Io sono Mago Merlino

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Io sono Mago Merlino
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Massimo Borgatti
IO SONO MAGO MERLINO
La vera storia di mago Merlino,
raccontata a mia figlia
“Poi Merlino è stanco e pervaso di umanità. Si siede
nella sua quercia, pianta il bastone innanzi a se e, per
un attimo vorrebbe solo dormire, donare il suo potere
a una pianta o al primo viandante che passa.
Ma non può farlo perché il suo potere non è la magia come credeva - ma l'umanità!”
Collana: Energy Focus Flow & Feel Vol. 20
Copyright © 2013 SCINTHILLA
Il bambino Merlino
Quando nacque, Merlino non era un mago; era un
piccolo bambino. In questo senso, in effetti, era un
po’ mago. Lo era come lo sei tu e come lo sono tutti i
piccoli bambini.
Il destino però riservò a Merlino una fortuna
particolare. Fortuna o sfortuna? Chissà?! Lo valuterai
tu continuando a seguire la storia.
La fortuna (o sfortuna) del piccolo Merlino, fu quella
che tutti si aspettavano che egli sarebbe diventato un
grandissimo mago, tutti ne erano certi.
Nessun genitore si aspetta che il proprio bambino
diventi un mago; semmai un professore, un calciatore
o un attore ma un mago, mai! Così succede di solito
che i piccoli bambini, pur essendo tutti un po’ maghi,
non lo potranno diventare mai perché sono troppo
impegnati a diventare professori, calciatori o attori.
Quasi tutti i piccoli bambini rinunciano così a
diventare dei maghi per non deludere i loro genitori.
Il risultato di tutto questo è che il mondo è pieno di
professori insoddisfatti, calciatori tristi e attori falliti,
il mondo è malinconico e del tutto privo di magia.
La gente sta male nella propria pelle, perché quella
pelle in effetti non è la sua!
Torniamo ora al nostro piccolo Merlino: una serie di
profezie e di presagi, avevano convinto i suoi genitori,
l’intera famiglia e anche i vicini di casa che Merlino
fosse una creatura magica, con poteri soprannaturali
e che fosse destinato a diventare il più grande di tutti
i maghi. Addirittura prima ancora di vederlo,
temevano il potere che un giorno forse quel bambino
avrebbe potuto avere.
Che buffi gli adulti, hanno paura di una cosa che non
esiste e allora ci pensano, ci ripensano e tremano al
pensiero di ciò che hanno pensato. Quel tremore poi
storpia e ingrandisce il pensiero successivo che,
ingigantito, genera a sua volta nuovi tremori più forti.
E' così che i grandi si tirano addosso ciò di cui hanno
paura.
Detto tra noi, lo avrai capito, Merlino non aveva alcun
potere soprannaturale, nessun potere in più di quelli
che hai tu o che ha qualunque altro piccolo bambino.
Ma a Merlino nessuno disse mai frasi come “non dire
sciocchezze!” oppure come “smettila di parlare con gli
amici immaginari, non esistono, sono tutte fantasie”
o anche “non puoi fare così, quella cosa è impossibile”
o “cosa vuoi sapere tu che sei solo un bambino!”.
Nessuno pronunciò mai a Merlino queste frasi perché
tutti avevano rispetto (e timore) dei suoi presunti
poteri soprannaturali.
Il mago Merlino
Fu così che un piccolo bambino, senza i freni che
generalmente il mondo degli adulti impone, diventò il
più grande dei maghi.
Attenta però… il suo fu un cammino lento tra follia e
magia. Lo so, sono la stessa cosa, l'unica differenza è
che chiamiamo magia ciò che non rispetta le leggi
della nostra scienza e follia ciò che non rispetta le
leggi della nostra società.
Fatto sta che ogni passo destro di Merlino destò le
grida "è un folle" e ogni passo sinistro fece invece
gridare "è un mago". Il piccolo Merlino non era né
folle ne mago, era semplicemente libero di fare ciò
che sentiva. Follia e Magia, esistono solo nel mondo
dei grandi. Per un bimbo come Merlino, tutto era
semplicemente Vita.
Ogni tanto Merlino spariva nella foresta… ma nessuno
lo sgridava. Parlava con gli animali? Sì, certo, con
quelli che erano interessati e interessanti. Cavalcava
i cervi? Sì ma mica tutti, solo quelli che si lasciavano
cavalcare. Sapeva far smettere di piovere e
comandava tuoni e vento? Di questo non sono
sicuro... Più che altro sapeva ascoltarli e capirne i
mutamenti. Questi per lui erano giochi, erano libere
fluttuazioni del suo essere attorno alla sua pura e
libera volontà. Non era potere il suo, era ascolto,
rispetto, abbandono al flusso della Vita, condito da
una infinita voglia di giocare!
Cresceva.
Tutti, ma proprio tutti, credevano in lui. Credevano
in qualunque cosa dicesse, così ciò che Merlino
diceva, si avverava puntualmente, non grazie al suo
potere ma grazie all’assoluta convinzione di chi lo
ascoltava.
Per Merlino divenne naturale credere fermamente in
se stesso: qualunque cosa volesse fare o ottenere, il
suo desiderio si realizzava immediatamente. E questo
non accadeva per qualche suo fluido o potere
paranormale, tutto accadeva soltanto perché Merlino
stesso non aveva alcun dubbio che le cose sarebbero
andate in quel modo, questa era semplicemente la
sua sola visione del mondo.
Questo a scuola non te lo insegneranno, temo, ma
annotalo bene, è la chiave della Magia: il mondo è un
passo indietro rispetto al tuo pensiero… Quello che tu
pensi, non è davvero legato al mondo che vedi, ma a
quello che hai già visto. E quello che vedrai domani
non è affatto legato a ciò che hai visto oggi ma è
legato a ciò a cui hai pensato oggi e alle cose a cui
oggi hai dato energia. Merlino tutto questo non lo
sapeva ma gli veniva spontaneo creder nel proprio
potere perché nessuno mai gli aveva messo dubbi in
proposito.
Quando iniziarono a chiamarlo apertamente Mago, lui
quasi non sapeva il significato di quella parola. I re
iniziarono ad invitarlo a corte per godere della sua
saggezza e fruire dei suoi consigli. Le belle dame
cercavano di sedurlo per ottenere un po’ della sua
magia. I generali lo portavano sui campi di battaglia
per terrorizzare gli avversari.
Quando erano troppo forti le aspettative sulla sua
magia, si fingeva folle e spariva nella sua foresta per
settimane, vivendo come un animale selvatico e
rendendosi irraggiungibile a chiunque. Era una
foresta immensa, spesso coperta da una fitta nebbia.
Un luogo inaccessibile, l’ideale per trovare rifugio
dalle aspettative di tutti. Si addentrava nella foresta
e camminava senza sosta per allontanare da se i
desideri dei re, delle dame e dei generali. Camminava
veloce, ripetendo a se stesso: “Io non sono solo un
mago - Io non sono solo un mago” e "io non sono
folle, faccio solo finta!".
Stai capendo cosa accadde al bambino Merlino? Un
misto di liberà e schiavitù. Libertà perché nessuno
mai gli limitò i poteri ne gli tarpò le ali, tanto che
Merlino poté esprimere a pieno il suo potenziale.
Schiavitù perché tutte le persone intorno a lui, non
conoscendo altri "uomini liberi", e non avendo
neppure un termine adatto per descrivere questa
libertà, lo rinchiusero in una gabbia di Magia e Follia,
rendendolo (anche lui) schiavo lelle loro proiezioni.
"Può un mago così potente essere schiavo?" Mi
chiederai. Sì, ti risponderò, se altri sanno che è un
mago. Se mai vorrai essere libera e potente, non fare
sapere a nessuno dei tuoi poteri!
Merlino si accorse presto di non essere mai stato
bambino: tutti da sempre lo volevano e quindi lo
vedevano come mago. E ora che era adulto, nessuno
mai lo vedeva come un uomo. Mago o Folle. Mai nulla
di diverso. Mago o Folle!
Tutto questo era un fardello pesante da portare. Per
questo, sempre più spesso, correva a rifugiarsi nella
sua foresta:
“Ma cosa sono se non sono un mago né un folle?”
“Chi sono io?”
E vagava per giorni e giorni fino a dimenticare tutta
quella folle storia di essere mago, fino a ritornare
bambino, a giocare con gli animali del bosco, con le
fate e i folletti. Tornava bambino, restava magico
senza per questo sentirsi un mago, si comportava da
folle senza per nulla sentirsi folle.
Alla fine però doveva sempre tornare nella realtà:
qualcuno lo mandava a cercare, a volte un re, a volte
una dama o un generale. Doveva tornare e tutto quel
mondo semplice e fatato sembrava sparire ma non
perché non esistesse più, semplicemente perché
nessuno tranne lui (e qualche piccolo bambino) era in
grado di vederlo. Per i re, le dame e i generali, la
magia era solo in Merlino; per Merlino la magia era
ovunque.
Il mago in crisi
Merlino amava, amava la gente, i bambini, gli anziani,
gli uomini forti e le donne. Non era ricambiato con lo
stesso amore ma solo con un senso di riverenza e
rispetto che non colmava minimamente il suo umano
bisogno di amore. Ma lui, come mago, sapeva che nel
regno del Grande Re c'era una giovane, giovanissima
fanciulla che avrebbe saputo vederlo come un essere
umano, prima che come un mago potente, sapeva
che avrebbe presto incontrato quella fanciulla e che
avrebbe potuto decidere di amarla essendone
finalmente ricambiato. Non la aveva conosciuta ma
la vedeva spesso in sogno e sentiva che il momento
dell'incontro si avvicinava.
La sua fama intanto cresceva di anno in anno e con la
fama anche le aspettative rispetto ai suoi interventi
magici. Arrivò così il giorno in cui il Grande Re gli
chiese di distruggere l’intero esercito nemico che
marciava minaccioso verso il suo regno. Merlino
sapeva di poterlo fermare, conoscendo le forze della
natura tese e pronte ad esplodere ma sapeva anche
che la magia non può essere usata per fare del male.
In realtà, la magia può essere usata anche per fare
del male ma è come usare la forza per tendere di più
un arco già pronto a scoccare, anziché usare la
destrezza per lanciare la feccia. La magia usata con
scopi non puri, genera tensioni che prima o poi
dovranno scaricarsi e lo fanno ovviamente
rincorrendo il braccio di chi la tensione ha creato.
Per questo cercò in tutti i modi di rifiutarsi. Dire di no
a un grande Re, non è facile, neppure per un grande
mago, specialmente perché proprio in quel regno
viveva la dama che stava aspettando di poter
incontrare. Il nemico minacciava non solo il Grande
Re ma anche la sola donna che avrebbe potuto
amare.
Così Merlino, da solo, affrontò l’esercito nemico.
Tentò di spaventarlo e di bloccargli la strada con
tempeste, fulmini e alluvioni. Usò con maestria il suo
potente bastone magico ma l’esercito nemico non
indietreggiava.
Avrebbe potuto fare di più ma non voleva. Sarebbe
stato pronto a sacrificare la sua vita pur di non
eccedere nell'uso del potere. Poi ebbe paura, non
tanto per se, ma per la sua dama del sogno, la sentì
minacciata e spaventata. L'esercito nemico avrebbe
saccheggiato il regno e chissà che ne sarebbe stato di
lei. Fu allora che mise troppa energia nell’incantesimo
e un’enorme frana si staccò dalla montagna
travolgendo molti soldati avversari e costringendo gli
altri a gettarsi in mare per salvarsi la vita.
La battaglia era vinta, il re esultava di gioia ma
Merlino sentiva di doversi fermare.
Ancora una volta cercò rifugio nella sua foresta.
Camminò per giorni interrogandosi su come smettere
di essere mago e tornare a essere solo un essere
umano. Nella foresta era tutto più facile, nessuno si
aspettava da lui che fosse un mago e lui, finalmente
si sentiva libero. La soluzione però non poteva essere
quella di vivere nella foresta: aveva voglia di vita
normale, di compagnia, di amicizia, di amore. Già,
l’amore... La sua dama del sogno... aveva vissuto
oltre 110 anni e aveva conosciuto dozzine di dame
ben disposte nei suoi confronti ma solo perché
interessate ai suoi poteri. Mai aveva potuto
abbandonarsi all’amore perché nessuna donna si era
dimostrata interessata a conoscerlo come persona
prima che come mago.
Il mago è come un vaso che entra in comunicazione
con i vasi che lo circondano, lasciandosi riempire o
riempiendo a sua volta... Quando un mago si avvicina
ad una persona, scambia con essa il suo fluido vitale
e sente come suoni, rumori, sensazioni ed emozioni,
ogni risvolto di quell'animo. Vi entra dentro o lascia
che sia questi ad entrare in lui.
Non si può ingannare un mago. E un mago non può
ingannare se stesso, accarezzando un corpo di donna
e fingendo di non sentire cosa ribolle in quel corpo.
Ebbene, Merlino fino a quel giorno, aveva accarezzato
parecchi corpi di donna sentendovi ribollire i rumori e
gli odori di mille mercati... Non era quello che stava
cercando... Avrebbe voluto, attraverso il contatto,
riconoscere il silenzio e il profumo di un tempio, la
calma e la freschezza della sua foresta, la profondità
punteggiata di un cielo stellato. Ma mai aveva
percepito nulla di simile. Sempre e solo rumori e odori
di mercato.
La dama di Merlino
Si sentiva solo e tremendamente stanco. Si sedette
su una roccia a fianco di una sorgente con l’intento di
riposare e meditare un po’. Di lì a poco giunse una
giovane donna con una brocca a raccogliere acqua
dalla sorgente. Lo salutò come si saluta un anziano
forestiero, non come si saluta il grande mago Merlino.
Il suo saluto fu al tempo stesso staccato e cordiale,
formale e affettuoso. Merlino riconobbe la dama del
sogno e capì che la giovane donna non lo conosceva
(o almeno non lo aveva riconosciuto). Emozionato e
felice, decise per una volta di comportarsi come una
persona normale.
Così fece: scambiò quattro parole di circostanza con
la giovane la quale rispose con garbo e cortesia.
Merlino si fece coraggio e continuò a parlare del più e
del meno in maniera normale (come mille volte aveva
sentito fare dalle persone comuni). I due
chiacchierano così, in maniera normale, per circa
un’ora. Merlino era al settimo cielo, era la prima
conversazione “normale” in tutta la sua vita! Trovò il
coraggio di invitare la giovane e tornare alla sorgente
all’indomani. Ella in tutta risposta, allontanandosi,
sorrise un: “chissà!”.
Quella notte Merlino non chiuse occhio, moriva dalla
voglia di rivedere la giovane donna e di riprendere
quella normalissima conversazione. Di dormire
proprio non ne sentiva il bisogno. Si arrampicò in cima
ad una quercia e passò la notte a dialogare con le
stelle.
La dama tornò puntuale il giorno dopo e parlarono
ancora per ore... di argomenti normali, di cose
umane, forse semplici ma tra una parola e un’altra,
iniziarono a conoscersi un po’.
S’incontrarono per quattro pomeriggi consecutivi.
Nessuno mai aveva ascoltato Merlino parlare di sé
come persona, non come mago. Per la prima volta
Merlino si stava sentendo amato!
Per oltre centodieci anni era stato cercato, stimato,
rispettato, temuto, invidiato, considerato, ammirato,
forse anche venerato ma amato, mai.
Non si ama un mago, così come non si ama un
professore, un calciatore o un attore. L'amor scorre
solo su piani orizzontali se uno dei due è più in alto o
più in basso, l'energia che corre tra i due è forzata e
imbrigliata. Si chiama attenzione, stima, rispetto,
venerazione... Ma non Amore. Ricordatelo tutte le
volte che cercherai di essere speciale per essere
amata. Non funziona! Si può amare davvero soltanto
una persona per quello che è profondamente.
Al quinto incontro, Merlino, guardandosi bene dal
rivelarle la propria identità, le confessò che quei
dialoghi erano per lui preziosi e che da tanto tempo
(da oltre centodieci anni avrebbe voluto dire) non si
sentiva così bene. La dama, lusingata, propose di
incontrarsi nel borgo dove viveva, ai margini della
foresta, il giorno seguente. “Non verrò più qui alla
sorgente se domani a mezzogiorno non sarai nella
piazza del paese... la mia casetta è proprio lì”. Merlino
promise: “Ci sarò! A domani!”.
La decisione di Merlino
Rimasto di nuovo solo nella foresta valutò
attentamente il da farsi: andare al paese significava
certamente essere riconosciuto. La sua magia e il suo
potere gli davano un aspetto inconfondibile da saggio
senza età.
Avrebbe potuto facilmente trasformarsi, assumere
una sembianza diversa... ma la dama, come lo
avrebbe riconosciuto? E poi, basta con la magia,
proprio ora che qualcuno lo apprezzava come uomo.
No, non avrebbe usato la magia, anzi era pronto per
quella donna a rinunciare a tutti i suoi poteri magici.
Ma certo, ecco la soluzione: se avesse rinunciato ai
suoi poteri, anche il suo aspetto sarebbe mutato (non
tanto da renderlo irriconoscibile per la dama ma a
sufficienza per poter negare di essere il famoso mago
se mai qualcuno avesse creduto di riconoscerlo).
Rinunciare ai propri poteri magici... In tanti avrebbero
fatto qualunque cosa per avere quei poteri e ora lui
stava per rinunciarvi per una donna. No, non solo per
una donna. Era una rinuncia che faceva prima di tutto
per se stesso, per ritrovare la propria pace, la
serenità, la leggerezza; per affrontare finalmente la
grande sfida di essere solo un uomo!
Sì, la decisione era presa. Ed era una saggia
decisione, degna di un grande mago. Quella notte
avrebbe rinunciato al proprio potere e al ruolo di
mago e l’indomani avrebbe intrapreso una vita nuova
al villaggio, forse con la giovane dama, forse da
solo... Chi poteva saperlo? Il dubbio in fondo faceva
parte della sfida di essere un semplice uomo. Sì un
uomo, non più un mago. Nessuno più gli avrebbe
chiesto profezie, magie o soluzioni. Che sollievo, che
leggerezza!
Restava solo un ultimo dettaglio: dove avrebbe
riposto i suoi poteri magici? Già, perché era in grado,
con un’ultima grande magia, di sfilarseli di dosso
come se fossero un mantello ma non di annientarli o
eliminarli. Andavano quindi nascosti bene perché (lo
aveva capito sulla sua pelle) si trattava di un dono
estremamente pericoloso. Un dono che non doveva
cadere nelle mani di un bambino o di una persona
malvagia: il bambino avrebbe fatto del male a se
stesso, il malvagio al mondo intero.
L’ultima notte di Merlino
Studiò tutta la notte la più grande delle sue magie:
non esisteva niente di simile sui libri, dovette
inventare dal nulla il rituale e la formula magica.
Scrisse il rituale, lo provò un paio di volte, poi imparò
a memoria la formula magica (una frase in latino
antico che non posso ovviamente pronunciare).
Alle quattro di
sole sorgesse,
sorgeva nella
questa pianta
poteri magici.
mattina, tutto era pronto. Prima che il
si recò presso una grande quercia che
zona nord ovest della foresta. Era
secolare che avrebbe custodito i suoi
Si sedette tra le radici dell’albero, appoggiò la schiena
al solido tronco, si concentrò a fondo. Poi piantò con
forza il suo bastone magico nel terreno, tra le sue
gambe incrociate e gridò a gran voce:
“Io, il grande mago Merlino, oggi rinuncio a tutti i
poteri magici che gli altri da sempre mi hanno
attribuito. Passo ogni goccia di questo potere alla
quercia sulla quale ora appoggio. Essa diverrà un
albero magico e conterrà la magia di Merlino finché il
più puro dei cavalieri, compiuti i quarant’anni, sarà in
grado di liberarla. Quanto a me, da oggi sarò una
semplice persona, capace come tutti di fare le proprie
magie quotidiane in virtù delle proprie forze e non
delle altrui proiezioni ed aspettative”.
Poi, con voce ancora più alta, pronunciò la formula
magica (segreta). In quell’attimo, come colpito da un
fulmine, l’albero tremò ma anziché bruciare, fu
ricoperto all’istante da uno strato uniforme di muschio
verde, soffice e splendente.
Merlino un po’ provato dallo sforzo, si alzò lentamente
sentendo per la prima volta qualche dolorino alle
ossa. “Sarà l’età” pensò. Si sgranchì le gambe e,
leggero come non mai, si mise in cammino verso il
villaggio.
E poi?
Da quella notte sono passati oltre 600 anni. Merlino
ha vissuto, ha amato, ha sofferto, ha gioito come un
essere umano più e più volte. La quercia è cresciuta
magica e maestosa. Quasi nessuno sa dove si trovi,
nel folto della foresta. Il potere di Merlino è ancora
nel tronco perché fino ad oggi “il più puro dei
cavalieri” non è stato in grado di recuperarlo.
Come faccio a sapere tutto questo?
Perché ho fatto un viaggio di duemila chilometri per
cercare la quercia di Merlino nel folto della foresta e
l’ho trovata... ma avevo solo trentanove anni.
Da quando Merlino strada facendo volle
dimenticare la sua natura, iniziò a
camminare goffo e saggio per le vie degli
umani. La magia sopita in lui si risveglia
solamente di fronte a degne sfide lungo il
cammino. Draghi, belve feroci o inganni
astuti... Merlino da allora non ha avversari
ha solo alleati di ricordo!
Nota sull’autore, Massimo Borgatti
Sono nato a Ferrara nel 1970, ingegnere gestionale
dal 1998, ho perfezionato la mia formazione con tre
Master: Risorse Umane, Formazione ed Etica nel
Business.
Mi proclamo esperto in consulenza organizzativa e
formazione manageriale. Ho un occhio di riguardo per
l’approccio esperienziale outdoor, perché credo nel
potenziale della persona e nell’energia catalizzatrice
della natura.
Ricerco da oltre 15 anni un’integrazione tra la
formazione manageriale e le discipline energetiche di
diverse culture con particolare focalizzazione sullo
sciamanesimo sud americano.
www.massimoborgatti.it