gazzetta modena - Synergie Italia
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GAZZETTA MARTEDÌ 28 APRILE 2015 ■ e-mail: [email protected] 8 Modena ECONOMIA » «Il Jobs Act? Ci costerà 20 miliardi» CONVEGNO IL DURO ATTO D’ACCUSA DEL PROF. TIRABOSCHI IERI IN CONFINDUSTRIA «Cinque per stabilizzare i contratti e quindici di mancate contribuzioni: Renzi dovrà recuperarli tassando le imprese» di Stefano Turcato Il Jobs Act? Un bluff che agli italiani potrebbe anche costare 20 miliardi di euro di tasse. Non è una frase da bar ma è una libera interpretazione di affermazioni, in realtà molto precise, di un docente universitario qualificato come il professore Michele Tiraboschi, che insegna diritto del lavoro nell’ateneo modenese. Non è la prima volta che Tiraboschi stronca la riforma del lavoro di Renzi ma l’occasione ieri era un convegno in Confindustria Modena, davanti ad alcune decine di imprenditori, per discutere delle novità introdotte dalle nuove normative. Al tavolo, oltre all’imprenditore Marco Arletti dell’azienda Chimar, il prof. Franco Carinci, già docente diritto del lavoro all’Università di Bologna, Giuseppe Garesio (vicepresidente di Assolavoro e Ad dell’agenzia Synergie Italia), Barbara Moneti di Synergie Italia e appunto il prof. Michele Tiraboschi. Da una parte i rappresentanti di un’importante agenzia per la gestione delle risorse umane e dall’altra i docenti di diritto del lavoro. E per una volta non il solito convegno con schieramento univoco e tesi precostituita da dimostrare e comprovare ma due interpretazioni differenti contrapposte dialetticamente: favorevoli al Jobs Act i rappresentanti di Synergie, sia pure con qualche riserva, misuratamente contrario il prof. Carinci e perentoriamente critico il prof. Tiraboschi, al punto che quando Garesio ha teorizzato che il Jobs Act in qualche modo continua quanto avviato dalla legge Biagi, inevitabilmente il prof. Tiraboschi ha obiettato con poche parole: «Non continua proprio nulla ha detto - di fatto ha cancellato la legge Biagi». E Tiraboschi non usa mezzi termini nei suoi giudizi sulla riforma del lavoro: «Sono norme che hanno soltanto finali- stà politiche e nessuna sostanza, anche perché, con la trasformazione di contratti da tempo determinato a indeterminato si interviene sul lavoro dipendente inteso alla vecchia maniera, lavoro che è finito e che in futuro andrà inteso in maniera sempre più differente. Renzi si è preoccupato di individuare un nemico da piegare sul piano mediatico e lo ha trovato nel sindacato: con gli 80 euro in busta paga ha di fatto superato qualsiasi contrattazione sindacale, che al massimo può portarne 50 o 70. Dal punto di vista politico un successo ma, se andiamo a leggere i veri numeri, ci accorgiamo che nel 2015 i posti di lavoro in più sono in realtà 31mila. Renzi ha fatto una scommessa che però non è a costo zero. I costi effettivi per stabilizzare i lavoratori precari con questa normativa ammontano a 5 miliardi di euro ma non solo: dobbiamo aggiungere 15 miliardi di Da sinistra Franco Carinci, Giuseppe Garesio e Michele Tiraboschi durante il convegno in Confindustria mancate entrate per i contributi che le aziende non verseranno in forza degli incentivi fissati per legge. E questi 20 miliardi, con la situazione generale che abbiamo, dove si andranno a prendere se non tassando le imprese e le famiglie? Per il Jobs Act non ci sono le coperture e in questo senso so- no significativi i problemi sorti con la Ragioneria dello Stato». Critico, anche se con toni più prudenti, il prof. Carinci, il quale comunque premette che «di fatto è un po’ presto per emettere giudizi definitivi, occorre attendere che gli effetti della legge si possano valutare con dati accertati. Vero è che sulle coperture possono sorgere dubbi: mi pare che non ci siano certezze e che tutto dipenda dal successo che le trasformazioni dei contratti potranno avere. Se i numeri saranno molto alti non vedo dove si possano trovare le coperture una volta esaurito il primo finanziamento della legge. Queste norme sono come una cambiale in bianco data alle aziende con un indennizzo più basso in caso di licenziamento ingiustificato, contratti sì a tempo indeterminato ma con licenziamenti più facili. Va comunque ricordato che la crescita dell’occupazione non la determinano le leggi ma il mercato e la crescita dell’economia». Il ruolo delle agenzie che si occupano di lavoro è stato tracciato da Garesio e Moneti, che hanno evidenziato come il Jobs Act consenta loro di creare un patrimonio di lavoratori, che l’agenzia stessa si preoccupa di formare e qualificare sempre più, assumendo in proprio risorse umane a tempo indeterminato da somministrare alle imprese ma con contratti a tempo determinato: «Quello che da tempo avviene in Francia, dove nessun giovane si rivolge alle aziende ma porta subito il curriculum alle agenzie». LA VERTENZA DELLA COOP di facchinaggio Aggregazione fra MODENA, BOLOGNA E REGGIO EMILIA Accordo ieri in Prefettura per “La Carpigiana Service” Fusione, nasce Confimi Emilia Torna d’attualità la vertenza della cooperativa di facchinaggio “La Carpigiana Service”. La vicenda, anche per i problemi sorti fra un caporeparto e i lavoratori, era sfociata in momenti di tensione, poi attenuati da un accordo raggiunto. Ieri il prefetto Michele Di Bari ha incontrato una delegazione delcooperativa "La Carpigiana Service" e lavoratori che fanno riferimento al sindacato S.I.Cobas per un tentativo di conciliazione per una vertenza in atto da tempo. Nel mese scorso c’era stata anche una manifestazione spontanea e non preannunciata dei lavoratori con il presidio degli ingressi della Cbm di Modena, azienda che aveva affidato lavoro in appalto alla cooperativa stessa. Già in quell'occasione la Prefettura aveva avviato la propria attività di mediazione e l’incontro di ieri ha così condotto a una forma di accordo tra le parti, secondo il quale il vertice aziendale si è impegnato a portare all'assemblea di bilancio, prevista per il prossimo 30 maggio, la proposta di riconoscimento per i lavoratori delle clausole del contratto del settore metalmeccanico, con applicazione dei benefici economici a decorrere dal prossimo primo giugno. Il prefetto ha espresso il proprio apprezzamento per la trattativa condotta dalle parti. Nuove prospettive per l’associazione delle piccole e medie imprese BPER 7,50 € +3,52% RICCHETTI 0,28 € -3,26% MARR 17,40 € +1,93% PANARIA GROUP 2,53 € INV. PRIMI SUI MOTORI 13,48 € -2,18% EXPERT SYSTEM 2,22 € -0,18% Una seduta positiva per Bper perde ancora Primi sui Motori Otto anni fa a Bologna, in contrasto con la fusione tra Api e Assindustria che portò alla nascita di Unindustria, un gruppo di imprenditori dissidenti diede vita a una nuova associazione che rappresentasse le pmi. Nacque Confimi, organizzazione con strutture a Bologna, Modena e Reggio Emilia. Ora l'associazione ha compiuto un passo avanti, aggregando le tre federazioni provinciali e dando vita a Confimi Emilia, una realtà con 870 iscritti e 50 dipendenti. L'associazione avrà sede di rappresentanza a Bologna e sedi operative a Modena (la principale) e Reggio Emilia. «L'obiettivo - spiega il presidente Franco Govoni - è riaffermare la centralità del tessuto produttivo manifatturiero regionale. Alla Regione suggeriamo di tenere in considerazione le sue peculiarità nella elaborazione delle proprie politiche industriali: le imprese con meno di 10 addetti sono oltre il 90%. Oggi le piccole e medie imprese hanno bisogno di sostegno per l'internazionalizzazione: bisogna rafforzare il sostegno alle reti d'impresa». Per il 50% le 870 imprese associate (per 12.700 addetti e 2,9 miliardi di fatturato complessivo) appartengono al settore manifatturiero, il 20% opera nei settori dell'edilizia e delle costruzioni, il 10% nel commercio e nei servizi.