LABORATORIO DI EDUCAZIONE ESPRESSIVO

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LABORATORIO DI EDUCAZIONE ESPRESSIVO
LABORATORIO DI EDUCAZIONE
ESPRESSIVO - MUSICALE
Sede:
Conduttrice
Scuole partecipanti:
Scuola dell’infanzia “Filippo Argenti” di Cantù
Ins. Sara. Brambilla
Albese, Anzano, Brenna, Cantù Asnago, Cantù “Argenti”, Cantù “Terraneo”, Carimate “Arnaboldi” e “Serena”, Carugo, Capiago Intimiano “Ariberto da Intimiano” e Novedrate
Gli Orientamenti del '91 per la scuola dell’infanzia nel campo di esperienza “Messaggi, forme e
media” al paragrafo “Attività. sonoro musicali” sottolineano l'importanza di avvicinare i bambini a
queste attività che riguardano una forma di comunicazione non verbale.
Le attività sonoro - musicali mirano al raggiungimento di obiettivi quali: sviluppare sensibilità musicale, favorire la fruizione della produzione presente nell'ambiente, stimolare e sostenere l'esercizio
personale diretto ad avviare alla musica d'insieme.
I bambini che frequentano la scuola dell'infanzia hanno una naturale propensione verso la musica e
ne sono fortemente attratti. È quindi compito dell'insegnante dare stimoli accessibili al bambino in
modo da porre le basi per lo sviluppo di una creatività ordinata e produttiva.
La società in cui viviamo presenta una compresenza di stimoli sonori. Ci troviamo di fronte ad un
bambino immerso nei suoni e super stimolato. Tutto ciò può essere positivo quando il bambino non
si ferma al puro ascolto, ma vuole andare oltre, ponendosi domande; negativo quando il bambino
subisce passivamente tutti questi stimoli (nelle “Raccomandazione per i piani personalizzati” questo
concetto viene definito “indifferenza percettiva”).
Sarebbe interessante per procedere alla stesura di un programma musicale verificare quali conoscenze e quali pre-requisiti possiede un bambino all'entrata nella scuola dell'infanzia.
Ecco alcune indicazioni:
- Il bambino riconosce la voce parlata da quella cantata?
- Sa riconoscere voci maschili da voci femminili?
- Riconosce versi di animali, suoni e rumori di oggetti?
- Riconosce strumenti musicali e i loro timbri?
Sarebbe bello invitare i bambini stessi a portare a scuola musicassette e CD che più ascoltano, da
utilizzare nel percorso musicale.
Fare musica insieme aiuta a migliorare la socializzazione, attiva e sviluppa le capacità di base e le
potenzialità, aiuta lo sviluppo psicomotorio e favorisce la creatività.
Le “Indicazioni” e le “Raccomandazioni per i piani personalizzati delle attività educative” definiscono così le attività sonoro musicali: “La dimensione estetica e la cura per il bello, sia attraverso
le arti figurative, sia attraverso la musica, danza e teatro… sono una via importante per avviare i
bambini ad un'espressione personale creativa, in cui essi scoprano il piacere di essere motivati allo
sforzo personale e alla collaborazione di gruppo anche più faticosa e complessa”. L'educazione sonoro- musicale è da intendersi come interdisciplinarietà.
Quaderno 01: QUALE EDUCAZIONE DELL’INFANZIA, OGGI? - sintesi dei laboratori pratici
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Scoperta della propria immagine sonora
Il nostro corpo suona. Il nostro corpo è uno strumento e la voce è una sua estensione. La voce cantata è un altro modo di esprimersi, è un'estensione della voce parlata. La maestra deve essere un esempio per i bambini, deve saper cantare una canzone come vuole che bambini la cantino.
Anche l'ambiente che ci circonda può produrre suoni. Chiediamo per esempio ai bambini di suonare
il salone della scuola dell’infanzia: ne uscirà un bel risultato, perché è importante ricordarsi che anche con queste attività “si fa musica”.
Dopo questa breve introduzione le maestre presenti sono invitate a “diventare bambine e a mettersi
in gioco” con una serie di attività e indicazioni proposte dalla coordinatrice.
Parametri del linguaggio musicale:
- Intensità
- Timbro
- Ritmo
- Altezza
INTENSITÀ : (piano- forte)
Giochi per dirigere i bambini:
Pronunciamo una vocale seguendo il comando gestuale: braccia tese e mani aperte unite = piano;
braccia. tese e mani aperte distanti = forte.
Lo stesso esercizio si può eseguire suonando le mani, i piedi, gli oggetti presenti nella scuola, lo
strumentario Orff. È inoltre importante provare a far dirigere il gruppo ai bambini a turno, per sperimentare questa tecnica.
Noi eseguiamo anche il contrario: il direttore del coro suona e le maestre dirigono con le mani.
C'è anche un'altra modalità per dirigere il piano e il forte: quando la mano è in basso vicino al pavimento si suona piano, quando si alza si suona forte.
Gioco per invitare i bambini ad ascoltare il rumore:
Raccontiamo ai bambini la storia di Carletto: “Carletto è un bambino che urla sempre facendo un
gran rumore. Una mattina si accorge di non avere più la voce e non riesce più a chiamare la mamma
Passato un giorno e una notte Carletto si sveglia. e la voce gli è ritornata”.
Da questa storia ricaviamo molti spunti:
- Come urla Carletto? Facciamo urlare i bambini come Carletto
- Come può Carletto chiamare la mamma quando è senza voce?
- Si può indovinare quello che Carletto dice senza utilizzare la voce, leggendo il labiale?
- Prepariamo delle schede con dei simboli che indicheranno il silenzio, il piano e il forte.
- Questi simboli, messi nei vari locali della scuola, indicano le regole da seguire e rispettare il tali
ambienti.
TIMBRO: (i diversi suoni degli strumenti musicali e degli oggetti)
Far capire questo concetto ai bambini è difficile, occorre perciò avvicinarli agli strumenti musicali
noti e a quelli meno comuni. Oltre allo strumentario Orff di cui quasi tutte le Scuole sono dotate, è
possibile costruire degli strumenti particolari anche con elementi naturali: Sonagli di foglie secche,
sassi che picchiettati producono un particolare timbro, legnetti, conchiglie, noci di cocco svuotate,
canne di bambù, cozze, ecc...
Quaderno 01: QUALE EDUCAZIONE DELL’INFANZIA, OGGI? - sintesi dei laboratori pratici
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Gioco della direzione informale
Il direttore dell'orchestra dirige con le mani e gli orchestrali suonano gli strumenti.
Successivamente raggruppiamo gli strumenti per caratteristiche ( legni, metalli, piastre, pelli.... ) e
proseguiamo con la direzione e con il GIOCO DEL ROBOT.
Il direttore è un robot e ad ogni sua parte del corpo viene abbinato un gruppo di strumenti musicali.
Il robot si muove a scatto e ad ogni movimento corrisponde un timbro particolare.
Gioco dei quattro quadrati
Disegniamo per terra una grossa finestra suddivisa in quattro quadrati e mettiamo ai quatto angoli
uno strumento musicale diverso dall'altro (successivamente, al posto degli strumenti si potranno
mettere dei cartellini con indicati i simboli di questi strumenti).
Il gruppo è stato diviso in quattro sottogruppi, ad ognuno dei quali corrisponde uno degli strumenti
appoggiati per terra. Il direttore entra in uno dei quattro quadrati e suona quindi il gruppo di strumenti ad esso associati. Si prosegue il gioco con una serie di salti e combinazioni diverse. Quando il
direttore esce dai quadrati si deve fare silenzio.
Con questo gioco e con il precedente non si può dirigere l'intensità.
Giochi ad occhi bendati:
Quattro strumentisti vengono disposti agli angoli del salone con quattro strumenti diversi. Nel centro viene bendato un bambino che deve dirigersi verso la fonte sonora.
Variante a coppie: ci si suddivide a coppie (massimo 7/8 coppie) dove un componente ha in uno
strumento musicale e fa sentire il timbro al compagno. Ci si dispone ai lati opposti della stanza: chi
ha in mano lo strumento inizia a suonare e il suo compagno, a occhi bendati, deve dirigersi verso il
timbro esatto e toccare lo strumentista che, se giustamente identificato smette di suonare.
Gioco del pianista e del pianoforte
Utilizzare un sottofondo di musica scelta, dove si possa ascoltare solamente il timbro del pianoforte.
Ci si mette a coppie e un componente farà il pianista, mentre l'altro farà il pianoforte. Il pianista, seguendo le emozioni che sprigiona il sottofondo musicale suonerà la schiena del compagno che resterà ad occhi chiusi. È possibile successivamente scambiarsi i ruoli.
Questo gioco è utile nei momenti di rilassamento e piace tantissimo ai bambini.
Vengono inoltre eseguiti giochi e canzoni con un dialogo ritmico utilizzando i suoni di mani, piedi e
dita, e una danza a coppie.
RITMO: (o durata)
Il ritmo è la suddivisione del tempo, il tempo è il movimento, a volte il tempo può coincidere con il
ritmo. Il concetto teorico di ritmo è difficile per i bambini, ma si può comunque accostarli a ritmi
svariati con l'ascolto di musiche, danze e canti ed anche con la loro esecuzione.
Per far capire la diversità di un suono lungo da un suono corto si può fare il:
Gioco del campanello
Suoniamo il campanello della scuola producendo suoni brevi e suoni lunghi ed invitiamo i bambini
a disegnare con una riga questi suoni. Per far sì che i suoni brevi vengano distinti da quelli lunghi
bisogna accentuarne la differenza.
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Gioco del piatto sopra la testa
Mettendo i bambini in fila suoniamo il piatto sopra 1a loro testa: il suono del piatto prosegue a lungo, il bambino che non lo sentirà più dovrà battere le mani.
ALTEZZA: (grave - acuto)
Il suono del tamburo è grave, mentre quello del triangolo è acuto. Per capire la diversità fra suoni
gravi e acuti si può eseguire il GIOCO DELL'ASCENSORE con la voce.
Il direttore del coro utilizza la mano per dirigere e quando questa è all'altezza dei fianchi si produce
un suono grave, man mano che si alza, si alza di conseguenza anche il suono che pian piano diventa
acuto. Si può successivamente passare dall'acuto al grave.
Con i bambini di tre anni si può eseguire il gioco del lupo (il cui verso è grave) e degli uccellini (il
cui cinguettio è acuto) associando anche i gesti.
Si possono realizzare delle schede per giocare con la voce ( linea orizzontale, linea curva, linea a
zig-zag, linea orizzontale spezzata, linea obliqua che parte dal basso a sinistra per arrivare in alto a
destra ecc...)
PRESCRITTURA MUSICALE: SCARABOCCHIO SONORO:
Permette di creare una partitura. musicale che i bambini possono leggere ed eseguire senza più il bisogno della direzione informale. Una linea continua orizzontale segna il tempo che passa e su questa linea si traccia uno scarabocchio che può indicare il piano, il forte, il silenzio. Il tutto si esegue o
con lo strumentario Orff, o con le mani, i piedi ecc.
Successivamente si possono creare più partiture sovrapposte da eseguire contemporaneamente suddividendo i bambini per gruppi.
CELLULE RITMICHE:
Questo è il passo successivo allo scarabocchio sonoro ed è da proporre con gradualità ai bambini
dell'ultimo anno.
Rifacendoci ai nomi di tre animali: gru, gatto e topolino camminiamo nel salone al suono del tamburo che scandisce questi ritmi. Ad ogni animale associamo un simbolo grafico: GRU = una palla
colorata; GATTO = una palla colorata legata con una linea curva ad una pallina piccola colorata;
TOPOTOPO: palla grande colorata legata con linea orizzontale a palla piccola colorata (il tutto due
volte).
Con questi simboli si può scrivere una partitura da far eseguire con gli strumenti ai bambini.
Queste cellule ritmiche non sono altro che una prescrittura delle note musicali associate al valore
delle note (cosa che non emergeva nè dalla direzione informale, nè dallo scarabocchio sonoro). Infatti la gru corrisponde al quarto, il gatto a due ottavi e il topotopo a quattro sedicesimi.
Per concludere guardiamo insieme le fotocopie ed ascoltiamo la musicassetta che la coordinatrice
del laboratorio ha preparato ed eseguiamo insieme canti ed esercizi.
- Atte katte nuwa: canto lappone che si esegue in cerchio
- Miau: canto
- Tabacco in tabacchiera: canto gestualizzato
- Bingo: canto da eseguire con il battito delle mani
- Tomba: canto di Israele che si può eseguire a canone
- Il grillo John: canto da proporre dopo aver insegnato il nome degli strumenti, che durante il canto
suoneranno a turno in momenti precisi
- C'era un re: canone italiano che può essere eseguito in contemporanea al canto Fra' Martino
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- Sono importante: canto
- Il gioco di ieri: canto
- La tua faccia: canto che indica le parti del viso
- Sei nato: canto natalizio che si presta ad essere sonorizzato
- Meno male che c'è una scuola per me: canto
- Viva viva la scuola materna: canto
- Tiketetaketitak: scioglilingua che mette in risalto le altezze dei suoni (gravi e acuti) utilizzando la
voce parlata, senza intonare una nota ben precisa come nei canti.
Solitamente, quando si insegna un canto ai bambini, la prima cosa che si fa è quella di far ripetere le
parole. Provare ad insegnare il testo già abbinato al ritmo è un metodo efficace. Il passo successivo
sarà quello di aggiungere la melodia.
N.B. La maestra quando insegna un canto utilizzi la base musicale e, con la sua voce, faccia ascoltare il brano ai bambini, che sicuramente saranno molto più interessati ed attenti.
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