Il diaconato: ministero ordinato fra matrimonio e professione

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Il diaconato: ministero ordinato fra matrimonio e professione
Convegno dei Diaconi Permanenti del Triveneto - Settembre 2002
Traccia della Relazione del teologo don Severino Dianich
IL DIACONATO:
MINISTERO ORDINATO FRA MATRIMONIO E PROFESSIONE
l. Premessa
La persona e il ministero del diacono hanno una forma complessa anche perché abitualmente si
basano su tre sacramenti: battesimo, ordine, matrimonio. Congiungono sul piano della vita
quotidiana tre ministeri: quello proprio dell’ordine con quello del matrimonio e quello di una
normale posizione nella società che si concentra soprattutto nella professione. Da qui il problema
pratico delle compatibilità e quello più profondo di una spiritualità bene integrata.
2. Dal battesimo ai ministeri tipicamente laicali
Il battesimo fa il cristiano e lo dota dei carismi necessari perché sia testimone della fede nel
mondo. Indipendentemente da altre determinazioni sacramentali il battesimo qualifica i cristiani
come laici cioè come testimoni della fede nella comune situazione di ogni uomo che è parte
responsabile della società civile in cui vive. In questo quadro la professione è il primo elemento
che situa l’uomo nel complesso sociale e per il cristiano laico la professione diventa il primo quadro
nel quale compiere la sua missione. La sua testimonianza della fede si attua nella comunicazione
del vangelo dentro l’ambiente di lavoro, nel retto compimento del suo servizio in base alle esigenze
della sua specifica professionalità, nell’animazione della carità oltre la deontologia. L’esercizio
delle professioni è quindi componente di base della stessa missione della chiesa, risposta dei
fedeli ad una vocazione e vero ministero ecclesiale attraverso il quale la chiesa serve il mondo
comunicando e testimoniando la fede, dedicandosi al servizio dell’uomo sul piano sociale e
politico, rendendo presenti i valori evangelici nello sviluppo culturale di un popolo.
3. Dal battesimo al ministero del matrimonio
Anche il matrimonio fonda un ministero per la costruzione della società attraverso la creazione dei
legami parentali che costituiscono il fondamentale amalgama di un popolo e attraverso la
procreazione e l’educazione dei giovani. Attraverso l’educazione dei figli il ministero dei genitori è
stato di fatto lungo la storia il principale luogo della comunicazione della fede e quindi
dell’estensione del cristianesimo. Questo ministero però ha un carattere del tutto singolare: è
affidato ad un soggetto collettivo, alla coppia, non al singolo individuo cristiano. È la coppia in
quanto tale il soggetto responsabile di una missione specifica sia nei confronti dei figli sia nei
confronti della società e sia in ordine all’evangelizzazione, alla testimonianza della fede nell’amore
indissolubile, sia in ordine al servizio sociale e politico al mondo.
4. L’integrazione nel ministero dell’ordine
Il ministero ordinato è punto di riferimento per la comunità in ordine all’autenticità della fede e
all’unità della chiesa: essenzialmente è un ministero della parola e per il diaconato propriamente è
“ad ministerium non ad sacerdotium”. Molto presto il ministero del vescovo e del prete si sono
sviluppati in una direzione introversa: la custodia della comunità che altri, evangelizzando, hanno
costituito (si veda la testimonianza di Eusebio). Un movimento che si è accentuato con il forte
processo di sacerdotalizzazione ed anche per l’influsso del monachesimo e in forza del celibato.
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Oggi si sta imponendo una svolta globale del ministero verso una sua dimensione più estroversa
dovuta alla situazione inedita della chiesa di oggi di fronte al mondo e nella società civile In questo
contesto si inserisce la figura del diacono sposato e impegnato in una professione per il quale
professione e matrimonio determinano una nuova e diversa posizione nella chiesa in quanto figura
di un ministero essenzialmente estroverso. In questo senso la prospettiva più interessante per il
futuro del diaconato sta sulla linea dell’evangelizzazione nell’esercizio del carisma della parola
dall’interno di una situazione “mondana” di vita: questo sembra il senso della figura canonica di un
ministro ordinato il cui stato di vita è quello laicale.
5. Per una spiritualità integrata
Problema previo all’ordinazione è quello di un giudizio di fattibilità da formulare a partire dal
sacramento già esistente del matrimonio e quindi dalla posizione della coppia e non del singolo
nella ricezione di un nuovo sacramento. A differenza dello stato matrimoniale la condizione
professionale può anche essere cambiata: l’eventuale giudizio di incompatibilità però dovrebbe
essere fondato su ragioni di carattere funzionale e non di valore, perché neanche al laico è lecito
esercitare alcuna professione con il sottinteso che essa giustifichi illeciti morali. Nella valutazione
della integrabilità della professione nel ministero sarà importante valutare gli spazi che questo o
quel lavoro, in quanto più o meno ricco di contatti umani, possono offrire all’esercizio del ministero
stesso (conobbi un aspirante diacono che faceva il postino!)
La professione in ogni modo, una volta decisa, dovrà essere esaltata e valorizzata nel ministero
diaconale e non mortificata o vissuta come un male necessario. Sarà amata come la prima forma
della diaconia della carità soprattutto quando per natura sua è al servizio dei poveri. E qualunque
sia la sua natura potrà sempre essere orientata ad un servizio da rendere con opzione
preferenziale per i poveri. Ciò che potrà essere necessario mortificare nella professione sarà la
carriera in quanto posizione competitiva con i colleghi e spesso fortemente condizionante la libertà
degli atteggiamenti. Bisognerebbe quindi elaborare una spiritualità diacona1e che non imiti quella
presbiterale e tanto meno quella monastica, ma sia più vicina a quella laicale anche se
determinata dal carisma della Parola da comunicare dal di dentro di un ruolo centrale nella chiesa,
quello di un ministero che è punto di riferimento per tutta la comunità. È un ministero della Parola
dentro l’esperienza della vita comune più che all’interno della comunità e nella sua liturgia.
6. Conclusione
La valorizzazione della professione potrebbe condurre la chiesa locale a strutturare il suo ministero
diaconale in modo da realizzare una presenza del ministero ordinato in tutta la gamma delle
professioni: testimonianza ed esistenza di una chiesa bene integrata nella società in cui vive.
Comunque sia, la struttura ministeriale della chiesa ha sempre bisogno di non essere rigida e
immobile: se di un servizio si tratta dovrà essere determinato di luogo in luogo e di tempo in tempo
dai bisogni della società alla quale si intende servire.
In questo senso risulterà importante la coscienza di appartenenza del diacono il quale, al di là della
sua storia personale, è e resta sempre un ministro della chiesa locale, disponibile nella
collaborazione con il vescovo e il presbiterio a servire le esigenze della chiesa locale in una decisa
prevalenza della sua appartenenza diocesana su ogni altra eventuale appartenenza ecclesiale.
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