Gregoire Ahongbonon e l`attività dell`Associazione St

Transcript

Gregoire Ahongbonon e l`attività dell`Associazione St
DOSSIER PER OMS
GREGOIRE AHONGBONON E L’ATTIVITA’ DELL’ASSOCIAZIONE ST. CAMILLE DE
LELLIS (BOUAKE’)
1. Breve presentazione biografica del Sig. Grégoire Ahongbonon
Il Sig. Grégoire Ahongbonon nasce nel 1953 in un piccolo villaggio del Benin al confine con la
Nigeria da una famiglia di contadini.Viene battezzato in giovane età e trascorre la sua infanzia nel
villaggio natale.
Nel 1971, come molti giovani del suo paese, emigra in Costa d’Avorio, dove apprende il mestiere di
gommista. Attraverso i proventi di questo mestiere conosce un periodo di prosperità economica
durante il quale riesce a divenire proprietario di alcuni taxi, allargando così la sua attività anche al
settore dei trasporti.
In questo periodo si allontana completamente dalla Chiesa Cattolica, ritornando alle pratiche
feticiste e abbracciando uno stile di vita libertino.
Verso la fine degli anni settanta conosce gravi disavventure finanziarie che lo porteranno al
fallimento economico e personale, tanto da condurlo sull’orlo del suicidio.
E’ in questo momento che il Sig. Grégoire sperimenta un rinnovato e profondo incontro con Dio e
si riavvicina alla Chiesa Cattolica, arrivando a partecipare nel 1982 ad un pellegrinaggio a
Gerusalemme. Questo evento rappresenta forse la svolta più importante nonché la spinta
motivazionale di tutte le sue attività successive. In particolare, è una frase pronunciata dal sacerdote
che conduceva il pellegrinaggio a sconvolgerlo e ed illuminarlo: “ogni cristiano deve posare una
pietra per costruire la Chiesa”. La riflessione di Grégoire sarà diretta, da quel momento in avanti, a
scoprire quale pietra è quella che lui stesso è destinato a porre.
Di ritorno a Bouaké, in Costa d’Avorio, il Sig. Ahongbonon riprende la sua attività di gommista con
successo ed avvia un gruppo di preghiera a sostegno dei malati in genere. Ben presto il gruppo si
trasforma in un’Associazione di carità, la St. Camille de Bouaké, la cui attività si orienta a sostenere
dapprima i malati gravi, poi i carcerati e successivamente i malati di mente.
Tutt’oggi Grégoire, sposato e padre di sei figli, non cessa di dedicare la sua vita al recupero e al
reinserimento di questa categoria svantaggiata e alla sensibilizzazione della popolazione, africana
ed europea, sulla situazione inumana che questi malati vivono, spesso all’insaputa degli ivoriani
stessi residenti in città.
2. L’associazione St. Camille de Bouaké e la situazione dei malati mentali
L’Associazione St. Camille de Bouaké è nata nel 1983 grazie alla volontà solidaristica di un gruppo
di persone africane, tutte volontarie, allo scopo di dare sostegno spirituale ai pazienti dell’ospedale
e ai malati gravi della città.
Il promotore di questa esperienza è il Sig. Grégoire Ahongbonon, che nel 1985 ha iniziato ad
occuparsi concretamente delle persone disagiate, malati e senza famiglia privi della possibilità di
curarsi a causa dell’assenza di un sistema sanitario pubblico e gratuito in Costa d’Avorio.
L’attività di Grégoire e della St. Camille si concretizzava nel provvedere alla fornitura di medicinali
e del necessario all’effettuazione degli interventi chirurgici, dall’alcool al filo di sutura.
1
Dal 1991 l’Associazione si occupa anche del miglioramento delle condizioni di vita dei carcerati,
dei malati di AIDS e dei profughi provenienti dalla vicina Liberia: anche in questo caso viene
fornita l’assistenza sanitaria ed il materiale necessario alle cure mediche.
Successivamente, nel 1993, inizia la sfida più impegnativa e, insieme, l’attività più straordinaria del
gruppo di Grégoire Ahongbonon: il recupero, la cura, la riabilitazione e il reinserimento sociale e
lavorativo dei malati di mente.
In molte regioni africane la malattia mentale viene vissuta come un evento magico, un fenomeno
sovrannaturale nefasto per la famiglia e le persone che vi hanno a che fare. Per questo motivo
Grégoire si rende conto del totale stato di abbandono al quale queste persone sono soggette: non
solo il numero di specialisti in psichiatria è irrisorio1 e spesso si rifiuta di avere a che fare con
questo soggetti, ma la stessa famiglia si trova costretta ad abbandonare il/i proprio/i familiare/i
lontano da casa, costringendoli così a cibarsi con i rifiuti e a dormire per le strade. Peggio ancora,
nei villaggi ai bordi della savana, accade spesso che i malati di mente vengano incatenati e messi
“ai ceppi”, letteralmente bloccati nei movimenti e legati ai tronchi degli alberi, nascosti agli occhi
della gente perché relegati ai bordi della foresta, esposti alle intemperie stagionali, oppure chiusi in
piccole stamberghe senza luce e senza possibilità di muoversi. Tutto questo per anni, decenni.
Spesso, la soluzione adottata dalle famiglie dei malati è quella di inviarli ai centri di preghiera delle
numerose sette operanti in Costa d’Avorio: la metodologia adottata da questi “esperti” prevede la
sofferenza e il patimento del corpo, attraverso punizioni corporali e il digiuno, anche per diversi
giorni consecutivi. In questo modo si presume che il “male” che possiede il malato sia costretto ad
“uscire”.
3. Principi e metodologia dei progetti riabilitativi promossi dal Sig. Grégoire
Grégoire ha fondato la sua attività attraverso la costruzione di una serie di centri di accoglienza e di
cura per malati di mente nonché di un padiglione annesso all’ospedale civile di Bouaké, gestito
autonomamente dall’Associazione St. Camille.
Tutti i malati vengono visitati da uno psichiatra e solo in seguito alla visita medica ricevono la
prescrizione del trattamento farmacologico idoneo.
Il primo principio-guida, ulteriore a quello della garanzia di un trattamento medico adeguato, è
quello di ridare una casa a questi soggetti svantaggiati, di garantire loro un posto dove vivere, senza
costringerli all’emarginazione totale. Una casa però, non è sembrato un elemento sufficiente,
sebbene essenziale, all’integrazione sociale dei malati: queste persone, avendo subito lo shock
dell’abbandono e del rifiuto, hanno bisogno di sentirsi accettate e benvolute. E’ per questo che
Grégoire spiega costantemente ai suoi collaboratori che essi devono essere per i “pazienti” dei
genitori ancor prima di essere infermieri, medici, volontari.
Un’ulteriore concetto essenziale che guida le attività promosse dalla St. Camille è la riabilitazione
dei malati di mente attraverso il lavoro e l’apprendimento di un mestiere: Grégoire e il suo gruppo
di volontari, assieme ad alcune associazioni europee nate per sostenere la sua straordinaria
esperienza, hanno acquistato alcuni terreni adibiti alla coltivazione della manioca e di altre colture
locali i quali vengono lavorati dai malati. La costruzione di un mulino annesso al centro di
Kouassiblekrò ha favorito una forma di auto-sostentamento che ha permesso ai malati di rendersi
utili alla comunità. Oltre all’attività agricola, i soggetti in cura presso i centri vengono anche
impegnati nelle piccole attività di allevamento (polli, maiali e conigli) che sono nate con l’apertura
di alcune “fattorie”: in pratica si è cercato di porre le basi per stimolare la creazione di microimprese sociali per lo sviluppo solidale, finalizzate al reinserimento dei malati e alla loro
valorizzazione professionale.
1
Si tenga presente che nell’intera Costa d’Avorio, 16.804.784 abitanti, esistono a tutt’oggi solo due medici psichiatri e
un solo ospedale funzionante in grado di fornire assistenza a pazienti psichici; ugualmente nel Benin, 6.591.000
abitanti, e in Togo, 5.285.501 abitanti , è attivo un solo psichiatra per ciascuno dei due paesi
2
Un’ultima finalità è il ritorno in famiglia o nel contesto di appartenenza del malato: una volta
fornite le cure mediche essenziali e ripristinato l’equilibrio psico-fisico della persona svantaggiata
attraverso il lavoro e la vita in comunità, quest’ultima, se lo desidera, viene riaccompagnata presso
il villaggio di origine, al fine di realizzare il vero reinserimento sociale del soggetto da persona
“sana” ed autosufficiente. Per molti dei malati reinseriti si tratta di una continuazione della cura
farmacologica “a domicilio”; per tutti, è l’inizio di una nuova vita da ex-malato. Alcuni, avendo
perso i contatti con la famiglia, restano con Grégoire e molto spesso divengono loro stessi dei
collaboratori, svolgendo mansioni semplici ma indispensabili alla vita dei centri, e talvolta anche di
responsabilità2.
Nel complesso la metodologia adottata si potrebbe definire come orientata alla valorizzazione della
persona in quanto essere umano, attenta non solo alla salute fisica del paziente ma indirizzata alla
realizzazione del suo benessere generale, dai bisogni concreti a quelli affettivi.
4. Breve cronologia delle opere realizzate dalla St. Camille di Grégoire
1995
L’Associazione St. Camille, oltre ad occuparsi degli abbandonati (malati, carcerati ecc…), allarga il
suo raggio d’azione agli ammalati di mente. Viene costruito il primo centro di accoglienza annesso
all’Ospedale Civile di Bouaké. Nasce in quest’anno l’idea di un Ospedale Cattolico per i poveri.
1996
Inizia la costruzione dell’Ospedale Cattolico per i poveri.
Nasce il secondo centro di accoglienza per malati di mente nel quartiere di Nimbo, a Bouaké.
Viene inaugurato il centro oculistico all’interno dell’Ospedale Cattolico.
Nasce la fattoria di “Dar el Salam” a Bouaké, costituita da alcune unità abitative per gli utenti, da
terreni adibiti alla coltivazione di prodotti agricoli– soprattutto manioca -, da locali per
l’allevamento di polli e maiali.
1997
Viene inaugurato il padiglione di medicina generale a Nimbo (Bouaké)
Nasce la fattoria di Sessekrò.
1998
Nasce la fattoria di Kouassiblekrò
1999
Viene inaugurato il centro di accoglienza e recupero di Camp Perrier (Bouaké), con una “saponeria”
annessa, specializzata nella produzione di sapone liquido destinato agli altri centri di accoglienza e
destinato anche alla vendita.
Vengono terminati i lavori di costruzione della chiesa di Chu (Bouaké)
Viene inaugurato il centro di accoglienza di Khorogo, nel nord del paese, finanziato dalla ONG
italiana AVSI.
2000
Sono ultimati i lavori relativi alla costruzione del Mulino Nero, annesso al centro di Kouassiblekrò.
2
Un esempio: attualmente un ex-malato è il responsabile della contabilità del centro di Nimbo, a Bouaké
3
2001
Ha inizio il Progetto de “La Catena delle Libertà”, con il sostegno della Regione Friuli VeneziaGiulia, finalizzato al sostegno dei Centri già avviati attraverso la fornitura di medicinali, la
formazione di personale in loco e l’invio di generi di prima necessità.
Vengono iniziati i lavori per la costruzione della cinta muraria del nuovo centro di Bondoukou, a est
del paese.
2002
Viene promosso dalla St. Camille il coordinamento delle Associazioni europee nate per sostenere
l’esperienza di recupero e reinserimento sociale dei centri: nasce il “Reseau Casimir” composto da
“Jobel”(Italia), “ACTA” (Svizzera), AÏMA (Spagna) e La Clef (Francia).
Scoppia la guerra civile e le attività dei centri proseguono tra le difficoltà economiche e l’instabilità
politica che minaccia l’incolumità di tutti i cittadini.
I centri divengono meta di profughi e disperati in cerca di cibo e protezione. Con l’aiuto di alcune
Organizzazioni Internazionali i volontari della St. Camille e alcuni malati si occupano della
distribuzione del riso nei quartieri di Bouaké.
2003
Viene acquistato un terreno nei pressi di Abidjan, finalizzato alla costruzione di un nuovo centro.
Iniziano i lavori per la creazione di un nuovo centro nei pressi di Porto-Novo, nel Benin, grazie alla
concessione del terreno da parte del Vescovo locale.
Le attività di sensibilizzazione
Poiché il problema dell’emarginazione dei malati mentali è molto spesso ignorato e sconosciuto sia
ai paesi occidentali che a quelli africani, il Sig. Grégoire si è dedicato anche alla sensibilizzazione
dell’opinione pubblica circa il trattamento inumano riservato a questi soggetti, attraverso la sua
partecipazione a convegni, seminari ecc…durante i quali ha riportato la sua esperienza come
esempio di riabilitazione possibile e alternativa auspicabile a queste pratiche di esclusione sociale.
Le attività da lui promosse sono state presentate al Meeting dell’Amicizia tra i Popoli di Rimini nel
1998.
Nell’ ottobre dello stesso anno, in occasione del I Congresso Internazionale sulla Salute Mentale
“Franco Basaglia: La comunità possibile”, il Sig. Grégoire Ahongbonon ha ottenuto il “I Premio
Internazionale per la Lotta contro l’esclusione sociale: Migliore Esperienza”. La Giuria
Internazionale, composta dai più illustri psichiatri del mondo e dai responsabili dell’OMS ha
motivato l’attribuzione del premio con le seguenti parole: “per aver dimostrato con la sua pratica di
liberazione dalla contenzione e di emancipazione dei pazienti psichiatrici quanto la dignità ed il
rispetto degli uomini e delle donne siano alla base di ogni intervento in Salute Mentale”.
Nel 1999 partecipa in Bosnia, in seguito all’invito dell’OMS, al Seminario Internazionale di
Incontri sulla Salute Mentale. Svolge inoltre numerose conferenze e seminari aperti al pubblico in
tutta Italia in collaborazione con l’ONG AVSI.
Nel 2000 partecipa al Congresso Internazionale della Riabilitazione Psico-Sociale delle Malattie
Mentali a Parigi, presentando la sua esperienza in Assemblea Plenaria.
In collaborazione con un’ONG Svizzera realizza un documentario sulla liberazione dei malatiprigionieri e sull’attività dei centri di accoglienza e riabilitazione: in seguito alla trasmissione del
documentario in televisione, svolge numerosi incontri informativi e di sensibilizzazione in varie
località elvetiche.
Anche in Francia, grazie al sostegno di un gruppo di volontari locali, porta la sua esperienza
attraverso l’organizzazione di numerosi incontri pubblici dedicati alla salute mentale e alle attività
di recupero psico-sociale.
4
Sempre nel 2000 partecipa ad un incontro internazionale sulla salute mentale organizzato dall’OMS
in Mozambico.
Viene invitato a presentar la sua esperienza al Summit Mondiale sullo Sviluppo organizzato
dall’ONU a Ginevra.
Il 7 aprile 2001 presenta la realtà dei suoi centri a Ginevra nella sede dell’OMS, davanti alla
Direttrice generale, al Commissario Europeo per la Salute ad a molte altre autorità di spicco in
occasione della Giornata Mondiale della Salute, nel 2001 dedicata alla salute mentale.
Nel giugno dello stesso anno è in Canada per presentare la sua esperienza inseguito alla proiezione
di un reportage girato in Costa d’Avorio dalla TV canadese.
Nel 2002 e nel 2003 partecipa nuovamente al Meeting di Rimini e continua la presentazione della
sua esperienza attraverso seminari e conferenze in Italia, Svizzera, Francia e Spagna, dove partecipa
anche ad uno speciale radiofonico dedicato al funzionamento dei suoi centri di riabilitazione. Il
2002 è anche l’anno in cui, attraverso la St. Camille, prende vita il “Reseau Casimir”, la rete di
solidarietà costituita dalle ONG europee e canadesi che sostengono l’opera di Grégoire e che
coordinano la loro attività di promozione umana attraverso periodici incontri e tavole rotonde.
Nell’aprile 2004 viene invitato a presentare la sua esperienza alla quarta edizione dello spettacolo
“Appunti Partigiani” a Milano, il cui ricavato gli viene devoluto interamente. Viene intervistato da
“Radio Popolare”, che gli dedica una puntata speciale, e da un giornalista di “Peace Reporter”.
La guerra civile
La notte fra il 18 e il 19 settembre 2002 un tentativo di colpo di stato sconvolge la Costa d’Avorio.
Un gruppo di militari cerca di prendere il potere approfittando anche dell’assenza del Presidente
della Repubblica Laurent Gbagbo, in visita ufficiale in Italia. Nella capitale Abidjan il tentativo non
ha successo. I violenti scontri causano però la morte di centinaia di persone, fra cui l’ex- capo dello
Stato Robert Guei e il potente Ministro degli Interni Boga Doudou. Il Nord del Paese passa sotto il
controllo dei ribelli a partire dalla seconda città della Costa d’Avorio, Bouaké, tutt’ora sede della St.
Camille.
La situazione vissuta dall’Associazione durante il periodo bellico è stata di precarietà e mancanza di
fondi a causa del pericolo concreto rappresentato dalla presenza delle milizie ribelli in tutta la zona
nord del paese, a partire da Bouaké, che ha di fatto ostacolato i contatti con i sostenitori europei e
canadesi.
L’impegno maggiore si è avuto durante i primi sei mesi di crisi (cioè da settembre 2002 a marzo
2003), durante i quali l’Associazione ha dovuto far fronte all’emergenza delle persone rimaste in
città senza alcuna risorsa: le attività della St. Camille, infatti, non si sono limitate al prosieguo del
lavoro riabilitativo dei centri di accoglienza per malati di mente, ma l’Associazione del Sig.
Grégoire è divenuta un punto di riferimento e una speranza concreta di sopravvivenza per una
moltitudine di poveri e famiglie bisognose prive di mezzi di sussistenza a causa della penuria di
viveri e le difficoltà nei collegamenti. Durante la guerra civile la San Camillo, con l’aiuto di un
gruppo di ONG europee3 e altre Organizzazioni Internazionali (es.FAO) ha provveduto ogni giorno
a garantire un pasto a circa 70 mila persone, le quali si recavano nei diversi centri dell’Associazione
ove erano stati predisposti dei “foyers” appositi.
Le conseguenze di questo periodo si possono tutt’ora constatare visitando i vari centri:
- le attività agricole si sono notevolmente ridimensionate a causa della mancanza di
sementi;
- gli allevamenti di maiali, di polli e di galline sono completamente vuoti per mancanza
di fondi;
3
Jobel (Italia), LA Clef (Francia), ACTA (Svizzera), AIMA (Spagna)
5
-
i medicinali scarseggiano e i rifornimenti maggiori dipendono dalle donazioni straniere
dei sostenitori della St.Camille.
Le attività comunque continuano, una delle più significative è quella del mulino di Kouassibilekro,
costruito grazie al progetto “ La Catena della Libertà”: quest’opera, oltre che permettere
l’inserimento ed la riabilitazione dei malati di mente, è un’opportunità anche per i villaggi vicini i
quali usufruiscono di questa struttura che diviene in questo modo un tassello importante per lo
sviluppo umano ed economico del territorio.
Allegati
1. “Rapport d’activité année 2003”
6