Quotidiano.net - Luigi Settembrini

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Quotidiano.net - Luigi Settembrini
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Classe III – sez. B
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Allestimento di Marco Inzerillo
Supervisione di Luca Mastropietro
Quotidiano.net
Qual è la parola che vi racconta meglio?
La parola che mi racconta al meglio? Perseveranza.
Tra tutte le parole della lingua italiana, quella che mi rappresenta al meglio è
probabilmente “perseveranza”, virtù a volte difficile da sostenere.
Perseverare vuol dire porsi un obiettivo e cercare di raggiungerlo, senza permettere a
niente e a nessuno di ostacolarci.
Vorrei incarnare questa virtù, che vuol dire anche rialzarsi dopo essere caduti.
Di solito quando mi pongo un obiettivo, cerco di impegnarmi al massimo per
raggiungerlo. Per esempio, recentemente ho iniziato a giocare a hockey in una squadra di
ragazzi più grandi e che giocano da più tempo di me, però non mi sono arreso e ad ogni
allenamento ho cercato di dare tutto me stesso per migliorare. E’ chiaro che in un primo
tempo non posso aspirare a giocare da titolare, ma se continuerò ad impegnarmi così, ci
riuscirò presto, è solo questione di tempo.
Un altro esempio, magari più appropriato rispetto al mio, può essere quello dei giovani
ricercatori universitari che da anni combattono contro il cancro e che si accontentano di
uno basso stipendio per cercare una cura apparentemente impossibile; nonostante questo
sono contenti del loro lavoro e si impegnano con passione e dedizione.
L’esempio per eccellenza della perseveranza è Nelson Mandela, che dopo essere stato
rinchiuso in carcere per 27 anni dal regime dei “bianchi”, è uscito e, invece di vendicarsi,
ha pensato soltanto a raggiungere il suo obiettivo: una “nazione arcobaleno” e la
riappacifacazione tra “neri” e “bianchi”.
Anche se questo poteva sembrare impossibile all’inizio, come ha insegnato Nelson
Mandela: “sembra sempre impossibile finché non viene realizzato”, con un po’ di
dedizione e impegno si arriva sempre all’obiettivo: dalle semplici difficoltà quotidiane di
un adolescente, alla ricerca per il cancro o alla ricostruzione di una nazione.
Non dico che gli obiettivi difficili non abbiano bisogno di tempo, ma la ricompensa finale
vale tutti gli sforzi. Cerco, quindi sempre di raggiungere i miei obiettivi, anche se difficili,
facendo un passo alla volta di una lunga camminata e mettendo un mattoncino ogni
giorno per costruire una casa.
Questo per me vuol dire perseveranza.
REALTA'
Esatto. La parola che mi riassume meglio è realtà. Rappresenta il mio carattere, il mio
modo di pensare e di agire; su questa base regolo le mie aspettative e di conseguenza le
mie azioni. Conoscere la realtà mi rende sempre sicuro di quello che dico faccio e penso.
Grazie a questo riesco ad essere razionale rispetto agli avvenimenti che mi capitano e mi
aiuta a non crearmi delle illusioni che non potrei realizzare. Attenersi strettamente a ciò
che ci accade, però, può diventare deprimente, infatti io mi faccio spesso programmi per
il futuro attenendomi sempre alle mie possibilità di riuscita. Vedere la vita in maniera
razionale porta, in genere, a fare delle scelta migliori rispetto a quando si decide di
"pancia". Una decisione importante, magari presa sull'onda dell'entusiasmo senza averci
ragionato molto, potrebbe rivelarsi sbagliata e farci pentire di averla presa perchè gli stati
d'animo possono cambiare ma per scegliere ciò che è importante per noi bisogna"usare la
testa". Se agissi d'istinto tutte le volte in cui ne ho l'occasione la mia vita sarebbe
diventata un inferno perchè troverei enormi difficoltà in tutto ciò che mi riesce
normalmente. Alla fine credo che la parola "realtà" faccia di me un quadro molto preciso.
Per esempio vedo Dio più che altro come un ideale di vita retto e giusto, al quale
dobbiamo cercare di somigliare il più possibile, non una persona da venerare ciecamente
senza capire nulla della Fede. Amo restare concentrato sulla realtà e fare progetti
tenendola sempre in considerazione. Un filosofo dell'antica Grecia credeva che la vita
fosse breve e che bisognava godersi ogni attimo come se fosse l'ultimo. Io non la penso
come lui. La vita, eccetto eventi rari, ai nostri giorni non è poi così breve perchè tutte le
esperienze che si presentano arricchiscono la nostra esistenza, plasmano il nostro
carattere e secondo me vanno affrontate usando la ragione perchè solo così la possiamo
superare per diventare più forti e sicuri di noi stessi.
Mario Rusciani III B
Lettere sparse
Guardare e vedere oltre, altro, attraverso. La realtà punto di partenza per creare qualcosa
che è solo Nella mia fantasia. In un tratto distratto su un foglio vedere una foglia. Sul
vapore del vetro in cucina dipingere Il mare, sapendo che appare e scompare. Da una
Semplice frase raccontare una storia, inventare, creare, Immaginare e poi scrivere per
fermare, per non dimenticare mai le idee. Un gomitolo di lana rossa cade sul pavimento,
si nasconde in un Angolo e non lo vedo più. Il filo come se fosse un fiume, una linea, uno
spaghetto al ragù, una strada che porta lontano chissà dove. Dall’Altra parte del bosco
vedo una casa piccolina, col tetto di cioccolato e le finestre di marzapane. Apro gli occhi.
Trovo un Foglio e una penna. Ogni giorno è una storia da raccontare.
Questa sono io, una ragazzina che è molte volte, come si suole dire “tra le nuvole”,
immersa nelle proprie idee. Tutti questi pensieri, sono dedicati A rendere felice qualcuno,
creando qualcosa d’insolito, strano ma speciale, un disegno come una piccola storia, che
lo rappresentino. Questi sono gli strumenti che uso quotidianamente.
Qual è secondo voi la parola che mi rappresenta al meglio? Per scoprirlo risolvete
l’anagramma.
Elisabetta Fatello III B
Il racconto delle parole
Le parole, il mezzo attraverso cui esprimiamo una nostra opinione.
Le parole, il modo in cui riusciamo a far sapere agli altri come ci sentiamo e chi siamo.
Le parole sono astratte, ma riescono ugualmente a far sperare anche quando è
impossibile.
Le parole per alcune persone possono essere l’unica ancora di salvezza.
Le parole sono l’arma più potente per ferire una persona, ma sono anche il modo più
semplice per rendere felice una persona.
Le parole sono infinite, come si scelgono quelle più adatte per descrivere una persona?
Ognuno di noi può essere descritto in base a diverse angolazioni: il carattere, l’aspetto
fisico, gli interessi…
Ci sono parole adatte per ognuno di noi, bisogna solo trovarle, ma ci si può raccontare in
una sola parola? Secondo me un aggettivo che ci racconta un po’ tutti è complesso, io non
riuscirei a trovare un aggettivo che esprima i miei sbalzi di umore, i miei interessi che
qualche volta vengono abbandonati per pensare agli amici, il mio rapporto con i miei
genitori che un giorno è perfetto e quello dopo vorrei scappare di casa, l’importanza che
hanno i miei amici nella mia vita e la voglia che ho di stare con loro che scompare nei
momenti in cui preferisco stare sola…
Si è troppo complessi per riuscire a far sapere agli altri chi siamo veramente in una sola
parola, molte volte gli scrittori descrivono un personaggio per pagine e pagine, e adesso
ci chiedono qual è la parola che ci racconta meglio?
Se io dovessi rispondere a questo quesito direi che sono una persona opposta,
naturalmente chiederanno spiegazioni e io in quel momento le dovrò dare o capiranno da
soli che per conoscermi dovranno aspettare, passare del tempo con me per chiarirsi le
idee su quella risposta vaga che suscita curiosità.
Se si è curiosi di sapere come è quella persona le daremo il tempo necessario per farcelo
spiegare e non pretenderemo che si descriva in una sola parola.
Laura Torelli
“essere sensibili, una nuova caratteristica di me stessa”
Provo. Provo a capire quali siano quegli elementi che montati assieme formino il vero
puzzle della mia personalità, sono vaghi, confusi. Girano a vuoto nella mia mente,
cercando di suggerirmi quale sia il vero aggettivo che possa raccontare la vera me. È
difficile, ma ritento. Solo dopo, decido, è più facile di quanto credessi. Inizio a mettere le
mie caratteristiche in fila come se fosse un largo ripiano pieno di film, ognuno con le
proprie stravaganze e originalità. Capisco, è il momento quello che conta veramente,
quello che ti fa cogliere l’attimo, facendoti vivere non il futuro, non il passato, ma il
presente. Penso che in questo momento, nonostante la mia personalità piuttosto
complessa, la parola che mi racconta al meglio sia “sensibile”, perché anche se essa era
ed è sempre stato un elemento caratterizza la mia personalità, è soprattutto in quest’anno
che grazie ad essa ho potuto analizzare le questioni che mi si ponevano davanti,
guardandole con occhi diversi, e rendendomi veramente conto quale interminabile abisso
ci sia fra coloro che guardano la vita con occhi superficiali e distratti e invece quelle altre
persone che osservano, percepiscono le situazioni e agiscono di conseguenza. Cerco
quasi sempre quando un persona parla, di percepire se la questione o la riflessione da loro
detta, sia stata espressa con sincerità e da quale pensiero essa venga. Purtroppo sono
molto timida con gli altri, e non riesco a dire veramente quello che penso, escluse poche
persone. Concludendo, penso infine che l’unica parola che possa descrivermi al meglio in
questo periodo sia appunto l’essere sensibili, definita dai miei comportamenti, dalle
azioni che svolgo e dalle osservazioni che, anche se poche, determinano il mio modo di
pensare.
Valentina Amati III B
Amicizia
Le parole sono importanti. Hanno spesso caratteristiche contrapposte: possono essere
estremamente profonde, ma anche superficiali, possono offenderci e farci soffrire, ma
possono anche difenderci, coccolarci e renderci felici, trasformando completamente il
nostro stato d’animo; ci possiamo nascondere dietro di esse, ma soprattutto attraverso le
parole possiamo trasmettere ciò che proviamo, i nostri sentimenti ed anche le nostre
necessità e le nostre opinioni.
Le parole sono presenti in ogni situazione e svolgono una funzione fondamentale, ma da
sole non avrebbero alcun valore, loro dipendono dalle persone, sono come dei robot al
servizio di noi umani e quindi non hanno nessuna responsabilità perché siamo noi che a
volte le utilizziamo in modo negativo senza pensare alle conseguenze.
La parola che mi rappresenta meglio è la parola “amicizia” perché esprime un valore che
nella mia vita è molto importante. Questa parola ha però per me un significato più ampio
di quello comune: è condivisione di gioia, di sofferenza, di qualsiasi stato d’animo.
Come dice Francesco Violi, l’amicizia è:
“L’amicizia è asciugare una lacrima, appoggiarsi su di una spalla, dividere il peso di un
segreto. Si inizia da piccoli, giocando con un pallone, magari bucato e cadendo
graffiandosi le ginocchia, ed eccolo che ti dà una mano per aiutarti a rialzarti... Rubare i
melograni da un orto e poi scappare perché sorpresi dal padrone e venire puniti restando
chiusi in casa, ma l'amico è sempre là. Si ride, si litiga e poi si cresce. Le strade iniziano
a dividersi e gli amici diventano come le stelle:
non le vedi sempre, ma sai che esistono, pronti ad ascoltarti...
Un amico è una mano in più, è un fratello che non hai mai avuto”
Virginia Frosi
La mia parola è .... e la vostra ?
Sono molte le parole con cui potrei essere descritto, tra queste una in particolare mi
rappresenta: "introverso", esprimendo riservatezza e timidezza, comportamento che
manifesto solo con i parenti, con i coetanei ho un rapporto comunque più spontaneo.
Introverso è l’aggettivo che più mi racconta, significa essere chiusi in se stessi e non
parlare dei fatti propri; a volte forse mi chiudo per paura di essere giudicato prima
ancora di proferir parola o penso all'idea negativa che gli altri possono farsi di me.
Ognuno cambia umore in base a quanto è accettato dalle persone, con un’opinione
positiva si diventa felici, altrimenti si è tristi, ma tristi si rimane anche quando non si
prova ad interagire con gli altri dicendo la pura verità.
Per questo non sono felice della mia introversione, perché non dico ciò che penso.
Credo che dovrei iniziare a tuffarmi tra le onde del fiume e scorrere assecondando la
corrente: "Tentar non nuoce " e “Chi non risica, non rosica” sono detti che dovrebbero
incoraggiarmi, ma una cosa considero certa perché ogni giorno osservo: ”Chi sorride per
primo ride col mondo, chi piange è solo”. Per ora la parola che più mi descrive è
l’introversione, ma ho una lunga strada dinnanzi, spero solo in futuro di imparare ad
avere più fiducia in me stesso e negli altri, lasciandomi dietro ogni paura come un ricordo
svanito.
Non conosco la parola che più si addice a voi che mi leggete… è così difficile capire se
stessi!
Matilde Soana
“Completami con una parola”.
Ognuno di noi, ha una parola che lo racconta meglio... questa parola può avere origine
dal proprio carattere, dai modi di vestire o semplicemente da una propria caratteristica
fisica. Ad ognuno di noi nella vita sarà sicuramente capitato di avere una appellativo
datoci dai nostri amici o dai nostri familiare. Ricordo, quando avevo 7/8 anni, che mio
padre mi soprannominò “Doraemon” ovvero il gatto che è protagonista di una serie
animata dalla testa rotonda. Il motivo fu appunto quest'ultimo. Una parola che mi può
raccontare meglio adesso? Non ce n'è una e anche se volessi e mi sforzassi a trovarla.
Preferisco che siano glia altri a sceglierla per me visto che sono semplicemente Ricky,
per gli amici invece “Farno” oppure “Farn”: insomma, più che parole che mi possano
descrivere sono delle abbreviazione dovuti alla confidenza che si ha nella vita.
Riccardo Farnetti