Ufficio Stile - Claudio Bellini

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Ufficio Stile - Claudio Bellini
us
N° 1.11
Il Sole 24Ore Spa - via C. Pisacane, 1- 20016 Pero (MI)
POSTE ITALIANE spa - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Forlì
In caso di mancato recapito inviare al cmp di milano roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi
WORKPLACE - CONTRACT
DESIGN - MANAGEMENT
ufficiostile
Design
Workplace
DAL 1968 RIVISTA PROFESSIONALE LEADER / SINCE 1968 LEADING PROFESSIONAL MAGAZINE
Preview I Saloni e FuoriSalone 2011 – Partecipo a Salone Ufficio perché...
Report US Award Prize Giving Ceremony
Orgatec trends, news, encounters with designers
Contract
Speciale L’Aquila: due anni dopo – two years later
Dossier Lighting: luce, colore, spazio, poesia – light, colour, space, poetry
Management Rischiare lo sviluppo – To venture into development
Image - Engram Studio - www.engram.it
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di scrivanie estremamente semplice da installare e
adattare nel tempo alle nuove necessità lavorative:
concepito come un‘intelligente piattaforma con un
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del Green Building Council Italia.
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ed alla certificazione LEED del progetto grazie all’utilizzo
di materiali riciclati ed alla riciclabilità del prodotto.
e presso i nostri rivenditori autorizzati t per maggiori informazioni: www.haworth.it
www.ufficiostile-online.it
www.living24.it
Rivista fondata nel 1968 - anno 43° - n. 1/2011 marzo-aprile 2011
us: rivista trimestrale internazionale dedicata all’architettura, al settore immobiliare,
al progetto e alla gestione dell’ambiente di lavoro e dei luoghi collettivi
Quarterly magazine dealing with architecture, real estate, project and management of the
workspace and communities
DIRETTORE RESPONSABILE: Antonio Greco
REDAZIONE: Renata Sias (direttore operativo)
[email protected]
La rivista è integrata con l’e-magazine “us news” e con i portali
The magazine is supplemented with the e-magazine “us news” and the websites:
www.ufficiostile-online.it www.living24.it www.archinfo.it www.b2b24.it
SEGRETARIA DI REDAZIONE: Anna Alberti
[email protected]
COLLABORATORI: Chiara Brollo (fiere, rassegne),
Davide Cattaneo (aziende, dossier),
Claudia Cavallaro (estero, realizzazioni, traduzioni),
Aurelia Debellis (architettura), Gilberto Dondé,
Great Place to Work Italia (management),
Gabriele Pagani (news, products),
Marzia Morena (R.E., property management)
In copertina/cover: CB Chair di Caimi Brevetti (design Claudio Bellini)
Caimi Brevetti S.p.A.
via Brodolini 25/27 - 20054 Nova Milanese (MB) Italy
www.caimi.com
COMITATO SCIENTIFICO: Alberto Bassi (design),
Mario Cucinella (architettura),
Francesco Marcolin (ergonomia),
Oliviero Tronconi (property management),
Marco Piva (contract-hotel)
UFFICIO VENDITE ITALIA:
tel. 0362 49 10 1 - fax 0362 49 10 60 - fax export dept. (+39) 0362 49 10 61
e-mail: [email protected] [email protected]
UFFICIO GRAFICO: Fabio Anselmo/studiofans
DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi
5
EDITORIALE/EDITORIAL
È nella crisi che si rinnova
Although the ongoing crisis we should get renewed
DESIGN
PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A.
SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano
PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti
AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu
7
(a cura di Gabriele Pagani)
SALONE UFFICIO E FUORISALONE
Design e innovazione per il lavoro
Design and innovation to work
38 QUEL CHE PENSO DELL’UFFICIO...
Incontri e conversazioni con i designer
WHAT I THINK ABOUT OFFICE...
Encounters with the designers
INSERTO
Nuovo sistema parete Linea di Nordwall
New partition system Linea by Nordwall
CONTRACT
8
SEDE OPERATIVA: Via C. Pisacane 1 - 20016 Pero (Mi)
Tel. +39 02 3022.1
SEGRETERIA COMMERCIALE E UFFICIO TRAFFICO:
Tel. +39 02 3022.6836
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UFFICIO ABBONAMENTI
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Pero (MI).
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SALONE UFFICIO SÌ, SALONE UFFICIO NO...
13 Donati industria creativa
Donati creative industry
(a cura di Renata Sias)
14 CAIMI BREVETTI CB CHAIR (design Claudio Bellini)
Nata da un artificio strutturale
The result of a structural contrivance
WORKPLACE
(di Aurelia Debellis e Renata Sias)
16 REPORT
Prize Giving Ceremony US Award: Quality and innovation
Opinioni a confronto sui nuovi valori del progetto
Exchange of views about the new values of office design
19 FATTORE ALPHA ALL’ARSENALE DI VENEZIA
Il design Archiutti incontra l’architettura di Cecchetto
FATTORE ALPHA AT ARSENALE DI VENEZIA
Archiutti’s design meets Cecchetto’s architecture
21 LA CORNICE DIVENTA PREMIO
Sistema di segnaletica Brera di Caimi Brevetti
THE FRAME TURNS INTO A PRIZE
Sign system Brera by Caimi Brevetti
(di Pierpaolo Ricatti)
28 Nuovo Headquarters Diesel
New Headquarters Diesel
30 COMFORT SEATING 2011
Le sedie vincitrici della seconda edizione
The winning chairs of the 2nd competition
(a cura di Gabriele Pagani)
33 ORGATEC IN PILLOLE
Tendenze, nuovi prodotti e atmosfera positiva
PILLS FROM ORGATEC
Trends, new products and positive atmosphere
(di Sabrina Piacenza con un contributo di Rossana Sias)
43 SPECIALE: L’AQUILA DUE ANNI DOPO...
Progetti per una città che deve rinascere
L’AQUILA TWO YEARS LATER
Projects for a city that must return to life
DOSSIER: LIGHTING
55 Luce, colore, spazio, poesia Light, colour, space poetry
(di Mario Nanni)
56 LE OTTO REGOLE DI LUCE
Mostra allo Spazio FGM di Milano
THE EIGHT RULES OF LIGHT
Show at Spazio FGM in Milano
(di Davide Cattaneo)
58 Luce catturata, luce disegnata
Captured light, designed light
(a cura di Davide Cattaneo)
60 LA LUCE PROGETTATA NELL’EFFETTO LUMINOSO
Intervista con Donatella Ravizza
THE LIGHT OF THE FUTIRE WITH THE LUMINOUS EFFECT
Interview with Donatella Ravizza
(di Gianni Forcolini)
62 Lighting design per la qualità dell’habitat
Lighting design for a quality environment
(di Edith Forte)
64 La luce incontra l’architettura Light meets architecture
MANAGEMENT
(a cura di Lucia Matti, Lombardini22)
68 RISCHIARE LO SVILUPPO
Prima Conversazione@lombardini22
TO VENTURE INTO DEVELOPMENT
First conversation@lombardini22
(a cura di AREL)
72 Le signore del Real Estate Real Estate Ladies
SEZIONE ATTUALITÀ / SECTION CURRENT AFFAIRS www.living24.it, e-magazine “us news”
Abbonati gratuitamente a “us news”/Free subscription to “us news”: [email protected]
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In una nuova posizione e affiancato da Euroluce, nell’ambito del Salone Internazionale del Mobile, dopo tre anni
ritorna Salone Ufficio. Tre anni critici per l’economia
mondiale, difficili per tutto il settore arredo e molto pesanti per il settore ufficio. Tre anni che hanno evidenziato
la scarsa propensione delle aziende agli investimenti in
genere e alla partecipazione alle fiere specializzate.
Gli espositori previsti sono circa 120, rispetto all’ultimo
Salone Ufficio circa il 25% in meno. Le scelte aziendali
sono ben sintetizzate nel nostro sondaggio “Salone Ufficio sì, Salone Ufficio no”.
In Europa la situazione dell’ufficio può considerarsi moderatamente ottimista grazie ai segnali di Paesi come
Turchia e Gran Bretagna che nell’ultimo anno sono cresciuti a doppia cifra (i dati ufficiali FEMB saranno diffusi
proprio in occasione del Salone) e a Orgatec, lo scorso
ottobre, abbiamo potuto scorgere i segnali di discreta
vivacità attivati da questo andamento positivo.
In Italia, duramente provati dal pesante segno meno che
ha caratterizzato l’ultimo triennio, vediamo con occhio
meno tragico la chiusura del 2010: Centro Studi CosmitFederlegno valuta -1,9% il fatturato, che passa dai 1.145
milioni di euro del 2009 ai 1.123 del 2010, e -1,7 le esportazioni che scendono a 530 milioni di euro. Si può supporre che anche il nostro Paese seguirà l’andamento
positivo di altri del nord d’Europa, anche se non si registra ancora la stessa crescita. Ma gli eventi drammatici
che hanno segnato l’ultimo periodo potrebbero dare
all’economia mondiale una svolta imprevedibile che, non
essendo un’economista, non ho la presunzione di ipotizzare.
In questa situazione di fragilità si svolgeranno I Saloni
e quasi certamente l’atmosfera rifletterà l’incertezza e
l’impotenza che stiamo vivendo. Guardando nel recente
passato, si direbbe però che è stato proprio nei periodi
di crisi e di post crisi che l’Italia ha dato il meglio di
sé; ma il “miracolo economico” è nato dalle proposte
innovative di imprenditori intelligenti e lungimiranti e
non dalle risposte standardizzate alle domande del mercato. La crescita richiede propensione al rischio, l’innovazione vera non può esserci se gli imprenditori decidono di fare i finanzieri e se i progetti strategici si affidano
all’ufficio marketing. Penso che questa regola valga per
tutti i settori dell’economia e, perché no, anche per l’industria dell’ufficio che negli ultimi anni ha rischiato e osato
troppo poco. Possiamo sperare in qualche forma di contributo statale (da tempo si propone al governo una formula tipo “rottamazione” per gli arredi da ufficio) o l’entrata in vigore di qualche decreto (per esempio una nuova
normativa europea che, come già è avvenuto per le sedie
da ufficio, imponga scrivanie con piano regolabile in altezza) ma si tratterà comunque di piccole e temporanee
boccate di ossigeno.
Forse, anziché aspettare aiuti dall’esterno e trincerarsi
nella difesa di un vago “Made in Italy” un po’ appannato,
conviene liberarsi dalla pigrizia mentale, cercare davvero
strade diverse, sia in patria che all’estero, provare ad
adottare un’ottica imprenditoriale – ciascuno di noi per la
mansione che svolge – guardare con occhi più curiosi e
meno provinciali alle opportunità che la globalizzazione e
le tecnologie ci offrono, lasciare più spazio alle menti giovani più vitali e sensibili ai nuovi bisogni.
foto di Gabriele Pagani
[email protected]
È NELLA CRISI CHE SI GENERA L’INNOVAZIONE
IT’S RIGHT IN A PERIOD OF CRISIS THAT INNOVATION IS PRODUCED
In a new position and along with Euroluce, in concurrence with the Salone Internazionale del Mobile, Salone
Ufficio is back after three years. Three difficult years
for the world economy, for the whole furniture industry
and quite heavy for the office sector in particular. Three
years that have pointed out the companies’ scant disposition to invest and take part in trade fairs. Exhibitors are
expected to be about 120, 25% less over the last Salone
Ufficio. The company choices are summed up very well in
our survey “Salone Ufficio sì, Salone Ufficio no”. In
Europe the office situation can be considered as moderately optimistic thanks to the data coming from countries like Turkey and Great Britain, that have recorded a
double-figure growth in the past year (the official FEMB
data will be spread just during the Salone) and at
Orgatec, last October, we could detect fairly brisk signs
of a positive trend. In Italy, hard hit by the slump that
marked the last three years, we don’t overdramatize the
end of 2010: Centro Studi Cosmit-Federlegno estimates
-1,9% for the turnover, namely from 1145 million Euro in
2009 to 1123 in 2010, and -1,7 for exports, dropped to
530 million Euro. Our country, too, is expected to follow
the positive trend of the North Europe countries, although
a similar growth has not yet been recorded. But the dra-
matic events that have marked the last period might produce an unexpected shift in the world economy and,
being no economist, I’m not so conceited to speculate
about it. The Saloni will take place in such a fragile
situation and the atmosphere will almost certainly reflect
the uncertainty and impotence we are all experiencing,
architects and finance brokers, employees and entrepreneurs, ordinary people and the powerful. However, if we
consider the recent past, we see that it’s right in periods
of crisis and post-crisis that Italy is at its best; yet the
“economic miracle” resulted from the innovative proposal made by intelligent and far-sighted entrepreneurs
and not from some standardized answers to market
demands. Growth requires propensity to risk, a real
innovation is possible only if the entrepreneur decides to
be a finance broker and if the strategic projects are entrusted to the marketing department. I think that this rule
applies to all economic sectors and, why not, also to the
office industry, that hasn’t risked and ventured enough in
the past few years. Perhaps we’d better overcome our
mental laziness and try real different ways, and be more
curious to seize the opportunities offered by globalization
and technologies, to make room for the young minds,
more vital and sensitive to the new needs.
US-ufficiostile
è presente al
Salone del Mobile
Stand Il Sole 24ORE
Corso Italia - box 13
us 1/11 5
art direction dogtrot
photo Renai & Renai
design ambostudio e Grazia Azzolin
DESIGN E INNOVAZIONE PER IL LAVORO
Anteprima delle novità per l’ufficio che vedremo al Salone Ufficio o Fuori Salone
DESIGN AND INNOVATION TO WORK
Preview of the new office products we’ll be seeing at Salone Ufficio or Fuori Salone
1. Mascagni
OP System
Design Claudio Bellini
OP offre una duttilità e una
capacità di riconfigurazione
uniche, ha una linea pulita e
piacevole, che si adatta bene
a qualunque ambiente
OP features matchless
arrangement flexibility and
versatility, a neat and pleasant
line, that suits all kinds of setting
2. Segis
E-motion
Design Giancarlo Piretti
Leggera e facilmente impilabile,
questa sedia in polipropilene,
stampata con tecnologia air-
1
moulding, ha un dispositivo
integrato nello schienale che la fa
di flettere adattandosi a diverse
posture e aumentando il comfort
Light and easily stackable, this
chair in polypropylene carried out
3
with an air-moulding technology,
with a device in the back to suit
several postures with comfort
3. Caimi Brevetti
Externo
Design Angelotti & Cardile
Posacenere per esterni brevettato
che facilita notevolmente le
operazioni di pulizia e di
svuotamento; un fusto tubolare
in alluminio verniciato, alto 1m,
disponibile da terra o con
fissaggio a parete
Patented outdoor ashtray allowing
an easy clearing and emptying;
a tubular frame in painted
aluminium, 1m high, available as
floor-standing or wall-mounted
usdossier
2
DESIGN
design
exhibition
a cura di Gabriele Pagani
Partecipo a Salone Ufficio 2011 perché...
SALONI SÌ,
SALONI NO
I perché di una scelta
NELLO STILE DI FAZIO E SAVIANO
ECCO UNA SINTESI DELLE MOTIVAZIONI
E DELLE STRATEGIE CHE HANNO SPINTO
ALCUNE AZIENDE A PARTECIPARE
A SALONE UFFICIO 2011.
Franco Caimi, amministratore delegato di Caimi Brevetti
«La nostra è una azienda molto dinamica e la fiera è per noi
un momento di fondamentale
importanza poiché riusciamo a
mostrare a clienti e professionisti sia il design
che la qualità dei nostri numerosi nuovi prodotti. Salone Ufficio rappresenta un momento di
incontro con un pubblico internazionale».
Hall 22 Stand D20–D24
Hall 16 Stand E31
Alberto De Zan, amministratore delegato di Dieffebi
«Dall’inizio del periodo di crisi
del mercato, circa settembre
2008, abbiamo deciso di rivedere la nostra organizzazione
aziendale per ridurre drasticamente le spese
non strategiche, ottimizzare i processi, evitare
la cassa integrazione e non perdere la professionalità dei dipendenti. Non abbiamo mai
messo in discussione gli investimenti atti a sviluppare la crescita nel mercato; anzi abbiamo
destinato più risorse alla creazione di un ufficio
marketing stabile e continuato a investire in
comunicazione con il nuovo sito internet e con
la partecipazione a Orgatec. Riteniamo che il
Salone Ufficio 2011 sia un’ottima opportunità
di promozione internazionale del nostro marchio e dei nostri prodotti e di un modo tutto italiano di vivere e arredare gli uffici».
Hall 24 Stand D07-D11
Paolo Mascagni, presidente
e amministratore delegato
di Mascagni
«Partecipo al Salone Ufficio
2011 perché credo nell’eccellenza dell’Italian design e del
“sistema arredo”. Oggi l’Italia ha una grande
occasione per emergere nel mondo, dove sono molto apprezzati l’eleganza e il gusto italiani, bene espressi dai Saloni di Milano.
Dobbiamo far comprendere ad architetti e utilizzatori quanto questi valori migliorino la qualità della vita in ufficio».
Hall 24 Stand E07-E11
Marc Brunner, amministratore delegato di Brunner
«L’azienda tedesca Brunner,
uno tra i leader in Europa nel
settore contract, parteciperà
per la prima volta al Salone Ufficio per presentare l’azienda e le proprie collezioni al mercato italiano e poter creare e sviluppare una propria posizione.
In questa occasione l’azienda già presente nei
maggiori Paesi grazie a una distribuzione internazionale e alla presenza di sedi in Francia,
Inghilterra, Svizzera, Spagna, presenterà le novità al pubblico internazionale fruitore della manifestazione».
Hall 22 Stand C32 e Hall 6 Stand F38
Luca Moschetta,
titolare di Uffix
«Partecipiamo perché il Salone
Ufficio rappresenta un’opportunità per la visibilità dell’azienda; un momento di analisi e
confronto sia con il cliente sia con il mercato, in
quanto è diventato più che un’opportunità di
business, un’occasione di marketing e fidelizzazione del rapporto con il cliente mondiale.
Inoltre è una vetrina per la presentazione dei
nuovi prodotti».
Hall 24 Stand B19-B23
Fabio Santoni,
fondatore di Lafano
«Partecipiamo al Salone Ufficio
perché abbiamo molto da comunicare: nuovi prodotti, nuove logiche organizzative, nuovi
obiettivi. Perché la Fiera è un punto di incontro
fondamentale, soprattutto in vista della Expo
2015 e di ciò che sta avvenendo a Milano.
Perché è un evento internazionale e dunque
l’occasione giusta per parlare della presenza
commerciale all’estero e della “cessione di
know-how” che Lafano sta attuando da molti
anni.
Perché Lafano ha sempre investito nelle fasi
più difficili del mercato: i sorpassi si fanno
quando gli altri frenano».
Hall 22 Stand E33-F26
segue
8 1/11 us
1
1. Dieffebi
4. Doimo Office
Dot Box
Gutter
Design Hangar Design Group
Design Favaretto & Partners
Un sistema di storage
Il dettaglio in estruso di alluminio
componibile in alluminio,
al quale si fissano i piani di lavoro
modulare, flessibile e
consente molteplici soluzioni
multifunzione, pensato per
compositive, funzionali e
l'ufficio ma ideale anche
strutturali per questa scrivania
per ambienti living
direzionale
A modular, storage system
The part in extruded aluminium,
in aluminium, flexible and
where the worktops are fastened
multitasking, designed for
to, allows several, functional and
the office yet perfect for living
structural arrangements of this
rooms, as well
executive desk
2. Methis
5. Bralco
Hook
Ubi Evo
Design Jean Nouvel
Design Perin & Topan
Parete divisoria con alte
È una struttura agile, facilmente
prestazioni funzionali
modificabile; un dinamico concept
(sostenibilità acustica,
"orizzontale" senza muri e pareti
illuminotecnica, termica)
per favorire la comunicazione
ed estetiche.Un prodotto
e il sistema relazionale fra le
innovativo e unico nel suo
persone
genere, di grande carattere
e presenza scenica
It’s a versatile structure that can
be modified easily; a dynamic
High-performance and attractive
“horizontal” concept without walls
partition (sustainable sound,
to promote communication and
lighting and heating functions),
relations among people
An innovative product unique
of its kind, distinctive and
6. Bross
decorative
Snake
3. Estel
Insolita libreria composta
2
Design Giuseppe Bavuso
Sarpi
da moduli che si intrecciano
Design Carlo Scarpa
tra loro dando origine ad un
Riedizione del tavolo progettato
inedito gioco di forme e volumi.
dal Maestro nel 1974; ha
I moduli, in legno o acciaio,
struttura in metallo trafilato
sono sovrapponibili e accostabili
satinato e piano in vetro float
tra loro
in appoggio
An unusual bookcase formed
A new version of the table
by intertwining modules to create
designed by the Master in 1974;
a new play of shapes and volumes.
it features a drawn satin metal
The superimposable modules,
structure and a top in float glass
in wood or steel, may be drawn up
3
4
5
6
us 1/11 9
design exhibition
Monica Babini, amministratore delegato di Babini
«Abbiamo deciso di partecipare al Salone Ufficio non soltanto perché è il più importante evento di settore a livello internazionale, ma anche perché a distanza di tre
anni dall’ultimo appuntamento milanese e
dopo la forte crisi che ha colpito il settore, le
aziende presenti in fiera saranno quelle che
dimostrano davvero di essersi messe in gioco,
di voler investire e di credere nel proprio futuro.
Babini Office è stata una tra le prime aziende a
dare la propria adesione, noi ci crediamo e la
presenza in fiera farà la differenza!»
Hall 22 Stand B25 – B29
PCON.PLANNER 6.3 AL SALONE UFFICIO
EASTERNGRAPHICS PRESENTERÀ LA
VERSIONE 6.3 PRESSO LO STAND DI CAIMI
BREVETTI, HALL 22, STAND D20-D24.
È DISPONIBILE L'ULTIMA VERSIONE
DI PCON.PLANNER, LA SOLUZIONE
LEADER PER LA CONFIGURAZIONE,
VISUALIZZAZIONE E PREVENTIVAZIONE
NEL SETTORE DELL'ARREDO UFFICIO.
TRA LE NOVITÀ CI SONO L'INTEGRAZIONE
TOTALE DEI DATI OFML E LA FACILITÀ
DI UTILIZZO E QUALITÀ DEL MOTORE
RENDER.
IT’S AVAILABLE THE LATEST VERSION
OF PCON.PLANNER, THE LEADING
CONFIGURATION, VISUALIZATION AND
QUOTATION SOLUTION. AMONG THE NEW
FEATURES IS THE OFML DATA
INTEGRATION AND THE EASY TO USE BUT
POWERFUL RENDER ENGINE.
7
Francesco De Bortoli,
responsabile marketing di
Quadrifoglio Sistemi d’Arredo
«Quadrifoglio partecipa a Salone Ufficio 2011 perché ritiene
lo strumento fieristico il momento più importante e strategico nella comunicazione aziendale. La partecipazione a Salone Ufficio ha molteplici obiettivi: presentare
l’azienda, i prodotti e le novità ai propri target;
accrescere la corporate e brand identity e
awareness; stringere relazioni con potenziali
clienti e rafforzare i rapporti con i partners; sviluppare la formazione tecnica e commerciale
sui prodotti; confrontarsi con i principali competitors nazionali ed internazionali; confermare
il proprio ruolo nel panorama internazionale
dell’arredamento per ufficio».
Hall 24 Stand E05-F02
8
Paolo Fantoni, amministratore delegato Fantoni
«Partecipiamo a Salone Ufficio
perché è l'unico punto di riferimento di respiro internazionale
nel panorama fieristico del settore ufficio. Perché Milano è una piazza imperdibile... Perché sono tre anni che non ci siamo».
Hall 22 Stand A27-B20
Alberto Stella,
presidente Estel
«Aderiamo al Salone Ufficio
2011 per dare un messaggio
positivo, nonostante i momenti
non proprio felici che sta attraversando la nostra economia. Ormai parliamo
solo di problemi, sembra che si non riesca a
risolvere questo enpasse. Speriamo che questo evento sia di buon auspicio per tutti».
Hall 24 Stand E21–F14
9
10
10 1/11 us
11
Non partecipo a Salone Ufficio 2011 perché...
7. Sagsa
10. Bertelè
Parasta
Concerto
Design Favaretto & Partners
Design Orlandini Design
L'elemento principale strutturale
Sistema di sedute per collettività.
verticale di questa libreria è un
Fulcro del progetto è il fianco
foglio di lamiera tagliato laser
portante in pressofusione di
e successivamente pressato,
alluminio. Fra gli optionals:
sul quale vanno a incastrarsi
portabibite, tavoletta laptop,
i ripiani orizzontali
dispositivo iPad wireless, sistema
SALONI SÌ, SALONI NO
riscaldante interno
The chief, vertical, structural
component of this bookcase is a
Community seating system.
laser-cut and then pressed sheet
The heart of the design is the
metal, where the shelves are fit
supporting side in die cast
into place
aluminium. The optional extras
I perché di una scelta
NELLO STILE DI FAZIO E SAVIANO
ECCO UNA SINTESI DELLE MOTIVAZIONI
E DELLE STRATEGIE CHE HANNO SPINTO
ALCUNE AZIENDE A NON PARTECIPARE
A SALONE UFFICIO 2011.
include: bottle-holder, laptop
8. Lafano
stand, wireless iPad device, inside
Dodici
heating system
Design Paolo Pampanoni
Un tavolo, un sistema, una
11. Caimi Brevetti
dimensione: 12 mm per piani e
Moto
gambe, sintetizzando le forme,
Design Raffaello Manzoni
dilatando le proporzioni.
Originale oggetto con la doppia
Minimi gli spessori e massime
funzione di appendi-casco e di
le superfici (fino a 5 m), per
appendiabiti da parete, pensato
scrivanie e tavoli riunioni
in particolare modo per gli
amanti della motocicletta
A table, a system, a dimension:
12 mm for tops and legs,
An original object that may be
synthesizing shapes and
used as wall-mounted coat or
expanding proportions. Minimum
helmet hook, especially designed
thickness and maximum surface
for keen bikers
(up to 5 m) for desks and meeting
tables
12. I 4Mariani
Blade
9. Uffix
Design Matteo Nunziati
Collezione YO
Linea di arredi caratterizzata
Design Driusso Associati
da linee essenziali e rigorose,
Architects
ha la particolarità di avere una
Un concept dinamico che
"lama" di cuoio che attraversa
coinvolge trasversalmente tutti
tutte le superfici
i livelli dell’ambiente di lavoro:
workstation, open space, zona
Line of furniture marked by
meeting, executive e reception.
basic and neat lines, the
È disponibile in numerose finiture
peculiarity of which is a leather
“blade” crossing all surfaces
A dynamic concept suitable
for all working environments:
workstations, open space,
executive suites, meeting
and reception areas. Available
in several finishes
12
Matilde Archiutti, responsabile comunicazione e
marketing di Archiutti
«Archiutti ha deciso di presentare in modo più approfondito tutte le collezioni
2010-11 e soprattutto di promuovere la
nuova parete attrezzata www.60, progettata
da Ambostudio, attraverso un OpenHouse
che si terrà nel nuovo showroom.
Una sorta di “racconto prolungato” articolato
in un calendario di appuntamenti con i progettisti e in iniziative culturali e ludiche alla
scoperta del territorio».
Showroom Archiutti, via Fusana 5, Roncade
(Treviso) dal 25 marzo al 22 aprile.
Matteo Parma, sales
director East
Mediterranean Region di
Herman Miller
«Avendo un magnifico showroom in una zona chiave di
Milano, preferiamo partecipare al Fuori
Salone, evento che sta crescendo per importanza e adesione. Questa scelta presenta
diversi vantaggi: ci dà la possibilità di creare
eventi personalizzati di grande richiamo
offrendo uno spazio più ampio e la possibilità di estendere l'orario a piacere, accogliendo in modo più curato i visitatori; inoltre l’attenzione dei visitatori è focalizzata su Herman
Miller e non “distratta” da stand limitrofi».
Showroom Herman Miller, corso Garibaldi
70, Milano. 14 aprile evento su invito con la
presenza di Yves Behar.
Alberto Albertini, direttore
operativo di Methis
«Dopo il lancio dello scorso
anno di Hook, la nuova parete di Jean Nouvel, in Zona
Tortona, quest’anno abbiamo l’esigenza di approfondire e valorizzare le
altissime prestazioni di questa parete in ter-
mini di sostenibilità e sicurezza, di performance acustiche, termiche ed estetiche. Per
questo proponiamo un Open House nel
nostro showroom, allestito con una suggestiva ambientazione che racconta l’evoluzione
di Hook; inoltre sono previsti tre simposi su
invito, dal titolo “Colazione da Methis” per
dibattere e condividere conoscenze ed esperienze sul tema della qualità ambientale e del
benessere nel progetto degli ambienti collettivi».
Showroom Methis, via Tenca 24, Milano.
Dal 12 al 17 aprile, dalle ore 12 alle 20.
Alessandro Centrone,
amministratore delegato
di Sedus Italia
«Pur riconoscendo l’importanza e il grande valore d’immagine del Salone Ufficio,
quest’anno il periodo di svolgimento della
fiera coincide esattamente con il trasferimento della nostra sede, dopo 40 anni, in una
nuova location. Per noi l’appuntamento è solo
rimandato».
Nunzia Ricciardi country
manager Italia di Kinnarps
«Kinnarps non partecipa al
Salone Ufficio di Milano perché preferisce presenziare a
una vetrina più internazionale
come quella di Orgatec, ritenuta la più grande fiera per l’arredo ufficio in Europa; all’ultima edizione dello scorso ottobre i diversi
marchi del gruppo Kinnarps esponevano in
un ampio stand unificati dalla comune filosofia sintetizzata in queste tre parole chiave:
Communication, Concentration, Regeneration».
Alessandro Barison,
consigliere delegato
di Emme Italia
«Emme Italia non partecipa al
Salone Ufficio perché l’investimento necessario alla partecipazione, sia economico che logistico,
spesso non è alla portata della Micro Impresa, soprattutto con le recenti contrazioni
di fatturato e con il costante indebolimento
dei margini. Sarebbe auspicabile poter avere,
in futuro, la disponibilità di uno spazio collettivo dedicato ad una selezione di Micro Imprese d’eccellenza».
us 1/11 11
INCONTRI DEDICATI
ALL’UFFICIO
art direction: cheplero_Pd
Investire sull’ufficio: come e perché
Lo spazio di lavoro non può essere progettato senza conoscere
l’attività e le relazioni dei lavoratori che lo occuperanno: senza
benessere uno spazio di lavoro finisce per diminuire la produttività e la soddisfazione delle persone. Ciò è vero sia per i singoli lavoratori sia per i gruppi di persone. È uno dei risultati che
emerge dalle ricerche raccolte nel volume “Investire sull’ufficio:
come e perché”, a cura di Enrico Cietta edito da FrancoAngeli.
«Questo volume – spiega il presidente di Assufficio Alberto De
Zan – è stato realizzato nell’ambito del nostro progetto culturale
Ufficio Fabbrica Creativa come iniziativa del biennio 2010-2011.
Il libro è frutto della nostra collaborazione con Cosmit che non
solo ci ha aiutato a realizzare le ricerche, ma con cui abbiamo
organizzato il convegno “Ufficio Fabbrica Creativa. The Italian
Way!”, lo scorso anno». Il libro sarà presentato nel corso del SaloneUfficio.
DESIGN FOR YOU
Spiriti creativi, animi curiosi, pensatori dinamici,
noi progettiamo e produciamo per voi.
Oggetti in produzione limitata, oggetti senza
tempo, dove ogni singolo pezzo mantiene la
propria unicità grazie ad interventi artigianali
sapientemente inseriti nei processi industriali.
Creative spirits, curious minds, dynamic thinkers.
We design for you. Limited production objects,
timeless furniture, where each single piece keeps
its uniqueness through handmade details skilfully
combined with the industrial process.
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Haworth: New Ways of Working
Due serate dedicate ai nuovi modi di vivere lo spazio del lavoro
e ai concetti di comfort e benessere definiti attraverso parametri
scientifici applicabili al progetto.
13 e 14 aprile 2011, presso Haworth Creative Center, Piazza
Castello 19, Milano, ore 18.30 - 20.00. Modera: Donatella Bollani, Direttore Responsabile de Il Sole 24 ORE Arketipo.
Mercoledì 13 aprile: Le forme dell’eccellenza
Layout architettonici e processi di gestione del lavoro. Quali i
trend e le vere novità, i parametri da considerare durante la fase
di ideazione e di definizione esecutiva del progetto, le tendenze
riscontrate nei rapporti d’uso degli spazi del terziario, i nuovi protocolli per la gestione e manutenzione degli edifici per uffici.
Giovedì 14 aprile: Benessere e strategie d’impresa
Come i nuovi spazi d’impresa integrano le esigenze dei lavoratori, gli aspetti dell’ergonomia e l’analisi del processo decisionale a
supporto della strategia d’impresa.
Sedus: Wundergarden
Da martedì 12 a sabato 16 aprile lo showroom Sedus di piazza
Castello a Milano si trasforma in un luogo di natura immaginaria,
un giardino in cui mostrare una vita d’ufficio diversa, produttiva
ed emozionante. Musica, colore, luce, acustica, profumi, piante,
arte e design sono alla base della nuova cultura emozionale dell’ufficio.
Inaugurazione:12 aprile, ore 18,30.
Evento Musica e Arte: giovedì 14 aprile, ore 18,30.
design
company promo
INDUSTRIA CREATIVA
Donati investe e amplia le vedute del mondo delle sedie da ufficio
DALLA COLLABORAZIONE TRA IL CENTRO
INTEGRATO DI SVILUPPO PRODOTTO ED
ENGINEERING DELL’AZIENDA E I DESIGNER
DI FAMA INTERNAZIONALE NASCONO TUTTI
I COMPONENTI PER L’ARREDAMENTO D’UFFICIO
DI DONATI, NECESSARI ALLA CREAZIONE
DI UNA SEDIA COMPLETA. PROGETTI SVILUPPATI
E REALIZZATI INTERAMENTE IN EUROPA,
CON UN CONTROLLO RIGOROSISSIMO DI TUTTA
LA FILIERA, ELEMENTO IMPRESCINDIBILE
NELLA FILOSOFIA DI UN GRUPPO PER IL QUALE
LA RESPONSABILITÀ SOCIALE È MOTIVO
DI ORGOGLIO E FORTE ELEMENTO DI IDENTITÀ.
Donati Spa
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DONATI È PRESENTE A SALONE UFFICIO 2011
HALL 22 STAND C 36
Tutti i prodotti Donati sono progettati e realizzati interamente in Europa,
elemento imprescindibile nella filosofia di un gruppo per il quale la
responsabilità sociale è motivo di orgoglio e forte elemento di identità.
Sul versante ambientale Donati è da anni impegnata in uno sforzo di
messa in atto di comportamenti virtuosi che devono essere il punto di
partenza per la ricerca di uno sviluppo sostenibile. Lo dimostra il fatto
che è il primo produttore al mondo di componenti per sedie da ufficio
ad aver completato la EPD, Enviromental Product Declaration, basata
sul Life Cycle Assessment, e sulle Product Category Rules 2009/1,
conformemente ai requisiti ISO. La ricerca di obiettivi sempre nuovi e
ambiziosi ha condotto oggi Donati a proporsi come un partner globale
per le imprese che si trovano a dover competere all'interno di un mercato sofisticato e difficile come quello delle sedute da ufficio, capace di
assistere nella ideazione, sviluppo e realizzazione di tutti i componenti
necessari alla creazione di una sedia completa.
System 011
design studio zetass
sistema composto da
4 differenti versioni di seduta
monoscocca in tecnopolimero
e da 2 famiglie di basi modulari
in alluminio
The system is composed
of 4 monocoque tecnopolymer
versions and 2 modular
ranges of aluminium bases
CREATIVE INDUSTRY
Donati invests and expands the ideas of the office
chair world
The cooperation between the in-house product development and engineering centre and worldwide famous designers is at the basis of all the
components of Donati office furniture, necessary to produce a complete chair. Projects entirely developed and carried out in Europe, with a
strict control of the whole supply chain, which is a must for a group
considering social responsibility something to be proud of and a strong
identifying element.
I
us 1/11 13
design
cover story
a cura di Renata Sias
NATA DA UN
ARTIFICIO
STRUTTURALE
La nuova linea di sedie CB Chair
disegnata da Claudio Bellini
per Caimi Brevetti
LA COLLABORAZIONE TRA CAIMI BREVETTI E
CLAUDIO BELLINI, CHE NEGLI ULTIMI ANNI HA
GIÀ GENERATO ALCUNI INTERESSANTI PRODOTTI
COME LA COLLEZIONE SWING O LA LIBRERIA
AIR, CI OFFRE OGGI CB CHAIR, UNA LINEA DI
SEDUTE ASSOLUTAMENTE TRASVERSALE,
PERFETTAMENTE ADATTA PER LA CASA E PER
GLI AMBIENTI COLLETTIVI, PER L’UFFICIO E IL
BAR CHE SARÀ PRESENTATA AL SALONE
UFFICIO. OBIETTIVO DEL DESIGNER È STATO
QUELLO DI RISPECCHIARE LA FILOSOFIA DI
CAIMI BREVETTI ATTRAVERSO UN’ICONOGRAFIA
SEMPLICE, MA FORTE E RICONOSCIBILE, NATA
DALLA CONOSCENZA DEI PRINCIPI STATICI E
COMBINATA CON IDEE E CARATTERI
EMOZIONALI.
14 1/11 us
Uno dei caratteri distintivi di Claudio Bellini è quello di impostare il suo
lavoro di product design sulla base del dialogo e del confronto con il
committente: «Non solo mi piace lavorare in sintonia con il cliente, ma
cerco di calarmi nell’atmosfera dell’azienda di assorbirne la cultura per poterla esprimere nel prodotto che progetto» racconta il designer. «Nel caso di Caimi Brevetti, oltre alle persone che la gestiscono,
splendide sotto ogni punto di vista, quello che colpisce è il carattere di
grande onestà, coerenza e chiarezza. L’identità dell’azienda è un mix
di tecnicità, funzionalità e misura, legata però all’attenzione per il bel
disegno, alla cura nei materiali, nelle finiture e nella realizzazione.
In estrema sintesi credo che il carattere di Caimi Brevetti sia la fusione
di pragmaticità, quasi di umiltà, legato a un lavoro, attento e misurato, di controllo di tutte le fasi che danno vita al prodotto finito.
Pensando alla nuova sedia ho voluto che rappresentasse questo tratto distintivo che identifica la filosofia di Caimi Brevetti».
La sedia è certamente uno dei manufatti più complessi da disegnare: è
gravato da una storia antichissima, reso complesso dal profondo legame con il corpo umano e indissolubilmente legato al concetto di comfort, ma la sfida più grande è riuscire a centrare il suo valore iconografico, esprimere la sua forma e la sua “anima” in modo appropriato, in
relazione a dove questa sedia sarà collocata. Nel caso di una sedia
multipurpose, come CB Chair, questo aspetto assume un’importanza ancora maggiore.
Il concept applicato da Claudio Bellini nel progetto ha puntato sulla
valorizzazione dell’aspetto tecnico, mantenendo la semplicità nella
scocca, e sulla caratterizzazione formale, trasformando i vincoli
strutturali in vivaci elementi di riconoscibilità.
«Ho pensato di caratterizzare la scocca con un artificio strutturale»
La scocca monomaterica,
realizzata in tecnopolimero
Airek®, è facilmente
disassemblabile dalla struttura
di base in acciaio cromato,
CB Chair è disponibile in varie
tipologie
The frame entirely carried out
in a thermoplastic subsance,
Airek®, is easily disassembled
from the base structure in
chromium-plated steel,
CB Chair is available in many
models
spiega Bellini. «I risvolti laterali generano la
struttura senza ricorrere alle necessarie nervature; in un certo senso la nervatura strutturale
è entrata a far parte del disegno. Poi ho lavorato per darle un’iconografia più riconoscibile e
vibrante: i risvolti sono stati vuotati con forature che alleggeriscono l’immagine e danno
maggiore risalto e valore all’artificio; non è una
decorazione applicata, ma assume un valore
decorativo. I fori generano sorpresa, lasciano
passare la luce e intravedere lo sfondo, definendo un ulteriore livello di lettura che rende la
sedia più allegra e vibrante, il gioco diventa anche cromatico nel caso in cui si applichino imbottiture in colori contrastanti».
La storia del design offre numerosi esempi dove il confine tra sedia e scultura è labile; nel
caso di CB Chair, Bellini e Caimi sono riusciti a
trovare un punto di equilibrio: una elegante e
confortevole scultura per sedersi.
I
THE RESULT OF A STRUCTURAL
CONTRIVANCE
The new line of chairs CB Chair
designed by Claudio Bellini for Caimi
Brevetti
From the cooperation between Caimi Brevetti and Claudio Bellini, that has already
generated some interesting products in the
past few years, like the collection Swing or
the bookcase Air, now comes CB Chair, a
line of absolutely “cross” chairs, perfectly
suiting the home and communal rooms, the
office and the bar, that will be be presented
at Salone Ufficio. The designer’s goal was
to reflect Caimi Brevetti’s philosophy
through a simple, yet strong and recognizable, iconography based on static principles
and combined with emozional characteristics and ideas.
The concept underlying the CB project aimed
at setting off the tecnical aspect, through a
plain frame, and at a distinctive form, by
changing the structural restrictions into lively
identifying components.
«I thought I could characterize the frame
through a structural contrivance» Bellini
explains. «The side flaps produce the structure, in a way the structural rib has become
part of the design. Then I tried to give it a more
recognizable and vibrant iconography: the
flaps were emptied through perforations to
lighten the look and enhance the contrivance;
it isn’t an applied decoration, yet it plays a
decorative role».
The history of design offers several examples,
where the boundary between chair and sculpture is weak; as regards CB Chair, Bellini and
Caimi could find a point of balance: a refined
and comfortable sculpture to seat down.
I
us 1/11 15
workplace
award
a cura di Renata Sias con Aurelia Debellis
foto di Gabriele Pagani
Main sponsor
www.ahec-europe.org
Sponsor
www.akzonobel.com
Sponsor tecnici
CAIMI, ARCHIUTTI
www.caimi.com
www.archiutti.com
Patrocini
www.aipi.it
www.assufficio.it
US AWARD:
WORKPLACE.
QUALITY
AND
INNOVATION
Opinioni a confronto sui nuovi
valori del progetto
IN OCCASIONE DELLA CONSEGNA DEI PREMI
AI VINCITORI DELLA TERZA EDIZIONE DI US
AWARD, SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO PRESSO
LA SEDE DE IL SOLE 24 ORE CON ASSOCIAZIONI,
PROGETTISTI, COMMITTENTI E FRUITORI DEI
MIGLIORI WORKPLACE, ANCHE QUEST’ANNO
NUMEROSI, CREATIVI, E PROIETTATI VERSO
IL LAVORO DEL FUTURO. LA TAVOLA ROTONDA
CHE PRECEDE LA CONSEGNA DEI PREMI SI
CONFERMA UN MOMENTO DI IMPORTANTE
RIFLESSIONE SUI NUOVI VALORI DEL PROGETTO
DELL’AMBIENTE DI LAVORO.
16 1/11 us
Giunto alla sua terza edizione, US Award 2010 prize giving si conferma
un momento di confronto fra tutte le figure professionali coinvolte nella
creazione di workplaces, a coronamento dell’omonima “competizione
poco competitiva”, ancora una volta vetrina per oltre 100 progetti fra
architetture e interiors. La cerimonia di consegna dei premi, articolata
quest’anno in varie sezioni, ha visto la partecipazione di oltre 260 persone e la presenza di qualificati relatori in rappresentanza degli Enti e
delle Associazioni che hanno patrocinato la manifestazione: AIPI (Associazione Italiana Progettisti d’Interni), Assufficio, ECIA (European Council of Interior Architects), ErgoCert, FEMB (Federazione Europea dei
Produttori di Arredo per Ufficio), GBC Italia (Green Building Council),
GiArch (Coordinamento Associazioni Giovani Architetti), Great Place
To Work Italia, Ordine degli Architetti di Milano.
Quest’anno ad aprire la serata sono stati i lavori di Comfortseating,
manifestazione organizzata da Ergocert incentrata sull’ergonomia ed il
comfort della seduta, che ha introdotto le tematiche inerenti lo spazio
lavorativo, cardine anche della ricerca US Award. Il benvenuto ufficiale
è stato rivolto da Fabio Franzoni, direttore della Divisione Industry Business Media del Gruppo 24 Ore, che ha ribadito l’esito numericamente e qualitativamente rilevante di questa terza edizione.
Dopo il ringraziamento agli sponsor AHEC e Akzo Nobel, promotori
delle sezioni speciali del premio wood@work e color@work, e agli
sponsor tecnici Archiutti e Caimi Brevetti, ha preso inizio la tavola rotonda, strutturata quest’anno in due tempi.
Apre la prima parte la direttrice di US-Ufficiostile e moderatrice della
serata Renata Sias che chiede un parere sul progetto vincitore Think
www.ecia.net
www.ergocert.org
www.femb.org
www.gbcitalia.org
www.giarch.it
www.greatplacetowork.it
www.ordinearchitetti.mi.it
A destra:
I relatori della prima parte
della tavola rotonda; da
sinistra: Renata Sias, Andrew
Boffa, Gilberto Dondè, Franco
Raggi, Alberto Rigolone,
Francesco Marcolin, Oliviero
Tronconi.
Pagina a fianco:
I relatori della seconda parte
della tavola rotonda; da
sinistra: Renata Sias, Alberto
De Zan, Michele Falcone, Carlo
Beltramelli, Marco Mari,
Maurizio Dori, David Venables,
l’interprete, Joke van
Hengstum.
Garden a Andrew Boffa, vice Presidente
dell’Associazione Giovani Architetti Torino
e delegato GiArch Italia.
Questo spazio ultratecnologico per lavoratori
nomadi, reale ma ora inesistente, che ha ospitato per una settimana uffici ad uso temporaneo attenti e aperti per definizione a molteplici
usi è un “ufficio che non c’è” cui può accedere solo chi è dotato di creatività e immaginazione – come nella “Isola che non c’è” di Barrie –
oppure un concetto concreto e vicino alle esigenze lavorative di oggi? L’ufficio temporaneo
è una realtà emergente che va a colmare la
mancanza di spazi dedicati a tipologie di lavoro itineranti o legate a grandi eventi temporanei, quali furono nel 2006 le Olimpiadi invernali
di Torino. La natura transitoria di questi uffici
pone ai progettisti una grande ed obbligata
sfida: la sostenibilità dell’allestimento degli
spazi, che devono essere ultraefficienti ed attrezzati nel momento del loro utilizzo senza
costituire un “gravame” ambientale al momento della loro dismissione.
A tale proposito Gilberto Dondè, amministratore Delegato di Great Place to Work Italia,
che come ogni anno ha stilato la classifica del-
le migliori aziende italiane, riporta i dati dell’ultimo studio sul tema Inspiring People dedicato ai principali fattori di motivazione dei dipendenti. Rileva l’importante valore del “nomadismo lavorativo” che il progetto Think Garden
mette in luce, un carattere frequente anche
all’interno delle aziende più dinamiche, il nomadismo può guidare la definizione di spazi
più democratici, distribuiti guardando alle reali
esigenze di ciascun ruolo operativo rispetto
allo svolgimento di un teamwork, piuttosto che
a scale gerarchiche astratte. Secondo i dipendenti intervistati, anche la sicurezza e la trasparenza che un’azienda riesce a comunicare
spazialmente sono valori “ispiratori” come confemano tra gli altri anche i feedback relativi alle
nuove sedi Cisco e Tetrapak, ambedue presentate a US Award.
A Franco Raggi, vicepresidente dell’Ordine
degli architetti di Milano, che aveva lanciato
nella passata edizione una provocazione incitando al caos e allo “scoordinamento creativo”
in ufficio in risposta all’ormai superato concetto di spazi di lavoro ripetitivi e gerarchizzati,
viene chiesto se si possa identificare questa
caratteristica fra i progetti presentati a US
Award. Raggi nota che il concetto di caos,
come valore positivo, prende piede nonostante la resistenza del mercato e del marketing
per i quali gestire il caos è più difficile che gestire l’uniformità e crea difficoltà nel definire un
catalogo e nel proporre dei modelli.
Anche la scelta di Raggi ricade su Think Garden, spazio “caotico” portatore di una diversità programmata all’interno di un sistema elastico, che rinuncia all’autocompiacimento del design e definisce un’immagine che appartiene
più a comportamenti di occupazione dello
spazio che non a delle forme. Anche l’adesione da parte dei giurati a questa “struttura
destrutturata” che offre una libertà di occupazione e fruizione dello spazio è più culturale
che formale; è anche ideologica perché l’idea
degli spazi nomadi implica un’etica dell’uso
dello spazio. Come nel car-sharing, l’uso nomade non solo è più economico, ma ci permette di condividere lo spazio che rimane: chi
è nomade non spreca spazio, usa solo quello
che serve. Altre proposte per gli uffici del futuro? Un letto, o una chaise longue a disposizione dei lavoratori, per un breve nap o per leggere distesi…
us 1/11 17
workplace award
Con Alberto Rigolone, vicepresidente AIPI
(Associazione Italiana Progettisti d’Interni), l’attenzione si focalizza sugli elementi fondamentali – struttura, funzione, estetica – e su come
sono stati affrontati nei progetti di US Award.
Anche se, a una lettura sommaria, la comunicazione e la rappresentatività dello spazio appaiono privilegiate negli spazi comuni come le
lounge o le break area a scapito degli spazi
operativi, emerge invece come decisa scelta
progettuale – che coincide anche con i desiderata del fruitore – l’affidare agli spazi di rappresentanza l’immagine forte dell’azienda, privilegiando nelle aree operative una lineare sobrietà che è frutto di scelte ergonomiche e tecnologiche a favore di chi lavorerà in quegli spazi.
Un punto di vista sull’ergonomia degli ambienti presentati alla competizione è stato chiesto a
Francesco Marcolin, ergonomo europeo
certificato e docente presso l’Università di
Udine, che ha ribadito l’approccio multidisciplinare e sistemico della disciplina. Anche se
l’ergonomia della seduta è un fattore importante e un elemento a cui l’utente è molto sensibile, tutti i principi ergonomici dovrebbero essere assimilati e integrati ai punti fondamentali di un progetto – fino a rendere inutile la professione dell’ergonomo! – per ottenere risultati
spaziali capaci di esprimere non solo un grado
elevato di comfort “misurato” dagli ergonomi,
ma soprattutto uno “percepito” positivamente
da tutti i suoi fruitori. Sarebbe interessante
un’indagine sul campo che abbia come oggetto l’ergonomia dei progetti presentati a US
Award per avere una post occupancy evaluation anche sul comfort percepito dai fruitori.
Esistono diversi metodi per valutare la soddisfazione reale degli operatori ed ErgoCert ha
sviluppato un disciplinare tecnico per la certificazione e sviluppato un software per tenere
sotto controllo tutte le variabili che concorrono
a costituire il Comfort dell’Ufficio.
Oliviero Tronconi, professore ordinario di
Tecnologia dell’Architettura al Politecnico
di Milano, chiude la prima parte della tavola
rotonda rivolgendo una riflessione critica sul
tema dei costi di manutenzione: il risparmio
energetico genera edifici sempre più leggeri,
sempre più “a secco”, ipertecnologici a basso
impatto ambientale dove la componente impiantistica è fondamentale. E non pensare alle
18 1/11 us
attività manutentive in fase di progetto significa
aumentarne considerevolmente i costi.
In Italia il panorama rispetto a queste problematiche appare ancora piuttosto arretrato rispetto all’estero, benché l’architettura e il design italiani siano sempre molto avanzati e di
ottima qualità. Secondo le ricerche svolte in
proposito, il costo di manutenzione di questi
edifici-macchina spesso incide troppo pesantemente; in alcuni casi si arriva a equiparare,
con i soli costi di manutenzione, i costi complessivi di costruzione dell’immobile in soli 13 o
14 anni. Dobbiamo salvaguardare la nostra
qualità progettuale senza trascurare l’obiettivo
dell’integrazione progettuale sistemica, anche
perchè la committenza evoluta lo pretende. I
grandi gruppi multinazionali hanno standard di
efficienza, di consumi energetici, di costi di
manutenzione – standard di riferimento precisi
anche sui costi gestionali con il costo pro capite per ogni dipendente – che devono essere
rispettati già in fase progettuale e su questo
aspetto, anche se l’Italia è il Paese della piccola industria, dobbiamo assolutamente crescere. Il cambio dei relatori è preceduto da un
intermezzo dedicato alla presentazione della
nuova sede del Gruppo 24Ore a Pero, un
progetto di notevole interesse firmato Goring
&Straja, inserito come “fuori concorso” a US
Award per evitare conflitti di interesse.
È proprio Andrè Straja a salire sul palco per
descrivere gli elementi salienti di questo edificio, vincitore di un concorso internazionale e
già insignito del “Mattone d’Oro” come edificio
più eco-sostenibile della Lombardia.
Renata Sias, citando la “Lettera di un giovane
architetto” dove Alexandros Tombazis scriveva «Ricordate che costruire nuoce al nostro
pianeta. Bisogna fare attenzione e intervenire
con delicatezza perché di pianeta ne abbiamo
uno solo», prende spunto da questa affermazione per chiedere se si possa considerare un
intervento “delicato”. Straja ricorda la certificazione in Classe A, ma soprattutto definisce
“onesto” questo edificio circondato dal verde
che rispetta il brief del committente e il territorio circostante; considera una “fortuna” l’incarico ricevuto dal Gruppo 24 Ore che ha dato la
possibilità di progettare anche gli interni che
giocano sulla trasparenza e sul colore, impostando un layout semplice ma attento alle esi-
genze di chi lavora, a partire dall’ottima qualità
acustica.
Alberto De Zan, presidente di Assufficio, apre
la seconda parte della tavola rotonda ricordando che, dalla ricerca “Ufficio Fabbrica Creativa”, risulta che in Italia solo il 20% degli architetti è “specializzato” nel progetto ufficio e
spesso anche i dealer non sono sufficientemente preparati; racconta quindi i passi concreti che l’associazione sta facendo verso una
cultura di cui va alzato il livello: cita il titolo del
nuovo volume ”Investire sull’ufficio come e perché. Spazio di lavoro come risorsa per migliorare l’azienda” e un corso di alta specializzazione sul progetto dell’ufficio con il Politecnico di
Milano che inizierà a breve.
Michele Falcone, presidente FEMB, accenna ai dati economici recenti relativi al mercato
dell’ufficio in Europa, dichiarandosi moderatamente ottimista grazie ai segnali di Paesi come
Turchia e Gran Bretagna che crescono a doppia cifra. In Italia si può supporre che l’andamento sarà analogo, ma non si vede ancora
questa crescita; purtroppo l’arredo continua a
essere considerato solo costo e non investimento e perché una vera crescita ci sia, è
necessaria una più profonda operazione culturale.
Joke van Hengstum, presidente ECIA (European Council of Interior Architects) appositamente arrivata dall’Olanda, offre una panoramica sull’approccio dell’interior design in altri Paesi d’Europa. Ammette che ci sono diversità
ma dipendono, più che dalle diverse culture e
tradizioni locali, dalle differenze adottate nelle
modalità di lavoro. L’habitat ufficio sta cambiando e cambierà sempre più, sia per fattori
sociologici esterni che per il cambiamento dei
modi di lavoro: lì si svolge un lavoro in squadra,
sempre più creativo e connesso in rete. Il lavoro individuale, invece, può essere svolto anche
a casa, part-time, per poter dedicare più tempo alla famiglia. “Credo che nel nord Europa
questi concetti siano applicati su scala più
ampia perché c’è una maggiore apertura mentale e più uguaglianza tra le persone, anche tra
uomini e donne”.
La qualità di questi ambienti di lavoro è fondamentale per i risultati produttivi; anche se i costi
segue a pag. 22
workplace
company promo
FATTORE ALPHA
ALL’ARSENALE DI VENEZIA
Il design di Archiutti incontra l’architettura di Cecchetto
IN COLLABORAZIONE CON LO STUDIO DI
ARCHITETTURA CECCHETTO&ASSOCIATI,
ARCHIUTTI PARTECIPA ALLA REALIZZAZIONE
DELL’AFFASCINANTE PROGETTO DI
RIQUALIFICAZIONE DELL’ARSENALE NORD
TRASFORMATO NELLA SEDE DEL POLO DI
RICERCA CNR ISMAR CHE, ALL’INTERNO DEI
CAPANNONI DELLA NOVISSIMA, SI SVILUPPA
PER 200 METRI LUNGO LO SPECCHIO D’ACQUA
INTERNO AL COMPLESSO ARSENALIZIO.
La nuova sede del polo direzionale e di ricerca CNR ISMAR è un interessante esempio di integrazione tra preesistenza e nuove strutture
attraverso un intervento dinamico e innovativo; un contesto di archeologia industriale valorizzato anche nelle scelte degli allestimenti interni
con Fattore Alpha di Archiutti, un prodotto essenziale, ma con una forte
personalità capace di inserirsi nelle atmosfere uniche dell’Arsenale.
La purezza delle linee geometriche, l’attenzione al dettaglio, l’eleganza
delle finiture, la lucentezza dei metalli e del cristallo interpretano l’essenza di un edificio simbolico e di forte rappresentatività per la città di
Venezia.
Fattore Alpha, disegnato da
Ambostudio e Grazia Azzolin,
è un sistema di tavoli
declinabili per situazioni
operative, uffici direzionali
e sale riunione. Attraverso le
molteplici finiture, attrezzature
e dotazioni multimediali,
integra le diverse funzioni
interpretando una nuova
concezione dell'operatività
Fattore Alpha, designed by
FATTORE ALPHA AT ARSENALE DI VENEZIA
Archiutti’s design meets Cecchetto’s architecture
Ambostudio and Grazia Azzolin,
is a system of tables to be used
in back offices, executive suites
Together with the architecture studio Cecchetto & Associati, Archiutti takes part in the carrying out of the charming upgrading
project of Arsenale Nord, changed into the headquarters of the
CNR ISMAR research centre.
and meeting rooms, thanks to
the manifold finishes, fittings
and multimedia equipment
available for the different tasks
The new business and research centre CNR ISMAR is a context of
industrial archaeology also enhanced by the interior decoration carried
out with Fattore Alpha by Archiutti, a basic product yet with a marked
personality, that can fit into the unique atmosphere of the Arsenale.
The pure, geometric lines and the refined finishes are the very essence
I
of a symbolic, distinctive building of the city of Venice.
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workplace award
US AWARD:
WORKPLACE.
QUALITY
AND
INNOVATION
Exchange of views about the new
values of office design
Now held for the third time, the US Award 2010
prize-giving is an opportunity for all the professional figures involved in the carrying out of
workplaces to exchange views, as the conclusion of the homonymous “not too competitive
competition”, a showcase for over 100 projects.
The ceremony was attended by over 260 people
and some qualified speakers on behalf of the
Bodies and Associations that sponsored the
event, AIPI, Assufficio, ECIA, ErgoCert, FEMB,
GBC Italia, GiArch, Great Place To Work Italia,
Ordine degli Architetti di Milano.
Renata Sias, editor of US-Ufficiostile and chairwoman of the evening, opened the debate and asked
Andrew Boffa, vice chairman of the Turin
Association of Young Architects and delegate
GiArch Italia his opinion on the winning project
Think Garden. The temporary office is an emerging
trend to remedy the lack of spaces meant for itinerant working procedures or related to big temporary
events, such as the Turin Winter Olympic Games in
2006.
The provisional nature of these offices means a great
challenge to the designer: the sustainability of the fit20 1/11 us
ting out to obtain ultra-efficient spaces without weighing heavily on the environment when they are no
longer used.
On this subject, Gilberto Dondè, managing director of Great Place to Work Italia pointed out the
major role played by the “working nomadism”
emphasized in the project Think Garden, a frequent
trait also inside the most dynamic companies,
nomadism may help to define more democratic
spaces.
Also the choice made by Franco Raggi, vice chairman of the Milan Architects Association, fell on
the Think Garden, a “chaotic” space bearer of a
diversity planned within a flexible system, that gives
up the self-satisfaction of design and defines an
image relating to space occupation behaviours
rather than to shapes. As in the case of car-sharing,
the nomadic use isn’t just less expensive, but it
allows to share the remaining space: a nomadic worker doesn’t waste space and uses what answers
their purpose only.
With Alberto Rigolone, vice chairman AIPi, the
attention was focused on some basic elements –
structure, function, appearance – and on how they
hade been faced in the projects of US Award: he
shared the choice to entrust the strong corporate
image to the official rooms, and opting instead for a
consistent simplicity in the offices, which is the outcome of ergonomic and technological choices.
An opinion on the ergonomics of the settings presented at the competition was asked to Francesco
Marcolin, teacher of ergonomics at the University of Udine, who has confirmed the cross-disciplinary and systemic approach of this subject. All ergonomic principles should be present in the project to
obtain spaces expressing not only a high standard of
comfort “measured” by ergonomists, but most of all
a comfort positively “felt” by all users.
Oliviero Tronconi, full professor of Technology of
Architettura at Politecnico di Milano, wound up
the first part of the panel with a critical reflection on
the subject of maintenance costs: energy saving
produces increasingly light buildings, increasingly
“dry”, hyper-technological and low impact, where
plant engineering is basic. And not to consider maintenance during the planning means to increase its
costs considerably.
The change of speakers occurred after a break for
the presentation of the new headquarters Gruppo
24 Ore at Pero, designed by Goring & Straja.
And just Andrè Straja came up to the platform to
describe the salient features of this building, winner
of an international competition that has already been
awarded the “Mattone d’Oro” as the most ecosustainable building in Lombardy.
Alberto De Zan, chairman of Assufficio, points out
that in Italy only 20% of the architects “specializes” in
the office project and often even the dealers are not
adequately prepared; then he told about the actual
steps the association is taking.
Michele Falcone, chairman FEMB, mentioned the
recent economic data concerning the office market
in Europe, declaring himself moderately optimistic
thanks to the signs coming from countries with a
two-figure growth.
Joke van Hengstum, chairwoman ECIA, acknowledged that there are differences, but they depend
upon the different working procedures adopted
rather than upon the different local traditions and cultures. Teamwork is carried out inside the office,
instead individual work may be carried out at home,
part-time.
«I think that in Northern Europe these concepts are
applied on a wider scale because there is more
open-mindedness and more equality between people, also between men and women».
To change the working environment really and truly
you must change the companies’ culture, not only
the planning approach.
Marco Mari, partner of GBC Italia, stressed the
importance of sustainability again and the need to
revise the whole planning and execution process of
the building and to appraise if and to what extent
what we are building is sustainable, not only energetically, but also from an overall point of view: waste
handling, water, recyclable materials, etc. The he
summed up the chief sustainability labels now available and the differences between these models and
those used by LEED.
David Venables, European manager of AHEC
(American Hardwood Export Council), invited to a
more massive use of wood in architecture, praising it
as the material with the lowest environmental impact
and considering its complete life cycle; American
wood is competitive in price and performance, it’s
available in many species, it’s certified and has a low
impact even on transports because it is shipped.
Maurizio Dori, market manager at Akzo Nobel
Powder Coatings Italia stresses the strong emotional impact of colour, although the leading companies
live on the production of tons of “not speaking”
colours: white, black and grey used in the industry.
Now even the trends of colour lead to sustainability,
as stated in the slogan “Every colour is green”.
I
workplace
company promo
LA CORNICE DIVENTA PREMIO
Sistema di segnaletica Brera di Caimi Brevetti
NELLE MANI DEI VINCITORI, LE CORNICI BRERA
SONO STATE PROTAGONISTE DELLA CERIMONIA
DI PREMIAZIONE DI US AWARD. QUESTA
ORIGINALE CORNICE, RILETTURA IRONICA E
FUNZIONALE DEI SISTEMI DI COMUNICAZIONE,
PENSATA PER IMPREZIOSIRE IL MESSAGGIO
CONTENUTO, HA AGGIUNTO VALORE ALLE
MENZIONI PREMIO DEI PROGETTI NELLE
CATEGORIE COLOR@WORK E WOOD@WORK.
Brera è un sistema brevettato di segnaletica e comunicazione, progettato da Raffaello Manzoni per Caimi Brevetti; è formato da cornici-espositori bifronte in policarbonato disponibili in tre diversi formati e liberamente aggregabili all’infinito, orizzontalmente o verticalmente.
Estremamente flessibile, oltre all’utilizzo inedito come targa premio per
US Award, questo prodotto consente la realizzazione di installazioni
espositive negli ambienti più diversi: da quelli domestici ai luoghi strettamente di lavoro quali uffici e spazi aperti al pubblico, come negozi e
showroom, spazi espositivi ed alberghi.
THE FRAME TURNS INTO A PRIZE
Sign System Brera by Caimi Brevetti
La cornice Brera è realizzata
in policarbonato con fogli
interni di protezione in PET,
trasparente, flessibile e
riciclabile. Due le opzioni
di aggancio: direttamente
a parete oppure a
soffitto/pavimento,
attraverso corde e attacchi
in tecnopolimero dotati
di morsetto interno per
il bloccaggio e la regolazione
dell’altezza.
The frame Brera is in
In the winners’ hands, the picture frames Brera were the players of
the US Award prize-giving ceremony. This original frame, an ironic
and functional interpretation of communication systems, has added value to the accolades awarded to the designs for the categories color@work and wood@work.
polycarbonate with inside
protection sheets in PET,
transparent, flexible and
recyclable. Two hooking
options: wall or ceilingmounted or floor-standing
Brera is a patented communication and signs system designed by
Raffaello Manzoni for Caimi Brevetti; it consists of bifronted display
units-frames available in three sizes to be linked freely ad infinitum, horizontally or vertically. Extremely flexible, besides the new use as plaque
for the US Award, this product allows to carry out expository installaI
tions in all kinds of settings.
us 1/11 21
workplace award
di questo tipo di uffici sono più alti rispetto a
quelli tradizionali, le persone che li occupano –
anche temporaneamente con posti di lavoro
condivisi – sono un numero decisamente inferiore, quindi senza sprechi per l’azienda. Van
Hengstum conclude sottolineando che in verità è l’azienda a decidere l’approccio del progetto, il designer può solo dare forma alle scelte e all’organizzazione aziendali; per cambiare
davvero gli ambienti di lavoro deve cambiare la
cultura delle aziende, non solo l’approccio progettuale.
Carlo Beltramelli, membro attivo del Board
ECIA, collegandosi al pensiero della Presidente ECIA, aggiunge: «Il concetto di temporaneità che si sta sviluppando e che probabilmente
si amplierà nel prossimo futuro darà le risposte
necessarie ad un mondo del lavoro che si rivela sempre più flessibile e sempre più esigente
da molteplici punti di vista. Il lavoro di squadra
citato giustamente da Joke dà la possibilità di
lavori “a progetto” che comportano meeting
periodici che spesso non trovano adeguata
location: l’ufficio temporaneo potrà risolvere
questi problemi in modo adattabile alle esigenze di chiunque».
Marco Mari, socio di GBC Italia (Green Building Council), torna sull’importanza della sostenibilità, sottolineando la necessità sia di rivedere l’intero processo di progettazione e
realizzazione dell’edificio, sia di misurare se e
quanto ciò che costruiamo è sostenibile, non
solo energeticamente, ma anche da un punto
di vista complessivo: gestione rifiuti, acqua,
materiali riciclabili, ecc. Sintetizza poi le principali certificazioni di sostenibilità esistenti e le
differenze tra questi modelli e quelli che utilizza
LEED, il sistema che più si è diffuso nel mondo, basato sulla misurazione del valore delle
performance che danno punteggio.
È importante tenere in considerazione che il
percorso di certificazione nasce dall’inizio del
progetto, richiede una documentazione particolareggiata e si conclude solo quando l’edificio è concluso e abitato e l’autority può verificare se gli obiettivi che erano stati dichiarati
sono stati raggiunti. Con una visione prettamente anglosassone è anche giusto chiedersi:
Quale è il tempo in cui il mio investimento ritorna? E la risposta è possibile solo se il processo inizia dalla fase iniziale prevedendo tutte le
22 1/11 us
performance dell’edificio.
David Venables, direttore europeo di AHEC
(American Hardwood Export Council), invita a
un uso più massiccio del legno in architettura
elogiandolo come il materiale con il più basso
impatto ambientale e considerandone il ciclo di
vita completo. Nota che in Italia, dove si importano circa 150/200.00 mc di legno all’anno, i
progettisti, pur attenti alla scelta delle essenze,
spesso non sono interessati alla loro provenienza. C’è talvolta il pregiudizio che il legni
americani costino più di quelli europei o non
siano sostenibili. In realtà, con il cambio dollaro/euro attuale i costi sono identici, ma ci sono
altri criteri che dovrebbero far scegliere i legni
americani: il legno americano è competitivo nel
prezzo e nelle performance, è disponibile in
moltissime specie, è certificato e ha un basso
impatto ambientale anche nei trasporti perchè
le spedizioni avvengono via mare e quindi con
impatto inferiore rispetto al trasporto su strada.
Maurizio Dori, market manager di Akzo Nobel Powder Coatings Italia evidenzia il forte
impatto emotivo del colore, nonostante le aziende leader vivano grazie alla produzione di
tonnellate di colori “non parlanti”: bianco, nero
e grigio usati nell’industria.
Oggi l’attenzione del Centro Estetico dell’azienda è sempre più vicino alle esigenze di chi
progetta per rispondere alle richieste del mercato più che alle nuove mode nell’uso del colore. Le tendenze portano verso la sostenibilità,
come dichiara lo slogan “Every color is green”
adottato dal gruppo e verso investimenti sempre maggiori per garantire la qualità del prodotto. Una qualità della superficie che spesso
viene dimenticata nel progetto ma che, pur
incidendo solo dal 3 al 7 % sul totale del costo
di un progetto, ha un importanza straordinaria
I
sull’esito finale.
US AWARD:
PRIZE GIVING
CEREMONY
I progetti vincitori raccontati
dagli autori
COME CONSUETUDINE DELLA COMPETIZIONE
US AWARD, GIUNTA QUEST’ANNO ALLA TERZA
EDIZIONE, LA CONSEGNA DEI PREMI AI
VINCITORI PRESSO LA SEDE DE IL SOLE 24 ORE,
NON È SOLO UN MOMENTO DI
RICONOSCIMENTO PUBBLICO AL MERITO DEI
PROGETTISTI, MA SOPRATTUTTO L’OCCASIONE
PER CONOSCERE GLI ELEMENTI PIÙ SALIENTI
DEI PROGETTI, IN PRIMA PERSONA DALLA
VOCE DEGLI ARCHITETTI, INSIEME ALLE
MOTIVAZIONI, ALLE STRATEGIE AZIENDALI
E AI BRIEF FORNITI ESPRESSI NELLE
TESTIMONIANZE DEI COMMITTENTI.
ECCO I COMMENTI DEGLI
ARCHITETTI WINNERS E DEI LORO
COMMITTENTI, RILASCIATI SUL PALCO AL
MOMENTO DELLA CONSEGNA DELLE TARGHE
PREMIO. PUNTI DI VISTA DIVERSI, MA
FORTEMENTE INTEGRATI PERCHÈ NON PUÒ
ESISTERE UN BUON PROGETTO SENZA UN
COMMITTENTE ILLUMINATO E, COME
SOTTOLINEATO ANCHE DA JOKE VAN HENGSTUM
NEL CORSO DELLA TAVOLA ROTONDA,
È L’AZIENDA A DECIDERE L’APPROCCIO DEL
PROGETTO, IL DESIGNER PUÒ SOLO DARE
FORMA ALLE SCELTE E ALL’ORGANIZZAZIONE
AZIENDALI.
1° Premio Architettura
Uffici e laboratori CNR ISMAR, Venezia;
Progetto: Studio Cecchetto & Associati
SEZIONE
ARCHITETTURA
1
2
3
1. Da sinistra: arch. Alberto
Cecchetto; Giacomo Vettoretto
di Archiutti e Fabio Trincardi,
direttore di CNR ISMAR
Alberto Cecchetto descrive in modo appassionato lo straordinario sito («In realtà ha vinto
l’Arsenale di Venezia!», dichiara con modestia)
e le linee guida del progetto, una “scatola nella
scatola”, uno spazio dinamico e articolato con
passerelle e tre livelli di movimento, caratterizzato da tre diverse condizioni di luce. Il progetto è costruito sul sistema dei lucernari e sull’uso dei materiali poveri: acciaio zincato e truciolare color antracite per creare contrasto e far
risaltare la luce. I corpi interni si ispirano alle
antiche galee che in questi spazi venivano un
tempo costruite; gli uffici sono stati concepiti
tenendo presente l’esigenza di identità che
esprime chi lavora in modo creativo «Non
credo che si possa risolvere solo con il layout
o con un’idea banale di personalizzazione che
si traduce in foto attaccate sulle pareti. Affrontare il tema dell’identità significa spostare l’attenzione sulla ricerca di qualità della vita».
1Fabio Trincardi, direttore di CNR ISMAR
racconta «Abbiamo lasciato i vecchi uffici, bellissimi, sul Canal Grande, perché volevamo
una sede di lavoro adeguata alle nuove generazioni e ai nuovi modi di lavorare. Cecchetto
ha saputo ricostruire e attualizzare le antiche
galee, ma anche il lavoro che si svolgeva tra
queste e che si spostava dall’una all’altra: la
rete fisica delle persone in movimento e il percorso delle comunicazioni. Questo cambiamento dell’ambiente fisico ha innescato nuovi
comportamenti delle persone e influenzato positivamente il clima aziendale».
L’intervento di Giacomo Vettoretto di Archiutti, fornitore degli arredi nella nuova sede
CNR ISMAR descrive l’amore per Venezia e
l’emozione che suscita l’Arsenale, la «magia di
una location unica al mondo, dove chi lavora
gode l’esperienza privilegiata di uffici che, come cabine vetrate, guardano l’acqua, le antiche strutture e la gente che lavora»; conclude
affermando che è stato motivo di orgoglio per
3l’azienda poter contribuire allo straordinario esito finale e dedicando questa esperienza, tra
le più significative nei 50 anni di storia dell’azienda, al fondatore di Archiutti, recentemente
scomparso.
2. Arch. David Hirsch di Mario
Cucinella Architetcs con
Renata Sias
3. Da sinistra: archh. Franco
Guidi, Chiara Costa e
Gianfranco Siano con Sias
Precisazione:
Nel numero 4/10 è stato omesso che il progetto architettonico
dello Studio di Architettura (3° premio) è di Costa Zanibelli
Associati
2° Premio Architettura
Polo commerciale, Breganzola (PR);
Progetto: MCA, Mario Cucinella Architects
David Hirsch di MCA racconta l’iter del progetto che, come tutti i lavori seguiti dallo
Studio Cucinella è attento alle strategie ecoso-stenibili e fa ricorso a fonti di energia alternativa: «In questo caso le dimensioni, oltre
100.000 mq di centro commerciale e ricettivo,
lo rendono un intervento con forte impatto sul
territorio e creano l’occasione di confrontarsi
con la salvaguardia ambientale ma anche di
introdurre luoghi collettivi di qualità e non solo
di retail». Sono infatti previsti aree di incontro
pubbliche e parchi con laghetti artificiali; i grandi tetti che caratterizzano il progetto saranno
utilizzati per l’installazione di pannelli fotovoltaici e per lo sfruttamento della luce naturale.
3° Premio Architettura
Uffici studio di design, Milano
Progetto architettonico:
Costa Zanibelli Associati
Interior design: CB’a Design Solutions
Franco Guidi, nella veste di committente, lascia la parola a Chiara Costa, progettista
insieme a Marco Zanibelli dell’architettura,
che descrive l’intervento in questo ex edificio
industriale dove lo spazio è stato completamente reinventato con caratteristiche tipologiche e di uso diverse. «Abbiamo voluto aprire lo
spazio, sventrare l’involucro per fare entrare la
luce all’interno con un camino che porta l’illuminazione zenitale dal tetto fino al piano inferiore». Un concetto che ha affascinato CB’a
Design Solutions, locatari di questi ambienti
che sono stati poi personalizzati con colori e
grafica d’impatto. «Non potevamo essere più
fortunati – dichiara Gianfranco Siano – il
nostro pay off è “The sky is the limit” e, grazie
al lavoro di Costa Zanibelli, siamo riusciti a trovare una sede che rispecchia perfettamente il
nostro posizionamento sul mercato».
Alberto Cecchetto describes the extraordinary site passionately, «a box inside a box», a
dynamic space marked by three different lighting conditions lending an identity to the space.
Fabio Trincardi, manager at CNR ISMAR
tells: «The change of setting defined on the
physical net of people in motion and communications, thriggered new behaviours and positively affected the corporate atmosphere».
Giacomo Vettoretto, Archiutti, supplier of the
furnishings for the new head office CNR
ISMAR tells about his passion for Venice and
the emotion aroused by the Arsenale «The
company was proud to help to the extraordinary, final result!».
David Hirsch, MCA, says: «In this case the
size, over 100.000 sqm of shopping and accomodation centre, lends the project a strong
impact on the territory and is an opportuny to
face environmental protection but also to introduce first-rate community facilities and not just
shops». Franco Guidi, as customer, gives
Chiara Costa, designer of this architecture
together with Marco Zanibelli, leave to speak.
«We wanted to open the space and tear down
the shell to let daylight in».
A concept that charmed the tenants CB’a
Design Solutions, «We were really lucky –
Gianfranco Siano says – our payoff is “The
sky is the limit”».
us 1/11 23
workplace award
1° Premio Interior Design
Think Garden, ufficio per lavoratori nomadi,
Milano
Progetto: Pierandrei Associati
SEZIONE
INTERIOR DESIGN
1
2
I tre soci Alessandro Pierandrei, Fabrizio
Pierandrei, Stefano Anfossi salgono sul palco e raccontano la inusuale esperienza di un
ufficio temporaneo, esistito per una sola intensa settimana in occasione del Salone del
Mobile «Siamo stati fortunati perché abbiamo
potuto affrontare con leggerezza – ma non
superficialità! – un progetto altamente operativo che contiene i temi che sono più attuali nell’ufficio contemporaneo, non solo il nomadismo, ma anche l’estemporaneità e il tema della
sostenibilità come elementi altrettanto importanti. Siamo convinti che, se ci dobbiamo incontrare in ufficio, dobbiamo creare spazi per il
benessere e per il knowledge sharing; spazi
per il business ma anche per il relax e per conoscere le persone. Per rispondere alla richiesta sollevata da Franco Raggi nella tavola
rotonda: sì c’erano anche spazi per riposarsi,
amache e ping pong. Uno spazio caotico? No,
non caotico, ma complesso».
2° Premio Interior Design
Biblioteca e archivi Fondazione
Giorgio Cini, Venezia
Progetto: aMDL, Michele De Lucchi
3
1. Da sinistra: archh. Fabrizio
Pierandrei, Stefano Anfossi
e Alessandro Pierandrei con
La curatrice del progetto Laiza Tonali di
aMDL racconta che la suggestione forte suscitata da questo ambiente nasce dall’avere
mantenuto e accentuato con i nuovi interventi
quelle che erano le sue affascinanti caratteristiche originali «La prospettiva e il concetto di
calma e tranquillità delle ex celle dei monaci.
Anche l’illuminazione contribuisce a esaltare
questa struttura del passato».
Renata Sias
2. Laiza Tonali dello Studio
aMDL, Michele De Lucchi
3. Arch. Pierpaolo Ricatti e
Alessandro Giannavola di
3° Premio Interior design e
3° Premio ex aequo Architettura
Sede Diesel, Breganze (VI);
Progetto architettonico: Studio Ricatti
Interior design: Diesel Creative Team
Diesel Creative Group con Sias
Per la premiazione di questo progetto, dove
architettura e interior si integrano e si articolano senza soluzione di continuità, Alessandro
Giannavola di Diesel Creative Team tiene a
precisare che vuole condividere con tanti questo riconoscimento perché si è trattato davvero di un lavoro di squadra che ha impegnato
molte figure professionali e anche il personale
stesso di Diesel. «Il brief è stato sviluppato sulla
base di interviste a figure chiave e non dell’azienda; volevamo capire e condividere come
vivere al meglio l’ambiente di lavoro, come si
potesse convivere in questo spazio e che relazioni che si dovessero creare. Dal feed back
risulta che la soddisfazione sia generale».
24 1/11 us
Pierpaolo Ricatti evidenzia che questo vero e
proprio villaggio – 65.000 mq con oltre 1.000
posti operativi, servizi e aree di supporto –
rispecchia esattamente l’identità dell’azienda,
nata e cresciuta come l’ha voluta il fondatore e
titolare Renzo Rosso. «È lui, raro esempio di
imprenditore italiano illuminato, che ha organizzato un team di progetto incredibilmente
allargato per la messa a punto di soluzioni
eccellenti alle problematiche e per mettere a
punto strumenti con l’obiettivo di rispecchiare
identità dell’azienda; e non è stato semplice.
Ha voluto che dal progetto emergesse l’immagine e la filosofia del brand, non la firma di un
architetto».
The three partners Alessandro Pierandrei,
Fabrizio Pierandrei, Stefano Anfossi say
«We really believe that if we have to meet at the
office, we must create space for wellbeing and
knowledge-sharing; space for working but also
relaxing, to get to know people better. A chaotic space? No, not chaotic but complex».
The supervisor of the project, Laiza Tonali,
aMDL tells about the strong fascination exerted by this environment, obtained by keeping
and stressing its original charming features
through the new project.
Alessandro Giannavola, Diesel Creative
Team, wants to specifies that it is a teamwork
«The brief was developed according to the
interviews with some key figures and other
people of the company; we wanted to understand and share how to live the working environment in the best possible way».
Pierpaolo Ricatti stresses that this “village”
reflects the company’s identity exactly, created
and grown as its founder and owner Renzo
Rosso wanted it to be. «He wanted a project
revealing the image and philosophy of the
brand and not the name of an architect».
SEZIONE
COLOR@WORK
sponsorizzata da AKZO NOBEL
1° Premio color@work
Uffici Gruppo Industriale Maccaferri,
Zola Predosa (BO)
Progetto: Progetto CMR, Massimo Roj
Le targhe della sezione color@work sono
state consegnate da Maurizio Dori, market
manager di Akzo Nobel Powder Coatings
Italia
Maurizio Melchiori di Progetto CMR, spiega
che il nuovo headquarter e la riqualificazione
dei capannoni esistenti, il legame tra vecchio e
nuovo dunque, sorgono nel sito storico della
sede aziendale dove Maccaferri ha voluto tornare. «Volevamo che questa scelta fosse leggibile anche nell’architettura, nell’uso dei materiali – cemento a vista e Corten – e nell’uso dei
colori aziendali (azzurro con cromatismi che
sfumano e si integrano nei colori del paesaggio). Il vetro policromatico retrosmaltato in facciata, non solo ha un ruolo forte nella comunicazione ma ha anche valore architettonico.
La trasparenza domina, ma si tratta di una facciata vetrata molto performante, quindi non
abbiamo tralasciato i concetti di eco-sostenibiltà».
Massimo Pinardi di Maccaferri spiega perché il nuovo headquarter ha previsto anche la
riqualificazione dei capannoni esistenti «Vecchi
e brutti, forse, ma noi abbiamo intuito che
potessero diventare belli. Le esigenze aziendali
sono sempre accompagnate dalle alte esigenze di bellezza che la nostra aziende persegue.
Il valore simbolico di questo sito, dove nel
1879 è sorta la prima sede, è molto importante per Maccaferri che, proprio lì ha voluto mantenere la sua sede di pregio. Tutto comunica la
nostra identità e i vari elementi che parlano di
noi si sposano perfettamente: acciaio, pietra e
energia...».
1. Arch. Maurizio Melchiori
di Progetto CMR e Massimo
Pinardi di Maccaferri.
2. Arch. Gabriele Buratti con
Maurizio Dori di Akzo Nobel
3. Archh. Paola Pontarollo e
Marcello Cerea con Maurizio
Dori di Akzo Nobel
1
risultato soddisfacente» ammette Pontarollo.
“Io ho assunto il ruolo di committente – scherza Cerea – così è prevalso un approccio professionale meno emotivo che ha portato a
questa soluzione. Un modello progettuale che
ritengo possa essere adottato anche per altri
interventi».
Maurizio Melchiori, Progetto CMR, explains
that the new headquarters and the upgrading
of the old sheds, namely the bond between old
and new, are located on the old site of the
company. «We wanted this choice to be clear
also in this archtecture».
Massimo Pinardi, Maccaferri, confirms «The
simbolic value of this site, where the first headquarters rose in 1879, means a lot to
Maccaferri, that’s why we wanted to keep this
valuable venue. Everything conveys our identity and all our distinctive components perfectly
blend: steel, stone and energy...»
Gabriele Buratti says that glass is used as a
trademark, with determination, so as to stress
all its qualities and perceptively enriched with
the marked use of colour.
The partners Paola Pontarollo and Marcello
Cerea, designers as well as occupants of
these rooms where a bright and vital atmosphere is predominant, explain the difficulties
found in designing for themselves. «Sometimes emotion is prevailing the result isn’t immediately satisfactory».
2° Premio color@work
Sede Vetreria Airoldi,
San Giorgio su Legnano (MI);
Progetto: Buratti + Battiston Architects
Gabriele Buratti racconta che il vetro è usato
come un biglietto da visita, con decisione,
quasi a volere enfatizzare tutte le sue proprietà
e qualità e arricchito percettivamente dall’uso
forte del colore. «Come si è già accennato in
altri interventi, anche in questo caso possiamo
parlare di esigenze di identità e di bellezza. La
nostra fortuna è che in Airoldi abbiamo trovato un committente e un costruttore uniti in
un’unica appassionata persona».
2
3° Premio color@work
Sede società di Architettura e Ingegneria,
Milano;
Progetto: Starching
3
Tutti i progetti partecipanti a US
Award e il report della cerimonia
di premiazione sono anche online
www.living24.it
I soci Paola Pontarollo e Marcello Cerea, allo
stesso tempo progettisti e occupanti di questi
spazi dominati da un’atmosfera luminosa e vitale, spiegano la difficoltà del progettare per se
stessi «Talvolta le emozioni prevalgono e rischiano di non portare immediatamente a un
us 1/11 25
workplace award
Errata Corrige
Nel numero scorso della rivista abbiamo erroneamente
attribuito il secondo premio wood@work alla nuova sede
della Banca Santo Stefano che ripubblichiamo in questa
pagina. In realtà il progetto aveva meritato il primo
premio! Ci scusiamo con il progettista, con la banca, con
lo sponsor AHEC e con i lettori.
In the last issue of the magazine the secondo prize
wood@work was wrongly awarded to the new offices
of Banco Santo Stefano, published on this page again.
Actually, the design was awarded the first prize! We
apologize to the designer. the bank. the sponsor AHEC
and the readers.
1°prize
wood@work
EDIFICIO PER
TERZIARIO
IN EX FATTORIA
Banca Santo Stefano Credito
Cooperativo Martellago (VE)
Studio Architetto Gianni Rigo
(2010)
IL PROGETTO HA RESTITUITO AL PAESE
MANUFATTI STORICI IN STATO DI ABBANDONO,
ORA SEDE DI UFFICI, DI UNA BANCA, ATTIVITÀ
COMMERCIALI, MUSEALI, UNA SALA CONVEGNI
E UN RISTORANTE, MENTRE LA CORTE DEL
COMPLESSO È TORNATA AD ESSERE UNO SPAZIO
URBANO.
IL RESTAURO, RISPETTOSO DELL’ANTICO,
INSERISCE NUOVI CORPI SCALE E CORRIDOI,
VISIBILMENTE “ALTRI” RISPETTO ALL’EDIFICIO
STORICO: TRASPARENTI E LEGGERI NON
INTERROMPONO LA SUA ARCHITETTURA
ORIGINARIA NÉ LA VISTA DELL’INTERA CORTE.
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Gli spazi interni sono caratterizzati da un livello
di comfort molto elevato. Nell’opera convivono
aspetti innovativi e caratteri della tradizione a
dimostrazione che il riuso dei tanti edifici del
passato è possibile e porta a risultati spaziali
inediti e preziosi. Il progetto risponde ad alcuni
standard di sostenibilità dell’edificio contemplati dalla certificazione LEED: si è adottata la
geotermia per il riscaldamento, sistemi sofisticati di controllo e risparmio energetico per l’illuminazione e si è fatto ampio uso di materiali rinnovabili.
È stato utilizzato teak per gli esterni. Negli interni domina il rovere in varie declinazioni: pavimenti in tavole multistrato di rovere.
Arredi e pareti in rovere (con finitura naturale,
oppure sbiancato oppure scurito con mordente). Infissi in lamellare di rovere americano della
costa atlantica.
OFFICE BUILDING IN A FORMER FARM
Martellago (VE)
Studio Architetto Gianni Rigo (2010)
The project gave back to the village some historic buildings in a state of neglect, that are now
the venue of offices, bank, shops, museums, a
meeting room and a restaurant, while the court
of the complex is an urban space again.
The restoration, respecting the old, fits in new,
transparent and light bodies, that don’t break its
original architecture or the view of the whole
court.
The interiors are marked by top-level comfort.
The design provides for both innovative and
traditional elements and meets some sustainability standards provided for by the LEED certification: teak was used for the outside.
Inside, oak is prevalent in several components:
furniture and walls (natural finish or bleached or
darkened with mordant).
Fixtures in glued laminated American oak from
I
the Atlantic coast.
1° Premio wood@work
Edificio per terziario in ex-fattoria, Martellago
Progetto: Studio Architetto Gianni Rigo
SEZIONE
WOOD@WORK
sponsorizzata da AHEC
Le targhe della sezione wood@work
sono state consegnate da David Venables,
direttore europeo di AHEC (American
Hardwood Export Council).
1
2
3
1. Da sinistra: Francesco
Beninato, direttore generale
di Banca Santo Stefano e
arch. Gianni Rigo con David
Venables
2. Da sinistra: Roberto
Battaglia, responsabile della
Formazione di Intesa San Paolo
e arch. Laiza Tonali con David
Venables di AHEC
3. Da sinistra: Simon Marani,
direttore marketing di
Maggiore Autonoleggio e
arch. Andrea Iose
Gianni Rigo descrive il percorso della trasformazione dell’edificio da fattoria a sede della
Banca Santo Stefano. «In questa fusione tra
antico e moderno la scelta architettonica è
stata quella di rendere leggibili tutti gli elementi contemporanei. In accordo con la Sovrintendenza, i nuovi elementi aggiunti non imitano
l’esistente ma sono in vetro e attraverso il linguaggio di questo materiale si dichiarano come nuova presenza, leggera e trasparente.
Questo ampio complesso composto da vari
edifici e corti, edificato dal 1650 in poi, era in
pessime condizioni statiche e anche per la
ristrutturazione le linee guida si sono mosse tra
passato e futuro: sono state utilizzate tecniche
e modalità costruttive antiche tipicamente venete, e anche tecnologie e impianti high-tech
per dotare questi spazi di una nuova funzionalità. Il rovere americano, ampiamente utilizzato
in questo intervento, si è rivelato un’essenza
camaleontica».
Francesco Beninato, direttore generale di
Banca Santo Stefano, spiega che si sarebbe
potuta costruire una nuova moderna sede in
periferia probabilmente con un investimento
inferiore, ma «abbiamo fatto la scelta del recupero perché siamo una banca integrata con il
territorio; la struttura ci è sembrata ideale perché è nel centro cittadino e la configurazione
dell’immobile con una piazza pubblica che
prevede il coinvolgimento delle persone rispecchia la nostra mission. La nostra filosofia va
verso le persone. Anche la scelta della trasparenza va in questa direzione perché migliora la
qualità e avvicina. Noi vogliamo avvicinarci sia
ai dipendenti sia ai clienti».
2° Premio wood@work
Centro formazione Intesa Sanpaolo
Bonola, Milano
Progetto: aMDL, Michele De Lucchi
Laiza Tonali di aMDL, curatrice del progetto,
racconta «Probabilmente è stata l’ubicazione
poco felice, in una periferia dequalificata a rendere più interessante il progetto e a stimolare
l’idea di un laboratorio per lasciare circolare in
modo più libero le idee, caldo e familiare grazie
all’ampio utilizzo del legno». Anche in questo
caso il progetto è stato sviluppato in stretta
collaborazione con lo staff di Intesa San Paolo.
Un lavoro in team confermato anche da Roberto Battaglia, responsabile della Formazione di Intesa San Paolo. «È un progetto
nato, prima che dalla matita dell’architetto,
dalle idee che tutti gli abitanti hanno espresso
nell’immaginare come avremmo voluto questo
spazio. È stata un’occasione straordinaria per
conoscere De Lucchi e il suo modo di lavorare; insieme abbiamo creato un laboratorio che,
nello stesso tempo, è anche una casa: la casa
dei valori del nostro gruppo giocata sui contrasti tra calda domesticità e anonima periferia. La
periferia però aiuta a immaginare più liberamente e questo è il nuovo che noi vogliamo
anche per la nostra azienda».
3° Premio wood@work
Ristorante aziendale Maggiore, Roma
Progetto: Hab Architettura
Andrea Iose, premette che il suo studio è specializzato proprio in quegli spazi accessori all’ambiente di lavoro indispensabili per dare dignità alle persone e generare il senso di qualità percepito di cui si è parlato durante la tavola rotonda. «Come in un ristorante di buon livello abbiamo curato ogni dettaglio anche nell’interior design, evitando i materiali che trasmettono l’idea del banale o dell’ordinario. Il legno,
pur rispondendo a tutti i requisiti di funzionalità
e di igiene, ha contribuito a trasmettere l’emozione di calore e di ricercatezza che volevamo
dare».
Simon Marani, direttore marketing di Maggiore Autonoleggio, spiega che questo ristorante corrisponde a una precisa strategia di
riposizionamento del marchio e anche di marketing interno, che pone il focus principale sulla centralità delle persona. «Il ristorante è una
delle azioni di questa strategia; è pensato per
rilassarsi e perché i dipendenti vivano l’ambiente ufficio come se fosse la propria casa. Ma è
anche un luogo per socializzare e crescere:
organizziamo happy hour, incontri con dietologi e convention, grazie alla sua polifunzionalità».
Gianni Rigo describes the path to change the
building from a farm into the office of Banca
Santo Stefano. «In this fusion of old and
modern the architectural choice was to make
all contemporary components manifest”.
Francesco Beninato, general manager of
Banca Santo Stefano, explains «We opted for
a restoration because we are a locally integrated bank. Our philosophy is people-oriented.
We want to be closer to both employees and
customers». Laiza Tonali, aMDL, supervisor of
the project, says: «In this case, too, the project
was developed in close cooperation with the
staff of Intesa San Paolo». A teamwork confirmed by Roberto Battaglia, Training manager
at Intesa San Paolo. «This project comes from
the ideas expressed by all residents when picturing how we would have liked this space to be,
rather than from the architect’s pencil». Andrea
Iose, states first that «it’s a real restaurant taking
into account the importance of conviviality even
in the working space-time». Simon Marani,
marketing manager at Maggiore Autonoleggio, explains that this rest-aurant meets a welldefined repositioning strategy of the brand and
the in-house marketing, mainly focused on the
I
person’s central position.
us 1/11 27
workplace
di Pierpaolo Ricatti
NUOVO HEADQUARTERS DIESEL
LA LUCE È ASSOLUTA PROTAGONISTA DEL
NUOVO HEADQUARTERS DIESEL DI BREGANZE
PROGETTATO DALLO STUDIO RICATTI E DA
JACOBS ITALIA, CHE SORGE ALL’INTERNO DEL
TERRITORIO DELLA PEDEMONTANA VENETA,
NEL SEGMENTO DELL’ALTO VICENTINO.
IL TRATTAMENTO DELLE FACCIATE È
ARTICOLATO ATTRAVERSO UN’AMPIA GAMMA
DI MATERIALI PER RIVESTIMENTI, COSÌ
DA CREARE UN GIOCO DI PIENI E VUOTI CHE
DEFINISCE UN’IMMAGINE FLUIDA E DINAMICA
CARATTERIZZATA DA AMPIE VETRATE.
28 1/11 us
Il complesso Diesel è pensato seguendo una visione chiara e fortemente razionale grazie a un sistema di corpi rettangolari composti intorno a
una serie di corti organizzate su più livelli di sezione. Gli edifici si appoggiano a una leggera pendenza che scorre lungo le corti portando verde
e acqua fino all’interno del cuore del villaggio. La sequenza dei flussi
pedonali è ben tracciata e porta il visitatore all’interno del complesso
dove è organizzata l’area più pubblica e di servizio composta dall’accoglienza, il ristorante e l’area fitness, mentre il centro congressi e l’asilo
rimangono leggermente spostati rispetto al corpo principale. Il piano
terra di tutto il villaggio Diesel rappresenta perfettamente la filosofia
aziendale con cui si è voluto dare forma a questo insediamento, mentre i piani superiori, destinati alle diverse aree ricerca e direzionali hanno
un trattamento delle facciate perfettamente in linea con la migliore
architettura terziaria internazionale.
Anche i materiali scelti per i diversi rivestimenti dei tanti corpi di fabbrica indicano questa voglia di stabilità e qualità diffusa e consolidata, dal
rame al legno che invecchieranno lentamente offrendo cromie e colori
oggi inaspettati, oppure al dialogo costante tra interni/esterni, luce e
ombra naturale, luoghi del lavoro e spazi di verde e acqua, per scoprire un’architettura in forma di villaggio che non ha il panico da invecchiamento precoce, ma che, invece, si appresta ad essere un luogo che
sarà bello vedere cambiare negli anni.
E allora questa inedita “isola Diesel” ci offre altre immagini di come potrebbe diventare un luogo per la produzione italiana del prossimo futuro, alternando appunto due visioni così apparentemente antitetiche tra
di loro, quella del “villaggio” appunto, del borgo di antica memoria, in-
company promo
NEW HEADQUARTERS DIESEL
trecciato con le dinamiche e gli scenari figli
della massima contemporaneità e globalità.
Estetica e funzionalità degli spazi lavorativi
erano gli elementi di attrattività richiesti per
realizzare uno dei migliori “great place to
work”. Luoghi capaci di interpretare attualità e
innovazione. Può essere rivendicato, pertanto, un metodo di progettazione integrata in
cui un lavoro corale vede coinvolti, assieme
all’architetto, strutturisti, impiantisti, organizI
zatori del lavoro».
Light is the absolute player of the new
Headquarters Diesel at Breganze, designed
by Studio Ricatti and Jacobs Italia, situated
in the Pedemontana Veneta territory.
The façades were carried out in a wide
range of materials and claddings, so as to
create a play of full and empty spaces and
define a flowing and dynamic look marked
by large windows.
«The Diesel complex is designed with a clear,
considered approach using a system of rectangular structures arranged around a series of
courtyards organized on several levels. The
buildings lie on a slight slope that runs along
the courtyards, bringing plant life and water
within the heart of the village. The sequence of
pedestrian routes is well delineated, taking visitors within the complex where the more public,
service area is organized, including the reception, a restaurant and a fitness area. The conference center and day care center are slightly
set apart from the main building. The ground
floor of the whole Diesel Village is a perfect
reflection of the company ethos intended to
shape this site. Meanwhile, the upper floors for
research and administrative areas feature a
façade treatment in line with the finest international commercial architecture.
The materials chosen to the various claddings
of its many buildings show this desire for stability as wide-ranging, firmly-established quality. They range from copper to wood that will
slowly age, presenting colors that are unexpected today. The constant dialogue between
inside and outside, light and natural shade,
work spaces and spaces for plant life and
water lets us discover an architectural project
in the form of village that doesn’t fear premature aging. Instead, it presents itself a place
that will be pleasant to see change over the
years. This uncommon “Diesel Island” offers us
new images of how Italian production places
could be in the near future, alternating two
seemingly antithetical images, a “village” from
our long history, interwoven with the dynamics
and situations spawned from absolutely contemporary, global worlds». «The workspaces’
appearance and functionality were points of
attraction requested to create a great place to
work. The places should convey contemporary
style and innovation. It could lay claim to an
integrated design method in which there was a
many-voiced project, including, alongside the
architect, structural engineers, plant engineers
I
and project managers».
us 1/11 29
workplace
award
1. La sedia Conventio Wing
di Håg è il prodotto che meglio
a cura di Ergocert
esprime il mix di tutti i fattori
www.ergocert.org
valutati nella categoria
collettività
Conventio Wing by Håg,
is the best example of a mix
of valued factors in the
“Community” section
2. La sedia multitasking
Zody_System 89 di Haworth
è il prodotto che meglio
esprime il mix di tutti i fattori
valutati nella categoria ufficio
The multitasking chair
Zody_System 89 by Haworth,
is the best example of a mix of
valued factors in the “Office”
section
3. Aeron, Herman Miller,
miglior prodotto per
sostenibilità.
Aeron, Herman Miller, best
product in “Sustainability”
section
1
COMFORT
SEATING 2011
Le sedie vincitrici
della seconda edizione
LA CERIMONIA CHE SI È SVOLTA PRESSO
LA SEDE DE IL SOLE 24 ORE, IN CONCOMITANZA
CON US AWARD, HA PREMIATO I PRODOTTI CHE
HANNO OTTENUTO I MIGLIORI RISULTATI IN
DIFFERENTI CATEGORIE: IL COMFORT DI
SEDUTA, L'USABILITÀ DEI COMANDI, I
CONTENUTI INNOVATIVI D'USO, L'USABILITÀ
STANDARD, LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, LA
ROBUSTEZZA D'USO, LA TRASPORTABILITÀ,
LA STABILITÀ, LA PULIBILITÀ E L'IMPILABILITÀ
PER COMPLESSIVE 1135 VALUTAZIONI.
US-Ufficiostile
è mediaPartner di
Comfortseating
30 1/11 us
2
Il premio, alla sua seconda edizione, è stato promosso da ErgoCert in
mediapartnership con UfficioStile del Gruppo24Ore e con i prestigiosi patrocini di Assufficio, Società Italiana di Ergonomia, Design For
All Lab e Officebit, ha registrato rispetto alla prima edizione un incremento del 20% degli iscritti e l’inserimento della sezione Collettività tra
le categorie ammesse in aggiunta a quella riservata alle Sedute da ufficio operative e direzionali. Il parametro-cardine per la valutazione delle
sedute partecipanti è stato l’“Indice di Comfort”, un indicatore numerico oggettivo del comfort delle sedute validato scientificamente e brevettato da ErgoCert. Il principio scientifico generale che il mondo scientifico riconosce afferma che una sedia con un elevato grado di comfort
esprime, tra le altre caratteristiche, la capacità di assecondare la forma
delle superfici del corpo del soggetto che entra in contatto con essa,
minimizzando le pressioni medie, i picchi e i gradienti di pressione.
Sulla base dei risultati ottenuti nella ricerca e delle valutazioni delle prove
svolte presso il Laboratorio di Usabilità e ricerca Ergonomica di
ErgoCert-Ente di Certificazione per l’Ergonomia (Spin-off dell’Università di Udine), il Premio ComfortSeating2011 è stato assegnato alle
sedute “Zody_System 89” di Haworth e “Conventio Wing” di Håg,
rispettivamente nelle sezioni Ufficio e Collettività, quali prodotti che
I
meglio esprimono il mix di tutti i fattori valutati.
4
4. Rose Marie Karlsson
di Haworth e Angelo Mandrini
di Varier mostrano le targhe
premio Show the plaques
5. Alla conferenza che ha
preceduto la premiazione
hanno preso parte
The conference before the
prize-giving was attended by:
Francesco Marcolin
(Ergonomo Europeo Certificato
e docente presso l’Università
di Udine), Michele Falcone
(Presidente FEMB), Isabella
Steffan (Consigliere Nazionale
SIE e Segretario di Design
for All Lab), Alberto De Zan
(Presidente Assufficio),
Guglielmo Antonutto
(Prof. Ordinario di Valutazione
Funzionale, Facoltà di
Medicina, Università di
Udine)
5
I PREMI
SEZIONE UFFICIO
ALLE SEDUTE CHE HANNO OTTENUTO
IL PUNTEGGIO PIÙ ALTO IN CIASCUN
PARAMETRO VALUTATO, PRESO
SINGOLARMENTE, SONO STATI ASSEGNATI I
SEGUENTI PREMI SPECIALI:
- MIGLIOR PRODOTTO PER MIX DI TUTTI
I FATTORI VALUTATI ZODY_SYSTEM 89, HAWORTH
- MIGLIOR PRODOTTO PER CONFORT
STRUMENTALE DI SEDUTA: H05, HÅG
- MIGLIOR PRODOTTO PER USABILITÀ DEI
COMANDI: ZODY_SYSTEM 89, HAWORTH
- MIGLIOR PRODOTTO PER CONTENUTI
INNOVATIVI D’USO: AERON, HERMAN MILLER
- MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀ
ERGONOMICA/PREZZO (FASCIA ZERO-500 EURO):
EXPO15, VAGHI
- MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀ
ERGONOMICA/PREZZO (FASCIA 500-1000 EURO):
CRONO, MOVING
3
SEZIONE COLLETTIVITÀ
ALLE SEDUTE CHE HANNO OTTENUTO IL
PUNTEGGIO PIÙ ALTO IN CIASCUN PARAMETRO
VALUTATO, PRESO SINGOLARMENTE, SONO
STATI ASSEGNATI I SEGUENTI PREMI SPECIALI:
COMFORTSEATING 2011
UFFICIO
6. H05, Håg
7. Lordo, Dauphin
The winning chairs of the 2nd ComfortSeating
competition
8. Crono, Moving
9. Expo15, Vaghi
The prize-giving took place at Il Sole24Ore, in concurrence with
the US Award ceremony, and the products that had attained the
best results in different categories were also awarded: seating
comfort, user-friendly controls, innovative uses, standard usability, environmental sustainability, solidity of use, transportability,
stability, easy cleaning and stackability, for a total of 1135 evaluations.
COLLETTIVITÀ
10. Green’S, SitLand
11. Very, Haworth
The competition, held for the second time, was promoted by ErgoCert
in mediapartnership with UfficioStile and some prestigious sponsorhips, recorded a 20% increase in entrants over the first contest and featured the new category Community, besides the categories of task and
executive office chairs.
The cornerstone-benchmark for the evaluation of the competing chairs
was the “Comfort Index”, an objective numerical indicator of seating
I
comfort scientifically validated and patented by ErgoCert.
6
7
8
- MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀ
ERGONOMICA/PREZZO (FASCIA OLTRE 1000
EURO): LORDO, DAUPHIN
9
- MIGLIOR PRODOTTO PER MIX DI TUTTI I
FATTORI VALUTATI CONVENTIO WING, HÅG
- MIGLIOR PRODOTTO PER CONFORT
STRUMENTALE DI SEDUTA: VERY, HAWORTH
- MIGLIOR PRODOTTO PER ALTRI PARAMETRI
QUALIFICANTI: GREEN’S, SITLAND
- MIGLIOR PRODOTTO PER CONTENUTI
INNOVATIVI D’USO: CONVENTIO WING, HÅG
- MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀ
ERGONOMICA/PREZZO: GREEN’S, SITLAND
PREMIO SOSTENIBILITÀ
MIGLIOR PRODOTTO PER SOSTENIBILITÀ:
AERON, HERMAN MILLER E H05, HÅG
10
11
us 1/11 31
Rho Milano Fiera 12-17 Aprile 2011
Pad. 24 Stand E05-F02
_1991_2011 _our
anniversary
www.officity.it - [email protected]
www.quadrifoglio.com - [email protected]
workplace
exhibition
rassegna a cura di Gabriele Pagani
ORGATEC
IN PILLOLE
Tendenze, nuovi prodotti
e atmosfera positiva
L’espressione della complessità dell’ufficio in tutte le sue sfaccettature è stato
il tema guida di Haworth che all’insegna dell’Organic Workspace proponeva la
sua visione olistica concretizzata in una vasta gamma di prodotti (dalla nuova
parete Esedra3 alle postazioni lounge, dalle sedute alle soluzioni per il comfort
acustico). Anche lo stand Vitra si articolava in aree allestite in modo diverso per
permettere al “cittadino” del nuovo ufficio di scegliere la postazione che meglio
risponde ai suoi bisogni. Puntava su tre parole chiave – Communication,
Concentration, Regeneration – lo stand Kinnarps che, insieme ai prodotti dei
vari brand del gruppo, ufficializzava l’acquisizione di Samas. Il focus di Herman
Miller era mirato sulla nuova, applauditissima sedia Sayl, presentata in tutte le
tipologie.
Tendenze emergenti e prodotti di spicco
Forse sembra strano ma, proprio al salone di riferimento dell’ufficio, le tendenze
emergenti riguardano quel che non è l’arredo tipico da ufficio e la parola chiave è
trasversalità: Orgatec resta la vetrina ideale per il lancio di sedie e scrivanie ergonomiche, ma la parte del leone la fanno i pouf, le sedute lounge, i divani componibili, le alcove e i cocoon, adatti per incontrarsi e socializzare oppure per isolarsi
e rilassarsi nei luoghi collettivi.
Se le proposte nel settore illuminotecnico erano scarse e non particolarmente
innovative, l’acustica era invece affrontata in modo ricco e completo con soluzioni efficaci e molto creative.
Le tendenze più attuali tendono a mimetizzare i dispositivi fonoassorbenti, sotto
forma di arredi multifunzione, contro-soffitti tecnici, quadri insonorizzanti ed eleganti boiserie. Oppure, al contrario puntano ad enfatizzare questa funzione proponendo gusci di privacy acustica, pannelli scultorei, “nuvole”, vivaci rivestimenti
tridimensionali per pareti.
Per gli arredi operativi è quasi un must la regolazione in altezza del piano di lavoro, un concetto da sempre promosso dalle aziende produttrici tedesche, ora elaborato anche dai produttori di altri Paesi. É dimostrato che modificare la posizione seduti/in piedi è ergonomicamente consigliabile e si auspica un decreto europeo che imponga questo meccanismo anche per le scrivanie, come già è avvenuto per le sedie.
Interessanti le soluzioni di arredo ad alta tecnologia per meeting multimediali e
videoconferenze.
PILLS FROM ORGATEC
Trends, new products and positive atmosphere
Rendering the complexity of the office in all its facets was the underlying
theme at Haworth stand based on the concept of Organic Workspace, that
offered its holistic vision realized in a wide range of products (the new wall
Esedra3 to the workstations for the lounge areas, chairs to sound comfort
solutions). The stand Vitra had several areas differently fitted out to enable
the “citizen” of the new office to choose the most suitable workplace for
their needs. Three keywords – Communication, Concentration, Regeneration – for Kinnarps that presented the acquisition of Samas. Herman Miller’s
focus was instead on the new chair Sayl, that earned plaudits from everybody, presented in all its models.
Emerging trends and prominent products
Strange to say, maybe, but just at the landmark for the office, the emerging trends
concern furnishings that aren’t at all typical of the office and the keyword is transversality: Orgatec still is the ideal showcase for the launching of ergonomic chairs
and desks, but poufs and lounge chairs, sectional settees, niches and cocoons,
took the lion’s share, as they are suitable for meeting and socializing or cutting
oneself off or relaxing in common areas.
If the concepts presented by the lighting-technique industry were just a few and
not too innovative (other exhibitions specializing in this sector offer more pleasant
surprises) acoustics, the main feature of this Orgatec, offered a rich and complete picture with effective and quite creative solutions. Also most interesting, the
high-tech furnishings for multimedia meetings and videoconferences.
Approfondimenti e photogallery
di Orgatec su www.living24.it
us 1/11 33
workplace exhibition
ACUSTICA,
NUOVO SOUND
IN UFFICIO
POCO SENTITO IN ITALIA, IL TEMA DEL COMFORT
ACUSTICO RIVESTE INVECE IN ALTRI PAESI,
SOPRATTUTTO IN NORD EUROPA, UN RUOLO
IMPORTANTE. LE COMPETENZE SCIENTIFICHE
E LA CREATIVITÀ DEL DESIGN POSSONO
FORNIRE SOLUZIONI AFFASCINANTI E INEDITE.
1
1. Johanson Moon
4. Wave Raumagentur
Sound absorber in feltro
Tra le varie soluzioni
in varie forme, dimensioni
acustiche, particolarmente
e colori per rivestire le pareti
interessante la
in modo decorativo e
controsoffittatura “aperta”
migliorare l’acustica
disegnata per bloccare le onde
sonore
2. Karl Andersson
ACOUSTICS, A NEW SOUND IN THE OFFICE
NOT A VERY REAL PROBLEM IN ITALY,
THE THEME OF SOUND COMFORT PLAYS A CHIEF
ROLE IN OTHER COUNTRIES, ESPECIALLY
IN NORTH EUROPE. SCIENTIFIC COMPETENCE
AND A CREATIVE DESIGN MAY ALLOW SOME
CHARMING AND UNUSUAL SOLUTIONS.
Contenitori e display per
5. Haworth
riviste rivestiti in feltro per
L’approccio olistico di Organic
assolvere anche alla funzione
Worspace prevede anche
di fonoassorbenza
soluzioni per il comfort
acustico come queste
3. Ilona Rista
“nuvole” in feltro
IR Touch
Pannelli in legno con alte
6. Buzzi Space
proprietà acustiche che la
Buzzi Booth
wood artist finlandese realizza
design Alain Gilles
su misura
Cocoon acustico realizzato
in feltro sintetico che utilzza
al 100% bottiglie in PET
riciclate
5
2
3
34 1/11 us
4
6
1. Dauphin
InTouch
design Martin Ballendat
Lo schienale flessibile
rimane costantemente a
1
2
3
contatto con il corpo
2. Herman Miller
Sayl
design Yves Béhar
Caratterizzata da un
innovativo schienale
SEDIE
MULTITASKING
E NUOVE
ERGONOMIE
ergonomico dall’aspetto
organico, ispirato ai principi
dei ponti sospesi
3. Humanscale
Act
design Todd Bracher
È dotata di un meccanismo
di reclinazione di nuova
concezione
LE SEDIE SONO TRADIZIONALMENTE LE
PROTAGONISTE DI ORGATEC E ANCHE IN
QUESTA EDIZIONE NON MANCANO LE NOVITÀ,
RISULTATI DI LUNGHE E ACCURATE RICERCHE,
SPESSO ANCHE FRUTTO DI APPROCCI
ERGONOMICI INEDITI. LE PIÙ EVOLUTE SONO
MULTIFUNZIONE PER ACCOMPAGNARE
L’UTILIZZATORE NEI MOVIMENTI E SEMPRE PIÙ
FACILI E INTUITIVE DA UTILIZZARE, CON
REGOLAZIONI MANUALI RIDOTTE AL MINIMO.
ECOSOSTENIBILITÀ E UTILIZZO DI MATERIALI
RICICLATI E RICICLABILI SONO MUST ORMAI
IRRINUNCIABILE.
4. Okamura
Leopard
design Okamura/Ryou
Igarashi
La particolare inclinazione
del sedile facilita le azioni
di seduta e alzata
5. Hawort
Very Task
design Michael Welsh e
Nicolai Czumaj-Bront
Versatile, personalizzabile
nell’estetica e dall’elevata
ergonomia
6. Vitra
ID
design Antonio Citterio
Un sistema che permette
8000 configurazioni di sedute
diverse, dotato di
meccanismo FlowMotion
4
MULTITASKING CHAIRS AND NEW ERGONOMICS
CHAIRS USUALLY PLAY A LEADING ROLE AT
ORGATEC AND THIS YEAR, TOO, THERE WERE
MANY NEW THINGS, THE OUT COME OF LONG
AND THOROUGH STUDIES, OFTEN ALSO THE
RESULT OF NEW ERGONOMIC APPROACHES.
5
6
us 1/11 35
workplace exhibition
L’INVASIONE
DEI POUF
1. Heller
ErgoErgo
design Alan Heller
Rafforza i muscoli grazie al
design ergonomico basato sul
principio dell’”exercise ball”
da palestra
ORGATEC SEGNA L’INGRESSO DI UN SIMPATICO
“CUGINO MINORE” DELLA CLASSICA SEDIA:
IL POUF, NELLE PIÙ DIVERSE FOGGE E
MATERIALI, FORME E COLORI, FA IL SUO
INGRESSO TRIONFALE NELL’AMBIENTE DI
LAVORO PER ARREDARE IN MODO ORIGINALE
UN’AREA BREAK O FORNIRE UNA SOLUZIONE
DINAMICA IN CASO DI MEETING IMPROVVISI;
FACILITANO IL MOVIMENTO DI TUTTO IL CORPO
E, POICHÈ SONO PRIVI DI SCHIENALE,
GARANTISCONO UNA POSTURA ERETTA CHE
RAFFORZA LA MUSCOLATURA DELLA SCHIENA.
3
1
2. La Palma
AP
design Shin Azumi
Scultoreo sgabello monoscocca,
creato da un singolo foglio
multistrati
3. Sinetica
Botton
Disponibile in colori vivaci
2
con finitura glossy
4
2
4. V/S
Hokki
THE POUF INVASION
ORGATEC, ALWAYS AN EXCELLENCE SHOWCASE
FOR ALL KINDS OF OFFICE CHAIRS, MARKS
THE ENTRY OF A NICE “MINOR COUSIN” OF THE
CLASSIC CHAIR: THE POUF, IN ALL KINDS
OF STYLES AND MATERIALS, SHAPES AND
COLOURS, MAKES A TRIUMPHAL ENTRY INTO
THE WORKING ENVIRONMENT. MANY
ADVANTAGES, ALSO FROM THE ERGONOMIC
POINT OF VIEW.
Disponibile in tre misure
e cinque colori
5. Heller
Gehry Color Cubes
Hanno la forma degli originali
cubi silver di Gehry, perfetti
per interni e per esterni
1. Vitra
Alcova Work
6. Walter Knoll
design Fratelli Bouroullec
Bellows Collection
Un morbido abbraccio per
design Toan Nguyen
una postazione di lavoro
In pelle, regolabile in altezza
temporanea inconsueta
2. Nurus
Lodge
design Ece & Oguz Yalim
Un originale loggiato
attrezzato in legno accoglie
una rilassante seduta
5
IL SALOTTO
SI FA LOUNGE
dormeuse
3. Haworth
Meet You
design Michael Schmidt
Concetto modulare che offre
ogni elemento di arredo
per l’ufficio collaborativo
1
3
4
36 1/11 us
2
MODULARI, TRASVERSALI, VIVACI, ORIGINALI
E TALVOLTA ADDIRITTURA SCULTOREI, SONO
IDEALI IDEALI PER RELAX, INCONTRI INFORMALI
E PER LAVORARE NON SOLO IN UN UFFICIO
COLLABORATIVO, MA ANCHE IN AEROPORTI,
HALL DI HOTEL, AREE RECEPTION E ATTESA;
UN TEMPO SI CHIAMAVANO SEDIE E DIVANETTI,
OGGI HANNO UN’IDENTITÀ PIÙ SFACCETTATA
E ASSUMONO IL NOME DI ARREDI PER LOUNGE
AREA.
Lokay
design Marco Piva
Elegantissima e minimale
perfetta per un design hotel
o per l’ufficio
5. Interlubke Cor
Scope
design Buro Uwe Fisher
Linee non ortogonali
e schienale componibile
5
6
4. Lamm
THE SITTING ROOM TURNS INTO A LOUNGE
THEY ARE PERFECT FOR RELAXATION AND
INFORMAL MEETINGS AND FOR WORKING NOT
ONLY IN A COLLABORATIVE OFFICE, BUT ALSO
IN AIRPORTS, HOTEL LOBBIES, RECEPTION AND
WAITING AREAS; THEY WERE ONCE CALLED
CHAIRS AND SETTEES, NOW THEY FEATURE
A MANY-SIDED IDENTITY AND ARE CALLED
FITTINGS FOR THE LOUNGE AREA.
in altezza per una gamma
molto ampia di configurazioni
CONFERENZE,
VIS-À VIS E VIRTUALI
1
3
2
4
L’ALTA TECNOLOGIA È PROTAGONISTA
PRINCIPALE DEI MEETING FORMALI E
MULTIMEDIALI INDISPENSABILE PER RIUNIRE
LE PERSONE INTORNO A UN TAVOLO NON SOLO
FISICAMENTE, OFFRENDO LORO OGNI
SUPPORTO PER LA COMUNICAZIONE, MA ANCHE
VIRTUALMENTE TRAMITE VIDEOCONFERENZE A
DISTANZA. DAL PUNTO DI VISTA FORMALE LA
PRESENZA DI ATTREZZATURE HIGH-TECH È
RISOLTA CON GRANDE ELEGANZA.
CONFERENCES, VIS-À VIS AND VIRTUAL
HIGH TECHNOLOGY PLAYS THE CHIEF ROLE
AT FORMAL AND MULTIMEDIA MEETINGS,
ABSOLUTELY NECESSARY TO GATHER PEOPLE
AT A TABLE, NOT ONLY PHYSICALLY, OFFERING
ALL COMMUNICATION MEDIA, BUT ALSO
VIRTUALLY THROUGH VIDEOCONFERENCES.
5
1. Kinnarps
UP AND
DOWN
Elegante soluzione
per meeting reali e incontri
in teleconferenza
2. Interlübke
Cor Meeting Room
TUTTI I MUST FINORA APPLICATI ALLA SEDUTA
DA UFFICIO VALGONO ORA ANCHE PER LE
SCRIVANIE CHE, PER ADATTARSI ALLA
CORPORATURA DELL’UTENTE, SONO REGOLABILI
IN ALTEZZA E SEMPRE PIÙ TESE VERSO LA
MOBILITÀ: INTEGRANO ILLUMINAZIONE
PERSONALIZZABILE E ARREDI MULTIFUNZIONE.
1. Bene
ambientazione vintage
RPlatform
con schermo a scomparsa
Una parete che si articola
nel mobile di servizio
in numerose varianti per
ambientazioni e funzionalità
3. Holzmedia
sempre diverse
W4
Ufficio ipertecnologico
2. Haworth
perfetto per teleconferenze
Esedra3
Il profilo portante a tre vie
UP AND DOWN
ALL THAT WAS CONSIDERED A MUST FOR AN
OFFICE CHAIR IS NOW ALSO A MUST FOR THE
DESK, THAT HAS TO SUIT THE USER’S BUILD:
HEIGHT-ADJUSTABLE AND EXTENSIBLE
TO ALLOW MOBILITY, A COMBINATION OF
CUSTOMIZED LIGHTING AND MULTITASKING
FITTINGS.
4. Sedus
è l’anima del progetto
Flessibile e componibile
in varie configurazioni
3. Haworth
integra tutte le tecnologie
T-Up
per comunicazione
Un sistema molto versatile
e teleconferenze
con regolazione del piano
di lavoro
1
4. Quadrifoglio
X8
Calda eleganza per
l’ambiente manageriale
5. Kinnarps
Postazione operativa
regolabile in altezza
6. Vitra
2
3
Playns
Ronan e Erwan Bouroullec
Permette di definire
un territorio di privacy
e di regolare l’altezza
con il tocco di un tasto
6
4
us 1/11 37
workplace
exhibition
di Renata Sias
1
1
2
QUEL CHE
PENSO
DELL’UFFICIO...
Incontri e conversazioni
con i designer
CONVERSAZIONI CON ALCUNI DESIGNER
INCONTRATI A ORGATEC IN OCCASIONE DEL
LANCIO DEI LORO NUOVI PRODOTTI:
UN’INTERESSANTE OCCASIONE, NON SOLO PER
CAPIRE CHE COSA COMUNICANO I LORO
PROGETTI, MA ANCHE PER RACCOGLIERE PUNTI
DI VISTA DIVERSI SUL SIGNIFICATO DELLA
PAROLA UFFICIO OGGI.
38 1/11 us
2
Confortevoli divani, giocosi pouf, intime alcove, tavolini bassi da salotto
o banconi alti da bar: l’immagine generale che Orgatec ci offre dell’ufficio è assai lontana dal rigore dei monotoni arredi operativi che dominavano in passato; le proposte generatrici di tendenze, in qualche caso
ritenute utopiche nelle scorse edizioni, sono oggi metabolizzate e assimilate. Non è chiaro fino a che punto si tratti di moda passeggera e
dove inizi la reale consapevolezza della profonda trasformazione della
cultura del lavoro da parte delle aziende e dei designer. Abbiamo chiacchierato con alcuni di loro e scoperto che le opinioni sono in alcuni casi
discordanti.
L’affollatissimo stand di Vitra, allestito in base al concetto “Citizen
Office”, con un Office Forum circondato da Workstation Areas, è
costellato da varie tipologie di Communal Cells che definiscono piccole porzioni di territorio destinate a funzioni specifiche, individuali o di
gruppo. L’esterno di queste versatili microarchitetture, create dai fratelli
Bouroullec con un sistema di pannelli modulari fonoassorbenti, è rivestito in materiale tessile di colori vivaci, all’interno la superficie è sempre
identica, in materiale plastico microforato, ma gli equipaggiamenti sono
tra i più diversi: dall’attrezzatura per guardaroba a quella per kitchenette, dalla “cameretta” per il pisolino postprandiale al salottino per gli
incontri. Qualche anno fa i Bouroullec ci avevano affascinato con la
poetica visione di una scrivania da ufficio intesa come “una grande
tavolata dove pranzare insieme in estate”, un grande desco collettivo
dove lavorare insieme; che cosa resta oggi di quell’idea? È stata sostituita dalle nuove “alcove tecnologiche”? Siamo di fronte al ritorno del
Panel System e alla difesa estrema della privacy?
1. Ofita, task chair Iroha,
design Isao Hosoe
2. Vitra, sistema di sedie Hal,
design Jasper Morrison
3. Abstracta (gruppo
Lammhults), sistema Mobi
di Andrea Ruggiero
4. Vitra, Communal Cells,
design fratelli Bouroullec
«La scrivania condivisa è un concetto ancora valido ma non può
essere l’unica ambientazione per un ufficio. I “cittadini dell’ufficio”
oggi vogliono scegliere!»
4
3
«La scrivania condivisa è un concetto ancora
valido – ci spiega Erwan Bouroullec – ma non
può essere l’unica ambientazione per un ufficio. I ‘cittadini dell’ufficio’ oggi vogliono scegliere! Quindi, all’interno di uno stesso spazio
operativo, dobbiamo offrire loro atmosfere e
attrezzature che rispondano a bisogni diversi.
L’ufficio deve garantire un buon comfort acustico di base e anche aree e strumenti per il lavoro e la vita di tutti i giorni. Chi lavora deve sentirsi come a casa propria, protetto e rilassato,
oppure trovare l’ambiente giusto per stare
bene in gruppo integrato in un’organizzazione
funzionale e con tutte le tecnologie sempre a
disposizione».
La relazione tra arredo, persone, comunicazione e tecnologie è anche alla base del candido
tavolo ibrido Kuubo che, nascondendo lap
top, telefoni, prese e oggetti personali all’interno di vani a scomparsa, può trasformarsi in
pochi secondi da postazione operativa temporanea e condivisa in un meeting table di grande effetto. Formalmente è l’archetipo del
Tavolo: gambe e un semplice piano; ma chiamarlo tavolo è riduttivo. «Si tratta di un Team
Center – sottolinea il designer Naoto Fuka-
sawa – una superficie utilizzabile per ogni funzione e attività, è adatto per un lavoro individuale che richiede concentrazione, per una
presentazione di gruppo, per un meeting o
anche per mangiare o festeggiare. Per aprire i
vani tecnici è sufficiente premere, i cavi possono fuoriuscire dalle apposite fessure, quando si
chiude tutto sta nascosto sotto il piano e ciò
che resta in vista è una superficie semplice e
ordinata, una piattaforma da lavoro, una ‘portaerei’, come suggerisce la parola kuubo in
giapponese».
Un’interpretazione puristica del design che Fukasawa condivide con Jasper Morrison, cui è
legato da profonda amicizia; entrambi utilizzano un linguaggio formale semplice e arcaico e
una funzionalità dall’effetto assolutamente
naturale. “Super Normal”, non a caso, era il
titolo programmatico di una mostra organizzata dai due designer nel 2007. Con questa filosofia Morrison ha reinterpretato, sempre per
Vitra, il concetto di sedia monoscocca multifunzionale per collettività disegnando Hal.
È una famiglia di sedie sorprendente per la sua
linearità: «la mia idea di design e di ambiente è
contraria a qualsiasi stravaganza – conferma
Morrison – mi interessano gli oggetti che non
stancano e non passano di moda. Hal non
vuole essere un prodotto di nicchia, ma una
sedia universale, non solo per l’ufficio. Non
possiamo pensare all’ufficio come a un luogo
separato dagli altri ambienti dove viviamo, è
sempre più complesso e articolato in varie aree
e funzioni, quindi pensare una sedia per ufficio
oggi significa proporre una sedia che sia adatta anche per i ristoranti, per la casa per gli
esterni. E in ufficio, come in ogni altro nostro
ambiente di vita, l’elemento di cui sento la
mancanza è la semplicità».
Il concept di Hal è la distinzione tra la semplice
scocca, elemento centrale e immutabile del
progetto proposto in molte varianti cromatiche,
e le numerose varianti di basi in materiali diversi tutte facilmente disassemblabili e riciclabili.
Un altro punto di vista cosmopolita ci viene
offerto da Andrea Ruggiero, giovane designer
multidisciplinare italo-ungherese che vive a
New York e lavora per aziende canadesi, americane e svedesi. Per Abstracta, marchio del
gruppo Lammhults, ha disegnato Mobi, una
linea di workstation impostate sulla massima
mobilità che permettono agli utilizzatori di rideus 1/11 39
workplace exhibition
finire ‘on demand’ il proprio territorio di lavoro
con scrivanie, postazioni touch-down alte,
caddy, supporti per apparecchiature video;
piano e “ventaglio” fonoassorbente possono
muoversi liberamente su ruote. «Avevo in
mente un ambiente di lavoro open plan e dinamico quando ho disegnato questa famiglia di arredi, – sintetizza Ruggiero – il design
e la loro funzionalità si rivelano perfetti per banche, agenzie di viaggio, business center o
hoteling office. Allo stesso tempo ti permettono di sedere, stare in piedi, immagazzinare e
incontrare».
Altro fautore convinto della mobilità e della flessibilità in ufficio è Isao Hosoe, secondo il quale
«Lo scambio di informazioni e di relazioni tra le
persone è il significato principale dell’ufficio e
ogni elemento dell’ambiente deve consentire e
favorire il flusso costante di energia comportamentale che le persone generano». Da questa
idea nasce anche il concetto di ‘ergonomia
intelligente’ messo a punto per la nuova sedia
Iroha progettata per l’azienda spagnola Ofita.
Ha una visione piuttosto critica Paolo Favaretto che per la portoghese Guialmi ha disegnato il sistema di sedute per attesa Panca.
«Girando per la fiera si ha l’impressione che
l’ufficio sia fatto solo di salottini, break area e
5
spazi per incontri informali, in realtà quando
visito gli uffici reali vedo ancora scrivanie con
persone sedute per molte ore e con il problema di gestire i numerosi cavi, veri grovigli di ‘liane’, che arrivano al piano di lavoro! – continua
Favaretto – credo che quella di sgabelli e salottini sia solo una moda; forse per riempire gli
stand con prodotti di effetto ma che richiedono investimenti assai inferiori per un produttore rispetto all’arredo ‘tradizionale’ da ufficio, in
fondo non ancora così obsoleto come potrebbe apparire a uno sguardo superficiale».
Anche Baldanzi e Novelli hanno una posizione molto pragmatica; tra i nuovi prodotti da
loro progettati ci sono le sedie da teatro Vision
per Lamm e le task chair Blue e Captain per
Sinetica. «Solo una minima parte dell’ufficio è
toccata da questa apparente trasformazione, il
resto rimane come era in passato. Non ci interessa disegnare prodotti glamour e di effetto
per rincorrere la novità ad ogni costo; le aziende, italiane e straniere, si rivolgono a noi non
perchè sono alla ricerca di innovazione esasperata, ma perché hanno bisogno di arredi
funzionali, ergonomici, capaci di durare nel
tempo e con un buon rapporto qualità/prezzo.
Questo è quello che sappiamo fare e che cerchiamo di fare nel miglior modo possibile». I
5. Vitra, Team Center Kuubo,
design Naoto Fukasawa
6. Sinetica, sedia operativa
Blue, design Baldanzi & Novelli
7. Guialmi, sistema Panca,
design Paolo Favaretto
6
6
5
40 1/11 us
«The “citizens of the office” now want to choose! So, within the
same working space, we must offer atmospheres and equipment
to meet different needs».
7
WHAT I THINK ABOUT OFFICE...
Encounters with the designers
Conversations with some of the designers,
who were at Orgatec for the launching of
their new products: an interesting opportunity, not only to understand what their
designs communicate, but also to gather
different points of view on the meaning of
the word Office today
The thronged Vitra stand, laid out according to
the concept “Citizen Office”, is studded with
several kinds of Communal Cells. A few years
ago, the Bouroullec brothers had charmed us
with the poetic vision of an office desk meant
as a “huge dinner table to gather in summer”
and work together; what remains of that concept now? Has it been replaced with new
“technological alcoves”? «The shared desk is
still an effective concept – Erwan Bouroullec
explains – but it cannot be the only office setting. The “citizens of the office” now want to
choose! So, within the same working space,
we must offer atmospheres and equipment to
meet different needs. The office should ensure
a good sound comfort as well as areas and
tools for our everyday life and work».
The relation between furniture, people, communication and technologies underlies also the
white, hybrid table Kuubo. As far as its shape
is concerned, it’s the archetype of the Table:
legs and a plain top, but to call it a table would
be reductive: «It’s a Team Center – the designer Naoto Fukasawa points out – a surface
you can use for all tasks and functions, suitable for an individual work requiring concentration, for a group presentation, a meeting or
even to eat».
A puristic interpretation of design shared by
Jasper Morrison, who conveyed this philosophy, still for Vitra, to the concept of a singlepiece multitasking community chair, Hal. «Any
eccentricity is alien to my idea of design and
environment; I’m interested in objects that you
never get tired of and don’t go out of fashion.
In the office, as in any other place, I suffer from
the lack of simplicity».
Another cosmopolitan point of view comes
from Andrea Ruggiero. who designed for
Abstracta, a brand of the Lammhults Group,
Mobi, a line of workstations based on maximum mobility «I had in mind an open-planned
and dynamic working environment, when I
designed this line of furnishings. They allow to
be seated, to stand, store and meet at the
same time».
Also a keen supporter of mobility and flexibility
at work, Isao Hosoe explains: «The exchange
of information and relations among people is
the chief meaning of the office and all environmental elements should allow and promote the
constant flow of behavioural energy produced
by people». This idea underlies also the concept of “smart ergonomics” set up for the new
chair Iroha for Ofita, supplied with “arm-lumbar support.
Paolo Favaretto, who designed the system of
waiting chairs Panca for the Portuguese
Guialmi, has a rather critical vision: «Going
around the fair you are under the impression
that the office is only made of small sitting
rooms, break areas and space for informal
meetings, actually when I visit the real offices I
still see desks with people seated for many
hours who have to handle several cables, a
real tangle of lianas reaching the worktop!».
Also Baldanzi and Novelli have a very pragmatic view; the new products they have designed include the theatre chairs Vision for
Lamm and the task chairs Blue and Captain
for Sinetica. «Just a very small part of the office is concerned with this apparent transformation, the rest still is as in the past. We are not
interested in the design of glamorous and striking products to pursue the novelty at all
costs, we design objects that last over time
I
and with a good value for money».
us 1/11 41
© Studio Lantero
Progettiamo, realizziamo e manteniamo
il verde nel tuo ufficio
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www.hw-style.it
a cura di Sabrina Piacenza
L’AQUILA
DUE ANNI DOPO...
Progetti per una città che deve rinascere
Come dannati dell’inferno
Da più di tre mesi le scosse continuavano
con intensità diversa, si annunciavano
con una forte folata di vento e poi un boato
anomalo, come fosse un ruggito,
un rotolare di sassi, come un tuono che
venisse dal basso, dalla terra.
Nonostante le rassicurazioni da parte
delle autorità, la paura cresceva ogni
giorno di più…
La domenica del 5 aprile 2009, era stata
una bella giornata di sole caldo, un caldo
eccessivo, un “caldo da terremoto”
ci dicevamo tra amici per esorcizzare la
paura.
Alle 22,48 improvvisamente un boato,
il divano dove sedevamo ha cominciato
a muoversi, la paura mi ha preso alla gola.
Poco dopo il telefono che squilla, sono gli
amici: l’intensità? 3.9... Quanta paura da
1 a 10? Commenti e battute per sminuire
il terrore che ci cresceva dentro. Poco dopo
l’1,30 un’altra scossa, forte ma veloce, non
ci ha dato neppure il tempo di decidere se
uscire e il sonno ha preso il sopravvento.
Alle 3,32 il vento, fortissimo, mi ha
svegliata. Subito dopo il boato e la terra ha
cominciato a tremare a ondeggiare avrei
voluto scappare, ma mio marito mi ha
stretta e siamo rimasti nel letto così
per tutta la durata della scossa.
34 interminabili secondi in cui la terra
tremava e si apriva, le mura
si lamentavano torcendosi sotto la
pressione di quella forza distruttrice,
si sentiva solo lo stridere della pietre:
la mia casa si stava aprendo, la mia città
stava crollando.
Poi lacrime, urla di terrore, polvere densa
che ci avvolgeva, gente che scappava per
i vicoli verso Piazza del Duomo, cercando
riparo in uno spazio aperto. Correvamo
sulle macerie delle case crollate, tra
i lamenti della gente che non riusciva
a uscire dalla propria casa, tra gli urli
di chi già piangeva qualche parente
rimasto sotto le macerie.
In Piazza eravamo tanti, ci contavamo,
ci abbracciavamo anche se ci conoscevamo
appena, aiutavamo i feriti, ci coprivamo
con le tende dei negozi strappate; faceva
così freddo quella notte buia in cui la terra
continuava a ruggire e tremare e le sirene
delle ambulanze a urlare.
Sui volti quell’espressione di terrore che
mai dimenticherò. Dei dannati dell’inferno,
questo sembravamo, eravamo.
(Rossana Sias)
speciale
foto di Rossana Sias
Nella fase di emergenza la priorità è stata giustamente data alla ricostruzione degli edifici residenziali che, tra molte polemiche, sono stati
realizzati in tempi brevi, in area periferica, nella
cosiddetta New Town. Due anni dopo, la città
è ancora gravemente mutilata, il centro storico
ancora inaccessibile e mancano i luoghi della
cultura e dell’aggregazione, della preghiera e
del gioco, del lavoro e dell’istruzione che animano ogni centro urbano. Proponiamo alcuni
interessanti progetti dedicati alla collettività,
purtroppo solo la minima parte di questi è stata
realizzata, purtroppo nessun progetto è previsto nel centro della città. Ma gli aquilani vogliono riappropriarsi del loro centro storico, vogliono vedere rinascere la loro Old Town.
L’AQUILA TWO YEARS LATER
Projects for a city that must return
to life
On April 6th 2009, at 03,32 am, a terrifying
shock which measured 6,3 on the Richter scale
devastated Abruzzo, destroying the city of L’Aquila and many neighbouring villages. The emergency rightly favoured the reconstruction of
residential buildings, that were carried out in a
short time, although arousing controversy.
But the city is still heavily mutilated, the town
centre is still inaccessible and there are no places of culture and knowledge, prayer and play,
work and education, that give life to all urban
centres.
On these pages you’ll find some interesting
projects for the community, unfortunately just a
I
minimum part of them was carried out.
us 1/11 43
contract special
Committente: Fondazione
La forma a scocca realizzata
Comunità Mantovana
con il sistema modulare
Coordinatore del progetto:
Armadillo di Brianza Plastica,
A regola d'Arte, Confindustria
conferisce già in sé
Mantova, Ance Mantova,
all'ambiente un senso di
Politecnico di MIlano
guscio, di appartenenza.
Sotto la volumetria del guscio
si forma uno spazio interno
inconsueto e piacevole,
avvolgente e protettivo,
flessibile e funzionale e
ideale per soddisfare
differenti ipotesi abitative
The frame obtained with the
modular system Armadillo
by Brianza Plastica lends the
environment a feeling of shell
and belonging. Below the
volumetry of the shell there
is an unusual and pleasant
inner space, comfortable
and protective, flexible and
functional, perfect to meet
different living units
ASILO NIDO APE
TAU A COPPITO
Progetto di Atelier2, Gallotti
e Imperadori Associati
L'IDEA INIZIALE È DI LUIGI MASOTTO,
PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DI
COSTRUTTORI MANTOVANA “A REGOLA D'ARTE”,
IL PROGETTO È STATO REALIZZATO
GRATUITAMENTE DAL PROFESSOR MARCO
IMPERADORI DEL POLITECNICO DI MILANO
(POLO DI LECCO) E DAL SUO STUDIO ATELIER 2.
LA REALIZZAZIONE È STATA OPERA DI AZIENDE
COSTRUTTRICI ABRUZZESI CON MATERIALI
E PRODOTTI FORNITI DA DIVERSE AZIENDE
LOMBARDE.
44 1/11 us
L’asilo è organizzato in tre corpi: uno centrale
che ospita i servizi (ingresso, segreteria, bagni,
cucina e depositi) e due corpi più piccoli collegati al principale che ospitano ciascuno un'aula e lo spazio per il riposo. La struttura è totalmente a secco con centinature portanti e elementi secondari in legno o acciaio zincato, con
guscio interno e facciate totalmente stratificate
a secco e iperisolate per ottenere il massimo
comfort estivo e invernale. L’involucro raggiunge un'efficienza di 35 kwh/mq anno (Classe B
di Casa Clima di Bolzano).
Lo studio dei colori per gli interni dell’asilo ha
portato a un’attenta soluzione che fosse in
equilibrio tra vivacità/stimolo e pacatezza/tranquillità. Grazie alla fornitura gratuita dei
materiali Mondo Spa, le finiture dei pavimenti
sono state scelte fra quelle in gomma dell’ultima serie “Idea”, disegnata da Aldo Cibic.
CRÈCHE APE TAU AT COPPITO
Luigi Masotto, chairman of the Mantuan association of builders “A regola d’arte” first came
up with the idea and the project was carried
out for free by Professor Marco Imperadori,
Politecnico di Milano (Polo di Lecco), and his
practice Atelier 2. The realization was entrusted to some building firms based in Abruzzo
with materials and products supplied by seveI
ral Lombard companies.
Committente/Promotore:
Provincia Autonoma di Trento
Le forme pure delle scatole,
The pure shape of boxes,
rivestite esternamente in
outside panelled in fir staves
doghe di abete del Trentino,
coming from Trentino, relates
si relazionano con la massa
to the compact mass of the
compatta del Forte. Una scelta
Fortress. A choice strictly
strettamente legata alla
connected with the acoustic
funzione acustica dell’edificio,
function of the building,
quella cioè di suonare come
namely playing as if it were
fosse uno strumento musicale,
a musical instrument, but
ma anche dettata dalle
also imposed by the context:
condizioni del contesto:
actually, wooden structures
le strutture lignee hanno,
have very high aseismic
infatti, elevatissime
characteristics
caratteristiche antisismiche
AUDITORIUM
TEMPORANEO
NEL PARCO
Progetto di Renzo Piano, RPBW
UNA “CASA PER LA MUSICA” PER L’AQUILA NEL
PARCO DEL CASTELLO, VICINO ALLA FONTANA
LUMINOSA, PORTA D’ACCESSO AL CUORE ANTICO
DELLA CITTÀ. RENZO PIANO HA PENSATO AD UN
EDIFICIO “FATTO DI ALBERI” CHE AVRÀ LA FORMA
DI UN CUBO POSTO SU UNO SPIGOLO, CON UNA
SOLUZIONE CHE PUNTA A OTTIMIZZARE LE
CONDIZIONI ACUSTICHE E ARCHITETTONICHE.
Il nuovo Auditorium, concepito come edificio
provvisorio, sarà articolato in tre volumi, tre
semplici cubi accostati in maniera apparentemente casuale.
Il volume centrale, quello più grande che corrisponde alla sala dell’Auditorium, è fermato in
una posizione leggermente obliqua che allude
quasi ad una sua instabilità. In realtà la sua
inclinazione di 30° ha una precisa ragione poiché uno dei due lati inferiori corrisponde all’inclinazione dei gradoni della platea interna,
dimensionato in modo da poter ospitare 238
spettatori e circa 40 orchestrali.
La pianta si articola in una zona centrale piana
e due zone contrapposte inclinate con andamento a gradoni. La zona centrale piana è
occupata dal podio dell’orchestra, gli altri due
cubi, collegati con il primo attraverso passerelle in ferro, vetro e legno, contengono rispetti-
vamente le attività di servizi al pubblico, i locali
degli impianti tecnologici e le attività di servizio
agli artisti.
TEMPORARY AUDITORIUM
IN THE PARK
A “house for music” for L’Aquila in the park of
the castle, close to the Fontana Luminosa, the
gatewat to the very heart of the city, a building
“made with trees” that will have the shape of a
cube placed on a corner, with a solution meant
to optimize the acoustic and architectural conI
ditions.
us 1/11 45
contract special
Committente:
Governo giapponese
A differenza di quanto previsto
Unlike what was provided
nell’idea originale
for by the original idea,
la struttura portante non è
the load-bearing structure
stata realizzata con materiali
wasn’t carried out with poor
poveri come legno, carta,
materials like wood, paper,
cartone e prodotti ricavati
cardboard and recycled
con processi di recupero
products
AUDITORIUM
TEMPORANEO
TRA LE
COLONNE
Progetto di Shigeru Ban
GIÀ DOPO POCHE SETTIMANE DALL’EVENTO
CALAMITOSO CHE HA INTERESSATO L’ABRUZZO,
IL GOVERNO GIAPPONESE HA AFFIDATO
A SHIGERU BAN L’INCARICO DI PROGETTARE
UN AUDITORIUM TEMPORANEO DA REALIZZARE
A L’AQUILA, COME CONTRIBUTO ALLA
RICOSTRUZIONE POST-SISMA.
46 1/11 us
L’opera, nella versione definitiva, si sviluppa in
una pianta dalla geometria quadrata con il lato
di 25 m. All’interno un’ellisse disposta diagonalmente ospita la sala principale da 230 posti
con una copertura a piramide ribassata, mentre all’esterno dell’ellisse sono disposti il foyer,
il guardaroba e gli spazi di servizio. Tutt’attorno
un colonnato ispirato a quello del Bernini a Roma. Un progetto dall’iter piuttosto travagliato,
segnato da numerosi impedimenti politico-amministrativi, ma in cui l’architetto giapponese
ha voluto fin dall’inizio coinvolgere professori e
studenti dell’Ateneo aquilano e di università
straniere (Harvard e Keio). A differenza di quanto previsto nell’idea originale la struttura portante non è stata realizzata con materiali poveri come legno, carta, cartone e prodotti ricava-
ti con processi di recupero (tubi in cartone per
sorreggere la copertura e sacchetti di sabbia
per riempire la scaffalatura metallica che disegna la struttura della sala), ma si è optato per
l’acciaio come la normativa italiana impone.
Il concept originale è stato dunque snaturato in
corso d’opera, non senza polemiche.
TEMPORARY AUDITORIUM AMID
COLUMNS
Already a few weeks after the disastrous event
that hit Abruzzo, the Japanese government
has entrusted Shigeru Ban with the task of
designing a temporary auditorium for L’Aquila,
as a contribution to the post-earthquake
I
reconstruction.
Committente: ANIA
Pur mantenendo l’immagine
originale, l’intera struttura è
stata resa più confortevole e
sottoposta agli adeguamenti
previsti dalle attuali
normative antisismiche e
antincendio
Although keeping the original
look, the whole structure was
made more comfortable, in
compliance with the current
aseismic and fire-prevention
regulations
CASA FAMIGLIA
SAN GREGORIO
Progetto di Progetto CMR
LA RICOSTRUZIONE DELLA CASA FAMIGLIA E
SCUOLA MATERNA DI SAN GREGORIO (PICCOLA
FRAZIONE DEL COMUNE DI L’AQUILA),
INAUGURATA NELL’OTTOBRE 2010, NASCE DALLA
VOLONTÀ DELL’ANIA (ASSOCIAZIONE NAZIONALE
TRA LE IMPRESE ASSICURATRICI) CHE SI È
PRONTAMENTE ATTIVATA INCARICANDO LO
STUDIO PROGETTO CMR A RESTITUIRE L'EDIFICIO,
NEL MINOR TEMPO POSSIBILE.
I lavori di ricostruzione, che su esplicita richiesta delle suore avrebbero dovuto riportare la
casa alla forma architettonica precedente al
sisma, hanno previsto oltre al rifacimento di
tutta la muratura esterna della struttura, quello
di alcuni tramezzi al piano terra e al primo piano, rispettando però la planimetria di quelle
che erano le strutture murarie esistenti.
Uno degli obiettivi era proprio che i bambini
riconoscessero i luoghi dove erano cresciuti,
ritrovando così quella che era la loro casa prima del disastroso evento.
L’intervento di recupero ha dato l’occasione di
rendere maggiormente confortevole la casa famiglia: sono state apportate alcune modifiche
nella gestione degli spazi interni del secondo
piano occupato dalla zona notte.
L’intero piano è stato ridisegnato: non più un
unico stanzone dove far dormire tutti i bambini, ma piacevoli e accoglienti stanze da 4 posti
letto ciascuna dotata di bagno interno.
CASA FAMIGLIA DI SAN GREGORIO
The reconstruction of the group home and nursery school of San Gregorio (a small hamlet
close to L’Aquila), inaugurated in October
2010, is to be credited to ANIA, that has
promptly entrusted Progetto CMR with the
reconstruction of the building, heavily damaI
ged, to be delivered as soon as possible.
us 1/11 47
contract special
Committente:
Casa Onna è realizzata
Ambasciata di Germania
con le più avanzate tecnologie
che, pur introducendo
metodologie costruttive
all’avanguardia, vogliono
dialogare con il linguaggio
architettonico tradizionale
del borgo storico
Casa Onna was carried out
according to the most
advanced technologies that,
although introducing state-ofthe-art building methods, suit
the traditional, architectural
features of the old hamlet
CASA ONNA
Progetto di Giovanna Mar
CASA ONNA, SEDE MUNICIPALE DEL PICCOLO
PAESE OMONIMO DISTRUTTO DAL VIOLENTO
SISMA, RAPPRESENTA UN PUNTO DI
RIFERIMENTO PER LA CITTADINANZA, UNA
CERNIERA FRA L’ANTICO AGGLOMERATO URBANO
E IL NUOVO VILLAGGIO TEMPORANEO.
L’EDIFICIO OSPITA UNA SALA MULTIFUNZIONALE,
QUATTRO LOCALI ADIBITI A SALE RIUNIONI,
UN INTERNET POINT OLTRE AD UN AMPIO FOYER
E LOCALI DI SERVIZIO.
48 1/11 us
Il progetto si sviluppa attorno all’idea di un edificio dalla volumetria semplice e fortemente
riconoscibile, che si rapporti dimensionalmente con il tessuto urbano esistente prima del terremoto. Lo spazio antistante l’edificio a nord è
stato ridisegnato attorno a tre elementi identitari molto significativi: l’abbeveratoio, memoria
della tradizione, il muro di recinzione in sassi
realizzato da una delle giovani vittime del terremoto e il grande albero pre-esistente al sisma,
visibile da ogni punto del paese, in particolar
modo dalle strade di Onna Nuova. Questi tre
elementi sono messi a sistema in un unico
corpo che ha la funzione di “porta” d’accesso
al borgo e allo stesso tempo delimita lo spazio
pedonale di pertinenza della nuova casa municipale. Sul fronte ovest si conserva un giardino
che potrà essere sfruttato come spazio sociale e si aprirà a sud verso gli spazi verdi dell’asilo comunale.
CASA ONNA
The town hall in the small village having the
same name, in ruins after the violent earthquake, is a Landmark for the whole town, a hinge
between the old built-up area and the new
temporary village. The building accommodates
a multi-purpose room, four rooms used for
meetings, an Internet point as well as a large
I
foyer and utility rooms.
Committente:
Un progetto semplice ma
ANIA
di grande effetto, che
racchiude un cuore high-tech
capace di garantire consumi
energetici da Classe A
ottenuti attraverso l’utilizzo
di una caldaia a
condensazione, infissi con
vetri basso-emissivi e
riscaldamento con pannelli
radianti a pavimento
A simple yet striking project
with a high-tech heart
to supply Class A energy
by means of a condensation
boiler, frames with
low-emissive panes and
floor-standing radiant heaters
Foto di Leo Torri
CHIESA
DI SAN
BERNARDINO
Progetto di Antonio Citterio
Patricia Viel and Partners
INAUGURATA NELL’APRILE 2010 E REALIZZATA
IN TEMPI RECORD – POCO PIÙ DI SETTANTA
GIORNI – SECONDO I PIÙ RIGIDI CRITERI
ANTISISMICI ED ECOSOSTENIBILI: LA CHIESA
SMONTABILE SORGE NEL BORGO RELIGIOSO
DI SAN BERNARDINO A L’AQUILA ED È STATA
UNA DELLE PRIME OPERE “PUBBLICHE”
AD ESSERE APERTE ALLA CITTADINANZA.
Design e prefabbricazione si sposano egregiamente in questo intervento costituito principalmente da moduli provvisori in legno e acciaio,
interamente smontabili e riciclabili, nell’ottica di
un uso futuro diverso.
Il complesso si estende su un lotto di 4.900
mq e include una chiesa da 224 posti, un convento, una mensa da 198 posti e gli alloggi per
poveri gestito da una Onlus.
L’impianto tipologico pensato da Citterio è caratterizzato dall’accorpamento di volumi e funzioni in un unico complesso ecclesiastico che
genera una corte dietro l’abside della chiesa.
Una vera e propria abbazia moderna, con il
fronte della chiesa arretrato che permette così
di recuperare spazio per l’ampio sagrato pubblico antistante.
Il tutto è circondato da una quinta in legno alta
2,5 metri che separa il complesso dal contesto
periferico in cui sorge.
SAN BERNARDINO CHURCH
Inaugurated in April 2010 and carried out in a
record time – about seventy days – according
to the strictest aseismic and eco-sustainable
standards: the church can be disassembled
and stands on the religious hamlet of San
Bernardino, L’Aquila, and was one of the first
I
“public” works to be opened to the town.
us 1/11 49
contract special
Le opere di fondazione
The foundation works provide
prevedono il recupero di parte
for the reuse of part of
delle macerie del terremoto,
the earthquake rubble, while
mentre la struttura portante
the load-bearing structure
sarà realizzata in legno
will be carried out in
lamellare rivestita dal
laminated wood covered
tessuto/membrana in triplo
with the three-ply membrane/
strato che permette la
fabric to allow insulation
coibentazione e
and the filtering of daylight
contemporaneamente il
at the same time
passaggio di luce naturale
filtrata
Lo spazio architettonico, realizzato grazie a un
apparato tecnologico originale, ha integrato alle funzioni liturgiche una ricerca degli elementi
simbolici in considerazione anche dell'astronomia e della cultura religiosa rispetto al mistero
della Resurrezione. I criteri adottati per la definizione del volume architettonico sono anche
frutto di scelte fondamentali quali l’impatto zero nell’uso di materiali e tecnologie adeguate.
In particolare, i sistemi costruttivi e i materiali
adottati realizzano uno spazio che esalta le peculiarità dell’ambiente circostante e gli elementi naturali che lo caratterizzano. Un attento studio è stato prestato anche ai percorsi interni ed
esterni del complesso, chiamati a restituire al
visitatore il senso di sacralità che anche una
chiesa di emergenza deve saper dare.
CHIESA DELLA
RESURREZIONE
Progetto di Enzo Eusebi,
Nothing Studio
UN PROGETTO CHE NASCE IN RICORDO DELLE
308 VITTIME DEL TERREMOTO E A CUI SONO
STATE IDEALMENTE DEDICATE ALTRETTANTE
SEDUTE. UNA STRUTTURA IN ARMONIA CON
L’AMBIENTE, DAL LINGUAGGIO MODERNO, CHE
UTILIZZA UNA MEMBRANA TRASLUCENTE IN
FIBERGLASS ASSOLUTAMENTE INNOVATIVO:
UN SISTEMA COSTRUTTIVO ISPIRATO ALLE
REALIZZAZIONI DI STRUTTURE DI EMERGENZA.
50 1/11 us
CHIESA DELLA RESURREZIONE
A project meant as a memorial to the 308 victims of the earthquake, to whom as many
chairs were ideally dedicated. A modern structure in tune with the surroundings, that makes
use of a translucent membrane in a most innovative fiberglass: a construction system inspiI
red by emergency facilities.
Progetto pro bono per il
Comune de L’Aquila
L’impianto riprende l’idea del
The plan refers to the
teatro classico settecentesco
concept of the classic Italian
italiano, aggiornato in chiave
eighteenth-century theatre,
più democratica; la netta
updated to be more
separazione tra platea e
democratic; so, the clear-cut
balconi lascia, infatti, spazio
separation between stalls
ad un ritrovato senso della
and balconies gives room
comunità
to a recovered feeling of
community
NUOVO TEATRO
STABILE
D’ABRUZZO
Progetto di Mario Cucinella, MCA
L’IDEA DI REALIZZARE UN TEATRO NELLA CITTÀ
COLPITA DAL SISMA FU LANCIATA DURANTE IL
SALONE DEL MOBILE DI MILANO 2009 DA MARIO
CUCINELLA E CARLO GUGLIELMI, PRESIDENTE
DEL COSMIT. SUPERATA L’EMERGENZA,
OCCORREVA INFATTI PENSARE A NUOVI LUOGHI
DI SOCIALITÀ E AGGREGAZIONE PER LA CITTÀ.
IL PROGETTO DEL TEATRO ESPRIME L’IDEA DI
UN EDIFICIO SEMPLICE, UN GRANDE PONTEGGIO
GREZZO DI LEGNO CHE CONTIENE UN INVASO
CONICO COMPLETAMENTE IMMERSO IN UN
GRANDE PARCO.
La struttura, che dovrebbe avere una superficie di 2800 mq e capacità di circa 500 posti a
sedere, si presenta all’esterno come una grande arca, mentre il disegno dell’interno è ispirato al liuto, uno strumento musicale del quale la
struttura intende evocare la semplicità.
Il nuovo teatro andrà ad aggiungersi a quello
storico della città, sarà un luogo di sperimentazione e ricerca sul modello del teatro-studio.
Ma non solo, sarà una struttura supersostenibile, realizzata in legno lamellare, ma anche
legno utilizzato per i ponteggi delle barche.
È inoltre previsto l’impiego di un impianto fotovoltaico e uno per l’energia geotermica; privo
di riscaldamento, non solo per limitare i costi,
ma anche per consentire più facili metodi costruttivi.
NUOVO TEATRO STABILE D’ABRUZZO
Mario Cucinella and Carlo Guglielmi, chairman
of Cosmit, came up with the idea to carry out a
theatre in the city after the earthquake during
the 2009 Milan Furniture Exhibition. Once the
state of emergency was over, new places for
social relations had to be carried out. The
design of the theatre shows a plain building, a
large scaffolding in unrefined wood that contains a cone-shaped hollow entirely immersed
I
in a large park.
us 1/11 51
contract special
Il piano terra, organizzato
The ground floor, organized
attorno all’ingresso dei portici,
round the entrance to the
è costituito da una grande
portico, consists of a large
lounge che contribuisce a
lounge to help Al Centro to be
rendere Al Centro un luogo di
a meeting place. A wide well
incontro. Un ampio pozzo di
of light connects the four
luce connette visivamente i
commercial floors into one
quattro piani commerciali
large, modern, wired,
unificandoli in un unico grande
animated and international
ambiente vivo, moderno,
environment
cablato, internazionale
AL CENTRO,
UN EDIFICIO,
UN CONCETTO
Progetto di F&P e aMDL
È IL MOMENTO DI PRETENDERE NORMALITÀ,
ADDIRITTURA DI RILANCIARE L’AMBIZIONE
E DI PORTARE A L’AQUILA QUELLO CHE NON C’È
MAI STATO E CHE MANCA IN MOLTE CITTÀ
ITALIANE, QUALCOSA CHE RIGUARDA LA NUOVA
MANIERA DI VIVERE, LA NUOVA MANIERA DI
VEDERE LE COSE E DI GODERE DEI BENEFICI
DELLA NOSTRA CIVILTÀ. QUESTA SFIDA È ALLA
BASE DEL PROGETTO NATO DALLA VOLONTÀ DI
ANTONIO NAPOLEONE, CEO DI EUROPA RISORSE,
INSIEME A MARCO PESTALOZZA, LEOPOLDO
FREYRIE E MICHELE DE LUCCHI. UN CONCETTO
INNOVATIVO IN CERCA DI FINANZIATORI.
52 1/11 us
Al Centro è un progetto pensato per risvegliare il centro storico dell’Aquila, abbandonato da
due anni. Prevede la riconversione di un edificio preesistente (ex Standa) in corso Federico
II, danneggiato solo in modo superficiale; è un
insieme di attività commerciali, di business, di
ricezione e intrattenimento combinate in un’unico edificio e sotto un’unica gestione e un
unico marchio: comprende negozi, uffici, una
banca, mediastore, libreria, concept store, palestra, caffeteria, ristorante e voglia di vivere.
Al Centro propone formule innovative, nuovi
stili di vita, nuove organizzazioni commerciali,
nuovi abbinamenti merceologici, nuovi comportamenti al lavoro.
AL CENTRO, A BUILDING,
A CONCEPT
The time has come to demand to be back to
normality, even to relaunch ambition and bring
to L’Aquila something that it never had and is
still missing in many Italian cities, something
that concerns a new way of living, of seeing
things and enjoying the benefits of our civilization.
This challenge underlies the project wanted by
Antonio Napoleone, CEO of Europa Risorse,
together with Marco Pestalozza, Leopoldo
Freyrie and Michele De Lucchi. An innovative
I
concept looking for backers.
intervista a cura di Renata Sias
DALLA
EMERGENZA
ALLA
NORMALITÀ
Progetti per L’Aquila di Antonio
Napoleone, CEO Europa Risorse
«LA MIA TERRA È STATA COLPITA, HO SENTITO
CHE DOVEVO FARE QUALCOSA» PREMETTE
ANTONIO NAPOLEONE, CEO DI EUROPA RISORSE,
CHE CI SINTETIZZA L’ITER DEL FONDO ETICO AQ
DESTINATO A METTERE A DISPOSIZIONE DEI
CITTADINI TERREMOTATI 500 APPARTAMENTI
(AD OGGI NE SONO GIÀ STATI ACQUISTATI PIÙ
DI 300) E, DOPO L’IMPEGNO PER AFFRONTARE
L’EMERGENZA, CI ANTICIPA I NUOVI PROGETTI
DI SVILUPPO TERZIARIO E COMMERCIALE
AFFIDATI A GRANDI NOMI DELL’ARCHITETTURA –
F&P, MICHELE DE LUCCHI, ITALO ROTA –
FINALIZZATI A TRASFORMARE LA TRAGEDIA IN
UN’OPPORTUNITÀ PER DARE UN NUOVO VOLTO
PIÙ BELLO E PIÙ MODERNO A L’AQUILA.
“La Casa dei Professionisti” di Italo Rota per Europa Risorse
Rientrato in Italia nel 2000 dopo aver lavorato
all’estero per molti anni, Antonio Napoleone ha
sviluppato con Europa Risorse alcuni tra i più
significativi interventi, non solo a Milano (piazzale Maciachini, viale Bodio e piazza Mondadori),
ma anche a Perugia dove ha attuato insieme a
BNL Paribas la trasformazione dell’ex Ospedale
Monteluce in un nuovo complesso, attualmente
in fase di costruzione, formato da alberghi, casa
dello studente, parcheggi, clinica, residenze.
US: Il suo impegno per L’Aquila si è già
manifestato nella situazione di emergenza,
ci sintetizza l’iter di questo progetto?
A.N.: «Sono abruzzese, a L’Aquila mi sono
sposato e lì sono nate le mie figlie. Il terremoto
ha colpito molti membri della mia famiglia. Dopo questa catastrofe, ho pensato di mettere a
disposizione della città la mia esperienza di
developer. Purtroppo sono stati sollevati dubbi,
legittimi se si considera la situazione di incertezza e di sfiducia che ha accompagnato molti
tra gli interventi di urgenza. Con Europa Risorse SGR abbiamo realizzato il Fondo AQ, tra
l’altro premiato nel 2009 come il miglior progetto di finanza solidale da parte della comunità italiana del real estate. Sotto il severo controllo di Consob e Bankitalia, e su invito del sindaco, delle banche locali, della protezione civile e dei cittadini, il Fondo AQ ha acquistato più
di 300 appartamenti (con l’obiettivo di arrivare
a 500) in corso di costruzione o sfitti al momento del sisma, che sono stati ristrutturati e
assegnati in affitto dalla Protezione Civile agli
abitanti. La prima parte di questa operazione è
stata avviata con successo, ma si fatica ora a
trovare i 10 milioni finali di finanziamento necessari per concludere l’ultima fase dell’operazione; quindi parteciperò alla gara per avere finanziamenti da Inail che, insieme ad altri enti
previdenziali e con il consenso dei Ministeri di
competenza, ha l’obbligo di investire per la
ricostruzione de L’Aquila».
US: Oltre a questi interventi sul residenziale, sulla base dell’esperienza già concretizzata con successo a Perugia, ci sono però
altre proposte che interessano nell’ambito
del terziario, di che cosa si tratta?
A.N.: «Dopo il fondo AQ vorrei creare altri fondi
per realizzare altri interventi per ridare vita alla
città. La nostra esperienza di developer ci ha
permesso di indentificare delle possibili aree di
sviluppo; ci hanno detto che sono ottimi progetti, ma è difficile trovare il denaro necessario
perchè al momento l’Aquila dà qualche preoccupazione agli investitori. La nostra proposta si
muove su due ipotesi. La prima strada, la più
semplice da attuare, prevede l’acquisto di palazzi privati ubicati sugli assi più agibili della
città, in centro storico da trasformare l’uno in
Casa dei Professionisti, su progetto di Italo
Rota e l’altro in centro polifunzionale, su progetto di F&P e Michele De Lucchi (vedi pagina
a fianco). La seconda strada, sul modello dell’esperienza positiva di Perugia, prevede inve-
ce il recupero e la trasformazione di due aree
dismesse e de-qualificate che certamente sarebbero già state il naturale ampliamento della
città se negli ultimi anni L’Aquila non avesse
vissuto un periodo di crisi: l’area dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio e quella dell’ex ospedale di San Salvatore. Il progetto per
queste nuove parti della città prevede piazze,
ristoranti, alberghi, uffici, residenze e dotazioni
di alta tecnologia, ma l’attuazione è una scelta
strategica che spetta alla Città e alla Regione e
richiede il coraggio di liberarsi dal provincialismo e dalle piccole gelosie locali. Ci sono 18
miliardi di lavori da fare e c’è posto per tutti,
soprattutto per le imprese locali. L’Aquila deve
rinascere più bella di prima, con progetti di
buona architettura, altissima tecnologia e rispetto per l’ambiente. È necessario trasformare un evento drammatico in un’occasione unica per creare una citta contemporanea di alta
qualità. Questo è il mio sogno».
FROM EMERGENCY
TO NORMALITY
Projects for L’Aquila by Antonio
Napoleone, CEO Europa Risorse
«My land was hit, I felt I had to do something» states Antonio Napoleone, CEO Europa Risorse, who sums up the procedure of
the ethical found AQ meant to place at the
disposal of residents made homeless by the
earthquake 500 flats (so far more than 300
have already been bought) and, after honoring the commitment to face up the state of
emergency, announces the new projects for
the service and business sector, entrusted to
the big names of architecture – F&P, Michele
De Lucchi, Italo Rota – aimed at changing
the tragedy into an opportunity to give a better and more modern look to L’Aquila.
Back to Italy in the year 2000 after working
abroad for many years, Antonio Napoleone has
developed with Europa Risorse some of the
most meaningful projects, not only in Milan but
also in Perugia, where he has carried out together with BNL Paribas the conversion of the former Ospedale Monteluce into a new complex
formed by hotels, student’s residence, parking
lots, hospital department, flats. Despite the
financing difficulties, the reutilization of two dismantled and downgraded areas in L’Aquila will
follow this model: the former Collemaggio mental hospital and the former San Salvatore hospital, along with the conversion of private building
close to the old town centre.
«L’Aquila must return to life, more beautiful than
before, through projects of good architecture,
cutting-edge technology and environmental
protection. It’s necessary to change a dramatic event into a unique opportunity to create a
top-quality contemporary city. That’s my
I
dream».
us 1/11 53
SIRA | APPARECCHIO A STELO
SIRA LED. LA VISIBILITÀ DEL FUTURO
www.waldmann.com
Nella foto: Struttura
al neon di Lucio Fontana,
realizzata nel 1951 per
la IX Triennale di Milano,
ora esposta nella
affascinante Sala Fontana,
uno dei fiori all’occhiello
del nuovo Museo del 900,
inaugurato a Milano
lo scorso dicembre,
che raccoglie le più
importanti collezioni
e opere del secolo scorso
In the picture: Neon
structure by Lucio Fontana,
carried out in 1951 for the
9th Triennale di Milano,
now displayed in the new
“Museo del 900” in Milan
LUCE, COLORE, SPAZIO, POESIA
Un percorso costituito da diversi contributi che affrontano il tema dell’illuminazione, anche di quella cosiddetta “tecnica”, in un’ottica di qualità dell’habitat
che vada oltre i parametri normativi ed esplori gli aspetti emotivi e percettivi.
«La luce è, a mio avviso, l’alimento basilare dell’architettura. – diceva Le Corbusier –
Io compongo con la luce». Ma «lavorare con la luce – ci ricorda Mario Nanni – non è
solo applicare matematica e fisica, bensì dosare amore, percezione, passione e sperimentazione». Luce come poesia, luce come arte. Anche negli ambienti dove viviamo e lavoriamo tutti i giorni.
Light, colour, space, poetry
A path formed by several contributions, that tackle the lighting subject, even
the so-called “technical” one, from the environment point of view, yet beyond
the regulatory benchmarks, to bring out the emotional and perceptive aspects.
«In my opinion, light is the basic component of architecture – Le Corbusier used to
say – I use light to compose». But «working with light – Mario Nanni reminds us –
doesn’t mean to apply math and physics only, but to dose love, perception, passion
and experimentation». Light as poetry, light as art. Also in the environments where
we live every day.
usdossier
CONTRACT
contract
dossier lighting
www.spaziofgm.com
LE OTTO
REGOLE DI
LUCE
La poesia di Mario Nanni in
mostra allo Spazio FGM di Milano
LA CUPOLA GUELL DEL GAUDI CENTER REUS,
LA LUCE DELLA MUSICA PER IL TEATRO ALLA
SCALA, IL TERMOMETRO DI LUCE PER PIAZZA
ZABALBURU DI BILBAO, SONO ALCUNE DELLE
OTTO “FINESTRE” CHE, NELLA MOSTRA
MONOGRAFICA ORGANIZZATA PRESSO LO
SPAZIO FGM PER L’ARCHITETTURA DI MILANO,
INCORNICIANO E DEFINISCONO LE OTTO
REGOLE: LUCE MATERIALE DA COSTRUZIONE,
LUCE SOLO DOVE SERVE, LO SPESSORE DELLA
LUCE, LA LUCE GENERA IL COLORE, ELOGIO
DELL’OMBRA, LUCE IN MOVIMENTO, PRESENZA
E ASSENZA, L’EMOZIONE DEL NULLA.
56 1/11 us
Muoversi nello spazio è innanzitutto provare o subire emozioni: questo
racconta il percorso costruito nello spazio espositivo di via Bergognone.
Come ci insegna Nanni “tutte le volte che si affronta un progetto bisogna farlo con grande modestia e sensibilità, con la consapevolezza che
lavorare con la luce non è solo applicare matematica e fisica, ma è
anche dosare amore, percezione, passione e sperimentazione”.
Progettista, fondatore di Viabizzuno e poeta della luce, Mario Nanni ci
racconta così l’architettura, attraverso la sua esperienza del visibile e
del sensibile, inquadrando il progetto, raccontandocene la storia, facendocelo vedere attraverso la luce.
Regola 1 - Presenza e assenza
Presenza di Luce e assenza di corpo illuminante: magia, stupore ed
emozione della luce senza l’evidenza della forma da cui nasce. La presenza-assenza della luce è un viaggio spazio temporale che rompe i
confini della materia. Da una sorgente nascosta far risplendere i corpi
su cui la luce si appoggia.
Regola 2 - Luce solo dove serve
Chimica della luce: ci vuole la dose giusta e calibrata perché nasca l’alchimia. In un ambiente non servono tante luci. Ne basta una. Capace
di far cogliere le emozioni, gli sguardi, l’attenzione. Luce, una e una
sola. Dove serve.
Regola 3 - Lo spessore della luce
Ha spessore ciò che ha volume, ha volume ciò che genera ombra.
L’ombra nasce dalla luce e la luce genera volumi definendone gli spazi.
La luce che aiuta a scoprire e leggere l’architettura stessa. La luce è
materia e come tale va trattata.
1
2
3
4
5
6
7
8
Regola 4 - Luce materiale da costruzione
Un progetto non è solo materia ma anche luce.
L’architettura è progettazione di luce. Troppo
spesso la luce è un post intervento: corregge
enfatizza e nasconde ciò che ha già preso una
sua forma. Ma la luce, quella che non si vede
ma si sente è un tutt’uno con la materia che si
appoggia. È quindi necessario costruire con la
luce.
Regola 5 - Elogio dell’ombra
La forza della luce coincide con l’approssimarsi al suo spegnersi. Su questo confine tra luminosità e oscurità prende forma l’architettura. Si
ragiona per positivo e negativo: l’ombra è il
vuoto e il pieno della luce. Quando si produce
luce, non bisogna progettare tanto la luce in sé
quanto l’ombra che gli oggetti colpiti da essa
emettono.
Regola 6 - Luce in movimento
La luce segue il ritmo che va dall’alba al tramonto cogliendo aspetti architettonici, simbolici, narrativi e descrittivi legati alla città e ai suoi
protagonisti.
Muovendosi la luce diventa racconto e poesia
come nel caso dell’illuminazione della facciata
del Teatro alla Scala di Milano: grazie alla LIV
(Lampadina a immagini variabili) la luce è in
grado di modularsi e di trasformare le superfici
su cui si appoggia modificando i confini e le
profondità della facciata stessa.
Regola 7 - La luce genera colore
Nessun oggetto emana un colore uguale a se
stesso durante tutto l’arco della giornata. L’oscurita fa scomparire i colori perché il colore è
luce. È la luce che dà ad ogni oggetto il suo
colore, per questo il colore diventa strumento
di progettazione.
Regola 8 - L’emozione del nulla
L’emozione del nulla è l’incanto di poter vivere
una situazione piacevole per mezzo della luce
che avvolge uno spazio, senza che essa si
manifesti apertamente, vivere emozioni attraverso quello che vedo.
Rendere più pregne di significato le cose.
Creare una magia invisibile. Come nel caso
dell’illuminazione della scultura dell’Ermafrodito dormiente non occorre creare una luce sagomata che avvolge omogeneamente nella
sua totalità l’opera; si tratta di dare un valore
alla sua inquadratura, appoggiare lo sguardo
della luce dove si appoggia lo sguardo dello
I
spettatore.
THE EIGHT RULES OF LIGHT
Mario Nanni’s poetry on show
at Spazio FGM in Milan
Thirtyfive years of observation, listening,
experience, fondness for studying and the
knowledge of the light matter summed up
by Mario Nanni in his rules, each one represented through one of his poetic projects.
Rule
Rule
Rule
Rule
Rule
Rule
Rule
Rule
1
2
3
4
5
6
7
8
-
Presence absence
Light where it is of use only
The depth of light
Material light to build
Praise of shade
Light in motion
Light produces colour
Emotion created from nothing
I
us 1/11 57
contract
a cura di
Davide Cattaneo
dossier lighting
LUCE CATTURATA, LUCE DISEGNATA
Innovative soluzioni di illuminazione tecnica
1. FDV Group
A fluent shape that marks
Isis
the system and accommodates
Design Alessandro Piva
the innovative technology
www.fdvgroup.com
of microprism optics in its
Nuova lampada sintetizzata
absolute linearity: it almost
da due soli elementi in
seems to efface itself in the
metallo, struttura e diffusore.
environment, in a design tale,
Un design accurato consente
which is pure essence
l'inserimento delle fonti
luminose in uno spazio molto
4. Foscarini
contenuto. L'effetto luminoso
Troag
sulla parete, disegnato,
Design Luca Nichetto
controllato e intenso
www.foscarini.com
Un segno leggero e lineare
New lamps formed by just
che trasmette un senso di
two metal elements, structure
naturale familiarità; realizzata
and diffuser. A precise design
in legno multistrato, curvato a
allows the insertion of light
caldo e lavorato sui bordi con
sources in a very narrow
una particolare fresatura che
space. The luminous effect
crea un profilo inclinato e
of the wall is designed,
dinamico, enfatizzato dalle
controlled and vivid
venature del legno
2. Fontana Arte
A light and linear sign
Invisibile
conveying a feeling of natural
Design Maurizio Quargnale
familiarity; carried out in
www.fontanaarte.it
multiplayer wood, warm-bent
Sistema da parete e da
and with a special milling on
plafone con emissione di luce
the edges to create an inclined
diretta o indiretta in base
and dynamic profile,
alla tipologia di messa in
emphasized by the wood grains
2
1
opera. Modularità e facilità
di installazione consentono
5. Osram
la completa scomparsa del
Sistemi MULTIeco
prodotto nella parete/soffitto
www.osram.it
3
4
5
6
Attraverso un algoritmo
Wall and ceiling system
di controllo dedicato,
giving out direct or indirect
la centralina (in abbinamento
light according to the kind
a sensori di luminosità
of model chosen. Thanks
e presenza) garantisce
to its modularity and easy
il mantenimento del livello
installation the product is
luminoso impostato,
totally retractable into the
ottimizzando il contributo
wall/ceiling
della luce diurna per
diminuire l’utilizzo della luce
3. IGuzzini
artificiale e quindi dell’energia
Lens
consumata.
Design Massimo Iosa Ghini
www.iguzzini.com
Through a dedicated
Una forma fluida che
algorithms, the control unit
caratterizza il sistema e che
(combined with luminousity
accoglie nella sua assoluta
and presence sensors) handles
linearità la tecnologia
a constant preset level of light,
innovativa delle ottiche
thus optimizing the
microprismate: sembra quasi
contribution of daylight to
annullarsi nell’ambiente,
reduce the use of artificial
in un racconto di design che
light, hence of the energy used
è pura essenza
7
58 1/11 us
8
CAPTURED LIGHT, DESIGNED LIGHT
Innovative solutions of technic lighting
6. Philips
A fitting for fluorescent
11. Waldmann
For the very first time,
Luminable
lamps, one of the most
Sira
Sira makes use of a last-
www.philips.it
effective examples of
Design Weinberg & Ruf
generation High-Power LED
Piastre di illuminazione OLED
Designed Functionality.
www.waldmannlighting.com
source for both direct and
fino a 50 cm2 di superficie, in
Carried out all in one in
Per la prima volta, Sira
general lighting; therefore
un'ampia varietà di colori e
extruded aluminium, the
utilizza la sorgente High-
it’s possible to obtain a
formati. Garantiscono una
profile is very light thanks to
Power LED di ultimissima
harmonious and warm
produzione omogenea di luce,
a thin cut running all along
generazione, impiegata sia
indirect LED light and
come luce diretta che per
adjustable and a stimulating
un aspetto inusitato, bassa
emissione di calore, spessore
9. Velux
l‘illuminazione generale;
direct LED light also through
estremamente sottile ed
Tunnel solare
perciò è possibile ottenere
special optics for a wide-
elevata controllabilità
Design Ross Lovegrove
luce a LED indiretta
beam, anti-glare lighting on
www.velux.it
armoniosa e di tonalità calda
the top
Lighting plates OLED up to
Prende ispirazione dalla
e luce a LED diretta
50 cm2 large, in a wide range
natura e dalle sue forme
regolabile e stimolante anche
of colours and sizes. They
organiche, il nuovo diffusore
grazie alle ottiche speciali
provide for a homogeneous
a goccia per il tunnel solare
per l‘illuminazione a fascio
production of light, an
che convoglia i raggi solari
ampio e non abbagliante
uncommon look, low heat
dal tetto e li restituisce come
sul piano
emission, an extremely low
luce all’interno degli
thickness and high
ambienti. È composto da un
controllability
captatore esterno e da tubi
telescopici realizzati in lega
7. Siteco
Miro-Silver®
Quadrature® 2
Design Phoenix Design
It draws inspiration from
www.sitecoitalia.it
nature and its organic shapes.
L’innovativa tecnologia
It’s the new drop-like diffuser
Eldacon®, grazie alle strutture
for the solar tunnel that
microprismatiche ad alta
conveys the sunbeams from
precisione inserite nell’ottica
the roof to light up the
dell’apparecchio, consente
interiors. It consists of an
di dirigere la luce con grande
external collector and
uniformità su tutte le
telescopic tubes carried out
superfici e rende la serie
in a Miro-Silver® alloy
9
particolarmente adatta per
situazioni dove si richiedono
10. Zumtobel
assenza di abbagliamento
Opura
e flessibilità
design Peter Andres & ON
The innovative technology
www.zumtobel.it
Eldacon®, through the
Design elegante e
high-precision, microprism
illuminotecnica
structures inserted in the optics
modernissima: nella sua
of the fitting, allows to direct
categoria, il primo
11
Industriedesign
the light on all surfaces
apparecchio con comandi
uniformously and to make the
separati di luce diretta e
range suitable for situations
indiretta. Come se fosse fatta
that require no dazzling
di un unico blocco, presenta
and flexibility
una testata senza fughe
e apparentemente senza
8. Targetti
cambi di materiale
Zed
www.targetti.it
Smart design and advanced
Apparecchio per lampade
lighting engineering; the first
fluorescenti, uno dei più
appliance in its category
efficaci esempi della Designed
featuring separate controls
Functionality. Realizzato con
for direct and indirect light
unico elemento di alluminio
and a head without
estruso, il profilo è reso
connections and apparently
estremamente leggero da un
without changes of material
11
sottile taglio che corre lungo
tutto il suo profilo
10
us 1/11 59
contract
dossier lighting
a cura di Davide Cattaneo
1. In primo piano due Toio di
Achille Castiglioni, un pezzo
storico del design
In the foreground two Toyo
models by Achille Castiglioni,
a renowned piece of design
Donatella Ravizza
Laureata nel 1990 in
Architettura presso il
Politecnico, ha lavorato per
LA LUCE
DEL FUTURO?
PROGETTATA
NELL’EFFETTO
LUMINOSO
Intervista con Donatella Ravizza
IL LIGHTING DESIGN DEVE NECESSARIAMENTE
AFFRONTARE IN MODO SISTEMICO TEMATICHE
E SITUAZIONI ESTREMAMENTE ARTICOLATE;
LE PROBLEMATICHE POSSONO ULTERIORMENTE
AUMENTARE SE IL PROGETTO
ILLUMINOTECNICO RIGUARDA L’AMBIENTE DI
LAVORO. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE,
ESIGENZE DIFFERENTI DEI FRUITORI FINALI,
RAPPORTO CON LA LUCE NATURALE, MODALITÀ
E TEMPISTICHE DI UTILIZZO DEGLI SPAZI,
NORMATIVE, RISPARMIO ENERGETICO... COME
SI POSSONO COORDINARE E INTEGRARE TUTTI
QUESTI ASPETTI ? LO CHIEDIAMO A DONATELLA
RAVIZZA CHE SU QUESTO TEMA SVOLGE
ATTIVITÀ DIDATTICA E RICERCA,
PROGETTAZIONE E CONSULENZA
AEM, Comune di Milano,
Sovrintendenza dei Monumenti
e dei Beni Architettonici,
Spazio: Ricerca & Design,
Atelier Rogora, Osram.
Dal 2003 segue, all’interno
dei corsi di Bioarchitettura
dell’Anab, cicli di lezioni sulle
tecniche e i metodi per il
controllo dell’illuminazione
1
architettura in vari atenei
us: Quali sono le linee guida per una corretta progettazione dell’illuminazione all’interno di ambienti di lavoro e di uffici in particolare?
Donatella Ravizza: «I fattori da considerare sono molteplici e spesso
imprescindibili gli uni dagli altri. Il progetto d’illuminazione non deve mai
partire dalla scelta degli apparecchi illuminanti, come invece spesso avviene, ma deve essere il risultato di analisi e indagini attente, al fine
di assicurare una distribuzione della luce adatta, all’uso desiderato, per
quantità e qualità. Bisogna considerare sia l’aspetto più strettamente
illuminotecnico (livelli di illuminamento, direzione della luce, luminanze...), sia quello più legato alla percezione ambientale dello spazio
(atmosfera luminosa, resa dei colori, contrasti...). La luce negli uffici
deve per prima cosa essere adeguata alle diverse prestazione visive
richieste. Per il comfort visivo non solo bisogna assicurare la giusta
quantità di luce sul piano di lavoro, ma bisogna anche mantenere un
certo equilibrio di illuminamenti in tutta l’area visibile. Il contenimento
energetico, che è un requisito fondamentale per un moderno impianto
di illuminazione, non deve volere dire diminuzione dei livelli di illuminamento o dei punti luce, ma evitare inutili sprechi, optando per sorgenti luminose ad alta efficienza e apparecchi a elevato rendimento.
L’ integrazione tra luce naturale e luce artificiale è poi di grande vantaggio. Bisogna però considerare che la luce solare genera forti illuminamenti e improvvisi cambiamenti di intensità; è quindi necessario
avere sistemi di controllo in grado di convogliare l’eccesso di luce e
utilizzarlo correttamente».
us: Come le nuove sorgenti possono modificare la progettazione
di questi spazi? Quali delle loro caratteristiche (efficienza energetica, intensità luminosa, flessibilità, durata…) possono influenzare
il modo di progettare e quali pensa possano essere le idee del futuro in questo senso?
D.R.: «L’evoluzione tecnologica continua porta a lampade sempre più
60 1/11 us
naturale e artificiale in
d’Italia. Dal 1996 al 2002 è stata
docente del corso Lighting
Design per l'Istituto Europeo
di Design di Milano.
Dal 1992 al 1997 è stata
componente dell'Unità
Operativa del CNR (Centro
Nazionale Ricerche) per il
Progetto Finalizzato Edilizia
"Illuminazione del terziario"
e per il Progetto Finalizzato
Beni culturali "Illuminazione
degli ambienti museali
e degli spazi espositivi".
È autrice di molte pubblicazioni
su riviste del settore e di libri;
fra questi: “Architetture in luce"
e "Progettare con la luce",
entrambi Franco Angeli Editore.
La versione integrale, più approfondita,
di questa intervista è pubblicata in www.living24.it
2. La linea di luce (sistema
3. Sala riunione illuminata
Nothing di Artemide),
dal sistema a sospensione
alimentata a LED RGB, è
Onebyone di Belux
incassata nella superficie di
pavimento e parete, senza
A meeting room lit up by the
soluzione di continuità
sustension system Onebyone
by Belux
The line of light (System
Nothing by Artemide, LED RGB
4. Incassi a parete
powered, is built-in to the floor
sottolineano la particolare
and wall surface, without a
bordatura in ciotoli
break
Wall-embedded to stress the
2
special cobbly border
3
4
efficienti e miniaturizzate, basti pensare alle
fluorescenti lineari da 16 e 7 mm di diametro,
alle compatte, ai LED, che aldilà del loro utilizzo, fin troppo celebrato, come luce colorata,
stanno rivoluzionando davvero il settore...
Pochi millimetri garantiscono un elevato rendimento energetico e una maggiore possibilità di
controllo del flusso luminoso: infatti, più una
lampada è piccola più si avvicina all’optimum teorico di una fonte luminosa puntiforme; diventa quindi facile controllare la sua
luce attraverso il riflettore per produrre coni
luminosi stretti ed esattamente definiti, senza dispersioni inutili. La miniaturizzazione comporta poi una riduzione degli apparecchi e dei
relativi ingombri complessivi. Anche dal punto
di vista del design dell’apparecchio questo
comporta una vera e propria rivoluzione su più
piani. La loro durata elevatissima (50 mila
ore) è quasi paragonabile a quella degli apparecchi stessi. Se devo pensare alla luce del
futuro la penso sempre più integrata nell’architettura, sempre più progettata nell’effetto luminoso... Scompaiono gli apparecchi, resta la luce emessa e la superficie illuminata».
us: Come si è adeguata la progettazione illuminotecnica, e conseguentemente i sistemi d’illuminazione, al proliferare dei nuovi
schemi organizzativi dell’ambiente ufficio?
D.R.: «Oggi la tendenza è evitare il grigiamente uniforme e anzi creare difformità. Le
nuove forme organizzative e collaborative
impongono una composizione elastica dell’ufficio e del sistema d’illuminazione.
Se fino a poco tempo fa, la giornata lavorativa
si svolgeva prevalentemente chini sulla propria
scrivania, oggi il lavoro è più articolato; è
quindi difficile ricorrere a sistemi di luce direzionata fissa, la direzione dello sguardo non è più
prevedibile. Inoltre i moderni sistemi di arredamento, le attuali tecnologie (computer portatili,
note book, notepads, telefonia sofisticata...) lasciano estrema libertà, diremmo quasi “imprevedibilità”, al posizionamento dei posti di
lavoro.
2
Per soddisfare queste esigenze di flessibilità, si
ricorre a strutture luminose flessibili, capaci
di adattarsi alle effettive esigenze e richieste del
destinatario finale».
us: Ci può sintetizzare concretamente un
vostro recente progetto, indicando linee guida, soluzioni adottate, sistemi impiegati?
D.R.: «Mi viene in mente un intervento molto
leggero fatto in una società di piccole dimensioni. La richiesta era di “svecchiare” e dare
un’aria più competitiva e contemporanea
allo studio, l’attività lavorativa non poteva
essere interrotta e l’intervento doveva essere
il meno invasivo possibile. Mi sono quindi limitata all’impianto di illuminazione e al progetto
cromatico più qualche consiglio per arredi e
opere pittoriche. Il lungo triste corridoio, illuminato in modo uniforme e appiattente da un
certo numero di plafoniere polverose, è diventato lo spazio più vitale e vissuto, punto di
incontro per eccellenza.
Una serie di apparecchi incassati a 20 cm
dal pavimento segna il percorso a terra, grazie a sorgenti a led da pochi W. Per dare una
luce mirata sulle pareti, ho utilizzato degli apparecchi a incasso, con ottiche wall-washer
e schermi coordinati per indirizzare opportunamente il flusso luminoso. L’uniforme illuminazione della superficie verticale, ha conferito un’impressione spaziale chiara e piacevole,
utile per sfondare visivamente lo spazio angusto.
Nella reception all’illuminazione indiretta ho aggiunto qualche apparecchio a luce diretta
concentrata per porre in rilievo il logo della
società e qualche oggetto degno di nota.
L’attività dello studio è continuata senza grossi
disagi. Il risultato finale è stato sorprendente,
tutto è diventato più luminoso e dinamico, i
dipendenti soddisfattissimi e l’amministratore
incredulo del risultato raggiunto.
La cosa che ha sorpreso di più è stata come
grazie all’uso di luce e colori sia stato possibile cambiare totalmente la percezione delI
lo spazio.
us 1/11 61
contract
dossier lighting
di Gianni Forcolini
1
LIGHTING
DESIGN
PER
LA QUALITÀ
DELL’HABITAT
Un metodo per progettare
l’illuminazione
LA LUCE ARTIFICIALE È DA CONSIDERARE
UN VERO E PROPRIO MATERIALE DI PROGETTO,
OVVERO UNO STRUMENTO AL SERVIZIO
DELLA CREATIVITÀ PROGETTUALE PER DARE
ALLO SPAZIO COSTRUITO NON SOLO
LA PIENA FUNZIONALITÀ, MA ANCHE QUALITÀ
ESTETICHE E VALENZE COMUNICATIVE.
IN QUESTO ARTICOLO SINTETIZZIAMO GLI STEP
PRINCIPALI DEL LIGHTING DESIGN:
UN PERCORSO CHE INIZIA DAGLI ASPETTI PIÙ
TECNICI E FUNZIONALI PER CONCLUDERSI
CON UNA FASE CREATIVA.
62 1/11 us
2
3
La luce è presente in ogni tipo di spazio costruito. La luce naturale è
controllata dall'organismo architettonico, in particolare dagli elementi costruttivi (finestre, facciate, lucernari, aperture di diverso genere)
che connettono lo spazio interno con quello esterno. Ma in sua assenza occorre prevedere l'illuminazione artificiale, cioè prodotta con lampade e apparecchi. La luce diventa così un “materiale” di progetto, in
quanto energia radiante generata da energia elettrica che pone le
condizioni per la piena abitabilità dello spazio costruito.
Per ottenere tale risultato è necessario, dunque, progettare l’illuminazione. In altre parole bisogna sviluppare uno specifico lavoro che consenta di prefigurare le soluzioni impiantistiche migliori, caso per caso,
ambiente per ambiente. In questo senso si parla di lighting design.
Ambito settoriale ma integrato nel progetto di architettura.
Gianni Forcolini
Laureato in Architettura presso
il Politecnico di Milano, è
Consigliere AIDI (Associazione
Italiana di Illuminazione)
dal 1998 e Membro
dell’Osservatorio Permanente
del Design ADI dal 2001.
Nel 1983 fonda lo “Studio
Forcolini light & lighting” in cui
si occupa di progettazione
di impianti e di apparecchi
di illuminazione.
È autore di libri sul design
della luce, saggi, seminari e
congressi e dal 1982 collabora
Un metodo per progettare l’illuminazione
Volendo indicare una procedura, o metodo, per coniugare il lato creativo e inventivo della progettazione con quello tecnico ed esecutivo, crediamo che sia utile proporre una logica del progetto composta
da varie fasi di lavoro.
Si può dire che l’illuminazione sia quel modo di apparire dello spazio
costruito che ne permette la fruibilità visiva. In prima istanza, dunque, è
necessario svilupparne un’analisi, ossia ricavarne un rilievo, da intendere come fedele registrazione di una situazione di fatto. È importante
che nel rilievo siano compresi tutti i vincoli, limiti e condizionamenti, di
qualsiasi natura essi siano, che influenzeranno in vari modi le soluzioni
proposte. Si può iniziare dal classico rilievo dimensionale con la ste-
con riviste di architettura,
tecnologie edilizie,
illuminotecnica ed
elettrotecnica.
Svolge attività di docenza e
comunicazione in corsi,
seminari e workshop e dal
1996 è docente e ricercatore
di Lighting Design presso
la Facoltà del Design
del Politecnico di Milano.
1. ARTEMIDE
3. Illuminazione della
Mini Surf System
facciata principale del Teatro
Sistema modulare a
alla Scala e della piazza,
sospensione per illuminazione
Milano
La versione integrale, più approfondita,
di questa intervista è pubblicata in www.living24.it
mista con prevalenza
dell'indiretta
Lighting of the main front of
Teatro alla Scala and the
Suspension modular system for
square, Milan (lighting design
mixed lighting where the
arch. Gianni Forcolini)
indirect one is prevailing
4. Illuminazione della
2. IGUZZINI
mostra di Giacomo Manzù
LightAir
al GAMEC, Galleria d'Arte
Sistema modulare a
Moderna e Contemporanea
sospensione con ottiche
di Bergamo
sura di piante, prospetti e sezioni. Si prosegue
con l’esame degli usi e delle funzioni previste nell’ambiente, ossia la definizione delle
attività che si svolgono in ogni sua parte o
zona, con particolare riferimento alle mansioni,
ai compiti, alle azioni che coinvolgono la visione, la percezione visiva, o comunque l’organo
della vista.
dark-light
Lighting of Giacomo Manzù’s
Suspension modular system
exhibition at GAMEC, (lighting
with dark-light optics
design arch. Gianni Forcolini)
4
4
La comunicazione visiva
Si passa poi all’analisi delle immagini, dei
simboli, delle iconologie. Ogni luogo abitato
non è solo la sede di funzioni pratiche o utilitarie, classificabili in base ai comportamenti o alle
attività degli occupanti, ma è da analizzare
come un fulcro di comunicazione attraverso le
immagini che sono presenti in esso.
L’interesse del progettista deve essere attratto
anche dai dati fisici inerenti all’ambiente: presenza e quantificazione della luce diurna in
diversi momenti del giorno e nelle diverse stagioni, temperatura dell’aria, velocità dell’aria,
temperatura di corpi radianti, umidità relativa,
presenza di polveri, di elementi corrosivi e
inquinanti nell’aria, di materiali pericolosi.
È opportuno, inoltre, raccogliere i dati di tipo
fotometrico e illuminotecnico, vale a dire la
definizione e la quantificazione di eventuali fonti
luminose preesistenti o in via di installazione,
nonché dei fattori di riflessione e/o di trasmissione, dei colori e delle texture riguardanti tutte
le superfici che delimitano e strutturano lo spazio. Si prosegue con i dati di tipo elettrotecnico, dovendo normalmente l’impianto di illuminazione essere alimentato con energia elettrica si rende necessario conoscere le caratteristiche e la potenzialità limite dell’impianto
elettrico esistente oppure le condizioni della
fornitura elettrica (tipo di distribuzione dell’energia, potenza massima disponibile, frequenza di alimentazione, ubicazione del punto di
consegna dell’energia elettrica).
Ultima operazione: la consultazione di leggi,
decreti legge, regolamenti, norme, raccomandazioni, per lo specifico ambito di intervento.
Finalità e obiettivi del progetto
Analizzato e sezionato il luogo dell’intervento,
si inizia a ragionare sugli obiettivi del progetto, ovvero sulle finalità che si intende perseguire, seguendo le indicazioni della committenza.
Già il semplice bisogno di vedere, a cui ovviamente l’illuminazione deve puntualmente rispondere, va declinato in base al tipo di attività, ai tempi e ai ritmi del suo svolgimento.
Rimane comunque uno degli obiettivi principali: garantire la migliore visione. E il vedere deve
essere agevole, comodo, confortevole, efficiente; deve contribuire a dare sicurezza alle
persone e senso di protezione, non deve essere causa o concausa di affaticamenti, risultare
disturbante o generare disagi.
Altri importanti obiettivi riguardano la sicurezza degli utilizzatori, la facilità, la rapidità, la
sicurezza e l’economicità di tutte le operazioni
necessarie per l’installazione e la manutenzione ordinaria delle fonti luminose e della
relativa rete di alimentazione elettrica.
Si deve considerare altresì l’incidenza della
spesa energetica, cioè il consumo di energia
elettrica per l’alimentazione degli apparecchi.
Qualità, caratteristiche, requisiti
dell’impianto
Dopo la definizione degli obiettivi si apre la fase
del progetto che coinvolge direttamente le
competenze e l’esperienza del progettista. È
necessario padroneggiare un complesso di
requisiti fondamentali. In sintesi sono così definibili: innanzitutto la quantità di luce, valutata
in lux (cioè come luce incidente), l’unità di misura fotometrica degli illuminamenti, per ogni
zona, area, punto di interesse.
È importante stimare la sua distribuzione con
opportuni rapporti tra gli illuminamenti, ossia la
loro uniformità o disuniformità. In proposito è
bene considerare anche gli effetti delle direzioni assunte dalla luce che esce dagli apparecchi. La luce diffusa, prodotta da radiazioni che
seguono molte direzioni, tende ad attenuare le
ombre proprio e portate. Quando le radiazioni
sono orientate, le ombre risultano maggiormente marcate e scure, perché si riduce l’effetto attenuante dovuto alla diffusione della
luce. Altro requisito di grande rilievo riguarda la
composizione spettrale delle radiazioni presenti nella luce emessa, ai fini della resa dei colori. Il lavoro di progetto entra poi nella fase
creativa e inventiva. Occorre a questo punto
superare l’ambito analitico e andare alla ricerca delle migliori soluzioni tecniche ed estetiche, in altre parole inventare quell’impianto che
risponde in pieno, al massimo grado possibile,
a tutte le condizioni poste nel rispetto dei vincoli assegnati. E questa risposta sarà verificata non solo con i calcoli illuminotecnici (prevalentemente condotti con l’ausilio del computer), ma anche con le rappresentazioni grafiche
ad alto realismo (i cosiddetti "rendering") che
permettono di prefigurare l’ambiente illumiI
nato così come dovrà essere realizzato.
us 1/11 63
contract
dossier lighting
di Edith Forte
Amministratore Delegato
Fortebìs Group
1. Headquarters Aziendale
a Maranello
Luce, funzione e brand:
nell’ufficio/showroom ogni
ambiente dell’Azienda ha la
sua soluzione ottimale di luce
Luce, funzione e brand:
nell’ufficio/showroom ogni
ambiente dell’Azienda ha la sua
soluzione ottimale di luce
1
Fortebìs Group
LA LUCE
INCONTRA
L’ARCHITETTURA
La luce, fondamento del comfort
e dell’immagine spaziale
Fortebìs Group è una Società
di consulenza con sistema di
progettazione certificato ISO
9001 specializzata in attività
di Masterplanning, Architettura
Design & Branding, Space
Planning, Engineering, Project
Management & Cost Control,
1
1
Real Estate Advisory.
Il Team Fortebìs opera con
standard internazionali e
IL LAVORO DELL’ARCHITETTO NASCE DALLA
RICERCA DELL’ECCELLENZA DEL PROGETTO
E DA UN FORTE SENSO DELLA PROPRIA
RESPONSABILITÀ. SI TRATTA DI UN IMPEGNO
VERSO IL COMMITTENTE, ATTO A TRAGUARDARE
IL SUCCESSO DEL PROGETTO, CON PROFONDA
COMPRENSIONE DEL VALORE DEL SUO
INVESTIMENTO, CONOSCENZA DI TUTTI I
FATTORI CHE CONCORRONO A RAGGIUNGERE
IL PIÙ ALTO LIVELLO DI QUALITÀ PERCEPITA,
E GRANDE RISPETTO VERSO L’UTENTE FINALE,
CHE ABITA LUOGHI PENSATI E COSTRUITI
INTORNO AL SUO COMFORT E ALL’IMMAGINE
DELL’AZIENDA CHE VI SI RAPPRESENTA.
IN QUESTO SENSO IL PATRIMONIO DI
CONOSCENZE DELL’ARCHITETTO SI
ARRICCHISCE DI UNA VOCE SILENZIOSA
ED ESSENZIALE, IL LINGUAGGIO DELLA LUCE,
IL LIGHTING DESIGN.
64 1/11 us
Pensare alla luce come un insieme unico, a parete, soffitto e pavimento, apre la mente a soluzioni integrate di grande efficacia e forza espressiva. Oggi il linguaggio comune degli spazi di lavoro parla di e-place,
inteso come un ambiente in grado di catalizzare comunicazione,
spirito di collaborazione, comfort individuale e produttività collettiva. L’illuminazione è uno dei fattori chiave di questo disegno progettuale.
Linee guida dell’e-place
Le linee guida dell’e-place sono in continua evoluzione, si modificano di
pari passo con le possibilità derivanti dalle nuove tecnologie, con lo sviluppo di leggi e regolamenti di riferimento e, ovviamente, con l’evoluzione degli aspetti sociali e delle modalità di lavorare. Se gli standard
numerici sono quindi da considerarsi come “riferimenti guida” (vedi
box), le soluzioni per l’illuminazione dello spazio lasciano il campo alla
massima libertà di declinare gli stessi principi secondo le esigenze
contingenti:
• l’immagine guida del marchio aziendale nei vari ambienti (resa del
colore, brillanza, equilibrio tra illuminamenti orizzontali e verticali, ombreggiature);
• il comfort visivo, alla produttività e stimolazione del bioritmo personale (scenari di luce variabili per mantenere alti motivazione e impegno,
riducendo lo stress);
caratteristiche di eccellenza
“made in Italy”. I progetti
Fortebìs sono fortemente
orientati al Cliente, con
approccio multidisciplinare
integrato, rispetto del budget
assegnato, tutela della
riservatezza e confidenzialità,
garanzia di trasparenza.
Fortebìs ha progetti in corso
in tutta Europa, America,
EMEA e Asia-Pacific, per
primari gruppi che operano
nei settori Offices, Retail &
Hotellerie, Residential.
2. Torre Eur a Roma
3. Headquarters Compagnia
La luce dinamica e l’involucro:
Assicurazioni a Roma
la valorizzazione delle facciate
Luce, trasparenze e
attraverso le variazioni
materiali: alcune soluzioni
cromatiche della luce
di illuminazione dell’e-place
La luce dinamica e l’involucro:
Luce, trasparenze e materiali:
la valorizzazione delle facciate
alcune soluzioni di
attraverso le variazioni
illuminazione dell’e-place
PRINCIPALI NORME PER L’ILLUMINAZIONE
UNI EN (EUROPA)
cromatiche della luce
4. Area dimostrativa ed
espositiva Poltrona Frau
Luce, interni e design: ogni
2
elemento della composizione
ha la sua espressione di luce
Luce, interni e design: ogni
elemento della composizione
ha la sua espressione di luce
UNI EN 12464-1:2004
LUCE E ILLUMINAZIONE - ILLUMINAZIONE DEI
POSTI DI LAVORO PARTE 1: POSTI DI LAVORO IN INTERNI
UNI EN 13032-3:2008
LUCE E ILLUMINAZIONE - MISURAZIONE E
PRESENTAZIONE DEI DATI FOTOMETRICI DI
LAMPADE E APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE PARTE 3: PRESENTAZIONE DEI DATI PER
L'ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA DEI LUOGHI
DI LAVORO
UNI EN 15193:2008
PRESTAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI REQUISITI ENERGETICI PER ILLUMINAZIONE
PUBBLICAZIONI CIE
(ENTE NORMATORE INTERNAZIONALE)
2
3
3
3
• la flessibilità modulare d’uso tra aree diverse
e nella stessa area, ai vari piani funzionali dell’edificio con ampia libertà di re-layout;
• l’adattamento del fattore di luce, diurna, notturna, diretta, riflessa, colorata, diffusa ed estensiva, puntiforme e direzionata, o morbida,
simile alla luce naturale diffusa dalla volta celeste proveniente da nord moderata e priva di
eccessivi contrasti.
Attraverso la contaminazione tipologica degli spazi derivanti da contesti diversi e innovativi (ufficio-vetrina, spazi multitasking e
promozionali, forum, aree meeting/relax, aree
per il team, ecc.) e l’ibridazione delle soluzioni tecnologiche attraverso il trasferimento di
applicazioni illuminotecniche da una destinazione funzionale all’altra (uffici, retail/showroom
e accoglienza/hospitality), l’applicazione dei
concetti della luce è praticamente infinita.
E quando l’idea di base ha la dovuta forza,
grazie agli evoluti e ricchissimi menu di soluzioni proposti dalle aziende produttrici, essa è
totalmente libera di svilupparsi e fare bella mostra di sé.
Con grande senso di coerenza verso tematiche cogenti di bilancio energetico e rendimenti (sorgenti LED, ecc.), la luce si comanda comodamente sul PC, grazie ai nuovi
sistemi di gestione dell’intensità luminosa, di
controllo e manutenzione (abbagliamento, contrasti e diversi altri fattori di luce) fino a quelli
multifunzionali, che integrano la luce con funzioni diverse tra le quali l’acustica e la climatizI
zazione.
CIE 29
GUIDE ON INTERIOR LIGHTING
CIE 55
DISCOMFORT GLARE IN THE INTERIOR WORKING
ENVIRONMENT
CIE 60
VISION AND THE VISUAL DISPLAY UNIT WORK
STATION
CIE 103
INDUSTRIAL LIGHTING AND SAFETY AT WORK
CIE 117
DISCOMFORT GLARE IN INTERIOR LIGHTING
CIE 128
GUIDE TO THE LIGHTING FOR OPEN-CAST MINES
CIE 129
GUIDE FOR LIGHTING EXTERIOR WORK AREAS
4
us 1/11 65
contract dossier lighting
THE LIGHT OF THE FUTURE?
DESIGNED WITH THE LUMINOUS
EFFECT
Interview with Donatella Ravizza
Lighting design must necessarily face the
surrounding characteristics, the end user’s
different requirements, the relation with
daylight, modes and timing of space uses,
regulations and energy saving in a systemic
way... How can all this aspects be orchestrated and integrated? We ask this question to Donatella Ravizza, lighting designer
and consultant, teacher and researcher.
«The factors to be considered are many and
often linked – Ravizza says. Lighting design
should never start from the choice of lighting fittings. You need to consider the strictly
lighting-technique aspect as well as the
environmental perception of space. The
control of energy is a prerequisite to avoid
useless waste and high-efficiency sources of
light should always be chosen.
The integration between natural and artificial light has many advantages. However we
need control systems that can direct the
excess of light and use it correctly.
Technological evolution leads to increasingly
efficient and miniaturized lamps with a very
long life. If I think about the light of the future I see it increasingly integrated into architecture, more and more designed with the
luminous effect...»
US: How did lighting engineering adapt to
the new organizational patterns of the office?
D.R.: «Now the trend is to avoid a dull uniformity and create diversities, instead. The
new organizational and cooperative patterns require a flexible composition of the office and the lighting system; we turn to flexible
light structures».
US: Can you summarize in real terms one of
your recent designs with guidelines, adopted solutions and systems used?
D.R.: «I remember a very light design made in
a small-sized company. The request was to
“modernize” and give the place a more competive and contemporary look.
The long and gloomy corridor has turned into
66 1/11 us
the most vital space, full of life, a meeting
place par excellence. A number of fittings
embedded at 20 cm from the floor, marked
the circulation area. To give the walls a targeted light, I made use of appliances with wallwasher optics and screens to direct the
luminous flux. At the reception desk, I added
a few direct, accent light fittings to the indirect lighting, to emphasize the company
logo. The final result was amazing, everything
was brighter and more dynamic, the employees were most satisfied and the managing
director astounded by the result attained. I
LIGHTING DESIGN FOR A QUALITY
ENVIRONMENT
By Gianni Forcolini
A method to design lighting
Artificial light should be considered as an
actual planning material, namely a tool serving planning creativity, to give the built-up
area full functionality, as well as aesthetic
and communicative qualities. To suggest a
procedure, or a method, to combine the
creative and inventive aspect of planning
with the technical and executive one, we
deem it useful to propose a design logic
based on several working stages
First of all it’s necessary to develop its analysis, from the usual size-taking with the drawing up of plans, prospects and sections.
Then comes the analysis of uses and functions, the analysis of pictures, symbols, iconologies. The designer should also consider
the physical data related to the environment. Also, it’s advisable to gather photometric and lighting data, followed by electrotechnical data. Last effort: the consultation
of laws, regulations and standards.
Aims of the project
Once analysed the site of the project, you start
thinking about its goals, according to the
kind of activity. Other important goals concern the user’s safety, easy and fast installation and ordinary maintenance and the
incidence of energy expenditure.Qualities,
features and prerequisites of the plan. It’s
important to appraise the amount of light in
lux and its distribution, through illuminance
ratios, namely uniformity or non-uniformity,
the spectral composition, in order to establish
the colour performance. Then the design enters the creative and inventive phase, checked with lighting calculations and renderings
I
that allow to foreshadow the setting.
LIGHT MEETS ARCHITECTURE
By Edith Forte
Light, the basis of comfort
and corporate image
The architect’s job is a commitment to the
customer, suited to a successful project,
that understands the value of its investment
and knows those factors that help to attain
the highest quality standard perceived and
is respectful of the end user, who lives in
placed designed and built round their comfort, and the corporate image. And the
architect’s store of knowledge is now eriched by a basic and silent entry, the language of light, namely lighting design.
Now the common language of working spaces
speaks of e-place, meant as a room that
catalyzes communication, team spirit, individual comfort and group productivity.
Lighting is one of the key factors of this design.
The guidelines of the e-place are ever-evolving,
they change at the same rate as the possibilities given by the new technologies, the development of laws and reference regulations and,
obviously, as the evolution of social aspects
and working procedures. So, if the numerical
standards are to be considered as guidelines, the solutions for the lighting of a room
allow maximum freedom to adapt the same
standards to the contingent requirements.
Through the typological contamination of spaces deriving from different and innovative
contexts (showcase-office, multitasking and promotional rooms, forum, meeting/relax areas,
team areas, etc.) and the hybridization of technological solutions providing for the possible
change from one functional use to the other (office/shop/showroom and hospitality), we have
innumerable applications of lighting concepts. I
KARIM RASHID FROM THE BEGINNING
COLORE / LUCE / MATERIA
a cura di Marco Casamonti
INAUGURAZIONE
martedì 12 aprile / h. 19.00
Triennale di Milano
Viale Emilio Alemagna, 6
mostra
12 - 17 aprile / h. 10.30 - 22.00
ufficio stampa
Gruppo 24 ORE
Rodex - Otto idee
organizzazione
Rodex srl
main sponsor
management
meeting
a cura di Lucia Matti
www.lombardiniventidue.com
RISCHIARE
LO SVILUPPO
Prima conversazione
di Cesare Ferrero, Severino
Salvemini e Virginio Briatore
L’INCONTRO HA COINVOLTO CESARE FERRERO,
AMMINISTRATORE DELEGATO BNP PARIBAS
REAL ESTATE PROPERTY DEVELOPMENT ITALY
E SEVERINO SALVEMINI, PROFESSORE DI
ORGANIZZAZIONE AZIENDALE ALL’UNIVERSITÀ
BOCCONI E DIRETTORE DEL CORSO DI LAUREA
IN ECONOMIA PER LE ARTI, LA CULTURA E LA
COMUNICAZIONE (CLEACC).
A MODERARLI IL FILOSOFO DEL DESIGN
VIRGINIO BRIATORE.
La metafora del boccaglio
Il dialogo si è aperto con la metafora del boccaglio – tutti coperti, alienati, sott’acqua, col boccaglio – suggerita da Severino Salvemini per
fotografare l’inazione dei grandi gruppi economici.
«Secondo una indagine di Unioncamere – apre Salvemini – il 93% degli
italiani si dichiara molto preoccupato. Anche le imprese, nonostante la
crisi abbia aperto nuovi mercati e opportunità, si rivelano in molti casi
‘anoressiche’ perché, nel tagliare costi e spese, hanno intaccato il tessuto ‘muscolare’ negandosi le energie necessarie ad una ripresa.
Tutto questo ha limitato lo sviluppo ed il tasso di innovazione dei prodotti, ed ha implicato una riduzione degli investimenti nella formazione delle risorse umane. Di fatto, la mancanza di liquidità ha bloccato gli investimenti. Gli imprenditori pronti a progetti di lungo termine
sono pochi, e benché gli economisti ritengano che in questo periodo
congiunturale sia importante lavorare sul ‘paradosso’ – e cioè con uno
sguardo ‘strabico’ rivolto contemporaneamente al breve e al lungo termine – manca, di fatto, il coraggio di investire sul lungo termine.
Permane l’idea che il rischio abbia una valenza negativa, che rappresenti un azzardo da non seguire, mentre l’unico vero rischio, nei
momenti di crisi, è quello di non rischiare. Bisogna essere pronti ad
affrontare con serenità processi meno razionali di quelli del passato».
Formazione al rischio
Il tema del rischio è non solo imprenditoriale ma culturale. «Non è un
caso – sottolinea Salvemini – che la dimensione del rischio non sia presente nell’insieme dei criteri con cui il mondo accademico e imprendi-
68 1/11 us
Fantasmi Urbani. Conversazioni@lombardini22
Tre incontri con un unico fine: dissolvere i fantasmi
che abitano l’immaginario urbano.
toriale valuta le persone.
Si parla genericamente di ‘spirito di iniziativa’,
si è disponibili a premiare la creatività, ma non
si accenna quasi mai alla propensione al
rischio.
Il fatto è che il rischio non è calcolabile ed è
quindi importante alimentare nei giovani
comportamenti senza rete protettiva scardinando la propensione tutta italiana al conformismo, alla ricerca di sicurezze e garanzie. Il
tema del rischio è dunque, prima di tutto, un
tema di responsabilità della scuola e dell’università: c’è una scarsissima educazione alla
iniziativa, al rischio, al lanciare il cuore oltre l’ostacolo.
Purtroppo questo sentimento di paura che
troviamo nella economia aperta pervade anche le università!... Lungimirante, in tal senso, il monito di Max Weber quando sostiene
che il proteggere il paese dalla intraprendenza sia una terribile responsabilità della
classe dirigente.
Ecco perché – conclude Salvemini – chi interpreta il ruolo della classe dirigente nella nostra
società, dovrebbe forzare un atteggiamento di
rischio».
Coraggio o semplice sopravvivenza?
Con un passato da accademico e un presente
da manager, Cesare Ferrero, ideatore di importanti sviluppi immobiliari nella città di Milano, ha sottolineato come la crisi economica sia
in alcuni casi l’alibi con cui si vuole giustificare
la crisi di una azienda o del sistema pubblico.
Un esempio in tal senso è rappresentato dalla
Fiat quando, nel 2001, a seguito dell’attacco
alle torri gemelle, avviò un piano di Crisis Management che di fatto dipendeva da una crisi
endogena.
Una premessa che è servita a Ferrero per proporre la sottile distinzione tra ‘propensione
al rischio’ e semplice ‘sopravvivenza dettata da una situazione di carestia’. Come a dire che, in Italia, si fà solo se obbligati da necessità estreme, altrimenti si aspetta.
Perché quando c’è carestia, non ha senso parlare di coraggio, ma di sopravvivenza. E la carestia che vive l’Italia non è tanto economica
quanto morale, sottende una crisi più generale
dettata da anni di deriva.
La cultura del rischio
Che l’Italia non sia un paese portato al rischio,
UFFICIO STILE PUBBLICA IN ESCLUSIVA,
A PARTIRE DA QUESTO NUMERO, I CONTENUTI
DELLE CONVERSAZIONI ORGANIZZATE DA
LOMBARDINI22 – SOCIETÀ DI ARCHITETTURA
E INGEGNERIA CON UN ORGANICO DI SESSANTA
PERSONE, DEDICATA AI MERCATI DEL
TERZIARIO, DEL RETAIL E DELL’OSPITALITÀ –
SULLA SCIA DELL’INSTALLAZIONE SITE SPECIFIC
FANTASMI URBANI, REALIZZATA DALL’ARTISTA
ROBERTO CAMBI.
è dimostrato anche in ambito sportivo. «Basterebbe guardare allo sci – sorride Ferrero –
per scoprire che la Lituania e l’Olanda, paesi
assolutamente pianeggianti, hanno vinto più
medaglie degli italiani alle olimpiadi invernali. Il
punto è che il rischio è un fatto di contesto,
e in Italia domina una cultura di sistema che
non lo incentiva. Un sistema che blocca l’iniziativa, la disincentiva, che non da spazio ai
giovani e a chiunque voglia affermarsi.
Non solo – prosegue Ferrero – quando parliamo di rischio parliamo di rischio industriale o
finanziario? Il nostro paese, a mio avviso, ha
dimenticato il rischio industriale da tempo.
Rischio industriale vuole dire creare e lanciare
nuovi prodotti, cercare nuovi mercati. E se
guardiamo al nostro settore immobiliare ci
sono forse prodotti nuovi già ultimati? Davvero
pochi. I cantieri ci sono adesso, ma il momento economico entusiasmante ormai è passato.
Quando c’è stato i cantieri non li abbiamo fatti,
perché abbiamo scambiato rischio finanziario.
Adesso che c’è crisi ci sono gru. È possibile?
Certo, non servivano quando il mercato tirava,
ora sono necessarie perché siamo in una fase
di carestia e bisogna sopravvivere».
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management meeting
contesto per essere coraggiosi altrimenti il
coraggio non ha più razionalità, diventa irrazionale. E poi parliamo di coraggio individuale o
collettivo? Il nostro sistema ha alcuni coraggiosi soggetti individuali ma non ha coraggio
collettivo. E poi il coraggio di un manager non
è mai il coraggio di un imprenditore. Bisogna
chiedere agli azionisti se sono coraggiosi, io
non trovo questo contesto. Ecco perché rispetto al Prof. Salvemini, che enfatizza il
coraggio individuale, io credo che nell’economia il coraggio non possa essere un fatto
individuale.
Il mio realismo mi dice che bisogna trovare
individui che siano messi in grado di cambiare
qualcosa nel mondo politico, universitario,
economico».
UNO SPAZIO DI DIALOGO INTIMO E ACCOGLIENTE
CREATO DALLA SOCIETÀ DI PROGETTAZIONE
ARCHITETTONICA LOMBARDINI22 PER
CONDIVIDERE ESPERIENZE, TIMORI, IDEE. DUE
INTERLOCUTORI PRONTI, DI VOLTA IN VOLTA,
A METTERSI IN GIOCO E A PROPORRE NUOVI
SCHEMI, UN MODERATORE ‘FILOSOFO’ ED UNA
PLATEA DI OPERATORI DEL MONDO
IMMOBILIARE DAVVERO MOLTO INTERESSATA.
L’INTERO PROGETTO HA PRESO AVVIO DALLA
VOLONTÀ DI INTERCETTARE QUELLI CHE SONO
I TREND CHE ANIMANO LA CULTURA URBANA
E DAL DESIDERIO DI RAPPRESENTARLI
E CONDIVIDERLI.
«Questa mentalità – commenta con amarezza
Ferrero – non mi appartiene. Ho lasciato l’università per il mare aperto dell’impresa perché
cerco costantemente stimoli nuovi, culturali e
progettuali e voglio ‘spingere’ sul nuovo, ma la
cultura di sistema non mi aiuta».
Coraggio individuale o collettivo?
Ancora una volta lo sport suggerisce efficaci
metafore. «Una volta – racconta compiaciuto
Ferrero – hanno chiesto a Messner perché
scalasse in solitaria. Lui rispose: “Perché quando si va in montagna la velocità della cordata
la fa il più lento, io sono il più veloce. Non
posso aspettare ogni volta, quindi vado in solitaria!”. Messner è un uomo coraggioso, potrebbe essere inserito nei simboli dei braveharts, tant’è che, avendo più coraggio e più
capacità, si muove da solo.
Questo, però, è possibile in certe avventure
personali ma non nel nostro sistema economico. Se un imprenditore entra in un nuovo mercato senza avere il supporto di un sistema paese va incontro all’insuccesso. Può avere tutto
il coraggio immaginabile, ma ci vuole anche un
70 1/11 us
Troppo facile dire che è colpa
del contesto
Alle dichiarazioni di Ferrero, Salvemini risponde
con la valorizzazione dei processi bottom up.
«Credo che ora dobbiamo ricercare il coraggio
individuale o di gruppo a prescindere dal contesto e dalla egemonia sotto culturale dilagante, altrimenti non si procede. Mi rendo conto
che per essere coraggiosi ci vorrebbe una
base solida più pulita, ma credo che la situzione di stallo, di anoressia organizzativa non si
possa spiegare solo con la recessione e con la
crisi economica (queste semmai sono aggravanti che hanno portato un clima di maggiore
immobilità e immoralità). È necessario riscrivere le regole di una nuova generazione di
strategie e occorre valutare le persone anche sul risk taking perché, senza rischio, c’è
solo mediocrità e stagnazione».
Per Ferrero, uomo ‘del fare’ la difficoltà è quella di correre in avanti, quando la velocità della
cordata segue il ritmo dei più lenti. Ed è quella
di accettare una cultura che si muove solo se
obbligata a ‘cambiare’ senza cogliere la ricchezza di opportunità che sta dietro ad ogni
rischio.
«Mi piacerebbe immaginare una Milano che dia
tante possibilità ai giovani. Si consiglia ai giovani di andare all’estero a fare esperienze. Ma un
italiano di 35 anni che torna dall’estero ha solo
la probabilità di avere una diminutio delle sue
chance professionali. Credo che Milano debba
dare più opportunità, avere una maggiore vitalità sociale».
«Forse – chiude Salvemini – bisognerebbe
prendere esempio dalla cultura anglosassone
che vede nel rischio una opportunità quando
afferma: ‘take your chance’! Questo è il miglior messaggio per i giovani».
Rischio: una chance in più di felicità
E a chiudere poeticamente la conversazione,
un pensiero del grande maestro Jorge Luis
Borges letto ad alta voce dal moderatore
Virginio Briatore: perché nel rischio c’è forse
una chance in più di felicità e pienezza! I
«Se io potessi vivere un'altra
volta la mia vita, nella prossima
cercherei di fare più errori,
non cercherei di essere tanto
perfetto, mi negherei di più,
sarei meno serio di quanto sono
stato, difatti prenderei
pochissime cose sul serio.
Sarei meno igienico, correrei più
rischi, farei più viaggi, guarderei
più tramonti, salirei più
montagne, nuoterei più fiumi,
andrei in più posti dove mai sono
andato, mangerei più gelati
e meno fave, avrei più problemi
reali e meno immaginari.
Io sono stato una di quelle
persone che ha vissuto
sensatamente e precisamente
ogni minuto della sua vita;
certo che ho avuto momenti
di gioia ma se potessi tornare
indietro cercherei di avere
soltanto buoni momenti.
Nel caso non lo sappiate,
di quello è fatta la vita, solo
di momenti; non ti perdere l'oggi.
Io ero uno di quelli che mai
andava in nessun posto senza
un termometro, una borsa
d'acqua calda, un ombrello e
un paracadute; se potessi vivere
di nuovo comincerei ad andare
scalzo all'inizio della primavera
e continuerei così fino alla fine
dell'autunno. Farei più giri nella
carrozzella, guarderei più albe
e giocherei di più con i bambini,
se avessi un'altra volta la vita
davanti. Ma guardate, ho 85 anni
e so che sto morendo».
(Jorge Luis Borges)
TO VENTURE INTO DEVELOPMENT
First conversation by Cesare Ferrero,
Severino Salvemini e Virginio Briatore
Urban ghosts.
Conversazioni@lombardini22
A cosy and comfortable space created by
Lombardini22, architects and planners, to
share experiences, fears, business and
thoughts.
Two interlocutors ready to stake their
careers and propose new patterns, a
moderator-“philosopher” and a large number of people really concerned with the
property market.
That was the atmosphere at the first conversation organized by Lombardini22, called ‘To
venture into development”, chaired by Virginio Briatore, a philosopher of design, and
attended by Cesare Ferrero, Managing Director of BNP Paribas Real Estate Property Development Italy and Severino Salvemini,
Professor of business management at Università Bocconi and director of the degree course
in Economy for the arts, culture and communication (CLEACC). A meeting that combined
culture and improvisation; craft and spontaneity, in order to foreshadow less anxiety-inducing scenarios.
The conversation started with the metaphor
of the mouthpiece – all covered, insane,
under water, with the mouthpiece – suggested
by Severino Salvemini to draw an accurate picture of how the big economic groups are idle
and Cesare Ferrero pointed out the fine distinction between “appetite for risk” and simple
“survival imposed by a situation of scarcity”.
And if the academic world, according to
Ferrero, doesn’t seem to realize the gravity and
paralysis of enterprises’, in particular in the
public sector, however the symptoms of the
disease our society seems to suffer are clearly
pointed out. A stalemate, a sort of organizational anorexia – Salvemini states – where new
rules are needed for a new generation of strategies and people have to be assessed also
on a risk taking basis because now the only
real risk is not to risk and without risk there is
only mediocrity and stagnation. Ferrero, promoter of some important property developments, thinks that the difficulty lies in running
ahead when those on the rope follow the slow
pace. And in accepting a culture that changes
only if forced to change without understanding
the good opportunities arising from each risk.
Maybe a risk means less certainties, but also
a futher chance of happiness and intensity,
as stressed also by a great master of thought
I
as Jorge Luis Borges.
us 1/11 71
management
real estate
a cura di Area Comunicazione AREL
www.arel-italia.it
Con questa rubrica inizia la collaborazione con
AREL che porterà il suo contributo in ogni numero
della rivista US.
CONSIGLIO
DIRETTIVO
DA GENNAIO 2011 È IN
CARICA IL NUOVO
CONSIGLIO DIRETTIVO
DI AREL, CHE HA IL
COMPITO DI GUIDARE
L’ASSOCIAZIONE PER IL
PROSSIMO TRIENNIO.
PRESIDENTE È STATA
NOMINATA FRANCESCA
LE SIGNORE
DEL
REAL ESTATE
ZIRNSTEIN, DIRETTORE
DELL’AREA RICERCHE DI
SCENARI IMMOBILIARI.
ALLA VICEPRESIDENZA
C’È PAOLA RICCIARDI,
EUROPEAN
L’associazione “rosa” italiana che
guarda al mercato internazionale
COORDINATING MANAGER
DEL GRUPPO REAG.
SEGRETARIO GENERALE
È LAURA PIANTANIDA,
COSTITUITA NEL LUGLIO 2006, AREL
(ASSOCIAZIONE REAL ESTATE LADIES) NASCE
PER CREARE UNO SPAZIO IN CUI LE
PROFESSIONISTE E LE MANAGER CHE OPERANO
NEL SETTORE DEL REAL ESTATE ITALIANO
POSSANO CONFRONTARSI, CONDIVIDERE E
APPROFONDIRE LE RISPETTIVE ESPERIENZE
PER CONTRIBUIRE ALLA CRESCITA DELLE
PROFESSIONALITÀ E ALLA INNOVAZIONE DI UNO
DEI SETTORI STORICI DELL'ECONOMIA ITALIANA.
PRESENTE SU TUTTO IL TERRITORIO
NAZIONALE, ANNOVERA ATTUALMENTE CIRCA
260 ISCRITTE.
REAL ESTATE LADIES
The ‘pink’ Italian association
looking to the international market
AREL Associazione Real Estate Ladies was
established on 19th July 2006 with the aim to
be and to offer a point of reference and a
space within sharing experience and knowledge to the women working in Italian real estate
industry. As of January 2011 it consists of
about 260 members. AREL promotes workshops, conferences focusing on themes across
the entire real estate investment cycle.
Moreover, AREL Associazione Real Estate
Ladies is focused in enhancing and developing
the awareness of role of women with particular
I
respect to real estate sector.
72 1/11 us
Un’associazione di genere, certamente, ma orientata allo sviluppo
delle figure professionali impegnate in prima linea e in ruoli di
responsabilità nel mercato immobiliare.
AREL è, innanzi tutto, un luogo del confronto. La peculiarità di raccogliere trasversalmente tutte le professionalità coinvolte nella filiera immobiliare, dai progettisti ai consulenti, dai dirigenti di azienda alle libere professioniste, dalle imprenditrici alle specialiste del credito e delle valutazioni di impresa, rende AREL un osservatorio unico, una piattaforma di
scambio e integrazione di competenze che risponde davvero a tutte
le caratteristiche, le potenzialità e le innovazioni possibili all’interno del
mercato immobiliare.
Un’associazione di donne, perché sono tante le professioniste impegnate nel real estate, portatrici di una formazione eccellente, spesso centrali nei processi decisionali e realizzativi.
AREL riunisce queste competenze e le valorizza, innanzi tutto, curando un annuale calendario di formazione sia tecnica e business oriented sia più mirato alla crescita personale, che risponde ai temi più attuali
sul mercato, ma anche alla necessità di condividere tempestivamente
novità e aggiornamenti e confrontare le esperienze, per migliorare l’approccio professionale.
AREL è, poi, informazione. La presenza trasversale sul mercato e un
importante lavoro di intercettazione, raccolta, selezione e aggregazione
delle informazioni si traducono in una Newsletter periodica, che diventa per le iscritte uno strumento ricco e immediato per avere una visione
ampia e completa di quanto avviene nel mercato e per un ulteriore
scambio di notizie e opportunità messe a disposizione dal network.
AREL è, infine, una rete di relazioni, di conoscenze e di privilegiato
contatto per aprire le strade a nuove occasioni di business e dare vita
a progetti che, proprio nell’incontro tra professionalità diverse ma legate, possono diventare concrete realizzazioni.
Una realtà nazionale con un occhio che guarda al mercato internazionale: le associazioni di donne del real estate esistono infatti, e da
tempo, in USA, UK, Germania, Francia e Spagna. Con molte di queste,
AREL ha avviato, fin dalla sua nascita, contatti e scambi e porta avanti
I
una politica di relazioni permanenti.
AD DI REDDY’S GROUP.
LA TESORERIA È
AFFIDATA A PAOLA
LUNGHINI, DIRETTORE
RESPONSABILE DELLA
RIVISTA ECONOMIA
IMMOBILIARE E PENNA
STORICA DEL
GIORNALISMO DEL
SETTORE. COMPLETANO
IL CONSIGLIO MARZIA
MORENA (POLITECNICO
MILANO), SABRINA SUMA
(GARRETTI ASSOCIATI),
BENEDETTA VIGANÒ
(STUDIO VIGANÒ), SILVIA
PLANDO (HAWORTH
CASTELLI), TIZIANA
GALLETTA (REFIN
CERAMICHE), MARIA
ELENA FANTASIA
(PROPERTY
INTERNATIONAL),
CHIARA ALTAMURA
(CONSULTANT), ROSSANA
SEMPIO (POLARIS
INVESTMENT ITALIA),
SILVIA SERTORIO
(GRUPPO STATUTO),
VALENTINA DELLI SANTI
(NCTM, ROMA), CRISTINA
FERRARI BRAVO (FIMIT
SGR, ROMA), ANTONELLA
CHECHILE (REAL EDIL,
SALERNO).
PAD 24 STAND D07-D11