«Vado in tour per celebrare il passato Ogni sera penso a Jackson e
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«Vado in tour per celebrare il passato Ogni sera penso a Jackson e
Corriere della Sera Venerdì 8 Luglio 2016 SPETTACOLI La rassegna Dal 15 al 24 luglio torna il Giffoni Film Festival. La kermesse dedicata al cinema per ragazzi, diretta da Claudio Gubitosi, è giunta alla sua 46esima edizione. Il tema di quest’anno è «Destinazione». I film in gara saranno 105 e, come sempre, verranno giudicati da 4151 giovani, dai tre anni in su, provenienti da 51 Paesi. In cartellone anche otto anteprime, quattro eventi speciali e un teaser. Si comincia con Alla ricerca di Dory, ultimo cartone targato Pixar che sta già sbancando il box office americano e arriverà in Italia il 16 settembre. Fra le altre premiere Ghostbusters, Io prima di te, Jennifer Aniston e Mika incontrano i ragazzi di Giffoni Il personaggio 47 con Sam Claflin e Emilia Clarke de il «Trono di Spade», New York Academy e il film tv di Sky «Fungus the Bogeyman» con Timothy Spall. Tante le star, nazionali e internazionali, in arrivo nella località campana. Su tutte, il cantante Mika e l’attrice Jennifer Aniston. Parteciperanno agli incontri con i ragazzi anche il regista e la protagonista di Lo chiamavano Jeeg Robot Gabriele Mainetti e Ilenia Pastorelli, Miriam Leone, Valerio Mastrandrea, Maccio Capatonda, Lino Banfi, il cast di di «Gomorra» e il regista Matteo Garrone. A lui andrà il premio Truffaut (mi. sar.) © RIPRODUZIONE RISERVATA «Vado in tour per celebrare il passato Ogni sera penso a Jackson e Prince» Lionel Richie in arrivo al Summer Festival. «È come se avessi perso due figli» Nel 1985 Lionel Richie è nato a Tuskegee, in Alabama, nel 1949. Dopo gli esordi con i Commodores, ha intrapreso la carriera solista vendendo 100 milioni di dischi. Tra i suoi successi «All Night Long», «Say You, Say Me» e «Endless Love» Nel 1985, Richie scrisse con Michael Jackson «We Are the World», in favore dell’Etiopia colpita da una carestia. Il brano, a cui parteciparono 45 artisti americani, vinse il Grammy Award (nella foto Richie e Jackson premiati) A nche oggi Lionel Richie è di buonumore. Ti abbraccia con gli occhi, con quel sorriso figlio degli anni Ottanta e l’intercalare «fratello» che azzera le distanze fra lui e le tre generazioni di pubblico che si ritrovano ai suoi concerti. In un tour che è una sorta di karaoke revival colorato: il pubblico canta e balla come fosse a una festa. Richie torna in Italia per tre date: lunedì a Piazzola sul Brenta, poi al Lucca Summer Festival (il 12) e alle Terme di Caracalla di Roma (il 14). «Il giorno che mi ritirerò dalle scene mi piacerebbe venire a vivere in Italia, magari in Toscana: siete unici nell’esprimere emozioni. L’Italia è un concentrato di differenze, di diversità che mi affascinano», racconta. E così l’ex ugola d’oro dei Commodores, archiviati i piani di reunion della band (del resto anche Paul McCartney ripete spesso che i ricordi dei Beatles sono meglio dei Beatles), continua a stupire da nonno del pop. Lo è ormai per saggezza musicale ma anche grazie alla figlia (adottiva) Nicole che gli ha regalato due nipoti, avuti dal cantante dei Good Charlotte. C’è un segreto per resistere sul palco da 50 anni? «L’adrenalina che ti trasmette la gente. Ho sempre cantato storie vere, reali. Quello che i politici di ogni generazione e continente non sanno più fare: hanno perso la capa- cità di ascoltare la gente». Da ragazzino pensava che avrebbe avuto successo? «No, ero troppo timido. In un periodo storico difficile. Ero un bambino nell’Alabama segnata da scontri razziali. Ricordo un giorno, a 9 anni: avevo bevuto da una fontanella per bianchi. Aggredirono mio padre e lui non reagì. Anni dopo mi spiegò che aveva dovuto scegliere se essere un uomo o un padre». Poi però ha venduto oltre 100 milioni di dischi. Chi è l’erede di Lionel Richie? «Bruno Mars, per quello che scrive. E The Weeknd, fa il genere del futuro». Anche lei si adegua alla moda del rap... «Ascolto hip hop e mi influenza. Ma in realtà la musica è un cerchio magico: tutto torna. Quello che resta sono le melodie. Adele e i Coldplay in questo sono i migliori. Questo tour nato per celebrare il passato, con una serie di hit, potrebbe diventare l’anticamera di un nuovo disco». Intanto il digitale e le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di fare musica... «Tutto è cambiato per restare uguale: se incidi una hit, non importa in che modo la registri, resta una questione di melodia». Che consiglio darebbe ai giovani artisti di oggi? «Credere in quello che scri- vono. All’inizio della mia carriera mi dicevano che i miei pezzi erano troppo black per le radio pop, ma troppo bianchi per quelle r’n’b. Così ho iniziato a scrivere per me stesso. Non per il palato delle case discografiche». Non fa politica, ma tanta beneficenza. «Non sono troppo religioso, ma penso che la missione di un artista sia dare voce a chi ne ha bisogno. Lo vivo come il vero scopo della mia arte e della mia vita. Ho aiutato tanto la Breast Cancer Research Foundation, da quando a mia nonna fu diagnosticato un cancro al seno. Aveva 80 anni, ha vis- Il serpente Per scrivere «We Are the World» mi ritrovai a casa di Michael tra cani e un pitone albino Sul palco Lionel Richie, 67 anni: per la popstar tre concerti in Italia a partire da lunedì Gli appuntamenti Van Morrison e Tom Jones: a Lucca la formula dei doppi concerti Con il sax Van Morrison La novità sarà la formula del doppio set. Due (grandi) artisti a dividersi il palco. Prima uno, poi l’altro. Toccherà a Van Morrison e Tom Jones domani aprire in piazza Napoleone a Lucca la 19esima edizione del Summer Festival. Martedì sarà la volta di Lionel Richie, che avrà come special guest della serata gli Earth Wind & Fire. In calendario non solo soul. Il 17 luglio ci sarà la serata rap nostrana, con Fabri Fibra, Clementino, Marracash e Guè Pequeno. Il 20, in calendario, Simply Red più Anastacia. In programma, fino al 27 luglio, anche Negramaro, Beppe Grillo, Marco Mengoni e Edoardo Bennato. (s. l.) © RIPRODUZIONE RISERVATA suto fino a 103». Cosa pensa quando riascolta «We Are the World»? «Ricordo la genesi di quel brano. 1985: Harry Belafonte mi chiamò chiedendomi il motivo per cui tanti bianchi si battevano per salvare i neri, ma non altrettanti neri erano così impegnati nella causa. Chiamai Quincy Jones, che poi produsse il brano. Mi ritrovai a casa di Michael Jackson per scrivere il pezzo: circondato da cani che abbaiavano e da un pitone albino che mi aveva preso in simpatia». Quanto le manca Michael Jackson? «Penso a lui ogni sera. Perdere lui e Prince è stato come perdere due figli. Sono i due artisti più creativi che abbia mai conosciuto». Stefano Landi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il concerto dell’ex Pink Floyd a Pompei Gilmour: bello essere di nuovo qui tra vecchi e nuovi fantasmi DALLA NOSTRA INVIATA La storia Il passato si confonde col presente per David Gilmour: 45 anni fa era all’Anfiteatro Romano di Pompei con i Pink Floyd. Ieri fra quelle stesse rovine ha portato il tour Rattle That Lock (si replica stasera; poi, il 10 e l’11 luglio Gilmour sarà all’Arena di Verona). Gilmour non è più il 25enne dai capelli lunghi che a torso nudo suonava «Echoes». Ma a 70 anni mantiene lo sguardo tagliente e assassino, come la maestria nelle dita. Tutto esaurito a Pompei, 2500 persone per sera, posti in piedi a 300 euro (lo Stato rice- POMPEI All’Anfiteatro Romano di Pompei i Pink Floyd suonarono nel 1971, per il documentario del regista Adrian Maben David Gilmour è tornato ieri (e replica stasera) da solista per il tour «Rattle That Lock» verà più di 300 mila euro dai due show e dal live di Elton John, il 12 luglio). Dopo più di duemila anni si consuma per la prima volta il rituale del rock con i suoi discepoli (il pubblico) arrivati da tutto il mondo: è il concerto in cui la Storia ammira se stessa. Gilmour parte con le canzoni del nuovo album, «Rattle That Lock», per arrivare a «The Great Gig in the Sky» da «The Dark Side of the Moon», mai proposta in questo tour; che conclude con un «è bello essere di nuovo qui dopo tutti questi anni, in mezzo a voi, a vecchi e nuovi fantasmi». Poi una dedica:«A Boat Lies Wai- Anfiteatro David Gilmour, 70 anni, ieri durante il concerto a Pompei ting», per l’ex tastierista dei Pink Floyd, Rick Wright, scomparso nel 2008. L’Anfiteatro, illuminato con fiaccole e luci led sembra una sfera di fuoco. I suoni e le emozioni si amplificano, specie quando arrivano le canzoni dei Pink Floyd disseminate nelle 3 ore di concerto. Lo schermo rotondo è l’unico arredo del palco lasciato scoperto: con le sue immagini e i colori splende come un astro sugli assoli del chitarrista. Syd Barrett, scomparso proprio il 7 luglio di 10 anni fa (un’altra coincidenza della Storia) era già fuori dalla band quando Waters, Mason, Gilmour e Wright suonarono qui, senza pubblico: per la prima volta un sito archeologico si apriva al rock. Fu una performance per pochi: una decina di tecnici e qualche imbucato. La band era lontana dalla leggenda, ma quella performance diventò un film culto, Live at Pompeii. Adrian Maben, regista di allora, che ha allestito una mostra sotto l’Anfiteatro, fa rivivere quel passato. Gilmour traghetta la Storia nel futuro con «Return to Pompei», il dvd che sta girando Gavin Elder. «Sono di nuovo a casa, un sogno che si realizza», ha commentato quando gli è stata consegnata la cittadinanza onoraria. È il figliol prodigo del rock. A Pompei, ma non solo, lo aspettavano. Da 45 anni. Sandra Cesarale © RIPRODUZIONE RISERVATA