piacere di ricevere la disponibilità del prof. CARLO CARAMELLINO, della professoressa ALICE BLYTHE RAVIOLA, della dottoressa PILAR ARGENTER di Maiorca e del dott. MASSIMO IARETTI a collaborare con le attività del nostro Circolo. Questo numero del Bollettino viene trasmesso in automatico a 465 indirizzi e-mail presenti nella nostra banca dati ed alle liste di distribuzione: BYZANS-L della Università del Missouri e H-ITALY della Michigan University; chi lo ricevesse, ma non fosse interessato potrà richiedere la cancellazione del suo nominativo inviandoci una e-mail; coloro che ritenessero interessante questo nostro lavoro ed avessero piacere che venisse inviato anche ad altre persone o Enti di loro conoscenza potranno segnalarcelo con un messaggio di posta elettronica. Come precisato nello Statuto Sociale, il Circolo non ha finalità di lucro, ma ha comunque l'esigenza di autofinanziare le proprie attività. A tale scopo saranno graditi contributi da parte di Enti, Associazioni e singoli Privati che provvederemo a ringraziare attraverso le pagine del ns. Bollettino. I contributi possono essere versati sul ns. conto corrente intestato a “Circolo Culturale I Marchesi del Monferrato” presso la Cassa di Risparmio di Alessandria - Agenzia G di Alessandria - ABI 06075 - CAB 10407 - c/c 13426/2 ANNO IV – n° 15 – Maggio 2007 16