centrostorico - San Felice Circeo
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centrostorico - San Felice Circeo
Territorio Archeologia fantastica Consolidare è meglio che improvvisare Il Seggio della Fortuna di Giuseppe Cerasoli di Stefano Pagliaroli a pag. 3 Il fatto La scuola Borgo Montenero Il nido del cuculo Il progetto “Adotta un monumento” Una piscina privata nel parco pubblico di Francesco Novelli di Umberto Salvatori di E. Dantes a pag. 4 a pag. 7 a pag. 8-9 a pag. 11 CENTRO STORICO sotto ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO” la notizia Editoriale Spero meliora (Spero in cose migliori) di ALESSANDRO CRESTI I l 9 maggio scorso la FEE, organismo internazionale per l’educazione ambientale, ha conferito le “bandiere blu” ai comuni rivieraschi d’Italia, capaci di coniugare la pulizia del mare e delle spiagge con il più largo concetto di vivibilità. Nel giudizio si tiene conto non solo dell’”acqua cristallina”, ma di tutta una serie di servizi a terra: perfetta depurazione delle acque reflue ed efficiente rete fognaria su tutto il territorio comunale, raccolte differenziate, vaste aree pedonali, piste ciclabili, aree verdi, divieto assoluto di accesso alle spiagge per gli autoveicoli, arredo urbano curato, stabilimenti balneari ben custoditi e curati, dotati di tutti i servizi e di personale addetto al salvamento, ampio spazio dedicato ai corsi di educazione ambientale, rivolti in particolare alle scuole e ai giovani, agevolazioni per i portatori di handicap, pubblicità obbligatoria con affissione pubblica dei dati sulle acque di balneazione, strutture alberghiere, servizi di utilità pubblica sanitaria, informazioni turistiche, aree protette, segnaletica aggiornata, presenza di attività di pesca ben inserita nel contesto della località marina. Tre sono stati i Comuni pontini destinatari del prestigioso riconoscimento, Sabaudia, Sperlonga e Gaeta, mentre è rimasto escluso San Felice Circeo, che, oltretutto, ha fatto come i gamberi e, rispetto all’anno scorso, è retrocesso. Questi tre Comuni sono stati premiati non solo per la pulizia continua a pag. 6 MAGGIO SAN FELICE CIRCEO BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 4 N. 18 - GIUGNO 2006 VUOTI DI MEMORIA Il personaggio Fu l’artefice del primo Piano Regolatore Clemente Busiri Vici Amava molto il mare del Circeo. Lo ricorda il figlio Saverio S crivo volentieri i miei ricordi del Circeo, dalla fine degli anni ‘30 (anni in cui cominciai a frequentarlo) fino a pochi anni fa, allorché abbandonai il luogo, poiché mi sembrava avesse perso le sue caratteristiche più intime naturalistiche, per troppe auto, traffico, avvento di popolazione (non locale) poco corretta verso la natura e senza educazione nella convivenza ecc. Socializzare certamente ma con educazione e rispetto delle regole, non rivelarsi invadenti e senza sensibilità alcuna per il luogo. Parlando degli esordi del Circeo come luogo di rifugio e fuga dal caotico vivere cittadino e distrazione dalla stressante vita lavorativa, penso inevitabilmente a mio padre Clemente Busiri Vici (1887-1965) famoso architetto in Italia e all’estero - innumerevoli lavori importanti a Roma ed in tutta Italia, inoltre a Londra (Ambasciata d’Italia), a New York (Padiglione delle Nazioni ’39), al Cairo (scuole), in Tunisia (scuole, Casa d’Italia), in Svizzera (Lugano), a Rio de Janeiro (Casa d’Italia – scuole), ecc. - che fu tra i primi scopritori e valorizzatori di tale magnifico luogo, fin dalla fine degli anni ‘30, quando con i suoi sette figli (uno dei quali il sottoscritto) si recava per vacanza alla pensione Maga Circe, che allora era un piccolo edificio di poche camere dove spesso con la barca a vela del figlio del proprietario Superti si aveva occasione di Clemente Busiri Vici esplorare e ammirare le meravigliose scogliere contigue, le grotte marine misteriose, i precipizi rocciosi a piombo sul mare, assolutamente isolati dal mondo, senza presenza umana e di notevole suggestione. La popolazione locale, dedita prevalentemente alla pesca, era forte e generosa, tutta gente onesta e perbene: Maiolati, Matacchioni, Felicetto, il cac- S ciatore, il dott. Malandrucco, sempre pronto ad intervenire; Luigi, anche lui disponibile per ogni aiuto, Biagio il fabbro ecc. ecc.. Mio padre contribuì a “lanciare” il luogo anche se in seguito perse l’entusiasmo iniziale tanto da desiderare negli ultimi suoi anni di ritirarsi in una casetta da costruire sulla cima della retrostante montagna. Si era reso conto che i nuovi arrivati poco erano sensibili e inclini verso la natura, l’ambiente, i silenzi, la vita semplice e contemplativa. Comunque agli inizi conobbe un signore svizzero, naturalizzato al Circeo, proprietario di mezza montagna e con un casale “lussuoso” che aveva costruito per viverci tutto l’anno. Aveva importato dal Centro-America piante esotiche da trapiantare nella sua proprietà e commerciava cioccolacontinua a pag. 2 Spero meliora Vuoti di memoria Clemente Busiri Vici Territorio Consolidare è meglio 1 3 4 Il Seggio della Fortuna Memorie dei percorsi antichi 5 6 Lettere al Direttore 7 Il nido del cuculo “Adotta un monumento” 8-9 Territorio Erosione costiera 10 Borgo Montenero Nuova piscina privata 11 Delibere 12 Intrattenimento Personaggi – Oroscopo 13 Sport Calcio-Nuoto 14 Tempo libero Cucina – Letture che improvvisare Storia Lettere Il fatto Scuola gi legati a San Felice Circeo – in questo numero parliamo di Clemente Busiri Vici, architetto famoso in Italia e all’estero, che fu tra i primi negli anni ’30 a scoprire, valorizzare, rispettare ed amare il Circeo. Di lui ci parla il figlio Saverio anche lui architetto, che, insieme agli altri sei fratelli, fu coinvolto in una vita quasi primitiva in una casa sul punto più avanzato del Promontorio, senza strade, luce, acqua potabile e telefono, totalmente immersi in una natura incontaminata e selvaggia, ma profumata e colorata. Clemente Busiri Vici redasse il Piano Regolatore di San Felice Circeo, su incarico del Comune e del barone Aguet. Realizzò anche le due chiese del Paese, una vicina al mare e quella del Patrono al Centro Storico. o m m a r i o Editoriale Archeologia Per la serie “Vuoti di memoria” - i grandi personag- Ora legale – Poesia 15 Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 2 VUOTI DI MEMORIA Il personaggio to, il Barone Aguet. Appassionato e molto amante del luogo, se ne sentiva un poco il fondatore e il padrone. Avendo stima per mio padre gli affidò, insieme al Comune, il primo Piano Regolatore del Circeo, che fu redatto da mio padre in quegli anni lontani, secondo regole rigorose: edificabilità molto limitata, ampie estensioni a verde, e rigidi regolamenti riguardo alla contenuta densità urbanistica ed edilizia, quasi nulla, superfici ed altezze minime, uso di materiali locali. Furono gettate le prime basi della viabilità, le prime strade anch’esse da mantenersi allo stato di campagna (ghiaia, terra battuta o similari), ampie zone di assoluto rispetto ambientale. In seguito a questa alacre attività Aguet pregò papà di scegliersi a costo contenuto, per una sua dimora, un luogo nei pressi delle scogliere che a lui soddisfacesse, anche per rimanere in sito e controllarne lo sviluppo. Così mio padre a metà degli anni quaranta si costruì la casa alla baia di Torre Cervia, non lontano dal “rudere” dell’antica Torre di avvistamento, su un pianoro soprastante. Per noi giovani figli iniziò una vita nella natura, di fronte ad un mare azzurro e limpido dirimpetto alle isole Pontine, una baia adatta alla pesca di ogni genere con alle spalle siti leggendari: la grotta della maga Circe, la baia delle sirene, il precipizio, la cava di alabastro, la torre saracena, la batteria, il picco di Circe. “ “ l’architetto Busiri Vici fu tra i primi sco pritori e valorizzatori del Circeo Tutta la costa e la montagna pervasa da profumi naturali, ginepro, rosmarino, olivo selvatico, lecci, palmette mediterranee che si fondevano con l’odore del mare incontaminato. Durante l’inverno, in città, mio padre pretendeva da noi intransigenza verso i doveri della vita, orari rigorosi e dedizione allo studio ecc., ma d’estate ci lasciava libertà, offrendoci occasioni irripetibili, sia pure nella semplicità e direi quasi, nella primitività della situazione. Mentre mio padre, durante la settimana, si recava a Roma per dedicarsi al suo pressante lavoro e ci raggiungeva la domenica con i rifornimenti, noi eravamo in quel luogo meraviglioso ma privo di strade praticabili tranne una mulattiera, senza acqua potabile, senza auto, senza telefono, senza soccorsi di alcun genere e dire che di pericoli ve n’erano molti. Quei meravigliosi mari calmi e assolati potevano cambiare improvvisamente umore e trasformarsi in tempeste, sconvolgendo la costa. Ci trovavamo, infatti, nel luogo più avanzato di tutto il promontorio del Circeo, esposto a venti impetuosi, nei pressi del Faro si facevano tuffi dalle alte scogliere; a quel tempo ero anche pugile (avevo come allenatori Stive Klaus e Domenico Rea, allenatori Clemente Busiri Vici - 1950 “ il barone Aguet ed il Comune di San Felice lo incaricarono di redigere il primo Piano Regolatore del Circeo molto abili nel loro mestiere: Venerino, Beppe, Amadei, che con le loro barche gareggiavano a chi pescava di più e comunque da loro imparammo a gettare e ritrarre le reti e i vari tipi di pesca. A terra invece si organizzavano festicciole notturne e “Costantino”, singolare personaggio del luogo, suonava la chitarra per farci ballare, rallegrando le serate con le giovani amiche del tempo. Ricordo le sorelle Mila e Isabella Spani, Fiorella Verga (nipote dello scrittore Giovanni Verga) o le sorelle Morandi, che noi chiamavamo “Le Morandine”, la Vergé, in seguito tante altre, la Romano, la Imperlino e cosi via. Eravamo giovani e ci si divertiva con poco (anni ‘60). La sera si poteva andare alla trattoria del Faro, prima molto caratteristica, gestita dal Gualdoni, poi impreziosita (già meno interessante) con la denominazione di “Alfonso al Faro”, infine sciupata divenendo pretenziosa e perdendo completamente le sue peculiari caratteristiche. Ci si poteva recare al Paese di San Felice (cinema, gelati ed in seguito un porto caratteristico). Per la difesa di questo paese vale la pena di spendere qualche parola, poiché poco si fa per la sua salvaguardia e tutela mentre il suo valore storico ambientale è evidente. Anche i miei figli (anni 1960/70) Leonardo, Sebastiano, Benedetta, sopraggiunti in quegli anni e mia moglie Mariolina, hanno potuto assaporare il fa- Clemente Busiri Vici - 1962 scino e la bellezza del luogo. Comunque in seguito tutto il Circeo cominciò a peggiorare (anni ‘70/’80) modificando la propria identità. Arrivarono le strade, arrivò l’acqua, ma arrivarono anche le “cartacce”, l’inquinamento della costa, ovunque buste di plastica in mare e a terra, confusione, natura maltrattata ecc. ecc. Se da un lato si era offerto giustamente un posto al sole per tutti, dall’altro lato tra i “tutti” vi erano pure i non rispettosi della natura, i portatori d’incendi, di baccano e di abusivismo. Cominciò in un certo senso il declino. Speriamo che si possa trovare una politica che salvi “capra e cavoli” altrimenti le cose si metteranno male. Comunque la nostra vita cominciò a cambiare, si iniziò ad allontanarsi dalle scogliere, si era invitati a piccole crociere alle isole Pontine ed io iniziai a lavorare come scultore in una officina, verso la Mola, dal fabbro “Biagio”. La vita selvaggia del Circeo era finita. Vorrei qui concludere con un ricordo sull’opera svolta da mio padre, Clemente Busiri Vici, al Circeo. Oltre ad avere intuito inizialmente il valore del luogo, quasi ignorato in quel tempo se non come confine tra mare e paludi, oltre ad aver dotato il Circeo di un primo Piano Regolatore, oltre ad aver dato con la propria casa un buon modello per gran parte delle case in seguito costruite, realizzò anche le due chiese su incarico dell’amico Gemini: la prima alla spiaggia, la seconda all’interno del paese. Per quest’ultima in particolare si può dire quanto segue: mio padre aveva come suo credo architettonico, il rispetto assoluto di ogni luogo, che si manifestava con il volersi inserire il più adeguatamente possibile alle precipue caratteristiche “ “ Clemente Busiri Vici di Tiberio Mitri campione del mondo) e non avevo paura di nulla. Si faceva pesca subacquea (sono stato uno dei primi in tale disciplina) si facevano gite nel circondario (precipizio, Sperlonga, laghi Fogliano e Paola ecc.) con barchette rimediate, ma il pericolo del mare era sempre incombente anche perché la costa era rocciosa. Eravamo abituati a leggere i venti, le nuvole, i cieli, i profumi dell’aria per anticipare le tempeste, perché, avendo una riva non di sabbia ma di aguzze scogliere, non era difficile rischiare di esservi sbattuti contro ed uscirne era spesso un problema. Tutto era scuola, finché imparammo i vari comportamenti del caso. Voglio ricordare che erano gli anni subito dopo la guerra e ogni cosa era più complicata e nuova e noi eravamo giovani. A proposito delle varie gite in mare mi ritorna in mente un episodio che può rappresentare il clima di quel tempo. Ci si presentò la possibilità di recarci alle isole Pontine (35 chilometri di mare), allora erano poco usuali tali percorsi, e come mezzo di trasporto fu offerto un barcone scassatissimo, motorizzato con un vecchio motore di carro armato abbandonato durante la guerra. Tutto bene, sennonché al ritorno ci colse un mare in tempesta, nuvoloni, lampi, ondate alte come case, la notte e, soprattutto, sul più bello il motore ci piantò in asso con la conseguente prospettiva di essere sbattuti alla deriva sulle scogliere. Solo la fortuna e le correnti favorevoli ci consentirono di approdare all’alba sulle lontane spiagge di Terracina. I ricordi sono tanti e non è possibile enumerarli tutti, conducevamo comunque un modo di vita che per allora era abbastanza singolare: non essendovi la spiaggia ci trasferivamo da un punto all’altro della costa molto spesso a nuoto, anche per lunghe distanze e spesso ci si trovava lontani la sera avanzata e si dormiva “alla serena” sulle spiagge deserte, installando bivacchi con fuochi accesi; facevamo gare di tuffi dalle alte scogliere, oppure battute di pesca anche sulle barche dei pescatori del luogo. Ricordo i loro nomi, brava gente, “ segue dalla pag. 1 l’amico Gemini gli chiese di realizzare le due chiese: una alla spiaggia, l’altra all’interno del Paese ambientali e storiche. Se si osserva con attenzione tale architettura, si potranno facilmente cogliere i motivi che l’hanno ispirata. Le ripetute invasioni saracene dei secoli passati influenzarono l’architettura costiera e lasciarono il loro “segno”, come si può notare ad esempio nel CastelloFortezza che affaccia sulla piazza ed è contiguo a detta Chiesa. Credo di poter affermare che nella creazione della Chiesa di San Felice sia stato seguito uno stile mediterraneo-saraceno, con fine di ambientamento, completato da una impronta di modernità. Soluzione positiva e nuova. continua a pag. 16 IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 3 IL TERRITORIO Centro Storico Politiche di sviluppo Consolidare è meglio che improvvisare È necessario valorizzare le risorse già esistenti nostro paese e non è nemmeno meta di turisti che amino passeggiare lontano dai rumori e dal traffico. Per garantire la fruibilità dello stesso, anche in orari serali, bisognerebbe, lungo il percorso, che offre da sè la possibilità di respirare l’aria salubre ricca di iodio e di godere della vista di un paesaggio marino incantevole, aggiungere comode panchine, vasi con fiori, eventuali soste di ristoro, luoghi di incontro con piano bar, etc. La riqualificazione allo studio dell’Amministrazione, che seppur in qualche modo potrebbe andare in questa direzione, dovrebbe essere però svincolata da una decisione di giunta e portata verso una selezione, fatta mediante concorso, di una serie di progetti che siano valutati da una commissione giudicatrice di alto livello. Porto il Porto del Circeo non è certamente noto per essere uno dei più attrezzati ed accoglienti attracchi del Mediterraneo, seppur incastonato in una angolo particolarmente pregiato. Oltre ad un ripensamento sulle modalità di soluzione delle problematiche legate all’insabbiamento dell’area di ingresso, credo sia opportuno, ignorando stavolta l’ipotesi di raddoppio, riflettere su alcune opere che potrebbero garantire un miglioramento dello status quo. Gli interventi dovrebbero essere finalizzati alla riqualificazione dell’area portuale per consentirne un’adeguata e più confortevole fruizione a fini turistici e diportistici. L’ubicazione del porto, però, mette in risalto la necessità di un intervento integrato di riqualificazione del Porto e delle aree circostanti. In modo particolare, la passeggiata che sovrasta il Porto, dove sono concentrati la maggior parte degli esercizi commerciali, peraltro in notevole sofferenza negli ultimi anni, rappresenta la vera area di sviluppo. L’ area portuale è e deve essere individuata come uno dei punti nodali del sistema turistico cittadino; deve acquisire, infatti, una fondamentale centralità nella raccolta ed indirizzo dei flussi turistici. È opportuno, dunque, avviare una serie di interventi vuoi per la semplice valorizzazione degli arredi urbani, vuoi con lavori programmati e realizzati per il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture di comunicazione. Spiagge libere il progressivo abbandono delle spiagge “ “ Lungomare: il lungomare è il biglietto da visita che una località balneare turistica offre ai suoi visitatori. Lo si può paragonare a quando si varca la soglia di un albergo e si guarda attentamente al portiere che ci viene incontro. Il primo impatto determina in noi l’idea di positivo o negativo del posto dove siamo capitati. Il lungomare deve costituire, dunque, la principale attrazione di una realtà come il Circeo, un viale ampio e affollato con locali e ristoranti dove i turisti possano spendere parte del proprio tempo con soddisfazione. Il Lungomare, oggi, certamente non rappresenta un fiore all’occhiello del “ per il Centro storico è necessario partire con una progressiva pedonalizzazione e l’istituzione di comodi parcheggi bisogna riqualificare il lungomare, biglietto da visita di ogni località balneare turistica “ libere, lasciate in apparente stato di degrado, dovrebbe far riflettere circa una nuova modalità di fruizione delle stesse. L’Amministrazione non dovrebbe sottovalutare, in questa direzione, anche la predisposizione di un progetto di affidamento in gestione delle spiagge libere del Circeo ad operatori operanti del settore turistico. Tale affidamento, peraltro sperimentato in altre realtà, consentirebbe di lasciare l’ingresso gratuito, concedendo agli operatori turistici la possibilità di offrire ulteriori servizi a pagamento, che renderanno queste zone più funzio- “ “ “ prima di affrontare nuove iniziative, è meglio valorizzare ciò che è presente sul territorio “ A lla luce delle ultime indicazioni formulate dalla Amministrazione comunale in tema di politiche di sviluppo del territorio, credo sia opportuno formulare un invito a valorizzare ciò che di valorizzabile è presente sul territorio piuttosto che andare a saturarlo inutilmente con nuove e mirabolanti iniziative. Per fare ciò ho provato a dare un piccolo contributo su alcune aree che necessitano di un urgente intervento di consolidamento. Centro storico: ad eccezione di alcune valide iniziative in corso, come ad esempio il restauro del palazzo baronale, non vi è traccia, di un disegno strutturato di ripensamento del centro storico finalizzato alla sua definitiva rivitalizzazione. Ciò, infatti, non può che partire attraverso una progressiva pedonalizzazione del centro che garantisca nello stesso tempo la possibilità di poter parcheggiare comodamente e con poca spesa. La pedonalizzazione, insieme ad un ripensamento delle categorie merceologiche che porti ad una “unicità, specialità e distinzione” dei negozi del centro storico, presenterebbe, infatti, un vantaggio decisivo: gli acquirenti che riescono a trovare vari prodotti in un posto molto bello, sono, talvolta, disposti a pagare di più perché a loro piace la vivacità di una via pedonale molto frequentata. È chiaro che i commercianti e i proprietari delle abitazioni del centro hanno esigenze diverse, ma questi devono essere riconosciuti e si deve fare in modo che entrambi vedano soddisfatte le loro esigenze. Investire in una “buona architettura”, inoltre, conta: i centri urbani che possiedono edifici storici o culturalmente significativi, hanno un sicuro vantaggio se questi edifici vengono adattati per gli usi attuali. Si devono valorizzare, dunque, le caratteristiche culturali ma anche l’arredo urbano (alberi, siepi, panchine, segnaletica, etc.), che ha sicuramente un ruolo importante. di Giuseppe Cerasoli invece di pensare a raddoppiare il porto, sarebbe più opportuno migliorarne lo status quo nali alle esigenze dei bagnanti (bevande, cibi e altro). A costo zero per il Comune, garantirebbe, inoltre, gratuitamente la pulizia giornaliera dell’intero tratto di costa, l’installazione di bagni chimici, l’assistenza sanitaria di primo soccorso e il servizio di salvataggio. I bagnanti che non vorranno fruire dei servizi a pagamento potranno comunque accedere liberamente al tratto di spiaggia attrezzata. Prima di pensare, dunque, al raddoppio del porto, alla creazione di nuove darsene, all’approvazione del nuovo piano regolatore, credo sia opportuna una pausa di riflessione, ma soprattutto un’attenta lettura dei fenomeni emersi negli studi commissionati dall’Associazione a due delle principali Università italiane. Da tale lettura credo che possa evincersi anche la necessità di un approccio che porti a consolidare il nostro patrimonio e non a metterlo a rischio di nuove ed improvvisate scelte degli Amministratori pro-tempore. ■ La novità È in vendita la nuova versione, ampliata e aggiornata (III edizione), del libro Il Circeo nella leggenda e nella storia a cura del prof. Tommaso Lanzuisi Prezzo euro 32,00 IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 4 CULTURA Archeologia fantastica Storia di una lontana estate Il Seggio della Fortuna Quella notte non dormii tranquillamente. Pensavo alla scena della Fortuna vestita di nero di Stefano Pagliaroli M olti anni fa udii al Circeo una storia. Sapevo bene che il posto, soprattutto d’estate, era frequentato da gente importante. La sera facevo una passeggiata per il centro e andavo sempre a sedermi vicino alla Torre dei Templari. Guardavo giù e pensavo: adesso so perché il Circeo è una meta così ambita. In realtà la faccenda era più seria di quel che potrebbe sembrare da come l’ho riportata finora: perché la storia era certamente una soltanto, ma udii che la raccontavano anche persone che non si conoscevano tra di loro. Insomma dicevano che da qualche parte nei pressi del paese c’era un posto che chiamavano il Seggio della Fortuna e che se uno ci si sedeva anche soltanto per un momento e guardava verso il mare senza distrarsi vedeva qualcosa che gli cambiava la vita. Riferivano anche i nomi di alcuni furtanati venuti da fuori, e non ho mai capito se fosse un’espressione del dialetto locale. Poiché avevo sentito dire che si trattava di un luogo abbastanza in alto nel promontorio, i pomeriggi con qualche amico e più spesso da solo cercai di individuare almeno la zona. Se avessi trovato il seggio, non so se mi sarei fidato a sedermici. Solo una volta, dalla parte che si vedeva Ponza, in un punto molto scosceso che prima ignoravo completamente, vidi una donna, anzi doveva essere una ragazza, tutta vestita di nero che salì all’improvviso dal fondo di un dirupo e si allontanò rapidamente senza voltarsi. Non pensai che fosse la Fortuna e nemmeno mi avvicinai per controllare se il seggio fosse proprio lì (vedi la foto da me scattata il 4 maggio 2006). Quella notte non dormii tranquillamente. Pensavo alla scena della Fortuna vestita di nero, ormai la chiamavo così tra me e me, che se ne andava, e decisi che sarei tornato lì tutti i giorni a quell’ora per cercare d’incontrare un’altra volta. Ma non misi più piede da quelle parti per settimane. Perché il problema era anche un altro, a pensarci bene: del seggio non ignoravo soltanto l’u- La Sfinge e i laghi dal Promontorio bicazione, ma anche la forma. Lo immaginavo antico e di pietra: ma va a capire allora quante volte ci sei passato vicino, mi dicevo, e non te ne sei nemmeno accorto, soprattutto in un vecchio paese fatto di pietre; o magari si trova in centro, nella terrazza di qualche bar dove è pieno di gente, e allora è praticamente impossibile sapere dove sedersi e chi è quello che sta occupando il Seggio della Fortuna al posto tuo. E pensavo – può apparire un po’ sciocco, detto così –: ma se il seggio è della Fortuna, secondo te ci sta seduta lei o lo lascia agli altri? In effetti anche questa eventualità era almeno da mettere in conto. Insomma, alla fine, le combinazioni possibili erano un’infinità, tante quante sono quelle della sorte, cioè della Fortuna. Poi venne settembre e le spiagge erano ormai quasi tutte deserte. A me del resto è sempre piaciuto rimanere fino all’inizio di ottobre. Un pomeriggio decisi di risalire a piedi fino al posto dell’avvistamento, che avevo completamente rimosso, ma non so come mi era all’improvviso ritornato in mente, quasi come un presagio. Al primo tentativo sbagliai e mi ritrovai invece a poca distanza dalla Sfinge (pressappoco nel punto dove ho scattato l’altra foto il 4 maggio 2006). Poi finalmente ritrovai il punto dove la Fortuna si era allontanata senza voltarsi. Il sole era abbastanza forte e dunque non avevo assolutamente paura. Guardai verso il mare e vidi che la parete era ripida e la macchia mediterranea, tra mirtilli e liquirizie, molto fitta e di colore verde scuro e limpido, ma proprio giù a meno di dieci metri c’era come la sagoma – sì, era impossibile definirla una forma, con tutti i rami che le facevano scudo – di un seggio di pietra. L’estate, come ho detto, stava quasi finendo e pensai che o tentavo adesso o chissà quando o mai più. L’unico problema è che per vedere se il seggio fosse libero bisognava che scendessi strisciando lungo la parete di roccia per più di dieci metri. Via via che mi avvicinavo quasi tenevo più gli occhi al seggio che le mani agli appigli. Quando arrivai in fondo, convinto che non ci fosse nessuno, mi accorsi invece che il seggio era in realtà molto più grande di quanto avessi immaginato e che della persona che vi stava seduta si vedevano spuntare i gomiti e parte delle braccia e la punta di una scarpa nera lucida, ma non saprei dire la misura, poteva essere un trentasei come anche un quarantotto. Il mare davanti rimane- va coperto quasi completamente. Risalire era impossibile: avrei fatto troppo rumore e qualche sasso poteva staccarsi e rotolare, e non so a quel punto che piega avrebbe potuto prendere la faccenda e, Isole viste dal Seggio se quella si fosse alzata di scatto, come avrei potuto fermarla. L’idea di avere contro la Fortuna, voglio dire, e senza mai averla vista neppure in faccia, non è che mi piacesse poi tanto. Mi risolsi, non senza apprensione, ad avanzare. Ormai ero ad appena un paio di metri e vedevo già anche i capelli, abbastanza rigidi, che si muovevano, perché dal mare quel pomeriggio saliva un po’ di brezza e si sentiva qualche onda lontana contro gli scogli – non so se avete presente l’atmosfera de Le Cimetière Marin del Valéry –. Misi meglio a fuoco e vidi che si trattava di una pietra davvero enorme, cava, dalla parte del mare, come una conchiglia: sotto c’era il precipizio. Come alzai gli occhi, dopo essermi abbassato per non rimanere impigliato tra i rami, notai che il seggio era ridiventato vuoto. Pensai che, chiunque ne fosse l’occupante in quel momento, doveva aver ritirato le braccia, forse perché la brezza era diventata un po’ fredda, e il pomeriggio era ormai molto inoltrato e il sole si avviava al tramonto. Mentre pensavo al modo in cui affacciarmi, se dall’alto sollevando i rami dei mirtilli o da uno dei lati, decisi, non chiedetemi perché, di indietreggiare. Dal seggio, naturalmente, non staccai gli occhi un momento mentre risalivo la stessa parete di roccia per la quale ero disceso, ma appariva ormai davvero solo una pietra cava e vuota che non somigliava forse più nemmeno a una conchiglia. Ero di nuovo al punto di partenza, quando, benché un po’ più vicina, la vidi che ancora una volta si allontanava, vestita di nero. Stavo per chiamarla, ma poi decisi di lasciar perdere, e che era meglio tornare a casa. Ho pensato di raccontare solo oggi, dopo tanti anni, quanto mi accadde allora. Anche perché mi è stato riferito da fonti sicure che il via vai di personaggi importanti al Circeo continua in tutte le stagioni. Ormai fanno la fila per sedersi anche un solo momento sul Seggio della Fortuna*. ■ * Dopo L’isola del Circeo e Storia di una misteriosa epigrafe, ho inaugurato, per il numero di novembredicembre 2005 con Il barone Karl von Hellennacht, la rubrica ‘Archeologia fantastica’, per la quale ho poi pubblicato Un miracolo avvenuto al Circeo il 21 giugno 1829 e Storia della vocazione religiosa di Lelio Lauri. IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 5 TERRITORIO Storia Le strade del Circeo Memorie dei percorsi antichi Due erano le antiche principali vie di comunicazione con Circeii di Laura Lopopolo “ U n argomento, sul quale molpassaggio nella zona. Infatti, nonostante numerosi il secondo asse viario, oggi del tutto invito si è detto, ma ancora con studi si siano ampiamente soffermati sull’aspetto delsibile, è testimoniato esclusivamente dalpoche certezze, è quello la corrispondenza tra le distanze delle varie stazioni la presenza di antichi selcioni della viabilità antica a Sud di Roma. di posta riportate sulla Tabula Peutingeriana nel tentativo così di cogliere una identificazione tra i toponiNon è facile ricostruire con esattezza Donato, attraversava il territorio compreso tra la Lemi antichi e le distanze attuali, mancano ancora chial’andamento di una strada, tuttavia stra della Cornacchia, la Madonella, la Molina delle re evidenze archeologiche che rendano plausibile una serie di ragionamenti e di constatazioni potrà Capre, la Piscina di Campodigrano, la Lestra della Mouna recuperata viabilità. Resta valida comunque l’afaiutarci nel tentativo di comprendere l’antica e comlella per arrivare al Circeo da ulteriori diraplessa viabilità della piana pontina mazioni. La prima, volgendo ad Ovest ragLa questione, affrontata in passato da divergiungeva la statio di Circeios (Torre Paola) si studiosi e riproposta da Giuseppe Lugli nel contestualizzando così in modo più chiaro i 1928, non ha sinora sciolto, infatti, la difficiresti dei sepolcri individuati presso Selva le interpretazione di uno dei due principali Piana; le altre invece, si dirigevano verso Est assi stradali che in età romana servirono un allontanandosi dalla direttrice principale in territorio di non facile accesso come quello punti diversi. Una partiva all’altezza della Ledel Circeo. E’ certo che due erano le princistra della Molella e proseguiva verso Torre pali vie di comunicazione con Circeii, dalla Olevola, attuale confine con la colonia Elena, costa e dall’entroterra; della prima ne conoluogo antico di un probabile approdo presso sciamo il percorso, senza però alcuna traccia la foce del Livoli (poi Fosso Olevola oggi rinvenuta, attraverso le indicazioni cartograTorre omonima) tratto ultimo di quel corso fiche riportate sul più celebre itinerario strad’acqua documentato nel corso del XII s.d.C. dale antico. Noto come Tabula Peutingeriache ormai presenta un’orografia del tutto na, ( deriva il suo nome da K. Peutinger che mutata. L’altra, proseguiva in direzione delne entrò in possesso nel 1570) è una copia l’attuale Via della Mola costeggiando la Fosmedievale di un itinerario del IV s.d.C. realizRicostruzione dell’antica viabilità che attraversa le terre Pontine (da Lugli 1928) sa Augusta in località La Cona dove, arginanzata su una pergamena, lunga sette metri e divisa in undici parti, che copre l’intero terrifermazione che la Severiana fosse un percorso di torio dell’impero romano. Ideata per scopi pratici, grande rilevanza come sostiene lo stesso Lugli: contiene una grande quantità di informazioni utili a “Questa via, così ben concepita, non poteva avere chi viaggia; un vero e proprio stradario antico con le uno scopo tanto modesto; è vero che serviva per le vie di comunicazione tracciate in rosso, realizzate da comunicazioni fra la città e il porto, ma i numerosi sesegmenti uniti tra loro e contrassegnati da distanze, polcri che si trovano lungo di essa dimostrano un’imtra un tratto e l’altro, espresse in miglia con numeri portanza assai maggiore”. Delle vestigia di cui riferisce l’insigne archeologo, rimangono sporadici avanzi la Tabula Peutingeriana è una copia memurari in località Selva Piana dove, isolati nella macdioevale di un itinerario del IV s.d.C., un chia, appaiono resti di possibili sepolcreti disposti vero e proprio stradario antico lungo la direttrice della via che, dopo aver raggiunto Circeios (Torre Paola), tagliava verosimilmente verso Tabula Peutingeriana Est nella macchia di Selva Piana e costeggiando la do il Pantano delle Vedeghe, si dirigeva verso Torre Fossa Augusta, giungeva a Turres Albas ( Torre Vitromani. L’importanza del documento è per noi rapVittoria e si congiungeva con la Severiana che arrivatoria ) per riprendere poi il suo andamento rettilineo presentata dal fatto che riporta il tracciato dell’antica va a Terracina. I resti di ogni strada antica dunque, verso Anxur ( Terracina ). Così descritto il percorso Via Severiana costruita nel 198 d.C. da Settimio Senoti o meno, sulla base degli scarsi elementi di soliviario litoraneo rendeva possibile arginare le paludi e vero. La strada, concepita per scopi militari, commerto in possesso degli studiosi, costituiscono per noi affrontare un territorio altrimenti inaccessibile. ciali e per il trasporto della calce dei Monti Lepini, tutti un bene culturale da tutelare attraverso una conDel secondo asse viario, invece, si conserva memoria congiungeva Portus Ostiensis Augusti (Porto-Ostia), servazione paesistico-ambientale, architettonico-ara Terracina percorrendo perciò anche l’area costiera cheologica, ma soprattutto storica, così da alimentadel Circeo. Questo articolato sistema di comunicaziore nella memoria collettiva quel ricordo dell’integrità ne assicurava la fruibilità del nostro territorio, a mezl’antica via Severiana costruita nel 198 d.C. dei tracciati che rende unico ogni “banale”viaggio zo di una fitta rete di diverticoli, che ne ampliava i da Settimio Severo, congiungeva Portus che affrontiamo anche per giungere al Circeo. ■ Ostiensis Augusti (Porto-Ostia) a Terracina, traffici e gli scambi significativamente attestati dai percorrendo l’area costiera del Circeo materiali recuperati anche attorno all’area di Torre Paola. Che detto luogo fosse considerato un nodo commerciale particolarmente attivo è confermato sonell’osservazione, fatta in passato da emeriti studioprattutto dal riferimento nella Tabula Peutingeriana a Circeios come una delle diverse stationes lungo la Via si, della presenza di selcioni attribuibili ad un antico Luigina Bartelloni Severiana. L’individuazione del toponimo antico con asse viario, oggi ormai del tutto invisibile, individuaPiazza Vittorio Veneto S. FELICE CIRCEO il luogo che noi tutti conosciamo, passata attraverso ti in località Piscina Cupa. Si tratta di un asse con anvarie interpretazioni ed oggi ormai del tutto accertadamento Nord-Sud che in età repubblicana serviva Centro Storico ta, appare rilevante per la comprensione topografica l’entroterra staccandosi dall’Appia all’altezza di Fotel. 0773.548292 rum Appi (Borgo Faiti), proseguino in direzione di S. della Severiana della quale ancora ci sfugge l’esatto “ “ “ “ “ Gio oiellleriia IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 6 SOTTO LA NOTIZIA Editoriale - Lettere tra gli operatori, che è garanzia di un’offerta in grado di soddisfare le principali esigenze degli utenti e quinSpero meliora di è garanzia anche di un’offerta competitiva, che ac(Spero in cose migliori) cresce e produce valore nel territorio. Di contro gli opedi ALESSANDRO CRESTI ratori coinvolti devono essere “realmente disponibili ad operare in una logica di “sistema”, non dimenticando che questo implica la necessità di uniformarsi a certe e la balneabilità delle loro acque, ma anche per la qua- regole di comportamento e la perdita di un certo grado lità ambientale dei rispettivi territori. Le Amministrazio- di autonomia operativa.” ni locali hanno mostrato di comprendere come una sa- San Felice Circeo deve considerare la vicina Sabaudia, la na politica di miglioramento della qualità ambientale prossima Sperlonga e la più lontana Gaeta come destidelle produzioni, dei consumi e degli stili di vita, sia un nazioni concorrenti anche se i suoi sostenitori continuaelemento fonno ad afdamentale in fiancarlo termini di capa- Colandrea ai nomi cità di sviluppo, più belli nonché di come più noti petitività terridella cotoriale, a livello sta, Arnazionale e ingentario, ternazionale. riviera San Felice Cirsorrenticeo, non meno na, Sardi questi tre Codegna, muni e di tanti Sicilia e altri Comuni coCapri. stieri italiani, San Felipossiede grance, evidi risorse in terdentemini di turismo, mente, con un patrimopuò annio fatto di beni cora conBandiera Blu 2006 ambientali e tare su culturali, di trauna imdizioni e di stomagine, ria, di saperi e sapori. E’ necessario che l’Amministra- che, però, sembra messa in discussione dalla mancanza zione si renda conto di quanto siano importanti tutte di riconoscimento delle “bandiere blu” da parte della queste potenzialità per uno sviluppo dell’economia lo- Foundation for Environmental Education (FEE) o dall’ascale e per una risposta intelligente e strategica nel se- segnazione di solo due vele da Legambiente. gno dell’identità contro il rischio di un’uniformità piat- Da questo giornale vorremmo fare un appello affinché ta e noiosa. Raggiungere questi scopi significa supera- si realizzi al più presto un modello di gestione balneare una preoccupante rarefazione di servizi territoriali e re che possa competere con quello delle città “cugine curare una migliore armonizzazione delle risorse locali della costa” non dimenticando un’improrogabile valocosì da impedire ciò che oggi perlopiù avviene e cioè rizzazione del Parco Nazionale del Circeo, che come che ogni imprenditore faccia di testa sua e, magari in tutti gli altri Parchi e Riserve, è un’espressione straorbuona fede, pensi di offrire un buon prodotto. dinaria di quel “valore aggiunto” che l’Italia può vantaQuesto elemento di criticità è stato ben evidenziato nel re rispetto ad altri Paesi e che è rappresentato dall’in“Rapporto sul sistema turistico di San Felice Circeo”, treccio di natura, cultura ed arte. E’, infatti, unanimepresentato dalla LUISS - Guido Carli, il 29 ottobre 2005, mente riconosciuto che un Parco, come una città d’arche lo poneva come primo dei cinque punti sui quali in- te, può costituire uno straordinario richiamo in termini tervenire per realizzare un progetto finalizzato allo svi- turistici e in generale sul piano degli investimenti. luppo del Paese, segnatamente in campo turistico. L’U- In caso contrario, se cioè ci si ostini ad ignorare il proniversità rilevava, infatti, una “debolezza del tessuto blema, oltre alle bandiere continueremo a perdere quel relazionale tra gli attori locali, mentre la competitività di tipo di turista che, anche di fronte alla crisi economica un’area turistica è legata proprio all’intensità delle re- incombente, potrà sempre permettersi di venire al Cirlazioni tra le diverse componenti” e “un limitatissimo ceo. Per non parlare del sempre agognato e sempre orientamento alla cooperazione degli imprenditori turi- più virtuale turismo estero. stici della zona”. Bisogna fare sistema e creare una solida integrazione Cë sta chi la vò capì e chi nën la vò capì ■ segue dalla prima Editoriale Lettere al Direttore ✉ Parco del Circeo Egregio Direttore, non è una leggenda metropolitana il fatto che molti cittadini di San Felice e molti turisti siano stati multati dalla Guardia Forestale mentre raccoglievano asparagi o ciclamini; mentre inenarrabili sono le odissee di quanti hanno chiesto regolarmente di realizzare una recinzione o costruire un muro di contenimento in una zona posta all’interno del Parco Nazionale del Circeo. Sinceramente ritengo la cosa, per quanto estremamente severa, anche giusta; a patto che la norma sia uguale per tutti. Le dico questo perché enorme è stata la mia sorpresa nel tornare al Circeo per un fine settimana di maggio e vedere un buco (non saprei come altro definirlo) nella vegetazione che costeggia la “via nova”, alias via XXIV maggio. Infatti, laddove esisteva una impenetrabile macchia mediterranea, ora si nota una chiazza di alberi potati drasticamente ed un disboscamento radicale. Ho assistito a molte conferenze del compianto dott. Ortese e, più recentemente, del dott. Priolo, entrambi direttori del NOTIZIE IN BREVE La testimonianza di un sopravvissuto a Auschwitz L’Associazione “Il Centro Storico” nell’ambito del progetto “Lo Spazio della Memoria”, con l’Istituto Comprensivo “Leonardo da Vinci” ha favorito, in data 4 maggio u.s., un incontro delle classi di III media con un sopravvissuto del campo di concentramento di Auschwitz, anche in considerazione del recente viaggio di alcuni alunni in questi luoghi. Tutela della salute pubblica Antenne per la telefonia mobile Unitamente al “Comitato spontaneo di Pantano Marino” abbiamo sostenuto e promosso l’intervento dell’Assessore Regionale all’Ambiente, Angelo Bonelli, presso l’Amministrazione di San Felice Circeo affinché si tenga conto della normativa, prossimamente in vigore, che mette ordine nella selva di ripetitori di telefonia mobile, che proliferano sul territorio. Convegno Il preannunciato convegno sulle illegalità e le mafie nel Lazio, che prevede la partecipazione del Procuratore Nazionale Antimafia, dott. Piero Grasso, è stato rinviato al prossimo autunno, in data da definire. Parco Nazionale, e ricordo perfettamente le loro raccomandazioni volte al mantenimento più o mecontinua a pag. 7 IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 7 DALLA CITTÀ Lettere Il Fatto segue dalla pag. 6 I lavori pubblici a San Felice Circeo Il nido del cuculo Il sindaco si fa bello con il lavoro degli altri... di E. Dantes I l cuculo è un uccello migratore, sverna nell’Africa tropicale e meridionale, ed è diffuso in tutta Europa. In Italia è estivo, nidificante e di passo. Ha una lunghezza di 33 cm. Con una coda lunga e le ali piuttosto appuntite ed affilate, ha il capo e petto grigi, le sue parti inferiori sono bianche con barre; in volo, qualche volta viene confuso con un uccello rapace, lo Sparviero. Questo uccello abita le foreste miste luminose dove abbonda il sottobosco. Si alimenta di numerose specie di insetti, molti bruchi pelosi scartati da altri uccelli, nonché ragni, molluschi, vermi e qualche vegetale. I cuculi sono ben noti per la loro strana abitudine di essere parassiti dei nidi altrui. Infatti, la femmina colloca, da maggio a luglio, un uovo per volta nei nidi di altre specie di uccelli (circa cinquanta), soprattutto di capinere, forapaglie, ballerine ed averle; le uova deposte assomigliano spesso per dimensioni e colore alle uova dei genitori adottivi. Il cuculo depone complessivamente 15-20 uova che si schiudono dopo 12 giorni e mezzo; i giovani cuculi nascono perciò contemporaneamente o addirittura prima dei compagni di nido. Con un impulso istintivo i nuovi nati spingono fuori dal nido le uova o la prole dei genitori adottivi, sbarazzandosi in tal modo dei concorrenti e rimanendo unici padroni del nido. I nuovi genitori continueranno a nutrirli lo stesso, guidati dall’istinto naturale... No, no, cari lettori...state tranquilli: non abbiamo nessun proposito di impartire lezioni di zoologia. Solamente, nel leggere distrattamente, e quasi sonnecchiando, una rivista scientifica siamo stati improvvisamente risvegliati perché colpiti dalla similitudine tra le abitudini di vita del cuculo con quelle (politiche, s’intende) del nostro sindaco. E’ lui!, ci siamo detti, è proprio lui! Ecco a cosa si è ispirato nella gestione della sua amministrazione! Infatti, come gli addetti ai lavori ben sanno, Schiboni ha invaso ben più di un nido di proprietà altrui per poi far fuori i legittimi occupatori e, proprio come il cuculo, lo fa da sempre e da sempre le sue vittime non si accorgono della trappola e, anzi, spesso lo aiutano a proseguire nelle sue azioni scellerate. A citare le vittime abbiamo solo l’imbarazzo della scelta cominciando dai consiglieri di Alleanza Nazionale (Colambrosi, Calisi, Palombi e Capponi) che pure gli avevano consentito di essere eletto nel 1996; ma possiamo continuare con alcuni dei suoi ex fedelissimi consiglieri come Enrico Morlani, Gianpaolo Ceccarelli e Giovanni Aquino, oppure possiamo citare alcuni dirigenti locali di Forza Italia che dopo essersi impegnati per lui fino al sacrificio nelle ultime tornate elettorali sono stati, di fatto, costretti a cercarsi un altro “nido”; e questo solo per citare i casi ufficiali e tralasciando tutti gli altri. Un atteggiamento costante nel tempo e svolto con una professionalità ed una disinvoltura meritevoli dell’Oscar per la Faccia Tosta. Eppure, mai avremmo potuto immaginare che CuculoSchiboni avrebbe svolto il suo ruolo di parassita nei confronti di chi si era sempre mostrato grande collaboratore del sindaco, soprattutto in una delle situa- zioni più delicate di ogni amministrazione, vale a dire la gestione dei lavori pubblici. E’ in questo ambito, infatti, che si nascondono spesso insidie pericolose, bocconi avvelenati e brutte figure; ed è proprio in questo campo minato che si era rivelato prezioso ed insostituibile l’assessore Luciano Magnanti. Infatti, tutti i lavori pubblici che si sono realizzati sul territorio durante l’attuale amministrazione sono stati frutto o di un lavoro preparato da precedenti sindaci (ad esempio la rete di distribuzione del gas metano) oppure hanno visto la luce grazie all’impegno di Magnanti. Intendiamoci bene: molte delle cose realizzate non ci piacciono e lo abbiamo già affermato su queste pagine; soprattutto non ci piacciono i marciapiedi che, in gran parte, avrebbero dovuto avere un criterio di progettazione più razionale. Ma non è possibile ignorare che l’assessore Magnanti è andato ben oltre il suo ruolo, trasformandosi spesso in una sorta di capo-cantiere che con la sua assidua presenza ha certamente ottenuto risultati migliori della media; e questo è vero per i marciapiedi, per la rete idrica e la rete fognante, per il teatrino comunale, per la strada di collegamento tra via del Colle e via Domenichelli ecc. Un impegno, dobbiamo ritenere, che non nasconde interessi personali e che, alla fine, ha portato lustro solamente al sindaco il quale, oggi, si pavoneggia mostrando, come fosse farina del suo sacco, quei lavori di cui egli stesso sa molto poco e per i quali la gente dice: “ Embe’, pore figlie...quaccosa ha fatte...”; il che, per il sanfeliciano medio, equivale ad un encomio solenne. Eppure, non appena Magnanti si è permesso di obiettare sui contenuti di una deliberazione un pò troppo “spinta” nel senso di una possibile speculazione edilizia sul territorio, il sindaco Schiboni, come si dice da queste parti “c’ha fatte fa’ la fine de Matteotte...” . E così, il povero assessore ai Lavori Pubblici è stato fatto fuori ed ora milita tra le file dell’opposizione; e fa notare ai nuovi ed ai vecchi amici che da quando è stato messo alla porta non è stata più approntata nessuna nuova opera pubblica perché, senza di lui, la Giunta di chiacchiere ne fa tante ma di fatti pochissimi. Speriamo che sia in grado di farlo capire anche alla gente che, ormai tra meno di un anno, dovrà andare a votare! Ma, a proposito di Giunta, che fine hanno fatto le deleghe tolte agli assessori? Come qualcuno ricorderà, alcuni mesi or sono, il sindaco, il cui sonno dispotico era stato turbato da qualche incubo irriverente (forse il fallimento della manovra di raddoppio del Porto?) si svegliò e decise di abolire tutti gli assessorati. In pratica, il comune di San Felice Circeo, da allora non ha più l’assessore al Bilancio, l’assessore al Turismo, l’assessore ai Lavori Pubblici e via dicendo. Naturalmente, le stesse persone continuano a percepire il loro stipendio anche se non si sa bene a che titolo; tanto...paga Pantalone. Tutte le funzioni di cui sopra sono state assunte esclusivamente da Schiboni il quale, in un delirio di parassitismo, sta cercando di entrare nei nidi di tutti coloro che gli stanno attorno. Qualcuno dice che si tratta di una situazione forse unica in Italia ma, in tutta sincerità, un atteggiamento del genere non ci meraviglia affatto da parte di chi ha non solo il comportamento ma anche la faccia come il cuculo. ■ ✉ Parco del Circeo no intransigente dello stato dei luoghi, a meno di un intervento diretto dagli uomini della Guardia Forestale. Ebbene, tramite il suo giornale, mi farebbe piacere sapere se una operazione di “disboscamento” sia stata guidata dai Forestali e, in caso contrario, quali sono stati i provvedimenti presi? In alternativa, avrei piacere di sapere, insieme con tanti sanfeliciani (di nascita o di adozione) qual’è la procedura da seguire per dare seguito ad uno scempio di tali proporzioni in maniera, diciamo così, legittima. Siccome so che l’area in questione è stata oggetto già di alcune controversie, mi affido alle sole immagini, pregandola di scusarmi se le chiedo l’anonimato. (lettera firmata) n.d.r. Gentile lettore, sarà nostra cura girare al più presto le sue domande alla Direzione del Parco, sperando di avere una sollecita risposta, che chiarisca in modo certo ed autorevole il problema da lei sollevato. Centro Storico Caro Direttore, nel numero 14 de “Il Centro Storico” venne pubblicata una foto che mostrava un sospetto lavoro abusivo relativo alle mura perimetrali del paese. Qualcosa deve essere successo dopo quella segnalazione perché l’apertura che era stata praticata nelle mura venne ridimendopo... sionata con la riapposizione di alcuni orribili blocchetti. Ma, evidentemente, c’è stato un ripensamento perché non solo la breccia è stata parzialmente riaperta per lasciare il posto ad una finestra a quattro ante, ma ne è stata aperta un’altra ancora per un’altra finestra. Credo che non ci sia nulla di male a volere una casa luminosa, ma allora bisognava andarla a comprare altrove. Con un esempio del genere e con i controlli vigenti, ogni cittadino si sentirà in diritto di fare quello che vuole; ed allora perché si spendono migliaia di Euro per il Piano Colore se poi non si ha la forza o il coraggio di reprime certi abusi? La ringrazio e La prego di pubblicare le immagini, che parlano da sole. (lettera firmata) prima.. n.d.r. Se si tratta di un abuso, dovrebbero intervenire le autorità. IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 8 ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI” Spazio autogestito Conoscere il territorio Il progetto “Adotta un monumento” Il Faro di San Felice Circeo di Francesco Novelli Introduzione. Il progetto presentato è una delle attività pomeridiane dell’Istituto Comprensivo “Leonardo da Vinci”. L’obiettivo è la conoscenza del territorio in maniera approfondita, per favorire la salvaguardia del patrimonio storico e ambientale. Esposizione dei dati. Il monumento scelto nel progetto è il faro di San Felice. E’ stata prima effettuata una ricerca sull’origine dei fari, sulla loro storia e sui fari più importanti, quindi si è passati ad un approfondimento del faro di San Felice e di come questo sia nato per volere del Pontefice Pio IX. Il faro si trova attualmente sul versante del promontorio del Circeo detto “Quarto Caldo” e dista dal paese circa 3 Km. Presentazione generale dell’attività. E’ già il secondo anno che viene svolto il progetto “Adotta un monumento” e l’anno scorso si è rivelato uno dei progetti più belli. Gli obiettivi di questo progetto sono molti; infatti si vogliono far acquisire all’alunno conoscenze sul monumento prescelto; consolidare e potenziare le sue capacità informatiche, soprattutto con l’utilizzo del programma Power Point; inoltre si vuole migliorare la qualità degli scritti. Gli alunni che hanno aderito al progetto sono circa 40, appartenenti alle classi prime, seconde e terze dell’Istituto. Il progetto si svolge per due ore pomeridiane settimanali, di venerdì, durante tutto l’anno scolastico. I docenti che si occupano di questo progetto sono il Professore Alessandro Mattia docente di Lettere e il Professor Alessandro Mari, docente di Tecnologia e Informatica. Metodo di lavoro. Tutti gli alunni del progetto sono stati divisi in tre gruppi, in base alle competenze specifiche e alle abilità di ogni alunno. Il “gruppo informatico” si è dedicato alla ricerca delle notizie sul monumento scelto, cioè il faro. Queste notizie sono state elaborate e trascritte dal “gruppo dei grafici” su alcuni cartelloni dove la scrittura è stata corredata da immagini prodotte dal “gruppo dei disegnatori”. Per ampliare le conoscenze sull’argomento sono state organizzate uscite sul territorio, in occasione delle quali sono state scattate delle foto al monumento e gli insegnanti hanno illustrato più da vicino le caratteristiche della costruzione. E’ intervenuto anche il responsabile del faro che, servendosi di videocassette, ha illustrato all’interno e all’esterno il monumento, spiegandone funzione e finalità. I La storia dei fari Introduzione Nei tempi antichi, i primi marinai navigavano soltanto di giorno e si tenevano sempre poco lontani dalle coste. Poi cominciarono ad affrontare il mare aperto e a restare in viaggio per molti giorni. Di notte era particolarmente difficile orientarsi: c’ erano le stelle, la luna, ma, quando il cielo era coperto, non si riusciva ad orientarsi. E i pericoli erano tanti: le secche, gli scogli, le correnti, i fondali infidi …Ecco allora che si pensò di segnalare i porti e i punti pericolosi vicino alle coste con dei fuochi. Essi venivano accesi al calar delle tenebre su delle alture affinché fossero visibili anche da lontano. Lo scudo di Achille È nell’Iliade di Omero il primo accenno a come, nel mondo antico, i marinai si orientavano di notte. Il Faro di Alessandria Le notizie scritte sul più antico segnalamento luminoso riguardano quello eretto sull’isola di Pharos, di fronte ad Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo. La costruzione fu iniziata durante il regno di Tolomeo I Sotere (305 – 283 a.C. ) e fu terminata sotto il successore Tolomeo II (285-246). L’architetto fece incidere sui conci che formavano l’architrave del portale questa iscrizione dedicatoria in greco: “Sostrato di Cnido, figlio di Dexsifone ciò a favore dei navigatori agli dei salvatori”. Questa epigrafe fa pensare che il fuoco acceso sul faro fosse dedicato, più che a Tolomeo I e alla regina Berenice, ai Dioscuri, divinità della luce, che, vuole la tradizione, talvolta risplendono durante la tempesta sulla cima degli alberi della nave simili ai fuochi di Sant’Elmo. La fiamma ardente del faro fu accolta come l’ apparizione di una divinità protettrice. Il faro di Alessandria servì da modello non solo per tutte le analoghe costruzioni successive, che appunto si chiamarono fari dal nome dell’isola in cui fu costruito il più antico segnalamento marittimo, ma anche per i minareti e i campanili, tramandando così inalterato quel primo significato religioso che il progettista gli aveva attribuito. Sicuramente il faro ales- Materiali e strumenti usati. Per eseguire il lavoro, il gruppo si è servito di molti strumenti, tra i quali il più utile è stato certamente il computer; infatti l’uso di internet o l’utilizzo dell’enciclopedia Encarta sono stati fondamentali per la realizzazione del progetto. Altri strumenti altrettanto utili sono stati il televisore, per la visione delle videocassette, le macchine fotografiche digitali, le penne USB per salvare i dati. Non sono mancati colori, cartelloni, forbici, colla e tutto ciò che poteva servire agli alunni. Sintesi dei risultati raggiunti. L’anno scorso non ho partecipato a questo progetto, poiché non lo ritenevo interessante. Quest’anno, invece, ho deciso di provare e ho fatto un’ottima scelta. Fin dal primo giorno ho capito che avrei imparato moltissime cose e così è stato. Entrambi i professori hanno svolto un ottimo lavoro e lo hanno reso ancora più leggero, perché hanno organizzato uscite molto interessanti. Dunque sono molto soddisfatto e mi dispiace che l’anno prossimo non potrò prendere parte a questo progetto, perché sono un alunno di terza media e pertanto mi aspetta un nuovo cammino. ■ IIIA Plesso S. Rocco sandrino può essere considerato il più famoso anche se, secondo alcuni, non il più antico. Intorno al 650 a.C. è provato che ne sorgeva uno sul promontorio Sigeo nella Toadre sebbene fosse da considerarsi, più che un vero e proprio faro, un braciere. Il colosso di Rodi Un’ altra delle 7 meraviglie del mondo classico che ebbe funzione di guida alla navigazione fu il cosiddetto Colosso di Rodi. Era di pietra ricoperta da piastre di bronzo ed era dedicato a una divinità: Elios, il sole. Fu innalzato dai cittadini di Rodi per perpetuare la memoria del glorioso assedio sostenuto nel 304 a.C. contro Demetrio Poliaecrete di Macedonia. Aveva la forma di un’enorme statua antropomorfa che poggiava i piedi sulle testate dei due moli che rinserravano il porto, l’Embricos: sotto di essa passavano le navi che entravano e uscivano dal bacino. La figura reggeva, su una mano alzata, un braciere. Rimase a guardia del porto di Rodi, per più di mezzo secolo, rovinando nel 226 a.C. a causa di una violenta scossa di terremoto. Il Faro di Ostia Per la costruzione del faro di Ostia viene preso a modello il Faro d’Alessandria. Questo baluardo oltre ad assicurare l’uso del porto alla foce del Tevere, sbocco al mare della città di Roma, servì anche allo sfruttamento delle circostanti saline. Il Faro ostiense appare ancora oggi riprodotto in parecchi mosaici che pavimentano il perimetro del piazzale delle corporazioni, classico esempio unico nel suo genere della cultura mercantile della Roma imperiale. L’ampio colonnato, che circondava il giardino del piazzale del Tempio, racchiudeva 60 stationes dei vari agenti marittimi delle più importanti città delle province e il porticato era pavimentato a mosaico. I motivi presen- IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 9 ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI” Spazio autogestito ti, strettamente legati al commercio, menzionano corporazioni, ma anche commercianti di ogni parte del Mediterraneo. Motivo centrale di parecchie opere musive è il faro, punto d’arrivo di uomini e merci prima di entrare nel porto, dove si raccoglievano e sistemavano le merci per la capitale. La tradizione vuole che il faro del porto di Ostia, una grandiosa costruzione a quattro piani, tre quadrangolari e uno cilindrico, sia stato eretto sotto l’imperatore Caligola, usando come sostruzione lo scafo affondato della grande nave, che trasportò l’obelisco destinato al Circo Vaticano, da Alessandria a Roma. I ritrovamenti fatti durante i lavori per la costruzione dell’aeroporto di Fiumicino, hanno confermato che il faro fu costruito in questo modo. La Lanterna di Genova Dopo la caduta dell’Impero Romano nel 476 d.C. il commercio marittimo conobbe una lunga crisi e molti fari caddero in rovina. Il Faro di Alessandria, conquistato dagli Arabi nell’ VIII secolo, dopo anni di incuria finì per crollare nel 956 in seguito ad un terremoto. Gli arabi allora lo ricostruirono. Esso diventò non solo una costruzione di segnalazione per i marinai, ma anche un modello per i minareti. Il commercio marittimo riprese dopo il 1000. Grande importanza acquistarono in questo periodo le quattro repubbliche marinare italiane: Venezia, Genova, Amalfi, Pisa. La Lanterna di Genova fu costruita nel XII secolo. Inizialmente fu chiamata “Torre di Capo Faro”. La sua prima immagine è disegnata a penna sulla copertina dei “Salvatori del porto e del molo” del 1371. La torre fu incorporata dai Francesi nella fortezza della Briglia e durante l’assedio del 1512 ne fu distrutta la parte superiore; nel 1543 fu ricostruita ancora più alta. La torre della Lanterna è servita per secoli, oltre che come segnale notturno, anche come punto di osservazione e avvistamento a guardia della città. A tale scopo venivano issati, a particolari aste e pennoni, dei segnali costituiti da vele e bandiere per indicare l’approssimarsi al porto dei diversi tipi di naviglio. La Lanterna era illuminata nel passato dal fuoco di fascetti di ginestra, che ardeva in apposite griglie di ferro; in seguito furono usate lampade a olio, sia di metallo sia di vetro. Nel XVIII sec. furono sperimentate lampade a olio con riflettore sferico e il 15 gennaio 1841 fu collocato nella lanterna il primo lume con ottica a lente di Fresnel. Il Faro di Livorno Questo faro ha una lunga storia: è uno dei più antichi d’Italia, secondo solo alla più vetusta Lanterna di Genova, che, però, nei secoli, ha subito molti cam- biamenti, assumendo la forma definitiva solo nel 1543, mentre il faro di Livorno dalla sua costruzione è rimasto pressoché invariato. Una prima torre era stata innalzata dai Pisani nel 1154 a Porto Pisano con l’intento di segnalare alle navi in arrivo le molte e pericolose secche che si trovavano nella zona. Questa torre venne presa molte volte di mira e distrutta durante le guerre fra le diverse fazioni, che sconvolsero la regione nel secolo XII. Fu solo quando la città di Pisa fu ceduta a Firenze che i Medici, Signori di quella città, si resero conto che Porto Pisano si stava insabbiando e non era più utilizzabile come scalo. Rivolsero allora lo sguardo a Livorno, in posizione decisamente più favorevole, decisero di dare un nuovo impulso a quella città e fecero innalzare un faro che segnalasse alle navi l’entrata di quel porto. La torre fu eretta nel 1304, appoggiata su una basamento poligonale di 13 lati, costruita in pietra naturale e costituita da due cilindri merlati, quello inferiore più largo e quello superiore più stretto, alti 47 metri in totale, e divisi in 11 piani raggiungibili con una scala a chiocciola che sale all’interno dello spessore delle mura. Questo faro superò indenne i secoli, ma fu durante la seconda guerra mondiale che subì l’oltraggio più grande: nel 1944 le truppe tedesche in ritirata lo fecero saltare con una carica di dinamite, distruggendolo. Per volontà di tutta la cittadinanza Livornese che lo vedeva come un simbolo della città, fu ricostruito nel 1956 rispettando per intero la forma originale e utilizzando, per quanto possibile, tutto il materiale originale recuperato dalle macerie, soprattutto per il rivestimento esterno. Questo imponente signore della notte, ora monumento nazionale, è ancora funzionante, la sua sagoma inconfondibile si staglia all’ingresso del porto, esattamente dove fu costruito tanti secoli fa e proietta la sua luce verso le navi che entrano ed escono dal porto. L’impianto è automatizzato e sulla sua lanterna è stata installata un’ottica rotante che emette 4 lampi ogni 20 secondi e la sua luce può essere vista fino a 24 miglia marine. Anche esso, come molti altri fari, può essere considerato superato dalle moderne tecniche di navigazione, ma quando si lascia il Porto di Livorno su una nave, nel buio della sera, il suo fascio di luce che lambisce il mare è una presenza rassicurante, fa sentire che niente di male può succederti finché lui ti indica la via. Il Faro di Cordouan Davanti alla foce del fiume Garonna si trova il faro di Cordouan che fu fatto costruire dal re Enrico III (1551- 1589) perchè uno scoglio davanti alle coste faceva spesso affondare le navi che trasportavano il prezioso vino della zona di Bordeaux. E’ l’unico faro in stile neoclassico delle coste francesi ed è il primo faro inserito tra i monumenti storici del 1862 insieme a Notre Dame. Statua della Libertà Nel 1865 un gruppo di repubblicani francesi decise di celebrare con un monumento di grandi proporzioni grandiosa l’amicizia fra i popoli della Francia e degli Stati Uniti, che poco meno di un secolo prima avevano combattuto insieme nella guerra d’Indipendenza Americana. Si decise così di donare agli USA una grande statua, che doveva rappresentare la libertà che illuminava il Mondo. Essa fu costruita con i soldi raccolti con una serie di sottoscrizioni e fu collocata sull’isoletta di Bedloe davanti a New York. Fu inaugurata nel 1886 e la fiaccola, che risplende ancora oggi sul braccio proteso della statua, accolse milioni di immigrati. Il Faro di San Felice Circeo Il faro fu costruito, quasi totalmente con materiale trovato in situ (rocce sedimentarie misto arenarie), nel 1866 durante il Pontificato di Pio IX, «Pro salute navigatium» cioè per la salute dei navigatori ed è dedicato alla Vergine Immacolata come è scritto nella lapide posta alla base del faro stesso, su cui è riprodotto anche lo stemma pontificio. È situato sul versante del Promontorio chiamato “Quarto Caldo”, a circa 3 km da San Felice Circeo ed è composto da un fabbricato bianco ricoperto con formelle di maiolica bianca. La torre, alta circa 22 m, è abitata dal personale civile addetto al controllo del Faro amministrato dalla Marina militare italiana. Il faro funzionava, fino ad alcuni anni fa, a vapore e a petrolio. Il suo apparato lenticolare è composto da tre pannelli poggiati su una struttura ruotante e alloggiati in una lanterna cilindrica a settori elicoidali, di circa due metri di diametro, la cui luce, a lampi bianchi, ha una portata geografica di 17 miglia. Il sistema, oggi completamente automatizzato, è dotato, per i casi di avaria, di un piccolo faro di rispetto che si accende in maniera autonoma. Il faro di emergenza entra in funzione quando il faro centrale si spegne, perché viene a mancare la corrente elettrica oppure si fulmina la lampadina. Un tempo, quando si verificavano tale emergenze, bisognava aprire le bombole di acetilene sistemate in un locale alla base del faro. Il gas impiegava circa 15 minuti prima di arrivare alla sommità del faro, dove a contatto con la “Vegliosa”, cioè una fiammella che restava sempre accesa vicino agli ugelli da cui usciva il gas, dava luogo ad una forte fiamma. Un ugello, poi, che si apriva e chiudeva a tempo, provvedeva a garantire la classica intermittenza del faro. La lampada posta nella lanterna sulla sommità del Faro, oggi viene fatta ruotare automaticamente, ma fino a poco tempo fa veniva messa in movimento grazie ad un congegno manuale che doveva essere caricato dal responsabile del Faro ogni sette ore. Sulla scogliera antistante, alcuni gradini tagliati nella roccia scendono in una piccola insenatura, nella quale una volta attraccavano le lance della Marina per i periodici rifornimenti destinati al Faro. ■ “IL SISTEMA TURISTICO DI SAN FELICE CIRCEO” e “LIBRO BIANCO SUL CIRCEO” Coloro che fossero interessati ad avere gratuitamente una copia delle pubblicazioni, possono telefonare al n. 328.6110379 IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 10 TERRITORIO AMBIENTE Turismo In Italia un quarto delle coste è sotto la minaccia del fenomeno erosivo Erosione costiera. L’UE lancia l’allarme Gli studi ed i progetti targati UE chiamano in causa l’eccesso di urbanizzazione di Carlo Saverio Zanni N on tutti sono convinti che la cementificazione delle coste contribuisca in modo decisivo ad aggravare gli effetti del fenomeno dell’erosione costiera. Anzi, c’è chi auspica l’ampliamento di porti e la costruzione di ristoranti e case sulla spiaggia per ottenerne benefici di breve termine senza pensare ai costi che, nel lungo periodo, ricadrebbero prima sulla natura e quindi sull’uomo. E qualcuno può anche credere che tutto ciò sia una questione da risolvere a livello locale. Niente di più sbagliato. L’erosione costiera è un processo naturale che è sempre esistito e contribuisce al modellamento della linea di riva, ma che si accelera con il proliferare di opere ingegneristiche, con l’intensivo uso dei litorali a scopo ricreativo e turistico, con l’estrazione dalle aree costiere di sabbie e ghiaie per usi costruttivi, col progressivo innalzamento dei mari del pianeta addebitabile anche all’effetto serra. Questo si traduce con un degrado progressivo della fascia costiera che in molte località è stato ulteriormente acuito dai tentativi per sanare tale situazione, per esempio erigendo opere di difesa. L’Unione Europea, già dal 2001, sta cercando di studiare, monitorare e prevenire il fenomeno, preoccupata dai dati che evidenziano come le spiagge si stiano ritirando in qualche caso anche tra il mezzo metro e i due metri l’anno, e di come spiagge, stabilimenti balneari, case e villaggi turistici, strade e ferrovie, infrastrutture varie collocate sui litorali potranno essere presto inghiottiti dal mare. In Europa, almeno un quinto delle coste è seriamente minacciato dall’erosione. I dati cambiano da paese a paese ma sono comunque nel complesso allarmanti: la Polonia ha il 55 % delle sue coste soggette ad erosione, la Finlandia appena lo 0,04 %, grazie ad un litorale fatto di rocce dure. In mezzo preoccupa il dato di Cipro (37,8 %), Grecia (28,6), Portogallo (28,5) e Francia (24,9). Poi arriva l’Italia con il 22,8 % del litorale che sta pian piano disgregandosi; le regioni più colpite sono Veneto, Puglia, Lazio, Toscana e Liguria. E il trend erosivo è in così rapida crescita che il fenomeno è destinato ad aggravarsi in tempi molto brevi in assenza di contromisure adeguate. Tutto questo lo rileva uno studio denominato «Vivere con l’erosione costiera in Europa: spazi e sedimenti per uno sviluppo duraturo», voluto dalla Commissione e dal Parlamento Europeo nel 2001 e realizzato negli ultimi tre anni da Eurosion (consorzio di ricerca guidato da un istituto olandese per la gestione del litorale e del mare) che punta il dito contro la pressione urbanistica e contro il saccheggio dei sedimenti costieri, il tutto a vantaggio dell’industria dell’edilizia. Circa 60 siti situati in tutti gli Stati membri sono stati oggetto di studio e, sulla base dei risultati, sono state proposte quattro raccomandazioni chiave che dovrebbero permettere di gestire i problemi dell’erosione costiera in Europa ed i rischi ad essi associati: approccio prevalentemente strategico e previsionale dell’erosione costiera per lo sviluppo sostenibile di zone costiere vulnerabili e la conservazione della biodiversità costiera; integrazione dei costi e dei rischi connessi all’erosione costiera nella pianificazione e nelle decisioni di investimento. Le pubbliche responsabilità per i rischi derivanti dall’erosione costiera dovrebbero essere limitate ed una congrua parte dei rischi derivanti dovrebbe essere trasferita ai diretti beneficiari ed agli investitori direttamente concernenti (logica del chi inquina paga), anche tramite l’applicazione degli strumenti di Valutazione Ambientale; la gestione dell’erosione costiera dovrebbe spostarsi da soluzioni frammentarie verso un approccio programmato basato su principi di responsabilità e ottimizzando gli investimenti sui beni a rischio, migliorando l’informazione pubblica e l’accettabilità sociale delle azioni in corso e tenendo aperte diverse opzioni per il futuro; rafforzare la conoscenza di base relativa alla gestione ed alla pianificazione dell’erosione costiera attraverso lo sviluppo di strategie di gestione dell’informazione che dovrebbero includere la diffusione delle “migliori pratiche”, privilegiare un approccio preventivo nella gestione dei dati e delle informazioni e promuovere una leadership istituzionale a livello regionale. Risulta comunque chiaro che, per il futuro, bisognerà adottare delle politiche di tutela preventiva creando delle carte del rischio costiero che evidenzino, a vantaggio di investimenti pubblici e privati, dove è possibile prevedere un eventuale danno da erosione o da alluvione. Eurosion ribadisce, inoltre, quanto già ben noto nel mondo tecnico e scientifico e cioè che la causa dell’erosione sono gli interventi lungo i bacini idrografici (dighe e briglie) e la pressione antropica esercitata mediante strutture aggettanti a mare (barriere frangiflutti, isole, massicciate e porti). Per migliorare lo stato di equilibrio della linea di riva, dovranno essere adottati interventi sempre meno impattanti che prevedano l’utilizzo di materiali compatibili, diminuendo radicalmente la realizzazione di strutture rigide. In tal modo le spiagge diverrebbero delle aree artificialmente ricaricate e naturalmente gestite. L’Unione Europea ha, inoltre, messo a punto un progetto per la “Gestione strategica della difesa dei litorali per lo sviluppo sostenibile delle zone costiere” denominato Beachmed con l’obiettivo di perseguire uno sviluppo economico sostenibile delle aree costiere attraverso la ricostruzione e la manutenzione dei litorali, la messa a punto di tecniche innovative di difesa costiera dall’erosione e per favorire la gestione integrata di terra e mare. Il turismo, in quest’ambito, rappresenta il settore più consistente per addetti ai lavori, valore aggiunto e capacità di creare una rete di produzione e di consumi nell’economia della costa. A proposito di turismo, dobbiamo considerare anche l’aspetto dei costi visto che l’erosione costiera e la riduzione di spiagge disponibili incidono verosimilmente anche sui costi di una giornata al mare. Il progetto Beachmed della Comunità Europea vede coinvolte alcune Regioni italiane, tra cui il Lazio, con un progetto di monitoraggio on-line della linea di costa mediante una centralina che acquisisce, elabora e trasmette le immagini della costa sotto osservazione. Il litorale di San Felice Circeo è tra quelli costantemente monitorati e le immagini trasmesse possono essere costantemente visionate su www.seatech.it/circeo. Per ulteriori notizie, è possibile consultare anche i siti www.eurosion.org e www.beachmed.it. ■ Associazione Culturale “Il Centro Storico” Si comunica che, per quanti fossero interessati alle nostre iniziative, sono aperte le iscrizioni per il nuovo anno sociale 2006-2007. Per l’iscrizione telefonare al 328.6110379, inviare un fax al n. 06.5198 5217 o inviare una e-mail a: [email protected] n. IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 11 TERRITORIO Il fatto Borgo Montenero Una piscina privata nel parco pubblico Informare preventivamente i cittadini è obbligo civile e morale di Umberto Salvatori L’ Amministrazione comunale di S. Felice Circeo con la delibera di consiglio n° 86 del 22-12-2005 ha approvato una variante urbanistica al piano regolatore generale che interessa l’intera zona F3 di P.R.G. con destinazione Parco Pubblico a Borgo Montenero. In pratica annulla di fatto il Parco Pubblico e trasforma il lotto di circa 2 ettari in terreno edificabile con indice di cubatura dello 0,45 mc/mq. Questa delibera consentirebbe di costruire, mediante concessione di lavoro pubblico, ad un privato una piscina per una spesa prevista di 2.500.000 euro. Inoltre sono consentiti parcheggi e viabilità per 6.309 mq e una modesta area a verde di 2.785 mq. Tutto si dovrebbe concludere con la concessione al privato costruttore dell’intera area per una durata massima di 30 anni. Forse è il caso di ricordare l’obbligo civile e morale, per chi gestisce la cosa Pubblica, di informare preventivamente i cittadini dei progetti di rilevante interesse pubblico, che si intendono adottare sul territorio. Era facilmente prevedibile che la piscina privata nel Parco Pubblico avrebbe prodotto animate discussioni. Ci dispiace, ma ci sono troppe cose poco chiare e per lo più tutto questo viene interpretato come una bella idea per la prossima campagna elettorale. Noi, invece, non vogliamo perdere di vista il problema principale, salvaguardare il Parco Pubblico così come è previsto nel P.R.G. di S. Felice Circeo. A Borgo Montenero vogliamo la piscina, ma non condividiamo la scelta dell’area dove costruirla. L’impianto viene previsto all’interno di un’area di proprietà del Comune e quindi dei cittadini, di circa 2 ettari, posizionata nel centro Urbano e Storico di Borgo Montenero e destinata dal P.R.G. a zona F3, Parco Pubblico. Questo lotto è parte integrante del centro Storico del Borgo e deve essere salvaguardato da ogni alterazione che ne modifichi la sua inconfondibile caratteristica. Per noi dovrebbe restare Parco Pubblico attrezzato, con libero accesso diurno, da concedere ad associazione di volontariato. E’ l’unica destinazione auspicabile e possibile. Confidiamo che l’Amministrazione voglia ricercare altra sede, all’esterno della circonvallazione, dove collocare questa piscina. Con la cancellazione del Parco Pubblico e la concessione, che di fatto vuole dire privatizzazione, si realizza l’opposto di quanto si afferma nella delibera n° 86 del 22 dicembre 2005. Vorremmo fare una osservazione al capitolo n°4 del Progetto Preliminare, là dove sono indicati i dati principali dell’intervento: lotto d’intervento 21.880 mq parcheggi e viabilità 6.309 mq area a verde 2.785 mq superficie coperta 3.135 mq E gli altri 9.651 mq? Di questi non viene indicata la destinazione d’uso e nessuno sa cosa ci verrà Parco giochi realizzato. Ciò che è certo è che su questo ettaro scarso di terreno avremo: 1) un nuovo monumento come degno ricordo delle vittime del 1944. 2) un parco giochi per bambini più bello e più funzionale. 3) un nuovo bocciodromo inserito mirabilmente nell’ambiente. 4) un campo da tennis, uno di pallavolo, uno di pallacanestro, uno di calcetto, uno di pattinaggio. Tutto è già nel titolo del progetto: impianto polisportivo. Siamo certi che in un prossimo Consiglio comunale, con apposita delibera, il Signor Sindaco vorrà garantire tutto questo. Poiché il “promotore” dell’opera, invece, è interessato esclusivamente a tutto ciò che riguarda la piscina: parcheggio, costruzione e gestione, nella stessa delibera il Signor Sindaco vorrà garantire anche la concessione per 30 anni, a titolo gratuito, di questa nuova serie di impianti sportivi a tutti i cittadini residenti e stagionali. Il mio personale interessamento per difendere dalla cementificazione il Campo Sportivo oggi La Torre, è visto da alcuni come indebita ingerenza nella vita Pubblica del Borgo. Ho, negli anni, con merito o demerito, secondo i punti di vista, partecipato a comitati di feste patronali,alla gestione della società sportiva, sono stato eletto consigliere comunale e ho ricoperto la carica di Sindaco del comune di S. Felice Circeo. Adesso, personaggi ultimi arrivati si appropriano del diritto di giudicare, in modo a dir poco arrogante, le opinioni mie e di tanti altri in merito a decisioni che determineranno per sempre il futuro del Centro Storico. Nei giorni scorsi a Borgo Montenero abbiamo commemorato l’eccidio del 1944 che si consumò all’alba del 4 maggio. Ci siamo ritrovati in molti, bambini in quegli anni, tra i quali uno, che per motivi del tutto fortuiti, nonostante fosse mattino molto presto, nascosto dietro la porta della Torre e suo malgrado fu testimone oculare di tutto quello che è successo. Ha visto il nostro parroco di allora, don Giuseppe Capitanio, che con insistenza chiedeva di essere fucilato al posto di quei ragazzi, ma lo scambio non fu accettato. Ancora oggi ricordi indelebili. Per nostra fortuna noi siamo ancora qui ed era inevitabile che i nostri ricordi si allargassero agli anni successivi. Quel campo ha sempre fatto parte della nostra vita, siamo diventati grandi giocando in quel parco, che ancora oggi è nostro, è a disposizione della gente del Borgo. I giovani lo sanno, ma per inesperienza, forse per leggerezza e superficialità non lo comprendono e sono contro coloro che vogliono salvare il parco, che vogliono impedire la concessione trentennale a privati, ma sono certo che, spronati a riflettere, sapranno scegliere e riconosceranno quanto sia corretta l’idea della salvaguardia del parco pubblico a Borgo Montenero. Ribadiamo chiaramente che in linea di principio restiamo della nostra idea: nessuna variante! nessuna concessione a privati! ■ Antigua Galleria Mobili D’Arte Pasciuti Viale Tommaso Tittoni, 87 - 89 - 91 04017 San Felice Circeo (LT) Tel. 338.1397267 Bor go Montener o SAI Lucci Francesco Consulente Assicurativo e Finanziario Via Montenero, 50/b - 04017 San Felice Circeo (LT) Tel./Fax 0773/545555 Cell. 333.2690119 e-mail: [email protected] IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 12 Delibere di Giunta Comunale N 34 35 Data 01/03/06 ” 36 ” 37 06/03/06 38 ” 39 08/03/06 40 ” 41 ” 42 ” 43 ” 44 10/03/06 45 ” 46 ” 47 15/03/06 48 ” 49 ” 50 ” 2006 51 ” 52 53 ” ” 54 ” 55 56 57 58 59 ” ” ” ” ” 60 ” 61. ” 62. 20/03/06 63 64 65 66. 67 ” ” ” ” ” 68 69 70 71 72 73 74 75 ” 24/03/06 ” ” ” 24/03/06 ” ” 76 77 ” ” 78 30/03/06 79 04/04/06 80 ” 81 14/04/06 82 83 ” ” Oggetto Nomina Segretario Premio La Cultura del Mare Presa d’atto modifica regolamento per il funzionamento commissione assegnazione alloggi Atto non formalizzato Costituzione in giudizio atto citazione Europa Viaggi + altri contro Comune di San Felice e Regione Lazio. Nomina legale (avv. F. Altieri - € 5.120,00) Corso per la sicurezza e la prevenzione. Concessione contributo e patrocinio (€ 500,00) Elezioni Camera Deputati 9/10 aprile 06. Delimitazione spazi propaganda diretta e indiretta Elezione Senato Repubblica 9/10 aprile 2006. Delimitazione spazi elettorali propaganda diretta e indiretta Ricognizione pubblici esercizi tipo A e B di cui alla legge 287/1991 ed individuazione della priorità nel rilascio delle nuove autorizzazioni. Costituzione in giudizio ricorso sig. Rossetto Giovanni. Nomina legale (avv. De Angelis - € 2942,89) Costituzione in giudizio ricorso sig. Minardi Angelo. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 2942,89) Proposizione appello avanti il Consiglio di Stato avverso sentenza n. 1081/05 del TAR Lazio, sez. di Latina: Ricorso sig. Di Prospero Daniele contro comune di San Felice Circeo. Nomina Legale. (avv. De Angelis - € 6.450,01) Elezioni politiche 09/10 aprile 06. Assegnazione spazi propaganda diretta. Senato della Repubblica Elezioni politiche 09/10 aprile 06. Assegnazione spazi propaganda diretta. Camera dei Deputati Approvazione bilancio di previsione anno 2006. Relazione revisionale e programmatica e bilancio pluriennale anni 2006/2008 Determinazione tariffe l’applicazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani anno 2006 Determinazione tariffe COSAP anno 2006 Determinazione aliquote compartecipazione addizionale comunale IRPEF anno Determinazione proventi sanzioni amministrative per violazione Codice della strada anno 2006 Determinazione tariffe servizi sociali a domanda individuale anno 2006 Proventi concessioni edilizie e sanzioni di cui al DPR 380/01. Destinazione anno 2006 Determinazione per l’applicazione del tributo comunale su pubblicità e pubbliche affissioni anno 2006 Determinazione aliquote ICI e le relative detrazionie agevolazioni anno 2006 Tariffe trasporto e mensa scolastica Proroga imposta pubblicità anno 2006 Presa d’atto decreto sindacale n. 3/06 di conferimento incarico sig. S. D’Auria Nomina commissione per l’avvio a selezione di n. 6 unità da utilizzare nel C.S.L. – L.R. n. 29/96 Costituzione in giudizio ricorso sigg. Angellotto/i contro comune di San Felice Circeo. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 4.646,47) Angellotto/i + 3 contro comune di San Felice Circeo. Ricorso d’urgenza ex art. 700 C.P.C. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 952,00) Individuazione posizioni apicali e applicazione ammontare indennità di posizione Approvazione gettone di presenza commissione Edilizia Residenziale Pubblica Rinnovo incarico Nucleo di Valutazione anno 2006 (€ 11.362,05) Contributo Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci – P.O.F. (€ 500,00) Contributo Circolo Bocciofilo Montenero 04 per gara bocce (€ 500,00) Costituzione in giudizio De Iulio Armando. Nomina Legale (avv. Di Prospero € 1.819,13) Contributo Ass. Poliportiva Circeo per manifestazione sportiva (€ 500,00) Elezioni Politiche. Spazi affissioni Senato Elezioni Politiche. Spazi affissioni Camera Patrocinio Ass. AIRC per distribuzione azalee giorno 14 maggio 06 Rettifica delicera n. 221 de 23/12/05 Manifestazione cieli aperti Porsche. Concessione patrocinio Contributo a favore di emigrato reimpatriato Patrocinio fiera B.go Montenero denominata “AgrifolKlore” organizzata dalla Casartigiani di Latina periodo dal 01/04/06 al 30/09/06 Approvazione progetto integrazione scolastica Autorizzazione al ricorso di cosidette formr flessibili di lavoro ed affidamento incarichi professionali settore urbanistico: 1 unità - Istruttore Tecnico Geometra, Cat. C1 per esame Dichiarazioni Inizio Attività Centro Storico (€ 3.370,00 per mesi 6) 1 unità per attività professionali connesse allla determinazione dell’importo dela sanzione di danno ambientale (€ 1.300,00 + IVA e CPA / MESE) 1 unità di lavoro idonea allo svolgimento di mansioni di Istruttore Tecnico Geometra (€ 10.800,00 per mesi 6) 1 CO.CO.CO. per svolgimento attività dell’ufficio pianificazione che saranno riassunte in un progetto (€ 10.000,00 per mesi 6) 2 professionisti nominati dalla regione Lazio per la valutazione e stima dei demani civici da alienare ai sensi della L. R. 1/86 (€ 516,46 / PRATICA) 6 unità – Istruttore Tecnico Geometra, Cat. C1 per attività connesse a pratiche di condono (€ 2.808,00/MESE/CADAUNO) Proroga contratto Agenzia Obiettivo Lavoro per reclutamento Istruttore Direttivo specialista in attività assistenziali Costituzione in giudizio per Decreto Ingiuntivo n. 233/06 Perrino Michele. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 1.192,50) Costituzione in giudizio per Decreto Ingiuntivo n. 235/06 Perrino Michele. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 1.192,50) Piano Territoriale Paesistico Regionale. Partecipazione dell’Ente ai sensi dell’art. 23 comma 1 L.R. 24/98 Contributo gara tiro a piattello Ass.ne “Italcaccia”. (€ 1.000,00) Contributo all’Ass.ne Prov.le e Reg.le Musicisti per concerto inaugurazione teatrino comunale. (€ 3.000,00) N 84 Data ” 85 86 87 ” 21/04/06 ” 88 89 90 27/04/06 03/05/06 ” 91 ” 93 94 12/05/06 ” 95 ” 96 ” 97 ” 98 ” 99 ” 100 ” 101 ” 102 ” Oggetto Criteri procedurali sull’applicazione delle ulteriori detrazioni ai fini ICI sulla I^ casa. (Rif. delib. G.C. n. 55/06) Richiesta pareri di cui alla deliberazione di C.C. n. 11 del 21/03/2006. 14° anniversario inabissamento Cristo del Circeo – Patrocinio e contributo Pagamento differenza somme sig. Fabrizi Pietro – Restituzione capitale d’affranco terreno Pantano Marino (€ 2.200,00) Affidamento servizio parcheggi a pagamento non custoditi anno 2006. Patrocinio morale associazione Infinity Car Club 47° Congresso Distrettuale Lions – Distretto 108/L. Concessione patrocinio e contributo (€ 1.000,00) Campionato Italiano di Vela- classe Vaurien. Concessione patrocinio e contributo (€ 500,00) Implementazione cap. 80/8. Prelievo dal fondo di riserva. Patrocinio morale D.P. Promotion – Miss Motorissima 2006. Manifestazione del 03 e 04 giugno 2006. Adeguamento tariffe spese diritti di segreteria e di istruttoria pratiche settore urbanistico. Lavori di realizzazione rotatorie intersezione strade della migliora 58 e della migliora vecchia. Approvazione progetto definitivo. Lavori di realizzazione palestra polifunzionale a servizio del plesso scolastico di Borgo Montenero. Approvazione progetto definitivo 1° stralcio. Patrocinio all’Ass.ne culturale “L’Isola di Eea” manifestazione carnevale 2006. (€ 300,00 – la cifra viene prelevata dal cap. 1440/1 C.B. 1.10.04.05 - Contributi a famiglie disagiate) Affidamento incarico per progettazione tecnica per la sistemazione dell’area antistante la cava di pietra del Brecciaro. (arch. Cicconi, geom. Montalbano - € 12.360,00) Affidamento incarico professionale esterno per la individuazione e progettazione preliminare e definitiva ed esecutiva di aree da destinarsi a parcheggio ed alla sosta di veicoli a motore. (arch. Cicconi, geom. Montalbano, arch. De Angelis, ing. De Micco - € 60.000,00) Lavori di messa in sicurezza di Via Terracina (Via Badino) Approvazione progetto preliminare. Piano attuativo di sviluppo e di riqualificazione ambientale del tratto di litorale definito dal Viale Europa. Determinazione sulla fase A) preliminare. Delibere Consiglio Comunale 07 08 09 10 16/03/06 21/03/06 ” ” 11 ” 12 13 ” ” 14 15 06/04/06 ” 16 ” 17 ” 18 ” 19 ” 20 ” 21 22 ” ” 23 24 25 28/04/06 ” ” 26 27 ” ” 28 30 ” ” 32 33 ” ” 34 35 36 37 38 39 40 41 ” ” ” ” ” ” ” ” Verbale di seduta deserta Interrogazioni Approvazione Regolamento sul Procedimento amministrativo Concessione alla Coop. Il Fringuello della trasformazione del diritto di superficie sull’intero lotto di terreni distinto al N.C.T- fg. 21 part 792 Autorizzazione alla Giunta per l’acquisizione di pareri legali in ordine alla fattibilità e ai possibili contenuti anche economici di un eventuale accordo transattivo con la soc. Coop. Circeo 1° Modifica art. 5 Regolamento per il Centro Sociale Anziani Modifica regolamento comunale per la concessione di contributi ed altri benefici economici Interrogazioni. Verifica qualità e quantità di aree di fabbricati da destinarsi alle residenze, alle attività produttive e terziarie. Legge 167/62 e Legge 865/71 e s.m.i. Schema elenco annuale del piano triennale delle OO.PP. 2006/2008. Approvazione. Bilancio annuale di previsione esercizio 2006 relazione revisionale e programmatica e bilancio pluriennale anni 2006/2008. Allegato al Bilancio: esame ed approvazione. Nomina componenti collegio di revisione economico finanziario periodo 2006/2009 (dal 10/04/2006 al 09/04/2009) Piano di individuazione delle sottozone a diversa vocazione e suscettività produttiva di cui all’art.52 della L.R. 38/99 e s.m.i.. Adozione piano di zonizzazione agricola. Punto ritirato. Alienazione relitto di terreno ricadente nell’area di vigna la corte alle sigg.re M.B. Mazza e G. Parrini. Punto Ritirato Regolamento per l’utilizzo delle strutture di proprietà comunale Istituzione servizio parcheggio a pagamento senza custodia nel periodo dal 01/05/06/ al 15/09/06 Interrogazioni. Comunicazione prelievo dal fondo di riserva anno 2006. Esame ed approvazione regolamento per il funzionamento del servizio di economato. Esame ed approvazione regolamento di contabilità. Riconoscimento debiti fuori bilancio. Sentenza Giudice di pace di Terracina c/accertamento violazioni al c.d.s. Idem. Atto di precetto Avv. Pernigotti. Piano di individuazione delle sottozone a diversa vocazione e suscettività produttiva di cui all’art.52 della L.R. 38/99. Adozione piano di zonizzazione agricola. Adozione nuovo regolamento edilizio comunale. Adozione progetto definitivo del piano colore e regolamento per la riqualificazione del Centro Storico. Approvazione perizia di alienazione Sig. Cestra Agostino. Idem: Cestra Marina. Idem: Nori Enzo. Idem: Ventura Alessandro. Idem: Olivieri Marco. Idem: Olivieri Andrea. Idem: Beltramini Davide. Modifica al regolamento del premio letterario internazionale “la Cultura del Mare”. IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 13 INTRATTENIMENTO Personaggi Tipici - Oroscopo Panarda e Canascionetto D urante l’anno santo del 1950, un giorno, di prima mattina, partì da S. Felice Circeo un autopullman carico di paesani, diretto a Roma. Erano una quarantina di pellegrini e tra questi c’erano i due compari Memmo e Peppuccio e Marianna, la furnara. Dopo aver assistito ad alcune funzioni religiose, aver visitato la basilica di San Pietro, la piazza ed il colonnato, appropinquandosi l’ora del pranzo, i due compari proposero di andare a mangiare in una trattoria di loro conoscenza. Vi erano stati già due volte: in occasione della festa dei lavoratori ed in quella del raduno dei coltivatori diretti del Lazio. “Lì si mangia bene” - disse Memmo - e “Non si spende tanto” -aggiunse Peppuccio - . Una diecina di compaesani li seguirono e tra questi Marianna. Mentre erano seduti a tavola, in attesa di essere serviti, Marianna chiese ai compari, che conoscevano l’ambiente, dove avrebbe potuto trovare un gabinetto. L’accompagnarono al bagno, situato in un cortiletto all’esterno della trattoria e poiché quel giorno la serratura della porta non funzionava, si improvvisarono guardie: “Marianna! vai tranquilla e fa i tuoi comodi! noi non permetteremo a nessuno di entrare” Ad un tratto Marianna uscì fuori dal bagno urlando: “Ha scuppate la fiumara” (è scoppiata la fiumara). Era successo che Marianna aveva afferrato, con la mano destra, la catenella, con l’intenzione di sollevarsi, ma l’abbassamento di questa aveva causato lo svuotamento del cassonetto con conseguente inondazione della tazza. Memmo e Peppuccio, ridendo, spiegarono a Marianna che, nel frattempo si era riassettata, il “marchingegno” della catenella con la vaschetta dell’acqua. Una volta riavutasi dallo spavento, Marianna fece loro la seguente proposta: “Se me prumettate ca nen raccuntate a nesciune chistu fatte, per recumpenza ve tonghe nu canasciunette peto (per ciascuno), duie vote la settimana. I due accettarono volentieri la bella offerta e giurarono di tenere la bocca cucita. Così, la mattina, prima di andare al lavoro, i due si presentavano al forno e Marianna consegnava a ciascuno un fragrante e gustoso canascionetto, imbottito di salsiccia, di pancetta o di prosciutto, secondo i loro desideri. “Marianna! La prossima volta lo vogliamo imbottito di pecorino fresco”. - “Va bene! V’accuntente, ma m’arraccumanne però...” e con il dito indice della mano destra portato sul naso, li invitava al silenzio, a mantenere il segreto. La pacchia dei compari durò alcuni mesi, finché una sera, durante una passatella, forse perché alticci, rivelarono il segreto. II racconto dell’avventura di Marianna, con l’aggiunta di tinte colorate, fece subito il giro del paese ed in breve arrivò anche alle orecchie della protagonista. Quando, il giorno convenuto, i due si presentarono, per ritirare il solito canascionetto, furono aggrediti dalla furnara: “Mascalzoni! Delinquenti! nen site state capace de tene duie cice a mocca!” (non siete stati capaci di tenere due ceci in bocca). Venate! Ca ve je tonghe pure jù Ganascione, ma ambuttite de velene!” “Ma! Vedi Marianna! non siamo stati noi a...” - “Ah noh! E chi è state allora, ju diavele?! e mò, fora de qua e subbete!” e afferrato l’arnese che serve ad infornare e sfornare il pane, “Ca sennò, cu sta pala, ve rompe la capoccia a tute e duie”. I compari furono costretti a squagliarsela rapidamente, rammaricandosi amaramente di aver violato il patto. ■ da O’KEA’MUS di Andrea De Sisti SUPERALIMENTARI FRUTTA E VERDURA Simona Capponi Via M.E. Lepido, 28 Tel. 0773546394 San Felice Circeo (LT) Loc. San Rocco Rinomata Macelleria COCCIA Via XX Settembre, 13 S. Felice Circeo - Centro storico tel. 0773.546454 Oroscopo di Giugno 2006 di Aldebaran Ariete Le stelle promettono un profondo cambiamento nella vostra vita affettiva e vi aiuteranno a fare la scelta giusta in amore. Marte, in buon aspetto col vostro sole, vi renderà più dolci e moderati. Salute: ottima forma. (dal 21/3 al 20/4) Toro Una Venere smagliante vi suggerisce la strada della tenerezza e dell’armonia, non solo in amore, ma anche nei rapporti in generale. Non mescolate interessi e sentimenti. Ottimo periodo per chi studia. (dal 21/4 al 20/5) Gemelli Il favorevole influsso di Saturno e Marte manterrà alto il livello delle vostre azioni nel consolidare gli affetti e le situazioni lavorative. In amore: i nuovi incontri potrebbero trasformarsi in legami veri. Siete pronti? (dal 21/5 al 21/6) Cancro Le magiche energie di Giove si espandono fuori e dentro di voi rendendovi simpatici, affascinanti e intriganti. La vita amorosa potrebbe essere rivoluzionata. Le vostre qualità sono vincenti nel lavoro e nel denaro. (dal 22/6 al 22/7) Leone Dopo aver chiarito un malinteso, ritornrrà la magia della seduzione e l’amore sarà più stabile e sereno. L’aiuto positivo di Saturno vi renderà più costruttivi, ma l’energia nebulosa di Nettuno vi chiede scelte oculate e chiare nell’ambito del lavoro e negli affari. (dal 23/7 al 23/8) Vergine Sarete animati da uno spiccato ottimismo e dal desiderio di aprirvi di più col vostro partner, grazie a Giove e a Venere molto favorevoli nel vostro cielo. Fate attenzione al denaro che entra … ma che purtroppo esce anche! (dal 24/8 al 22/9) Bilancia Nel vostro cielo … solo stelle positive che vi promettono realizzazioni importan- ti: progetti di lavoro e soluzioni di problemi ancora in sospeso. Atmosfera serena nel vostro rapporto di coppia. Situazione finanziaria rassicurante. (dal 23/9 al 22/10) Scorpione Giove ed Urano, brillanti, vi consigliano di prendere al volo le occasioni fortunate in amore e nel lavoro. Forse, alcuni del segno si sposeranno … altri dovranno chiarirsi le idee, ma le storie appassionate non vi mancheranno. (dal 23/10 al 22/11) Sagittario La vostra vita sociale sarà ricca d’impegni e d’incontri. Favoriti i viaggi e nuovi amori. Saturno vi sarà utilissimo per realizzare progetti concreti. Siate solo un po’ più organizzati e non disperdete utili energie. (dal 23/11 al 21/12) Capricorno Troverete la formula giusta per coniugare praticità e piacere personale. Venere raggiante vi inclina ad una vita sociale intensa e brillante. Guadagni soddisfacenti e successi nel settore professionale. Buona salute col “buonumore”. (dal 22/12 al 20/1) Acquario L’intelligenza, spiccata nel nativo acquario, vi aiuterà a superare alcune difficoltà di questo mese. Momento di crisi in amore dovuta ad una divergenza o a problemi personali. Provate a parlarne; sarà più facile appianare tutto. (dal 21/1 al 19/2) Pesci Sarete alla ricerca di nuovi spazi e nuovi stimoli per soddisfare una vostra ispirazione. Urano, nel vostro segno, promette colpi di scena, di fulmine e di fortuna. Siete pronti ad accoglierli? (dal 20/2 al 20/3) 9 IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 14 SPORT Calcio/Maratona Calcio Nuoto C’era una volta la Circe Un campione in crescita Dopo cinque stagioni in Promozione si torna in Prima Categoria Emiliano Di Prospero di Tommaso Di Prospero C’ e r a u n a volta la Circe, perché il “malinconico tramonto” della squadra sanfeliciana somiglia sempre di più alla fine di quell’epopea raccontata e descritta in modo magistrale in un famoso film di Sergio Leone. Il”giocattolo” si è rotto, ed ora si porta dietro il suo fardello fatto di rimpianti, accuse e processi che nulla tolgono e nulla danno, ma lasciano tutti coloro che hanno a cuore le sorti del sodalizio rosso blu in uno stato di prostrazione e smarrimento. Dopo cinque stagioni vissute in Promozione, si torna mestamente e con la “coda tra le gambe” in Prima Categoria, un campionato che alla luce di quanto programmato l’estate scorsa in occasione della campagna acquisti è difficile da accettare. Un girone di ritorno inguardabile, un’involuzione tecnica e di mentalità che hanno fatto sprofondare la Nuova Circe sempre più giù, la mancanza della presa di coscienza di una situazione che andava degenerando, la convinzione sbagliata e visionaria di chi, non aprendo gli occhi, ha continuato a guardare a quella vetta ormai lontana ed irraggiungibile perdendo di vista la realtà delle cose. Come addetto stampa della Nuova Circe, riconosco di trovarmi in un certo imbarazzo, anche perché se non è mia abitudine salire sul “carro del vincitore” quando le cose vanno bene, ancor meno mi piace “sputare nel piatto” in cui mangio. In questa squadra ci sono degli amici, dei ragazzi con cui ho condiviso tanti momenti e per questo motivo sento di avere “ la spada di Damocle” della mia coscienza, sulla testa. Ritengo però doverosa una disamina un po’ cruda, dalla quale non potrò esimermi, perché la retrocessione maturata in un modo così assurdo, è difficile da digerire. Dopo i 21 punti del girone d’andata, la formazione di mister Lauretti ha ottenuto appena 12 punti in quello di ritorno, con poche reti all’attivo, alcune delle quali come conseguenza dei calci di rigore trasformati, con le sole ed uniche vittorie nella trasferta di Tecchiena e nella gara interna con il Torrice, con le sconfitte indecorose sui campi delle ultime in classifica (il Sant’Apollinare e la Terra di San Benedetto) con i risultati maturati in conseguenza di prestazioni disarmanti. Una squadra che non ha fatto del gruppo la sua forza, la mancanza d’elementi di grande personalità e con un carattere combattivo in grado di prendere in mano la situazione e di spronare gli elementi più timorosi nei momenti difficili. Ci ha provato Palmieri, con il suo carisma e la sua voglia di non mollare, ma ha “predicato nel deserto” e quasi mai è stato seguito dai suoi compagni che troppo spesso hanno subito la maggiore intraprendenza degli avversari, non capendo che era arrivato il momento di riporre il fioretto e di sfoderare la sciabola. L’anarchia latente vista in campo, che ha trasformato la Circe in un’armata Brancaleone, è stata lo specchio fedele di quanto espresso nel lavoro settimanale nel quale è venuta a galla l’assoluta mancanza di una “cultura del lavoro”, una ”carenza atavica” insita nei cromosomi di troppi calciatori. A Dario (mister Lauretti) per il quale ho la stima che deriva dalla passione che ci ha sempre messo, dall’infinito ottimismo, dal rappor- to fraterno che ha con i ragazzi, voglio dire che gli errori che a mio avviso ha commesso, sono nascosti in modo neanche così velato in queste poche righe che lo riguardano…Sicuramente, mantengo un buon ricordo di tutti, anche se una parola in più la vorrei spendere per i più piccoli della compagnia, che in questa sfortunata avventura sono quelli che hanno avuto il merito di accrescere ed affinare le proprie qualità integrandosi a meraviglia nell’ambito del gruppo e facendosi apprezzare da tutti. I due ragazzi in questione sono Beltramini e Rossi, appena 18 anni, i quali hanno avuto il merito di essere chiamati dalla Lazio per un provino subito dopo l’indimenticabile partita giocata a Formello contro la prima squadra e sono diventati ben presto gli elementi più importanti della rappresentativa giovanile provinciale. Quello che accadrà dopo una delusione così cocente, è presto per dirlo, ma si vive con la sensazione che un’epoca sia finita ed il “vento del cambiamento” che verrà, porterà via mister Lauretti e con lui, forse, i pochi superstiti di quella Circe che sfiorò l’Eccellenza ed allora qualcuno capirà perché…C’era una volta la Circe… ■ Calcio Il Montenero calcio spera nel ripescaggio Dopo un meritato secondo posto È stata una grande stagione quella della matricola del borgo che, dopo la promozione in Seconda Categoria, ora, grazie al meritato secondo posto ottenuto, ha delle concrete possibilità di essere ripescata in Prima Categoria, dove per ironia della sorte potrebbe ritrovarsi a giocare dopo tanti anni un derby con la Nuova Circe. E’ stata una “marcia trionfale” quella del Montenero che grazie ad una programmazione oculata da parte dei suoi dirigenti, con in testa il presidente Gianfranco Benetti, alla guida di un tecnico capace ed ambizioso come mister Vinciguerra e ad un gruppo di calciatori validi è riuscita ad ottenere un secondo posto che potrebbe aprire le porte per la categoria superiore. Il campionato, vinto dall’Atletico Sabotino, un’altra neopromossa, ha visto il Montenero duellare per buona parte della stagione con la Virtus Cisterna che dopo un sonoro 3-0 inflittogli dalla squadra del borgo, ha dovuto abbandonare ogni velleità e speranza di ottenere il piazzamento d’onore. Il Montenero ha espresso un calcio gradevole e si è contraddistinto per la grande vena realizzativa dei suoi attaccanti ed in particolare del tridente formato da Soukrat, Severini e Crescenzo. Il Montenero aspetta e sogna… ■ P er il giovanissimo ragazzo sanfeliciano, appena dodici anni, c’è stata nell’ultimo anno una notevole crescita sia sul piano puramente tecnico sia su quello cronometrico. In effetti, Emiliano si trova in quale fase della sua vita nella quale il miglioramento delle qualità tecniche è supportato dall’aumento del volume dell’allenamento. I risultati non si sono fatti attendere, ed ora, il “piccolo campione” comincia a vedere i frutti di tanta fatica ed a togliersi molte soddisfazioni. I primi risultati si sono visti nel primo e secondo Meeting Regionale Primaverile che si sono svolti nella piscina comunale di Latina. Nel primo dei due meeting, Emiliano, nella categoria Esordienti ha ottenuto sull’impegnativa distanza dei 200 metri a stile libero un tempo vicino ai 2 minuti e 45 secondi, mentre nella seconda manifestazione regionale sempre nello stile libero, ma sulla distanza più corta dei 100 metri, ha ottenuto un tempo di 1minuto e 14 secondi con cui ha polverizzato il suo precedente personale, abbassandolo di sei secondi, poi, in modo strepitoso, ha ottenuto un risultato eccellente nei 100 metri dorso, nei quali grazie al tempo di 1 minuto e 19 secondi si è attestato ai primissimi posti della sua categoria. Emiliano si è confermato sui suoi migliori tempi in occasione del terzo Meeting Regionale Primaverile che si è svolto nella piscina di Colleferro. Infine, il giovane campione, ha espresso tutto il suo potenziale nel Trofeo Giovannini, nel quale, sui 100 metri misti è riuscito a ritoccare sensibilmente il suo personale, con il cronometro che ha fatto segnare un tempo di poco inferiore ad 1 minuto e 24 secondi. La crescita del ragazzo è evidente e siamo convinti che se Emiliano manterrà viva la voglia di misurarsi con gli altri ragazzi della sua età, troverà sempre nuove risorse per continuare a migliorarsi. ■ Pasta all’uovo di Federico Fedeli V.le T. Tittoni, 113 - S. Felice Circeo - La Cona TUTTI I TIPI DI PASTA DELLA MIGLIORE QUALITÀ Tel. 0773.540608 EDILIMMOBILIARE Via Terracina Km 11.700 n. 126 tel. 0773.542053 – fax 0773.542053 cell. 338.9586023 04010 Borgo Montenero – Circeo (LT) www.edilimmobiliare - [email protected] Vendite-Affitti-Valutazioni-Manutenzioni IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 15 TEMPO LIBERO Lo spazio della città Il libro più letto Zuppa di verdura Il diavolo veste Prada di Alessia Bravo P Ingredienti: 300 grammi di patate novelle 2 zucchine 300 grammi di piselli freschi sgranati 200 grammi di fave fresche sgranate 4 carciofi una cipolla fresca qualche foglia di bieta uova olio sale parmigiano pane acqua Riunite in una pentola le verdure mondate, lavate e tagliate a tocchetti, coprite di acqua, aggiungete il sale e circa 100 grammi di olio. Lasciate cuocere per un’ora circa. A cottura ultimata, sgusciate un uovo per ogni persona lasciandolo cadere nella zuppa. Coprite, lasciate sul fuoco ancora un minuto e spegnete. Versate la zuppa di verdura in una terrina nella quale avrete adagiato delle fette di pane raffermo e cospargete con abbondante parmigiano grattugiato. ■ da “LA VISCOTTA Ricette di San Felice Circeo” di Angela Bassani . rimo romanzo di questa giovane autrice (Lauren Weisberger), in poche settimane ha fa fatto il giro del mondo, diventando il best seller culto in stile Sex and The City, brillante, ironico, a tratti grottesco, ma fin troppo reale nella descrizione di un mondo dove la superficialità, l’invidia, la cattiveria la fanno da padroni. E’ la sfavillante realtà di Miranda Priestly, arcigna, egocentrica, prepotente guru della moda mondiale, direttrice del settimanale di moda, più venduto in America, “Runway” . Quando Andrea Sachs, ventritrè anni, una laurea e il sogno di diventare scrittrice, bussa alla porta della Elias – Clark e accetta di lavorare come assistente di Miranda, non sa che la sua vita cambierà. In un vero e proprio inferno. Imparerà a camminare su vertiginosi tacchi a spillo barcamenandosi tra un fidanzato amorevole e premuroso, un’ amica bisognosa di conforto e, allo stesso tempo, soddisfando gli innumerevoli capricci del suo capo, a tutte le ore del giorno e della notte. Fino a scoprire che la sua vita sta andando a rotoli… ■ ORA LEGALE ANGOLO DELLA POESIA di A n t o n i o D i S a l v o Serenata a nessuno La Denunzia di nuova opera e la Denunzia di danno temuto /4 Dopo avere esaurito le azioni possessorie (di reintegrazione e di manutenzione), ci avviciniamo alle azioni di nunciazione di cui all’art. 1171 c.c. (denunzia di nuova opera) ed art. 1172 c.c. (denunzia di danno temuto). Per ragioni di spazio, divideremo l’analisi in due articoli distinti; cominciamo con la denunzia di nuova opera (art. 1171 c.c.), rinviando al prossimo numero la denunzia di danno temuto (art. 1172 c.c.). Entrambe le azioni si articolano in due fasi, la prima di natura cautelare che si esaurisce con un provvedimento provvisorio e la seconda che si svolge secondo le regole del processo ordinario di cognizione. L’art. 1171 c.c. prevede che: «… Il proprietario, il titolare di altro diritto reale di godimento o il possessore il quale ha ragione di temere che da una nuova opera, da altri intrapresa sul proprio come sull’altrui fondo, sia per derivare danno alla cosa che forma l’oggetto del suo diritto e del suo possesso, può denunziare all’autorità giudiziaria la nuova opera purchè questa non sia terminata e non sia trascorso un anno dal suo inizio …» (cfr. art. ult. rich., comma I). I soggetti legittimati ad esperire l’azione di denunzia di nuova opera sono: - il proprietario; - il titolare di un diritto reale di godimento; - il possessore. Se taluno di tali soggetti ha ragione di temere che da una nuova opera da terzi intrapresa, sul proprio o sul fondo altrui, stia per derivare danno alla cosa oggetto del suo diritto o del suo possesso, può denunziare il fatto all’autorità giudiziaria che, previa sommaria cognizione del fatto, può, posto che l’opera sia già iniziata ma non ancora terminata e non sia trascorso un anno al suo inizio: - vietare la continuazione dell’opera intrapresa, ordinando a chi ha promosso l’azione (attore) di depositare, a titola di cauzione, una somma di denaro; - consentire la continuazione dell’opera intrapresa, ordinando al terzo (convenuto) di provvedere a depositare la cauzione. Per cui in sede di giudizio definitivo, avremo che: - se risulterà soccombente l’attore, questi è tenuto a risarcire al convenuto il danno causato dalla sospensione dei lavori; - se risulterà soccombente il convenuto, questi sarà tenuto a farsi carico delle spese di demolizione per ripristino dell’originario stato dei luoghi e dell’eventuale risarcimento dei danni provocati alla cosa e/o all’attore. ■ S A N I T A R I A Gioielleria Oreficeria M E D I TA L I A Maria Grazia Colambrosi ARTICOLI ORTOPEDICI - SANITARI - ELETTROMEDICALI PRODOTTI PER L’INFANZIA IL NEONATO E LA MAMMA VIA MONTE CIRCEO, 12 - TEL. 0773540839 C.so V. Emanuele, 20 S. Felice Circeo - Centro storico tel. 0773.548580 di N i c o l a C a p u r s o È notte fonda, nel silenzio più assoluto che tutto circonda, solo và quasi sperduto: un uomo cantando … Davanti a sé, strade ricche di sassi; dietro di sé, l’eco dei passi, disperdersi gradatamente nell’aria. La sua ombra, tremula, proiettata dalla timida luna, svanisce nella penombra. Lo ascolta per fortuna: un gatto innamorato. Poi, piove pure… Ma cammina cantando, cammina; senza orchestra, eppure… La sua voce pellegrina, echeggia sotto la pioggia. Non riceva congratulazioni, l’accarezza il vento; non cerca affermazioni e prosegue nell’intento… Ma, per chi canta? Serenata a nessuno… Serenata forse… alla vita! … Dalla raccolta di poesie: “RIFLESSI DI VITA” IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO PAG . 16 VARIE Annunci • ANNUNCI GRATUITI ANNUNCI GRATUITI ANNUNCI GRATUITI ANNUNCI GRATUITI • Anniversario Il 26 aprile, Antonio Ceci e Loredana Capponi hanno festeggiato il 25° anniversario del loro matrimonio. Auguri dai figli Fabio e Francesca, dai fratelli e dalla sorella, dai cognati e dalle cognate. Supermarket CARLETTO di Lucci Evasio & C. s.a.s. V.le T. Tittoni, 70/72 S. Felice Circeo - La Cona Tel. 0773.540497 PAOLA Parrucchiera Via XXIV Maggio, 18 - S. Felice Circeo tel. 0773.549010 riceve per appuntamento Compleanni 3 giugno. Auguri a Camilla per i suoi sette anni da Chiara e Samuele. 4 giugno. A Mirko tanti auguri di buon compleanno da Chiara e Samuele 6 giugno Alla mia cara sorellina Valentina, per i suoi 22 anni, Tanti auguri da Matteo. 7 giugno. Auguri ad Alfredo Smith per il compleanno dalla moglie, figli, genero e nipoti. 9 giugno. Auguri di buon compleanno alla dolcissima Chiara da mamma, papà e Samuele Buon compleanno ad Alessia Ceglia il 10 giugno da zia Annamaria. All’amore delle nonne, Tanti auguri di compleanno a Jacopo Di Maggio il 10 giugno. 10 giugno. Buon compleanno a Rinaldo Bonavigo dalla sua adorata moglie. 11 giugno. Buon compleanno al nostro supercugino Luca da Chiara e Samuele. 13 giugno. Tantissimi auguri a Claudio Pedrollo per i suoi 70 anni dalla famiglia. 16 giugno. Buon compleanno a Giuliana Loriato dalla cognata Alberica. 20 giugno. Ad Antonella la zia più affascinante, auguroni dai nipoti, sorelle, fratelli, mamma, figli, marito, ecc. … insomma proprio da tutti. Buon compleanno ad Annamaria Ceglia dai suoi familiari il 23 giugno. Maurizio D’Alessandro il 26 giugno compie gli anni. Tanti Auguri dalla famiglia. Buon compleanno il 9 luglio a Graziella Guerra da tutti coloro che le vogliono bene. Il 10 luglio compie gli anni il nostro amato papà Felice Ceglia. Tanti auguri dalla famiglia. A Romano De Carolis, il 15 Luglio, tanti auguri di buon compleanno dal piccolo Felice. Il 21 luglio. Adele Capponi compie 98 anni, auguri affettuosi da parte dei figli e dei soci dell’Associazione “Il Centro Storico”. Tanti auguri di buon compleanno il 22 luglio alla simpatica Giulia Casabona da Ilenia e Giulia.. 22 Luglio. Augurissimi!! Al mio super-cugino Alessio per i suoi 15 anni, da Sharon. 29 Luglio. Alla piccola peste di casa Marchiotto, tanti auguri di buon compleanno a Jacopo con la speranza che diventi con il tempo più tranquillo. Le cuginette Giulia, Rossana e Giordana. segue dalla pag. 2 Clemente Busiri Vici Mio padre amava molto il mare del Circeo. Spesso al tramonto usciva con la piccola barca a remi, che in seguito in una mareggiata si infranse contro gli scogli, seguiva le scogliere fino a perdersi alla vista d’occhio. Andava con noi a gettare le reti per belle pescate di triglie, dentici, polpi, maccarelli. Stavamo attenti a seguire con le reti i confini subacquei tra scogli e sabbia, perché era il punto dove si prendeva più pesce. A casa si cucinava il pesce pescato e mio padre era un maestro in questa mansione, poi tutti intorno ad un grande tavolo rotondo di castagno (che oggi si trova nella casa di Tivoli) si mangiava in allegria spesso con ospiti e amici, personaggi del luogo e clienti di lavoro, ecc.. Quando era al Circeo amava la vita semplice ed all’aria aperta, vita di mare. Gemini lo incaricò anche di eseguire altri lavori che lui svolgeva sempre per amore del Circeo senza nulla ricevere di compenso, lo offriva con piacere alla comunità del luogo. Conosceva e simpatizzava con l’on.le Andreotti che incontrava in occasione delle tante migliorie che egli apportava al Circeo: acqua, strade, scuole, ecc. Concludo con un auspicio di pronta ripresa del Circeo, quale meraviglioso luogo nei pressi di Roma, anche perché le mie nostalgie mi indurranno inevitabilmente a ritornarci presto.. ■ 22 luglio 2006 Auguri per i tuoi novanta anni!!! Vincenzo Capponi i figli, le nuore, i generi, i nipoti e i pronipoti R I S T O R A N T E Al Convento di Lolita Capponi Piazza Mazzini, 4 (Centro Storico) - 04017 San Felice Circeo (LT) - Tel. 0773/546167 - 348.9185443