centrostorico - San Felice Circeo

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centrostorico - San Felice Circeo
Territorio
Archeologia
fantastica
Consolidare è meglio
che improvvisare
Il Seggio della Fortuna
di Giuseppe Cerasoli
di Stefano Pagliaroli
a pag. 3
Il fatto
La scuola
Borgo Montenero
Il nido del cuculo
Il progetto “Adotta un
monumento”
Una piscina privata
nel parco pubblico
di Francesco Novelli
di Umberto Salvatori
di E. Dantes
a pag. 4
a pag. 7
a pag. 8-9
a pag. 11
CENTRO STORICO
sotto
ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO”
la notizia
Editoriale
Spero meliora
(Spero in cose migliori)
di ALESSANDRO CRESTI
I
l 9 maggio scorso
la FEE, organismo internazionale per
l’educazione
ambientale, ha
conferito le “bandiere blu” ai
comuni rivieraschi d’Italia, capaci di coniugare la pulizia del
mare e delle spiagge con il più
largo concetto di vivibilità. Nel
giudizio si tiene conto non solo dell’”acqua cristallina”, ma
di tutta una serie di servizi a
terra: perfetta depurazione
delle acque reflue ed efficiente
rete fognaria su tutto il territorio comunale, raccolte differenziate, vaste aree pedonali, piste ciclabili, aree verdi, divieto
assoluto di accesso alle spiagge per gli autoveicoli, arredo
urbano curato, stabilimenti
balneari ben custoditi e curati,
dotati di tutti i servizi e di personale addetto al salvamento,
ampio spazio dedicato ai corsi
di educazione ambientale, rivolti in particolare alle scuole e
ai giovani, agevolazioni per i
portatori di handicap, pubblicità obbligatoria con affissione
pubblica dei dati sulle acque di
balneazione, strutture alberghiere, servizi di utilità pubblica sanitaria, informazioni turistiche, aree protette, segnaletica aggiornata, presenza di attività di pesca ben inserita nel
contesto della località marina.
Tre sono stati i Comuni pontini
destinatari del prestigioso riconoscimento, Sabaudia, Sperlonga e Gaeta, mentre è rimasto escluso San Felice Circeo,
che, oltretutto, ha fatto come i
gamberi e, rispetto all’anno
scorso, è retrocesso.
Questi tre Comuni sono stati
premiati non solo per la pulizia
continua a pag. 6
MAGGIO
SAN FELICE CIRCEO
BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 4 N. 18 - GIUGNO
2006
VUOTI DI MEMORIA
Il personaggio
Fu l’artefice del primo Piano Regolatore
Clemente Busiri Vici
Amava molto il mare del Circeo. Lo ricorda il figlio Saverio
S
crivo volentieri i
miei ricordi del Circeo, dalla fine degli
anni ‘30 (anni in cui cominciai a frequentarlo) fino a pochi anni fa, allorché
abbandonai il luogo, poiché mi sembrava avesse
perso le sue caratteristiche più intime naturalistiche, per troppe auto, traffico, avvento di popolazione (non locale) poco corretta verso la natura e senza educazione nella convivenza ecc.
Socializzare certamente
ma con educazione e rispetto delle regole, non rivelarsi invadenti e senza
sensibilità alcuna per il luogo.
Parlando degli esordi del Circeo come luogo di rifugio e fuga dal caotico vivere cittadino e
distrazione dalla stressante vita lavorativa, penso inevitabilmente a mio padre Clemente
Busiri Vici (1887-1965) famoso architetto in Italia e all’estero - innumerevoli lavori importanti a Roma ed in tutta Italia,
inoltre a Londra (Ambasciata
d’Italia), a New York (Padiglione delle Nazioni ’39), al Cairo
(scuole), in Tunisia (scuole,
Casa d’Italia), in Svizzera (Lugano), a Rio de Janeiro (Casa
d’Italia – scuole), ecc. - che fu
tra i primi scopritori e valorizzatori di tale magnifico luogo,
fin dalla fine degli anni ‘30,
quando con i suoi sette figli
(uno dei quali il sottoscritto) si
recava per vacanza alla pensione Maga Circe, che allora era
un piccolo edificio di poche camere dove spesso con la barca
a vela del figlio del proprietario
Superti si aveva occasione di
Clemente Busiri Vici
esplorare e ammirare le meravigliose scogliere contigue, le
grotte marine misteriose, i precipizi rocciosi a piombo sul mare, assolutamente isolati dal
mondo, senza presenza umana
e di notevole suggestione. La
popolazione locale, dedita prevalentemente alla pesca, era
forte e generosa, tutta gente
onesta e perbene: Maiolati,
Matacchioni, Felicetto, il cac-
S
ciatore, il dott. Malandrucco, sempre pronto ad intervenire; Luigi, anche lui
disponibile per ogni aiuto,
Biagio il fabbro ecc. ecc..
Mio padre contribuì a
“lanciare” il luogo anche
se in seguito perse l’entusiasmo iniziale tanto da
desiderare negli ultimi
suoi anni di ritirarsi in una
casetta da costruire sulla
cima della retrostante
montagna. Si era reso
conto che i nuovi arrivati
poco erano sensibili e inclini verso la natura, l’ambiente, i silenzi, la vita
semplice e contemplativa.
Comunque agli inizi conobbe un signore svizzero, naturalizzato al Circeo, proprietario di mezza montagna e con
un casale “lussuoso” che aveva costruito per viverci tutto
l’anno. Aveva importato dal
Centro-America piante esotiche
da trapiantare nella sua proprietà e commerciava cioccolacontinua a pag. 2
Spero meliora
Vuoti di memoria
Clemente Busiri Vici
Territorio
Consolidare è meglio
1
3
4
Il Seggio della Fortuna
Memorie dei percorsi antichi 5
6
Lettere al Direttore
7
Il nido del cuculo
“Adotta un monumento” 8-9
Territorio
Erosione costiera
10
Borgo Montenero
Nuova piscina privata
11
Delibere
12
Intrattenimento
Personaggi – Oroscopo
13
Sport
Calcio-Nuoto
14
Tempo libero
Cucina – Letture
che improvvisare
Storia
Lettere
Il fatto
Scuola
gi legati a San Felice Circeo –
in questo numero parliamo di
Clemente Busiri Vici, architetto famoso in Italia e all’estero, che fu tra i primi negli anni ’30 a scoprire, valorizzare,
rispettare ed amare il Circeo.
Di lui ci parla il figlio Saverio
anche lui architetto, che, insieme agli altri sei fratelli, fu
coinvolto in una vita quasi
primitiva in una casa sul punto più avanzato del Promontorio, senza strade, luce, acqua potabile e telefono, totalmente immersi in una natura incontaminata e selvaggia, ma profumata e colorata.
Clemente Busiri Vici redasse il
Piano Regolatore di San Felice Circeo, su incarico del Comune e del barone Aguet.
Realizzò anche le due chiese
del Paese, una vicina al mare
e quella del Patrono al Centro
Storico.
o m m a r i o
Editoriale
Archeologia
Per la serie “Vuoti di memoria” - i grandi personag-
Ora legale – Poesia
15
Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796
del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
2
VUOTI DI MEMORIA
Il personaggio
to, il Barone Aguet. Appassionato e molto amante del
luogo, se ne sentiva un poco il fondatore e il padrone.
Avendo stima per mio padre gli affidò, insieme al Comune, il primo Piano Regolatore del Circeo, che fu redatto da mio padre in quegli anni lontani, secondo regole rigorose: edificabilità molto limitata, ampie estensioni a verde, e rigidi regolamenti riguardo alla contenuta densità urbanistica ed edilizia, quasi nulla, superfici ed altezze minime, uso di materiali locali. Furono
gettate le prime basi della viabilità, le prime strade anch’esse da mantenersi allo stato di campagna (ghiaia,
terra battuta o similari), ampie zone di assoluto rispetto ambientale. In seguito a questa alacre attività Aguet
pregò papà di scegliersi a costo contenuto, per una
sua dimora, un luogo nei pressi delle scogliere che a
lui soddisfacesse, anche per rimanere in sito e controllarne lo sviluppo. Così mio padre a metà degli anni
quaranta si costruì la casa alla baia di Torre Cervia, non
lontano dal “rudere” dell’antica Torre di avvistamento,
su un pianoro soprastante.
Per noi giovani figli iniziò una vita nella natura, di fronte ad un mare azzurro e limpido dirimpetto alle isole
Pontine, una baia adatta alla pesca di ogni genere con
alle spalle siti leggendari: la grotta della maga Circe, la
baia delle sirene, il precipizio, la cava di alabastro, la
torre saracena, la batteria, il picco di Circe.
“
“
l’architetto Busiri Vici fu tra i primi sco pritori e valorizzatori del Circeo
Tutta la costa e la montagna pervasa da profumi naturali, ginepro, rosmarino, olivo selvatico, lecci, palmette
mediterranee che si fondevano con l’odore del mare
incontaminato.
Durante l’inverno, in città, mio padre pretendeva da noi
intransigenza verso i doveri della vita, orari rigorosi e
dedizione allo studio ecc., ma d’estate ci lasciava libertà, offrendoci occasioni irripetibili, sia pure nella
semplicità e direi quasi, nella primitività della situazione.
Mentre mio padre, durante la settimana, si recava a Roma per dedicarsi al suo pressante lavoro e ci raggiungeva la domenica con i rifornimenti, noi eravamo in
quel luogo meraviglioso ma privo di strade praticabili
tranne una mulattiera, senza acqua potabile, senza auto, senza telefono, senza soccorsi di alcun genere e dire che di pericoli ve n’erano molti. Quei meravigliosi
mari calmi e assolati potevano cambiare improvvisamente umore e trasformarsi in tempeste, sconvolgendo la costa. Ci trovavamo, infatti, nel luogo più avanzato di tutto il promontorio del Circeo, esposto a venti
impetuosi, nei pressi del Faro si facevano tuffi dalle alte scogliere; a quel tempo ero anche pugile (avevo
come allenatori Stive Klaus e Domenico Rea, allenatori
Clemente Busiri Vici - 1950
“
il barone Aguet ed il Comune di San Felice lo incaricarono di redigere il primo Piano Regolatore del Circeo
molto abili nel loro mestiere: Venerino, Beppe, Amadei, che con le loro barche gareggiavano a chi pescava di più e comunque da loro imparammo a gettare e
ritrarre le reti e i vari tipi di pesca.
A terra invece si organizzavano festicciole notturne e
“Costantino”, singolare personaggio del luogo, suonava la chitarra per farci ballare, rallegrando le serate con
le giovani amiche del tempo. Ricordo le sorelle Mila e
Isabella Spani, Fiorella Verga (nipote dello scrittore
Giovanni Verga) o le sorelle Morandi, che noi chiamavamo “Le Morandine”, la Vergé, in seguito tante altre,
la Romano, la Imperlino e cosi via.
Eravamo giovani e ci si divertiva con poco (anni ‘60).
La sera si poteva andare alla trattoria del Faro, prima
molto caratteristica, gestita dal Gualdoni, poi impreziosita (già meno interessante) con la denominazione di
“Alfonso al Faro”, infine sciupata divenendo pretenziosa e perdendo completamente le sue peculiari caratteristiche. Ci si poteva recare al Paese di San Felice
(cinema, gelati ed in seguito un porto caratteristico).
Per la difesa di questo paese vale la pena di spendere
qualche parola, poiché poco si fa per la sua salvaguardia e tutela mentre il suo valore storico ambientale è
evidente. Anche i miei figli (anni 1960/70) Leonardo,
Sebastiano, Benedetta, sopraggiunti in quegli anni e
mia moglie Mariolina, hanno potuto assaporare il fa-
Clemente Busiri Vici - 1962
scino e la bellezza del luogo.
Comunque in seguito tutto il Circeo cominciò a peggiorare (anni ‘70/’80) modificando la propria identità.
Arrivarono le strade, arrivò l’acqua, ma arrivarono anche le “cartacce”, l’inquinamento della costa, ovunque
buste di plastica in mare e a terra, confusione, natura
maltrattata ecc. ecc.
Se da un lato si era offerto giustamente un posto al sole per tutti, dall’altro lato tra i “tutti” vi erano pure i
non rispettosi della natura, i portatori d’incendi, di
baccano e di abusivismo. Cominciò in un certo senso il
declino. Speriamo che si possa trovare una politica che
salvi “capra e cavoli” altrimenti le cose si metteranno
male. Comunque la nostra vita cominciò a cambiare, si
iniziò ad allontanarsi dalle scogliere, si era invitati a
piccole crociere alle isole Pontine ed io iniziai a lavorare come scultore in una officina, verso la Mola, dal
fabbro “Biagio”. La vita selvaggia del Circeo era finita.
Vorrei qui concludere con un ricordo sull’opera svolta
da mio padre, Clemente Busiri Vici, al Circeo.
Oltre ad avere intuito inizialmente il valore del luogo,
quasi ignorato in quel tempo se non come confine tra
mare e paludi, oltre ad aver dotato il Circeo di un primo Piano Regolatore, oltre ad aver dato con la propria
casa un buon modello per gran parte delle case in seguito costruite, realizzò anche le due chiese su incarico dell’amico Gemini: la prima alla spiaggia, la seconda all’interno del paese. Per quest’ultima in particolare si può dire quanto segue: mio padre aveva come
suo credo architettonico, il rispetto assoluto di ogni
luogo, che si manifestava con il volersi inserire il più
adeguatamente possibile alle precipue caratteristiche
“
“
Clemente Busiri Vici
di Tiberio Mitri campione del mondo) e non avevo paura di nulla. Si faceva pesca subacquea (sono stato uno
dei primi in tale disciplina) si facevano gite nel circondario (precipizio, Sperlonga, laghi Fogliano e Paola
ecc.) con barchette rimediate, ma il pericolo del mare
era sempre incombente anche perché la costa era rocciosa.
Eravamo abituati a leggere i venti, le nuvole, i cieli, i
profumi dell’aria per anticipare le tempeste, perché,
avendo una riva non di sabbia ma di aguzze scogliere,
non era difficile rischiare di esservi sbattuti contro ed
uscirne era spesso un problema. Tutto era scuola, finché imparammo i vari comportamenti del caso. Voglio
ricordare che erano gli anni subito dopo la guerra e
ogni cosa era più complicata e nuova e noi eravamo
giovani.
A proposito delle varie gite in mare mi ritorna in mente un episodio che può rappresentare il clima di quel
tempo. Ci si presentò la possibilità di recarci alle isole
Pontine (35 chilometri di mare), allora erano poco
usuali tali percorsi, e come mezzo di trasporto fu offerto un barcone scassatissimo, motorizzato con un
vecchio motore di carro armato abbandonato durante
la guerra.
Tutto bene, sennonché al ritorno ci colse un mare in
tempesta, nuvoloni, lampi, ondate alte come case, la
notte e, soprattutto, sul più bello il motore ci piantò in
asso con la conseguente prospettiva di essere sbattuti alla deriva sulle scogliere. Solo la fortuna e le correnti favorevoli ci consentirono di approdare all’alba
sulle lontane spiagge di Terracina.
I ricordi sono tanti e non è possibile enumerarli tutti,
conducevamo comunque un modo di vita che per allora era abbastanza singolare: non essendovi la spiaggia
ci trasferivamo da un punto all’altro della costa molto
spesso a nuoto, anche per lunghe distanze e spesso ci
si trovava lontani la sera avanzata e si dormiva “alla
serena” sulle spiagge deserte, installando bivacchi con
fuochi accesi; facevamo gare di tuffi dalle alte scogliere, oppure battute di pesca anche sulle barche dei pescatori del luogo. Ricordo i loro nomi, brava gente,
“
segue dalla pag. 1
l’amico Gemini gli chiese di realizzare le
due chiese: una alla spiaggia, l’altra all’interno del Paese
ambientali e storiche. Se si osserva con attenzione tale architettura, si potranno facilmente cogliere i motivi
che l’hanno ispirata.
Le ripetute invasioni saracene dei secoli passati influenzarono l’architettura costiera e lasciarono il loro
“segno”, come si può notare ad esempio nel CastelloFortezza che affaccia sulla piazza ed è contiguo a detta Chiesa.
Credo di poter affermare che nella creazione della
Chiesa di San Felice sia stato seguito uno stile mediterraneo-saraceno, con fine di ambientamento, completato da una impronta di modernità. Soluzione positiva e nuova.
continua a pag. 16
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
3
IL TERRITORIO
Centro Storico
Politiche di sviluppo
Consolidare è meglio che improvvisare
È necessario valorizzare le risorse già esistenti
nostro paese e non è nemmeno meta di turisti che amino passeggiare lontano dai rumori e dal traffico. Per garantire la fruibilità dello stesso, anche in orari serali, bisognerebbe, lungo il percorso, che offre da sè la possibilità di respirare l’aria salubre ricca di iodio e di godere della vista di un paesaggio marino incantevole, aggiungere comode panchine, vasi con fiori, eventuali soste di ristoro, luoghi di incontro con piano bar, etc.
La riqualificazione allo studio dell’Amministrazione, che
seppur in qualche modo potrebbe andare in questa direzione, dovrebbe essere però svincolata da una decisione di giunta e portata verso una selezione, fatta mediante concorso, di
una serie di progetti
che siano valutati da
una commissione
giudicatrice di alto livello.
Porto il Porto del Circeo non è certamente noto per essere
uno dei più attrezzati ed accoglienti attracchi del Mediterraneo, seppur incastonato in una angolo particolarmente
pregiato. Oltre ad un
ripensamento sulle
modalità di soluzione delle problematiche legate all’insabbiamento dell’area di ingresso, credo sia opportuno, ignorando stavolta l’ipotesi di raddoppio, riflettere su alcune opere che
potrebbero garantire un miglioramento dello status
quo.
Gli interventi dovrebbero essere finalizzati alla riqualificazione dell’area portuale per consentirne un’adeguata
e più confortevole fruizione a fini turistici e diportistici.
L’ubicazione del porto, però, mette in risalto la necessità di un intervento integrato di riqualificazione del
Porto e delle aree circostanti. In modo particolare, la
passeggiata che sovrasta il Porto, dove sono concentrati la maggior parte degli esercizi commerciali, peraltro in notevole sofferenza negli ultimi anni, rappresenta la vera area di sviluppo.
L’ area portuale è e deve essere individuata come uno
dei punti nodali del sistema turistico cittadino; deve acquisire, infatti, una fondamentale centralità nella raccolta ed indirizzo dei flussi turistici. È opportuno, dunque, avviare una serie di interventi vuoi per la semplice
valorizzazione degli arredi urbani, vuoi con lavori programmati e realizzati per il miglioramento dei servizi e
delle infrastrutture di comunicazione.
Spiagge libere il progressivo abbandono delle spiagge
“
“
Lungomare: il lungomare è il biglietto da visita che una
località balneare turistica offre ai suoi visitatori. Lo si
può paragonare a quando si varca la soglia di un albergo e si guarda attentamente al portiere che ci viene incontro. Il primo impatto determina in noi l’idea di positivo o negativo del posto dove siamo capitati. Il lungomare deve costituire, dunque, la principale attrazione di
una realtà come il Circeo, un viale ampio e affollato con
locali e ristoranti dove i turisti possano spendere parte
del proprio tempo con soddisfazione. Il Lungomare, oggi, certamente non rappresenta un fiore all’occhiello del
“
per il Centro storico è necessario partire
con una progressiva pedonalizzazione e
l’istituzione di comodi parcheggi
bisogna riqualificare il lungomare, biglietto da visita di ogni località balneare
turistica
“
libere, lasciate in
apparente stato
di degrado, dovrebbe far riflettere circa una nuova
modalità di fruizione delle stesse. L’Amministrazione non dovrebbe sottovalutare, in questa direzione, anche la
predisposizione
di un progetto di
affidamento in gestione delle spiagge libere del Circeo
ad operatori operanti del settore turistico. Tale affidamento, peraltro sperimentato in altre realtà, consentirebbe di lasciare l’ingresso gratuito, concedendo agli
operatori turistici la possibilità di offrire ulteriori servizi
a pagamento, che renderanno queste zone più funzio-
“
“
“
prima di affrontare nuove iniziative, è
meglio valorizzare ciò che è presente sul
territorio
“
A
lla luce delle ultime indicazioni formulate dalla Amministrazione comunale in tema di politiche di sviluppo del territorio, credo
sia opportuno formulare un invito a valorizzare ciò che di valorizzabile è presente sul territorio piuttosto che andare a saturarlo inutilmente con nuove e mirabolanti iniziative.
Per fare ciò ho provato a dare un piccolo contributo su
alcune aree che necessitano di un urgente intervento di
consolidamento.
Centro storico: ad eccezione di alcune valide iniziative
in corso, come ad esempio il restauro del palazzo baronale, non vi è traccia, di un disegno strutturato di ripensamento del centro storico finalizzato alla sua definitiva rivitalizzazione. Ciò, infatti, non può che partire
attraverso una progressiva pedonalizzazione del centro
che garantisca nello stesso tempo la possibilità di poter parcheggiare comodamente e con poca spesa. La pedonalizzazione,
insieme ad un ripensamento delle categorie
merceologiche che porti
ad una “unicità, specialità e distinzione” dei negozi del centro storico,
presenterebbe, infatti, un
vantaggio decisivo: gli
acquirenti che riescono a
trovare vari prodotti in un
posto molto bello, sono,
talvolta, disposti a pagare di più perché a loro
piace la vivacità di una via
pedonale molto frequentata. È chiaro che i commercianti e i proprietari delle abitazioni del centro hanno
esigenze diverse, ma questi devono essere riconosciuti e si deve fare in modo che entrambi vedano soddisfatte le loro esigenze. Investire in una “buona architettura”, inoltre, conta: i centri urbani che possiedono
edifici storici o culturalmente significativi, hanno un sicuro vantaggio se questi edifici vengono adattati per gli
usi attuali. Si devono valorizzare, dunque, le caratteristiche culturali ma anche l’arredo urbano (alberi, siepi,
panchine, segnaletica, etc.), che ha sicuramente un
ruolo importante.
di Giuseppe Cerasoli
invece di pensare a raddoppiare il porto,
sarebbe più opportuno migliorarne lo
status quo
nali alle esigenze dei bagnanti (bevande, cibi e altro).
A costo zero per il Comune, garantirebbe, inoltre, gratuitamente la pulizia giornaliera dell’intero tratto di costa, l’installazione di bagni chimici, l’assistenza sanitaria di primo soccorso e il servizio di salvataggio. I bagnanti che non vorranno fruire dei servizi a pagamento
potranno comunque accedere liberamente al tratto di
spiaggia attrezzata.
Prima di pensare, dunque, al raddoppio del porto, alla
creazione di nuove darsene, all’approvazione del nuovo piano regolatore, credo sia opportuna una pausa di
riflessione, ma soprattutto un’attenta lettura dei fenomeni emersi negli studi commissionati dall’Associazione a due delle principali Università italiane. Da tale lettura credo che possa evincersi anche la necessità di un
approccio che porti a consolidare il nostro patrimonio e
non a metterlo a rischio di nuove ed improvvisate scelte degli Amministratori pro-tempore. ■
La novità
È in vendita la nuova versione,
ampliata e aggiornata
(III edizione), del libro
Il Circeo
nella leggenda e nella storia
a cura del prof.
Tommaso Lanzuisi
Prezzo euro 32,00
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
PAG .
4
CULTURA
Archeologia fantastica
Storia di una lontana estate
Il Seggio della Fortuna
Quella notte non dormii tranquillamente. Pensavo alla scena della Fortuna vestita di nero
di Stefano Pagliaroli
M
olti anni fa udii al Circeo
una storia. Sapevo bene
che il posto, soprattutto
d’estate, era frequentato da gente importante. La sera facevo una passeggiata per il centro e andavo sempre a
sedermi vicino alla Torre dei Templari. Guardavo giù e
pensavo: adesso so perché il Circeo è una meta così
ambita. In realtà la faccenda era più seria di quel che
potrebbe sembrare da come l’ho riportata finora: perché la storia era certamente una soltanto, ma udii che
la raccontavano anche persone che non si conoscevano
tra di loro.
Insomma dicevano che da qualche parte nei pressi del
paese c’era un posto che chiamavano il Seggio della
Fortuna e che se uno ci si sedeva anche soltanto per un
momento e guardava verso il mare senza distrarsi vedeva qualcosa che gli cambiava la vita. Riferivano anche
i nomi di alcuni furtanati venuti da fuori, e non ho mai
capito se fosse un’espressione del dialetto locale. Poiché avevo sentito dire che si trattava di un luogo abbastanza in alto nel promontorio, i pomeriggi con qualche
amico e più spesso da solo cercai di individuare almeno la zona. Se avessi trovato il seggio, non so se mi sarei fidato a sedermici. Solo una volta, dalla parte che si
vedeva Ponza, in un punto molto scosceso che prima
ignoravo completamente, vidi una donna, anzi doveva
essere una ragazza, tutta vestita di nero che salì all’improvviso dal fondo di un dirupo e si allontanò rapidamente senza voltarsi. Non pensai che fosse la Fortuna
e nemmeno mi avvicinai per controllare se il seggio fosse proprio lì (vedi la foto da me scattata il 4 maggio
2006).
Quella notte non dormii tranquillamente. Pensavo alla
scena della Fortuna vestita di nero, ormai la chiamavo
così tra me e me, che se ne andava, e decisi che sarei
tornato lì tutti i giorni a quell’ora per cercare d’incontrare un’altra volta. Ma non misi più piede da quelle parti per settimane. Perché il problema era anche un altro,
a pensarci bene: del seggio non ignoravo soltanto l’u-
La Sfinge e i laghi dal Promontorio
bicazione, ma anche la forma. Lo immaginavo antico e
di pietra: ma va a capire allora quante volte ci sei passato vicino, mi dicevo, e non te ne sei nemmeno accorto, soprattutto in un vecchio paese fatto di pietre; o magari si trova in centro, nella terrazza di qualche bar dove è pieno di gente, e allora è praticamente impossibile sapere dove sedersi e chi è quello che sta occupando il Seggio della Fortuna al posto tuo. E pensavo –
può apparire un po’ sciocco, detto così –: ma se il seggio è della Fortuna, secondo te ci sta seduta lei o lo lascia agli altri? In effetti anche questa eventualità era almeno da mettere in conto. Insomma, alla fine, le combinazioni possibili erano un’infinità, tante quante sono
quelle della sorte, cioè della Fortuna.
Poi venne settembre e le spiagge erano ormai quasi
tutte deserte. A me del resto è sempre piaciuto rimanere fino all’inizio di ottobre. Un pomeriggio decisi di risalire a piedi fino al posto dell’avvistamento, che avevo
completamente rimosso, ma non so come mi era all’improvviso ritornato in mente, quasi come un presagio. Al
primo tentativo sbagliai e mi ritrovai invece a poca distanza dalla Sfinge (pressappoco nel punto dove ho
scattato l’altra foto il 4 maggio 2006). Poi finalmente
ritrovai il punto dove la Fortuna si era allontanata senza voltarsi. Il sole era abbastanza forte e dunque non
avevo assolutamente paura. Guardai verso il mare e vidi che la parete era ripida e la macchia mediterranea,
tra mirtilli e liquirizie, molto fitta e di colore verde scuro e limpido, ma proprio giù a meno di dieci metri c’era come la sagoma – sì, era impossibile definirla una
forma, con tutti i rami che le facevano scudo – di un
seggio di pietra.
L’estate, come ho detto, stava quasi finendo e pensai
che o tentavo adesso o chissà quando o mai più. L’unico problema è che per vedere se il seggio fosse libero
bisognava che scendessi strisciando lungo la parete di
roccia per più di dieci metri. Via via che mi avvicinavo
quasi tenevo più gli occhi al seggio che le mani agli appigli. Quando arrivai in fondo, convinto che non ci fosse nessuno, mi accorsi invece che il seggio era in realtà molto più
grande
di
quanto avessi
immaginato e
che della persona che vi stava seduta si vedevano spuntare i gomiti e
parte
delle
braccia e la
punta di una
scarpa nera lucida, ma non
saprei dire la
misura, poteva
essere un trentasei come anche un quarantotto. Il mare
davanti rimane-
va coperto quasi completamente. Risalire
era impossibile: avrei fatto
troppo rumore
e qualche sasso poteva staccarsi e rotolare,
e non so a quel
punto che piega avrebbe potuto prendere
la faccenda e,
Isole viste dal Seggio
se quella si
fosse alzata di
scatto, come avrei potuto fermarla. L’idea di avere contro la Fortuna, voglio dire, e senza mai averla vista neppure in faccia, non è che mi piacesse poi tanto. Mi risolsi, non senza apprensione, ad avanzare.
Ormai ero ad appena un paio di metri e vedevo già anche i capelli, abbastanza rigidi, che si muovevano, perché dal mare quel pomeriggio saliva un po’ di brezza e
si sentiva qualche onda lontana contro gli scogli – non
so se avete presente l’atmosfera de Le Cimetière Marin
del Valéry –. Misi meglio a fuoco e vidi che si trattava
di una pietra davvero enorme, cava, dalla parte del mare, come una conchiglia: sotto c’era il precipizio. Come
alzai gli occhi, dopo essermi abbassato per non rimanere impigliato tra i rami, notai che il seggio era ridiventato vuoto. Pensai che, chiunque ne fosse l’occupante in quel momento, doveva aver ritirato le braccia,
forse perché la brezza era diventata un po’ fredda, e il
pomeriggio era ormai molto inoltrato e il sole si avviava al tramonto.
Mentre pensavo al modo in cui affacciarmi, se dall’alto
sollevando i rami dei mirtilli o da uno dei lati, decisi, non
chiedetemi perché, di indietreggiare. Dal seggio, naturalmente, non staccai gli occhi un momento mentre risalivo la stessa parete di roccia per la quale ero disceso,
ma appariva ormai davvero solo una pietra cava e vuota
che non somigliava forse più nemmeno a una conchiglia.
Ero di nuovo al punto di partenza, quando, benché un
po’ più vicina, la vidi che ancora una volta si allontanava, vestita di nero. Stavo per chiamarla, ma poi decisi di
lasciar perdere, e che era meglio tornare a casa.
Ho pensato di raccontare solo oggi, dopo tanti anni,
quanto mi accadde allora. Anche perché mi è stato riferito da fonti sicure che il via vai di personaggi importanti
al Circeo continua in tutte le stagioni. Ormai fanno la fila per sedersi anche un solo momento sul Seggio della
Fortuna*. ■
* Dopo L’isola del Circeo e Storia di una misteriosa
epigrafe, ho inaugurato, per il numero di novembredicembre 2005 con Il barone Karl von Hellennacht, la
rubrica ‘Archeologia fantastica’, per la quale ho poi
pubblicato Un miracolo avvenuto al Circeo il 21 giugno 1829 e Storia della vocazione religiosa di Lelio
Lauri.
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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5
TERRITORIO
Storia
Le strade del Circeo
Memorie dei percorsi antichi
Due erano le antiche principali vie di comunicazione con Circeii
di Laura Lopopolo
“
U
n argomento, sul quale molpassaggio nella zona. Infatti, nonostante numerosi
il secondo asse viario, oggi del tutto invito si è detto, ma ancora con
studi si siano ampiamente soffermati sull’aspetto delsibile, è testimoniato esclusivamente dalpoche certezze, è quello
la corrispondenza tra le distanze delle varie stazioni
la presenza di antichi selcioni
della viabilità antica a Sud di Roma.
di posta riportate sulla Tabula Peutingeriana nel tentativo così di cogliere una identificazione tra i toponiNon è facile ricostruire con esattezza
Donato, attraversava il territorio compreso tra la Lemi antichi e le distanze attuali, mancano ancora chial’andamento di una strada, tuttavia
stra della Cornacchia, la Madonella, la Molina delle
re evidenze archeologiche che rendano plausibile
una serie di ragionamenti e di constatazioni potrà
Capre, la Piscina di Campodigrano, la Lestra della Mouna recuperata viabilità. Resta valida comunque l’afaiutarci nel tentativo di comprendere l’antica e comlella per arrivare al Circeo da ulteriori diraplessa viabilità della piana pontina
mazioni. La prima, volgendo ad Ovest ragLa questione, affrontata in passato da divergiungeva la statio di Circeios (Torre Paola)
si studiosi e riproposta da Giuseppe Lugli nel
contestualizzando così in modo più chiaro i
1928, non ha sinora sciolto, infatti, la difficiresti dei sepolcri individuati presso Selva
le interpretazione di uno dei due principali
Piana; le altre invece, si dirigevano verso Est
assi stradali che in età romana servirono un
allontanandosi dalla direttrice principale in
territorio di non facile accesso come quello
punti diversi. Una partiva all’altezza della Ledel Circeo. E’ certo che due erano le princistra della Molella e proseguiva verso Torre
pali vie di comunicazione con Circeii, dalla
Olevola, attuale confine con la colonia Elena,
costa e dall’entroterra; della prima ne conoluogo antico di un probabile approdo presso
sciamo il percorso, senza però alcuna traccia
la foce del Livoli (poi Fosso Olevola oggi
rinvenuta, attraverso le indicazioni cartograTorre omonima) tratto ultimo di quel corso
fiche riportate sul più celebre itinerario strad’acqua documentato nel corso del XII s.d.C.
dale antico. Noto come Tabula Peutingeriache ormai presenta un’orografia del tutto
na, ( deriva il suo nome da K. Peutinger che
mutata. L’altra, proseguiva in direzione delne entrò in possesso nel 1570) è una copia
l’attuale Via della Mola costeggiando la Fosmedievale di un itinerario del IV s.d.C. realizRicostruzione dell’antica viabilità che attraversa le terre Pontine (da Lugli 1928) sa Augusta in località La Cona dove, arginanzata su una pergamena, lunga sette metri e
divisa in undici parti, che copre l’intero terrifermazione che la Severiana fosse un percorso di
torio dell’impero romano. Ideata per scopi pratici,
grande rilevanza come sostiene lo stesso Lugli:
contiene una grande quantità di informazioni utili a
“Questa via, così ben concepita, non poteva avere
chi viaggia; un vero e proprio stradario antico con le
uno scopo tanto modesto; è vero che serviva per le
vie di comunicazione tracciate in rosso, realizzate da
comunicazioni fra la città e il porto, ma i numerosi sesegmenti uniti tra loro e contrassegnati da distanze,
polcri che si trovano lungo di essa dimostrano un’imtra un tratto e l’altro, espresse in miglia con numeri
portanza assai maggiore”. Delle vestigia di cui riferisce l’insigne archeologo, rimangono sporadici avanzi
la Tabula Peutingeriana è una copia memurari in località Selva Piana dove, isolati nella macdioevale di un itinerario del IV s.d.C., un
chia, appaiono resti di possibili sepolcreti disposti
vero e proprio stradario antico
lungo la direttrice della via che, dopo aver raggiunto
Circeios (Torre Paola), tagliava verosimilmente verso
Tabula Peutingeriana
Est nella macchia di Selva Piana e costeggiando la
do il Pantano delle Vedeghe, si dirigeva verso Torre
Fossa Augusta, giungeva a Turres Albas ( Torre Vitromani. L’importanza del documento è per noi rapVittoria e si congiungeva con la Severiana che arrivatoria ) per riprendere poi il suo andamento rettilineo
presentata dal fatto che riporta il tracciato dell’antica
va a Terracina. I resti di ogni strada antica dunque,
verso Anxur ( Terracina ). Così descritto il percorso
Via Severiana costruita nel 198 d.C. da Settimio Senoti o meno, sulla base degli scarsi elementi di soliviario litoraneo rendeva possibile arginare le paludi e
vero. La strada, concepita per scopi militari, commerto in possesso degli studiosi, costituiscono per noi
affrontare un territorio altrimenti inaccessibile.
ciali e per il trasporto della calce dei Monti Lepini,
tutti un bene culturale da tutelare attraverso una conDel secondo asse viario, invece, si conserva memoria
congiungeva Portus Ostiensis Augusti (Porto-Ostia),
servazione paesistico-ambientale, architettonico-ara Terracina percorrendo perciò anche l’area costiera
cheologica, ma soprattutto storica, così da alimentadel Circeo. Questo articolato sistema di comunicaziore nella memoria collettiva quel ricordo dell’integrità
ne assicurava la fruibilità del nostro territorio, a mezl’antica via Severiana costruita nel 198 d.C.
dei tracciati che rende unico ogni “banale”viaggio
zo di una fitta rete di diverticoli, che ne ampliava i
da Settimio Severo, congiungeva Portus
che affrontiamo anche per giungere al Circeo. ■
Ostiensis Augusti (Porto-Ostia) a Terracina,
traffici e gli scambi significativamente attestati dai
percorrendo l’area costiera del Circeo
materiali recuperati anche attorno all’area di Torre
Paola. Che detto luogo fosse considerato un nodo
commerciale particolarmente attivo è confermato sonell’osservazione, fatta in passato da emeriti studioprattutto dal riferimento nella Tabula Peutingeriana a
Circeios come una delle diverse stationes lungo la Via
si, della presenza di selcioni attribuibili ad un antico
Luigina Bartelloni
Severiana. L’individuazione del toponimo antico con
asse viario, oggi ormai del tutto invisibile, individuaPiazza Vittorio Veneto S. FELICE CIRCEO
il luogo che noi tutti conosciamo, passata attraverso
ti in località Piscina Cupa. Si tratta di un asse con anvarie interpretazioni ed oggi ormai del tutto accertadamento Nord-Sud che in età repubblicana serviva
Centro Storico
ta, appare rilevante per la comprensione topografica
l’entroterra staccandosi dall’Appia all’altezza di Fotel. 0773.548292
rum Appi (Borgo Faiti), proseguino in direzione di S.
della Severiana della quale ancora ci sfugge l’esatto
“
“
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Gio
oiellleriia
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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6
SOTTO LA NOTIZIA
Editoriale - Lettere
tra gli operatori, che è garanzia di un’offerta in grado
di soddisfare le principali esigenze degli utenti e quinSpero meliora
di è garanzia anche di un’offerta competitiva, che ac(Spero in cose migliori)
cresce e produce valore nel territorio. Di contro gli opedi ALESSANDRO CRESTI
ratori coinvolti devono essere “realmente disponibili ad
operare in una logica di “sistema”, non dimenticando
che questo implica la necessità di uniformarsi a certe
e la balneabilità delle loro acque, ma anche per la qua- regole di comportamento e la perdita di un certo grado
lità ambientale dei rispettivi territori. Le Amministrazio- di autonomia operativa.”
ni locali hanno mostrato di comprendere come una sa- San Felice Circeo deve considerare la vicina Sabaudia, la
na politica di miglioramento della qualità ambientale prossima Sperlonga e la più lontana Gaeta come destidelle produzioni, dei consumi e degli stili di vita, sia un nazioni concorrenti anche se i suoi sostenitori continuaelemento fonno ad afdamentale in
fiancarlo
termini di capa- Colandrea
ai nomi
cità di sviluppo,
più belli
nonché di come più noti
petitività terridella cotoriale, a livello
sta, Arnazionale e ingentario,
ternazionale.
riviera
San Felice Cirsorrenticeo, non meno
na, Sardi questi tre Codegna,
muni e di tanti
Sicilia e
altri Comuni coCapri.
stieri italiani,
San Felipossiede grance, evidi risorse in terdentemini di turismo,
mente,
con un patrimopuò annio fatto di beni
cora conBandiera Blu 2006
ambientali e
tare su
culturali, di trauna imdizioni e di stomagine,
ria, di saperi e sapori. E’ necessario che l’Amministra- che, però, sembra messa in discussione dalla mancanza
zione si renda conto di quanto siano importanti tutte di riconoscimento delle “bandiere blu” da parte della
queste potenzialità per uno sviluppo dell’economia lo- Foundation for Environmental Education (FEE) o dall’ascale e per una risposta intelligente e strategica nel se- segnazione di solo due vele da Legambiente.
gno dell’identità contro il rischio di un’uniformità piat- Da questo giornale vorremmo fare un appello affinché
ta e noiosa. Raggiungere questi scopi significa supera- si realizzi al più presto un modello di gestione balneare una preoccupante rarefazione di servizi territoriali e re che possa competere con quello delle città “cugine
curare una migliore armonizzazione delle risorse locali della costa” non dimenticando un’improrogabile valocosì da impedire ciò che oggi perlopiù avviene e cioè rizzazione del Parco Nazionale del Circeo, che come
che ogni imprenditore faccia di testa sua e, magari in tutti gli altri Parchi e Riserve, è un’espressione straorbuona fede, pensi di offrire un buon prodotto.
dinaria di quel “valore aggiunto” che l’Italia può vantaQuesto elemento di criticità è stato ben evidenziato nel re rispetto ad altri Paesi e che è rappresentato dall’in“Rapporto sul sistema turistico di San Felice Circeo”, treccio di natura, cultura ed arte. E’, infatti, unanimepresentato dalla LUISS - Guido Carli, il 29 ottobre 2005, mente riconosciuto che un Parco, come una città d’arche lo poneva come primo dei cinque punti sui quali in- te, può costituire uno straordinario richiamo in termini
tervenire per realizzare un progetto finalizzato allo svi- turistici e in generale sul piano degli investimenti.
luppo del Paese, segnatamente in campo turistico. L’U- In caso contrario, se cioè ci si ostini ad ignorare il proniversità rilevava, infatti, una “debolezza del tessuto blema, oltre alle bandiere continueremo a perdere quel
relazionale tra gli attori locali, mentre la competitività di tipo di turista che, anche di fronte alla crisi economica
un’area turistica è legata proprio all’intensità delle re- incombente, potrà sempre permettersi di venire al Cirlazioni tra le diverse componenti” e “un limitatissimo ceo. Per non parlare del sempre agognato e sempre
orientamento alla cooperazione degli imprenditori turi- più virtuale turismo estero.
stici della zona”.
Bisogna fare sistema e creare una solida integrazione Cë sta chi la vò capì e chi nën la vò capì ■
segue dalla prima
Editoriale
Lettere al Direttore
✉
Parco del Circeo
Egregio Direttore,
non è una leggenda metropolitana il fatto che molti cittadini di San Felice e molti turisti siano stati
multati dalla Guardia Forestale mentre raccoglievano asparagi o ciclamini; mentre inenarrabili sono le
odissee di quanti hanno chiesto regolarmente di
realizzare una recinzione o costruire un muro di
contenimento in una zona posta all’interno del
Parco Nazionale del Circeo. Sinceramente ritengo
la cosa, per quanto estremamente severa, anche
giusta; a patto che la norma sia uguale per tutti. Le
dico questo perché enorme è stata la mia sorpresa
nel tornare al Circeo per un fine settimana di maggio e vedere un buco (non saprei come altro definirlo) nella vegetazione che costeggia la “via nova”, alias via XXIV maggio. Infatti, laddove esisteva una impenetrabile macchia mediterranea, ora si
nota una chiazza di alberi potati drasticamente ed
un disboscamento radicale. Ho assistito a molte
conferenze del compianto dott. Ortese e, più recentemente, del dott. Priolo, entrambi direttori del
NOTIZIE IN BREVE
La testimonianza
di un sopravvissuto
a Auschwitz
L’Associazione “Il Centro Storico” nell’ambito del progetto “Lo Spazio della
Memoria”, con l’Istituto Comprensivo
“Leonardo da Vinci” ha favorito, in data 4 maggio u.s., un incontro delle
classi di III media con un sopravvissuto
del campo di concentramento di Auschwitz, anche in considerazione del recente viaggio di alcuni alunni in questi
luoghi.
Tutela della
salute pubblica
Antenne per la telefonia mobile
Unitamente al “Comitato spontaneo di
Pantano Marino” abbiamo sostenuto e
promosso l’intervento dell’Assessore
Regionale all’Ambiente, Angelo Bonelli, presso l’Amministrazione di San Felice Circeo affinché si tenga conto della
normativa, prossimamente in vigore,
che mette ordine nella selva di ripetitori di telefonia mobile, che proliferano
sul territorio.
Convegno
Il preannunciato convegno sulle illegalità e le mafie nel Lazio, che prevede la
partecipazione del Procuratore Nazionale Antimafia, dott. Piero Grasso, è
stato rinviato al prossimo autunno, in
data da definire.
Parco Nazionale, e ricordo perfettamente le loro
raccomandazioni volte al mantenimento più o mecontinua a pag. 7
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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DALLA CITTÀ
Lettere
Il Fatto
segue dalla pag. 6
I lavori pubblici a San Felice Circeo
Il
nido
del
cuculo
Il sindaco si fa bello con il lavoro degli altri...
di E. Dantes
I
l cuculo è un uccello migratore,
sverna nell’Africa tropicale e meridionale, ed è diffuso in tutta
Europa. In Italia è estivo, nidificante
e di passo. Ha una lunghezza di 33
cm. Con una coda lunga e le ali piuttosto appuntite ed affilate, ha il capo e petto grigi, le
sue parti inferiori sono bianche con barre; in volo,
qualche volta viene confuso con un uccello rapace, lo
Sparviero.
Questo uccello abita le foreste miste luminose dove
abbonda il sottobosco. Si alimenta di numerose specie di insetti, molti bruchi pelosi scartati da altri uccelli, nonché ragni, molluschi, vermi e qualche vegetale.
I cuculi sono ben noti per la loro strana abitudine di
essere parassiti dei nidi altrui. Infatti, la femmina colloca, da maggio a luglio, un uovo per volta nei nidi di
altre specie di uccelli (circa cinquanta), soprattutto di
capinere, forapaglie, ballerine ed averle; le uova deposte assomigliano spesso per dimensioni e colore
alle uova dei genitori adottivi. Il cuculo depone complessivamente 15-20 uova che si schiudono dopo 12
giorni e mezzo; i giovani cuculi nascono perciò contemporaneamente o addirittura prima dei compagni
di nido. Con un impulso istintivo i nuovi nati spingono fuori dal nido le uova o la prole dei genitori adottivi, sbarazzandosi in tal modo dei concorrenti e rimanendo unici padroni del nido. I nuovi genitori continueranno a nutrirli lo stesso, guidati dall’istinto naturale...
No, no, cari lettori...state tranquilli: non abbiamo
nessun proposito di impartire lezioni di zoologia. Solamente, nel leggere distrattamente, e quasi sonnecchiando, una rivista scientifica siamo stati improvvisamente risvegliati perché colpiti dalla similitudine
tra le abitudini di vita del cuculo con quelle (politiche, s’intende) del nostro sindaco. E’ lui!, ci siamo
detti, è proprio lui! Ecco a cosa si è ispirato nella gestione della sua amministrazione! Infatti, come gli
addetti ai lavori ben sanno, Schiboni ha invaso ben
più di un nido di proprietà altrui per poi far fuori i legittimi occupatori e, proprio come il cuculo, lo fa da
sempre e da sempre le sue vittime non si accorgono
della trappola e, anzi, spesso lo aiutano a proseguire nelle sue azioni scellerate. A citare le vittime abbiamo solo l’imbarazzo della scelta cominciando dai
consiglieri di Alleanza Nazionale (Colambrosi, Calisi,
Palombi e Capponi) che pure gli avevano consentito
di essere eletto nel 1996; ma possiamo continuare
con alcuni dei suoi ex fedelissimi consiglieri come
Enrico Morlani, Gianpaolo Ceccarelli e Giovanni Aquino, oppure possiamo citare alcuni dirigenti locali di
Forza Italia che dopo essersi impegnati per lui fino al
sacrificio nelle ultime tornate elettorali sono stati, di
fatto, costretti a cercarsi un altro “nido”; e questo
solo per citare i casi ufficiali e tralasciando tutti gli altri. Un atteggiamento costante nel tempo e svolto con
una professionalità ed una disinvoltura meritevoli
dell’Oscar per la Faccia Tosta.
Eppure, mai avremmo potuto immaginare che CuculoSchiboni avrebbe svolto il suo ruolo di parassita nei
confronti di chi si era sempre mostrato grande collaboratore del sindaco, soprattutto in una delle situa-
zioni più delicate di ogni amministrazione, vale a dire la gestione dei lavori pubblici. E’ in questo ambito, infatti, che si nascondono spesso insidie pericolose, bocconi avvelenati e brutte figure; ed è proprio
in questo campo minato che si era rivelato prezioso
ed insostituibile l’assessore Luciano Magnanti. Infatti, tutti i lavori pubblici che si sono realizzati sul territorio durante l’attuale amministrazione sono stati
frutto o di un lavoro preparato da precedenti sindaci
(ad esempio la rete di distribuzione del gas metano)
oppure hanno visto la luce grazie all’impegno di Magnanti. Intendiamoci bene: molte delle cose realizzate non ci piacciono e lo abbiamo già affermato su
queste pagine; soprattutto non ci piacciono i marciapiedi che, in gran parte, avrebbero dovuto avere un
criterio di progettazione più razionale. Ma non è possibile ignorare che l’assessore Magnanti è andato
ben oltre il suo ruolo, trasformandosi spesso in una
sorta di capo-cantiere che con la sua assidua presenza ha certamente ottenuto risultati migliori della media; e questo è vero per i marciapiedi, per la rete idrica e la rete fognante, per il teatrino comunale, per la
strada di collegamento tra via del Colle e via Domenichelli ecc. Un impegno, dobbiamo ritenere, che non
nasconde interessi personali e che, alla fine, ha portato lustro solamente al sindaco il quale, oggi, si pavoneggia mostrando, come fosse farina del suo sacco, quei lavori di cui egli stesso sa molto poco e per
i quali la gente dice: “ Embe’, pore figlie...quaccosa
ha fatte...”; il che, per il sanfeliciano medio, equivale ad un encomio solenne. Eppure, non appena Magnanti si è permesso di obiettare sui contenuti di una
deliberazione un pò troppo “spinta” nel senso di una
possibile speculazione edilizia sul territorio, il sindaco Schiboni, come si dice da queste parti “c’ha fatte
fa’ la fine de Matteotte...” . E così, il povero assessore ai Lavori Pubblici è stato fatto fuori ed ora milita tra le file dell’opposizione; e fa notare ai nuovi ed
ai vecchi amici che da quando è stato messo alla porta non è stata più approntata nessuna nuova opera
pubblica perché, senza di lui, la Giunta di chiacchiere
ne fa tante ma di fatti pochissimi. Speriamo che sia in
grado di farlo capire anche alla gente che, ormai tra
meno di un anno, dovrà andare a votare!
Ma, a proposito di Giunta, che fine hanno fatto le deleghe tolte agli assessori? Come qualcuno ricorderà,
alcuni mesi or sono, il sindaco, il cui sonno dispotico
era stato turbato da qualche incubo irriverente (forse
il fallimento della manovra di raddoppio del Porto?)
si svegliò e decise di abolire tutti gli assessorati. In
pratica, il comune di San Felice Circeo, da allora non
ha più l’assessore al Bilancio, l’assessore al Turismo,
l’assessore ai Lavori Pubblici e via dicendo. Naturalmente, le stesse persone continuano a percepire il
loro stipendio anche se non si sa bene a che titolo;
tanto...paga Pantalone. Tutte le funzioni di cui sopra
sono state assunte esclusivamente da Schiboni il
quale, in un delirio di parassitismo, sta cercando di
entrare nei nidi di tutti coloro che gli stanno attorno.
Qualcuno dice che si tratta di una situazione forse
unica in Italia ma, in tutta sincerità, un atteggiamento del genere non ci meraviglia affatto da parte di chi
ha non solo il comportamento ma anche la faccia come il cuculo. ■
✉
Parco del Circeo
no intransigente dello stato dei luoghi, a meno di
un intervento diretto dagli uomini della Guardia
Forestale. Ebbene, tramite il suo giornale, mi farebbe piacere sapere se una operazione di “disboscamento” sia stata guidata dai Forestali e, in
caso contrario, quali sono stati i provvedimenti
presi? In alternativa, avrei piacere di sapere, insieme con tanti sanfeliciani (di nascita o di adozione) qual’è la procedura da seguire per dare seguito ad uno scempio di tali proporzioni in maniera, diciamo così, legittima. Siccome so che l’area
in questione è stata oggetto già di alcune controversie, mi affido alle sole immagini, pregandola di
scusarmi se le chiedo l’anonimato.
(lettera firmata)
n.d.r. Gentile lettore, sarà nostra cura girare al più
presto le sue domande alla Direzione del Parco,
sperando di avere una sollecita risposta, che chiarisca in modo certo ed autorevole il problema da
lei sollevato.
Centro Storico
Caro Direttore,
nel numero 14 de “Il Centro Storico” venne pubblicata una foto
che mostrava un
sospetto lavoro
abusivo relativo alle mura perimetrali
del paese. Qualcosa deve essere
successo dopo
quella segnalazione perché l’apertura che era stata
praticata nelle mura venne ridimendopo...
sionata con la riapposizione di alcuni orribili blocchetti. Ma, evidentemente, c’è stato un ripensamento perché non solo la breccia è
stata parzialmente riaperta per lasciare il posto ad
una finestra a quattro ante, ma ne è stata aperta
un’altra ancora per un’altra finestra.
Credo che non ci sia nulla di male a volere una casa
luminosa, ma allora bisognava andarla a comprare
altrove. Con un esempio del genere e con i controlli
vigenti, ogni cittadino si sentirà in diritto di fare
quello che vuole; ed allora perché si spendono migliaia di Euro per il Piano Colore se poi non si ha la
forza o il coraggio di reprime certi abusi?
La ringrazio e La prego di pubblicare le immagini,
che parlano da sole.
(lettera firmata)
prima..
n.d.r. Se si tratta di un abuso, dovrebbero intervenire le autorità.
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI”
Spazio autogestito
Conoscere il territorio
Il progetto “Adotta un monumento”
Il Faro di San Felice Circeo
di Francesco Novelli
Introduzione.
Il progetto presentato è una delle attività pomeridiane dell’Istituto Comprensivo “Leonardo da
Vinci”. L’obiettivo è la conoscenza
del territorio in maniera approfondita, per favorire la salvaguardia del patrimonio storico
e ambientale.
Esposizione dei dati.
Il monumento scelto nel progetto è il faro di San Felice. E’ stata prima effettuata una ricerca sull’origine
dei fari, sulla loro storia e sui fari più importanti,
quindi si è passati ad un approfondimento del faro di
San Felice e di come questo sia nato per volere del
Pontefice Pio IX. Il faro si trova attualmente sul versante del promontorio del Circeo detto “Quarto Caldo” e dista dal paese circa 3 Km.
Presentazione generale dell’attività.
E’ già il secondo anno che viene svolto il progetto
“Adotta un monumento” e l’anno scorso si è rivelato
uno dei progetti più belli. Gli obiettivi di questo progetto sono molti; infatti si vogliono far acquisire all’alunno conoscenze sul monumento prescelto; consolidare e potenziare le sue capacità informatiche,
soprattutto con l’utilizzo del programma Power Point;
inoltre si vuole migliorare la qualità degli scritti. Gli
alunni che hanno aderito al progetto sono circa 40,
appartenenti alle classi prime, seconde e terze dell’Istituto. Il progetto si svolge per due ore pomeridiane
settimanali, di venerdì, durante tutto l’anno scolastico. I docenti che si occupano di questo progetto sono il Professore Alessandro Mattia docente di Lettere
e il Professor Alessandro Mari, docente di Tecnologia
e Informatica.
Metodo di lavoro.
Tutti gli alunni del progetto sono stati divisi in tre
gruppi, in base alle competenze specifiche e alle abilità di ogni alunno. Il “gruppo informatico” si è dedicato alla ricerca delle notizie sul monumento scelto,
cioè il faro. Queste notizie sono state elaborate e
trascritte dal “gruppo dei grafici” su alcuni cartelloni
dove la scrittura è stata corredata da immagini prodotte dal “gruppo dei disegnatori”. Per ampliare le
conoscenze sull’argomento sono state organizzate
uscite sul territorio, in occasione delle quali sono state scattate delle foto al monumento e gli insegnanti
hanno illustrato più da vicino le caratteristiche della
costruzione. E’ intervenuto anche il responsabile del
faro che, servendosi di videocassette, ha illustrato all’interno e all’esterno il monumento, spiegandone
funzione e finalità.
I
La storia dei fari
Introduzione
Nei tempi antichi, i primi marinai navigavano soltanto
di giorno e si tenevano sempre poco lontani dalle coste. Poi cominciarono ad affrontare il mare aperto e a
restare in viaggio per molti giorni. Di notte era particolarmente difficile orientarsi: c’ erano le stelle, la luna, ma, quando il cielo era coperto, non si riusciva ad
orientarsi. E i pericoli erano tanti: le secche, gli scogli, le correnti, i fondali infidi …Ecco allora che si
pensò di segnalare i porti e i punti pericolosi vicino
alle coste con dei fuochi. Essi venivano accesi al calar delle tenebre su delle alture affinché fossero visibili anche da lontano.
Lo scudo di Achille
È nell’Iliade di Omero il primo accenno a come, nel
mondo antico, i marinai si orientavano di notte.
Il Faro di Alessandria
Le notizie scritte sul più antico segnalamento luminoso riguardano quello eretto sull’isola di Pharos,
di fronte ad Alessandria, una delle sette meraviglie
del mondo. La costruzione fu iniziata durante il regno
di Tolomeo I Sotere (305 – 283 a.C. ) e fu terminata
sotto il successore Tolomeo II (285-246). L’architetto fece incidere sui conci che formavano l’architrave
del portale questa iscrizione dedicatoria in greco:
“Sostrato di Cnido, figlio di Dexsifone ciò a favore dei
navigatori agli dei salvatori”.
Questa epigrafe fa pensare che il fuoco acceso sul faro fosse dedicato, più che a Tolomeo I e alla regina
Berenice, ai Dioscuri, divinità della luce, che, vuole la
tradizione, talvolta risplendono durante la tempesta
sulla cima degli alberi della nave simili ai fuochi di
Sant’Elmo. La fiamma ardente del faro fu accolta come l’ apparizione di una divinità protettrice.
Il faro di Alessandria servì da modello non solo per
tutte le analoghe costruzioni successive, che appunto si chiamarono fari dal nome dell’isola in cui fu costruito il più antico segnalamento marittimo, ma anche per i minareti e i campanili, tramandando così
inalterato quel primo significato religioso che il progettista gli aveva attribuito. Sicuramente il faro ales-
Materiali e strumenti usati.
Per eseguire il lavoro, il gruppo si è servito di molti
strumenti, tra i quali il più utile è stato certamente il
computer; infatti l’uso di internet o l’utilizzo dell’enciclopedia Encarta sono stati fondamentali per la realizzazione del progetto. Altri strumenti altrettanto utili sono stati il televisore, per la visione delle videocassette,
le macchine fotografiche digitali, le penne USB per salvare i dati. Non sono mancati colori, cartelloni, forbici,
colla e tutto ciò che poteva servire agli alunni.
Sintesi dei risultati raggiunti.
L’anno scorso non ho partecipato a questo progetto,
poiché non lo ritenevo interessante. Quest’anno, invece, ho deciso di provare e ho fatto un’ottima scelta. Fin
dal primo giorno ho capito che avrei imparato moltissime cose e così è stato. Entrambi i professori hanno
svolto un ottimo lavoro e lo hanno reso ancora più leggero, perché hanno organizzato uscite molto interessanti. Dunque sono molto soddisfatto e mi dispiace che
l’anno prossimo non potrò prendere parte a questo
progetto, perché sono un alunno di terza media e pertanto mi aspetta un nuovo cammino. ■
IIIA Plesso S. Rocco
sandrino può essere considerato il più famoso anche
se, secondo alcuni, non il più antico. Intorno al 650
a.C. è provato che ne sorgeva uno sul promontorio Sigeo nella Toadre sebbene fosse da considerarsi, più
che un vero e proprio faro, un braciere.
Il colosso di Rodi
Un’ altra delle 7 meraviglie del mondo classico che
ebbe funzione di guida alla navigazione fu il cosiddetto Colosso di Rodi. Era di pietra ricoperta da piastre di bronzo ed era dedicato a una divinità: Elios,
il sole. Fu innalzato dai cittadini di Rodi per perpetuare la memoria del glorioso assedio sostenuto nel
304 a.C. contro Demetrio Poliaecrete di Macedonia.
Aveva la forma di un’enorme statua antropomorfa che
poggiava i piedi sulle testate dei due moli che rinserravano il porto, l’Embricos: sotto di essa passavano
le navi che entravano e uscivano dal bacino. La figura reggeva, su una mano alzata, un braciere. Rimase
a guardia del porto di Rodi, per più di mezzo secolo,
rovinando nel 226 a.C. a causa di una violenta scossa di terremoto.
Il Faro di Ostia
Per la costruzione del faro di Ostia viene preso a modello il Faro d’Alessandria. Questo baluardo oltre ad
assicurare l’uso del porto alla foce del Tevere, sbocco al mare della città di Roma, servì anche allo sfruttamento delle circostanti saline. Il Faro ostiense appare ancora oggi riprodotto in parecchi mosaici che
pavimentano il perimetro del piazzale delle corporazioni, classico esempio unico nel suo genere della
cultura mercantile della Roma imperiale. L’ampio colonnato, che circondava il giardino del piazzale del
Tempio, racchiudeva 60 stationes dei vari agenti marittimi delle più importanti città delle province e il
porticato era pavimentato a mosaico. I motivi presen-
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI”
Spazio autogestito
ti, strettamente legati al commercio, menzionano corporazioni, ma anche commercianti di ogni parte del
Mediterraneo. Motivo centrale di parecchie opere musive è il faro, punto d’arrivo di uomini e merci prima
di entrare nel porto, dove si raccoglievano e sistemavano le merci per la capitale. La tradizione vuole
che il faro del porto di Ostia, una grandiosa costruzione a quattro piani, tre quadrangolari e uno cilindrico, sia stato eretto sotto l’imperatore Caligola,
usando come sostruzione lo scafo affondato della
grande nave, che trasportò l’obelisco destinato al Circo Vaticano, da Alessandria a Roma. I ritrovamenti
fatti durante i lavori per la costruzione dell’aeroporto
di Fiumicino, hanno confermato che il faro fu costruito in questo modo.
La Lanterna di Genova
Dopo la caduta dell’Impero Romano nel 476 d.C. il
commercio marittimo conobbe una lunga crisi e molti fari caddero in rovina.
Il Faro di Alessandria, conquistato dagli Arabi nell’
VIII secolo, dopo anni di incuria finì per crollare nel
956 in seguito ad un terremoto. Gli arabi allora lo ricostruirono. Esso diventò non solo una costruzione
di segnalazione per i marinai, ma anche un modello
per i minareti.
Il commercio marittimo riprese dopo il 1000. Grande
importanza acquistarono in questo periodo le quattro
repubbliche marinare italiane: Venezia, Genova,
Amalfi, Pisa.
La Lanterna di Genova fu costruita nel XII secolo. Inizialmente fu chiamata “Torre di Capo Faro”. La sua
prima immagine è disegnata a penna sulla copertina
dei “Salvatori del porto e del molo” del 1371. La torre fu incorporata dai Francesi nella fortezza della Briglia e durante l’assedio del 1512 ne fu distrutta la
parte superiore; nel 1543 fu ricostruita ancora più
alta. La torre della Lanterna è servita per secoli, oltre che come segnale notturno, anche come punto di
osservazione e avvistamento a guardia della città. A
tale scopo venivano issati, a particolari aste e pennoni, dei segnali costituiti da vele e bandiere per indicare l’approssimarsi al porto dei diversi tipi di naviglio. La Lanterna era illuminata nel passato dal fuoco di fascetti di ginestra, che ardeva in apposite griglie di ferro; in seguito furono usate lampade a olio,
sia di metallo sia di vetro. Nel XVIII sec. furono sperimentate lampade a olio con riflettore sferico e il 15
gennaio 1841 fu collocato nella lanterna il primo lume con ottica a lente di Fresnel.
Il Faro di Livorno
Questo faro ha una lunga storia: è uno dei più antichi d’Italia, secondo solo alla più vetusta Lanterna di
Genova, che, però, nei secoli, ha subito molti cam-
biamenti, assumendo la forma definitiva solo nel
1543, mentre il faro di Livorno dalla sua costruzione
è rimasto pressoché invariato. Una prima torre era
stata innalzata dai Pisani nel 1154 a Porto Pisano
con l’intento di segnalare alle navi in arrivo le molte
e pericolose secche che si trovavano nella zona. Questa torre venne presa molte volte di mira e distrutta
durante le guerre fra le diverse fazioni, che sconvolsero la regione nel secolo XII. Fu solo quando la città di Pisa fu ceduta a Firenze che i Medici, Signori di
quella città, si resero conto che Porto Pisano si stava
insabbiando e non era più utilizzabile come scalo. Rivolsero allora lo sguardo a Livorno, in posizione decisamente più favorevole, decisero di dare un nuovo
impulso a quella città e fecero innalzare un faro che
segnalasse alle navi l’entrata di quel porto. La torre
fu eretta nel 1304, appoggiata su una basamento
poligonale di 13 lati, costruita in pietra naturale e costituita da due cilindri merlati, quello inferiore più
largo e quello superiore più stretto, alti 47 metri in
totale, e divisi in 11 piani raggiungibili con una scala a chiocciola che sale all’interno dello spessore delle mura. Questo faro superò indenne i secoli, ma fu
durante la seconda guerra mondiale che subì l’oltraggio più grande: nel 1944 le truppe tedesche in ritirata lo fecero saltare con una carica di dinamite, distruggendolo. Per volontà di tutta la cittadinanza Livornese che lo vedeva come un simbolo della città, fu
ricostruito nel 1956 rispettando per intero la forma
originale e utilizzando, per quanto possibile, tutto il
materiale originale recuperato dalle macerie, soprattutto per il rivestimento esterno. Questo imponente
signore della notte, ora monumento nazionale, è ancora funzionante, la sua sagoma inconfondibile si
staglia all’ingresso del porto, esattamente dove fu
costruito tanti secoli fa e proietta la sua luce verso le
navi che entrano ed escono dal porto. L’impianto è
automatizzato e sulla sua lanterna è stata installata
un’ottica rotante che emette 4 lampi ogni 20 secondi e la sua luce può essere vista fino a 24 miglia marine. Anche esso, come molti altri fari, può essere
considerato superato dalle moderne tecniche di navigazione, ma quando si lascia il Porto di Livorno su
una nave, nel buio della sera, il suo fascio di luce che
lambisce il mare è una presenza rassicurante, fa
sentire che niente di male può succederti finché lui
ti indica la via.
Il Faro di Cordouan
Davanti alla foce del fiume Garonna si trova il faro di
Cordouan che fu fatto costruire dal re Enrico III
(1551- 1589) perchè uno scoglio davanti alle coste
faceva spesso affondare le navi che trasportavano il
prezioso vino della zona di Bordeaux. E’ l’unico faro
in stile neoclassico delle coste francesi ed è il primo faro inserito tra i monumenti storici del 1862 insieme a
Notre Dame.
Statua della Libertà
Nel 1865 un gruppo di repubblicani francesi decise
di celebrare con un monumento di grandi proporzioni grandiosa l’amicizia fra i popoli della Francia e degli Stati Uniti, che poco meno di un secolo prima avevano combattuto insieme nella guerra d’Indipendenza Americana. Si decise così di donare agli USA una
grande statua, che doveva rappresentare la libertà
che illuminava il Mondo. Essa fu costruita con i soldi
raccolti con una serie di sottoscrizioni e fu collocata
sull’isoletta di Bedloe davanti a New York. Fu inaugurata nel 1886 e la fiaccola, che risplende ancora
oggi sul braccio proteso della statua, accolse milioni di immigrati.
Il Faro di San Felice Circeo
Il faro fu costruito, quasi totalmente con materiale
trovato in situ (rocce sedimentarie misto arenarie),
nel 1866 durante il Pontificato di Pio IX, «Pro salute
navigatium» cioè per la salute dei navigatori ed è dedicato alla Vergine Immacolata come è scritto nella
lapide posta alla base del faro stesso, su cui è riprodotto anche lo stemma pontificio. È situato sul versante del Promontorio chiamato “Quarto Caldo”, a
circa 3 km da San Felice Circeo ed è composto da un
fabbricato bianco ricoperto con formelle di maiolica
bianca. La torre, alta circa 22 m, è abitata dal personale civile addetto al controllo del Faro amministrato
dalla Marina militare italiana. Il faro funzionava, fino
ad alcuni anni fa, a vapore e a petrolio. Il suo apparato lenticolare è composto da tre pannelli poggiati
su una struttura ruotante e alloggiati in una lanterna
cilindrica a settori elicoidali, di circa due metri di diametro, la cui luce, a lampi bianchi, ha una portata
geografica di 17 miglia. Il sistema, oggi completamente automatizzato, è dotato, per i casi di avaria, di
un piccolo faro di rispetto che si accende in maniera
autonoma. Il faro di emergenza entra in funzione
quando il faro centrale si spegne, perché viene a
mancare la corrente elettrica oppure si fulmina la
lampadina. Un tempo, quando si verificavano tale
emergenze, bisognava aprire le bombole di acetilene
sistemate in un locale alla base del faro. Il gas impiegava circa 15 minuti prima di arrivare alla sommità del
faro, dove a contatto con la “Vegliosa”, cioè una
fiammella che restava sempre accesa vicino agli ugelli da cui usciva il gas, dava luogo ad una forte fiamma. Un ugello, poi, che si apriva e chiudeva a tempo,
provvedeva a garantire la classica intermittenza del
faro. La lampada posta nella lanterna sulla sommità
del Faro, oggi viene fatta ruotare automaticamente,
ma fino a poco tempo fa veniva messa in movimento
grazie ad un congegno manuale che doveva essere
caricato dal responsabile del Faro ogni sette ore. Sulla scogliera antistante, alcuni gradini tagliati nella
roccia scendono in una piccola insenatura, nella quale una volta attraccavano le lance della Marina per i
periodici rifornimenti destinati al Faro. ■
“IL SISTEMA TURISTICO DI
SAN FELICE CIRCEO”
e
“LIBRO BIANCO SUL CIRCEO”
Coloro che fossero interessati ad avere
gratuitamente una copia
delle pubblicazioni, possono telefonare
al n. 328.6110379
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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TERRITORIO AMBIENTE
Turismo
In Italia un quarto delle coste è sotto la minaccia del fenomeno erosivo
Erosione costiera. L’UE lancia l’allarme
Gli studi ed i progetti targati UE chiamano in causa l’eccesso di urbanizzazione
di Carlo Saverio Zanni
N
on tutti sono convinti che la
cementificazione delle coste
contribuisca in modo decisivo ad aggravare gli effetti del fenomeno dell’erosione costiera. Anzi,
c’è chi auspica l’ampliamento di porti e la costruzione di ristoranti e case sulla spiaggia
per ottenerne benefici di breve termine senza pensare ai costi che, nel lungo periodo, ricadrebbero prima
sulla natura e quindi sull’uomo. E qualcuno può anche credere che tutto ciò sia una questione da risolvere a livello locale. Niente di più sbagliato.
L’erosione costiera è un processo naturale che è
sempre esistito e contribuisce al modellamento della
linea di riva, ma che si accelera con il proliferare di
opere ingegneristiche, con l’intensivo uso dei litorali
a scopo ricreativo e turistico, con l’estrazione dalle
aree costiere di sabbie e ghiaie per usi costruttivi, col
progressivo innalzamento dei mari del pianeta addebitabile anche all’effetto serra. Questo si traduce con
un degrado progressivo della fascia costiera che in
molte località è stato ulteriormente acuito dai tentativi per sanare tale situazione, per esempio erigendo
opere di difesa.
L’Unione Europea, già dal 2001, sta cercando di studiare, monitorare e prevenire il fenomeno, preoccupata dai dati che evidenziano come le spiagge si stiano ritirando in qualche caso anche tra il mezzo metro
e i due metri l’anno, e di come spiagge, stabilimenti
balneari, case e villaggi turistici, strade e ferrovie, infrastrutture varie collocate sui litorali potranno essere presto inghiottiti dal mare.
In Europa, almeno un quinto delle coste è seriamente minacciato dall’erosione. I dati cambiano da paese
a paese ma sono comunque nel complesso allarmanti: la Polonia ha il 55 % delle sue coste soggette ad
erosione, la Finlandia appena lo 0,04 %, grazie ad un
litorale fatto di rocce dure. In mezzo preoccupa il dato di Cipro (37,8 %), Grecia (28,6), Portogallo
(28,5) e Francia (24,9). Poi arriva l’Italia con il 22,8
% del litorale che sta pian piano disgregandosi; le regioni più colpite sono Veneto, Puglia, Lazio, Toscana
e Liguria. E il trend erosivo è in così rapida crescita
che il fenomeno è destinato ad aggravarsi in tempi
molto brevi in assenza di contromisure adeguate.
Tutto questo lo rileva uno studio denominato «Vivere
con l’erosione costiera in Europa: spazi e sedimenti
per uno sviluppo duraturo», voluto dalla Commissione
e dal Parlamento Europeo nel 2001 e realizzato negli ultimi tre anni da Eurosion (consorzio di ricerca
guidato da un istituto olandese per la gestione del litorale e del mare) che punta il dito contro la pressione urbanistica e contro il saccheggio dei sedimenti
costieri, il tutto a vantaggio dell’industria dell’edilizia.
Circa 60 siti situati in tutti gli Stati membri sono stati
oggetto di studio e, sulla base dei risultati, sono state proposte quattro raccomandazioni chiave che dovrebbero permettere di gestire i problemi dell’erosione costiera in Europa ed i rischi ad essi associati:
approccio prevalentemente strategico e previsionale
dell’erosione costiera per lo sviluppo sostenibile di
zone costiere vulnerabili e la conservazione della biodiversità costiera;
integrazione dei costi e dei rischi connessi all’erosione costiera nella pianificazione e nelle decisioni di investimento. Le pubbliche responsabilità per i rischi
derivanti dall’erosione costiera dovrebbero essere limitate ed una congrua parte dei rischi derivanti dovrebbe essere trasferita ai diretti beneficiari ed agli
investitori direttamente concernenti (logica del chi inquina paga), anche tramite l’applicazione degli strumenti di Valutazione Ambientale;
la gestione dell’erosione costiera dovrebbe spostarsi
da soluzioni frammentarie verso un approccio programmato basato su principi di responsabilità e ottimizzando gli investimenti sui beni a rischio, migliorando l’informazione pubblica e l’accettabilità sociale
delle azioni in corso e tenendo aperte diverse opzioni per il futuro;
rafforzare la conoscenza di base relativa alla gestione ed alla pianificazione dell’erosione costiera attraverso lo sviluppo di strategie di gestione dell’informazione che dovrebbero includere la diffusione delle
“migliori pratiche”, privilegiare un approccio preventivo nella gestione dei dati e delle informazioni e promuovere una leadership istituzionale a livello regionale.
Risulta comunque chiaro che, per il futuro, bisognerà
adottare delle politiche di tutela preventiva creando
delle carte del rischio costiero che evidenzino, a vantaggio di investimenti pubblici e privati, dove è possibile prevedere un eventuale danno da erosione o
da alluvione.
Eurosion ribadisce, inoltre, quanto già ben noto nel
mondo tecnico e scientifico e cioè che la causa dell’erosione sono gli interventi lungo i bacini idrografici (dighe e briglie) e la pressione antropica esercitata mediante strutture aggettanti a mare (barriere
frangiflutti, isole, massicciate e porti). Per migliorare
lo stato di equilibrio della linea di riva, dovranno essere adottati interventi sempre meno impattanti che
prevedano l’utilizzo di materiali compatibili, diminuendo radicalmente la realizzazione di strutture rigide. In tal modo le spiagge diverrebbero delle aree
artificialmente ricaricate e naturalmente gestite.
L’Unione Europea ha, inoltre, messo a punto un progetto per la “Gestione strategica della difesa dei litorali per lo sviluppo sostenibile delle zone costiere”
denominato Beachmed con l’obiettivo di perseguire
uno sviluppo economico sostenibile delle aree costiere attraverso la ricostruzione e la manutenzione
dei litorali, la messa a punto di tecniche innovative
di difesa costiera dall’erosione e per favorire la gestione integrata di terra e mare. Il turismo, in quest’ambito, rappresenta il settore più consistente per
addetti ai lavori, valore aggiunto e capacità di creare una rete di produzione e di consumi nell’economia della costa. A proposito di turismo, dobbiamo
considerare anche l’aspetto dei costi visto che l’erosione costiera e la riduzione di spiagge disponibili
incidono verosimilmente anche sui costi di una giornata al mare.
Il progetto Beachmed della Comunità Europea vede
coinvolte alcune Regioni italiane, tra cui il Lazio,
con un progetto di monitoraggio on-line della linea
di costa mediante una centralina che acquisisce,
elabora e trasmette le immagini della costa sotto
osservazione. Il litorale di San Felice Circeo è tra
quelli costantemente monitorati e le immagini trasmesse possono essere costantemente visionate
su www.seatech.it/circeo.
Per ulteriori notizie, è possibile consultare anche i siti www.eurosion.org e www.beachmed.it. ■
Associazione Culturale “Il Centro Storico”
Si comunica che, per quanti fossero interessati alle nostre iniziative, sono aperte le iscrizioni
per il nuovo anno sociale 2006-2007. Per l’iscrizione telefonare al
328.6110379, inviare un fax al n. 06.5198 5217
o inviare una e-mail a: [email protected]
n.
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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TERRITORIO
Il fatto
Borgo Montenero
Una piscina privata nel parco pubblico
Informare preventivamente i cittadini è obbligo civile e morale
di Umberto Salvatori
L’
Amministrazione comunale di S. Felice Circeo con
la delibera di consiglio n°
86 del 22-12-2005 ha approvato
una variante urbanistica al piano
regolatore generale che interessa
l’intera zona F3 di P.R.G. con destinazione Parco Pubblico a Borgo Montenero.
In pratica annulla di fatto il Parco Pubblico e trasforma il lotto di circa 2 ettari in terreno edificabile con indice di cubatura dello 0,45 mc/mq.
Questa delibera consentirebbe di costruire, mediante concessione di lavoro pubblico, ad un privato una piscina per una spesa prevista di
2.500.000 euro. Inoltre sono consentiti parcheggi
e viabilità per 6.309 mq e una modesta area a verde di 2.785 mq. Tutto si dovrebbe concludere con
la concessione al privato costruttore dell’intera
area per una durata massima di 30 anni.
Forse è il caso di ricordare l’obbligo civile e morale, per chi gestisce la cosa Pubblica, di informare
preventivamente i cittadini dei progetti di rilevante
interesse pubblico, che si intendono adottare sul
territorio.
Era facilmente prevedibile che la piscina privata
nel Parco Pubblico avrebbe prodotto animate discussioni. Ci dispiace, ma ci sono troppe cose poco
chiare e per lo più tutto questo viene interpretato
come una bella idea per la prossima campagna
elettorale. Noi, invece, non vogliamo perdere di vista il problema principale, salvaguardare il Parco
Pubblico così come è previsto nel P.R.G. di S. Felice Circeo.
A Borgo Montenero vogliamo la piscina, ma non
condividiamo la scelta dell’area dove costruirla.
L’impianto viene previsto all’interno di un’area di
proprietà del Comune e quindi dei cittadini, di circa 2 ettari, posizionata nel centro Urbano e Storico di Borgo Montenero e destinata dal P.R.G. a zona F3, Parco Pubblico. Questo lotto è parte integrante del centro Storico del Borgo e deve essere
salvaguardato da ogni alterazione che ne modifichi
la sua inconfondibile caratteristica. Per noi dovrebbe restare Parco Pubblico attrezzato, con libero accesso diurno, da concedere ad associazione
di volontariato. E’ l’unica destinazione auspicabile
e possibile.
Confidiamo che l’Amministrazione voglia ricercare
altra sede, all’esterno della circonvallazione, dove
collocare questa piscina.
Con la cancellazione del Parco Pubblico e la concessione, che di fatto vuole dire privatizzazione, si
realizza l’opposto di quanto si afferma nella delibera n° 86 del 22 dicembre 2005.
Vorremmo fare una osservazione al capitolo n°4
del Progetto Preliminare, là dove sono indicati i
dati principali dell’intervento:
lotto d’intervento
21.880 mq
parcheggi e viabilità
6.309 mq
area a verde
2.785 mq
superficie coperta
3.135 mq
E gli altri 9.651 mq? Di questi non viene indicata
la destinazione d’uso e nessuno sa cosa ci verrà
Parco giochi
realizzato. Ciò che è certo è che su questo ettaro
scarso di terreno avremo:
1) un nuovo monumento come degno ricordo delle vittime del 1944.
2) un parco giochi per bambini più bello e più funzionale.
3) un nuovo bocciodromo inserito mirabilmente
nell’ambiente.
4) un campo da tennis, uno di pallavolo, uno di
pallacanestro, uno di calcetto, uno di pattinaggio. Tutto è già nel titolo del progetto: impianto polisportivo.
Siamo certi che in un prossimo Consiglio comunale, con apposita delibera, il Signor Sindaco vorrà
garantire tutto questo.
Poiché il “promotore” dell’opera, invece, è interessato esclusivamente a tutto ciò che riguarda la
piscina: parcheggio, costruzione e gestione, nella
stessa delibera il Signor Sindaco vorrà garantire
anche la concessione per 30 anni, a titolo gratuito, di questa nuova serie di impianti sportivi a tutti i cittadini residenti e stagionali.
Il mio personale interessamento per difendere dalla cementificazione il Campo Sportivo oggi La Torre, è visto da alcuni come indebita ingerenza nella vita Pubblica del Borgo.
Ho, negli anni, con merito o demerito, secondo i
punti di vista, partecipato a comitati di feste patronali,alla gestione della società sportiva, sono
stato eletto consigliere comunale e ho ricoperto la
carica di Sindaco del comune di S. Felice Circeo.
Adesso, personaggi ultimi arrivati si appropriano
del diritto di giudicare, in modo a dir poco arrogante, le opinioni mie e di tanti altri in merito a
decisioni che determineranno per sempre il futuro del Centro Storico. Nei giorni scorsi a Borgo
Montenero abbiamo commemorato l’eccidio del
1944 che si consumò all’alba del 4 maggio. Ci siamo ritrovati in molti, bambini in quegli anni, tra i
quali uno, che per motivi del tutto fortuiti, nonostante fosse mattino molto presto, nascosto dietro la porta della Torre e suo malgrado fu testimone oculare di tutto quello che è successo. Ha
visto il nostro parroco di allora, don Giuseppe Capitanio, che con insistenza chiedeva di essere fucilato al posto di quei ragazzi, ma lo scambio non
fu accettato. Ancora oggi ricordi indelebili. Per
nostra fortuna noi siamo ancora qui ed era inevitabile che i nostri ricordi si allargassero agli anni
successivi. Quel campo ha sempre fatto parte della nostra vita, siamo diventati grandi giocando in
quel parco, che ancora oggi è nostro, è a disposizione della gente del Borgo. I giovani lo sanno,
ma per inesperienza, forse per leggerezza e superficialità non lo comprendono e sono contro coloro che vogliono salvare il parco, che vogliono
impedire la concessione trentennale a privati, ma
sono certo che, spronati a riflettere, sapranno
scegliere e riconosceranno quanto sia corretta l’idea della salvaguardia del parco pubblico a Borgo
Montenero.
Ribadiamo chiaramente che in linea di principio restiamo della nostra idea: nessuna variante! nessuna concessione a privati! ■
Antigua
Galleria Mobili D’Arte
Pasciuti
Viale Tommaso Tittoni, 87 - 89 - 91
04017 San Felice Circeo (LT)
Tel. 338.1397267
Bor go Montener o
SAI
Lucci Francesco
Consulente Assicurativo e Finanziario
Via Montenero, 50/b - 04017 San Felice Circeo (LT)
Tel./Fax 0773/545555
Cell. 333.2690119
e-mail: [email protected]
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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Delibere di Giunta Comunale
N
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Data
01/03/06
”
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06/03/06
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08/03/06
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10/03/06
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”
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15/03/06
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49
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2006
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53
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”
55
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”
”
”
”
”
60
”
61.
”
62.
20/03/06
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66.
67
”
”
”
”
”
68
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24/03/06
”
”
”
24/03/06
”
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30/03/06
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04/04/06
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14/04/06
82
83
”
”
Oggetto
Nomina Segretario Premio La Cultura del Mare
Presa d’atto modifica regolamento per il funzionamento commissione assegnazione alloggi
Atto non formalizzato
Costituzione in giudizio atto citazione Europa Viaggi + altri contro Comune di
San Felice e Regione Lazio. Nomina legale (avv. F. Altieri - € 5.120,00)
Corso per la sicurezza e la prevenzione. Concessione contributo e patrocinio (€
500,00)
Elezioni Camera Deputati 9/10 aprile 06. Delimitazione spazi propaganda diretta e indiretta
Elezione Senato Repubblica 9/10 aprile 2006. Delimitazione spazi elettorali
propaganda diretta e indiretta
Ricognizione pubblici esercizi tipo A e B di cui alla legge 287/1991 ed individuazione della priorità nel rilascio delle nuove autorizzazioni.
Costituzione in giudizio ricorso sig. Rossetto Giovanni. Nomina legale (avv. De
Angelis - € 2942,89)
Costituzione in giudizio ricorso sig. Minardi Angelo. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 2942,89)
Proposizione appello avanti il Consiglio di Stato avverso sentenza n. 1081/05
del TAR Lazio, sez. di Latina: Ricorso sig. Di Prospero Daniele contro comune di
San Felice Circeo. Nomina Legale. (avv. De Angelis - € 6.450,01)
Elezioni politiche 09/10 aprile 06. Assegnazione spazi propaganda diretta. Senato della Repubblica
Elezioni politiche 09/10 aprile 06. Assegnazione spazi propaganda diretta. Camera dei Deputati
Approvazione bilancio di previsione anno 2006. Relazione revisionale e programmatica e bilancio pluriennale anni 2006/2008
Determinazione tariffe l’applicazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani anno 2006
Determinazione tariffe COSAP anno 2006
Determinazione aliquote compartecipazione addizionale comunale IRPEF anno
Determinazione proventi sanzioni amministrative per violazione Codice della
strada anno 2006
Determinazione tariffe servizi sociali a domanda individuale anno 2006
Proventi concessioni edilizie e sanzioni di cui al DPR 380/01. Destinazione anno 2006
Determinazione per l’applicazione del tributo comunale su pubblicità e pubbliche affissioni anno 2006
Determinazione aliquote ICI e le relative detrazionie agevolazioni anno 2006
Tariffe trasporto e mensa scolastica
Proroga imposta pubblicità anno 2006
Presa d’atto decreto sindacale n. 3/06 di conferimento incarico sig. S. D’Auria
Nomina commissione per l’avvio a selezione di n. 6 unità da utilizzare nel C.S.L.
– L.R. n. 29/96
Costituzione in giudizio ricorso sigg. Angellotto/i contro comune di San Felice
Circeo. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 4.646,47)
Angellotto/i + 3 contro comune di San Felice Circeo. Ricorso d’urgenza ex art.
700 C.P.C. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 952,00)
Individuazione posizioni apicali e applicazione ammontare indennità di posizione
Approvazione gettone di presenza commissione Edilizia Residenziale Pubblica
Rinnovo incarico Nucleo di Valutazione anno 2006 (€ 11.362,05)
Contributo Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci – P.O.F. (€ 500,00)
Contributo Circolo Bocciofilo Montenero 04 per gara bocce (€ 500,00)
Costituzione in giudizio De Iulio Armando. Nomina Legale (avv. Di Prospero €
1.819,13)
Contributo Ass. Poliportiva Circeo per manifestazione sportiva (€ 500,00)
Elezioni Politiche. Spazi affissioni Senato
Elezioni Politiche. Spazi affissioni Camera
Patrocinio Ass. AIRC per distribuzione azalee giorno 14 maggio 06
Rettifica delicera n. 221 de 23/12/05
Manifestazione cieli aperti Porsche. Concessione patrocinio
Contributo a favore di emigrato reimpatriato
Patrocinio fiera B.go Montenero denominata “AgrifolKlore” organizzata dalla Casartigiani di Latina periodo dal 01/04/06 al 30/09/06
Approvazione progetto integrazione scolastica
Autorizzazione al ricorso di cosidette formr flessibili di lavoro ed affidamento incarichi professionali settore urbanistico:
1 unità - Istruttore Tecnico Geometra, Cat. C1 per esame Dichiarazioni Inizio Attività Centro Storico (€ 3.370,00 per mesi 6)
1 unità per attività professionali connesse allla determinazione dell’importo dela sanzione di danno ambientale (€ 1.300,00 + IVA e CPA / MESE)
1 unità di lavoro idonea allo svolgimento di mansioni di Istruttore Tecnico Geometra (€ 10.800,00 per mesi 6)
1 CO.CO.CO. per svolgimento attività dell’ufficio pianificazione che saranno riassunte in un progetto (€ 10.000,00 per mesi 6)
2 professionisti nominati dalla regione Lazio per la valutazione e stima dei demani civici da alienare ai sensi della L. R. 1/86 (€ 516,46 / PRATICA)
6 unità – Istruttore Tecnico Geometra, Cat. C1 per attività connesse a pratiche di
condono (€ 2.808,00/MESE/CADAUNO)
Proroga contratto Agenzia Obiettivo Lavoro per reclutamento Istruttore Direttivo
specialista in attività assistenziali
Costituzione in giudizio per Decreto Ingiuntivo n. 233/06 Perrino Michele. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 1.192,50)
Costituzione in giudizio per Decreto Ingiuntivo n. 235/06 Perrino Michele. Nomina Legale (avv. De Angelis - € 1.192,50)
Piano Territoriale Paesistico Regionale. Partecipazione dell’Ente ai sensi dell’art.
23 comma 1 L.R. 24/98
Contributo gara tiro a piattello Ass.ne “Italcaccia”. (€ 1.000,00)
Contributo all’Ass.ne Prov.le e Reg.le Musicisti per concerto inaugurazione teatrino comunale. (€ 3.000,00)
N
84
Data
”
85
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Oggetto
Criteri procedurali sull’applicazione delle ulteriori detrazioni ai fini ICI sulla I^ casa. (Rif. delib. G.C. n. 55/06)
Richiesta pareri di cui alla deliberazione di C.C. n. 11 del 21/03/2006.
14° anniversario inabissamento Cristo del Circeo – Patrocinio e contributo
Pagamento differenza somme sig. Fabrizi Pietro – Restituzione capitale d’affranco terreno Pantano Marino (€ 2.200,00)
Affidamento servizio parcheggi a pagamento non custoditi anno 2006.
Patrocinio morale associazione Infinity Car Club
47° Congresso Distrettuale Lions – Distretto 108/L. Concessione patrocinio e
contributo (€ 1.000,00)
Campionato Italiano di Vela- classe Vaurien. Concessione patrocinio e contributo (€ 500,00)
Implementazione cap. 80/8. Prelievo dal fondo di riserva.
Patrocinio morale D.P. Promotion – Miss Motorissima 2006. Manifestazione del
03 e 04 giugno 2006.
Adeguamento tariffe spese diritti di segreteria e di istruttoria pratiche settore urbanistico.
Lavori di realizzazione rotatorie intersezione strade della migliora 58 e della migliora vecchia. Approvazione progetto definitivo.
Lavori di realizzazione palestra polifunzionale a servizio del plesso scolastico di
Borgo Montenero. Approvazione progetto definitivo 1° stralcio.
Patrocinio all’Ass.ne culturale “L’Isola di Eea” manifestazione carnevale 2006.
(€ 300,00 – la cifra viene prelevata dal cap. 1440/1 C.B. 1.10.04.05 - Contributi a famiglie disagiate)
Affidamento incarico per progettazione tecnica per la sistemazione dell’area antistante la cava di pietra del Brecciaro. (arch. Cicconi, geom. Montalbano - €
12.360,00)
Affidamento incarico professionale esterno per la individuazione e progettazione preliminare e definitiva ed esecutiva di aree da destinarsi a parcheggio ed alla sosta di veicoli a motore. (arch. Cicconi, geom. Montalbano, arch. De Angelis,
ing. De Micco - € 60.000,00)
Lavori di messa in sicurezza di Via Terracina (Via Badino) Approvazione progetto preliminare.
Piano attuativo di sviluppo e di riqualificazione ambientale del tratto di litorale
definito dal Viale Europa. Determinazione sulla fase A) preliminare.
Delibere Consiglio Comunale
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Verbale di seduta deserta
Interrogazioni
Approvazione Regolamento sul Procedimento amministrativo
Concessione alla Coop. Il Fringuello della trasformazione del diritto di superficie
sull’intero lotto di terreni distinto al N.C.T- fg. 21 part 792
Autorizzazione alla Giunta per l’acquisizione di pareri legali in ordine alla fattibilità e ai possibili contenuti anche economici di un eventuale accordo transattivo con la soc. Coop. Circeo 1°
Modifica art. 5 Regolamento per il Centro Sociale Anziani
Modifica regolamento comunale per la concessione di contributi ed altri benefici economici
Interrogazioni.
Verifica qualità e quantità di aree di fabbricati da destinarsi alle residenze, alle
attività produttive e terziarie. Legge 167/62 e Legge 865/71 e s.m.i.
Schema elenco annuale del piano triennale delle OO.PP. 2006/2008. Approvazione.
Bilancio annuale di previsione esercizio 2006 relazione revisionale e programmatica e bilancio pluriennale anni 2006/2008. Allegato al Bilancio: esame ed
approvazione.
Nomina componenti collegio di revisione economico finanziario periodo
2006/2009 (dal 10/04/2006 al 09/04/2009)
Piano di individuazione delle sottozone a diversa vocazione e suscettività produttiva di cui all’art.52 della L.R. 38/99 e s.m.i.. Adozione piano di zonizzazione agricola. Punto ritirato.
Alienazione relitto di terreno ricadente nell’area di vigna la corte alle sigg.re
M.B. Mazza e G. Parrini. Punto Ritirato
Regolamento per l’utilizzo delle strutture di proprietà comunale
Istituzione servizio parcheggio a pagamento senza custodia nel periodo dal
01/05/06/ al 15/09/06
Interrogazioni.
Comunicazione prelievo dal fondo di riserva anno 2006.
Esame ed approvazione regolamento per il funzionamento del servizio di economato.
Esame ed approvazione regolamento di contabilità.
Riconoscimento debiti fuori bilancio. Sentenza Giudice di pace di Terracina c/accertamento violazioni al c.d.s.
Idem. Atto di precetto Avv. Pernigotti.
Piano di individuazione delle sottozone a diversa vocazione e suscettività produttiva di cui all’art.52 della L.R. 38/99. Adozione piano di zonizzazione agricola.
Adozione nuovo regolamento edilizio comunale.
Adozione progetto definitivo del piano colore e regolamento per la riqualificazione del Centro Storico.
Approvazione perizia di alienazione Sig. Cestra Agostino.
Idem: Cestra Marina.
Idem: Nori Enzo.
Idem: Ventura Alessandro.
Idem: Olivieri Marco.
Idem: Olivieri Andrea.
Idem: Beltramini Davide.
Modifica al regolamento del premio letterario internazionale “la Cultura del Mare”.
IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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INTRATTENIMENTO
Personaggi Tipici - Oroscopo
Panarda e Canascionetto
D
urante l’anno santo del 1950, un giorno, di prima mattina, partì da S. Felice Circeo un autopullman carico di paesani, diretto a Roma. Erano una
quarantina di pellegrini e tra questi c’erano i due
compari Memmo e Peppuccio e Marianna, la furnara.
Dopo aver assistito ad alcune funzioni religiose, aver
visitato la basilica di San Pietro, la piazza ed il colonnato, appropinquandosi l’ora del pranzo, i due compari proposero di andare a mangiare in una trattoria
di loro conoscenza.
Vi erano stati già due volte: in occasione della festa
dei lavoratori ed in quella del raduno dei coltivatori
diretti del Lazio. “Lì si mangia bene” - disse Memmo
- e “Non si spende tanto” -aggiunse Peppuccio - .
Una diecina di compaesani li seguirono e tra questi
Marianna. Mentre erano seduti a tavola, in attesa di
essere serviti, Marianna chiese ai compari, che conoscevano l’ambiente, dove avrebbe potuto trovare un
gabinetto. L’accompagnarono al bagno, situato in un
cortiletto all’esterno della trattoria e poiché quel
giorno la serratura della porta non funzionava, si improvvisarono guardie: “Marianna! vai tranquilla e fa i
tuoi comodi! noi non permetteremo a nessuno di entrare” Ad un tratto Marianna uscì fuori dal bagno urlando: “Ha scuppate la fiumara” (è scoppiata la fiumara). Era successo che Marianna aveva afferrato,
con la mano destra, la catenella, con l’intenzione di
sollevarsi, ma l’abbassamento di questa aveva causato lo svuotamento del cassonetto con conseguente
inondazione della tazza.
Memmo e Peppuccio, ridendo, spiegarono a Marianna
che, nel frattempo si era riassettata, il “marchingegno” della catenella con la
vaschetta dell’acqua.
Una volta riavutasi dallo
spavento, Marianna fece loro la seguente proposta:
“Se me prumettate ca nen raccuntate a nesciune chistu fatte, per recumpenza ve tonghe nu canasciunette peto (per ciascuno), duie vote la settimana. I due
accettarono volentieri la bella offerta e giurarono di
tenere la bocca cucita.
Così, la mattina, prima di andare al lavoro, i due si
presentavano al forno e Marianna consegnava a ciascuno un fragrante e gustoso canascionetto, imbottito di salsiccia, di pancetta o di prosciutto, secondo i
loro desideri.
“Marianna! La prossima volta lo vogliamo imbottito di
pecorino fresco”. - “Va bene! V’accuntente, ma m’arraccumanne però...” e con il dito indice della mano
destra portato sul naso, li invitava al silenzio, a mantenere il segreto.
La pacchia dei compari durò alcuni mesi, finché una
sera, durante una passatella, forse perché alticci, rivelarono il segreto.
II racconto dell’avventura di Marianna, con l’aggiunta
di tinte colorate, fece subito il giro del paese ed in
breve arrivò anche alle orecchie della protagonista.
Quando, il giorno convenuto, i due si presentarono, per
ritirare il solito canascionetto, furono aggrediti dalla
furnara: “Mascalzoni! Delinquenti! nen site state capace de tene duie cice a mocca!” (non siete stati capaci
di tenere due ceci in bocca). Venate! Ca ve je tonghe
pure jù Ganascione, ma ambuttite de velene!”
“Ma! Vedi Marianna! non siamo stati noi a...” - “Ah
noh! E chi è state allora, ju diavele?! e mò, fora de
qua e subbete!” e afferrato l’arnese che serve ad infornare e sfornare il pane, “Ca sennò, cu sta pala, ve
rompe la capoccia a tute e duie”.
I compari furono costretti a squagliarsela rapidamente,
rammaricandosi amaramente di aver violato il patto. ■
da O’KEA’MUS
di Andrea De Sisti
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Oroscopo di Giugno 2006
di Aldebaran
Ariete
Le stelle promettono un profondo cambiamento nella vostra vita affettiva e vi aiuteranno a fare la scelta giusta in amore. Marte, in buon aspetto col vostro sole, vi
renderà più dolci e moderati. Salute: ottima forma. (dal 21/3 al 20/4)
Toro
Una Venere smagliante vi suggerisce la strada della tenerezza e dell’armonia, non
solo in amore, ma anche nei rapporti in generale. Non mescolate interessi e sentimenti. Ottimo periodo per chi studia. (dal 21/4 al 20/5)
Gemelli
Il favorevole influsso di Saturno e Marte manterrà alto il livello delle vostre azioni
nel consolidare gli affetti e le situazioni lavorative. In amore: i nuovi incontri potrebbero trasformarsi in legami veri. Siete pronti? (dal 21/5 al 21/6)
Cancro
Le magiche energie di Giove si espandono fuori e dentro di voi rendendovi simpatici, affascinanti e intriganti. La vita amorosa potrebbe essere rivoluzionata. Le
vostre qualità sono vincenti nel lavoro e nel denaro. (dal 22/6 al 22/7)
Leone
Dopo aver chiarito un malinteso, ritornrrà la magia della seduzione e l’amore sarà
più stabile e sereno. L’aiuto positivo di Saturno vi renderà più costruttivi, ma l’energia nebulosa di Nettuno vi chiede scelte oculate e chiare nell’ambito del lavoro e negli affari. (dal 23/7 al 23/8)
Vergine
Sarete animati da uno spiccato ottimismo e dal desiderio di aprirvi di più col vostro partner, grazie a Giove e a Venere molto favorevoli nel vostro cielo. Fate
attenzione al denaro che entra … ma che purtroppo esce anche! (dal 24/8 al
22/9)
Bilancia
Nel vostro cielo … solo stelle positive che vi promettono realizzazioni importan-
ti: progetti di lavoro e soluzioni di problemi ancora in sospeso. Atmosfera serena
nel vostro rapporto di coppia. Situazione finanziaria rassicurante. (dal 23/9 al
22/10)
Scorpione
Giove ed Urano, brillanti, vi consigliano di prendere al volo le occasioni fortunate
in amore e nel lavoro. Forse, alcuni del segno si sposeranno … altri dovranno
chiarirsi le idee, ma le storie appassionate non vi mancheranno. (dal 23/10 al
22/11)
Sagittario
La vostra vita sociale sarà ricca d’impegni e d’incontri. Favoriti i viaggi e nuovi
amori. Saturno vi sarà utilissimo per realizzare progetti concreti. Siate solo un po’
più organizzati e non disperdete utili energie. (dal 23/11 al 21/12)
Capricorno
Troverete la formula giusta per coniugare praticità e piacere personale. Venere
raggiante vi inclina ad una vita sociale intensa e brillante. Guadagni soddisfacenti
e successi nel settore professionale. Buona salute col “buonumore”. (dal 22/12
al 20/1)
Acquario
L’intelligenza, spiccata nel nativo acquario, vi aiuterà a superare alcune difficoltà
di questo mese. Momento di crisi in amore dovuta ad una divergenza o a problemi personali. Provate a parlarne; sarà più facile appianare tutto. (dal 21/1 al 19/2)
Pesci
Sarete alla ricerca di nuovi spazi e nuovi stimoli per soddisfare una vostra ispirazione. Urano, nel vostro segno, promette colpi di scena, di fulmine e di fortuna.
Siete pronti ad accoglierli? (dal 20/2 al 20/3)
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IL CENTRO STORICO DI SAN FELICE CIRCEO
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SPORT
Calcio/Maratona
Calcio
Nuoto
C’era una volta la Circe
Un campione
in crescita
Dopo cinque stagioni in Promozione si torna in Prima Categoria
Emiliano Di Prospero
di Tommaso Di Prospero
C’
e r a
u n a
volta
la Circe, perché il
“malinconico tramonto”
della
squadra sanfeliciana somiglia
sempre di più alla fine di quell’epopea raccontata e descritta in
modo magistrale in un famoso
film di Sergio Leone. Il”giocattolo” si è rotto, ed ora si porta dietro il suo fardello fatto di rimpianti, accuse e processi che nulla tolgono e nulla danno, ma lasciano
tutti coloro che hanno a cuore le
sorti del sodalizio rosso blu in
uno stato di prostrazione e smarrimento. Dopo cinque stagioni vissute in Promozione, si torna mestamente e con la “coda tra le
gambe” in Prima Categoria, un
campionato che alla luce di quanto programmato l’estate scorsa in
occasione della campagna acquisti è difficile da accettare. Un girone di ritorno inguardabile,
un’involuzione tecnica e di mentalità che hanno fatto sprofondare
la Nuova Circe sempre più giù, la
mancanza della presa di coscienza di una situazione che andava
degenerando, la convinzione sbagliata e visionaria di chi, non
aprendo gli occhi, ha continuato a
guardare a quella vetta ormai lontana ed irraggiungibile perdendo
di vista la realtà delle cose. Come
addetto stampa della Nuova Circe,
riconosco di trovarmi in un certo
imbarazzo, anche perché se non è
mia abitudine salire sul “carro del
vincitore” quando le cose vanno
bene, ancor meno mi piace “sputare nel piatto” in cui mangio. In
questa squadra ci sono degli amici, dei ragazzi con cui ho condiviso tanti momenti e per questo
motivo sento di avere “ la spada
di Damocle” della mia coscienza,
sulla testa. Ritengo però doverosa
una disamina un po’ cruda, dalla
quale non potrò esimermi, perché
la retrocessione maturata in un
modo così assurdo, è difficile da
digerire. Dopo i 21 punti del girone d’andata, la formazione di mister Lauretti ha ottenuto appena
12 punti in quello di ritorno, con
poche reti all’attivo, alcune delle
quali come conseguenza dei calci
di rigore trasformati, con le sole
ed uniche vittorie nella trasferta
di Tecchiena e nella gara interna
con il Torrice, con le sconfitte indecorose sui campi delle ultime in
classifica (il Sant’Apollinare e la
Terra di San Benedetto) con i risultati maturati in conseguenza di
prestazioni disarmanti. Una squadra che non ha fatto del gruppo la
sua forza, la mancanza d’elementi di grande personalità e con un
carattere combattivo in grado di
prendere in mano la situazione e
di spronare gli elementi più timorosi nei momenti difficili. Ci ha
provato Palmieri, con il suo carisma e la sua voglia di non mollare, ma ha “predicato nel deserto”
e quasi mai è stato seguito dai
suoi compagni che troppo spesso
hanno subito la maggiore intraprendenza degli avversari, non
capendo che era arrivato il momento di riporre il fioretto e di
sfoderare la sciabola. L’anarchia
latente vista in campo, che ha trasformato la Circe in un’armata
Brancaleone, è stata lo specchio
fedele di quanto espresso nel lavoro settimanale nel quale è venuta a galla l’assoluta mancanza
di una “cultura del lavoro”, una
”carenza atavica” insita nei cromosomi di troppi calciatori. A Dario (mister Lauretti) per il quale
ho la stima che deriva dalla passione che ci ha sempre messo,
dall’infinito ottimismo, dal rappor-
to fraterno che ha con i ragazzi,
voglio dire che gli errori che a mio
avviso ha commesso, sono nascosti in modo neanche così velato in
queste poche righe che lo riguardano…Sicuramente, mantengo
un buon ricordo di tutti, anche se
una parola in più la vorrei spendere per i più piccoli della compagnia, che in questa sfortunata avventura sono quelli che hanno
avuto il merito di accrescere ed
affinare le proprie qualità integrandosi a meraviglia nell’ambito
del gruppo e facendosi apprezzare da tutti. I due ragazzi in questione sono Beltramini e Rossi,
appena 18 anni, i quali hanno
avuto il merito di essere chiamati
dalla Lazio per un provino subito
dopo l’indimenticabile partita giocata a Formello contro la prima
squadra e sono diventati ben presto gli elementi più importanti
della rappresentativa giovanile
provinciale. Quello che accadrà
dopo una delusione così cocente,
è presto per dirlo, ma si vive con
la sensazione che un’epoca sia finita ed il “vento del cambiamento” che verrà, porterà via mister
Lauretti e con lui, forse, i pochi
superstiti di quella Circe che sfiorò l’Eccellenza ed allora qualcuno
capirà perché…C’era una volta la
Circe… ■
Calcio
Il Montenero calcio
spera nel ripescaggio
Dopo un meritato secondo posto
È
stata una grande stagione quella della matricola del borgo che,
dopo la promozione in Seconda Categoria, ora, grazie al meritato
secondo posto ottenuto, ha delle concrete possibilità di essere ripescata in Prima Categoria, dove per ironia della sorte potrebbe ritrovarsi a giocare dopo tanti anni un derby con la Nuova Circe. E’ stata una
“marcia trionfale” quella del Montenero che grazie ad una programmazione oculata da parte dei suoi dirigenti, con in testa il presidente
Gianfranco Benetti, alla guida di un tecnico capace ed ambizioso come
mister Vinciguerra e ad un gruppo di calciatori validi è riuscita ad ottenere un secondo posto che potrebbe aprire le porte per la categoria
superiore. Il campionato, vinto dall’Atletico Sabotino, un’altra neopromossa, ha visto il Montenero duellare per buona parte della stagione
con la Virtus Cisterna che dopo un sonoro 3-0 inflittogli dalla squadra
del borgo, ha dovuto abbandonare ogni velleità e speranza di ottenere il piazzamento d’onore. Il Montenero ha espresso un calcio gradevole e si è contraddistinto per la grande vena realizzativa dei suoi attaccanti ed in particolare del tridente formato da Soukrat, Severini e
Crescenzo. Il Montenero aspetta e sogna… ■
P
er il giovanissimo
ragazzo
sanfeliciano,
appena dodici anni, c’è
stata nell’ultimo anno
una notevole crescita
sia sul piano puramente tecnico sia su quello
cronometrico. In effetti, Emiliano si trova in
quale fase della sua vita nella quale il miglioramento delle qualità
tecniche è supportato
dall’aumento del volume dell’allenamento. I
risultati non si sono
fatti attendere, ed ora, il “piccolo campione”
comincia a vedere i frutti di tanta fatica ed a togliersi molte soddisfazioni. I primi risultati si
sono visti nel primo e secondo Meeting Regionale Primaverile che si sono svolti nella piscina
comunale di Latina. Nel primo dei due meeting,
Emiliano, nella categoria Esordienti ha ottenuto sull’impegnativa distanza dei 200 metri a
stile libero un tempo vicino ai 2 minuti e 45 secondi, mentre nella seconda manifestazione regionale sempre nello stile libero, ma sulla distanza più corta dei 100 metri, ha ottenuto un
tempo di 1minuto e 14 secondi con cui ha polverizzato il suo precedente personale, abbassandolo di sei secondi, poi, in modo strepitoso, ha ottenuto un risultato eccellente nei 100
metri dorso, nei quali grazie al tempo di 1 minuto e 19 secondi si è attestato ai primissimi
posti della sua categoria. Emiliano si è confermato sui suoi migliori tempi in occasione del
terzo Meeting Regionale Primaverile che si è
svolto nella piscina di Colleferro. Infine, il giovane campione, ha espresso tutto il suo potenziale nel Trofeo Giovannini, nel quale, sui 100
metri misti è riuscito a ritoccare sensibilmente
il suo personale, con il cronometro che ha fatto segnare un tempo di poco inferiore ad 1 minuto e 24 secondi. La crescita del ragazzo è
evidente e siamo convinti che se Emiliano manterrà viva la voglia di misurarsi con gli altri ragazzi della sua età, troverà sempre nuove risorse per continuare a migliorarsi. ■
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PAG .
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TEMPO LIBERO
Lo spazio della città
Il libro più letto
Zuppa
di verdura
Il diavolo veste Prada
di Alessia Bravo
P
Ingredienti:
300 grammi di patate novelle
2 zucchine
300 grammi di piselli freschi sgranati
200 grammi di fave fresche sgranate
4 carciofi
una cipolla fresca
qualche foglia di bieta
uova
olio
sale
parmigiano
pane
acqua
Riunite
in
una pentola
le verdure
mondate, lavate e tagliate a tocchetti, coprite di
acqua, aggiungete il sale e circa 100
grammi di olio. Lasciate cuocere per
un’ora circa. A cottura ultimata, sgusciate un uovo per ogni persona lasciandolo cadere nella zuppa. Coprite,
lasciate sul fuoco ancora un minuto e
spegnete. Versate la zuppa di verdura
in una terrina nella quale avrete adagiato delle fette di pane raffermo e cospargete con abbondante parmigiano
grattugiato. ■
da “LA VISCOTTA
Ricette di San Felice Circeo”
di Angela Bassani .
rimo romanzo di questa giovane autrice (Lauren Weisberger), in poche settimane ha fa fatto il giro del mondo, diventando il best seller culto in stile Sex and The
City, brillante, ironico, a tratti grottesco, ma fin troppo reale nella descrizione di un mondo dove la superficialità, l’invidia, la
cattiveria la fanno da padroni.
E’ la sfavillante realtà di Miranda Priestly, arcigna, egocentrica, prepotente
guru della moda mondiale, direttrice del settimanale di moda, più venduto in America,
“Runway” .
Quando Andrea Sachs, ventritrè anni, una laurea e il sogno di diventare scrittrice, bussa alla porta della Elias – Clark e accetta di lavorare come assistente di Miranda, non sa che la
sua vita cambierà.
In un vero e proprio inferno. Imparerà a camminare su vertiginosi tacchi a spillo barcamenandosi tra un fidanzato amorevole e premuroso, un’ amica bisognosa di conforto e, allo
stesso tempo, soddisfando gli innumerevoli
capricci del suo capo, a tutte le ore del giorno
e della notte. Fino a scoprire che la sua vita sta
andando a rotoli… ■
ORA LEGALE
ANGOLO DELLA POESIA
di A n t o n i o D i S a l v o
Serenata a nessuno
La Denunzia di nuova opera e la Denunzia di danno temuto /4
Dopo avere esaurito le azioni possessorie (di reintegrazione e di manutenzione), ci avviciniamo alle azioni di nunciazione di cui all’art. 1171 c.c. (denunzia di nuova opera) ed art. 1172 c.c. (denunzia di danno
temuto).
Per ragioni di spazio, divideremo l’analisi in due articoli distinti; cominciamo con la denunzia di nuova opera (art. 1171
c.c.), rinviando al prossimo numero la denunzia di danno temuto (art. 1172 c.c.).
Entrambe le azioni si articolano in due fasi, la prima di natura cautelare che si esaurisce con un provvedimento provvisorio e la seconda che si svolge secondo le regole del processo ordinario di cognizione.
L’art. 1171 c.c. prevede che: «… Il proprietario, il titolare di altro diritto reale di godimento o il possessore il quale ha ragione di temere che da una nuova opera, da altri intrapresa sul proprio come sull’altrui fondo, sia per derivare danno alla
cosa che forma l’oggetto del suo diritto e del suo possesso, può denunziare all’autorità giudiziaria la nuova opera purchè
questa non sia terminata e non sia trascorso un anno dal suo inizio …» (cfr. art. ult. rich., comma I).
I soggetti legittimati ad esperire l’azione di denunzia di nuova opera sono:
- il proprietario;
- il titolare di un diritto reale di godimento;
- il possessore.
Se taluno di tali soggetti ha ragione di temere che da una nuova opera da terzi intrapresa, sul proprio o sul fondo altrui,
stia per derivare danno alla cosa oggetto del suo diritto o del suo possesso, può denunziare il fatto all’autorità giudiziaria che, previa sommaria cognizione del fatto, può, posto che l’opera sia già iniziata ma non ancora terminata e non sia
trascorso un anno al suo inizio:
- vietare la continuazione dell’opera intrapresa, ordinando a chi ha promosso l’azione (attore) di depositare, a titola di
cauzione, una somma di denaro;
- consentire la continuazione dell’opera intrapresa, ordinando al terzo (convenuto) di provvedere a depositare la cauzione.
Per cui in sede di giudizio definitivo, avremo che:
- se risulterà soccombente l’attore, questi è tenuto a risarcire al convenuto il danno causato dalla sospensione dei lavori;
- se risulterà soccombente il convenuto, questi sarà tenuto a farsi carico delle spese di demolizione per ripristino dell’originario stato dei luoghi e dell’eventuale risarcimento dei danni provocati alla cosa e/o all’attore. ■
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di N i c o l a C a p u r s o
È notte fonda,
nel silenzio più assoluto
che tutto circonda,
solo và quasi sperduto:
un uomo cantando …
Davanti a sé,
strade ricche di sassi;
dietro di sé, l’eco dei passi,
disperdersi gradatamente nell’aria.
La sua ombra,
tremula, proiettata dalla timida luna,
svanisce nella penombra.
Lo ascolta per fortuna:
un gatto innamorato.
Poi, piove pure…
Ma cammina cantando, cammina;
senza orchestra, eppure…
La sua voce pellegrina,
echeggia sotto la pioggia.
Non riceva congratulazioni,
l’accarezza il vento;
non cerca affermazioni
e prosegue nell’intento…
Ma, per chi canta?
Serenata a nessuno…
Serenata forse… alla vita! …
Dalla raccolta di poesie: “RIFLESSI DI VITA”
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Anniversario
Il 26 aprile, Antonio Ceci e Loredana Capponi hanno festeggiato il 25° anniversario del
loro matrimonio. Auguri dai figli Fabio e
Francesca, dai fratelli e dalla sorella, dai cognati e dalle cognate.
Supermarket
CARLETTO
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Compleanni
3 giugno. Auguri a Camilla per i suoi sette anni da Chiara e Samuele.
4 giugno. A Mirko tanti auguri di buon compleanno da Chiara e Samuele
6 giugno Alla mia cara sorellina Valentina, per i suoi 22 anni, Tanti auguri da Matteo.
7 giugno. Auguri ad Alfredo Smith per il compleanno dalla moglie, figli, genero e nipoti.
9 giugno. Auguri di buon compleanno alla dolcissima Chiara da mamma, papà e Samuele
Buon compleanno ad Alessia Ceglia il 10 giugno da zia Annamaria.
All’amore delle nonne, Tanti auguri di compleanno a Jacopo Di Maggio il 10 giugno.
10 giugno. Buon compleanno a Rinaldo Bonavigo dalla sua adorata moglie.
11 giugno. Buon compleanno al nostro supercugino Luca da Chiara e Samuele.
13 giugno. Tantissimi auguri a Claudio Pedrollo per i suoi 70 anni dalla famiglia.
16 giugno. Buon compleanno a Giuliana Loriato dalla cognata Alberica.
20 giugno. Ad Antonella la zia più affascinante, auguroni dai nipoti, sorelle, fratelli, mamma,
figli, marito, ecc. … insomma proprio da tutti.
Buon compleanno ad Annamaria Ceglia dai suoi familiari il 23 giugno.
Maurizio D’Alessandro il 26 giugno compie gli anni. Tanti Auguri dalla famiglia.
Buon compleanno il 9 luglio a Graziella Guerra da tutti coloro che le vogliono bene.
Il 10 luglio compie gli anni il nostro amato papà Felice Ceglia. Tanti auguri dalla famiglia.
A Romano De Carolis, il 15 Luglio, tanti auguri di buon compleanno dal piccolo Felice.
Il 21 luglio. Adele Capponi compie 98 anni, auguri affettuosi da parte dei figli e dei soci dell’Associazione “Il Centro Storico”.
Tanti auguri di buon compleanno il 22 luglio alla simpatica Giulia Casabona da Ilenia e Giulia..
22 Luglio. Augurissimi!! Al mio super-cugino Alessio per i suoi 15 anni, da Sharon.
29 Luglio. Alla piccola peste di casa Marchiotto, tanti auguri di buon compleanno a Jacopo con
la speranza che diventi con il tempo più tranquillo. Le cuginette Giulia, Rossana e Giordana.
segue dalla pag. 2
Clemente Busiri Vici
Mio padre amava molto il mare del Circeo. Spesso al tramonto usciva con la piccola barca a remi, che in seguito in una mareggiata si infranse contro gli scogli, seguiva le scogliere fino a perdersi alla vista d’occhio. Andava con noi a gettare le reti per belle pescate di triglie,
dentici, polpi, maccarelli. Stavamo attenti a seguire con
le reti i confini subacquei tra scogli e sabbia, perché era
il punto dove si prendeva più pesce. A casa si cucinava
il pesce pescato e mio padre era un maestro in questa
mansione, poi tutti intorno ad un grande tavolo rotondo di castagno (che oggi si trova nella casa di Tivoli) si
mangiava in allegria spesso con ospiti e amici, personaggi del luogo e clienti di lavoro, ecc..
Quando era al Circeo amava la vita semplice ed all’aria
aperta, vita di mare.
Gemini lo incaricò anche di eseguire altri lavori che lui
svolgeva sempre per amore del Circeo senza nulla ricevere di compenso, lo offriva con piacere alla comunità del luogo. Conosceva e simpatizzava con l’on.le
Andreotti che incontrava in occasione delle tante migliorie che egli apportava al Circeo: acqua, strade,
scuole, ecc.
Concludo con un auspicio di pronta ripresa del Circeo,
quale meraviglioso luogo nei pressi di Roma, anche
perché le mie nostalgie mi indurranno inevitabilmente
a ritornarci presto.. ■
22 luglio 2006
Auguri
per i tuoi
novanta anni!!!
Vincenzo Capponi
i figli, le nuore, i generi, i nipoti e i pronipoti
R I S T O R A N T E
Al Convento
di Lolita Capponi
Piazza Mazzini, 4 (Centro Storico) - 04017 San Felice Circeo (LT) - Tel. 0773/546167 - 348.9185443