Ufficio Stile - Claudio Bellini
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Ufficio Stile - Claudio Bellini
us N° 1.11 Il Sole 24Ore Spa - via C. Pisacane, 1- 20016 Pero (MI) POSTE ITALIANE spa - SPED. IN A.P. D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Forlì In caso di mancato recapito inviare al cmp di milano roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi WORKPLACE - CONTRACT DESIGN - MANAGEMENT ufficiostile Design Workplace DAL 1968 RIVISTA PROFESSIONALE LEADER / SINCE 1968 LEADING PROFESSIONAL MAGAZINE Preview I Saloni e FuoriSalone 2011 – Partecipo a Salone Ufficio perché... Report US Award Prize Giving Ceremony Orgatec trends, news, encounters with designers Contract Speciale L’Aquila: due anni dopo – two years later Dossier Lighting: luce, colore, spazio, poesia – light, colour, space, poetry Management Rischiare lo sviluppo – To venture into development Image - Engram Studio - www.engram.it T_up - RESPONDING TO CHANGE Vieni a vedere T_up nei nostri showroom: Haworth Creative Center t1JB[[B$BTUFMMPt.JMBOP Haworth Creative Center t&VS1JB[[B.BSDPOJ&t3PNB Haworth S.p.A t7JB&JOTUFJOt4BO(JPWBOOJJO1FSTJDFUPtBO -VOJDBDFSUF[[BEFJMVPHIJEJMBWPSPEFMo secolo è la presenza del cambiamento. -BEJWFSTJöDB[JPOFEFMMFSFBMUËB[JFOEBMJTJSJøFUUFOFMMB EJWFSTJöDB[JPOFEFHMJTQB[JEJMBWPSPEPWFDPOøVJTDPOP EJWFSTFDVMUVSFPSHBOJ[[BUJWFFEJWFSTJTUJMJMBWPSBUJWJ In riTQPTUBBDJÛ)BXPSUIIBTWJMVQQBUP T_up, un sistema di scrivanie estremamente semplice da installare e adattare nel tempo alle nuove necessità lavorative: concepito come un‘intelligente piattaforma con un OVNFSPSJEPUUPEJQBSUJ5@VQDPOTFOUFEJSFBMJ[[BSF TDSJWBOJFUBWPMJSJVOJPOJFTPMV[JPOJCFODIDPOMBQPTTJCJMJUË EJJOUFHSB[JPOFDPOFMFNFOUJEJBSDIJWJB[JPOF Haworth Italia è Socio Ordinario del Green Building Council Italia. T_up DPOUSJCVJTDFBMMBTBMWBHVBSEJBEFMMBNCJFOUF ed alla certificazione LEED del progetto grazie all’utilizzo di materiali riciclati ed alla riciclabilità del prodotto. e presso i nostri rivenditori autorizzati t per maggiori informazioni: www.haworth.it www.ufficiostile-online.it www.living24.it Rivista fondata nel 1968 - anno 43° - n. 1/2011 marzo-aprile 2011 us: rivista trimestrale internazionale dedicata all’architettura, al settore immobiliare, al progetto e alla gestione dell’ambiente di lavoro e dei luoghi collettivi Quarterly magazine dealing with architecture, real estate, project and management of the workspace and communities DIRETTORE RESPONSABILE: Antonio Greco REDAZIONE: Renata Sias (direttore operativo) [email protected] La rivista è integrata con l’e-magazine “us news” e con i portali The magazine is supplemented with the e-magazine “us news” and the websites: www.ufficiostile-online.it www.living24.it www.archinfo.it www.b2b24.it SEGRETARIA DI REDAZIONE: Anna Alberti [email protected] COLLABORATORI: Chiara Brollo (fiere, rassegne), Davide Cattaneo (aziende, dossier), Claudia Cavallaro (estero, realizzazioni, traduzioni), Aurelia Debellis (architettura), Gilberto Dondé, Great Place to Work Italia (management), Gabriele Pagani (news, products), Marzia Morena (R.E., property management) In copertina/cover: CB Chair di Caimi Brevetti (design Claudio Bellini) Caimi Brevetti S.p.A. via Brodolini 25/27 - 20054 Nova Milanese (MB) Italy www.caimi.com COMITATO SCIENTIFICO: Alberto Bassi (design), Mario Cucinella (architettura), Francesco Marcolin (ergonomia), Oliviero Tronconi (property management), Marco Piva (contract-hotel) UFFICIO VENDITE ITALIA: tel. 0362 49 10 1 - fax 0362 49 10 60 - fax export dept. (+39) 0362 49 10 61 e-mail: [email protected] [email protected] UFFICIO GRAFICO: Fabio Anselmo/studiofans DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi 5 EDITORIALE/EDITORIAL È nella crisi che si rinnova Although the ongoing crisis we should get renewed DESIGN PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A. SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu 7 (a cura di Gabriele Pagani) SALONE UFFICIO E FUORISALONE Design e innovazione per il lavoro Design and innovation to work 38 QUEL CHE PENSO DELL’UFFICIO... Incontri e conversazioni con i designer WHAT I THINK ABOUT OFFICE... Encounters with the designers INSERTO Nuovo sistema parete Linea di Nordwall New partition system Linea by Nordwall CONTRACT 8 SEDE OPERATIVA: Via C. Pisacane 1 - 20016 Pero (Mi) Tel. +39 02 3022.1 SEGRETERIA COMMERCIALE E UFFICIO TRAFFICO: Tel. +39 02 3022.6836 [email protected] UFFICIO ABBONAMENTI [email protected] Tel. +39 02 3022.6520 - Fax +39 02 3022.6521 www.shopping24.it Ufficiostile, registrazione Trib di Milano n. 57 del 20.2.1968 R.O.C. n° 6553 del 10.12.2001 ISSN 1828-0358 STAMPA: Faenza Industrie Grafiche, Faenza (RA) Rivista trimestrale (4 numeri annui) Costo copia ai soli fini fiscali € 2,30 Prezzo abbonamento singolo Italia € 12,00 - estero € 44,00 Per acquisti cumulativi contattare l’Ufficio Abbonamenti. L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile. Conto corrente postale n. 28308203 intestato a: Il Sole 24 ORE S.p.A. Printed in Italy Proprietà letteraria e artistica riservata. Copyright reserved troughout the world 2011 - Il Sole 24 ORE S.p.A. Informativa ex D. Lgs. 196/2003 (tutela della privacy). Il Sole 24 ORE S.p.A., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso Il Sole 24 ORE S.p.A., presso l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Pisacane 1 - 20016 Pero (MI). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo e aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio Privacy, Via Monte Rosa 91, 20149 Milano. I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società di Gruppo 24 ORE per il perseguimento delle medesime finalità della raccolta, a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale. Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica”. La società Il Sole 24 ORE S.p.A., editore della rivista US-Ufficiostile rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso il coordinamento delle segreterie redazionali (02 30226521). SALONE UFFICIO SÌ, SALONE UFFICIO NO... 13 Donati industria creativa Donati creative industry (a cura di Renata Sias) 14 CAIMI BREVETTI CB CHAIR (design Claudio Bellini) Nata da un artificio strutturale The result of a structural contrivance WORKPLACE (di Aurelia Debellis e Renata Sias) 16 REPORT Prize Giving Ceremony US Award: Quality and innovation Opinioni a confronto sui nuovi valori del progetto Exchange of views about the new values of office design 19 FATTORE ALPHA ALL’ARSENALE DI VENEZIA Il design Archiutti incontra l’architettura di Cecchetto FATTORE ALPHA AT ARSENALE DI VENEZIA Archiutti’s design meets Cecchetto’s architecture 21 LA CORNICE DIVENTA PREMIO Sistema di segnaletica Brera di Caimi Brevetti THE FRAME TURNS INTO A PRIZE Sign system Brera by Caimi Brevetti (di Pierpaolo Ricatti) 28 Nuovo Headquarters Diesel New Headquarters Diesel 30 COMFORT SEATING 2011 Le sedie vincitrici della seconda edizione The winning chairs of the 2nd competition (a cura di Gabriele Pagani) 33 ORGATEC IN PILLOLE Tendenze, nuovi prodotti e atmosfera positiva PILLS FROM ORGATEC Trends, new products and positive atmosphere (di Sabrina Piacenza con un contributo di Rossana Sias) 43 SPECIALE: L’AQUILA DUE ANNI DOPO... Progetti per una città che deve rinascere L’AQUILA TWO YEARS LATER Projects for a city that must return to life DOSSIER: LIGHTING 55 Luce, colore, spazio, poesia Light, colour, space poetry (di Mario Nanni) 56 LE OTTO REGOLE DI LUCE Mostra allo Spazio FGM di Milano THE EIGHT RULES OF LIGHT Show at Spazio FGM in Milano (di Davide Cattaneo) 58 Luce catturata, luce disegnata Captured light, designed light (a cura di Davide Cattaneo) 60 LA LUCE PROGETTATA NELL’EFFETTO LUMINOSO Intervista con Donatella Ravizza THE LIGHT OF THE FUTIRE WITH THE LUMINOUS EFFECT Interview with Donatella Ravizza (di Gianni Forcolini) 62 Lighting design per la qualità dell’habitat Lighting design for a quality environment (di Edith Forte) 64 La luce incontra l’architettura Light meets architecture MANAGEMENT (a cura di Lucia Matti, Lombardini22) 68 RISCHIARE LO SVILUPPO Prima Conversazione@lombardini22 TO VENTURE INTO DEVELOPMENT First conversation@lombardini22 (a cura di AREL) 72 Le signore del Real Estate Real Estate Ladies SEZIONE ATTUALITÀ / SECTION CURRENT AFFAIRS www.living24.it, e-magazine “us news” Abbonati gratuitamente a “us news”/Free subscription to “us news”: [email protected] us 1/11 3 In una nuova posizione e affiancato da Euroluce, nell’ambito del Salone Internazionale del Mobile, dopo tre anni ritorna Salone Ufficio. Tre anni critici per l’economia mondiale, difficili per tutto il settore arredo e molto pesanti per il settore ufficio. Tre anni che hanno evidenziato la scarsa propensione delle aziende agli investimenti in genere e alla partecipazione alle fiere specializzate. Gli espositori previsti sono circa 120, rispetto all’ultimo Salone Ufficio circa il 25% in meno. Le scelte aziendali sono ben sintetizzate nel nostro sondaggio “Salone Ufficio sì, Salone Ufficio no”. In Europa la situazione dell’ufficio può considerarsi moderatamente ottimista grazie ai segnali di Paesi come Turchia e Gran Bretagna che nell’ultimo anno sono cresciuti a doppia cifra (i dati ufficiali FEMB saranno diffusi proprio in occasione del Salone) e a Orgatec, lo scorso ottobre, abbiamo potuto scorgere i segnali di discreta vivacità attivati da questo andamento positivo. In Italia, duramente provati dal pesante segno meno che ha caratterizzato l’ultimo triennio, vediamo con occhio meno tragico la chiusura del 2010: Centro Studi CosmitFederlegno valuta -1,9% il fatturato, che passa dai 1.145 milioni di euro del 2009 ai 1.123 del 2010, e -1,7 le esportazioni che scendono a 530 milioni di euro. Si può supporre che anche il nostro Paese seguirà l’andamento positivo di altri del nord d’Europa, anche se non si registra ancora la stessa crescita. Ma gli eventi drammatici che hanno segnato l’ultimo periodo potrebbero dare all’economia mondiale una svolta imprevedibile che, non essendo un’economista, non ho la presunzione di ipotizzare. In questa situazione di fragilità si svolgeranno I Saloni e quasi certamente l’atmosfera rifletterà l’incertezza e l’impotenza che stiamo vivendo. Guardando nel recente passato, si direbbe però che è stato proprio nei periodi di crisi e di post crisi che l’Italia ha dato il meglio di sé; ma il “miracolo economico” è nato dalle proposte innovative di imprenditori intelligenti e lungimiranti e non dalle risposte standardizzate alle domande del mercato. La crescita richiede propensione al rischio, l’innovazione vera non può esserci se gli imprenditori decidono di fare i finanzieri e se i progetti strategici si affidano all’ufficio marketing. Penso che questa regola valga per tutti i settori dell’economia e, perché no, anche per l’industria dell’ufficio che negli ultimi anni ha rischiato e osato troppo poco. Possiamo sperare in qualche forma di contributo statale (da tempo si propone al governo una formula tipo “rottamazione” per gli arredi da ufficio) o l’entrata in vigore di qualche decreto (per esempio una nuova normativa europea che, come già è avvenuto per le sedie da ufficio, imponga scrivanie con piano regolabile in altezza) ma si tratterà comunque di piccole e temporanee boccate di ossigeno. Forse, anziché aspettare aiuti dall’esterno e trincerarsi nella difesa di un vago “Made in Italy” un po’ appannato, conviene liberarsi dalla pigrizia mentale, cercare davvero strade diverse, sia in patria che all’estero, provare ad adottare un’ottica imprenditoriale – ciascuno di noi per la mansione che svolge – guardare con occhi più curiosi e meno provinciali alle opportunità che la globalizzazione e le tecnologie ci offrono, lasciare più spazio alle menti giovani più vitali e sensibili ai nuovi bisogni. foto di Gabriele Pagani [email protected] È NELLA CRISI CHE SI GENERA L’INNOVAZIONE IT’S RIGHT IN A PERIOD OF CRISIS THAT INNOVATION IS PRODUCED In a new position and along with Euroluce, in concurrence with the Salone Internazionale del Mobile, Salone Ufficio is back after three years. Three difficult years for the world economy, for the whole furniture industry and quite heavy for the office sector in particular. Three years that have pointed out the companies’ scant disposition to invest and take part in trade fairs. Exhibitors are expected to be about 120, 25% less over the last Salone Ufficio. The company choices are summed up very well in our survey “Salone Ufficio sì, Salone Ufficio no”. In Europe the office situation can be considered as moderately optimistic thanks to the data coming from countries like Turkey and Great Britain, that have recorded a double-figure growth in the past year (the official FEMB data will be spread just during the Salone) and at Orgatec, last October, we could detect fairly brisk signs of a positive trend. In Italy, hard hit by the slump that marked the last three years, we don’t overdramatize the end of 2010: Centro Studi Cosmit-Federlegno estimates -1,9% for the turnover, namely from 1145 million Euro in 2009 to 1123 in 2010, and -1,7 for exports, dropped to 530 million Euro. Our country, too, is expected to follow the positive trend of the North Europe countries, although a similar growth has not yet been recorded. But the dra- matic events that have marked the last period might produce an unexpected shift in the world economy and, being no economist, I’m not so conceited to speculate about it. The Saloni will take place in such a fragile situation and the atmosphere will almost certainly reflect the uncertainty and impotence we are all experiencing, architects and finance brokers, employees and entrepreneurs, ordinary people and the powerful. However, if we consider the recent past, we see that it’s right in periods of crisis and post-crisis that Italy is at its best; yet the “economic miracle” resulted from the innovative proposal made by intelligent and far-sighted entrepreneurs and not from some standardized answers to market demands. Growth requires propensity to risk, a real innovation is possible only if the entrepreneur decides to be a finance broker and if the strategic projects are entrusted to the marketing department. I think that this rule applies to all economic sectors and, why not, also to the office industry, that hasn’t risked and ventured enough in the past few years. Perhaps we’d better overcome our mental laziness and try real different ways, and be more curious to seize the opportunities offered by globalization and technologies, to make room for the young minds, more vital and sensitive to the new needs. US-ufficiostile è presente al Salone del Mobile Stand Il Sole 24ORE Corso Italia - box 13 us 1/11 5 art direction dogtrot photo Renai & Renai design ambostudio e Grazia Azzolin DESIGN E INNOVAZIONE PER IL LAVORO Anteprima delle novità per l’ufficio che vedremo al Salone Ufficio o Fuori Salone DESIGN AND INNOVATION TO WORK Preview of the new office products we’ll be seeing at Salone Ufficio or Fuori Salone 1. Mascagni OP System Design Claudio Bellini OP offre una duttilità e una capacità di riconfigurazione uniche, ha una linea pulita e piacevole, che si adatta bene a qualunque ambiente OP features matchless arrangement flexibility and versatility, a neat and pleasant line, that suits all kinds of setting 2. Segis E-motion Design Giancarlo Piretti Leggera e facilmente impilabile, questa sedia in polipropilene, stampata con tecnologia air- 1 moulding, ha un dispositivo integrato nello schienale che la fa di flettere adattandosi a diverse posture e aumentando il comfort Light and easily stackable, this chair in polypropylene carried out 3 with an air-moulding technology, with a device in the back to suit several postures with comfort 3. Caimi Brevetti Externo Design Angelotti & Cardile Posacenere per esterni brevettato che facilita notevolmente le operazioni di pulizia e di svuotamento; un fusto tubolare in alluminio verniciato, alto 1m, disponibile da terra o con fissaggio a parete Patented outdoor ashtray allowing an easy clearing and emptying; a tubular frame in painted aluminium, 1m high, available as floor-standing or wall-mounted usdossier 2 DESIGN design exhibition a cura di Gabriele Pagani Partecipo a Salone Ufficio 2011 perché... SALONI SÌ, SALONI NO I perché di una scelta NELLO STILE DI FAZIO E SAVIANO ECCO UNA SINTESI DELLE MOTIVAZIONI E DELLE STRATEGIE CHE HANNO SPINTO ALCUNE AZIENDE A PARTECIPARE A SALONE UFFICIO 2011. Franco Caimi, amministratore delegato di Caimi Brevetti «La nostra è una azienda molto dinamica e la fiera è per noi un momento di fondamentale importanza poiché riusciamo a mostrare a clienti e professionisti sia il design che la qualità dei nostri numerosi nuovi prodotti. Salone Ufficio rappresenta un momento di incontro con un pubblico internazionale». Hall 22 Stand D20–D24 Hall 16 Stand E31 Alberto De Zan, amministratore delegato di Dieffebi «Dall’inizio del periodo di crisi del mercato, circa settembre 2008, abbiamo deciso di rivedere la nostra organizzazione aziendale per ridurre drasticamente le spese non strategiche, ottimizzare i processi, evitare la cassa integrazione e non perdere la professionalità dei dipendenti. Non abbiamo mai messo in discussione gli investimenti atti a sviluppare la crescita nel mercato; anzi abbiamo destinato più risorse alla creazione di un ufficio marketing stabile e continuato a investire in comunicazione con il nuovo sito internet e con la partecipazione a Orgatec. Riteniamo che il Salone Ufficio 2011 sia un’ottima opportunità di promozione internazionale del nostro marchio e dei nostri prodotti e di un modo tutto italiano di vivere e arredare gli uffici». Hall 24 Stand D07-D11 Paolo Mascagni, presidente e amministratore delegato di Mascagni «Partecipo al Salone Ufficio 2011 perché credo nell’eccellenza dell’Italian design e del “sistema arredo”. Oggi l’Italia ha una grande occasione per emergere nel mondo, dove sono molto apprezzati l’eleganza e il gusto italiani, bene espressi dai Saloni di Milano. Dobbiamo far comprendere ad architetti e utilizzatori quanto questi valori migliorino la qualità della vita in ufficio». Hall 24 Stand E07-E11 Marc Brunner, amministratore delegato di Brunner «L’azienda tedesca Brunner, uno tra i leader in Europa nel settore contract, parteciperà per la prima volta al Salone Ufficio per presentare l’azienda e le proprie collezioni al mercato italiano e poter creare e sviluppare una propria posizione. In questa occasione l’azienda già presente nei maggiori Paesi grazie a una distribuzione internazionale e alla presenza di sedi in Francia, Inghilterra, Svizzera, Spagna, presenterà le novità al pubblico internazionale fruitore della manifestazione». Hall 22 Stand C32 e Hall 6 Stand F38 Luca Moschetta, titolare di Uffix «Partecipiamo perché il Salone Ufficio rappresenta un’opportunità per la visibilità dell’azienda; un momento di analisi e confronto sia con il cliente sia con il mercato, in quanto è diventato più che un’opportunità di business, un’occasione di marketing e fidelizzazione del rapporto con il cliente mondiale. Inoltre è una vetrina per la presentazione dei nuovi prodotti». Hall 24 Stand B19-B23 Fabio Santoni, fondatore di Lafano «Partecipiamo al Salone Ufficio perché abbiamo molto da comunicare: nuovi prodotti, nuove logiche organizzative, nuovi obiettivi. Perché la Fiera è un punto di incontro fondamentale, soprattutto in vista della Expo 2015 e di ciò che sta avvenendo a Milano. Perché è un evento internazionale e dunque l’occasione giusta per parlare della presenza commerciale all’estero e della “cessione di know-how” che Lafano sta attuando da molti anni. Perché Lafano ha sempre investito nelle fasi più difficili del mercato: i sorpassi si fanno quando gli altri frenano». Hall 22 Stand E33-F26 segue 8 1/11 us 1 1. Dieffebi 4. Doimo Office Dot Box Gutter Design Hangar Design Group Design Favaretto & Partners Un sistema di storage Il dettaglio in estruso di alluminio componibile in alluminio, al quale si fissano i piani di lavoro modulare, flessibile e consente molteplici soluzioni multifunzione, pensato per compositive, funzionali e l'ufficio ma ideale anche strutturali per questa scrivania per ambienti living direzionale A modular, storage system The part in extruded aluminium, in aluminium, flexible and where the worktops are fastened multitasking, designed for to, allows several, functional and the office yet perfect for living structural arrangements of this rooms, as well executive desk 2. Methis 5. Bralco Hook Ubi Evo Design Jean Nouvel Design Perin & Topan Parete divisoria con alte È una struttura agile, facilmente prestazioni funzionali modificabile; un dinamico concept (sostenibilità acustica, "orizzontale" senza muri e pareti illuminotecnica, termica) per favorire la comunicazione ed estetiche.Un prodotto e il sistema relazionale fra le innovativo e unico nel suo persone genere, di grande carattere e presenza scenica It’s a versatile structure that can be modified easily; a dynamic High-performance and attractive “horizontal” concept without walls partition (sustainable sound, to promote communication and lighting and heating functions), relations among people An innovative product unique of its kind, distinctive and 6. Bross decorative Snake 3. Estel Insolita libreria composta 2 Design Giuseppe Bavuso Sarpi da moduli che si intrecciano Design Carlo Scarpa tra loro dando origine ad un Riedizione del tavolo progettato inedito gioco di forme e volumi. dal Maestro nel 1974; ha I moduli, in legno o acciaio, struttura in metallo trafilato sono sovrapponibili e accostabili satinato e piano in vetro float tra loro in appoggio An unusual bookcase formed A new version of the table by intertwining modules to create designed by the Master in 1974; a new play of shapes and volumes. it features a drawn satin metal The superimposable modules, structure and a top in float glass in wood or steel, may be drawn up 3 4 5 6 us 1/11 9 design exhibition Monica Babini, amministratore delegato di Babini «Abbiamo deciso di partecipare al Salone Ufficio non soltanto perché è il più importante evento di settore a livello internazionale, ma anche perché a distanza di tre anni dall’ultimo appuntamento milanese e dopo la forte crisi che ha colpito il settore, le aziende presenti in fiera saranno quelle che dimostrano davvero di essersi messe in gioco, di voler investire e di credere nel proprio futuro. Babini Office è stata una tra le prime aziende a dare la propria adesione, noi ci crediamo e la presenza in fiera farà la differenza!» Hall 22 Stand B25 – B29 PCON.PLANNER 6.3 AL SALONE UFFICIO EASTERNGRAPHICS PRESENTERÀ LA VERSIONE 6.3 PRESSO LO STAND DI CAIMI BREVETTI, HALL 22, STAND D20-D24. È DISPONIBILE L'ULTIMA VERSIONE DI PCON.PLANNER, LA SOLUZIONE LEADER PER LA CONFIGURAZIONE, VISUALIZZAZIONE E PREVENTIVAZIONE NEL SETTORE DELL'ARREDO UFFICIO. TRA LE NOVITÀ CI SONO L'INTEGRAZIONE TOTALE DEI DATI OFML E LA FACILITÀ DI UTILIZZO E QUALITÀ DEL MOTORE RENDER. IT’S AVAILABLE THE LATEST VERSION OF PCON.PLANNER, THE LEADING CONFIGURATION, VISUALIZATION AND QUOTATION SOLUTION. AMONG THE NEW FEATURES IS THE OFML DATA INTEGRATION AND THE EASY TO USE BUT POWERFUL RENDER ENGINE. 7 Francesco De Bortoli, responsabile marketing di Quadrifoglio Sistemi d’Arredo «Quadrifoglio partecipa a Salone Ufficio 2011 perché ritiene lo strumento fieristico il momento più importante e strategico nella comunicazione aziendale. La partecipazione a Salone Ufficio ha molteplici obiettivi: presentare l’azienda, i prodotti e le novità ai propri target; accrescere la corporate e brand identity e awareness; stringere relazioni con potenziali clienti e rafforzare i rapporti con i partners; sviluppare la formazione tecnica e commerciale sui prodotti; confrontarsi con i principali competitors nazionali ed internazionali; confermare il proprio ruolo nel panorama internazionale dell’arredamento per ufficio». Hall 24 Stand E05-F02 8 Paolo Fantoni, amministratore delegato Fantoni «Partecipiamo a Salone Ufficio perché è l'unico punto di riferimento di respiro internazionale nel panorama fieristico del settore ufficio. Perché Milano è una piazza imperdibile... Perché sono tre anni che non ci siamo». Hall 22 Stand A27-B20 Alberto Stella, presidente Estel «Aderiamo al Salone Ufficio 2011 per dare un messaggio positivo, nonostante i momenti non proprio felici che sta attraversando la nostra economia. Ormai parliamo solo di problemi, sembra che si non riesca a risolvere questo enpasse. Speriamo che questo evento sia di buon auspicio per tutti». Hall 24 Stand E21–F14 9 10 10 1/11 us 11 Non partecipo a Salone Ufficio 2011 perché... 7. Sagsa 10. Bertelè Parasta Concerto Design Favaretto & Partners Design Orlandini Design L'elemento principale strutturale Sistema di sedute per collettività. verticale di questa libreria è un Fulcro del progetto è il fianco foglio di lamiera tagliato laser portante in pressofusione di e successivamente pressato, alluminio. Fra gli optionals: sul quale vanno a incastrarsi portabibite, tavoletta laptop, i ripiani orizzontali dispositivo iPad wireless, sistema SALONI SÌ, SALONI NO riscaldante interno The chief, vertical, structural component of this bookcase is a Community seating system. laser-cut and then pressed sheet The heart of the design is the metal, where the shelves are fit supporting side in die cast into place aluminium. The optional extras I perché di una scelta NELLO STILE DI FAZIO E SAVIANO ECCO UNA SINTESI DELLE MOTIVAZIONI E DELLE STRATEGIE CHE HANNO SPINTO ALCUNE AZIENDE A NON PARTECIPARE A SALONE UFFICIO 2011. include: bottle-holder, laptop 8. Lafano stand, wireless iPad device, inside Dodici heating system Design Paolo Pampanoni Un tavolo, un sistema, una 11. Caimi Brevetti dimensione: 12 mm per piani e Moto gambe, sintetizzando le forme, Design Raffaello Manzoni dilatando le proporzioni. Originale oggetto con la doppia Minimi gli spessori e massime funzione di appendi-casco e di le superfici (fino a 5 m), per appendiabiti da parete, pensato scrivanie e tavoli riunioni in particolare modo per gli amanti della motocicletta A table, a system, a dimension: 12 mm for tops and legs, An original object that may be synthesizing shapes and used as wall-mounted coat or expanding proportions. Minimum helmet hook, especially designed thickness and maximum surface for keen bikers (up to 5 m) for desks and meeting tables 12. I 4Mariani Blade 9. Uffix Design Matteo Nunziati Collezione YO Linea di arredi caratterizzata Design Driusso Associati da linee essenziali e rigorose, Architects ha la particolarità di avere una Un concept dinamico che "lama" di cuoio che attraversa coinvolge trasversalmente tutti tutte le superfici i livelli dell’ambiente di lavoro: workstation, open space, zona Line of furniture marked by meeting, executive e reception. basic and neat lines, the È disponibile in numerose finiture peculiarity of which is a leather “blade” crossing all surfaces A dynamic concept suitable for all working environments: workstations, open space, executive suites, meeting and reception areas. Available in several finishes 12 Matilde Archiutti, responsabile comunicazione e marketing di Archiutti «Archiutti ha deciso di presentare in modo più approfondito tutte le collezioni 2010-11 e soprattutto di promuovere la nuova parete attrezzata www.60, progettata da Ambostudio, attraverso un OpenHouse che si terrà nel nuovo showroom. Una sorta di “racconto prolungato” articolato in un calendario di appuntamenti con i progettisti e in iniziative culturali e ludiche alla scoperta del territorio». Showroom Archiutti, via Fusana 5, Roncade (Treviso) dal 25 marzo al 22 aprile. Matteo Parma, sales director East Mediterranean Region di Herman Miller «Avendo un magnifico showroom in una zona chiave di Milano, preferiamo partecipare al Fuori Salone, evento che sta crescendo per importanza e adesione. Questa scelta presenta diversi vantaggi: ci dà la possibilità di creare eventi personalizzati di grande richiamo offrendo uno spazio più ampio e la possibilità di estendere l'orario a piacere, accogliendo in modo più curato i visitatori; inoltre l’attenzione dei visitatori è focalizzata su Herman Miller e non “distratta” da stand limitrofi». Showroom Herman Miller, corso Garibaldi 70, Milano. 14 aprile evento su invito con la presenza di Yves Behar. Alberto Albertini, direttore operativo di Methis «Dopo il lancio dello scorso anno di Hook, la nuova parete di Jean Nouvel, in Zona Tortona, quest’anno abbiamo l’esigenza di approfondire e valorizzare le altissime prestazioni di questa parete in ter- mini di sostenibilità e sicurezza, di performance acustiche, termiche ed estetiche. Per questo proponiamo un Open House nel nostro showroom, allestito con una suggestiva ambientazione che racconta l’evoluzione di Hook; inoltre sono previsti tre simposi su invito, dal titolo “Colazione da Methis” per dibattere e condividere conoscenze ed esperienze sul tema della qualità ambientale e del benessere nel progetto degli ambienti collettivi». Showroom Methis, via Tenca 24, Milano. Dal 12 al 17 aprile, dalle ore 12 alle 20. Alessandro Centrone, amministratore delegato di Sedus Italia «Pur riconoscendo l’importanza e il grande valore d’immagine del Salone Ufficio, quest’anno il periodo di svolgimento della fiera coincide esattamente con il trasferimento della nostra sede, dopo 40 anni, in una nuova location. Per noi l’appuntamento è solo rimandato». Nunzia Ricciardi country manager Italia di Kinnarps «Kinnarps non partecipa al Salone Ufficio di Milano perché preferisce presenziare a una vetrina più internazionale come quella di Orgatec, ritenuta la più grande fiera per l’arredo ufficio in Europa; all’ultima edizione dello scorso ottobre i diversi marchi del gruppo Kinnarps esponevano in un ampio stand unificati dalla comune filosofia sintetizzata in queste tre parole chiave: Communication, Concentration, Regeneration». Alessandro Barison, consigliere delegato di Emme Italia «Emme Italia non partecipa al Salone Ufficio perché l’investimento necessario alla partecipazione, sia economico che logistico, spesso non è alla portata della Micro Impresa, soprattutto con le recenti contrazioni di fatturato e con il costante indebolimento dei margini. Sarebbe auspicabile poter avere, in futuro, la disponibilità di uno spazio collettivo dedicato ad una selezione di Micro Imprese d’eccellenza». us 1/11 11 INCONTRI DEDICATI ALL’UFFICIO art direction: cheplero_Pd Investire sull’ufficio: come e perché Lo spazio di lavoro non può essere progettato senza conoscere l’attività e le relazioni dei lavoratori che lo occuperanno: senza benessere uno spazio di lavoro finisce per diminuire la produttività e la soddisfazione delle persone. Ciò è vero sia per i singoli lavoratori sia per i gruppi di persone. È uno dei risultati che emerge dalle ricerche raccolte nel volume “Investire sull’ufficio: come e perché”, a cura di Enrico Cietta edito da FrancoAngeli. «Questo volume – spiega il presidente di Assufficio Alberto De Zan – è stato realizzato nell’ambito del nostro progetto culturale Ufficio Fabbrica Creativa come iniziativa del biennio 2010-2011. Il libro è frutto della nostra collaborazione con Cosmit che non solo ci ha aiutato a realizzare le ricerche, ma con cui abbiamo organizzato il convegno “Ufficio Fabbrica Creativa. The Italian Way!”, lo scorso anno». Il libro sarà presentato nel corso del SaloneUfficio. DESIGN FOR YOU Spiriti creativi, animi curiosi, pensatori dinamici, noi progettiamo e produciamo per voi. Oggetti in produzione limitata, oggetti senza tempo, dove ogni singolo pezzo mantiene la propria unicità grazie ad interventi artigianali sapientemente inseriti nei processi industriali. Creative spirits, curious minds, dynamic thinkers. We design for you. Limited production objects, timeless furniture, where each single piece keeps its uniqueness through handmade details skilfully combined with the industrial process. www.emmesystem.com [email protected] EMMESYSTEM - Via Galilei 2H 35030 Caselle di Selvazzano - PD - Italy Tel. ++39.049.8975763 - Fax ++39.049.8977454 Haworth: New Ways of Working Due serate dedicate ai nuovi modi di vivere lo spazio del lavoro e ai concetti di comfort e benessere definiti attraverso parametri scientifici applicabili al progetto. 13 e 14 aprile 2011, presso Haworth Creative Center, Piazza Castello 19, Milano, ore 18.30 - 20.00. Modera: Donatella Bollani, Direttore Responsabile de Il Sole 24 ORE Arketipo. Mercoledì 13 aprile: Le forme dell’eccellenza Layout architettonici e processi di gestione del lavoro. Quali i trend e le vere novità, i parametri da considerare durante la fase di ideazione e di definizione esecutiva del progetto, le tendenze riscontrate nei rapporti d’uso degli spazi del terziario, i nuovi protocolli per la gestione e manutenzione degli edifici per uffici. Giovedì 14 aprile: Benessere e strategie d’impresa Come i nuovi spazi d’impresa integrano le esigenze dei lavoratori, gli aspetti dell’ergonomia e l’analisi del processo decisionale a supporto della strategia d’impresa. Sedus: Wundergarden Da martedì 12 a sabato 16 aprile lo showroom Sedus di piazza Castello a Milano si trasforma in un luogo di natura immaginaria, un giardino in cui mostrare una vita d’ufficio diversa, produttiva ed emozionante. Musica, colore, luce, acustica, profumi, piante, arte e design sono alla base della nuova cultura emozionale dell’ufficio. Inaugurazione:12 aprile, ore 18,30. Evento Musica e Arte: giovedì 14 aprile, ore 18,30. design company promo INDUSTRIA CREATIVA Donati investe e amplia le vedute del mondo delle sedie da ufficio DALLA COLLABORAZIONE TRA IL CENTRO INTEGRATO DI SVILUPPO PRODOTTO ED ENGINEERING DELL’AZIENDA E I DESIGNER DI FAMA INTERNAZIONALE NASCONO TUTTI I COMPONENTI PER L’ARREDAMENTO D’UFFICIO DI DONATI, NECESSARI ALLA CREAZIONE DI UNA SEDIA COMPLETA. PROGETTI SVILUPPATI E REALIZZATI INTERAMENTE IN EUROPA, CON UN CONTROLLO RIGOROSISSIMO DI TUTTA LA FILIERA, ELEMENTO IMPRESCINDIBILE NELLA FILOSOFIA DI UN GRUPPO PER IL QUALE LA RESPONSABILITÀ SOCIALE È MOTIVO DI ORGOGLIO E FORTE ELEMENTO DI IDENTITÀ. Donati Spa via Paderno 19 - Rodengo Saiano (BS) ph +39.030.6818711 - fax +39.030.6810448 [email protected] - www.donati.eu DONATI È PRESENTE A SALONE UFFICIO 2011 HALL 22 STAND C 36 Tutti i prodotti Donati sono progettati e realizzati interamente in Europa, elemento imprescindibile nella filosofia di un gruppo per il quale la responsabilità sociale è motivo di orgoglio e forte elemento di identità. Sul versante ambientale Donati è da anni impegnata in uno sforzo di messa in atto di comportamenti virtuosi che devono essere il punto di partenza per la ricerca di uno sviluppo sostenibile. Lo dimostra il fatto che è il primo produttore al mondo di componenti per sedie da ufficio ad aver completato la EPD, Enviromental Product Declaration, basata sul Life Cycle Assessment, e sulle Product Category Rules 2009/1, conformemente ai requisiti ISO. La ricerca di obiettivi sempre nuovi e ambiziosi ha condotto oggi Donati a proporsi come un partner globale per le imprese che si trovano a dover competere all'interno di un mercato sofisticato e difficile come quello delle sedute da ufficio, capace di assistere nella ideazione, sviluppo e realizzazione di tutti i componenti necessari alla creazione di una sedia completa. System 011 design studio zetass sistema composto da 4 differenti versioni di seduta monoscocca in tecnopolimero e da 2 famiglie di basi modulari in alluminio The system is composed of 4 monocoque tecnopolymer versions and 2 modular ranges of aluminium bases CREATIVE INDUSTRY Donati invests and expands the ideas of the office chair world The cooperation between the in-house product development and engineering centre and worldwide famous designers is at the basis of all the components of Donati office furniture, necessary to produce a complete chair. Projects entirely developed and carried out in Europe, with a strict control of the whole supply chain, which is a must for a group considering social responsibility something to be proud of and a strong identifying element. I us 1/11 13 design cover story a cura di Renata Sias NATA DA UN ARTIFICIO STRUTTURALE La nuova linea di sedie CB Chair disegnata da Claudio Bellini per Caimi Brevetti LA COLLABORAZIONE TRA CAIMI BREVETTI E CLAUDIO BELLINI, CHE NEGLI ULTIMI ANNI HA GIÀ GENERATO ALCUNI INTERESSANTI PRODOTTI COME LA COLLEZIONE SWING O LA LIBRERIA AIR, CI OFFRE OGGI CB CHAIR, UNA LINEA DI SEDUTE ASSOLUTAMENTE TRASVERSALE, PERFETTAMENTE ADATTA PER LA CASA E PER GLI AMBIENTI COLLETTIVI, PER L’UFFICIO E IL BAR CHE SARÀ PRESENTATA AL SALONE UFFICIO. OBIETTIVO DEL DESIGNER È STATO QUELLO DI RISPECCHIARE LA FILOSOFIA DI CAIMI BREVETTI ATTRAVERSO UN’ICONOGRAFIA SEMPLICE, MA FORTE E RICONOSCIBILE, NATA DALLA CONOSCENZA DEI PRINCIPI STATICI E COMBINATA CON IDEE E CARATTERI EMOZIONALI. 14 1/11 us Uno dei caratteri distintivi di Claudio Bellini è quello di impostare il suo lavoro di product design sulla base del dialogo e del confronto con il committente: «Non solo mi piace lavorare in sintonia con il cliente, ma cerco di calarmi nell’atmosfera dell’azienda di assorbirne la cultura per poterla esprimere nel prodotto che progetto» racconta il designer. «Nel caso di Caimi Brevetti, oltre alle persone che la gestiscono, splendide sotto ogni punto di vista, quello che colpisce è il carattere di grande onestà, coerenza e chiarezza. L’identità dell’azienda è un mix di tecnicità, funzionalità e misura, legata però all’attenzione per il bel disegno, alla cura nei materiali, nelle finiture e nella realizzazione. In estrema sintesi credo che il carattere di Caimi Brevetti sia la fusione di pragmaticità, quasi di umiltà, legato a un lavoro, attento e misurato, di controllo di tutte le fasi che danno vita al prodotto finito. Pensando alla nuova sedia ho voluto che rappresentasse questo tratto distintivo che identifica la filosofia di Caimi Brevetti». La sedia è certamente uno dei manufatti più complessi da disegnare: è gravato da una storia antichissima, reso complesso dal profondo legame con il corpo umano e indissolubilmente legato al concetto di comfort, ma la sfida più grande è riuscire a centrare il suo valore iconografico, esprimere la sua forma e la sua “anima” in modo appropriato, in relazione a dove questa sedia sarà collocata. Nel caso di una sedia multipurpose, come CB Chair, questo aspetto assume un’importanza ancora maggiore. Il concept applicato da Claudio Bellini nel progetto ha puntato sulla valorizzazione dell’aspetto tecnico, mantenendo la semplicità nella scocca, e sulla caratterizzazione formale, trasformando i vincoli strutturali in vivaci elementi di riconoscibilità. «Ho pensato di caratterizzare la scocca con un artificio strutturale» La scocca monomaterica, realizzata in tecnopolimero Airek®, è facilmente disassemblabile dalla struttura di base in acciaio cromato, CB Chair è disponibile in varie tipologie The frame entirely carried out in a thermoplastic subsance, Airek®, is easily disassembled from the base structure in chromium-plated steel, CB Chair is available in many models spiega Bellini. «I risvolti laterali generano la struttura senza ricorrere alle necessarie nervature; in un certo senso la nervatura strutturale è entrata a far parte del disegno. Poi ho lavorato per darle un’iconografia più riconoscibile e vibrante: i risvolti sono stati vuotati con forature che alleggeriscono l’immagine e danno maggiore risalto e valore all’artificio; non è una decorazione applicata, ma assume un valore decorativo. I fori generano sorpresa, lasciano passare la luce e intravedere lo sfondo, definendo un ulteriore livello di lettura che rende la sedia più allegra e vibrante, il gioco diventa anche cromatico nel caso in cui si applichino imbottiture in colori contrastanti». La storia del design offre numerosi esempi dove il confine tra sedia e scultura è labile; nel caso di CB Chair, Bellini e Caimi sono riusciti a trovare un punto di equilibrio: una elegante e confortevole scultura per sedersi. I THE RESULT OF A STRUCTURAL CONTRIVANCE The new line of chairs CB Chair designed by Claudio Bellini for Caimi Brevetti From the cooperation between Caimi Brevetti and Claudio Bellini, that has already generated some interesting products in the past few years, like the collection Swing or the bookcase Air, now comes CB Chair, a line of absolutely “cross” chairs, perfectly suiting the home and communal rooms, the office and the bar, that will be be presented at Salone Ufficio. The designer’s goal was to reflect Caimi Brevetti’s philosophy through a simple, yet strong and recognizable, iconography based on static principles and combined with emozional characteristics and ideas. The concept underlying the CB project aimed at setting off the tecnical aspect, through a plain frame, and at a distinctive form, by changing the structural restrictions into lively identifying components. «I thought I could characterize the frame through a structural contrivance» Bellini explains. «The side flaps produce the structure, in a way the structural rib has become part of the design. Then I tried to give it a more recognizable and vibrant iconography: the flaps were emptied through perforations to lighten the look and enhance the contrivance; it isn’t an applied decoration, yet it plays a decorative role». The history of design offers several examples, where the boundary between chair and sculpture is weak; as regards CB Chair, Bellini and Caimi could find a point of balance: a refined and comfortable sculpture to seat down. I us 1/11 15 workplace award a cura di Renata Sias con Aurelia Debellis foto di Gabriele Pagani Main sponsor www.ahec-europe.org Sponsor www.akzonobel.com Sponsor tecnici CAIMI, ARCHIUTTI www.caimi.com www.archiutti.com Patrocini www.aipi.it www.assufficio.it US AWARD: WORKPLACE. QUALITY AND INNOVATION Opinioni a confronto sui nuovi valori del progetto IN OCCASIONE DELLA CONSEGNA DEI PREMI AI VINCITORI DELLA TERZA EDIZIONE DI US AWARD, SI RINNOVA L’APPUNTAMENTO PRESSO LA SEDE DE IL SOLE 24 ORE CON ASSOCIAZIONI, PROGETTISTI, COMMITTENTI E FRUITORI DEI MIGLIORI WORKPLACE, ANCHE QUEST’ANNO NUMEROSI, CREATIVI, E PROIETTATI VERSO IL LAVORO DEL FUTURO. LA TAVOLA ROTONDA CHE PRECEDE LA CONSEGNA DEI PREMI SI CONFERMA UN MOMENTO DI IMPORTANTE RIFLESSIONE SUI NUOVI VALORI DEL PROGETTO DELL’AMBIENTE DI LAVORO. 16 1/11 us Giunto alla sua terza edizione, US Award 2010 prize giving si conferma un momento di confronto fra tutte le figure professionali coinvolte nella creazione di workplaces, a coronamento dell’omonima “competizione poco competitiva”, ancora una volta vetrina per oltre 100 progetti fra architetture e interiors. La cerimonia di consegna dei premi, articolata quest’anno in varie sezioni, ha visto la partecipazione di oltre 260 persone e la presenza di qualificati relatori in rappresentanza degli Enti e delle Associazioni che hanno patrocinato la manifestazione: AIPI (Associazione Italiana Progettisti d’Interni), Assufficio, ECIA (European Council of Interior Architects), ErgoCert, FEMB (Federazione Europea dei Produttori di Arredo per Ufficio), GBC Italia (Green Building Council), GiArch (Coordinamento Associazioni Giovani Architetti), Great Place To Work Italia, Ordine degli Architetti di Milano. Quest’anno ad aprire la serata sono stati i lavori di Comfortseating, manifestazione organizzata da Ergocert incentrata sull’ergonomia ed il comfort della seduta, che ha introdotto le tematiche inerenti lo spazio lavorativo, cardine anche della ricerca US Award. Il benvenuto ufficiale è stato rivolto da Fabio Franzoni, direttore della Divisione Industry Business Media del Gruppo 24 Ore, che ha ribadito l’esito numericamente e qualitativamente rilevante di questa terza edizione. Dopo il ringraziamento agli sponsor AHEC e Akzo Nobel, promotori delle sezioni speciali del premio wood@work e color@work, e agli sponsor tecnici Archiutti e Caimi Brevetti, ha preso inizio la tavola rotonda, strutturata quest’anno in due tempi. Apre la prima parte la direttrice di US-Ufficiostile e moderatrice della serata Renata Sias che chiede un parere sul progetto vincitore Think www.ecia.net www.ergocert.org www.femb.org www.gbcitalia.org www.giarch.it www.greatplacetowork.it www.ordinearchitetti.mi.it A destra: I relatori della prima parte della tavola rotonda; da sinistra: Renata Sias, Andrew Boffa, Gilberto Dondè, Franco Raggi, Alberto Rigolone, Francesco Marcolin, Oliviero Tronconi. Pagina a fianco: I relatori della seconda parte della tavola rotonda; da sinistra: Renata Sias, Alberto De Zan, Michele Falcone, Carlo Beltramelli, Marco Mari, Maurizio Dori, David Venables, l’interprete, Joke van Hengstum. Garden a Andrew Boffa, vice Presidente dell’Associazione Giovani Architetti Torino e delegato GiArch Italia. Questo spazio ultratecnologico per lavoratori nomadi, reale ma ora inesistente, che ha ospitato per una settimana uffici ad uso temporaneo attenti e aperti per definizione a molteplici usi è un “ufficio che non c’è” cui può accedere solo chi è dotato di creatività e immaginazione – come nella “Isola che non c’è” di Barrie – oppure un concetto concreto e vicino alle esigenze lavorative di oggi? L’ufficio temporaneo è una realtà emergente che va a colmare la mancanza di spazi dedicati a tipologie di lavoro itineranti o legate a grandi eventi temporanei, quali furono nel 2006 le Olimpiadi invernali di Torino. La natura transitoria di questi uffici pone ai progettisti una grande ed obbligata sfida: la sostenibilità dell’allestimento degli spazi, che devono essere ultraefficienti ed attrezzati nel momento del loro utilizzo senza costituire un “gravame” ambientale al momento della loro dismissione. A tale proposito Gilberto Dondè, amministratore Delegato di Great Place to Work Italia, che come ogni anno ha stilato la classifica del- le migliori aziende italiane, riporta i dati dell’ultimo studio sul tema Inspiring People dedicato ai principali fattori di motivazione dei dipendenti. Rileva l’importante valore del “nomadismo lavorativo” che il progetto Think Garden mette in luce, un carattere frequente anche all’interno delle aziende più dinamiche, il nomadismo può guidare la definizione di spazi più democratici, distribuiti guardando alle reali esigenze di ciascun ruolo operativo rispetto allo svolgimento di un teamwork, piuttosto che a scale gerarchiche astratte. Secondo i dipendenti intervistati, anche la sicurezza e la trasparenza che un’azienda riesce a comunicare spazialmente sono valori “ispiratori” come confemano tra gli altri anche i feedback relativi alle nuove sedi Cisco e Tetrapak, ambedue presentate a US Award. A Franco Raggi, vicepresidente dell’Ordine degli architetti di Milano, che aveva lanciato nella passata edizione una provocazione incitando al caos e allo “scoordinamento creativo” in ufficio in risposta all’ormai superato concetto di spazi di lavoro ripetitivi e gerarchizzati, viene chiesto se si possa identificare questa caratteristica fra i progetti presentati a US Award. Raggi nota che il concetto di caos, come valore positivo, prende piede nonostante la resistenza del mercato e del marketing per i quali gestire il caos è più difficile che gestire l’uniformità e crea difficoltà nel definire un catalogo e nel proporre dei modelli. Anche la scelta di Raggi ricade su Think Garden, spazio “caotico” portatore di una diversità programmata all’interno di un sistema elastico, che rinuncia all’autocompiacimento del design e definisce un’immagine che appartiene più a comportamenti di occupazione dello spazio che non a delle forme. Anche l’adesione da parte dei giurati a questa “struttura destrutturata” che offre una libertà di occupazione e fruizione dello spazio è più culturale che formale; è anche ideologica perché l’idea degli spazi nomadi implica un’etica dell’uso dello spazio. Come nel car-sharing, l’uso nomade non solo è più economico, ma ci permette di condividere lo spazio che rimane: chi è nomade non spreca spazio, usa solo quello che serve. Altre proposte per gli uffici del futuro? Un letto, o una chaise longue a disposizione dei lavoratori, per un breve nap o per leggere distesi… us 1/11 17 workplace award Con Alberto Rigolone, vicepresidente AIPI (Associazione Italiana Progettisti d’Interni), l’attenzione si focalizza sugli elementi fondamentali – struttura, funzione, estetica – e su come sono stati affrontati nei progetti di US Award. Anche se, a una lettura sommaria, la comunicazione e la rappresentatività dello spazio appaiono privilegiate negli spazi comuni come le lounge o le break area a scapito degli spazi operativi, emerge invece come decisa scelta progettuale – che coincide anche con i desiderata del fruitore – l’affidare agli spazi di rappresentanza l’immagine forte dell’azienda, privilegiando nelle aree operative una lineare sobrietà che è frutto di scelte ergonomiche e tecnologiche a favore di chi lavorerà in quegli spazi. Un punto di vista sull’ergonomia degli ambienti presentati alla competizione è stato chiesto a Francesco Marcolin, ergonomo europeo certificato e docente presso l’Università di Udine, che ha ribadito l’approccio multidisciplinare e sistemico della disciplina. Anche se l’ergonomia della seduta è un fattore importante e un elemento a cui l’utente è molto sensibile, tutti i principi ergonomici dovrebbero essere assimilati e integrati ai punti fondamentali di un progetto – fino a rendere inutile la professione dell’ergonomo! – per ottenere risultati spaziali capaci di esprimere non solo un grado elevato di comfort “misurato” dagli ergonomi, ma soprattutto uno “percepito” positivamente da tutti i suoi fruitori. Sarebbe interessante un’indagine sul campo che abbia come oggetto l’ergonomia dei progetti presentati a US Award per avere una post occupancy evaluation anche sul comfort percepito dai fruitori. Esistono diversi metodi per valutare la soddisfazione reale degli operatori ed ErgoCert ha sviluppato un disciplinare tecnico per la certificazione e sviluppato un software per tenere sotto controllo tutte le variabili che concorrono a costituire il Comfort dell’Ufficio. Oliviero Tronconi, professore ordinario di Tecnologia dell’Architettura al Politecnico di Milano, chiude la prima parte della tavola rotonda rivolgendo una riflessione critica sul tema dei costi di manutenzione: il risparmio energetico genera edifici sempre più leggeri, sempre più “a secco”, ipertecnologici a basso impatto ambientale dove la componente impiantistica è fondamentale. E non pensare alle 18 1/11 us attività manutentive in fase di progetto significa aumentarne considerevolmente i costi. In Italia il panorama rispetto a queste problematiche appare ancora piuttosto arretrato rispetto all’estero, benché l’architettura e il design italiani siano sempre molto avanzati e di ottima qualità. Secondo le ricerche svolte in proposito, il costo di manutenzione di questi edifici-macchina spesso incide troppo pesantemente; in alcuni casi si arriva a equiparare, con i soli costi di manutenzione, i costi complessivi di costruzione dell’immobile in soli 13 o 14 anni. Dobbiamo salvaguardare la nostra qualità progettuale senza trascurare l’obiettivo dell’integrazione progettuale sistemica, anche perchè la committenza evoluta lo pretende. I grandi gruppi multinazionali hanno standard di efficienza, di consumi energetici, di costi di manutenzione – standard di riferimento precisi anche sui costi gestionali con il costo pro capite per ogni dipendente – che devono essere rispettati già in fase progettuale e su questo aspetto, anche se l’Italia è il Paese della piccola industria, dobbiamo assolutamente crescere. Il cambio dei relatori è preceduto da un intermezzo dedicato alla presentazione della nuova sede del Gruppo 24Ore a Pero, un progetto di notevole interesse firmato Goring &Straja, inserito come “fuori concorso” a US Award per evitare conflitti di interesse. È proprio Andrè Straja a salire sul palco per descrivere gli elementi salienti di questo edificio, vincitore di un concorso internazionale e già insignito del “Mattone d’Oro” come edificio più eco-sostenibile della Lombardia. Renata Sias, citando la “Lettera di un giovane architetto” dove Alexandros Tombazis scriveva «Ricordate che costruire nuoce al nostro pianeta. Bisogna fare attenzione e intervenire con delicatezza perché di pianeta ne abbiamo uno solo», prende spunto da questa affermazione per chiedere se si possa considerare un intervento “delicato”. Straja ricorda la certificazione in Classe A, ma soprattutto definisce “onesto” questo edificio circondato dal verde che rispetta il brief del committente e il territorio circostante; considera una “fortuna” l’incarico ricevuto dal Gruppo 24 Ore che ha dato la possibilità di progettare anche gli interni che giocano sulla trasparenza e sul colore, impostando un layout semplice ma attento alle esi- genze di chi lavora, a partire dall’ottima qualità acustica. Alberto De Zan, presidente di Assufficio, apre la seconda parte della tavola rotonda ricordando che, dalla ricerca “Ufficio Fabbrica Creativa”, risulta che in Italia solo il 20% degli architetti è “specializzato” nel progetto ufficio e spesso anche i dealer non sono sufficientemente preparati; racconta quindi i passi concreti che l’associazione sta facendo verso una cultura di cui va alzato il livello: cita il titolo del nuovo volume ”Investire sull’ufficio come e perché. Spazio di lavoro come risorsa per migliorare l’azienda” e un corso di alta specializzazione sul progetto dell’ufficio con il Politecnico di Milano che inizierà a breve. Michele Falcone, presidente FEMB, accenna ai dati economici recenti relativi al mercato dell’ufficio in Europa, dichiarandosi moderatamente ottimista grazie ai segnali di Paesi come Turchia e Gran Bretagna che crescono a doppia cifra. In Italia si può supporre che l’andamento sarà analogo, ma non si vede ancora questa crescita; purtroppo l’arredo continua a essere considerato solo costo e non investimento e perché una vera crescita ci sia, è necessaria una più profonda operazione culturale. Joke van Hengstum, presidente ECIA (European Council of Interior Architects) appositamente arrivata dall’Olanda, offre una panoramica sull’approccio dell’interior design in altri Paesi d’Europa. Ammette che ci sono diversità ma dipendono, più che dalle diverse culture e tradizioni locali, dalle differenze adottate nelle modalità di lavoro. L’habitat ufficio sta cambiando e cambierà sempre più, sia per fattori sociologici esterni che per il cambiamento dei modi di lavoro: lì si svolge un lavoro in squadra, sempre più creativo e connesso in rete. Il lavoro individuale, invece, può essere svolto anche a casa, part-time, per poter dedicare più tempo alla famiglia. “Credo che nel nord Europa questi concetti siano applicati su scala più ampia perché c’è una maggiore apertura mentale e più uguaglianza tra le persone, anche tra uomini e donne”. La qualità di questi ambienti di lavoro è fondamentale per i risultati produttivi; anche se i costi segue a pag. 22 workplace company promo FATTORE ALPHA ALL’ARSENALE DI VENEZIA Il design di Archiutti incontra l’architettura di Cecchetto IN COLLABORAZIONE CON LO STUDIO DI ARCHITETTURA CECCHETTO&ASSOCIATI, ARCHIUTTI PARTECIPA ALLA REALIZZAZIONE DELL’AFFASCINANTE PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE DELL’ARSENALE NORD TRASFORMATO NELLA SEDE DEL POLO DI RICERCA CNR ISMAR CHE, ALL’INTERNO DEI CAPANNONI DELLA NOVISSIMA, SI SVILUPPA PER 200 METRI LUNGO LO SPECCHIO D’ACQUA INTERNO AL COMPLESSO ARSENALIZIO. La nuova sede del polo direzionale e di ricerca CNR ISMAR è un interessante esempio di integrazione tra preesistenza e nuove strutture attraverso un intervento dinamico e innovativo; un contesto di archeologia industriale valorizzato anche nelle scelte degli allestimenti interni con Fattore Alpha di Archiutti, un prodotto essenziale, ma con una forte personalità capace di inserirsi nelle atmosfere uniche dell’Arsenale. La purezza delle linee geometriche, l’attenzione al dettaglio, l’eleganza delle finiture, la lucentezza dei metalli e del cristallo interpretano l’essenza di un edificio simbolico e di forte rappresentatività per la città di Venezia. Fattore Alpha, disegnato da Ambostudio e Grazia Azzolin, è un sistema di tavoli declinabili per situazioni operative, uffici direzionali e sale riunione. Attraverso le molteplici finiture, attrezzature e dotazioni multimediali, integra le diverse funzioni interpretando una nuova concezione dell'operatività Fattore Alpha, designed by FATTORE ALPHA AT ARSENALE DI VENEZIA Archiutti’s design meets Cecchetto’s architecture Ambostudio and Grazia Azzolin, is a system of tables to be used in back offices, executive suites Together with the architecture studio Cecchetto & Associati, Archiutti takes part in the carrying out of the charming upgrading project of Arsenale Nord, changed into the headquarters of the CNR ISMAR research centre. and meeting rooms, thanks to the manifold finishes, fittings and multimedia equipment available for the different tasks The new business and research centre CNR ISMAR is a context of industrial archaeology also enhanced by the interior decoration carried out with Fattore Alpha by Archiutti, a basic product yet with a marked personality, that can fit into the unique atmosphere of the Arsenale. The pure, geometric lines and the refined finishes are the very essence I of a symbolic, distinctive building of the city of Venice. us 1/11 19 workplace award US AWARD: WORKPLACE. QUALITY AND INNOVATION Exchange of views about the new values of office design Now held for the third time, the US Award 2010 prize-giving is an opportunity for all the professional figures involved in the carrying out of workplaces to exchange views, as the conclusion of the homonymous “not too competitive competition”, a showcase for over 100 projects. The ceremony was attended by over 260 people and some qualified speakers on behalf of the Bodies and Associations that sponsored the event, AIPI, Assufficio, ECIA, ErgoCert, FEMB, GBC Italia, GiArch, Great Place To Work Italia, Ordine degli Architetti di Milano. Renata Sias, editor of US-Ufficiostile and chairwoman of the evening, opened the debate and asked Andrew Boffa, vice chairman of the Turin Association of Young Architects and delegate GiArch Italia his opinion on the winning project Think Garden. The temporary office is an emerging trend to remedy the lack of spaces meant for itinerant working procedures or related to big temporary events, such as the Turin Winter Olympic Games in 2006. The provisional nature of these offices means a great challenge to the designer: the sustainability of the fit20 1/11 us ting out to obtain ultra-efficient spaces without weighing heavily on the environment when they are no longer used. On this subject, Gilberto Dondè, managing director of Great Place to Work Italia pointed out the major role played by the “working nomadism” emphasized in the project Think Garden, a frequent trait also inside the most dynamic companies, nomadism may help to define more democratic spaces. Also the choice made by Franco Raggi, vice chairman of the Milan Architects Association, fell on the Think Garden, a “chaotic” space bearer of a diversity planned within a flexible system, that gives up the self-satisfaction of design and defines an image relating to space occupation behaviours rather than to shapes. As in the case of car-sharing, the nomadic use isn’t just less expensive, but it allows to share the remaining space: a nomadic worker doesn’t waste space and uses what answers their purpose only. With Alberto Rigolone, vice chairman AIPi, the attention was focused on some basic elements – structure, function, appearance – and on how they hade been faced in the projects of US Award: he shared the choice to entrust the strong corporate image to the official rooms, and opting instead for a consistent simplicity in the offices, which is the outcome of ergonomic and technological choices. An opinion on the ergonomics of the settings presented at the competition was asked to Francesco Marcolin, teacher of ergonomics at the University of Udine, who has confirmed the cross-disciplinary and systemic approach of this subject. All ergonomic principles should be present in the project to obtain spaces expressing not only a high standard of comfort “measured” by ergonomists, but most of all a comfort positively “felt” by all users. Oliviero Tronconi, full professor of Technology of Architettura at Politecnico di Milano, wound up the first part of the panel with a critical reflection on the subject of maintenance costs: energy saving produces increasingly light buildings, increasingly “dry”, hyper-technological and low impact, where plant engineering is basic. And not to consider maintenance during the planning means to increase its costs considerably. The change of speakers occurred after a break for the presentation of the new headquarters Gruppo 24 Ore at Pero, designed by Goring & Straja. And just Andrè Straja came up to the platform to describe the salient features of this building, winner of an international competition that has already been awarded the “Mattone d’Oro” as the most ecosustainable building in Lombardy. Alberto De Zan, chairman of Assufficio, points out that in Italy only 20% of the architects “specializes” in the office project and often even the dealers are not adequately prepared; then he told about the actual steps the association is taking. Michele Falcone, chairman FEMB, mentioned the recent economic data concerning the office market in Europe, declaring himself moderately optimistic thanks to the signs coming from countries with a two-figure growth. Joke van Hengstum, chairwoman ECIA, acknowledged that there are differences, but they depend upon the different working procedures adopted rather than upon the different local traditions and cultures. Teamwork is carried out inside the office, instead individual work may be carried out at home, part-time. «I think that in Northern Europe these concepts are applied on a wider scale because there is more open-mindedness and more equality between people, also between men and women». To change the working environment really and truly you must change the companies’ culture, not only the planning approach. Marco Mari, partner of GBC Italia, stressed the importance of sustainability again and the need to revise the whole planning and execution process of the building and to appraise if and to what extent what we are building is sustainable, not only energetically, but also from an overall point of view: waste handling, water, recyclable materials, etc. The he summed up the chief sustainability labels now available and the differences between these models and those used by LEED. David Venables, European manager of AHEC (American Hardwood Export Council), invited to a more massive use of wood in architecture, praising it as the material with the lowest environmental impact and considering its complete life cycle; American wood is competitive in price and performance, it’s available in many species, it’s certified and has a low impact even on transports because it is shipped. Maurizio Dori, market manager at Akzo Nobel Powder Coatings Italia stresses the strong emotional impact of colour, although the leading companies live on the production of tons of “not speaking” colours: white, black and grey used in the industry. Now even the trends of colour lead to sustainability, as stated in the slogan “Every colour is green”. I workplace company promo LA CORNICE DIVENTA PREMIO Sistema di segnaletica Brera di Caimi Brevetti NELLE MANI DEI VINCITORI, LE CORNICI BRERA SONO STATE PROTAGONISTE DELLA CERIMONIA DI PREMIAZIONE DI US AWARD. QUESTA ORIGINALE CORNICE, RILETTURA IRONICA E FUNZIONALE DEI SISTEMI DI COMUNICAZIONE, PENSATA PER IMPREZIOSIRE IL MESSAGGIO CONTENUTO, HA AGGIUNTO VALORE ALLE MENZIONI PREMIO DEI PROGETTI NELLE CATEGORIE COLOR@WORK E WOOD@WORK. Brera è un sistema brevettato di segnaletica e comunicazione, progettato da Raffaello Manzoni per Caimi Brevetti; è formato da cornici-espositori bifronte in policarbonato disponibili in tre diversi formati e liberamente aggregabili all’infinito, orizzontalmente o verticalmente. Estremamente flessibile, oltre all’utilizzo inedito come targa premio per US Award, questo prodotto consente la realizzazione di installazioni espositive negli ambienti più diversi: da quelli domestici ai luoghi strettamente di lavoro quali uffici e spazi aperti al pubblico, come negozi e showroom, spazi espositivi ed alberghi. THE FRAME TURNS INTO A PRIZE Sign System Brera by Caimi Brevetti La cornice Brera è realizzata in policarbonato con fogli interni di protezione in PET, trasparente, flessibile e riciclabile. Due le opzioni di aggancio: direttamente a parete oppure a soffitto/pavimento, attraverso corde e attacchi in tecnopolimero dotati di morsetto interno per il bloccaggio e la regolazione dell’altezza. The frame Brera is in In the winners’ hands, the picture frames Brera were the players of the US Award prize-giving ceremony. This original frame, an ironic and functional interpretation of communication systems, has added value to the accolades awarded to the designs for the categories color@work and wood@work. polycarbonate with inside protection sheets in PET, transparent, flexible and recyclable. Two hooking options: wall or ceilingmounted or floor-standing Brera is a patented communication and signs system designed by Raffaello Manzoni for Caimi Brevetti; it consists of bifronted display units-frames available in three sizes to be linked freely ad infinitum, horizontally or vertically. Extremely flexible, besides the new use as plaque for the US Award, this product allows to carry out expository installaI tions in all kinds of settings. us 1/11 21 workplace award di questo tipo di uffici sono più alti rispetto a quelli tradizionali, le persone che li occupano – anche temporaneamente con posti di lavoro condivisi – sono un numero decisamente inferiore, quindi senza sprechi per l’azienda. Van Hengstum conclude sottolineando che in verità è l’azienda a decidere l’approccio del progetto, il designer può solo dare forma alle scelte e all’organizzazione aziendali; per cambiare davvero gli ambienti di lavoro deve cambiare la cultura delle aziende, non solo l’approccio progettuale. Carlo Beltramelli, membro attivo del Board ECIA, collegandosi al pensiero della Presidente ECIA, aggiunge: «Il concetto di temporaneità che si sta sviluppando e che probabilmente si amplierà nel prossimo futuro darà le risposte necessarie ad un mondo del lavoro che si rivela sempre più flessibile e sempre più esigente da molteplici punti di vista. Il lavoro di squadra citato giustamente da Joke dà la possibilità di lavori “a progetto” che comportano meeting periodici che spesso non trovano adeguata location: l’ufficio temporaneo potrà risolvere questi problemi in modo adattabile alle esigenze di chiunque». Marco Mari, socio di GBC Italia (Green Building Council), torna sull’importanza della sostenibilità, sottolineando la necessità sia di rivedere l’intero processo di progettazione e realizzazione dell’edificio, sia di misurare se e quanto ciò che costruiamo è sostenibile, non solo energeticamente, ma anche da un punto di vista complessivo: gestione rifiuti, acqua, materiali riciclabili, ecc. Sintetizza poi le principali certificazioni di sostenibilità esistenti e le differenze tra questi modelli e quelli che utilizza LEED, il sistema che più si è diffuso nel mondo, basato sulla misurazione del valore delle performance che danno punteggio. È importante tenere in considerazione che il percorso di certificazione nasce dall’inizio del progetto, richiede una documentazione particolareggiata e si conclude solo quando l’edificio è concluso e abitato e l’autority può verificare se gli obiettivi che erano stati dichiarati sono stati raggiunti. Con una visione prettamente anglosassone è anche giusto chiedersi: Quale è il tempo in cui il mio investimento ritorna? E la risposta è possibile solo se il processo inizia dalla fase iniziale prevedendo tutte le 22 1/11 us performance dell’edificio. David Venables, direttore europeo di AHEC (American Hardwood Export Council), invita a un uso più massiccio del legno in architettura elogiandolo come il materiale con il più basso impatto ambientale e considerandone il ciclo di vita completo. Nota che in Italia, dove si importano circa 150/200.00 mc di legno all’anno, i progettisti, pur attenti alla scelta delle essenze, spesso non sono interessati alla loro provenienza. C’è talvolta il pregiudizio che il legni americani costino più di quelli europei o non siano sostenibili. In realtà, con il cambio dollaro/euro attuale i costi sono identici, ma ci sono altri criteri che dovrebbero far scegliere i legni americani: il legno americano è competitivo nel prezzo e nelle performance, è disponibile in moltissime specie, è certificato e ha un basso impatto ambientale anche nei trasporti perchè le spedizioni avvengono via mare e quindi con impatto inferiore rispetto al trasporto su strada. Maurizio Dori, market manager di Akzo Nobel Powder Coatings Italia evidenzia il forte impatto emotivo del colore, nonostante le aziende leader vivano grazie alla produzione di tonnellate di colori “non parlanti”: bianco, nero e grigio usati nell’industria. Oggi l’attenzione del Centro Estetico dell’azienda è sempre più vicino alle esigenze di chi progetta per rispondere alle richieste del mercato più che alle nuove mode nell’uso del colore. Le tendenze portano verso la sostenibilità, come dichiara lo slogan “Every color is green” adottato dal gruppo e verso investimenti sempre maggiori per garantire la qualità del prodotto. Una qualità della superficie che spesso viene dimenticata nel progetto ma che, pur incidendo solo dal 3 al 7 % sul totale del costo di un progetto, ha un importanza straordinaria I sull’esito finale. US AWARD: PRIZE GIVING CEREMONY I progetti vincitori raccontati dagli autori COME CONSUETUDINE DELLA COMPETIZIONE US AWARD, GIUNTA QUEST’ANNO ALLA TERZA EDIZIONE, LA CONSEGNA DEI PREMI AI VINCITORI PRESSO LA SEDE DE IL SOLE 24 ORE, NON È SOLO UN MOMENTO DI RICONOSCIMENTO PUBBLICO AL MERITO DEI PROGETTISTI, MA SOPRATTUTTO L’OCCASIONE PER CONOSCERE GLI ELEMENTI PIÙ SALIENTI DEI PROGETTI, IN PRIMA PERSONA DALLA VOCE DEGLI ARCHITETTI, INSIEME ALLE MOTIVAZIONI, ALLE STRATEGIE AZIENDALI E AI BRIEF FORNITI ESPRESSI NELLE TESTIMONIANZE DEI COMMITTENTI. ECCO I COMMENTI DEGLI ARCHITETTI WINNERS E DEI LORO COMMITTENTI, RILASCIATI SUL PALCO AL MOMENTO DELLA CONSEGNA DELLE TARGHE PREMIO. PUNTI DI VISTA DIVERSI, MA FORTEMENTE INTEGRATI PERCHÈ NON PUÒ ESISTERE UN BUON PROGETTO SENZA UN COMMITTENTE ILLUMINATO E, COME SOTTOLINEATO ANCHE DA JOKE VAN HENGSTUM NEL CORSO DELLA TAVOLA ROTONDA, È L’AZIENDA A DECIDERE L’APPROCCIO DEL PROGETTO, IL DESIGNER PUÒ SOLO DARE FORMA ALLE SCELTE E ALL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALI. 1° Premio Architettura Uffici e laboratori CNR ISMAR, Venezia; Progetto: Studio Cecchetto & Associati SEZIONE ARCHITETTURA 1 2 3 1. Da sinistra: arch. Alberto Cecchetto; Giacomo Vettoretto di Archiutti e Fabio Trincardi, direttore di CNR ISMAR Alberto Cecchetto descrive in modo appassionato lo straordinario sito («In realtà ha vinto l’Arsenale di Venezia!», dichiara con modestia) e le linee guida del progetto, una “scatola nella scatola”, uno spazio dinamico e articolato con passerelle e tre livelli di movimento, caratterizzato da tre diverse condizioni di luce. Il progetto è costruito sul sistema dei lucernari e sull’uso dei materiali poveri: acciaio zincato e truciolare color antracite per creare contrasto e far risaltare la luce. I corpi interni si ispirano alle antiche galee che in questi spazi venivano un tempo costruite; gli uffici sono stati concepiti tenendo presente l’esigenza di identità che esprime chi lavora in modo creativo «Non credo che si possa risolvere solo con il layout o con un’idea banale di personalizzazione che si traduce in foto attaccate sulle pareti. Affrontare il tema dell’identità significa spostare l’attenzione sulla ricerca di qualità della vita». 1Fabio Trincardi, direttore di CNR ISMAR racconta «Abbiamo lasciato i vecchi uffici, bellissimi, sul Canal Grande, perché volevamo una sede di lavoro adeguata alle nuove generazioni e ai nuovi modi di lavorare. Cecchetto ha saputo ricostruire e attualizzare le antiche galee, ma anche il lavoro che si svolgeva tra queste e che si spostava dall’una all’altra: la rete fisica delle persone in movimento e il percorso delle comunicazioni. Questo cambiamento dell’ambiente fisico ha innescato nuovi comportamenti delle persone e influenzato positivamente il clima aziendale». L’intervento di Giacomo Vettoretto di Archiutti, fornitore degli arredi nella nuova sede CNR ISMAR descrive l’amore per Venezia e l’emozione che suscita l’Arsenale, la «magia di una location unica al mondo, dove chi lavora gode l’esperienza privilegiata di uffici che, come cabine vetrate, guardano l’acqua, le antiche strutture e la gente che lavora»; conclude affermando che è stato motivo di orgoglio per 3l’azienda poter contribuire allo straordinario esito finale e dedicando questa esperienza, tra le più significative nei 50 anni di storia dell’azienda, al fondatore di Archiutti, recentemente scomparso. 2. Arch. David Hirsch di Mario Cucinella Architetcs con Renata Sias 3. Da sinistra: archh. Franco Guidi, Chiara Costa e Gianfranco Siano con Sias Precisazione: Nel numero 4/10 è stato omesso che il progetto architettonico dello Studio di Architettura (3° premio) è di Costa Zanibelli Associati 2° Premio Architettura Polo commerciale, Breganzola (PR); Progetto: MCA, Mario Cucinella Architects David Hirsch di MCA racconta l’iter del progetto che, come tutti i lavori seguiti dallo Studio Cucinella è attento alle strategie ecoso-stenibili e fa ricorso a fonti di energia alternativa: «In questo caso le dimensioni, oltre 100.000 mq di centro commerciale e ricettivo, lo rendono un intervento con forte impatto sul territorio e creano l’occasione di confrontarsi con la salvaguardia ambientale ma anche di introdurre luoghi collettivi di qualità e non solo di retail». Sono infatti previsti aree di incontro pubbliche e parchi con laghetti artificiali; i grandi tetti che caratterizzano il progetto saranno utilizzati per l’installazione di pannelli fotovoltaici e per lo sfruttamento della luce naturale. 3° Premio Architettura Uffici studio di design, Milano Progetto architettonico: Costa Zanibelli Associati Interior design: CB’a Design Solutions Franco Guidi, nella veste di committente, lascia la parola a Chiara Costa, progettista insieme a Marco Zanibelli dell’architettura, che descrive l’intervento in questo ex edificio industriale dove lo spazio è stato completamente reinventato con caratteristiche tipologiche e di uso diverse. «Abbiamo voluto aprire lo spazio, sventrare l’involucro per fare entrare la luce all’interno con un camino che porta l’illuminazione zenitale dal tetto fino al piano inferiore». Un concetto che ha affascinato CB’a Design Solutions, locatari di questi ambienti che sono stati poi personalizzati con colori e grafica d’impatto. «Non potevamo essere più fortunati – dichiara Gianfranco Siano – il nostro pay off è “The sky is the limit” e, grazie al lavoro di Costa Zanibelli, siamo riusciti a trovare una sede che rispecchia perfettamente il nostro posizionamento sul mercato». Alberto Cecchetto describes the extraordinary site passionately, «a box inside a box», a dynamic space marked by three different lighting conditions lending an identity to the space. Fabio Trincardi, manager at CNR ISMAR tells: «The change of setting defined on the physical net of people in motion and communications, thriggered new behaviours and positively affected the corporate atmosphere». Giacomo Vettoretto, Archiutti, supplier of the furnishings for the new head office CNR ISMAR tells about his passion for Venice and the emotion aroused by the Arsenale «The company was proud to help to the extraordinary, final result!». David Hirsch, MCA, says: «In this case the size, over 100.000 sqm of shopping and accomodation centre, lends the project a strong impact on the territory and is an opportuny to face environmental protection but also to introduce first-rate community facilities and not just shops». Franco Guidi, as customer, gives Chiara Costa, designer of this architecture together with Marco Zanibelli, leave to speak. «We wanted to open the space and tear down the shell to let daylight in». A concept that charmed the tenants CB’a Design Solutions, «We were really lucky – Gianfranco Siano says – our payoff is “The sky is the limit”». us 1/11 23 workplace award 1° Premio Interior Design Think Garden, ufficio per lavoratori nomadi, Milano Progetto: Pierandrei Associati SEZIONE INTERIOR DESIGN 1 2 I tre soci Alessandro Pierandrei, Fabrizio Pierandrei, Stefano Anfossi salgono sul palco e raccontano la inusuale esperienza di un ufficio temporaneo, esistito per una sola intensa settimana in occasione del Salone del Mobile «Siamo stati fortunati perché abbiamo potuto affrontare con leggerezza – ma non superficialità! – un progetto altamente operativo che contiene i temi che sono più attuali nell’ufficio contemporaneo, non solo il nomadismo, ma anche l’estemporaneità e il tema della sostenibilità come elementi altrettanto importanti. Siamo convinti che, se ci dobbiamo incontrare in ufficio, dobbiamo creare spazi per il benessere e per il knowledge sharing; spazi per il business ma anche per il relax e per conoscere le persone. Per rispondere alla richiesta sollevata da Franco Raggi nella tavola rotonda: sì c’erano anche spazi per riposarsi, amache e ping pong. Uno spazio caotico? No, non caotico, ma complesso». 2° Premio Interior Design Biblioteca e archivi Fondazione Giorgio Cini, Venezia Progetto: aMDL, Michele De Lucchi 3 1. Da sinistra: archh. Fabrizio Pierandrei, Stefano Anfossi e Alessandro Pierandrei con La curatrice del progetto Laiza Tonali di aMDL racconta che la suggestione forte suscitata da questo ambiente nasce dall’avere mantenuto e accentuato con i nuovi interventi quelle che erano le sue affascinanti caratteristiche originali «La prospettiva e il concetto di calma e tranquillità delle ex celle dei monaci. Anche l’illuminazione contribuisce a esaltare questa struttura del passato». Renata Sias 2. Laiza Tonali dello Studio aMDL, Michele De Lucchi 3. Arch. Pierpaolo Ricatti e Alessandro Giannavola di 3° Premio Interior design e 3° Premio ex aequo Architettura Sede Diesel, Breganze (VI); Progetto architettonico: Studio Ricatti Interior design: Diesel Creative Team Diesel Creative Group con Sias Per la premiazione di questo progetto, dove architettura e interior si integrano e si articolano senza soluzione di continuità, Alessandro Giannavola di Diesel Creative Team tiene a precisare che vuole condividere con tanti questo riconoscimento perché si è trattato davvero di un lavoro di squadra che ha impegnato molte figure professionali e anche il personale stesso di Diesel. «Il brief è stato sviluppato sulla base di interviste a figure chiave e non dell’azienda; volevamo capire e condividere come vivere al meglio l’ambiente di lavoro, come si potesse convivere in questo spazio e che relazioni che si dovessero creare. Dal feed back risulta che la soddisfazione sia generale». 24 1/11 us Pierpaolo Ricatti evidenzia che questo vero e proprio villaggio – 65.000 mq con oltre 1.000 posti operativi, servizi e aree di supporto – rispecchia esattamente l’identità dell’azienda, nata e cresciuta come l’ha voluta il fondatore e titolare Renzo Rosso. «È lui, raro esempio di imprenditore italiano illuminato, che ha organizzato un team di progetto incredibilmente allargato per la messa a punto di soluzioni eccellenti alle problematiche e per mettere a punto strumenti con l’obiettivo di rispecchiare identità dell’azienda; e non è stato semplice. Ha voluto che dal progetto emergesse l’immagine e la filosofia del brand, non la firma di un architetto». The three partners Alessandro Pierandrei, Fabrizio Pierandrei, Stefano Anfossi say «We really believe that if we have to meet at the office, we must create space for wellbeing and knowledge-sharing; space for working but also relaxing, to get to know people better. A chaotic space? No, not chaotic but complex». The supervisor of the project, Laiza Tonali, aMDL tells about the strong fascination exerted by this environment, obtained by keeping and stressing its original charming features through the new project. Alessandro Giannavola, Diesel Creative Team, wants to specifies that it is a teamwork «The brief was developed according to the interviews with some key figures and other people of the company; we wanted to understand and share how to live the working environment in the best possible way». Pierpaolo Ricatti stresses that this “village” reflects the company’s identity exactly, created and grown as its founder and owner Renzo Rosso wanted it to be. «He wanted a project revealing the image and philosophy of the brand and not the name of an architect». SEZIONE COLOR@WORK sponsorizzata da AKZO NOBEL 1° Premio color@work Uffici Gruppo Industriale Maccaferri, Zola Predosa (BO) Progetto: Progetto CMR, Massimo Roj Le targhe della sezione color@work sono state consegnate da Maurizio Dori, market manager di Akzo Nobel Powder Coatings Italia Maurizio Melchiori di Progetto CMR, spiega che il nuovo headquarter e la riqualificazione dei capannoni esistenti, il legame tra vecchio e nuovo dunque, sorgono nel sito storico della sede aziendale dove Maccaferri ha voluto tornare. «Volevamo che questa scelta fosse leggibile anche nell’architettura, nell’uso dei materiali – cemento a vista e Corten – e nell’uso dei colori aziendali (azzurro con cromatismi che sfumano e si integrano nei colori del paesaggio). Il vetro policromatico retrosmaltato in facciata, non solo ha un ruolo forte nella comunicazione ma ha anche valore architettonico. La trasparenza domina, ma si tratta di una facciata vetrata molto performante, quindi non abbiamo tralasciato i concetti di eco-sostenibiltà». Massimo Pinardi di Maccaferri spiega perché il nuovo headquarter ha previsto anche la riqualificazione dei capannoni esistenti «Vecchi e brutti, forse, ma noi abbiamo intuito che potessero diventare belli. Le esigenze aziendali sono sempre accompagnate dalle alte esigenze di bellezza che la nostra aziende persegue. Il valore simbolico di questo sito, dove nel 1879 è sorta la prima sede, è molto importante per Maccaferri che, proprio lì ha voluto mantenere la sua sede di pregio. Tutto comunica la nostra identità e i vari elementi che parlano di noi si sposano perfettamente: acciaio, pietra e energia...». 1. Arch. Maurizio Melchiori di Progetto CMR e Massimo Pinardi di Maccaferri. 2. Arch. Gabriele Buratti con Maurizio Dori di Akzo Nobel 3. Archh. Paola Pontarollo e Marcello Cerea con Maurizio Dori di Akzo Nobel 1 risultato soddisfacente» ammette Pontarollo. “Io ho assunto il ruolo di committente – scherza Cerea – così è prevalso un approccio professionale meno emotivo che ha portato a questa soluzione. Un modello progettuale che ritengo possa essere adottato anche per altri interventi». Maurizio Melchiori, Progetto CMR, explains that the new headquarters and the upgrading of the old sheds, namely the bond between old and new, are located on the old site of the company. «We wanted this choice to be clear also in this archtecture». Massimo Pinardi, Maccaferri, confirms «The simbolic value of this site, where the first headquarters rose in 1879, means a lot to Maccaferri, that’s why we wanted to keep this valuable venue. Everything conveys our identity and all our distinctive components perfectly blend: steel, stone and energy...» Gabriele Buratti says that glass is used as a trademark, with determination, so as to stress all its qualities and perceptively enriched with the marked use of colour. The partners Paola Pontarollo and Marcello Cerea, designers as well as occupants of these rooms where a bright and vital atmosphere is predominant, explain the difficulties found in designing for themselves. «Sometimes emotion is prevailing the result isn’t immediately satisfactory». 2° Premio color@work Sede Vetreria Airoldi, San Giorgio su Legnano (MI); Progetto: Buratti + Battiston Architects Gabriele Buratti racconta che il vetro è usato come un biglietto da visita, con decisione, quasi a volere enfatizzare tutte le sue proprietà e qualità e arricchito percettivamente dall’uso forte del colore. «Come si è già accennato in altri interventi, anche in questo caso possiamo parlare di esigenze di identità e di bellezza. La nostra fortuna è che in Airoldi abbiamo trovato un committente e un costruttore uniti in un’unica appassionata persona». 2 3° Premio color@work Sede società di Architettura e Ingegneria, Milano; Progetto: Starching 3 Tutti i progetti partecipanti a US Award e il report della cerimonia di premiazione sono anche online www.living24.it I soci Paola Pontarollo e Marcello Cerea, allo stesso tempo progettisti e occupanti di questi spazi dominati da un’atmosfera luminosa e vitale, spiegano la difficoltà del progettare per se stessi «Talvolta le emozioni prevalgono e rischiano di non portare immediatamente a un us 1/11 25 workplace award Errata Corrige Nel numero scorso della rivista abbiamo erroneamente attribuito il secondo premio wood@work alla nuova sede della Banca Santo Stefano che ripubblichiamo in questa pagina. In realtà il progetto aveva meritato il primo premio! Ci scusiamo con il progettista, con la banca, con lo sponsor AHEC e con i lettori. In the last issue of the magazine the secondo prize wood@work was wrongly awarded to the new offices of Banco Santo Stefano, published on this page again. Actually, the design was awarded the first prize! We apologize to the designer. the bank. the sponsor AHEC and the readers. 1°prize wood@work EDIFICIO PER TERZIARIO IN EX FATTORIA Banca Santo Stefano Credito Cooperativo Martellago (VE) Studio Architetto Gianni Rigo (2010) IL PROGETTO HA RESTITUITO AL PAESE MANUFATTI STORICI IN STATO DI ABBANDONO, ORA SEDE DI UFFICI, DI UNA BANCA, ATTIVITÀ COMMERCIALI, MUSEALI, UNA SALA CONVEGNI E UN RISTORANTE, MENTRE LA CORTE DEL COMPLESSO È TORNATA AD ESSERE UNO SPAZIO URBANO. IL RESTAURO, RISPETTOSO DELL’ANTICO, INSERISCE NUOVI CORPI SCALE E CORRIDOI, VISIBILMENTE “ALTRI” RISPETTO ALL’EDIFICIO STORICO: TRASPARENTI E LEGGERI NON INTERROMPONO LA SUA ARCHITETTURA ORIGINARIA NÉ LA VISTA DELL’INTERA CORTE. 26 1/11 us Gli spazi interni sono caratterizzati da un livello di comfort molto elevato. Nell’opera convivono aspetti innovativi e caratteri della tradizione a dimostrazione che il riuso dei tanti edifici del passato è possibile e porta a risultati spaziali inediti e preziosi. Il progetto risponde ad alcuni standard di sostenibilità dell’edificio contemplati dalla certificazione LEED: si è adottata la geotermia per il riscaldamento, sistemi sofisticati di controllo e risparmio energetico per l’illuminazione e si è fatto ampio uso di materiali rinnovabili. È stato utilizzato teak per gli esterni. Negli interni domina il rovere in varie declinazioni: pavimenti in tavole multistrato di rovere. Arredi e pareti in rovere (con finitura naturale, oppure sbiancato oppure scurito con mordente). Infissi in lamellare di rovere americano della costa atlantica. OFFICE BUILDING IN A FORMER FARM Martellago (VE) Studio Architetto Gianni Rigo (2010) The project gave back to the village some historic buildings in a state of neglect, that are now the venue of offices, bank, shops, museums, a meeting room and a restaurant, while the court of the complex is an urban space again. The restoration, respecting the old, fits in new, transparent and light bodies, that don’t break its original architecture or the view of the whole court. The interiors are marked by top-level comfort. The design provides for both innovative and traditional elements and meets some sustainability standards provided for by the LEED certification: teak was used for the outside. Inside, oak is prevalent in several components: furniture and walls (natural finish or bleached or darkened with mordant). Fixtures in glued laminated American oak from I the Atlantic coast. 1° Premio wood@work Edificio per terziario in ex-fattoria, Martellago Progetto: Studio Architetto Gianni Rigo SEZIONE WOOD@WORK sponsorizzata da AHEC Le targhe della sezione wood@work sono state consegnate da David Venables, direttore europeo di AHEC (American Hardwood Export Council). 1 2 3 1. Da sinistra: Francesco Beninato, direttore generale di Banca Santo Stefano e arch. Gianni Rigo con David Venables 2. Da sinistra: Roberto Battaglia, responsabile della Formazione di Intesa San Paolo e arch. Laiza Tonali con David Venables di AHEC 3. Da sinistra: Simon Marani, direttore marketing di Maggiore Autonoleggio e arch. Andrea Iose Gianni Rigo descrive il percorso della trasformazione dell’edificio da fattoria a sede della Banca Santo Stefano. «In questa fusione tra antico e moderno la scelta architettonica è stata quella di rendere leggibili tutti gli elementi contemporanei. In accordo con la Sovrintendenza, i nuovi elementi aggiunti non imitano l’esistente ma sono in vetro e attraverso il linguaggio di questo materiale si dichiarano come nuova presenza, leggera e trasparente. Questo ampio complesso composto da vari edifici e corti, edificato dal 1650 in poi, era in pessime condizioni statiche e anche per la ristrutturazione le linee guida si sono mosse tra passato e futuro: sono state utilizzate tecniche e modalità costruttive antiche tipicamente venete, e anche tecnologie e impianti high-tech per dotare questi spazi di una nuova funzionalità. Il rovere americano, ampiamente utilizzato in questo intervento, si è rivelato un’essenza camaleontica». Francesco Beninato, direttore generale di Banca Santo Stefano, spiega che si sarebbe potuta costruire una nuova moderna sede in periferia probabilmente con un investimento inferiore, ma «abbiamo fatto la scelta del recupero perché siamo una banca integrata con il territorio; la struttura ci è sembrata ideale perché è nel centro cittadino e la configurazione dell’immobile con una piazza pubblica che prevede il coinvolgimento delle persone rispecchia la nostra mission. La nostra filosofia va verso le persone. Anche la scelta della trasparenza va in questa direzione perché migliora la qualità e avvicina. Noi vogliamo avvicinarci sia ai dipendenti sia ai clienti». 2° Premio wood@work Centro formazione Intesa Sanpaolo Bonola, Milano Progetto: aMDL, Michele De Lucchi Laiza Tonali di aMDL, curatrice del progetto, racconta «Probabilmente è stata l’ubicazione poco felice, in una periferia dequalificata a rendere più interessante il progetto e a stimolare l’idea di un laboratorio per lasciare circolare in modo più libero le idee, caldo e familiare grazie all’ampio utilizzo del legno». Anche in questo caso il progetto è stato sviluppato in stretta collaborazione con lo staff di Intesa San Paolo. Un lavoro in team confermato anche da Roberto Battaglia, responsabile della Formazione di Intesa San Paolo. «È un progetto nato, prima che dalla matita dell’architetto, dalle idee che tutti gli abitanti hanno espresso nell’immaginare come avremmo voluto questo spazio. È stata un’occasione straordinaria per conoscere De Lucchi e il suo modo di lavorare; insieme abbiamo creato un laboratorio che, nello stesso tempo, è anche una casa: la casa dei valori del nostro gruppo giocata sui contrasti tra calda domesticità e anonima periferia. La periferia però aiuta a immaginare più liberamente e questo è il nuovo che noi vogliamo anche per la nostra azienda». 3° Premio wood@work Ristorante aziendale Maggiore, Roma Progetto: Hab Architettura Andrea Iose, premette che il suo studio è specializzato proprio in quegli spazi accessori all’ambiente di lavoro indispensabili per dare dignità alle persone e generare il senso di qualità percepito di cui si è parlato durante la tavola rotonda. «Come in un ristorante di buon livello abbiamo curato ogni dettaglio anche nell’interior design, evitando i materiali che trasmettono l’idea del banale o dell’ordinario. Il legno, pur rispondendo a tutti i requisiti di funzionalità e di igiene, ha contribuito a trasmettere l’emozione di calore e di ricercatezza che volevamo dare». Simon Marani, direttore marketing di Maggiore Autonoleggio, spiega che questo ristorante corrisponde a una precisa strategia di riposizionamento del marchio e anche di marketing interno, che pone il focus principale sulla centralità delle persona. «Il ristorante è una delle azioni di questa strategia; è pensato per rilassarsi e perché i dipendenti vivano l’ambiente ufficio come se fosse la propria casa. Ma è anche un luogo per socializzare e crescere: organizziamo happy hour, incontri con dietologi e convention, grazie alla sua polifunzionalità». Gianni Rigo describes the path to change the building from a farm into the office of Banca Santo Stefano. «In this fusion of old and modern the architectural choice was to make all contemporary components manifest”. Francesco Beninato, general manager of Banca Santo Stefano, explains «We opted for a restoration because we are a locally integrated bank. Our philosophy is people-oriented. We want to be closer to both employees and customers». Laiza Tonali, aMDL, supervisor of the project, says: «In this case, too, the project was developed in close cooperation with the staff of Intesa San Paolo». A teamwork confirmed by Roberto Battaglia, Training manager at Intesa San Paolo. «This project comes from the ideas expressed by all residents when picturing how we would have liked this space to be, rather than from the architect’s pencil». Andrea Iose, states first that «it’s a real restaurant taking into account the importance of conviviality even in the working space-time». Simon Marani, marketing manager at Maggiore Autonoleggio, explains that this rest-aurant meets a welldefined repositioning strategy of the brand and the in-house marketing, mainly focused on the I person’s central position. us 1/11 27 workplace di Pierpaolo Ricatti NUOVO HEADQUARTERS DIESEL LA LUCE È ASSOLUTA PROTAGONISTA DEL NUOVO HEADQUARTERS DIESEL DI BREGANZE PROGETTATO DALLO STUDIO RICATTI E DA JACOBS ITALIA, CHE SORGE ALL’INTERNO DEL TERRITORIO DELLA PEDEMONTANA VENETA, NEL SEGMENTO DELL’ALTO VICENTINO. IL TRATTAMENTO DELLE FACCIATE È ARTICOLATO ATTRAVERSO UN’AMPIA GAMMA DI MATERIALI PER RIVESTIMENTI, COSÌ DA CREARE UN GIOCO DI PIENI E VUOTI CHE DEFINISCE UN’IMMAGINE FLUIDA E DINAMICA CARATTERIZZATA DA AMPIE VETRATE. 28 1/11 us Il complesso Diesel è pensato seguendo una visione chiara e fortemente razionale grazie a un sistema di corpi rettangolari composti intorno a una serie di corti organizzate su più livelli di sezione. Gli edifici si appoggiano a una leggera pendenza che scorre lungo le corti portando verde e acqua fino all’interno del cuore del villaggio. La sequenza dei flussi pedonali è ben tracciata e porta il visitatore all’interno del complesso dove è organizzata l’area più pubblica e di servizio composta dall’accoglienza, il ristorante e l’area fitness, mentre il centro congressi e l’asilo rimangono leggermente spostati rispetto al corpo principale. Il piano terra di tutto il villaggio Diesel rappresenta perfettamente la filosofia aziendale con cui si è voluto dare forma a questo insediamento, mentre i piani superiori, destinati alle diverse aree ricerca e direzionali hanno un trattamento delle facciate perfettamente in linea con la migliore architettura terziaria internazionale. Anche i materiali scelti per i diversi rivestimenti dei tanti corpi di fabbrica indicano questa voglia di stabilità e qualità diffusa e consolidata, dal rame al legno che invecchieranno lentamente offrendo cromie e colori oggi inaspettati, oppure al dialogo costante tra interni/esterni, luce e ombra naturale, luoghi del lavoro e spazi di verde e acqua, per scoprire un’architettura in forma di villaggio che non ha il panico da invecchiamento precoce, ma che, invece, si appresta ad essere un luogo che sarà bello vedere cambiare negli anni. E allora questa inedita “isola Diesel” ci offre altre immagini di come potrebbe diventare un luogo per la produzione italiana del prossimo futuro, alternando appunto due visioni così apparentemente antitetiche tra di loro, quella del “villaggio” appunto, del borgo di antica memoria, in- company promo NEW HEADQUARTERS DIESEL trecciato con le dinamiche e gli scenari figli della massima contemporaneità e globalità. Estetica e funzionalità degli spazi lavorativi erano gli elementi di attrattività richiesti per realizzare uno dei migliori “great place to work”. Luoghi capaci di interpretare attualità e innovazione. Può essere rivendicato, pertanto, un metodo di progettazione integrata in cui un lavoro corale vede coinvolti, assieme all’architetto, strutturisti, impiantisti, organizI zatori del lavoro». Light is the absolute player of the new Headquarters Diesel at Breganze, designed by Studio Ricatti and Jacobs Italia, situated in the Pedemontana Veneta territory. The façades were carried out in a wide range of materials and claddings, so as to create a play of full and empty spaces and define a flowing and dynamic look marked by large windows. «The Diesel complex is designed with a clear, considered approach using a system of rectangular structures arranged around a series of courtyards organized on several levels. The buildings lie on a slight slope that runs along the courtyards, bringing plant life and water within the heart of the village. The sequence of pedestrian routes is well delineated, taking visitors within the complex where the more public, service area is organized, including the reception, a restaurant and a fitness area. The conference center and day care center are slightly set apart from the main building. The ground floor of the whole Diesel Village is a perfect reflection of the company ethos intended to shape this site. Meanwhile, the upper floors for research and administrative areas feature a façade treatment in line with the finest international commercial architecture. The materials chosen to the various claddings of its many buildings show this desire for stability as wide-ranging, firmly-established quality. They range from copper to wood that will slowly age, presenting colors that are unexpected today. The constant dialogue between inside and outside, light and natural shade, work spaces and spaces for plant life and water lets us discover an architectural project in the form of village that doesn’t fear premature aging. Instead, it presents itself a place that will be pleasant to see change over the years. This uncommon “Diesel Island” offers us new images of how Italian production places could be in the near future, alternating two seemingly antithetical images, a “village” from our long history, interwoven with the dynamics and situations spawned from absolutely contemporary, global worlds». «The workspaces’ appearance and functionality were points of attraction requested to create a great place to work. The places should convey contemporary style and innovation. It could lay claim to an integrated design method in which there was a many-voiced project, including, alongside the architect, structural engineers, plant engineers I and project managers». us 1/11 29 workplace award 1. La sedia Conventio Wing di Håg è il prodotto che meglio a cura di Ergocert esprime il mix di tutti i fattori www.ergocert.org valutati nella categoria collettività Conventio Wing by Håg, is the best example of a mix of valued factors in the “Community” section 2. La sedia multitasking Zody_System 89 di Haworth è il prodotto che meglio esprime il mix di tutti i fattori valutati nella categoria ufficio The multitasking chair Zody_System 89 by Haworth, is the best example of a mix of valued factors in the “Office” section 3. Aeron, Herman Miller, miglior prodotto per sostenibilità. Aeron, Herman Miller, best product in “Sustainability” section 1 COMFORT SEATING 2011 Le sedie vincitrici della seconda edizione LA CERIMONIA CHE SI È SVOLTA PRESSO LA SEDE DE IL SOLE 24 ORE, IN CONCOMITANZA CON US AWARD, HA PREMIATO I PRODOTTI CHE HANNO OTTENUTO I MIGLIORI RISULTATI IN DIFFERENTI CATEGORIE: IL COMFORT DI SEDUTA, L'USABILITÀ DEI COMANDI, I CONTENUTI INNOVATIVI D'USO, L'USABILITÀ STANDARD, LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE, LA ROBUSTEZZA D'USO, LA TRASPORTABILITÀ, LA STABILITÀ, LA PULIBILITÀ E L'IMPILABILITÀ PER COMPLESSIVE 1135 VALUTAZIONI. US-Ufficiostile è mediaPartner di Comfortseating 30 1/11 us 2 Il premio, alla sua seconda edizione, è stato promosso da ErgoCert in mediapartnership con UfficioStile del Gruppo24Ore e con i prestigiosi patrocini di Assufficio, Società Italiana di Ergonomia, Design For All Lab e Officebit, ha registrato rispetto alla prima edizione un incremento del 20% degli iscritti e l’inserimento della sezione Collettività tra le categorie ammesse in aggiunta a quella riservata alle Sedute da ufficio operative e direzionali. Il parametro-cardine per la valutazione delle sedute partecipanti è stato l’“Indice di Comfort”, un indicatore numerico oggettivo del comfort delle sedute validato scientificamente e brevettato da ErgoCert. Il principio scientifico generale che il mondo scientifico riconosce afferma che una sedia con un elevato grado di comfort esprime, tra le altre caratteristiche, la capacità di assecondare la forma delle superfici del corpo del soggetto che entra in contatto con essa, minimizzando le pressioni medie, i picchi e i gradienti di pressione. Sulla base dei risultati ottenuti nella ricerca e delle valutazioni delle prove svolte presso il Laboratorio di Usabilità e ricerca Ergonomica di ErgoCert-Ente di Certificazione per l’Ergonomia (Spin-off dell’Università di Udine), il Premio ComfortSeating2011 è stato assegnato alle sedute “Zody_System 89” di Haworth e “Conventio Wing” di Håg, rispettivamente nelle sezioni Ufficio e Collettività, quali prodotti che I meglio esprimono il mix di tutti i fattori valutati. 4 4. Rose Marie Karlsson di Haworth e Angelo Mandrini di Varier mostrano le targhe premio Show the plaques 5. Alla conferenza che ha preceduto la premiazione hanno preso parte The conference before the prize-giving was attended by: Francesco Marcolin (Ergonomo Europeo Certificato e docente presso l’Università di Udine), Michele Falcone (Presidente FEMB), Isabella Steffan (Consigliere Nazionale SIE e Segretario di Design for All Lab), Alberto De Zan (Presidente Assufficio), Guglielmo Antonutto (Prof. Ordinario di Valutazione Funzionale, Facoltà di Medicina, Università di Udine) 5 I PREMI SEZIONE UFFICIO ALLE SEDUTE CHE HANNO OTTENUTO IL PUNTEGGIO PIÙ ALTO IN CIASCUN PARAMETRO VALUTATO, PRESO SINGOLARMENTE, SONO STATI ASSEGNATI I SEGUENTI PREMI SPECIALI: - MIGLIOR PRODOTTO PER MIX DI TUTTI I FATTORI VALUTATI ZODY_SYSTEM 89, HAWORTH - MIGLIOR PRODOTTO PER CONFORT STRUMENTALE DI SEDUTA: H05, HÅG - MIGLIOR PRODOTTO PER USABILITÀ DEI COMANDI: ZODY_SYSTEM 89, HAWORTH - MIGLIOR PRODOTTO PER CONTENUTI INNOVATIVI D’USO: AERON, HERMAN MILLER - MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀ ERGONOMICA/PREZZO (FASCIA ZERO-500 EURO): EXPO15, VAGHI - MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀ ERGONOMICA/PREZZO (FASCIA 500-1000 EURO): CRONO, MOVING 3 SEZIONE COLLETTIVITÀ ALLE SEDUTE CHE HANNO OTTENUTO IL PUNTEGGIO PIÙ ALTO IN CIASCUN PARAMETRO VALUTATO, PRESO SINGOLARMENTE, SONO STATI ASSEGNATI I SEGUENTI PREMI SPECIALI: COMFORTSEATING 2011 UFFICIO 6. H05, Håg 7. Lordo, Dauphin The winning chairs of the 2nd ComfortSeating competition 8. Crono, Moving 9. Expo15, Vaghi The prize-giving took place at Il Sole24Ore, in concurrence with the US Award ceremony, and the products that had attained the best results in different categories were also awarded: seating comfort, user-friendly controls, innovative uses, standard usability, environmental sustainability, solidity of use, transportability, stability, easy cleaning and stackability, for a total of 1135 evaluations. COLLETTIVITÀ 10. Green’S, SitLand 11. Very, Haworth The competition, held for the second time, was promoted by ErgoCert in mediapartnership with UfficioStile and some prestigious sponsorhips, recorded a 20% increase in entrants over the first contest and featured the new category Community, besides the categories of task and executive office chairs. The cornerstone-benchmark for the evaluation of the competing chairs was the “Comfort Index”, an objective numerical indicator of seating I comfort scientifically validated and patented by ErgoCert. 6 7 8 - MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀ ERGONOMICA/PREZZO (FASCIA OLTRE 1000 EURO): LORDO, DAUPHIN 9 - MIGLIOR PRODOTTO PER MIX DI TUTTI I FATTORI VALUTATI CONVENTIO WING, HÅG - MIGLIOR PRODOTTO PER CONFORT STRUMENTALE DI SEDUTA: VERY, HAWORTH - MIGLIOR PRODOTTO PER ALTRI PARAMETRI QUALIFICANTI: GREEN’S, SITLAND - MIGLIOR PRODOTTO PER CONTENUTI INNOVATIVI D’USO: CONVENTIO WING, HÅG - MIGLIOR PRODOTTO PER QUALITÀ ERGONOMICA/PREZZO: GREEN’S, SITLAND PREMIO SOSTENIBILITÀ MIGLIOR PRODOTTO PER SOSTENIBILITÀ: AERON, HERMAN MILLER E H05, HÅG 10 11 us 1/11 31 Rho Milano Fiera 12-17 Aprile 2011 Pad. 24 Stand E05-F02 _1991_2011 _our anniversary www.officity.it - [email protected] www.quadrifoglio.com - [email protected] workplace exhibition rassegna a cura di Gabriele Pagani ORGATEC IN PILLOLE Tendenze, nuovi prodotti e atmosfera positiva L’espressione della complessità dell’ufficio in tutte le sue sfaccettature è stato il tema guida di Haworth che all’insegna dell’Organic Workspace proponeva la sua visione olistica concretizzata in una vasta gamma di prodotti (dalla nuova parete Esedra3 alle postazioni lounge, dalle sedute alle soluzioni per il comfort acustico). Anche lo stand Vitra si articolava in aree allestite in modo diverso per permettere al “cittadino” del nuovo ufficio di scegliere la postazione che meglio risponde ai suoi bisogni. Puntava su tre parole chiave – Communication, Concentration, Regeneration – lo stand Kinnarps che, insieme ai prodotti dei vari brand del gruppo, ufficializzava l’acquisizione di Samas. Il focus di Herman Miller era mirato sulla nuova, applauditissima sedia Sayl, presentata in tutte le tipologie. Tendenze emergenti e prodotti di spicco Forse sembra strano ma, proprio al salone di riferimento dell’ufficio, le tendenze emergenti riguardano quel che non è l’arredo tipico da ufficio e la parola chiave è trasversalità: Orgatec resta la vetrina ideale per il lancio di sedie e scrivanie ergonomiche, ma la parte del leone la fanno i pouf, le sedute lounge, i divani componibili, le alcove e i cocoon, adatti per incontrarsi e socializzare oppure per isolarsi e rilassarsi nei luoghi collettivi. Se le proposte nel settore illuminotecnico erano scarse e non particolarmente innovative, l’acustica era invece affrontata in modo ricco e completo con soluzioni efficaci e molto creative. Le tendenze più attuali tendono a mimetizzare i dispositivi fonoassorbenti, sotto forma di arredi multifunzione, contro-soffitti tecnici, quadri insonorizzanti ed eleganti boiserie. Oppure, al contrario puntano ad enfatizzare questa funzione proponendo gusci di privacy acustica, pannelli scultorei, “nuvole”, vivaci rivestimenti tridimensionali per pareti. Per gli arredi operativi è quasi un must la regolazione in altezza del piano di lavoro, un concetto da sempre promosso dalle aziende produttrici tedesche, ora elaborato anche dai produttori di altri Paesi. É dimostrato che modificare la posizione seduti/in piedi è ergonomicamente consigliabile e si auspica un decreto europeo che imponga questo meccanismo anche per le scrivanie, come già è avvenuto per le sedie. Interessanti le soluzioni di arredo ad alta tecnologia per meeting multimediali e videoconferenze. PILLS FROM ORGATEC Trends, new products and positive atmosphere Rendering the complexity of the office in all its facets was the underlying theme at Haworth stand based on the concept of Organic Workspace, that offered its holistic vision realized in a wide range of products (the new wall Esedra3 to the workstations for the lounge areas, chairs to sound comfort solutions). The stand Vitra had several areas differently fitted out to enable the “citizen” of the new office to choose the most suitable workplace for their needs. Three keywords – Communication, Concentration, Regeneration – for Kinnarps that presented the acquisition of Samas. Herman Miller’s focus was instead on the new chair Sayl, that earned plaudits from everybody, presented in all its models. Emerging trends and prominent products Strange to say, maybe, but just at the landmark for the office, the emerging trends concern furnishings that aren’t at all typical of the office and the keyword is transversality: Orgatec still is the ideal showcase for the launching of ergonomic chairs and desks, but poufs and lounge chairs, sectional settees, niches and cocoons, took the lion’s share, as they are suitable for meeting and socializing or cutting oneself off or relaxing in common areas. If the concepts presented by the lighting-technique industry were just a few and not too innovative (other exhibitions specializing in this sector offer more pleasant surprises) acoustics, the main feature of this Orgatec, offered a rich and complete picture with effective and quite creative solutions. Also most interesting, the high-tech furnishings for multimedia meetings and videoconferences. Approfondimenti e photogallery di Orgatec su www.living24.it us 1/11 33 workplace exhibition ACUSTICA, NUOVO SOUND IN UFFICIO POCO SENTITO IN ITALIA, IL TEMA DEL COMFORT ACUSTICO RIVESTE INVECE IN ALTRI PAESI, SOPRATTUTTO IN NORD EUROPA, UN RUOLO IMPORTANTE. LE COMPETENZE SCIENTIFICHE E LA CREATIVITÀ DEL DESIGN POSSONO FORNIRE SOLUZIONI AFFASCINANTI E INEDITE. 1 1. Johanson Moon 4. Wave Raumagentur Sound absorber in feltro Tra le varie soluzioni in varie forme, dimensioni acustiche, particolarmente e colori per rivestire le pareti interessante la in modo decorativo e controsoffittatura “aperta” migliorare l’acustica disegnata per bloccare le onde sonore 2. Karl Andersson ACOUSTICS, A NEW SOUND IN THE OFFICE NOT A VERY REAL PROBLEM IN ITALY, THE THEME OF SOUND COMFORT PLAYS A CHIEF ROLE IN OTHER COUNTRIES, ESPECIALLY IN NORTH EUROPE. SCIENTIFIC COMPETENCE AND A CREATIVE DESIGN MAY ALLOW SOME CHARMING AND UNUSUAL SOLUTIONS. Contenitori e display per 5. Haworth riviste rivestiti in feltro per L’approccio olistico di Organic assolvere anche alla funzione Worspace prevede anche di fonoassorbenza soluzioni per il comfort acustico come queste 3. Ilona Rista “nuvole” in feltro IR Touch Pannelli in legno con alte 6. Buzzi Space proprietà acustiche che la Buzzi Booth wood artist finlandese realizza design Alain Gilles su misura Cocoon acustico realizzato in feltro sintetico che utilzza al 100% bottiglie in PET riciclate 5 2 3 34 1/11 us 4 6 1. Dauphin InTouch design Martin Ballendat Lo schienale flessibile rimane costantemente a 1 2 3 contatto con il corpo 2. Herman Miller Sayl design Yves Béhar Caratterizzata da un innovativo schienale SEDIE MULTITASKING E NUOVE ERGONOMIE ergonomico dall’aspetto organico, ispirato ai principi dei ponti sospesi 3. Humanscale Act design Todd Bracher È dotata di un meccanismo di reclinazione di nuova concezione LE SEDIE SONO TRADIZIONALMENTE LE PROTAGONISTE DI ORGATEC E ANCHE IN QUESTA EDIZIONE NON MANCANO LE NOVITÀ, RISULTATI DI LUNGHE E ACCURATE RICERCHE, SPESSO ANCHE FRUTTO DI APPROCCI ERGONOMICI INEDITI. LE PIÙ EVOLUTE SONO MULTIFUNZIONE PER ACCOMPAGNARE L’UTILIZZATORE NEI MOVIMENTI E SEMPRE PIÙ FACILI E INTUITIVE DA UTILIZZARE, CON REGOLAZIONI MANUALI RIDOTTE AL MINIMO. ECOSOSTENIBILITÀ E UTILIZZO DI MATERIALI RICICLATI E RICICLABILI SONO MUST ORMAI IRRINUNCIABILE. 4. Okamura Leopard design Okamura/Ryou Igarashi La particolare inclinazione del sedile facilita le azioni di seduta e alzata 5. Hawort Very Task design Michael Welsh e Nicolai Czumaj-Bront Versatile, personalizzabile nell’estetica e dall’elevata ergonomia 6. Vitra ID design Antonio Citterio Un sistema che permette 8000 configurazioni di sedute diverse, dotato di meccanismo FlowMotion 4 MULTITASKING CHAIRS AND NEW ERGONOMICS CHAIRS USUALLY PLAY A LEADING ROLE AT ORGATEC AND THIS YEAR, TOO, THERE WERE MANY NEW THINGS, THE OUT COME OF LONG AND THOROUGH STUDIES, OFTEN ALSO THE RESULT OF NEW ERGONOMIC APPROACHES. 5 6 us 1/11 35 workplace exhibition L’INVASIONE DEI POUF 1. Heller ErgoErgo design Alan Heller Rafforza i muscoli grazie al design ergonomico basato sul principio dell’”exercise ball” da palestra ORGATEC SEGNA L’INGRESSO DI UN SIMPATICO “CUGINO MINORE” DELLA CLASSICA SEDIA: IL POUF, NELLE PIÙ DIVERSE FOGGE E MATERIALI, FORME E COLORI, FA IL SUO INGRESSO TRIONFALE NELL’AMBIENTE DI LAVORO PER ARREDARE IN MODO ORIGINALE UN’AREA BREAK O FORNIRE UNA SOLUZIONE DINAMICA IN CASO DI MEETING IMPROVVISI; FACILITANO IL MOVIMENTO DI TUTTO IL CORPO E, POICHÈ SONO PRIVI DI SCHIENALE, GARANTISCONO UNA POSTURA ERETTA CHE RAFFORZA LA MUSCOLATURA DELLA SCHIENA. 3 1 2. La Palma AP design Shin Azumi Scultoreo sgabello monoscocca, creato da un singolo foglio multistrati 3. Sinetica Botton Disponibile in colori vivaci 2 con finitura glossy 4 2 4. V/S Hokki THE POUF INVASION ORGATEC, ALWAYS AN EXCELLENCE SHOWCASE FOR ALL KINDS OF OFFICE CHAIRS, MARKS THE ENTRY OF A NICE “MINOR COUSIN” OF THE CLASSIC CHAIR: THE POUF, IN ALL KINDS OF STYLES AND MATERIALS, SHAPES AND COLOURS, MAKES A TRIUMPHAL ENTRY INTO THE WORKING ENVIRONMENT. MANY ADVANTAGES, ALSO FROM THE ERGONOMIC POINT OF VIEW. Disponibile in tre misure e cinque colori 5. Heller Gehry Color Cubes Hanno la forma degli originali cubi silver di Gehry, perfetti per interni e per esterni 1. Vitra Alcova Work 6. Walter Knoll design Fratelli Bouroullec Bellows Collection Un morbido abbraccio per design Toan Nguyen una postazione di lavoro In pelle, regolabile in altezza temporanea inconsueta 2. Nurus Lodge design Ece & Oguz Yalim Un originale loggiato attrezzato in legno accoglie una rilassante seduta 5 IL SALOTTO SI FA LOUNGE dormeuse 3. Haworth Meet You design Michael Schmidt Concetto modulare che offre ogni elemento di arredo per l’ufficio collaborativo 1 3 4 36 1/11 us 2 MODULARI, TRASVERSALI, VIVACI, ORIGINALI E TALVOLTA ADDIRITTURA SCULTOREI, SONO IDEALI IDEALI PER RELAX, INCONTRI INFORMALI E PER LAVORARE NON SOLO IN UN UFFICIO COLLABORATIVO, MA ANCHE IN AEROPORTI, HALL DI HOTEL, AREE RECEPTION E ATTESA; UN TEMPO SI CHIAMAVANO SEDIE E DIVANETTI, OGGI HANNO UN’IDENTITÀ PIÙ SFACCETTATA E ASSUMONO IL NOME DI ARREDI PER LOUNGE AREA. Lokay design Marco Piva Elegantissima e minimale perfetta per un design hotel o per l’ufficio 5. Interlubke Cor Scope design Buro Uwe Fisher Linee non ortogonali e schienale componibile 5 6 4. Lamm THE SITTING ROOM TURNS INTO A LOUNGE THEY ARE PERFECT FOR RELAXATION AND INFORMAL MEETINGS AND FOR WORKING NOT ONLY IN A COLLABORATIVE OFFICE, BUT ALSO IN AIRPORTS, HOTEL LOBBIES, RECEPTION AND WAITING AREAS; THEY WERE ONCE CALLED CHAIRS AND SETTEES, NOW THEY FEATURE A MANY-SIDED IDENTITY AND ARE CALLED FITTINGS FOR THE LOUNGE AREA. in altezza per una gamma molto ampia di configurazioni CONFERENZE, VIS-À VIS E VIRTUALI 1 3 2 4 L’ALTA TECNOLOGIA È PROTAGONISTA PRINCIPALE DEI MEETING FORMALI E MULTIMEDIALI INDISPENSABILE PER RIUNIRE LE PERSONE INTORNO A UN TAVOLO NON SOLO FISICAMENTE, OFFRENDO LORO OGNI SUPPORTO PER LA COMUNICAZIONE, MA ANCHE VIRTUALMENTE TRAMITE VIDEOCONFERENZE A DISTANZA. DAL PUNTO DI VISTA FORMALE LA PRESENZA DI ATTREZZATURE HIGH-TECH È RISOLTA CON GRANDE ELEGANZA. CONFERENCES, VIS-À VIS AND VIRTUAL HIGH TECHNOLOGY PLAYS THE CHIEF ROLE AT FORMAL AND MULTIMEDIA MEETINGS, ABSOLUTELY NECESSARY TO GATHER PEOPLE AT A TABLE, NOT ONLY PHYSICALLY, OFFERING ALL COMMUNICATION MEDIA, BUT ALSO VIRTUALLY THROUGH VIDEOCONFERENCES. 5 1. Kinnarps UP AND DOWN Elegante soluzione per meeting reali e incontri in teleconferenza 2. Interlübke Cor Meeting Room TUTTI I MUST FINORA APPLICATI ALLA SEDUTA DA UFFICIO VALGONO ORA ANCHE PER LE SCRIVANIE CHE, PER ADATTARSI ALLA CORPORATURA DELL’UTENTE, SONO REGOLABILI IN ALTEZZA E SEMPRE PIÙ TESE VERSO LA MOBILITÀ: INTEGRANO ILLUMINAZIONE PERSONALIZZABILE E ARREDI MULTIFUNZIONE. 1. Bene ambientazione vintage RPlatform con schermo a scomparsa Una parete che si articola nel mobile di servizio in numerose varianti per ambientazioni e funzionalità 3. Holzmedia sempre diverse W4 Ufficio ipertecnologico 2. Haworth perfetto per teleconferenze Esedra3 Il profilo portante a tre vie UP AND DOWN ALL THAT WAS CONSIDERED A MUST FOR AN OFFICE CHAIR IS NOW ALSO A MUST FOR THE DESK, THAT HAS TO SUIT THE USER’S BUILD: HEIGHT-ADJUSTABLE AND EXTENSIBLE TO ALLOW MOBILITY, A COMBINATION OF CUSTOMIZED LIGHTING AND MULTITASKING FITTINGS. 4. Sedus è l’anima del progetto Flessibile e componibile in varie configurazioni 3. Haworth integra tutte le tecnologie T-Up per comunicazione Un sistema molto versatile e teleconferenze con regolazione del piano di lavoro 1 4. Quadrifoglio X8 Calda eleganza per l’ambiente manageriale 5. Kinnarps Postazione operativa regolabile in altezza 6. Vitra 2 3 Playns Ronan e Erwan Bouroullec Permette di definire un territorio di privacy e di regolare l’altezza con il tocco di un tasto 6 4 us 1/11 37 workplace exhibition di Renata Sias 1 1 2 QUEL CHE PENSO DELL’UFFICIO... Incontri e conversazioni con i designer CONVERSAZIONI CON ALCUNI DESIGNER INCONTRATI A ORGATEC IN OCCASIONE DEL LANCIO DEI LORO NUOVI PRODOTTI: UN’INTERESSANTE OCCASIONE, NON SOLO PER CAPIRE CHE COSA COMUNICANO I LORO PROGETTI, MA ANCHE PER RACCOGLIERE PUNTI DI VISTA DIVERSI SUL SIGNIFICATO DELLA PAROLA UFFICIO OGGI. 38 1/11 us 2 Confortevoli divani, giocosi pouf, intime alcove, tavolini bassi da salotto o banconi alti da bar: l’immagine generale che Orgatec ci offre dell’ufficio è assai lontana dal rigore dei monotoni arredi operativi che dominavano in passato; le proposte generatrici di tendenze, in qualche caso ritenute utopiche nelle scorse edizioni, sono oggi metabolizzate e assimilate. Non è chiaro fino a che punto si tratti di moda passeggera e dove inizi la reale consapevolezza della profonda trasformazione della cultura del lavoro da parte delle aziende e dei designer. Abbiamo chiacchierato con alcuni di loro e scoperto che le opinioni sono in alcuni casi discordanti. L’affollatissimo stand di Vitra, allestito in base al concetto “Citizen Office”, con un Office Forum circondato da Workstation Areas, è costellato da varie tipologie di Communal Cells che definiscono piccole porzioni di territorio destinate a funzioni specifiche, individuali o di gruppo. L’esterno di queste versatili microarchitetture, create dai fratelli Bouroullec con un sistema di pannelli modulari fonoassorbenti, è rivestito in materiale tessile di colori vivaci, all’interno la superficie è sempre identica, in materiale plastico microforato, ma gli equipaggiamenti sono tra i più diversi: dall’attrezzatura per guardaroba a quella per kitchenette, dalla “cameretta” per il pisolino postprandiale al salottino per gli incontri. Qualche anno fa i Bouroullec ci avevano affascinato con la poetica visione di una scrivania da ufficio intesa come “una grande tavolata dove pranzare insieme in estate”, un grande desco collettivo dove lavorare insieme; che cosa resta oggi di quell’idea? È stata sostituita dalle nuove “alcove tecnologiche”? Siamo di fronte al ritorno del Panel System e alla difesa estrema della privacy? 1. Ofita, task chair Iroha, design Isao Hosoe 2. Vitra, sistema di sedie Hal, design Jasper Morrison 3. Abstracta (gruppo Lammhults), sistema Mobi di Andrea Ruggiero 4. Vitra, Communal Cells, design fratelli Bouroullec «La scrivania condivisa è un concetto ancora valido ma non può essere l’unica ambientazione per un ufficio. I “cittadini dell’ufficio” oggi vogliono scegliere!» 4 3 «La scrivania condivisa è un concetto ancora valido – ci spiega Erwan Bouroullec – ma non può essere l’unica ambientazione per un ufficio. I ‘cittadini dell’ufficio’ oggi vogliono scegliere! Quindi, all’interno di uno stesso spazio operativo, dobbiamo offrire loro atmosfere e attrezzature che rispondano a bisogni diversi. L’ufficio deve garantire un buon comfort acustico di base e anche aree e strumenti per il lavoro e la vita di tutti i giorni. Chi lavora deve sentirsi come a casa propria, protetto e rilassato, oppure trovare l’ambiente giusto per stare bene in gruppo integrato in un’organizzazione funzionale e con tutte le tecnologie sempre a disposizione». La relazione tra arredo, persone, comunicazione e tecnologie è anche alla base del candido tavolo ibrido Kuubo che, nascondendo lap top, telefoni, prese e oggetti personali all’interno di vani a scomparsa, può trasformarsi in pochi secondi da postazione operativa temporanea e condivisa in un meeting table di grande effetto. Formalmente è l’archetipo del Tavolo: gambe e un semplice piano; ma chiamarlo tavolo è riduttivo. «Si tratta di un Team Center – sottolinea il designer Naoto Fuka- sawa – una superficie utilizzabile per ogni funzione e attività, è adatto per un lavoro individuale che richiede concentrazione, per una presentazione di gruppo, per un meeting o anche per mangiare o festeggiare. Per aprire i vani tecnici è sufficiente premere, i cavi possono fuoriuscire dalle apposite fessure, quando si chiude tutto sta nascosto sotto il piano e ciò che resta in vista è una superficie semplice e ordinata, una piattaforma da lavoro, una ‘portaerei’, come suggerisce la parola kuubo in giapponese». Un’interpretazione puristica del design che Fukasawa condivide con Jasper Morrison, cui è legato da profonda amicizia; entrambi utilizzano un linguaggio formale semplice e arcaico e una funzionalità dall’effetto assolutamente naturale. “Super Normal”, non a caso, era il titolo programmatico di una mostra organizzata dai due designer nel 2007. Con questa filosofia Morrison ha reinterpretato, sempre per Vitra, il concetto di sedia monoscocca multifunzionale per collettività disegnando Hal. È una famiglia di sedie sorprendente per la sua linearità: «la mia idea di design e di ambiente è contraria a qualsiasi stravaganza – conferma Morrison – mi interessano gli oggetti che non stancano e non passano di moda. Hal non vuole essere un prodotto di nicchia, ma una sedia universale, non solo per l’ufficio. Non possiamo pensare all’ufficio come a un luogo separato dagli altri ambienti dove viviamo, è sempre più complesso e articolato in varie aree e funzioni, quindi pensare una sedia per ufficio oggi significa proporre una sedia che sia adatta anche per i ristoranti, per la casa per gli esterni. E in ufficio, come in ogni altro nostro ambiente di vita, l’elemento di cui sento la mancanza è la semplicità». Il concept di Hal è la distinzione tra la semplice scocca, elemento centrale e immutabile del progetto proposto in molte varianti cromatiche, e le numerose varianti di basi in materiali diversi tutte facilmente disassemblabili e riciclabili. Un altro punto di vista cosmopolita ci viene offerto da Andrea Ruggiero, giovane designer multidisciplinare italo-ungherese che vive a New York e lavora per aziende canadesi, americane e svedesi. Per Abstracta, marchio del gruppo Lammhults, ha disegnato Mobi, una linea di workstation impostate sulla massima mobilità che permettono agli utilizzatori di rideus 1/11 39 workplace exhibition finire ‘on demand’ il proprio territorio di lavoro con scrivanie, postazioni touch-down alte, caddy, supporti per apparecchiature video; piano e “ventaglio” fonoassorbente possono muoversi liberamente su ruote. «Avevo in mente un ambiente di lavoro open plan e dinamico quando ho disegnato questa famiglia di arredi, – sintetizza Ruggiero – il design e la loro funzionalità si rivelano perfetti per banche, agenzie di viaggio, business center o hoteling office. Allo stesso tempo ti permettono di sedere, stare in piedi, immagazzinare e incontrare». Altro fautore convinto della mobilità e della flessibilità in ufficio è Isao Hosoe, secondo il quale «Lo scambio di informazioni e di relazioni tra le persone è il significato principale dell’ufficio e ogni elemento dell’ambiente deve consentire e favorire il flusso costante di energia comportamentale che le persone generano». Da questa idea nasce anche il concetto di ‘ergonomia intelligente’ messo a punto per la nuova sedia Iroha progettata per l’azienda spagnola Ofita. Ha una visione piuttosto critica Paolo Favaretto che per la portoghese Guialmi ha disegnato il sistema di sedute per attesa Panca. «Girando per la fiera si ha l’impressione che l’ufficio sia fatto solo di salottini, break area e 5 spazi per incontri informali, in realtà quando visito gli uffici reali vedo ancora scrivanie con persone sedute per molte ore e con il problema di gestire i numerosi cavi, veri grovigli di ‘liane’, che arrivano al piano di lavoro! – continua Favaretto – credo che quella di sgabelli e salottini sia solo una moda; forse per riempire gli stand con prodotti di effetto ma che richiedono investimenti assai inferiori per un produttore rispetto all’arredo ‘tradizionale’ da ufficio, in fondo non ancora così obsoleto come potrebbe apparire a uno sguardo superficiale». Anche Baldanzi e Novelli hanno una posizione molto pragmatica; tra i nuovi prodotti da loro progettati ci sono le sedie da teatro Vision per Lamm e le task chair Blue e Captain per Sinetica. «Solo una minima parte dell’ufficio è toccata da questa apparente trasformazione, il resto rimane come era in passato. Non ci interessa disegnare prodotti glamour e di effetto per rincorrere la novità ad ogni costo; le aziende, italiane e straniere, si rivolgono a noi non perchè sono alla ricerca di innovazione esasperata, ma perché hanno bisogno di arredi funzionali, ergonomici, capaci di durare nel tempo e con un buon rapporto qualità/prezzo. Questo è quello che sappiamo fare e che cerchiamo di fare nel miglior modo possibile». I 5. Vitra, Team Center Kuubo, design Naoto Fukasawa 6. Sinetica, sedia operativa Blue, design Baldanzi & Novelli 7. Guialmi, sistema Panca, design Paolo Favaretto 6 6 5 40 1/11 us «The “citizens of the office” now want to choose! So, within the same working space, we must offer atmospheres and equipment to meet different needs». 7 WHAT I THINK ABOUT OFFICE... Encounters with the designers Conversations with some of the designers, who were at Orgatec for the launching of their new products: an interesting opportunity, not only to understand what their designs communicate, but also to gather different points of view on the meaning of the word Office today The thronged Vitra stand, laid out according to the concept “Citizen Office”, is studded with several kinds of Communal Cells. A few years ago, the Bouroullec brothers had charmed us with the poetic vision of an office desk meant as a “huge dinner table to gather in summer” and work together; what remains of that concept now? Has it been replaced with new “technological alcoves”? «The shared desk is still an effective concept – Erwan Bouroullec explains – but it cannot be the only office setting. The “citizens of the office” now want to choose! So, within the same working space, we must offer atmospheres and equipment to meet different needs. The office should ensure a good sound comfort as well as areas and tools for our everyday life and work». The relation between furniture, people, communication and technologies underlies also the white, hybrid table Kuubo. As far as its shape is concerned, it’s the archetype of the Table: legs and a plain top, but to call it a table would be reductive: «It’s a Team Center – the designer Naoto Fukasawa points out – a surface you can use for all tasks and functions, suitable for an individual work requiring concentration, for a group presentation, a meeting or even to eat». A puristic interpretation of design shared by Jasper Morrison, who conveyed this philosophy, still for Vitra, to the concept of a singlepiece multitasking community chair, Hal. «Any eccentricity is alien to my idea of design and environment; I’m interested in objects that you never get tired of and don’t go out of fashion. In the office, as in any other place, I suffer from the lack of simplicity». Another cosmopolitan point of view comes from Andrea Ruggiero. who designed for Abstracta, a brand of the Lammhults Group, Mobi, a line of workstations based on maximum mobility «I had in mind an open-planned and dynamic working environment, when I designed this line of furnishings. They allow to be seated, to stand, store and meet at the same time». Also a keen supporter of mobility and flexibility at work, Isao Hosoe explains: «The exchange of information and relations among people is the chief meaning of the office and all environmental elements should allow and promote the constant flow of behavioural energy produced by people». This idea underlies also the concept of “smart ergonomics” set up for the new chair Iroha for Ofita, supplied with “arm-lumbar support. Paolo Favaretto, who designed the system of waiting chairs Panca for the Portuguese Guialmi, has a rather critical vision: «Going around the fair you are under the impression that the office is only made of small sitting rooms, break areas and space for informal meetings, actually when I visit the real offices I still see desks with people seated for many hours who have to handle several cables, a real tangle of lianas reaching the worktop!». Also Baldanzi and Novelli have a very pragmatic view; the new products they have designed include the theatre chairs Vision for Lamm and the task chairs Blue and Captain for Sinetica. «Just a very small part of the office is concerned with this apparent transformation, the rest still is as in the past. We are not interested in the design of glamorous and striking products to pursue the novelty at all costs, we design objects that last over time I and with a good value for money». us 1/11 41 © Studio Lantero Progettiamo, realizziamo e manteniamo il verde nel tuo ufficio Maggiori informazioni su: www.hw-style.it a cura di Sabrina Piacenza L’AQUILA DUE ANNI DOPO... Progetti per una città che deve rinascere Come dannati dell’inferno Da più di tre mesi le scosse continuavano con intensità diversa, si annunciavano con una forte folata di vento e poi un boato anomalo, come fosse un ruggito, un rotolare di sassi, come un tuono che venisse dal basso, dalla terra. Nonostante le rassicurazioni da parte delle autorità, la paura cresceva ogni giorno di più… La domenica del 5 aprile 2009, era stata una bella giornata di sole caldo, un caldo eccessivo, un “caldo da terremoto” ci dicevamo tra amici per esorcizzare la paura. Alle 22,48 improvvisamente un boato, il divano dove sedevamo ha cominciato a muoversi, la paura mi ha preso alla gola. Poco dopo il telefono che squilla, sono gli amici: l’intensità? 3.9... Quanta paura da 1 a 10? Commenti e battute per sminuire il terrore che ci cresceva dentro. Poco dopo l’1,30 un’altra scossa, forte ma veloce, non ci ha dato neppure il tempo di decidere se uscire e il sonno ha preso il sopravvento. Alle 3,32 il vento, fortissimo, mi ha svegliata. Subito dopo il boato e la terra ha cominciato a tremare a ondeggiare avrei voluto scappare, ma mio marito mi ha stretta e siamo rimasti nel letto così per tutta la durata della scossa. 34 interminabili secondi in cui la terra tremava e si apriva, le mura si lamentavano torcendosi sotto la pressione di quella forza distruttrice, si sentiva solo lo stridere della pietre: la mia casa si stava aprendo, la mia città stava crollando. Poi lacrime, urla di terrore, polvere densa che ci avvolgeva, gente che scappava per i vicoli verso Piazza del Duomo, cercando riparo in uno spazio aperto. Correvamo sulle macerie delle case crollate, tra i lamenti della gente che non riusciva a uscire dalla propria casa, tra gli urli di chi già piangeva qualche parente rimasto sotto le macerie. In Piazza eravamo tanti, ci contavamo, ci abbracciavamo anche se ci conoscevamo appena, aiutavamo i feriti, ci coprivamo con le tende dei negozi strappate; faceva così freddo quella notte buia in cui la terra continuava a ruggire e tremare e le sirene delle ambulanze a urlare. Sui volti quell’espressione di terrore che mai dimenticherò. Dei dannati dell’inferno, questo sembravamo, eravamo. (Rossana Sias) speciale foto di Rossana Sias Nella fase di emergenza la priorità è stata giustamente data alla ricostruzione degli edifici residenziali che, tra molte polemiche, sono stati realizzati in tempi brevi, in area periferica, nella cosiddetta New Town. Due anni dopo, la città è ancora gravemente mutilata, il centro storico ancora inaccessibile e mancano i luoghi della cultura e dell’aggregazione, della preghiera e del gioco, del lavoro e dell’istruzione che animano ogni centro urbano. Proponiamo alcuni interessanti progetti dedicati alla collettività, purtroppo solo la minima parte di questi è stata realizzata, purtroppo nessun progetto è previsto nel centro della città. Ma gli aquilani vogliono riappropriarsi del loro centro storico, vogliono vedere rinascere la loro Old Town. L’AQUILA TWO YEARS LATER Projects for a city that must return to life On April 6th 2009, at 03,32 am, a terrifying shock which measured 6,3 on the Richter scale devastated Abruzzo, destroying the city of L’Aquila and many neighbouring villages. The emergency rightly favoured the reconstruction of residential buildings, that were carried out in a short time, although arousing controversy. But the city is still heavily mutilated, the town centre is still inaccessible and there are no places of culture and knowledge, prayer and play, work and education, that give life to all urban centres. On these pages you’ll find some interesting projects for the community, unfortunately just a I minimum part of them was carried out. us 1/11 43 contract special Committente: Fondazione La forma a scocca realizzata Comunità Mantovana con il sistema modulare Coordinatore del progetto: Armadillo di Brianza Plastica, A regola d'Arte, Confindustria conferisce già in sé Mantova, Ance Mantova, all'ambiente un senso di Politecnico di MIlano guscio, di appartenenza. Sotto la volumetria del guscio si forma uno spazio interno inconsueto e piacevole, avvolgente e protettivo, flessibile e funzionale e ideale per soddisfare differenti ipotesi abitative The frame obtained with the modular system Armadillo by Brianza Plastica lends the environment a feeling of shell and belonging. Below the volumetry of the shell there is an unusual and pleasant inner space, comfortable and protective, flexible and functional, perfect to meet different living units ASILO NIDO APE TAU A COPPITO Progetto di Atelier2, Gallotti e Imperadori Associati L'IDEA INIZIALE È DI LUIGI MASOTTO, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE DI COSTRUTTORI MANTOVANA “A REGOLA D'ARTE”, IL PROGETTO È STATO REALIZZATO GRATUITAMENTE DAL PROFESSOR MARCO IMPERADORI DEL POLITECNICO DI MILANO (POLO DI LECCO) E DAL SUO STUDIO ATELIER 2. LA REALIZZAZIONE È STATA OPERA DI AZIENDE COSTRUTTRICI ABRUZZESI CON MATERIALI E PRODOTTI FORNITI DA DIVERSE AZIENDE LOMBARDE. 44 1/11 us L’asilo è organizzato in tre corpi: uno centrale che ospita i servizi (ingresso, segreteria, bagni, cucina e depositi) e due corpi più piccoli collegati al principale che ospitano ciascuno un'aula e lo spazio per il riposo. La struttura è totalmente a secco con centinature portanti e elementi secondari in legno o acciaio zincato, con guscio interno e facciate totalmente stratificate a secco e iperisolate per ottenere il massimo comfort estivo e invernale. L’involucro raggiunge un'efficienza di 35 kwh/mq anno (Classe B di Casa Clima di Bolzano). Lo studio dei colori per gli interni dell’asilo ha portato a un’attenta soluzione che fosse in equilibrio tra vivacità/stimolo e pacatezza/tranquillità. Grazie alla fornitura gratuita dei materiali Mondo Spa, le finiture dei pavimenti sono state scelte fra quelle in gomma dell’ultima serie “Idea”, disegnata da Aldo Cibic. CRÈCHE APE TAU AT COPPITO Luigi Masotto, chairman of the Mantuan association of builders “A regola d’arte” first came up with the idea and the project was carried out for free by Professor Marco Imperadori, Politecnico di Milano (Polo di Lecco), and his practice Atelier 2. The realization was entrusted to some building firms based in Abruzzo with materials and products supplied by seveI ral Lombard companies. Committente/Promotore: Provincia Autonoma di Trento Le forme pure delle scatole, The pure shape of boxes, rivestite esternamente in outside panelled in fir staves doghe di abete del Trentino, coming from Trentino, relates si relazionano con la massa to the compact mass of the compatta del Forte. Una scelta Fortress. A choice strictly strettamente legata alla connected with the acoustic funzione acustica dell’edificio, function of the building, quella cioè di suonare come namely playing as if it were fosse uno strumento musicale, a musical instrument, but ma anche dettata dalle also imposed by the context: condizioni del contesto: actually, wooden structures le strutture lignee hanno, have very high aseismic infatti, elevatissime characteristics caratteristiche antisismiche AUDITORIUM TEMPORANEO NEL PARCO Progetto di Renzo Piano, RPBW UNA “CASA PER LA MUSICA” PER L’AQUILA NEL PARCO DEL CASTELLO, VICINO ALLA FONTANA LUMINOSA, PORTA D’ACCESSO AL CUORE ANTICO DELLA CITTÀ. RENZO PIANO HA PENSATO AD UN EDIFICIO “FATTO DI ALBERI” CHE AVRÀ LA FORMA DI UN CUBO POSTO SU UNO SPIGOLO, CON UNA SOLUZIONE CHE PUNTA A OTTIMIZZARE LE CONDIZIONI ACUSTICHE E ARCHITETTONICHE. Il nuovo Auditorium, concepito come edificio provvisorio, sarà articolato in tre volumi, tre semplici cubi accostati in maniera apparentemente casuale. Il volume centrale, quello più grande che corrisponde alla sala dell’Auditorium, è fermato in una posizione leggermente obliqua che allude quasi ad una sua instabilità. In realtà la sua inclinazione di 30° ha una precisa ragione poiché uno dei due lati inferiori corrisponde all’inclinazione dei gradoni della platea interna, dimensionato in modo da poter ospitare 238 spettatori e circa 40 orchestrali. La pianta si articola in una zona centrale piana e due zone contrapposte inclinate con andamento a gradoni. La zona centrale piana è occupata dal podio dell’orchestra, gli altri due cubi, collegati con il primo attraverso passerelle in ferro, vetro e legno, contengono rispetti- vamente le attività di servizi al pubblico, i locali degli impianti tecnologici e le attività di servizio agli artisti. TEMPORARY AUDITORIUM IN THE PARK A “house for music” for L’Aquila in the park of the castle, close to the Fontana Luminosa, the gatewat to the very heart of the city, a building “made with trees” that will have the shape of a cube placed on a corner, with a solution meant to optimize the acoustic and architectural conI ditions. us 1/11 45 contract special Committente: Governo giapponese A differenza di quanto previsto Unlike what was provided nell’idea originale for by the original idea, la struttura portante non è the load-bearing structure stata realizzata con materiali wasn’t carried out with poor poveri come legno, carta, materials like wood, paper, cartone e prodotti ricavati cardboard and recycled con processi di recupero products AUDITORIUM TEMPORANEO TRA LE COLONNE Progetto di Shigeru Ban GIÀ DOPO POCHE SETTIMANE DALL’EVENTO CALAMITOSO CHE HA INTERESSATO L’ABRUZZO, IL GOVERNO GIAPPONESE HA AFFIDATO A SHIGERU BAN L’INCARICO DI PROGETTARE UN AUDITORIUM TEMPORANEO DA REALIZZARE A L’AQUILA, COME CONTRIBUTO ALLA RICOSTRUZIONE POST-SISMA. 46 1/11 us L’opera, nella versione definitiva, si sviluppa in una pianta dalla geometria quadrata con il lato di 25 m. All’interno un’ellisse disposta diagonalmente ospita la sala principale da 230 posti con una copertura a piramide ribassata, mentre all’esterno dell’ellisse sono disposti il foyer, il guardaroba e gli spazi di servizio. Tutt’attorno un colonnato ispirato a quello del Bernini a Roma. Un progetto dall’iter piuttosto travagliato, segnato da numerosi impedimenti politico-amministrativi, ma in cui l’architetto giapponese ha voluto fin dall’inizio coinvolgere professori e studenti dell’Ateneo aquilano e di università straniere (Harvard e Keio). A differenza di quanto previsto nell’idea originale la struttura portante non è stata realizzata con materiali poveri come legno, carta, cartone e prodotti ricava- ti con processi di recupero (tubi in cartone per sorreggere la copertura e sacchetti di sabbia per riempire la scaffalatura metallica che disegna la struttura della sala), ma si è optato per l’acciaio come la normativa italiana impone. Il concept originale è stato dunque snaturato in corso d’opera, non senza polemiche. TEMPORARY AUDITORIUM AMID COLUMNS Already a few weeks after the disastrous event that hit Abruzzo, the Japanese government has entrusted Shigeru Ban with the task of designing a temporary auditorium for L’Aquila, as a contribution to the post-earthquake I reconstruction. Committente: ANIA Pur mantenendo l’immagine originale, l’intera struttura è stata resa più confortevole e sottoposta agli adeguamenti previsti dalle attuali normative antisismiche e antincendio Although keeping the original look, the whole structure was made more comfortable, in compliance with the current aseismic and fire-prevention regulations CASA FAMIGLIA SAN GREGORIO Progetto di Progetto CMR LA RICOSTRUZIONE DELLA CASA FAMIGLIA E SCUOLA MATERNA DI SAN GREGORIO (PICCOLA FRAZIONE DEL COMUNE DI L’AQUILA), INAUGURATA NELL’OTTOBRE 2010, NASCE DALLA VOLONTÀ DELL’ANIA (ASSOCIAZIONE NAZIONALE TRA LE IMPRESE ASSICURATRICI) CHE SI È PRONTAMENTE ATTIVATA INCARICANDO LO STUDIO PROGETTO CMR A RESTITUIRE L'EDIFICIO, NEL MINOR TEMPO POSSIBILE. I lavori di ricostruzione, che su esplicita richiesta delle suore avrebbero dovuto riportare la casa alla forma architettonica precedente al sisma, hanno previsto oltre al rifacimento di tutta la muratura esterna della struttura, quello di alcuni tramezzi al piano terra e al primo piano, rispettando però la planimetria di quelle che erano le strutture murarie esistenti. Uno degli obiettivi era proprio che i bambini riconoscessero i luoghi dove erano cresciuti, ritrovando così quella che era la loro casa prima del disastroso evento. L’intervento di recupero ha dato l’occasione di rendere maggiormente confortevole la casa famiglia: sono state apportate alcune modifiche nella gestione degli spazi interni del secondo piano occupato dalla zona notte. L’intero piano è stato ridisegnato: non più un unico stanzone dove far dormire tutti i bambini, ma piacevoli e accoglienti stanze da 4 posti letto ciascuna dotata di bagno interno. CASA FAMIGLIA DI SAN GREGORIO The reconstruction of the group home and nursery school of San Gregorio (a small hamlet close to L’Aquila), inaugurated in October 2010, is to be credited to ANIA, that has promptly entrusted Progetto CMR with the reconstruction of the building, heavily damaI ged, to be delivered as soon as possible. us 1/11 47 contract special Committente: Casa Onna è realizzata Ambasciata di Germania con le più avanzate tecnologie che, pur introducendo metodologie costruttive all’avanguardia, vogliono dialogare con il linguaggio architettonico tradizionale del borgo storico Casa Onna was carried out according to the most advanced technologies that, although introducing state-ofthe-art building methods, suit the traditional, architectural features of the old hamlet CASA ONNA Progetto di Giovanna Mar CASA ONNA, SEDE MUNICIPALE DEL PICCOLO PAESE OMONIMO DISTRUTTO DAL VIOLENTO SISMA, RAPPRESENTA UN PUNTO DI RIFERIMENTO PER LA CITTADINANZA, UNA CERNIERA FRA L’ANTICO AGGLOMERATO URBANO E IL NUOVO VILLAGGIO TEMPORANEO. L’EDIFICIO OSPITA UNA SALA MULTIFUNZIONALE, QUATTRO LOCALI ADIBITI A SALE RIUNIONI, UN INTERNET POINT OLTRE AD UN AMPIO FOYER E LOCALI DI SERVIZIO. 48 1/11 us Il progetto si sviluppa attorno all’idea di un edificio dalla volumetria semplice e fortemente riconoscibile, che si rapporti dimensionalmente con il tessuto urbano esistente prima del terremoto. Lo spazio antistante l’edificio a nord è stato ridisegnato attorno a tre elementi identitari molto significativi: l’abbeveratoio, memoria della tradizione, il muro di recinzione in sassi realizzato da una delle giovani vittime del terremoto e il grande albero pre-esistente al sisma, visibile da ogni punto del paese, in particolar modo dalle strade di Onna Nuova. Questi tre elementi sono messi a sistema in un unico corpo che ha la funzione di “porta” d’accesso al borgo e allo stesso tempo delimita lo spazio pedonale di pertinenza della nuova casa municipale. Sul fronte ovest si conserva un giardino che potrà essere sfruttato come spazio sociale e si aprirà a sud verso gli spazi verdi dell’asilo comunale. CASA ONNA The town hall in the small village having the same name, in ruins after the violent earthquake, is a Landmark for the whole town, a hinge between the old built-up area and the new temporary village. The building accommodates a multi-purpose room, four rooms used for meetings, an Internet point as well as a large I foyer and utility rooms. Committente: Un progetto semplice ma ANIA di grande effetto, che racchiude un cuore high-tech capace di garantire consumi energetici da Classe A ottenuti attraverso l’utilizzo di una caldaia a condensazione, infissi con vetri basso-emissivi e riscaldamento con pannelli radianti a pavimento A simple yet striking project with a high-tech heart to supply Class A energy by means of a condensation boiler, frames with low-emissive panes and floor-standing radiant heaters Foto di Leo Torri CHIESA DI SAN BERNARDINO Progetto di Antonio Citterio Patricia Viel and Partners INAUGURATA NELL’APRILE 2010 E REALIZZATA IN TEMPI RECORD – POCO PIÙ DI SETTANTA GIORNI – SECONDO I PIÙ RIGIDI CRITERI ANTISISMICI ED ECOSOSTENIBILI: LA CHIESA SMONTABILE SORGE NEL BORGO RELIGIOSO DI SAN BERNARDINO A L’AQUILA ED È STATA UNA DELLE PRIME OPERE “PUBBLICHE” AD ESSERE APERTE ALLA CITTADINANZA. Design e prefabbricazione si sposano egregiamente in questo intervento costituito principalmente da moduli provvisori in legno e acciaio, interamente smontabili e riciclabili, nell’ottica di un uso futuro diverso. Il complesso si estende su un lotto di 4.900 mq e include una chiesa da 224 posti, un convento, una mensa da 198 posti e gli alloggi per poveri gestito da una Onlus. L’impianto tipologico pensato da Citterio è caratterizzato dall’accorpamento di volumi e funzioni in un unico complesso ecclesiastico che genera una corte dietro l’abside della chiesa. Una vera e propria abbazia moderna, con il fronte della chiesa arretrato che permette così di recuperare spazio per l’ampio sagrato pubblico antistante. Il tutto è circondato da una quinta in legno alta 2,5 metri che separa il complesso dal contesto periferico in cui sorge. SAN BERNARDINO CHURCH Inaugurated in April 2010 and carried out in a record time – about seventy days – according to the strictest aseismic and eco-sustainable standards: the church can be disassembled and stands on the religious hamlet of San Bernardino, L’Aquila, and was one of the first I “public” works to be opened to the town. us 1/11 49 contract special Le opere di fondazione The foundation works provide prevedono il recupero di parte for the reuse of part of delle macerie del terremoto, the earthquake rubble, while mentre la struttura portante the load-bearing structure sarà realizzata in legno will be carried out in lamellare rivestita dal laminated wood covered tessuto/membrana in triplo with the three-ply membrane/ strato che permette la fabric to allow insulation coibentazione e and the filtering of daylight contemporaneamente il at the same time passaggio di luce naturale filtrata Lo spazio architettonico, realizzato grazie a un apparato tecnologico originale, ha integrato alle funzioni liturgiche una ricerca degli elementi simbolici in considerazione anche dell'astronomia e della cultura religiosa rispetto al mistero della Resurrezione. I criteri adottati per la definizione del volume architettonico sono anche frutto di scelte fondamentali quali l’impatto zero nell’uso di materiali e tecnologie adeguate. In particolare, i sistemi costruttivi e i materiali adottati realizzano uno spazio che esalta le peculiarità dell’ambiente circostante e gli elementi naturali che lo caratterizzano. Un attento studio è stato prestato anche ai percorsi interni ed esterni del complesso, chiamati a restituire al visitatore il senso di sacralità che anche una chiesa di emergenza deve saper dare. CHIESA DELLA RESURREZIONE Progetto di Enzo Eusebi, Nothing Studio UN PROGETTO CHE NASCE IN RICORDO DELLE 308 VITTIME DEL TERREMOTO E A CUI SONO STATE IDEALMENTE DEDICATE ALTRETTANTE SEDUTE. UNA STRUTTURA IN ARMONIA CON L’AMBIENTE, DAL LINGUAGGIO MODERNO, CHE UTILIZZA UNA MEMBRANA TRASLUCENTE IN FIBERGLASS ASSOLUTAMENTE INNOVATIVO: UN SISTEMA COSTRUTTIVO ISPIRATO ALLE REALIZZAZIONI DI STRUTTURE DI EMERGENZA. 50 1/11 us CHIESA DELLA RESURREZIONE A project meant as a memorial to the 308 victims of the earthquake, to whom as many chairs were ideally dedicated. A modern structure in tune with the surroundings, that makes use of a translucent membrane in a most innovative fiberglass: a construction system inspiI red by emergency facilities. Progetto pro bono per il Comune de L’Aquila L’impianto riprende l’idea del The plan refers to the teatro classico settecentesco concept of the classic Italian italiano, aggiornato in chiave eighteenth-century theatre, più democratica; la netta updated to be more separazione tra platea e democratic; so, the clear-cut balconi lascia, infatti, spazio separation between stalls ad un ritrovato senso della and balconies gives room comunità to a recovered feeling of community NUOVO TEATRO STABILE D’ABRUZZO Progetto di Mario Cucinella, MCA L’IDEA DI REALIZZARE UN TEATRO NELLA CITTÀ COLPITA DAL SISMA FU LANCIATA DURANTE IL SALONE DEL MOBILE DI MILANO 2009 DA MARIO CUCINELLA E CARLO GUGLIELMI, PRESIDENTE DEL COSMIT. SUPERATA L’EMERGENZA, OCCORREVA INFATTI PENSARE A NUOVI LUOGHI DI SOCIALITÀ E AGGREGAZIONE PER LA CITTÀ. IL PROGETTO DEL TEATRO ESPRIME L’IDEA DI UN EDIFICIO SEMPLICE, UN GRANDE PONTEGGIO GREZZO DI LEGNO CHE CONTIENE UN INVASO CONICO COMPLETAMENTE IMMERSO IN UN GRANDE PARCO. La struttura, che dovrebbe avere una superficie di 2800 mq e capacità di circa 500 posti a sedere, si presenta all’esterno come una grande arca, mentre il disegno dell’interno è ispirato al liuto, uno strumento musicale del quale la struttura intende evocare la semplicità. Il nuovo teatro andrà ad aggiungersi a quello storico della città, sarà un luogo di sperimentazione e ricerca sul modello del teatro-studio. Ma non solo, sarà una struttura supersostenibile, realizzata in legno lamellare, ma anche legno utilizzato per i ponteggi delle barche. È inoltre previsto l’impiego di un impianto fotovoltaico e uno per l’energia geotermica; privo di riscaldamento, non solo per limitare i costi, ma anche per consentire più facili metodi costruttivi. NUOVO TEATRO STABILE D’ABRUZZO Mario Cucinella and Carlo Guglielmi, chairman of Cosmit, came up with the idea to carry out a theatre in the city after the earthquake during the 2009 Milan Furniture Exhibition. Once the state of emergency was over, new places for social relations had to be carried out. The design of the theatre shows a plain building, a large scaffolding in unrefined wood that contains a cone-shaped hollow entirely immersed I in a large park. us 1/11 51 contract special Il piano terra, organizzato The ground floor, organized attorno all’ingresso dei portici, round the entrance to the è costituito da una grande portico, consists of a large lounge che contribuisce a lounge to help Al Centro to be rendere Al Centro un luogo di a meeting place. A wide well incontro. Un ampio pozzo di of light connects the four luce connette visivamente i commercial floors into one quattro piani commerciali large, modern, wired, unificandoli in un unico grande animated and international ambiente vivo, moderno, environment cablato, internazionale AL CENTRO, UN EDIFICIO, UN CONCETTO Progetto di F&P e aMDL È IL MOMENTO DI PRETENDERE NORMALITÀ, ADDIRITTURA DI RILANCIARE L’AMBIZIONE E DI PORTARE A L’AQUILA QUELLO CHE NON C’È MAI STATO E CHE MANCA IN MOLTE CITTÀ ITALIANE, QUALCOSA CHE RIGUARDA LA NUOVA MANIERA DI VIVERE, LA NUOVA MANIERA DI VEDERE LE COSE E DI GODERE DEI BENEFICI DELLA NOSTRA CIVILTÀ. QUESTA SFIDA È ALLA BASE DEL PROGETTO NATO DALLA VOLONTÀ DI ANTONIO NAPOLEONE, CEO DI EUROPA RISORSE, INSIEME A MARCO PESTALOZZA, LEOPOLDO FREYRIE E MICHELE DE LUCCHI. UN CONCETTO INNOVATIVO IN CERCA DI FINANZIATORI. 52 1/11 us Al Centro è un progetto pensato per risvegliare il centro storico dell’Aquila, abbandonato da due anni. Prevede la riconversione di un edificio preesistente (ex Standa) in corso Federico II, danneggiato solo in modo superficiale; è un insieme di attività commerciali, di business, di ricezione e intrattenimento combinate in un’unico edificio e sotto un’unica gestione e un unico marchio: comprende negozi, uffici, una banca, mediastore, libreria, concept store, palestra, caffeteria, ristorante e voglia di vivere. Al Centro propone formule innovative, nuovi stili di vita, nuove organizzazioni commerciali, nuovi abbinamenti merceologici, nuovi comportamenti al lavoro. AL CENTRO, A BUILDING, A CONCEPT The time has come to demand to be back to normality, even to relaunch ambition and bring to L’Aquila something that it never had and is still missing in many Italian cities, something that concerns a new way of living, of seeing things and enjoying the benefits of our civilization. This challenge underlies the project wanted by Antonio Napoleone, CEO of Europa Risorse, together with Marco Pestalozza, Leopoldo Freyrie and Michele De Lucchi. An innovative I concept looking for backers. intervista a cura di Renata Sias DALLA EMERGENZA ALLA NORMALITÀ Progetti per L’Aquila di Antonio Napoleone, CEO Europa Risorse «LA MIA TERRA È STATA COLPITA, HO SENTITO CHE DOVEVO FARE QUALCOSA» PREMETTE ANTONIO NAPOLEONE, CEO DI EUROPA RISORSE, CHE CI SINTETIZZA L’ITER DEL FONDO ETICO AQ DESTINATO A METTERE A DISPOSIZIONE DEI CITTADINI TERREMOTATI 500 APPARTAMENTI (AD OGGI NE SONO GIÀ STATI ACQUISTATI PIÙ DI 300) E, DOPO L’IMPEGNO PER AFFRONTARE L’EMERGENZA, CI ANTICIPA I NUOVI PROGETTI DI SVILUPPO TERZIARIO E COMMERCIALE AFFIDATI A GRANDI NOMI DELL’ARCHITETTURA – F&P, MICHELE DE LUCCHI, ITALO ROTA – FINALIZZATI A TRASFORMARE LA TRAGEDIA IN UN’OPPORTUNITÀ PER DARE UN NUOVO VOLTO PIÙ BELLO E PIÙ MODERNO A L’AQUILA. “La Casa dei Professionisti” di Italo Rota per Europa Risorse Rientrato in Italia nel 2000 dopo aver lavorato all’estero per molti anni, Antonio Napoleone ha sviluppato con Europa Risorse alcuni tra i più significativi interventi, non solo a Milano (piazzale Maciachini, viale Bodio e piazza Mondadori), ma anche a Perugia dove ha attuato insieme a BNL Paribas la trasformazione dell’ex Ospedale Monteluce in un nuovo complesso, attualmente in fase di costruzione, formato da alberghi, casa dello studente, parcheggi, clinica, residenze. US: Il suo impegno per L’Aquila si è già manifestato nella situazione di emergenza, ci sintetizza l’iter di questo progetto? A.N.: «Sono abruzzese, a L’Aquila mi sono sposato e lì sono nate le mie figlie. Il terremoto ha colpito molti membri della mia famiglia. Dopo questa catastrofe, ho pensato di mettere a disposizione della città la mia esperienza di developer. Purtroppo sono stati sollevati dubbi, legittimi se si considera la situazione di incertezza e di sfiducia che ha accompagnato molti tra gli interventi di urgenza. Con Europa Risorse SGR abbiamo realizzato il Fondo AQ, tra l’altro premiato nel 2009 come il miglior progetto di finanza solidale da parte della comunità italiana del real estate. Sotto il severo controllo di Consob e Bankitalia, e su invito del sindaco, delle banche locali, della protezione civile e dei cittadini, il Fondo AQ ha acquistato più di 300 appartamenti (con l’obiettivo di arrivare a 500) in corso di costruzione o sfitti al momento del sisma, che sono stati ristrutturati e assegnati in affitto dalla Protezione Civile agli abitanti. La prima parte di questa operazione è stata avviata con successo, ma si fatica ora a trovare i 10 milioni finali di finanziamento necessari per concludere l’ultima fase dell’operazione; quindi parteciperò alla gara per avere finanziamenti da Inail che, insieme ad altri enti previdenziali e con il consenso dei Ministeri di competenza, ha l’obbligo di investire per la ricostruzione de L’Aquila». US: Oltre a questi interventi sul residenziale, sulla base dell’esperienza già concretizzata con successo a Perugia, ci sono però altre proposte che interessano nell’ambito del terziario, di che cosa si tratta? A.N.: «Dopo il fondo AQ vorrei creare altri fondi per realizzare altri interventi per ridare vita alla città. La nostra esperienza di developer ci ha permesso di indentificare delle possibili aree di sviluppo; ci hanno detto che sono ottimi progetti, ma è difficile trovare il denaro necessario perchè al momento l’Aquila dà qualche preoccupazione agli investitori. La nostra proposta si muove su due ipotesi. La prima strada, la più semplice da attuare, prevede l’acquisto di palazzi privati ubicati sugli assi più agibili della città, in centro storico da trasformare l’uno in Casa dei Professionisti, su progetto di Italo Rota e l’altro in centro polifunzionale, su progetto di F&P e Michele De Lucchi (vedi pagina a fianco). La seconda strada, sul modello dell’esperienza positiva di Perugia, prevede inve- ce il recupero e la trasformazione di due aree dismesse e de-qualificate che certamente sarebbero già state il naturale ampliamento della città se negli ultimi anni L’Aquila non avesse vissuto un periodo di crisi: l’area dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio e quella dell’ex ospedale di San Salvatore. Il progetto per queste nuove parti della città prevede piazze, ristoranti, alberghi, uffici, residenze e dotazioni di alta tecnologia, ma l’attuazione è una scelta strategica che spetta alla Città e alla Regione e richiede il coraggio di liberarsi dal provincialismo e dalle piccole gelosie locali. Ci sono 18 miliardi di lavori da fare e c’è posto per tutti, soprattutto per le imprese locali. L’Aquila deve rinascere più bella di prima, con progetti di buona architettura, altissima tecnologia e rispetto per l’ambiente. È necessario trasformare un evento drammatico in un’occasione unica per creare una citta contemporanea di alta qualità. Questo è il mio sogno». FROM EMERGENCY TO NORMALITY Projects for L’Aquila by Antonio Napoleone, CEO Europa Risorse «My land was hit, I felt I had to do something» states Antonio Napoleone, CEO Europa Risorse, who sums up the procedure of the ethical found AQ meant to place at the disposal of residents made homeless by the earthquake 500 flats (so far more than 300 have already been bought) and, after honoring the commitment to face up the state of emergency, announces the new projects for the service and business sector, entrusted to the big names of architecture – F&P, Michele De Lucchi, Italo Rota – aimed at changing the tragedy into an opportunity to give a better and more modern look to L’Aquila. Back to Italy in the year 2000 after working abroad for many years, Antonio Napoleone has developed with Europa Risorse some of the most meaningful projects, not only in Milan but also in Perugia, where he has carried out together with BNL Paribas the conversion of the former Ospedale Monteluce into a new complex formed by hotels, student’s residence, parking lots, hospital department, flats. Despite the financing difficulties, the reutilization of two dismantled and downgraded areas in L’Aquila will follow this model: the former Collemaggio mental hospital and the former San Salvatore hospital, along with the conversion of private building close to the old town centre. «L’Aquila must return to life, more beautiful than before, through projects of good architecture, cutting-edge technology and environmental protection. It’s necessary to change a dramatic event into a unique opportunity to create a top-quality contemporary city. That’s my I dream». us 1/11 53 SIRA | APPARECCHIO A STELO SIRA LED. LA VISIBILITÀ DEL FUTURO www.waldmann.com Nella foto: Struttura al neon di Lucio Fontana, realizzata nel 1951 per la IX Triennale di Milano, ora esposta nella affascinante Sala Fontana, uno dei fiori all’occhiello del nuovo Museo del 900, inaugurato a Milano lo scorso dicembre, che raccoglie le più importanti collezioni e opere del secolo scorso In the picture: Neon structure by Lucio Fontana, carried out in 1951 for the 9th Triennale di Milano, now displayed in the new “Museo del 900” in Milan LUCE, COLORE, SPAZIO, POESIA Un percorso costituito da diversi contributi che affrontano il tema dell’illuminazione, anche di quella cosiddetta “tecnica”, in un’ottica di qualità dell’habitat che vada oltre i parametri normativi ed esplori gli aspetti emotivi e percettivi. «La luce è, a mio avviso, l’alimento basilare dell’architettura. – diceva Le Corbusier – Io compongo con la luce». Ma «lavorare con la luce – ci ricorda Mario Nanni – non è solo applicare matematica e fisica, bensì dosare amore, percezione, passione e sperimentazione». Luce come poesia, luce come arte. Anche negli ambienti dove viviamo e lavoriamo tutti i giorni. Light, colour, space, poetry A path formed by several contributions, that tackle the lighting subject, even the so-called “technical” one, from the environment point of view, yet beyond the regulatory benchmarks, to bring out the emotional and perceptive aspects. «In my opinion, light is the basic component of architecture – Le Corbusier used to say – I use light to compose». But «working with light – Mario Nanni reminds us – doesn’t mean to apply math and physics only, but to dose love, perception, passion and experimentation». Light as poetry, light as art. Also in the environments where we live every day. usdossier CONTRACT contract dossier lighting www.spaziofgm.com LE OTTO REGOLE DI LUCE La poesia di Mario Nanni in mostra allo Spazio FGM di Milano LA CUPOLA GUELL DEL GAUDI CENTER REUS, LA LUCE DELLA MUSICA PER IL TEATRO ALLA SCALA, IL TERMOMETRO DI LUCE PER PIAZZA ZABALBURU DI BILBAO, SONO ALCUNE DELLE OTTO “FINESTRE” CHE, NELLA MOSTRA MONOGRAFICA ORGANIZZATA PRESSO LO SPAZIO FGM PER L’ARCHITETTURA DI MILANO, INCORNICIANO E DEFINISCONO LE OTTO REGOLE: LUCE MATERIALE DA COSTRUZIONE, LUCE SOLO DOVE SERVE, LO SPESSORE DELLA LUCE, LA LUCE GENERA IL COLORE, ELOGIO DELL’OMBRA, LUCE IN MOVIMENTO, PRESENZA E ASSENZA, L’EMOZIONE DEL NULLA. 56 1/11 us Muoversi nello spazio è innanzitutto provare o subire emozioni: questo racconta il percorso costruito nello spazio espositivo di via Bergognone. Come ci insegna Nanni “tutte le volte che si affronta un progetto bisogna farlo con grande modestia e sensibilità, con la consapevolezza che lavorare con la luce non è solo applicare matematica e fisica, ma è anche dosare amore, percezione, passione e sperimentazione”. Progettista, fondatore di Viabizzuno e poeta della luce, Mario Nanni ci racconta così l’architettura, attraverso la sua esperienza del visibile e del sensibile, inquadrando il progetto, raccontandocene la storia, facendocelo vedere attraverso la luce. Regola 1 - Presenza e assenza Presenza di Luce e assenza di corpo illuminante: magia, stupore ed emozione della luce senza l’evidenza della forma da cui nasce. La presenza-assenza della luce è un viaggio spazio temporale che rompe i confini della materia. Da una sorgente nascosta far risplendere i corpi su cui la luce si appoggia. Regola 2 - Luce solo dove serve Chimica della luce: ci vuole la dose giusta e calibrata perché nasca l’alchimia. In un ambiente non servono tante luci. Ne basta una. Capace di far cogliere le emozioni, gli sguardi, l’attenzione. Luce, una e una sola. Dove serve. Regola 3 - Lo spessore della luce Ha spessore ciò che ha volume, ha volume ciò che genera ombra. L’ombra nasce dalla luce e la luce genera volumi definendone gli spazi. La luce che aiuta a scoprire e leggere l’architettura stessa. La luce è materia e come tale va trattata. 1 2 3 4 5 6 7 8 Regola 4 - Luce materiale da costruzione Un progetto non è solo materia ma anche luce. L’architettura è progettazione di luce. Troppo spesso la luce è un post intervento: corregge enfatizza e nasconde ciò che ha già preso una sua forma. Ma la luce, quella che non si vede ma si sente è un tutt’uno con la materia che si appoggia. È quindi necessario costruire con la luce. Regola 5 - Elogio dell’ombra La forza della luce coincide con l’approssimarsi al suo spegnersi. Su questo confine tra luminosità e oscurità prende forma l’architettura. Si ragiona per positivo e negativo: l’ombra è il vuoto e il pieno della luce. Quando si produce luce, non bisogna progettare tanto la luce in sé quanto l’ombra che gli oggetti colpiti da essa emettono. Regola 6 - Luce in movimento La luce segue il ritmo che va dall’alba al tramonto cogliendo aspetti architettonici, simbolici, narrativi e descrittivi legati alla città e ai suoi protagonisti. Muovendosi la luce diventa racconto e poesia come nel caso dell’illuminazione della facciata del Teatro alla Scala di Milano: grazie alla LIV (Lampadina a immagini variabili) la luce è in grado di modularsi e di trasformare le superfici su cui si appoggia modificando i confini e le profondità della facciata stessa. Regola 7 - La luce genera colore Nessun oggetto emana un colore uguale a se stesso durante tutto l’arco della giornata. L’oscurita fa scomparire i colori perché il colore è luce. È la luce che dà ad ogni oggetto il suo colore, per questo il colore diventa strumento di progettazione. Regola 8 - L’emozione del nulla L’emozione del nulla è l’incanto di poter vivere una situazione piacevole per mezzo della luce che avvolge uno spazio, senza che essa si manifesti apertamente, vivere emozioni attraverso quello che vedo. Rendere più pregne di significato le cose. Creare una magia invisibile. Come nel caso dell’illuminazione della scultura dell’Ermafrodito dormiente non occorre creare una luce sagomata che avvolge omogeneamente nella sua totalità l’opera; si tratta di dare un valore alla sua inquadratura, appoggiare lo sguardo della luce dove si appoggia lo sguardo dello I spettatore. THE EIGHT RULES OF LIGHT Mario Nanni’s poetry on show at Spazio FGM in Milan Thirtyfive years of observation, listening, experience, fondness for studying and the knowledge of the light matter summed up by Mario Nanni in his rules, each one represented through one of his poetic projects. Rule Rule Rule Rule Rule Rule Rule Rule 1 2 3 4 5 6 7 8 - Presence absence Light where it is of use only The depth of light Material light to build Praise of shade Light in motion Light produces colour Emotion created from nothing I us 1/11 57 contract a cura di Davide Cattaneo dossier lighting LUCE CATTURATA, LUCE DISEGNATA Innovative soluzioni di illuminazione tecnica 1. FDV Group A fluent shape that marks Isis the system and accommodates Design Alessandro Piva the innovative technology www.fdvgroup.com of microprism optics in its Nuova lampada sintetizzata absolute linearity: it almost da due soli elementi in seems to efface itself in the metallo, struttura e diffusore. environment, in a design tale, Un design accurato consente which is pure essence l'inserimento delle fonti luminose in uno spazio molto 4. Foscarini contenuto. L'effetto luminoso Troag sulla parete, disegnato, Design Luca Nichetto controllato e intenso www.foscarini.com Un segno leggero e lineare New lamps formed by just che trasmette un senso di two metal elements, structure naturale familiarità; realizzata and diffuser. A precise design in legno multistrato, curvato a allows the insertion of light caldo e lavorato sui bordi con sources in a very narrow una particolare fresatura che space. The luminous effect crea un profilo inclinato e of the wall is designed, dinamico, enfatizzato dalle controlled and vivid venature del legno 2. Fontana Arte A light and linear sign Invisibile conveying a feeling of natural Design Maurizio Quargnale familiarity; carried out in www.fontanaarte.it multiplayer wood, warm-bent Sistema da parete e da and with a special milling on plafone con emissione di luce the edges to create an inclined diretta o indiretta in base and dynamic profile, alla tipologia di messa in emphasized by the wood grains 2 1 opera. Modularità e facilità di installazione consentono 5. Osram la completa scomparsa del Sistemi MULTIeco prodotto nella parete/soffitto www.osram.it 3 4 5 6 Attraverso un algoritmo Wall and ceiling system di controllo dedicato, giving out direct or indirect la centralina (in abbinamento light according to the kind a sensori di luminosità of model chosen. Thanks e presenza) garantisce to its modularity and easy il mantenimento del livello installation the product is luminoso impostato, totally retractable into the ottimizzando il contributo wall/ceiling della luce diurna per diminuire l’utilizzo della luce 3. IGuzzini artificiale e quindi dell’energia Lens consumata. Design Massimo Iosa Ghini www.iguzzini.com Through a dedicated Una forma fluida che algorithms, the control unit caratterizza il sistema e che (combined with luminousity accoglie nella sua assoluta and presence sensors) handles linearità la tecnologia a constant preset level of light, innovativa delle ottiche thus optimizing the microprismate: sembra quasi contribution of daylight to annullarsi nell’ambiente, reduce the use of artificial in un racconto di design che light, hence of the energy used è pura essenza 7 58 1/11 us 8 CAPTURED LIGHT, DESIGNED LIGHT Innovative solutions of technic lighting 6. Philips A fitting for fluorescent 11. Waldmann For the very first time, Luminable lamps, one of the most Sira Sira makes use of a last- www.philips.it effective examples of Design Weinberg & Ruf generation High-Power LED Piastre di illuminazione OLED Designed Functionality. www.waldmannlighting.com source for both direct and fino a 50 cm2 di superficie, in Carried out all in one in Per la prima volta, Sira general lighting; therefore un'ampia varietà di colori e extruded aluminium, the utilizza la sorgente High- it’s possible to obtain a formati. Garantiscono una profile is very light thanks to Power LED di ultimissima harmonious and warm produzione omogenea di luce, a thin cut running all along generazione, impiegata sia indirect LED light and come luce diretta che per adjustable and a stimulating un aspetto inusitato, bassa emissione di calore, spessore 9. Velux l‘illuminazione generale; direct LED light also through estremamente sottile ed Tunnel solare perciò è possibile ottenere special optics for a wide- elevata controllabilità Design Ross Lovegrove luce a LED indiretta beam, anti-glare lighting on www.velux.it armoniosa e di tonalità calda the top Lighting plates OLED up to Prende ispirazione dalla e luce a LED diretta 50 cm2 large, in a wide range natura e dalle sue forme regolabile e stimolante anche of colours and sizes. They organiche, il nuovo diffusore grazie alle ottiche speciali provide for a homogeneous a goccia per il tunnel solare per l‘illuminazione a fascio production of light, an che convoglia i raggi solari ampio e non abbagliante uncommon look, low heat dal tetto e li restituisce come sul piano emission, an extremely low luce all’interno degli thickness and high ambienti. È composto da un controllability captatore esterno e da tubi telescopici realizzati in lega 7. Siteco Miro-Silver® Quadrature® 2 Design Phoenix Design It draws inspiration from www.sitecoitalia.it nature and its organic shapes. L’innovativa tecnologia It’s the new drop-like diffuser Eldacon®, grazie alle strutture for the solar tunnel that microprismatiche ad alta conveys the sunbeams from precisione inserite nell’ottica the roof to light up the dell’apparecchio, consente interiors. It consists of an di dirigere la luce con grande external collector and uniformità su tutte le telescopic tubes carried out superfici e rende la serie in a Miro-Silver® alloy 9 particolarmente adatta per situazioni dove si richiedono 10. Zumtobel assenza di abbagliamento Opura e flessibilità design Peter Andres & ON The innovative technology www.zumtobel.it Eldacon®, through the Design elegante e high-precision, microprism illuminotecnica structures inserted in the optics modernissima: nella sua of the fitting, allows to direct categoria, il primo 11 Industriedesign the light on all surfaces apparecchio con comandi uniformously and to make the separati di luce diretta e range suitable for situations indiretta. Come se fosse fatta that require no dazzling di un unico blocco, presenta and flexibility una testata senza fughe e apparentemente senza 8. Targetti cambi di materiale Zed www.targetti.it Smart design and advanced Apparecchio per lampade lighting engineering; the first fluorescenti, uno dei più appliance in its category efficaci esempi della Designed featuring separate controls Functionality. Realizzato con for direct and indirect light unico elemento di alluminio and a head without estruso, il profilo è reso connections and apparently estremamente leggero da un without changes of material 11 sottile taglio che corre lungo tutto il suo profilo 10 us 1/11 59 contract dossier lighting a cura di Davide Cattaneo 1. In primo piano due Toio di Achille Castiglioni, un pezzo storico del design In the foreground two Toyo models by Achille Castiglioni, a renowned piece of design Donatella Ravizza Laureata nel 1990 in Architettura presso il Politecnico, ha lavorato per LA LUCE DEL FUTURO? PROGETTATA NELL’EFFETTO LUMINOSO Intervista con Donatella Ravizza IL LIGHTING DESIGN DEVE NECESSARIAMENTE AFFRONTARE IN MODO SISTEMICO TEMATICHE E SITUAZIONI ESTREMAMENTE ARTICOLATE; LE PROBLEMATICHE POSSONO ULTERIORMENTE AUMENTARE SE IL PROGETTO ILLUMINOTECNICO RIGUARDA L’AMBIENTE DI LAVORO. CARATTERISTICHE DELL’AMBIENTE, ESIGENZE DIFFERENTI DEI FRUITORI FINALI, RAPPORTO CON LA LUCE NATURALE, MODALITÀ E TEMPISTICHE DI UTILIZZO DEGLI SPAZI, NORMATIVE, RISPARMIO ENERGETICO... COME SI POSSONO COORDINARE E INTEGRARE TUTTI QUESTI ASPETTI ? LO CHIEDIAMO A DONATELLA RAVIZZA CHE SU QUESTO TEMA SVOLGE ATTIVITÀ DIDATTICA E RICERCA, PROGETTAZIONE E CONSULENZA AEM, Comune di Milano, Sovrintendenza dei Monumenti e dei Beni Architettonici, Spazio: Ricerca & Design, Atelier Rogora, Osram. Dal 2003 segue, all’interno dei corsi di Bioarchitettura dell’Anab, cicli di lezioni sulle tecniche e i metodi per il controllo dell’illuminazione 1 architettura in vari atenei us: Quali sono le linee guida per una corretta progettazione dell’illuminazione all’interno di ambienti di lavoro e di uffici in particolare? Donatella Ravizza: «I fattori da considerare sono molteplici e spesso imprescindibili gli uni dagli altri. Il progetto d’illuminazione non deve mai partire dalla scelta degli apparecchi illuminanti, come invece spesso avviene, ma deve essere il risultato di analisi e indagini attente, al fine di assicurare una distribuzione della luce adatta, all’uso desiderato, per quantità e qualità. Bisogna considerare sia l’aspetto più strettamente illuminotecnico (livelli di illuminamento, direzione della luce, luminanze...), sia quello più legato alla percezione ambientale dello spazio (atmosfera luminosa, resa dei colori, contrasti...). La luce negli uffici deve per prima cosa essere adeguata alle diverse prestazione visive richieste. Per il comfort visivo non solo bisogna assicurare la giusta quantità di luce sul piano di lavoro, ma bisogna anche mantenere un certo equilibrio di illuminamenti in tutta l’area visibile. Il contenimento energetico, che è un requisito fondamentale per un moderno impianto di illuminazione, non deve volere dire diminuzione dei livelli di illuminamento o dei punti luce, ma evitare inutili sprechi, optando per sorgenti luminose ad alta efficienza e apparecchi a elevato rendimento. L’ integrazione tra luce naturale e luce artificiale è poi di grande vantaggio. Bisogna però considerare che la luce solare genera forti illuminamenti e improvvisi cambiamenti di intensità; è quindi necessario avere sistemi di controllo in grado di convogliare l’eccesso di luce e utilizzarlo correttamente». us: Come le nuove sorgenti possono modificare la progettazione di questi spazi? Quali delle loro caratteristiche (efficienza energetica, intensità luminosa, flessibilità, durata…) possono influenzare il modo di progettare e quali pensa possano essere le idee del futuro in questo senso? D.R.: «L’evoluzione tecnologica continua porta a lampade sempre più 60 1/11 us naturale e artificiale in d’Italia. Dal 1996 al 2002 è stata docente del corso Lighting Design per l'Istituto Europeo di Design di Milano. Dal 1992 al 1997 è stata componente dell'Unità Operativa del CNR (Centro Nazionale Ricerche) per il Progetto Finalizzato Edilizia "Illuminazione del terziario" e per il Progetto Finalizzato Beni culturali "Illuminazione degli ambienti museali e degli spazi espositivi". È autrice di molte pubblicazioni su riviste del settore e di libri; fra questi: “Architetture in luce" e "Progettare con la luce", entrambi Franco Angeli Editore. La versione integrale, più approfondita, di questa intervista è pubblicata in www.living24.it 2. La linea di luce (sistema 3. Sala riunione illuminata Nothing di Artemide), dal sistema a sospensione alimentata a LED RGB, è Onebyone di Belux incassata nella superficie di pavimento e parete, senza A meeting room lit up by the soluzione di continuità sustension system Onebyone by Belux The line of light (System Nothing by Artemide, LED RGB 4. Incassi a parete powered, is built-in to the floor sottolineano la particolare and wall surface, without a bordatura in ciotoli break Wall-embedded to stress the 2 special cobbly border 3 4 efficienti e miniaturizzate, basti pensare alle fluorescenti lineari da 16 e 7 mm di diametro, alle compatte, ai LED, che aldilà del loro utilizzo, fin troppo celebrato, come luce colorata, stanno rivoluzionando davvero il settore... Pochi millimetri garantiscono un elevato rendimento energetico e una maggiore possibilità di controllo del flusso luminoso: infatti, più una lampada è piccola più si avvicina all’optimum teorico di una fonte luminosa puntiforme; diventa quindi facile controllare la sua luce attraverso il riflettore per produrre coni luminosi stretti ed esattamente definiti, senza dispersioni inutili. La miniaturizzazione comporta poi una riduzione degli apparecchi e dei relativi ingombri complessivi. Anche dal punto di vista del design dell’apparecchio questo comporta una vera e propria rivoluzione su più piani. La loro durata elevatissima (50 mila ore) è quasi paragonabile a quella degli apparecchi stessi. Se devo pensare alla luce del futuro la penso sempre più integrata nell’architettura, sempre più progettata nell’effetto luminoso... Scompaiono gli apparecchi, resta la luce emessa e la superficie illuminata». us: Come si è adeguata la progettazione illuminotecnica, e conseguentemente i sistemi d’illuminazione, al proliferare dei nuovi schemi organizzativi dell’ambiente ufficio? D.R.: «Oggi la tendenza è evitare il grigiamente uniforme e anzi creare difformità. Le nuove forme organizzative e collaborative impongono una composizione elastica dell’ufficio e del sistema d’illuminazione. Se fino a poco tempo fa, la giornata lavorativa si svolgeva prevalentemente chini sulla propria scrivania, oggi il lavoro è più articolato; è quindi difficile ricorrere a sistemi di luce direzionata fissa, la direzione dello sguardo non è più prevedibile. Inoltre i moderni sistemi di arredamento, le attuali tecnologie (computer portatili, note book, notepads, telefonia sofisticata...) lasciano estrema libertà, diremmo quasi “imprevedibilità”, al posizionamento dei posti di lavoro. 2 Per soddisfare queste esigenze di flessibilità, si ricorre a strutture luminose flessibili, capaci di adattarsi alle effettive esigenze e richieste del destinatario finale». us: Ci può sintetizzare concretamente un vostro recente progetto, indicando linee guida, soluzioni adottate, sistemi impiegati? D.R.: «Mi viene in mente un intervento molto leggero fatto in una società di piccole dimensioni. La richiesta era di “svecchiare” e dare un’aria più competitiva e contemporanea allo studio, l’attività lavorativa non poteva essere interrotta e l’intervento doveva essere il meno invasivo possibile. Mi sono quindi limitata all’impianto di illuminazione e al progetto cromatico più qualche consiglio per arredi e opere pittoriche. Il lungo triste corridoio, illuminato in modo uniforme e appiattente da un certo numero di plafoniere polverose, è diventato lo spazio più vitale e vissuto, punto di incontro per eccellenza. Una serie di apparecchi incassati a 20 cm dal pavimento segna il percorso a terra, grazie a sorgenti a led da pochi W. Per dare una luce mirata sulle pareti, ho utilizzato degli apparecchi a incasso, con ottiche wall-washer e schermi coordinati per indirizzare opportunamente il flusso luminoso. L’uniforme illuminazione della superficie verticale, ha conferito un’impressione spaziale chiara e piacevole, utile per sfondare visivamente lo spazio angusto. Nella reception all’illuminazione indiretta ho aggiunto qualche apparecchio a luce diretta concentrata per porre in rilievo il logo della società e qualche oggetto degno di nota. L’attività dello studio è continuata senza grossi disagi. Il risultato finale è stato sorprendente, tutto è diventato più luminoso e dinamico, i dipendenti soddisfattissimi e l’amministratore incredulo del risultato raggiunto. La cosa che ha sorpreso di più è stata come grazie all’uso di luce e colori sia stato possibile cambiare totalmente la percezione delI lo spazio. us 1/11 61 contract dossier lighting di Gianni Forcolini 1 LIGHTING DESIGN PER LA QUALITÀ DELL’HABITAT Un metodo per progettare l’illuminazione LA LUCE ARTIFICIALE È DA CONSIDERARE UN VERO E PROPRIO MATERIALE DI PROGETTO, OVVERO UNO STRUMENTO AL SERVIZIO DELLA CREATIVITÀ PROGETTUALE PER DARE ALLO SPAZIO COSTRUITO NON SOLO LA PIENA FUNZIONALITÀ, MA ANCHE QUALITÀ ESTETICHE E VALENZE COMUNICATIVE. IN QUESTO ARTICOLO SINTETIZZIAMO GLI STEP PRINCIPALI DEL LIGHTING DESIGN: UN PERCORSO CHE INIZIA DAGLI ASPETTI PIÙ TECNICI E FUNZIONALI PER CONCLUDERSI CON UNA FASE CREATIVA. 62 1/11 us 2 3 La luce è presente in ogni tipo di spazio costruito. La luce naturale è controllata dall'organismo architettonico, in particolare dagli elementi costruttivi (finestre, facciate, lucernari, aperture di diverso genere) che connettono lo spazio interno con quello esterno. Ma in sua assenza occorre prevedere l'illuminazione artificiale, cioè prodotta con lampade e apparecchi. La luce diventa così un “materiale” di progetto, in quanto energia radiante generata da energia elettrica che pone le condizioni per la piena abitabilità dello spazio costruito. Per ottenere tale risultato è necessario, dunque, progettare l’illuminazione. In altre parole bisogna sviluppare uno specifico lavoro che consenta di prefigurare le soluzioni impiantistiche migliori, caso per caso, ambiente per ambiente. In questo senso si parla di lighting design. Ambito settoriale ma integrato nel progetto di architettura. Gianni Forcolini Laureato in Architettura presso il Politecnico di Milano, è Consigliere AIDI (Associazione Italiana di Illuminazione) dal 1998 e Membro dell’Osservatorio Permanente del Design ADI dal 2001. Nel 1983 fonda lo “Studio Forcolini light & lighting” in cui si occupa di progettazione di impianti e di apparecchi di illuminazione. È autore di libri sul design della luce, saggi, seminari e congressi e dal 1982 collabora Un metodo per progettare l’illuminazione Volendo indicare una procedura, o metodo, per coniugare il lato creativo e inventivo della progettazione con quello tecnico ed esecutivo, crediamo che sia utile proporre una logica del progetto composta da varie fasi di lavoro. Si può dire che l’illuminazione sia quel modo di apparire dello spazio costruito che ne permette la fruibilità visiva. In prima istanza, dunque, è necessario svilupparne un’analisi, ossia ricavarne un rilievo, da intendere come fedele registrazione di una situazione di fatto. È importante che nel rilievo siano compresi tutti i vincoli, limiti e condizionamenti, di qualsiasi natura essi siano, che influenzeranno in vari modi le soluzioni proposte. Si può iniziare dal classico rilievo dimensionale con la ste- con riviste di architettura, tecnologie edilizie, illuminotecnica ed elettrotecnica. Svolge attività di docenza e comunicazione in corsi, seminari e workshop e dal 1996 è docente e ricercatore di Lighting Design presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano. 1. ARTEMIDE 3. Illuminazione della Mini Surf System facciata principale del Teatro Sistema modulare a alla Scala e della piazza, sospensione per illuminazione Milano La versione integrale, più approfondita, di questa intervista è pubblicata in www.living24.it mista con prevalenza dell'indiretta Lighting of the main front of Teatro alla Scala and the Suspension modular system for square, Milan (lighting design mixed lighting where the arch. Gianni Forcolini) indirect one is prevailing 4. Illuminazione della 2. IGUZZINI mostra di Giacomo Manzù LightAir al GAMEC, Galleria d'Arte Sistema modulare a Moderna e Contemporanea sospensione con ottiche di Bergamo sura di piante, prospetti e sezioni. Si prosegue con l’esame degli usi e delle funzioni previste nell’ambiente, ossia la definizione delle attività che si svolgono in ogni sua parte o zona, con particolare riferimento alle mansioni, ai compiti, alle azioni che coinvolgono la visione, la percezione visiva, o comunque l’organo della vista. dark-light Lighting of Giacomo Manzù’s Suspension modular system exhibition at GAMEC, (lighting with dark-light optics design arch. Gianni Forcolini) 4 4 La comunicazione visiva Si passa poi all’analisi delle immagini, dei simboli, delle iconologie. Ogni luogo abitato non è solo la sede di funzioni pratiche o utilitarie, classificabili in base ai comportamenti o alle attività degli occupanti, ma è da analizzare come un fulcro di comunicazione attraverso le immagini che sono presenti in esso. L’interesse del progettista deve essere attratto anche dai dati fisici inerenti all’ambiente: presenza e quantificazione della luce diurna in diversi momenti del giorno e nelle diverse stagioni, temperatura dell’aria, velocità dell’aria, temperatura di corpi radianti, umidità relativa, presenza di polveri, di elementi corrosivi e inquinanti nell’aria, di materiali pericolosi. È opportuno, inoltre, raccogliere i dati di tipo fotometrico e illuminotecnico, vale a dire la definizione e la quantificazione di eventuali fonti luminose preesistenti o in via di installazione, nonché dei fattori di riflessione e/o di trasmissione, dei colori e delle texture riguardanti tutte le superfici che delimitano e strutturano lo spazio. Si prosegue con i dati di tipo elettrotecnico, dovendo normalmente l’impianto di illuminazione essere alimentato con energia elettrica si rende necessario conoscere le caratteristiche e la potenzialità limite dell’impianto elettrico esistente oppure le condizioni della fornitura elettrica (tipo di distribuzione dell’energia, potenza massima disponibile, frequenza di alimentazione, ubicazione del punto di consegna dell’energia elettrica). Ultima operazione: la consultazione di leggi, decreti legge, regolamenti, norme, raccomandazioni, per lo specifico ambito di intervento. Finalità e obiettivi del progetto Analizzato e sezionato il luogo dell’intervento, si inizia a ragionare sugli obiettivi del progetto, ovvero sulle finalità che si intende perseguire, seguendo le indicazioni della committenza. Già il semplice bisogno di vedere, a cui ovviamente l’illuminazione deve puntualmente rispondere, va declinato in base al tipo di attività, ai tempi e ai ritmi del suo svolgimento. Rimane comunque uno degli obiettivi principali: garantire la migliore visione. E il vedere deve essere agevole, comodo, confortevole, efficiente; deve contribuire a dare sicurezza alle persone e senso di protezione, non deve essere causa o concausa di affaticamenti, risultare disturbante o generare disagi. Altri importanti obiettivi riguardano la sicurezza degli utilizzatori, la facilità, la rapidità, la sicurezza e l’economicità di tutte le operazioni necessarie per l’installazione e la manutenzione ordinaria delle fonti luminose e della relativa rete di alimentazione elettrica. Si deve considerare altresì l’incidenza della spesa energetica, cioè il consumo di energia elettrica per l’alimentazione degli apparecchi. Qualità, caratteristiche, requisiti dell’impianto Dopo la definizione degli obiettivi si apre la fase del progetto che coinvolge direttamente le competenze e l’esperienza del progettista. È necessario padroneggiare un complesso di requisiti fondamentali. In sintesi sono così definibili: innanzitutto la quantità di luce, valutata in lux (cioè come luce incidente), l’unità di misura fotometrica degli illuminamenti, per ogni zona, area, punto di interesse. È importante stimare la sua distribuzione con opportuni rapporti tra gli illuminamenti, ossia la loro uniformità o disuniformità. In proposito è bene considerare anche gli effetti delle direzioni assunte dalla luce che esce dagli apparecchi. La luce diffusa, prodotta da radiazioni che seguono molte direzioni, tende ad attenuare le ombre proprio e portate. Quando le radiazioni sono orientate, le ombre risultano maggiormente marcate e scure, perché si riduce l’effetto attenuante dovuto alla diffusione della luce. Altro requisito di grande rilievo riguarda la composizione spettrale delle radiazioni presenti nella luce emessa, ai fini della resa dei colori. Il lavoro di progetto entra poi nella fase creativa e inventiva. Occorre a questo punto superare l’ambito analitico e andare alla ricerca delle migliori soluzioni tecniche ed estetiche, in altre parole inventare quell’impianto che risponde in pieno, al massimo grado possibile, a tutte le condizioni poste nel rispetto dei vincoli assegnati. E questa risposta sarà verificata non solo con i calcoli illuminotecnici (prevalentemente condotti con l’ausilio del computer), ma anche con le rappresentazioni grafiche ad alto realismo (i cosiddetti "rendering") che permettono di prefigurare l’ambiente illumiI nato così come dovrà essere realizzato. us 1/11 63 contract dossier lighting di Edith Forte Amministratore Delegato Fortebìs Group 1. Headquarters Aziendale a Maranello Luce, funzione e brand: nell’ufficio/showroom ogni ambiente dell’Azienda ha la sua soluzione ottimale di luce Luce, funzione e brand: nell’ufficio/showroom ogni ambiente dell’Azienda ha la sua soluzione ottimale di luce 1 Fortebìs Group LA LUCE INCONTRA L’ARCHITETTURA La luce, fondamento del comfort e dell’immagine spaziale Fortebìs Group è una Società di consulenza con sistema di progettazione certificato ISO 9001 specializzata in attività di Masterplanning, Architettura Design & Branding, Space Planning, Engineering, Project Management & Cost Control, 1 1 Real Estate Advisory. Il Team Fortebìs opera con standard internazionali e IL LAVORO DELL’ARCHITETTO NASCE DALLA RICERCA DELL’ECCELLENZA DEL PROGETTO E DA UN FORTE SENSO DELLA PROPRIA RESPONSABILITÀ. SI TRATTA DI UN IMPEGNO VERSO IL COMMITTENTE, ATTO A TRAGUARDARE IL SUCCESSO DEL PROGETTO, CON PROFONDA COMPRENSIONE DEL VALORE DEL SUO INVESTIMENTO, CONOSCENZA DI TUTTI I FATTORI CHE CONCORRONO A RAGGIUNGERE IL PIÙ ALTO LIVELLO DI QUALITÀ PERCEPITA, E GRANDE RISPETTO VERSO L’UTENTE FINALE, CHE ABITA LUOGHI PENSATI E COSTRUITI INTORNO AL SUO COMFORT E ALL’IMMAGINE DELL’AZIENDA CHE VI SI RAPPRESENTA. IN QUESTO SENSO IL PATRIMONIO DI CONOSCENZE DELL’ARCHITETTO SI ARRICCHISCE DI UNA VOCE SILENZIOSA ED ESSENZIALE, IL LINGUAGGIO DELLA LUCE, IL LIGHTING DESIGN. 64 1/11 us Pensare alla luce come un insieme unico, a parete, soffitto e pavimento, apre la mente a soluzioni integrate di grande efficacia e forza espressiva. Oggi il linguaggio comune degli spazi di lavoro parla di e-place, inteso come un ambiente in grado di catalizzare comunicazione, spirito di collaborazione, comfort individuale e produttività collettiva. L’illuminazione è uno dei fattori chiave di questo disegno progettuale. Linee guida dell’e-place Le linee guida dell’e-place sono in continua evoluzione, si modificano di pari passo con le possibilità derivanti dalle nuove tecnologie, con lo sviluppo di leggi e regolamenti di riferimento e, ovviamente, con l’evoluzione degli aspetti sociali e delle modalità di lavorare. Se gli standard numerici sono quindi da considerarsi come “riferimenti guida” (vedi box), le soluzioni per l’illuminazione dello spazio lasciano il campo alla massima libertà di declinare gli stessi principi secondo le esigenze contingenti: • l’immagine guida del marchio aziendale nei vari ambienti (resa del colore, brillanza, equilibrio tra illuminamenti orizzontali e verticali, ombreggiature); • il comfort visivo, alla produttività e stimolazione del bioritmo personale (scenari di luce variabili per mantenere alti motivazione e impegno, riducendo lo stress); caratteristiche di eccellenza “made in Italy”. I progetti Fortebìs sono fortemente orientati al Cliente, con approccio multidisciplinare integrato, rispetto del budget assegnato, tutela della riservatezza e confidenzialità, garanzia di trasparenza. Fortebìs ha progetti in corso in tutta Europa, America, EMEA e Asia-Pacific, per primari gruppi che operano nei settori Offices, Retail & Hotellerie, Residential. 2. Torre Eur a Roma 3. Headquarters Compagnia La luce dinamica e l’involucro: Assicurazioni a Roma la valorizzazione delle facciate Luce, trasparenze e attraverso le variazioni materiali: alcune soluzioni cromatiche della luce di illuminazione dell’e-place La luce dinamica e l’involucro: Luce, trasparenze e materiali: la valorizzazione delle facciate alcune soluzioni di attraverso le variazioni illuminazione dell’e-place PRINCIPALI NORME PER L’ILLUMINAZIONE UNI EN (EUROPA) cromatiche della luce 4. Area dimostrativa ed espositiva Poltrona Frau Luce, interni e design: ogni 2 elemento della composizione ha la sua espressione di luce Luce, interni e design: ogni elemento della composizione ha la sua espressione di luce UNI EN 12464-1:2004 LUCE E ILLUMINAZIONE - ILLUMINAZIONE DEI POSTI DI LAVORO PARTE 1: POSTI DI LAVORO IN INTERNI UNI EN 13032-3:2008 LUCE E ILLUMINAZIONE - MISURAZIONE E PRESENTAZIONE DEI DATI FOTOMETRICI DI LAMPADE E APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE PARTE 3: PRESENTAZIONE DEI DATI PER L'ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA DEI LUOGHI DI LAVORO UNI EN 15193:2008 PRESTAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI REQUISITI ENERGETICI PER ILLUMINAZIONE PUBBLICAZIONI CIE (ENTE NORMATORE INTERNAZIONALE) 2 3 3 3 • la flessibilità modulare d’uso tra aree diverse e nella stessa area, ai vari piani funzionali dell’edificio con ampia libertà di re-layout; • l’adattamento del fattore di luce, diurna, notturna, diretta, riflessa, colorata, diffusa ed estensiva, puntiforme e direzionata, o morbida, simile alla luce naturale diffusa dalla volta celeste proveniente da nord moderata e priva di eccessivi contrasti. Attraverso la contaminazione tipologica degli spazi derivanti da contesti diversi e innovativi (ufficio-vetrina, spazi multitasking e promozionali, forum, aree meeting/relax, aree per il team, ecc.) e l’ibridazione delle soluzioni tecnologiche attraverso il trasferimento di applicazioni illuminotecniche da una destinazione funzionale all’altra (uffici, retail/showroom e accoglienza/hospitality), l’applicazione dei concetti della luce è praticamente infinita. E quando l’idea di base ha la dovuta forza, grazie agli evoluti e ricchissimi menu di soluzioni proposti dalle aziende produttrici, essa è totalmente libera di svilupparsi e fare bella mostra di sé. Con grande senso di coerenza verso tematiche cogenti di bilancio energetico e rendimenti (sorgenti LED, ecc.), la luce si comanda comodamente sul PC, grazie ai nuovi sistemi di gestione dell’intensità luminosa, di controllo e manutenzione (abbagliamento, contrasti e diversi altri fattori di luce) fino a quelli multifunzionali, che integrano la luce con funzioni diverse tra le quali l’acustica e la climatizI zazione. CIE 29 GUIDE ON INTERIOR LIGHTING CIE 55 DISCOMFORT GLARE IN THE INTERIOR WORKING ENVIRONMENT CIE 60 VISION AND THE VISUAL DISPLAY UNIT WORK STATION CIE 103 INDUSTRIAL LIGHTING AND SAFETY AT WORK CIE 117 DISCOMFORT GLARE IN INTERIOR LIGHTING CIE 128 GUIDE TO THE LIGHTING FOR OPEN-CAST MINES CIE 129 GUIDE FOR LIGHTING EXTERIOR WORK AREAS 4 us 1/11 65 contract dossier lighting THE LIGHT OF THE FUTURE? DESIGNED WITH THE LUMINOUS EFFECT Interview with Donatella Ravizza Lighting design must necessarily face the surrounding characteristics, the end user’s different requirements, the relation with daylight, modes and timing of space uses, regulations and energy saving in a systemic way... How can all this aspects be orchestrated and integrated? We ask this question to Donatella Ravizza, lighting designer and consultant, teacher and researcher. «The factors to be considered are many and often linked – Ravizza says. Lighting design should never start from the choice of lighting fittings. You need to consider the strictly lighting-technique aspect as well as the environmental perception of space. The control of energy is a prerequisite to avoid useless waste and high-efficiency sources of light should always be chosen. The integration between natural and artificial light has many advantages. However we need control systems that can direct the excess of light and use it correctly. Technological evolution leads to increasingly efficient and miniaturized lamps with a very long life. If I think about the light of the future I see it increasingly integrated into architecture, more and more designed with the luminous effect...» US: How did lighting engineering adapt to the new organizational patterns of the office? D.R.: «Now the trend is to avoid a dull uniformity and create diversities, instead. The new organizational and cooperative patterns require a flexible composition of the office and the lighting system; we turn to flexible light structures». US: Can you summarize in real terms one of your recent designs with guidelines, adopted solutions and systems used? D.R.: «I remember a very light design made in a small-sized company. The request was to “modernize” and give the place a more competive and contemporary look. The long and gloomy corridor has turned into 66 1/11 us the most vital space, full of life, a meeting place par excellence. A number of fittings embedded at 20 cm from the floor, marked the circulation area. To give the walls a targeted light, I made use of appliances with wallwasher optics and screens to direct the luminous flux. At the reception desk, I added a few direct, accent light fittings to the indirect lighting, to emphasize the company logo. The final result was amazing, everything was brighter and more dynamic, the employees were most satisfied and the managing director astounded by the result attained. I LIGHTING DESIGN FOR A QUALITY ENVIRONMENT By Gianni Forcolini A method to design lighting Artificial light should be considered as an actual planning material, namely a tool serving planning creativity, to give the built-up area full functionality, as well as aesthetic and communicative qualities. To suggest a procedure, or a method, to combine the creative and inventive aspect of planning with the technical and executive one, we deem it useful to propose a design logic based on several working stages First of all it’s necessary to develop its analysis, from the usual size-taking with the drawing up of plans, prospects and sections. Then comes the analysis of uses and functions, the analysis of pictures, symbols, iconologies. The designer should also consider the physical data related to the environment. Also, it’s advisable to gather photometric and lighting data, followed by electrotechnical data. Last effort: the consultation of laws, regulations and standards. Aims of the project Once analysed the site of the project, you start thinking about its goals, according to the kind of activity. Other important goals concern the user’s safety, easy and fast installation and ordinary maintenance and the incidence of energy expenditure.Qualities, features and prerequisites of the plan. It’s important to appraise the amount of light in lux and its distribution, through illuminance ratios, namely uniformity or non-uniformity, the spectral composition, in order to establish the colour performance. Then the design enters the creative and inventive phase, checked with lighting calculations and renderings I that allow to foreshadow the setting. LIGHT MEETS ARCHITECTURE By Edith Forte Light, the basis of comfort and corporate image The architect’s job is a commitment to the customer, suited to a successful project, that understands the value of its investment and knows those factors that help to attain the highest quality standard perceived and is respectful of the end user, who lives in placed designed and built round their comfort, and the corporate image. And the architect’s store of knowledge is now eriched by a basic and silent entry, the language of light, namely lighting design. Now the common language of working spaces speaks of e-place, meant as a room that catalyzes communication, team spirit, individual comfort and group productivity. Lighting is one of the key factors of this design. The guidelines of the e-place are ever-evolving, they change at the same rate as the possibilities given by the new technologies, the development of laws and reference regulations and, obviously, as the evolution of social aspects and working procedures. So, if the numerical standards are to be considered as guidelines, the solutions for the lighting of a room allow maximum freedom to adapt the same standards to the contingent requirements. Through the typological contamination of spaces deriving from different and innovative contexts (showcase-office, multitasking and promotional rooms, forum, meeting/relax areas, team areas, etc.) and the hybridization of technological solutions providing for the possible change from one functional use to the other (office/shop/showroom and hospitality), we have innumerable applications of lighting concepts. I KARIM RASHID FROM THE BEGINNING COLORE / LUCE / MATERIA a cura di Marco Casamonti INAUGURAZIONE martedì 12 aprile / h. 19.00 Triennale di Milano Viale Emilio Alemagna, 6 mostra 12 - 17 aprile / h. 10.30 - 22.00 ufficio stampa Gruppo 24 ORE Rodex - Otto idee organizzazione Rodex srl main sponsor management meeting a cura di Lucia Matti www.lombardiniventidue.com RISCHIARE LO SVILUPPO Prima conversazione di Cesare Ferrero, Severino Salvemini e Virginio Briatore L’INCONTRO HA COINVOLTO CESARE FERRERO, AMMINISTRATORE DELEGATO BNP PARIBAS REAL ESTATE PROPERTY DEVELOPMENT ITALY E SEVERINO SALVEMINI, PROFESSORE DI ORGANIZZAZIONE AZIENDALE ALL’UNIVERSITÀ BOCCONI E DIRETTORE DEL CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA PER LE ARTI, LA CULTURA E LA COMUNICAZIONE (CLEACC). A MODERARLI IL FILOSOFO DEL DESIGN VIRGINIO BRIATORE. La metafora del boccaglio Il dialogo si è aperto con la metafora del boccaglio – tutti coperti, alienati, sott’acqua, col boccaglio – suggerita da Severino Salvemini per fotografare l’inazione dei grandi gruppi economici. «Secondo una indagine di Unioncamere – apre Salvemini – il 93% degli italiani si dichiara molto preoccupato. Anche le imprese, nonostante la crisi abbia aperto nuovi mercati e opportunità, si rivelano in molti casi ‘anoressiche’ perché, nel tagliare costi e spese, hanno intaccato il tessuto ‘muscolare’ negandosi le energie necessarie ad una ripresa. Tutto questo ha limitato lo sviluppo ed il tasso di innovazione dei prodotti, ed ha implicato una riduzione degli investimenti nella formazione delle risorse umane. Di fatto, la mancanza di liquidità ha bloccato gli investimenti. Gli imprenditori pronti a progetti di lungo termine sono pochi, e benché gli economisti ritengano che in questo periodo congiunturale sia importante lavorare sul ‘paradosso’ – e cioè con uno sguardo ‘strabico’ rivolto contemporaneamente al breve e al lungo termine – manca, di fatto, il coraggio di investire sul lungo termine. Permane l’idea che il rischio abbia una valenza negativa, che rappresenti un azzardo da non seguire, mentre l’unico vero rischio, nei momenti di crisi, è quello di non rischiare. Bisogna essere pronti ad affrontare con serenità processi meno razionali di quelli del passato». Formazione al rischio Il tema del rischio è non solo imprenditoriale ma culturale. «Non è un caso – sottolinea Salvemini – che la dimensione del rischio non sia presente nell’insieme dei criteri con cui il mondo accademico e imprendi- 68 1/11 us Fantasmi Urbani. Conversazioni@lombardini22 Tre incontri con un unico fine: dissolvere i fantasmi che abitano l’immaginario urbano. toriale valuta le persone. Si parla genericamente di ‘spirito di iniziativa’, si è disponibili a premiare la creatività, ma non si accenna quasi mai alla propensione al rischio. Il fatto è che il rischio non è calcolabile ed è quindi importante alimentare nei giovani comportamenti senza rete protettiva scardinando la propensione tutta italiana al conformismo, alla ricerca di sicurezze e garanzie. Il tema del rischio è dunque, prima di tutto, un tema di responsabilità della scuola e dell’università: c’è una scarsissima educazione alla iniziativa, al rischio, al lanciare il cuore oltre l’ostacolo. Purtroppo questo sentimento di paura che troviamo nella economia aperta pervade anche le università!... Lungimirante, in tal senso, il monito di Max Weber quando sostiene che il proteggere il paese dalla intraprendenza sia una terribile responsabilità della classe dirigente. Ecco perché – conclude Salvemini – chi interpreta il ruolo della classe dirigente nella nostra società, dovrebbe forzare un atteggiamento di rischio». Coraggio o semplice sopravvivenza? Con un passato da accademico e un presente da manager, Cesare Ferrero, ideatore di importanti sviluppi immobiliari nella città di Milano, ha sottolineato come la crisi economica sia in alcuni casi l’alibi con cui si vuole giustificare la crisi di una azienda o del sistema pubblico. Un esempio in tal senso è rappresentato dalla Fiat quando, nel 2001, a seguito dell’attacco alle torri gemelle, avviò un piano di Crisis Management che di fatto dipendeva da una crisi endogena. Una premessa che è servita a Ferrero per proporre la sottile distinzione tra ‘propensione al rischio’ e semplice ‘sopravvivenza dettata da una situazione di carestia’. Come a dire che, in Italia, si fà solo se obbligati da necessità estreme, altrimenti si aspetta. Perché quando c’è carestia, non ha senso parlare di coraggio, ma di sopravvivenza. E la carestia che vive l’Italia non è tanto economica quanto morale, sottende una crisi più generale dettata da anni di deriva. La cultura del rischio Che l’Italia non sia un paese portato al rischio, UFFICIO STILE PUBBLICA IN ESCLUSIVA, A PARTIRE DA QUESTO NUMERO, I CONTENUTI DELLE CONVERSAZIONI ORGANIZZATE DA LOMBARDINI22 – SOCIETÀ DI ARCHITETTURA E INGEGNERIA CON UN ORGANICO DI SESSANTA PERSONE, DEDICATA AI MERCATI DEL TERZIARIO, DEL RETAIL E DELL’OSPITALITÀ – SULLA SCIA DELL’INSTALLAZIONE SITE SPECIFIC FANTASMI URBANI, REALIZZATA DALL’ARTISTA ROBERTO CAMBI. è dimostrato anche in ambito sportivo. «Basterebbe guardare allo sci – sorride Ferrero – per scoprire che la Lituania e l’Olanda, paesi assolutamente pianeggianti, hanno vinto più medaglie degli italiani alle olimpiadi invernali. Il punto è che il rischio è un fatto di contesto, e in Italia domina una cultura di sistema che non lo incentiva. Un sistema che blocca l’iniziativa, la disincentiva, che non da spazio ai giovani e a chiunque voglia affermarsi. Non solo – prosegue Ferrero – quando parliamo di rischio parliamo di rischio industriale o finanziario? Il nostro paese, a mio avviso, ha dimenticato il rischio industriale da tempo. Rischio industriale vuole dire creare e lanciare nuovi prodotti, cercare nuovi mercati. E se guardiamo al nostro settore immobiliare ci sono forse prodotti nuovi già ultimati? Davvero pochi. I cantieri ci sono adesso, ma il momento economico entusiasmante ormai è passato. Quando c’è stato i cantieri non li abbiamo fatti, perché abbiamo scambiato rischio finanziario. Adesso che c’è crisi ci sono gru. È possibile? Certo, non servivano quando il mercato tirava, ora sono necessarie perché siamo in una fase di carestia e bisogna sopravvivere». us 1/11 69 management meeting contesto per essere coraggiosi altrimenti il coraggio non ha più razionalità, diventa irrazionale. E poi parliamo di coraggio individuale o collettivo? Il nostro sistema ha alcuni coraggiosi soggetti individuali ma non ha coraggio collettivo. E poi il coraggio di un manager non è mai il coraggio di un imprenditore. Bisogna chiedere agli azionisti se sono coraggiosi, io non trovo questo contesto. Ecco perché rispetto al Prof. Salvemini, che enfatizza il coraggio individuale, io credo che nell’economia il coraggio non possa essere un fatto individuale. Il mio realismo mi dice che bisogna trovare individui che siano messi in grado di cambiare qualcosa nel mondo politico, universitario, economico». UNO SPAZIO DI DIALOGO INTIMO E ACCOGLIENTE CREATO DALLA SOCIETÀ DI PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA LOMBARDINI22 PER CONDIVIDERE ESPERIENZE, TIMORI, IDEE. DUE INTERLOCUTORI PRONTI, DI VOLTA IN VOLTA, A METTERSI IN GIOCO E A PROPORRE NUOVI SCHEMI, UN MODERATORE ‘FILOSOFO’ ED UNA PLATEA DI OPERATORI DEL MONDO IMMOBILIARE DAVVERO MOLTO INTERESSATA. L’INTERO PROGETTO HA PRESO AVVIO DALLA VOLONTÀ DI INTERCETTARE QUELLI CHE SONO I TREND CHE ANIMANO LA CULTURA URBANA E DAL DESIDERIO DI RAPPRESENTARLI E CONDIVIDERLI. «Questa mentalità – commenta con amarezza Ferrero – non mi appartiene. Ho lasciato l’università per il mare aperto dell’impresa perché cerco costantemente stimoli nuovi, culturali e progettuali e voglio ‘spingere’ sul nuovo, ma la cultura di sistema non mi aiuta». Coraggio individuale o collettivo? Ancora una volta lo sport suggerisce efficaci metafore. «Una volta – racconta compiaciuto Ferrero – hanno chiesto a Messner perché scalasse in solitaria. Lui rispose: “Perché quando si va in montagna la velocità della cordata la fa il più lento, io sono il più veloce. Non posso aspettare ogni volta, quindi vado in solitaria!”. Messner è un uomo coraggioso, potrebbe essere inserito nei simboli dei braveharts, tant’è che, avendo più coraggio e più capacità, si muove da solo. Questo, però, è possibile in certe avventure personali ma non nel nostro sistema economico. Se un imprenditore entra in un nuovo mercato senza avere il supporto di un sistema paese va incontro all’insuccesso. Può avere tutto il coraggio immaginabile, ma ci vuole anche un 70 1/11 us Troppo facile dire che è colpa del contesto Alle dichiarazioni di Ferrero, Salvemini risponde con la valorizzazione dei processi bottom up. «Credo che ora dobbiamo ricercare il coraggio individuale o di gruppo a prescindere dal contesto e dalla egemonia sotto culturale dilagante, altrimenti non si procede. Mi rendo conto che per essere coraggiosi ci vorrebbe una base solida più pulita, ma credo che la situzione di stallo, di anoressia organizzativa non si possa spiegare solo con la recessione e con la crisi economica (queste semmai sono aggravanti che hanno portato un clima di maggiore immobilità e immoralità). È necessario riscrivere le regole di una nuova generazione di strategie e occorre valutare le persone anche sul risk taking perché, senza rischio, c’è solo mediocrità e stagnazione». Per Ferrero, uomo ‘del fare’ la difficoltà è quella di correre in avanti, quando la velocità della cordata segue il ritmo dei più lenti. Ed è quella di accettare una cultura che si muove solo se obbligata a ‘cambiare’ senza cogliere la ricchezza di opportunità che sta dietro ad ogni rischio. «Mi piacerebbe immaginare una Milano che dia tante possibilità ai giovani. Si consiglia ai giovani di andare all’estero a fare esperienze. Ma un italiano di 35 anni che torna dall’estero ha solo la probabilità di avere una diminutio delle sue chance professionali. Credo che Milano debba dare più opportunità, avere una maggiore vitalità sociale». «Forse – chiude Salvemini – bisognerebbe prendere esempio dalla cultura anglosassone che vede nel rischio una opportunità quando afferma: ‘take your chance’! Questo è il miglior messaggio per i giovani». Rischio: una chance in più di felicità E a chiudere poeticamente la conversazione, un pensiero del grande maestro Jorge Luis Borges letto ad alta voce dal moderatore Virginio Briatore: perché nel rischio c’è forse una chance in più di felicità e pienezza! I «Se io potessi vivere un'altra volta la mia vita, nella prossima cercherei di fare più errori, non cercherei di essere tanto perfetto, mi negherei di più, sarei meno serio di quanto sono stato, difatti prenderei pochissime cose sul serio. Sarei meno igienico, correrei più rischi, farei più viaggi, guarderei più tramonti, salirei più montagne, nuoterei più fiumi, andrei in più posti dove mai sono andato, mangerei più gelati e meno fave, avrei più problemi reali e meno immaginari. Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente e precisamente ogni minuto della sua vita; certo che ho avuto momenti di gioia ma se potessi tornare indietro cercherei di avere soltanto buoni momenti. Nel caso non lo sappiate, di quello è fatta la vita, solo di momenti; non ti perdere l'oggi. Io ero uno di quelli che mai andava in nessun posto senza un termometro, una borsa d'acqua calda, un ombrello e un paracadute; se potessi vivere di nuovo comincerei ad andare scalzo all'inizio della primavera e continuerei così fino alla fine dell'autunno. Farei più giri nella carrozzella, guarderei più albe e giocherei di più con i bambini, se avessi un'altra volta la vita davanti. Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo». (Jorge Luis Borges) TO VENTURE INTO DEVELOPMENT First conversation by Cesare Ferrero, Severino Salvemini e Virginio Briatore Urban ghosts. Conversazioni@lombardini22 A cosy and comfortable space created by Lombardini22, architects and planners, to share experiences, fears, business and thoughts. Two interlocutors ready to stake their careers and propose new patterns, a moderator-“philosopher” and a large number of people really concerned with the property market. That was the atmosphere at the first conversation organized by Lombardini22, called ‘To venture into development”, chaired by Virginio Briatore, a philosopher of design, and attended by Cesare Ferrero, Managing Director of BNP Paribas Real Estate Property Development Italy and Severino Salvemini, Professor of business management at Università Bocconi and director of the degree course in Economy for the arts, culture and communication (CLEACC). A meeting that combined culture and improvisation; craft and spontaneity, in order to foreshadow less anxiety-inducing scenarios. The conversation started with the metaphor of the mouthpiece – all covered, insane, under water, with the mouthpiece – suggested by Severino Salvemini to draw an accurate picture of how the big economic groups are idle and Cesare Ferrero pointed out the fine distinction between “appetite for risk” and simple “survival imposed by a situation of scarcity”. And if the academic world, according to Ferrero, doesn’t seem to realize the gravity and paralysis of enterprises’, in particular in the public sector, however the symptoms of the disease our society seems to suffer are clearly pointed out. A stalemate, a sort of organizational anorexia – Salvemini states – where new rules are needed for a new generation of strategies and people have to be assessed also on a risk taking basis because now the only real risk is not to risk and without risk there is only mediocrity and stagnation. Ferrero, promoter of some important property developments, thinks that the difficulty lies in running ahead when those on the rope follow the slow pace. And in accepting a culture that changes only if forced to change without understanding the good opportunities arising from each risk. Maybe a risk means less certainties, but also a futher chance of happiness and intensity, as stressed also by a great master of thought I as Jorge Luis Borges. us 1/11 71 management real estate a cura di Area Comunicazione AREL www.arel-italia.it Con questa rubrica inizia la collaborazione con AREL che porterà il suo contributo in ogni numero della rivista US. CONSIGLIO DIRETTIVO DA GENNAIO 2011 È IN CARICA IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO DI AREL, CHE HA IL COMPITO DI GUIDARE L’ASSOCIAZIONE PER IL PROSSIMO TRIENNIO. PRESIDENTE È STATA NOMINATA FRANCESCA LE SIGNORE DEL REAL ESTATE ZIRNSTEIN, DIRETTORE DELL’AREA RICERCHE DI SCENARI IMMOBILIARI. ALLA VICEPRESIDENZA C’È PAOLA RICCIARDI, EUROPEAN L’associazione “rosa” italiana che guarda al mercato internazionale COORDINATING MANAGER DEL GRUPPO REAG. SEGRETARIO GENERALE È LAURA PIANTANIDA, COSTITUITA NEL LUGLIO 2006, AREL (ASSOCIAZIONE REAL ESTATE LADIES) NASCE PER CREARE UNO SPAZIO IN CUI LE PROFESSIONISTE E LE MANAGER CHE OPERANO NEL SETTORE DEL REAL ESTATE ITALIANO POSSANO CONFRONTARSI, CONDIVIDERE E APPROFONDIRE LE RISPETTIVE ESPERIENZE PER CONTRIBUIRE ALLA CRESCITA DELLE PROFESSIONALITÀ E ALLA INNOVAZIONE DI UNO DEI SETTORI STORICI DELL'ECONOMIA ITALIANA. PRESENTE SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, ANNOVERA ATTUALMENTE CIRCA 260 ISCRITTE. REAL ESTATE LADIES The ‘pink’ Italian association looking to the international market AREL Associazione Real Estate Ladies was established on 19th July 2006 with the aim to be and to offer a point of reference and a space within sharing experience and knowledge to the women working in Italian real estate industry. As of January 2011 it consists of about 260 members. AREL promotes workshops, conferences focusing on themes across the entire real estate investment cycle. Moreover, AREL Associazione Real Estate Ladies is focused in enhancing and developing the awareness of role of women with particular I respect to real estate sector. 72 1/11 us Un’associazione di genere, certamente, ma orientata allo sviluppo delle figure professionali impegnate in prima linea e in ruoli di responsabilità nel mercato immobiliare. AREL è, innanzi tutto, un luogo del confronto. La peculiarità di raccogliere trasversalmente tutte le professionalità coinvolte nella filiera immobiliare, dai progettisti ai consulenti, dai dirigenti di azienda alle libere professioniste, dalle imprenditrici alle specialiste del credito e delle valutazioni di impresa, rende AREL un osservatorio unico, una piattaforma di scambio e integrazione di competenze che risponde davvero a tutte le caratteristiche, le potenzialità e le innovazioni possibili all’interno del mercato immobiliare. Un’associazione di donne, perché sono tante le professioniste impegnate nel real estate, portatrici di una formazione eccellente, spesso centrali nei processi decisionali e realizzativi. AREL riunisce queste competenze e le valorizza, innanzi tutto, curando un annuale calendario di formazione sia tecnica e business oriented sia più mirato alla crescita personale, che risponde ai temi più attuali sul mercato, ma anche alla necessità di condividere tempestivamente novità e aggiornamenti e confrontare le esperienze, per migliorare l’approccio professionale. AREL è, poi, informazione. La presenza trasversale sul mercato e un importante lavoro di intercettazione, raccolta, selezione e aggregazione delle informazioni si traducono in una Newsletter periodica, che diventa per le iscritte uno strumento ricco e immediato per avere una visione ampia e completa di quanto avviene nel mercato e per un ulteriore scambio di notizie e opportunità messe a disposizione dal network. AREL è, infine, una rete di relazioni, di conoscenze e di privilegiato contatto per aprire le strade a nuove occasioni di business e dare vita a progetti che, proprio nell’incontro tra professionalità diverse ma legate, possono diventare concrete realizzazioni. Una realtà nazionale con un occhio che guarda al mercato internazionale: le associazioni di donne del real estate esistono infatti, e da tempo, in USA, UK, Germania, Francia e Spagna. Con molte di queste, AREL ha avviato, fin dalla sua nascita, contatti e scambi e porta avanti I una politica di relazioni permanenti. AD DI REDDY’S GROUP. LA TESORERIA È AFFIDATA A PAOLA LUNGHINI, DIRETTORE RESPONSABILE DELLA RIVISTA ECONOMIA IMMOBILIARE E PENNA STORICA DEL GIORNALISMO DEL SETTORE. COMPLETANO IL CONSIGLIO MARZIA MORENA (POLITECNICO MILANO), SABRINA SUMA (GARRETTI ASSOCIATI), BENEDETTA VIGANÒ (STUDIO VIGANÒ), SILVIA PLANDO (HAWORTH CASTELLI), TIZIANA GALLETTA (REFIN CERAMICHE), MARIA ELENA FANTASIA (PROPERTY INTERNATIONAL), CHIARA ALTAMURA (CONSULTANT), ROSSANA SEMPIO (POLARIS INVESTMENT ITALIA), SILVIA SERTORIO (GRUPPO STATUTO), VALENTINA DELLI SANTI (NCTM, ROMA), CRISTINA FERRARI BRAVO (FIMIT SGR, ROMA), ANTONELLA CHECHILE (REAL EDIL, SALERNO). PAD 24 STAND D07-D11