descrizione della dinamica

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descrizione della dinamica
COSA COMPIE LO SIRITO SANTO per la Grazia del Sacramento del Matrimonio
LO SPIRITO SANTO PERSONA VERSO - PERSONA PER - PERSONA CON
Materiali a disposizione di ogni gruppo
Candela costituita di tre pezzi di cera distinti fra loro.
- Un pezzo di colore bianco con lo stoppino, che rappresenta lo Spirito Santo
ricevuto il giorno delle Nozze. Dei tre pezzi è l’unico profumato.
- Un pezzo di colore azzurro che rappresenta il maschile.
- Un pezzo di colore rosa che rappresenta il femminile
- Contenitore in vetro, simbolo della celebrazione del Sacramento delle Nozze.
PRESENTAZIONE DELLA DINAMICA
La dinamica inizia con i pezzi di cera rosa ed azzurro.
Si spiega che i due colori rappresentano il maschile ed il femminile e si compongono
i due pezzi in vari modi rappresentando quali tipi di relazione ci possono essere tra gli
sposi.
Durante questo primo momento il contenitore in vetro e il pezzo di cera bianco con lo
stoppino che rappresenta lo Spirito Santo non sono presenti sul tavolo
SVOLGIMENTO DELLA DINAMICA
“Stiamo bene assieme, bastiamo a noi stessi”
I due triangoli “maschile” e “femminile” possono vivere tipi di relazione diversi.
Possono stare uno accanto all’altro ma non sono una carne sola, sono semplicemente
accostati e rimangono “separabili”. Il modo più sicuro di stare l’uno accanto all’altra
è quello di “autosostenersi” poggiando su se stessi, è uno stare assieme senza
“dipendere” veramente l’uno dall’altro.
Foto 1
In questo tipo di relazione si intravvede l’immagine e somiglianza con Dio Trinità
(costituiscono un triangolo che richiama la Trinità) ma si tratta di un “accostamento”
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di vite senza che questo diventi l’essere “l’una caro” (carne sola) alla quale la coppia
di sposi è chiamata. E’ la coppia che dice “siamo una bella coppia”, “stiamo bene
insieme”, “ci completiamo a vicenda”, “bastiamo a noi stessi”, “non ci serve altro”.
E’ la coppia in cui ciascuno poggia sulle proprie gambe e si sostiene con le proprie
forze ma è ferma, statica, vive di sentimento che è in se stesso statico. Inizialmente ci
fa stare bene , ci fa sentire euforici, appagati, ma quando il “sentimento” se ne va ci
sembra che tutto svanisca. Al contrario, l’amore vero è dinamismo, è correre verso
l’altro/a, è perdersi per ritrovare se stessi nell’altro/a.
“Due vite parallele”
Due vite “parallele” dove si vive sotto lo stesso tetto per interessi comuni ma in realtà
ogni uno si fa gli affari suoi. E’ una sorta di “voltarci le spalle” pur rimanendo
assieme perché “ci conviene”, perché ci sono i figli, perché gli/le “abbiamo voluto
bene”, perché “chissà cosa dirà la gente”, perché “speriamo che le cose si possano
risolvere”…
Foto 2
Nella parte vuota di questa immagine si intravede ancora l’immagine-somiglianza
con Dio Trinità, ma ci vuole più fantasia, è meno chiara… E’ un vuoto che chiama
una Presenza, è il segno di una incompiutezza.
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“Dipendiamo uno dall’altro, c’è in noi sete di infinito..”
Foto 3
Potremmo ancora mostrare una relazione in cui ciascuno dei due non è
“autosufficiente”, dipende dall’altro, ma l’equilibrio che ne nasce è un equilibrio che
potremmo definire “instabile”.
Mi appoggio all’altro il minimo indispensabile, tanto so che più di tanto non può
darmi… Anche in questo caso si intravede l’immagine e somiglianza nel vuoto che i
due triangoli costituiscono. E’ importante evidenziare che il “vuoto” che rimane, sia
nell’immagine precedente che in questa, è un “vuoto” denso di significato. Esso
“chiama” (è una vocazione), invoca una “Presenza” della quale si sperimenta
l’assenza, è “nostalgia” di Dio, è la sete di “infinito”, è segno del desiderio ardente di
Dio di stare con gli sposi. Le Nozze umane parlano di Nozze Eterne…
Mostrando questa immagine potremmo spingerla leggermente per farla cadere
proprio a sottolinearne la precarietà della relazione.
“Sottometto l’altro”
Ci possono essere relazioni anche di “predominanza” di uno sull’altro. In questo caso
l’immagine e somiglianza con Dio è distorta al punto da non essere facilmente
riconoscibile.
“Viviamo sicuramente nell’epoca di una grande tentazione… In che cosa consiste
questa tentazione? Nel mettere al posto dell’Amore vero qualcosa di diverso e di
chiamarlo ugualmente amore” (GPII Cracovia 22-02-1971) e quando uno prevale
sull’altro non si può parlare di amore… In uno, o in entrambi gli sposi, prevale il
desiderio di possedere: è la concupiscenza, il bramare una cosa che, buona in sé,
sfiorisce tra le mie mani e non mi rimanda più a Dio.
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Foto 4
Foto 5
Nella vita di coppia è possibile passare da una situazione all’altra, da un poggiare
vicendevolmente l’uno sull’altro, all’allontanarsi pur rimanendo insieme (foto 2)
oppure, fino a voler schiacciare l’altro/a ma…
“Con il Sacramento delle Nozze è donato lo Spirito per una Pienezza di Vita”
Foto 6
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A questo punto si mette sul tavolo il contenitore in vetro con la candela bianca e si
spiega l’analogia: il contenitore è il Sacramento delle Nozze mentre la candela
bianca con lo stoppino è simbolo dello Spirito Santo ricevuto.
Lo Spirito Santo donato il giorno delle Nozze rende stabile l’unione (si compone la
candela) in un progetto concreto (il contenitore di vetro). E’ un vetro trasparente
perché la vita degli sposi non va vissuta nell’intimità del rapporto “io-tu-figli”,
“stiamo bene assieme e gli altri non ci interessano”, ma deve poter illuminare la
comunità: Dio illumina e ama il suo popolo attraverso l’Amore degli sposi.
Foto 7
Gli sposi non poggiano più su se stessi, non “confidano” in se stessi, ma il loro punto
di appoggio è lo Spirito Santo, quello Spirito che li rende capaci di amare come Gesù
ama la Chiesa. (Cfr F.C. n° 13)
Lo Spirito donato non è semplicemente il “supporto” alla loro “precarietà”, come una
“aggiunta”, un dono estrinseco. In realtà essa simboleggia una pienezza “chiamata”
dal vuoto: è un dono intrinseco, poiché nell’uomo-donna c’è già lo “spazio” di e per
Dio.
Il giorno delle Nozze lo Spirito è donato e la vita degli sposi è di fatto innestata in
Cristo per lo Spirito e nello Spirito.
E’ necessario avere la coscienza che questo dono ricevuto da tutti gli sposi che hanno
celebrato il Sacramento delle Nozze può rimanere “incompiuto”. Infatti, se la fiamma
della candela non si accende le tre realtà che compongono la vita di coppia
rimangono una vicina all’altra senza generare “l’una caro” nello Spirito. E’ mostrata
la realtà di ogni Sacramento che, se non è accompagnato dal “Si” libero e continuato
dell’uomo, in questo caso dell’uomo e della donna, rimane dono per così dire
“incompiuto” anche se reale.
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“La teologia cattolica conosce l'idea di sacramento valido e lecito, ma "legato". Un
sacramento si dice legato" se il suo frutto rimane vincolato, non usufruito, per
mancanza di certe condizioni che ne impediscono l'efficacia.
I sacramenti non sono riti magici che agiscono meccanicamente, all'insaputa
dell'uomo, o prescindendo da ogni sua collaborazione. La loro efficacia è frutto di
una sinergia, o collaborazione, tra l'onnipotenza divina (in concreto: la grazia di
Cristo o lo Spirito Santo) e la libertà umana, perché ha detto S. Agostino: "Chi ti ha
creato senza il tuo concorso, non ti salva senza la tua collaborazione" (Sermo 169,11;
PL 38,923).
Ancora più precisamente, il frutto del sacramento dipende tutto dalla grazia divina;
solo che questa grazia divina non agisce senza il "sì', cioè il consenso e l'apporto della
creatura, che è più una “condizione senza la quale” (conditio sine qua non) che una
con-causa. Dio si comporta come lo sposo che non impone il suo amore per forza, ma
attende il "sì" libero della sposa.” (Padre Raniero Cantalamessa – Milano 8.2.1981 )
Si accende la candela
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Nel momento in cui si accende la candela, (che è atto libero degli sposi o di almeno
uno dei due) ecco che le tre realtà iniziano a fondersi assieme. I due coniugi
diventano una carne sola nello Spirito Santo per giungere a pienezza di vita.
Durante la dinamica, mentre la candela brucia, si mette in luce in modo particolare
l’azione dello Spirito Santo che è Persona “verso” (ék-stasis), Persona “per”
(kènosis), Persona “con” (symphonia).
LO SPIRITO SANTO PERSONA “VERSO” – ék-stasis
Come Persona-amorevolezza del Padre e del Figlio, lo Spirito Santo è Persona
“verso” Persona-Amore, Persona-dono”. Pertanto lo Spirito Santo agisce negli sposi
conducendoli l’uno verso l’altro facendoli diventare “persona-amore”, “persona –
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dono”. Evidentemente è necessario che gli sposi “credano” allo Spirito che agisce in
loro e lo “autorizzino” a compiere questa trasformazione in loro. Nella dinamica,
l’azione di accendere la candela significa il nostro “si”, la nostra autorizzazione ad
agire. E’ importante far notare che la sorgente del calore è lo Spirito che inizia a
sciogliere la dimensione maschile e femminile per condurli l’uno verso l’altro.
Rimane il fatto che gli sposi sono liberi di spegnere la candela in ogni momento (far
spegnere la candela ad uno sposo, ad una sposa, a tutti e due) interrompendo
l’azione dello Spirito in loro, ma può essere sempre riaccesa anche da uno dei due.
Sottolineare che le cere sciogliendosi iniziano ad andare una verso l’altra
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- Lode a te, Spirito Santo, che ci hai condotti, fin dal fidanzamento, l’uno verso
l’altro.
- Lode a te, Spirito Santo, che fai crescere in noi il desiderio di donarci l’uno
all’altro.
- Lode a te, Spirito Santo, che mi spingi oltre il calcolo delle mie convenienze e
mi fai dono d’amore per lei/lui.
- Lode a te, Spirito Santo, quando vedo negli occhi di lui/lei che l’amore è così
vero che non chiede nulla in cambio.
- Lode a te, Spirito Santo, quando hai sciolto la durezza del mio cuore quella
volta in cui mi sono chiuso in me stesso.
- Lode a te, Spirito Santo, quando fai sentire la Tua forza che mi spinge oltre il
mio “non ce la faccio più” e mi sprona a continuare a donarmi.
- Lode a te, Spirito Santo, quando abbatti con la Tua potenza il muro di
separazione che ho eretto a “difesa” dell’amore che lei/lui desidera donarmi e
trovo in Te la semplicità di lasciarmi abbracciare.
- Lode a te, Spirito Santo, che ci rimetti in movimento l’uno verso l’altro dopo
che “le mille cose da fare” ci hanno centrifugato agli “opposti”.
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LO SPIRITO SANTO PERSONA “PER” - kènosis
La natura estatica dello Spirito dice come si sia persona solo quando si va al di là di
se stessi e ci si dona all’altro. E’ così che l’èk-stasis dello Spirito è al tempo stesso la
sua kènosis. Nel grembo della Trinità, lo Spirito è persona “per”: un “esistere che si
trascende abbassandosi”. Lo Spirito è Colui che rimane nascosto e continua a vivere a
servizio della relazione Padre-Figlio ma anche della relazione Nuziale uomo-donna.
Lo Spirito guida gli sposi e tutta la famiglia verso il perdersi per ritrovarsi.
Guardando alla candela che brucia si vedranno le cere pian piano perdersi l’una
nell’altra per l’azione dello Spirito; è il perdersi nell’altro/a. per ritrovarsi ancora più
belli. Anche in questo secondo momento rimane la possibilità di spegnere la
candela…
Soffiare sulla cera per solidificarla
ma il dividersi diventa frattura, ferita…
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Si toglie la candela dal contenitore e si “strappano” la realtà maschile e femminile
Si ricompone le candela e si riaccende la fiamma
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Si può ricomporre la candela “ferita” e si vedrà che, riaccendendola, il fuoco dello
Spirito sanerà quella ferita riconducendo ancora una volta gli sposi a farsi dono
reciproco. Quando manca il fuoco dello Spirito il cuore degli sposi si “indurisce”
bloccando il processo di comunione delle due vite nello Spirito.
- Lode a te, Spirito Santo, quando la tua luce mi fa capire che perdere è l’unico
modo per ritrovarmi in lui/lei.
- Lode a te, Spirito Santo, quando mi hai aiutato a mettere da parte le mie
convinzioni, le mie ragioni per far posto a lui/lei.
- Lode a te, Spirito Santo, quando, anziché pretendere di imporre le nostre idee
ai figli, ci insegni ad ascoltarli e scopriamo che Tu ci parli attraverso di loro.
- Lode a te, Spirito Santo, quando mi hai dato la forza di allargare le braccia
sulla croce del tradimento di lui/lei e mi hai dato la forza del perdono come ha
fatto Gesù sulla croce.
- Lode a te, Spirito Santo, che in un mondo in cui è più forte chi “vince”, ancora
ci conduci a “perdere” per crescere in un amore più grande.
- Lode a te, Spirito Santo, per quella volta che ho rinunciato alla carriera
lavorativa per stare più tempo con la mia famiglia.
- Lode a te, Spirito Santo, per quella volta che, con le lacrime agli occhi, ci
siamo donati il perdono e Tu hai sanato quella ferita che avevamo nel cuore.
LO SPIRITO SANTO PERSONA “CON” – symphonia
In relazione alle prime due persone, lo Spirito Santo è Persona “con” (symphonia):
amore, condivisione, nel rispetto della differenza e nella valorizzazione della
distinzione. Grazie allo Spirito “Uno” e “Tre” si identificano in Dio: ogni persona è
se stessa, ma la comunione tra le due prime Persone nella terza è tale da poter
affermare un unico Dio. Nella Trinità, la differenza non è contrapposizione, ma
origine e fondamento dell’amore di dono, di accoglienza, di condivisione.
Lo Spirito attua lo stesso modo di agire negli sposi e nella famiglia cristiana per la
Grazia del Sacramento ricevuto il giorno delle Nozze. Lo Spirito, infatti, non agisce
nella coppia per annullare le differenze creando dualismo e contrapposizione, ma
genera quella comunione di amore che valorizza la bellezza di ciascuno facendo della
diversità un vero dono di compiutezza per l’altro/a. Guardando alla candela che
brucia, si vedranno le cere fondersi una con l’altra creando un’armonia di colori
aventi una bellezza propria senza cancellare la presenza dei singoli. Perfetta unità e
distinzione.
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- Lode a te, Spirito Santo, quando ci spingi oltre le contrapposizioni e ci fai
cogliere la bellezza della diversità che ci completa e porta a pienezza la nostra
vita.
- Lode a te, Spirito Santo, quando susciti nel mio cuore un desiderio di unità così
forte da desiderare fino in fondo la piena libertà dell’altro/a e tra noi possa
esserci solo amore vero.
- Lode a te, Spirito Santo, quando gioisco pienamente dei complimenti fatti al
mio marito/moglie e la sua realizzazione la sento la mia realizzazione.
- Lode a te, Spirito Santo, perché hai dato a lei quella sensibilità ed attenzione
che completano stupendamente la mia vita.
- Lode a te, Spirito Santo, per la sicurezza che mi dona l’uomo che mi hai messo
accanto… Con lui mi sento più forte.
- Lode a te, Spirito Santo, quando Lui/lei è lontano/a fisicamente da me ma lo/la
sento parte di me fino in fondo.
“Presenza-azione riconoscibile dall’effetto”
Mano a mano che la candela brucia si potrà vedere come quei tre elementi che la
compongono vanno a saldarsi tra di loro segno dell’indissolubilità del matrimonio
che abbiamo celebrato.
E’ interessante notare che, guardando la candela dall’alto prima di accenderla, quasi
non si nota la presenza dello Spirito; l’unica differenza è la presenza dello
“stoppino”. Guardando dall’alto si vedono due rettangoli rosa e azzurro come si
vedeva nella prime “relazioni uomo-donna” descritte all’inizio della dinamica. Agli
occhi del mondo (che spesso sono anche i nostri occhi) non c’è diversità tra una
coppia di sposi cristiani e le altre coppie ed, in un certo senso, è vero perché se non
apriamo il nostro cuore all’azione dello Spirito, accendendo la candela, quel dono
rimane “incompiuto”. Prima di accendere la candela, lo Spirito è quasi nascosto pur
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portando in sé lo stoppino che permette di accendere il processo del dono reciproco
degli sposi. Di riflesso ogni coppia, all'inizio, è chiamata ad accendere quello
stoppino fidandosi dell'azione dello Spirito. E’ un atto di abbandono, è il fidarsi di
Dio. Solo dopo, la coppia, inizierà a farne l'esperienza nella vita normale, quando
sperimenterà, in alcune circostanze, il valore aggiunto, l’ingrediente speciale che va a
dare colore, forza, consolazione nelle varie situazioni. E’ la presenza-azione
riconoscibile dall’effetto. Su questa strada, nel passare degli anni, la bellezza della
distinzione maschile-femminile e la bellezza dell'unità, si ritroveranno sempre più
ampiamente.
A questo punto della dinamica si sentirà il profumo emanato dalla candela; è lo
Spirito che profuma e porta a pienezza la vita degli sposi.
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