memorie della società entomologica italiana

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memorie della società entomologica italiana
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SOCIETÀ
ENTOMOLOGICA
ITALIANA
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Fascicolo I-II
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Volume 92
Supplemento al Bollettino della Società Entomologica Italiana 147(3) (15.12.2015)
15 dicembre 2015
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA via Brigata Liguria 9 Genova
ISSN 0373-3491
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SOCIETÀ
ENTOMOLOGICA
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Fondata nel 1869 - Eretta a Ente Morale con R. Decreto 28 Maggio 1936
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Fascicolo I-II
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Volume 92
Supplemento al Bollettino della Società Entomologica Italiana 147(3) (15.12.2015)
REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI GENOVA AL N. 76 (4 LUGLIO 1949)
Prof. Achille Casale - Direttore Responsabile
Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Quadrimestrale
Pubblicazione a cura di PAGEPress - Via G. Belli 7, 27100 Pavia
S O C I E T À E N TO M O L O G I CA I TA L I A N A via Brigata Liguria 9 Genova
MEMORIE SOC. ENTOMOL. ITAL., 92 (1-2): 3-38, ISSN 0037-8747
15 DICEMBRE 2015
Enrico BUSATO* - Luca BERTIGnOnO** - Ilaria BRUnET** - Francesca MADORMO** - Alberto ALMA*
Coleotteri Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
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Riassunto: nell’ambito di uno studio sulla biodiversità animale e vegetale relativa a 11 macroaree della Regione Valle d’Aosta comprendenti
agroecosistemi (vigneto e meleto) ed ecosistemi naturali o seminaturali, particolare attenzione è stata rivolta ai Coleotteri Carabidi, insetti da
tempo ampiamente utilizzati come bioindicatori per i loro adattamenti ad ambienti peculiari e differenziati. Le indagini sono state condotte con
cadenza decadale, da aprile a novembre nel triennio 2006-2008. Per ogni macroarea, 3 trappole a caduta sono state disposte lungo la diagonale
di ogni unità campione. Inoltre, raccolte a vista sono state realizzate con periodicità mensile. Per l’elaborazione dei dati è stato adottato l’indice
di biodiversità di Shannon-Wiener. nei 3 anni sono stati censiti più di 21.000 individui per un totale di 88 specie. La carabidofauna è risultata
composta da specie a vasta geonemia, con distribuzione in prevalenza asiatico-europea, sibirico-europea o europea. L’indice di Shannon-Wiener
ha toccato valori elevati in diverse aree. Questi dati indicano che la Valle d’Aosta, all’interno di alcuni agroecosistemi (vigneto e meleto), conserva un ottimo livello di qualità ambientale che è indubbiamente legato a un’oculata gestione agronomica dei trattamenti fitosanitari e alla
presenza di numerose fasce di incolti e di boschi stabili, che formano una striscia continua tra gli appezzamenti coltivati e fungono da corridoio
ecologico e importante zona di rifugio per i Coleotteri Carabidi.
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Abstract: Coleoptera Carabidae of the Valle d’Aosta Region agroecosystems.
Within a study on the animal and plant biodiversity of 11 macroareas of the Valle d’Aosta Region, including agro-ecosystems (vineyards and
apple orchards) and natural ecosystems, particular attention was focused on Coleoptera Carabidae because of their adaptability to peculiar and
diverse environments. Surveys were carried out every 10 days, from April to november, in the years 2006-2008, in 5 different sample units in
each macroarea. Three pit-fall traps were placed along the diagonal of each sample unit. Moreover ground searching was carried out monthly.
The Shannon-Wiener index was used to measure biodiversity. During the 3 years more than 21,000 specimens were recorded for a total of 88
species. The carabid fauna was formed by species with a broad geographical distribution mainly Asian-European, Sibiric-European or European.
The Shannon-Wiener index reached high values in different areas. These data suggest that the Valle d’Aosta Region, within some agro-ecosystems (vineyards and apple orchards), preserves an excellent quality level doubtlessly due to a wise agronomical and phytosanitary management
and to several uncultivated and stable wood corridors that form a continuous stripe between cultivated parcels, becoming an important shelter
place for Coleoptera Carabidae.
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Key words: Valle d’Aosta, Carabidae, Meleto, Vigneto, Pitfall trap, Catture a vista, Bioindicatori.
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InTRODUzIOnE
La famiglia Carabidae (Latreille, 1810), appartenente al Sottordine Adephaga Clairville, 1806 dell’Ordine Coleoptera, comprende nel mondo quasi
40.000 specie descritte (Lorenz, 2005). nella fauna
italiana, è rappresentata da circa 1300 specie (Vigna
Taglianti, 2005). Gli adulti sono di aspetto generale
piuttosto omogeneo, di dimensioni molto variabili, da
meno di 1 mm a 8 cm e sono caratterizzati da lunghe
zampe cursorie, mandibole e palpi prominenti, elitre
striate e gruppi di setole tattili. Le larve campodeiformi hanno zampe, antenne e mandibole ben sviluppate e portano urogonfi fissi (Crowson, 1981;
Lawrence & Britton, 1991). La maggior parte dei Carabidae sono predatori generalisti, ma alcuni gruppi
includono predatori specializzati (elicofagi, ad esempio), o fitofagi (Brandmayr et al., 2005). Da tempo i
Carabidi, per la loro capacità di adattamento ad habitat
peculiari e differenziati, sono utilizzati per la caratterizzazione dei diversi ambienti sia naturali sia antropizzati come i terreni agricoli (Kromp, 1999).
L’agricoltura influenza profondamente la composizione, l’abbondanza e la distribuzione spaziale dei Carabidi mediante l’uso di agrofarmaci e cambiamenti
della struttura degli habitat (diverse colture e diversi
metodi di coltivazione). In ambiente agrario i coleotteri Carabidi rappresentano un’importante componente della fauna terrestre epigea, in quanto
presentano un’elevata abbondanza di specie e di individui. I Carabidi, ben conosciuti da un punto di vista
Enrico Busato, Alberto Alma, DISAFA - Entomologia Generale e Applicata, Università degli Studi di Torino, Largo P. Braccini
2, 10095 Grugliasco (TO), Italia. E-mail: [email protected]; [email protected]
**
Luca Bertignono, Ilaria Brunet, Francesca Madormo, Institut Agricole Régional, Regione La Rochère 1/A, 11100 Aosta, Italia.
E-mail: [email protected]; [email protected]; [email protected]
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BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
– Loc. Lavancher m 1000 (I anno); Saint-Pierre
– M.te Torrette m 850.
2007: Arnad – Loc. Château Vallaise m 433-505;
Montjovet – Loc. Balmet m 395-471; Morgex
– Loc. Lavancher m 1000 (II anno); Quart –
Loc. Olleyes m 605-679; Saint-Denis – Loc.
Grossa Golliana m 668-745.
2008: Donnas – Loc. Ronc Gias m 320-420; Gressan
– Loc. Champlan m 967-1015; Gressan – Loc.
Tour de Villa m 634-691; Villeneuve – Loc.
Châtelet m 709-719.
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In ogni macroarea sono state individuate 5 differenti unità campione in cui sono state condotte le seguenti indagini:
Catture con uso di trappole a caduta (pit-fall
traps): per ciascuna unità campione sono state
collocate, lungo la diagonale, 3 trappole a caduta. Le trappole erano costituite da bicchieri
di plastica del diametro di 10 cm, interrati fino
all’orlo e riempiti per 1/3 di aceto bianco che
svolgeva la funzione di attrattivo per i coleotteri. Al fine di limitare l’evaporazione del liquido attrattivo e di impedire che questo
potesse essere diluito dalle piogge, ogni trappola è stata coperta con una grossa pietra tenuta
leggermente sollevata da un’altra pietra di piccole dimensioni per permettere il passaggio
degli insetti. Il rinnovo del liquido attrattivo e
il controllo delle catture sono stati effettuati
con cadenza decadale da aprile a novembre.
Catture a vista: realizzate con periodicità mensile da aprile a novembre, esplorando il terreno
e sollevando pietre e tronchi adagiati al suolo,
zappettando le scarpate umide o cercando all’interno di ceppaie marcescenti.
Alcuni individui delle specie più interessanti
sono stati preparati a secco su cartellino, mentre la restante parte del materiale è stata conservata in alcool
etilico al 60%. Con i risultati ottenuti dai vari campionamenti, è stato realizzato un catalogo topografico
dove le specie sono state elencate secondo l’ordine
della Checklist Italiana (Vigna Taglianti, 2005), mentre la nomenclatura è quella aggiornata della Fauna
Europaea (Vigna Taglianti, 2014). Per meglio caratterizzare la tipologia della cenosi carabidica sono stati
inoltre analizzati il corotipo, lo stato alare, l’ecologia
e la distribuzione in Valle d’Aosta dei taxa raccolti. In
particolare, la forma di sviluppo alare risulta essere un
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tassonomico, facilmente censibili mediante tecniche
standardizzate e ripetibili (niemelä et al., 2000), sono
ampiamente rappresentati nelle zoocenosi in quasi
tutti i tipi di ambiente (Thiele, 1977). Questa Famiglia
di coleotteri viene ormai globalmente impiegata come
indicatore di qualità degli ecosistemi, dal momento
che le carabidocenosi rispondono, direttamente e indirettamente, ai cambiamenti di gestione degli ecosistemi e alle attività antropiche (Kromp, 1989;
Brandmayr & Pizzolotto, 1994; Brandmayr et al.,
2005). L’aumento del disturbo, dovuto alle diverse
pratiche agronomiche, porta a una riduzione della
quantità delle specie e degli individui (Rushton et al.
1989, 1990; Blake et al. 1996), in modo particolare
delle specie di grandi dimensioni, specialiste e con
scarso potere dispersivo. Tuttavia, se il disturbo e le
pratiche agronomiche assumono una certa ripetività
nel corso degli anni, essi diventano fattori caratterizzanti un determinato agroecosistema, perché permettono l’instaurazione e il mantenimento di nuovi
equilibri (zandigiacomo et al., 1987). non tutti i Carabidi sembrano però disturbati dalle attività antropiche, le pratiche agricole sembrerebbero, di fatto,
favorire l’aumento delle specie più piccole e generaliste con una buona abilità di dispersione (Rushton et
al., 1989; Rainio & niemelä, 2003) e le specie che
preferiscono le condizioni aride (Blake et al., 1996).
Scopo della presente ricerca, svolta nell’ambito di un progetto per lo studio della biodiversità
animale e vegetale della Regione Valle d’Aosta, è un
inventario della biodiversità carabidica in agroecosistemi (vigneto e meleto) ed ecosistemi naturali o seminaturali, in gran parte esposti a sud e caratterizzati
da elevate escursioni termiche e dalla rapida disidratazione della vegetazione al suolo. La Valle d’Aosta
è un’area particolarmente ben indagata per quanto riguarda la carabidofauna in ambienti naturali (tali ricerche, effettuate da diversi Autori, coprono un
periodo temporale che va dal 1841 ai giorni nostri
(Allegro et al., 2011; Bisio et al., 2012; Bisio, 2013),
ma le conoscenze su settori sottoposti a coltura e ad
attività antropiche da lungo tempo risultavano ancora
lacunose.
MATERIALI E METODI
Le indagini sono state condotte nel triennio
2006-2008 all’interno di 11 macroaree, così ripartite
nel corso degli anni (Fig. 1):
2006: Aymavilles – Loc. Les Crêtes m 710; Morgex
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Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
parametro di valutazione molto significativo perché
strettamente correlato alla capacità di dispersione e di
colonizzazione di nuovi ambienti da parte delle specie.
L’ecologia permette invece di stabilire se l’ambiente
in cui sono state rinvenute le differenti specie di Carabidi è quello normalmente colonizzato dalle entità
raccolte o se queste provengano invece dalle confinanti tipologie ambientali. Per ogni specie è stata inoltre riportata una misura indicativa della lunghezza del
corpo (Pesarini & Monzini, 2010, 2011).
In attesa di approfondire, in un successivo contributo, tematiche relative all’influenza sulle cenosi
carabidiche delle variabili ambientali e gestionali
dell’agroecosistema meleto e vigneto, sono stati adottati gli indici di biodiversità Shannon-Wiener, Total
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numbers e Richness per avere una prima indicazione
della qualità degli ambienti indagati. Tali indici però
non sembrerebbero essere adeguatamente descrittivi
ai fini di una valutazione di pregio naturalistico dei
biotopi (Brandmayr & Pizzolotto, 1994). non sempre
gli ambienti più complessi e stabili (es. boschi) ospitano comunità di Carabidi più ricche di specie rispetto
ad ambienti più perturbati quali i campi coltivati. ne
deriva che per la valutazione di un biotopo dovrebbero
essere tenute in conto maggiormente le caratteristiche
ecologiche delle specie piuttosto che il semplice dato
di diversità. I boschi ospitano, infatti, entità molto più
esigenti e specializzate, pertanto più fragili e di maggior valore dal punto di vista della conservazione (Allegro, 2001).
Fig. 1. Macroaree campionate nelle differenti annate. 2006: Saint-Pierre – M.te Torrette m 850 (1); Morgex – Loc. Lavancher
m 1000 (2); Aymavilles – Loc. Les Crêtes m 710 (3). 2007: Arnad – Loc. Château Vallaise m 433-505 (4); Montjovet – Loc.
Balmet m 395-471 (5); Morgex – Loc. Lavancher m 1000 (2); Quart – Loc. Olleyes m 605-679 (6); Saint-Denis – Loc. Grossa
Golliana m 668-745 (7). 2008: Donnas – Loc. Ronc Gias m 320-420 (8); Gressan – Loc. Champlan m 967-1015 (9); Gressan
– Loc. Tour de Villa m 634-691 (10); Villeneuve – Loc. Châtelet m 709-719 (11).
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InQUADRAMEnTO GEOMORFOLOGICO, CLIMATICO E PEI depositi glaciali rappresentano una frazione assai significativa dei sedimenti rilevabili nei
suoli valdostani, in particolare lungo la valle centrale.
L’intera valle può essere divisa in due porzioni, a seconda dell’effetto che il ghiacciaio Balteo ha prodotto:
la prima interessa l’area a monte di Verrès, la seconda
quella a valle. Il tronco a monte di Verrès presenta abbondanti depositi glaciali su entrambi i versanti della
valle principale, anche se in sinistra orografica della
Dora Baltea sono molto più sviluppati che non in destra, mentre del tutto subordinati risultano gli arrotondamenti e le striature delle rocce cristalline. Per
contro, a valle di Verrès (Donnas e Arnad), gli arrotondamenti, le montonature, le levigature e le striature
sono molto sviluppate, ma mancano grossi corpi di deposito glaciale e i massi erratici sono praticamente assenti (Curtaz et al., 2012). Un altro elemento
morfologico caratteristico, di notevole rilevanza per
l’uso agricolo, è la presenza di conoidi di deiezione
DOLOGICO.
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Legenda Ecologia:
A specie steppiche o di ambienti aperti
B specie silvicole
I specie igrofile
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Legenda Stato Alare:
B brachittero
P pteripolimorfo
M macrottero
allo sbocco dei torrenti nella valle principale. Infatti,
la brusca variazione di pendenza dell’alveo fluviale
determina condizioni di deposito dei materiali in carico da parte delle acque (Curtaz et al., 2012). Queste
forme, per la granulometria e la gradazione del sedimento, sono molto fertili e fin dall’antichità sono state
meta ambita d’insediamenti umani e di superfici dedicate all’attività agricola. Su tali superfici, nella parte
centrale della Valle, prevalgono i vigneti e meleti a rittochino (Saint-Denis, Quart, Aymavilles, Saint-Pierre,
Morgex). Le lavorazioni del suolo precedenti agli impianti sono molto importanti per la futura gestione
delle colture (Pepellin, 2007) e comportano spesso un
notevole effetto sulle caratteristiche dei suoli originari,
con l’asportazione degli orizzonti superficiali, il rimescolamento degli orizzonti più profondi e l’apporto di
materiale alloctono. I suoli antropogenici così ottenuti
(Haplic Regosol Transportic, IUSS Working Group
WRB, 2006) sono generalmente caratterizzati da una
tessitura sabbiosa e da un ridotto contenuto di sostanza
organica, che in alcuni casi hanno comportato, in alcuni vigneti appena impiantati, ampie zone omogenee
con vegetazione molto stentata (Pepellin, 2007).
nel corso dei secoli, per ovviare alle situazioni
più avverse dal punto di vista morfologico, gli abitanti
hanno cercato di realizzare un’imponente opera di terrazzamento, in particolare in Bassa Valle, per aumentare
la superficie coltivabile. Inoltre, ampi territori sono stati
rimaneggiati negli ultimi anni durante opere di riordino
e miglioramento fondiario, che hanno radicalmente modificato la morfologia superficiale e, quindi, hanno
anche modificato i suoli, alterandone lo spessore degli
orizzonti e numerosi parametri chimici e fisici. Per tale
motivo, questi ambienti supportano raramente suoli naturali (Stanchi et al., 2012). I suoli delle superfici terrazzate (Donnas, Arnad, Montjovet) sono caratterizzati
generalmente da una ridotta pietrosità e contenuti di sostanza organica elevati negli orizzonti più superficiali,
e secondo il sistema tassonomico WRB (IUSS Working
Group WRB, 2006), essi sono generalmente classificati
come Technic Cambisol, Escalic (Freppaz et al., 2008a,
2008b, 2008c) (Fig. 2).
I quantitativi di precipitazione, unitamente alla
loro distribuzione stagionale, sono molto importanti
per lo sviluppo dei processi pedogenetici. In ambiente
montano la presenza dei rilievi influenza notevolmente il regime pluviometrico e le valli molto interne
alle catene montuose risultano assai più xeriche rispetto alle regioni circostanti e individuano delle isole
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LEGEnDA DELLE ABBREVIAzIOnI ADOTTATE nEL TESTO
Legenda Corotipo:
OLARTICI
OLA
olartico
PAL
paleartico
MED mediterraneo
CEM centro-europeo-mediterraneo
TUE
turanico-europeo
TEM turanico-europeo-mediterraneo
EUM europeo-mediterraneo
SIE
sibirico-europeo
CAE
centroasiatico-europeo
ASE
asiatico-europeo
COSM cosmopolita
EUROPEI
EUR
europeo
CEU
centro-europeo
SEU
sud-europeo
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
di xericità intralpina (Mercalli, 2003). É questo il caso
della Valle d’Aosta, caratterizzata da precipitazioni
medie annue intorno ai 500 mm nel tratto di valle centrale compreso fra Montjovet e Villeneuve. Da queste
zone di minimo le precipitazioni aumentano spostandosi dal centro verso i confini regionali, con valori intorno agli 800 mm ad Arnad e 900 mm a Morgex. In
genere, i massimi di precipitazione in Valle d’Aosta
sono rilevati in autunno e primavera (distribuzione
“equinoziale”, con un minimo invernale e uno estivo).
A mano a mano che si prosegue da est a ovest, il minimo invernale si fa meno importante, mentre si approfondisce il minimo estivo. Alcune località della
valle centrale a ovest di Aosta (Aymavilles, Villeneuve) hanno una piovosità media di soli 30 mm circa
nel mese di luglio. Salendo di quota, le precipitazioni
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tendono ad aumentare in tutte le località mentre le
temperature diminuiscono, passando da una temperatura media annua di 12°C a quote intorno ai 400-500
m slm (Donnas, Arnad, Montjovet) a una temperatura
media annua di 8°C intorno ai 1000 m di quota (Morgex, Gressan, Loc. Champlan). La disposizione circa
Est-Ovest dell’asse della valle principale stessa acuisce la disomogeneità climatica di questa regione, ove
il versante sud è caratterizzato da una maggiore aridità
rispetto al versante nord, a causa del differente grado
d’insolazione, fattore di cui risente, in modo particolare, l’innevamento nei mesi invernali (Curtaz et al.,
2012). L’aridità del clima, evidenziata precedentemente, è accentuata dalla notevole ventosità che caratterizza il territorio valdostano per quasi tutto l’anno.
I venti dominanti sono lungo la direttrice Ovest-Est,
Fig. 2. Profilo di suolo su terrazzo in Località Ville (Arnad) [EU project Alpter (www.alpter.net)].
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associati al movimento delle masse d’aria di origine
atlantica che tendono ad influenzare l’intera Europa
occidentale, ma i pomeriggi estivi sono normalmente
interessati da energiche brezze di valle (attive soprattutto tra le 11 e le 18), talmente intense da aver modificato il portamento degli alberi lungo gran parte della
valle della Dora Baltea. Brezze con direzione inversa
(brezze di monte) sono attive la notte e al primo mattino, ma raggiungono normalmente intensità inferiori.
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CATALOGO TOPOGRAFICO
1. Cicindela (Cicindela) campestris campestris
Linnaeus, 1758
[Dimensioni: 12-15 mm. Corotipo: PAL. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Aosta (Pavesi, 1904: Alzona in litt.); Ayas (Magistretti, 1965); Ayas – Loc. Antagnod: Alpe Mezan
m 2000 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Estoul m
1800 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz m
1400 (Bisio, 2006); Champoluc (Magistretti,
1965); Champorcher (Magistretti, 1965); Charvensod (Iehl, 1909); Cogne (Magistretti, 1965);
Courmayeur (Magistretti, 1965); Emarèse (Henry,
1915); Gran Paradiso (Magistretti, 1965); Ollomont (Pavesi, 1904); Ollomont – Combe du Berrio
(Henry, 1938); Ollomont – Les Crêtes (Henry,
1938); Ollomont – Loc. By (Henry, 1938); Piccolo
San Bernardo (Magistretti, 1965); Praz m 1800
(Bisio, 2013); Saint-Barthélemy – Lignan m 16001700 (Bisio, 2013); Saint-Rhémy-en-Bosses (Cerutti, 1932); Val Chalamy (Allegro &
Chiarabaglio, 2008); Val di Rhêmes (Magistretti,
1965); Val Ferret – Loc. Meyen m 1550 (Allegro
et al., 2011); Valpelline (Pavesi, 1904); Valpelline
– Chemin d’Ollomont (Henry, 1915; 1916); Valtournenche (Allegro, 2000); Valtournenche – Cheneil (Henry, 1938).
AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; DOnnAS –
Loc. Ronc Gias m 320-420; GRESSAn – Loc. Tour
de Villa m 634-691.
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RISULTATI
Durante i tre anni di raccolta, con l’utilizzo
delle trappole a caduta e delle catture a vista mensili,
sono stati campionati più di 21.000 esemplari e identificate 88 specie di Coleotteri Carabidi (Tab. 1).
nella Fig. 3 viene riportata la ripartizione per
Sottofamiglia (sensu Vigna Taglianti, 2014) delle specie di coleotteri Carabidi censite.
All’interno del catalogo topografico, per ogni
specie censita nel corso del triennio, sono riportate
tutte le segnalazioni già note per la Valle d’Aosta e, a
seguire, quelle relative alle aree da noi indagate. A
queste ultime sono state anche aggiunte alcune segnalazioni inedite ottenute da una precedente indagine
sull’araneofauna della zona umida della riserva naturale di “Les Iles” (Rossi & Arnò, 1995) e altre informazioni, non ancora segnalate, relative a un’indagine
faunistica su predatori in meleti della Valle d’Aosta
(Bertignono et al., 2005). Vengono indicate con un
asterisco le specie nuove per la Valle d’Aosta e quelle
riportate genericamente per le Alpi Graie e/o per le
Alpi Pennine, senza specificazione di località precise,
in Casale & Vigna Taglianti (1993).
Fig. 3. Ripartizione per Sottofamiglia (sensu Vigna Taglianti, 2014) delle specie di coleotteri Carabidi censite nelle
annate 2006-2008.
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Calosoma (Calosoma) sycophanta (Linnaeus, 1758)
[Dimensioni: 22-35 mm. Corotipo: PAL (OLA).
Stato Alare: M. Ecologia: B.]
Colle del Gran San Bernardo (Casale et al.,
2007); ibidem a m 2400 (Casale et al., 1982);
Valtournenche (Magistretti, 1965).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505;
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; QUART
– Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-DEnIS – Loc.
Grossa Golliana m 668-745.
Carabus (Carabus) granulatus interstitialis
Duftschmid, 1812
[Dimensioni: 17-25 mm. Corotipo: ASE (OLA).
Stato Alare: P. Ecologia: I.]
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Prato con rade
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Tipologie ambientali
Altri fruttiferi Prato polifita Prato con
confinanti
confinante
arbusti
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Bosco di
latifoglie
confinante
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Cicindela (Cicindela) campestris campestris Linnaeus, 1758
Calosoma (Calosoma) sycophanta (Linnaeus, 1758)
Carabus (Carabus) granulatus interstitialis Duftschmid, 1812
Carabus (Archicarabus) nemoralis nemoralis O.F. Muller, 1764
Carabus (Mesocarabus) problematicus problematicus Herbst, 1786
Carabus (Tomocarabus) convexus convexus Fabricius, 1775
Carabus (Chaetocarabus) intricatus Linnaeus, 1761
Cychrus italicus Bonelli, 1810
Leistus (Pogonophorus) spinibarbis spinibarbis (Fabricius, 1775)
Nebria (Nebria) brevicollis (Fabricius, 1792)
Notiophilus palustris (Duftschmid, 1812)
Notiophilus rufipes Curtis, 1829
Asaphidion flavipes (Linnaeus, 1761)
Metallina (Metallina) lampros (Herbst, 1784)
Metallina (Metallina) properans (Stephens, 1828)
Bembidion quadrimaculatum quadrimaculatum (Linnaeus, 1761)
Poecilus (Poecilus) versicolor (Sturm, 1824)
Poecilus (Macropoecilus) lepidus gressorius (Dejean, 1828)
Pterostichus (Phonias) strenuus (Panzer, 1797)
Pterostichus (Bothriopterus) oblongopunctatus (Fabricius, 1787)
Pterostichus (Platysma) niger niger (Schaller, 1783)
Pterostichus (Morphnosoma) melanarius (Illiger, 1798)
Pterostichus (Pseudomaseus) rhaeticus Heer, 1837
Abax (Abax) continuus Baudi di Selve, 1876
Amara (Amara) aenea (De Geer, 1774)
Amara (Amara) convexior Stephens, 1828
Amara (Amara) curta Dejean, 1828
Amara (Amara) eurynota (Panzer, 1797)
Amara (Amara) familiaris (Duftschmid, 1812)
Amara (Amara) ovata (Fabricius, 1792)
Amara (Celia) bifrons (Gyllenhal, 1810)
Amara (Xenocelia) bischoffi Jedlicka, 1946
Specie
Tab. 1. Elenco delle specie di coleotteri Carabidi censite nelle annate 2006-2008 e tipologie ambientali di raccolta (MEL = meleto; VIG = vigneto).
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
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Amara (Xenocelia) ingenua (Duftschmid, 1812)
Amara (Xenocelia) municipalis (Duftschmid, 1812)
Amara (Percosia) equestris equestris (Duftschmid, 1812)
Amara (Bradytus) apricaria (Paykull, 1790)
Amara (Bradytus) consularis (Duftschmid, 1812)
Amara (Curtonotus) aulica (Panzer, 1797)
Panagaeus (Panagaeus) cruxmajor (Linnaeus, 1758)
Chlaeniellus nitidulus (Schrank, 1781)
Licinus (Licinus) cassideus (Fabricius, 1792)
Licinus (Licinus) depressus (Paykull, 1790)
Badister (Badister) bullatus (Schrank, 1798)
Anisodactylus (Anisodactylus) binotatus (Fabricius, 1787)
Diachromus germanus (Linnaeus, 1758)
Ophonus (Ophonus) ardosiacus (Lutshnlk, 1922)
Ophonus (Hesperophonus) cribricollis (Dejean, 1829)
Ophonus (Metophonus) puncticeps Stephens, 1828
Ophonus (Metophonus) rufibarbis (Fabricius, 1792)
Ophonus (Metophonus) schaubergerianus (Puel, 1937)
Cryptphonus tenebrosus (Dejean, 1829)
Semiophonus signaticornis (Duftschmid, 1812)
Pseudoophonus (Pseudoophonus) griseus (Panzer, 1796)
Pseudoophonus (Pseudoophonus) rufipes (De Geer, 1774)
Pseudoophonus (Platus) calceatus (Duftschmid, 1812)
Harpalus (Harpalus) anxius (Duftschmid,1812)
Harpalus (Harpalus) atratus Latreille, 1804
Harpalus (Harpalus) dimidiatus (P. Rossi, 1790)
Harpalus (Harpalus) distinguendus distinguendus (Duftschmid, 1812)
Harpalus (Harpalus) flavicornis flavicornis Dejean, 1829
Harpalus (Harpalus) froelichii Sturm, 1818
Harpalus (Harpalus) fuscipalpis Sturm, 1818
Harpalus (Harpalus) honestus (Duftschmid,1812)
Harpalus (Harpalus) luteicornis (Duftschmid, 1812)
Specie
Tab. 1. Continua dalla pagina precedente.
BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
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Tipologie ambientali
Altri fruttiferi Prato polifita Prato con
confinanti
confinante
arbusti
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Bosco di
latifoglie
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Harpalus (Harpalus) modestus Dejean, 1829
Harpalus (Harpalus) pumilus Sturm, 1818
Harpalus (Harpalus) rubripes (Duftschmid, 1812)
Harpalus (Harpalus) rufipalpis rufipalpis Sturm, 1818
Harpalus (Harpalus) serripes (Quensel in Schönherr, 1806)
Harpalus (Harpalus) smaragdinus (Duftschmid, 1812)
Harpalus (Harpalus) sulphuripes sulphuripes Germar, 1824
Harpalus (Harpalus) tardus (Panzer, 1797)
Harpalus (Harpalus) zabroides Dejean, 1829
Dolichus halensis (Schaller, 1783)
Synuchus vivalis vivalis (Illiger, 1798)
Calathus (Calathus) fuscipes graecus Dejean, 1831
Calathus (Neocalathus) cinctus Motschulsky, 1850
Calathus (Neocalathus) erratus erratus (C.R. Sahlberg, 1827)
Calathus (Neocalathus) melanocephalus (Linnaeus, 1758)
Limodromus assimilis (Paykull, 1790)
Cymindis (Cymindis) scapularis scapularis Schaum, 1857
Cymindis (Menas) miliaris (Fabricius, 1801)
Apristus europaeus Mateu, 1980
Microlestes fissuralis (Reitter, 1901)
Microlestes minutulus (Goeze, 1777)
Microlestes negrita (Wollaston, 1854)
Philorhizus melanocephalus (Dejean, 1825)
Lamprias cyanocephalus (Linnaeus, 1758)
Specie
Tab. 1. Continua dalla pagina precedente.
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Prato con rade
piante arboree
confinante
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Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
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BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
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son (Henry, 1938); Valsavarenche (Allegro & Viterbi, 2009); Valtournenche (Carret, 1904; 1905;
Casale et al., 2007); Val Veny (Casale et al., 1982).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505;
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; QUART –
Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-MARCEL m 620.
nOTE: specie a distribuzione centro e nord europea, marginale alla fauna italiana, con le stazioni
più meridionali del suo areale presenti nella Valle
d’Aosta e nella Valle dell’Adige. C. nemoralis
caratterizza le cenosi silvicole della fascia montana lungo le valli tributarie della Dora Baltea,
sostituendo in tale orizzonte C. monticola, comune in Piemonte ma dubbio per la Valle d’Aosta. Lungo le linee di contatto, gli areali delle due
specie si compenetrano e si sovrappongono
anche profondamente, senza che sia mai stata appurata la convivenza delle due entità e identificata la responsabilità di fattori ecologici
apparenti: solo in Italia infatti C. nemoralis è essenzialmente montano. Probabilmente le due
specie si escludono e vicenda per competizione
a livello ecologico (Casale et al., 1982).
al
Carabus (Archicarabus) nemoralis nemoralis
O.F. Muller, 1764
[Dimensioni: 19-28 mm. Corotipo: EUR (OLA).
Stato Alare: B. Ecologia: B.]
Aosta (Iehl, 1909; Casale et al., 1982); Ayas –
Saint-Jacques: Crest (Casale et al., 1982); Blavy
– Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson –
Graines m 1500 (Bisio, 2006); Brusson – Graines:
Vallone di Frudière m 1600 (Bisio, 2006); Brusson
– Loc. Estoul m 1800 (Bisio, 2006); Brusson –
Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); ChallandSaint-Victor m 1000 (Bisio, 2006); Champoluc
(Magistretti, 1965); ibidem m 1500 (Bisio, 2006);
Champorcher m 1400 (Casale et al., 1982); Chardonney m 1420-1500 (Casale et al., 2007); Cogne
(Casale et al., 1982: Sturani leg.; Allegro, 2000);
ibidem m 1500 (Casale et al., 2007); Colle di Bettaforca (Magistretti, 1965; Casale et al., 1982);
Courmayeur (Casale et al., 2007); Gressan – Loc.
Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005);
Gressoney-La-Trinité m 1600 (Bisio et al., 2012);
Gressoney-Saint-Jean m 1500-1900 (negro et al.,
2009); ibidem m 1400 (Bisio et al., 2012); Issime
m 950 (Bisio et al., 2012); Monte la Grivola m
1400 (Casale et al., 2007); monti della Valle del
Gran San Bernardo m 1200-2000 (Casale et al.,
1982); nus (Born, 1899; Casale et al., 1982); Ollomont (Henry, 1915; 1938; Casale et al., 1982);
Ollomont – Doues (Henry, 1915; 1938; Casale et
al., 1982); Ollomont – Les Crêtes (Henry, 1938);
Ollomont – Rey (Henry, 1915); Ozein m 1350
(Casale et al., 2007); Perloz m 660 (Bisio et al.,
2012); Pontboset (Casale et al., 1982; Casale et
al., 2007); Praz m 1700-1800 (Bisio, 2013); SaintBarthélemy – Lignan m 1633 (Bisio, 2013); SaintMarcel (Henry, 1915; 1938; Casale et al., 1982);
Saint-Rhémy-en-Bosses m 1200-2000 (Casale et
al., 2007); Saint-Vincent – Col de Joux (Casale et
al., 1982); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio,
2008); Val d’Ayas (Casale et al., 1982); Valpelline
(Born, 1899; Casale et al., 1982); Valpelline –
Thoules (Casale et al., 2007); Valpelline – Arpis-
ci
4.
Gressoney (Henry, 1915); Monte Rosa (Magistretti,
1965); Pont-Saint-Martin (Henry, 1915); ibidem a
m 340 (Bisio et al., 2012); Verrès – Confluenza
Dora Baltea-Evançon m 450 (Bisio, 2006).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; QUART
– Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-MARCEL m 620.
6.
Carabus (Mesocarabus) problematicus problematicus Herbst, 1786
[Dimensioni: 18-32 mm. Corotipo: EUR. Stato
Alare: B. Ecologia: A-B.
Cogne – Alpe Taverona: Vallone Urtier m 2400
(Casale et al., 2007); Courmayeur (Magistretti,
1965); Courmayeur – Col Sapin m 2436 (Casale
et al., 2007); La Thuile (Magistretti, 1965); Piccolo San Bernardo (Magistretti, 1965); ibidem a
m 2100-2550 (Casale et al., 2007); Val Chalamy
(Allegro & Chiarabaglio, 2008); Val Ferret – Entrèves: dint. Plan-Pincieux m 2300 (Casale et al.,
2007); Val Veny – Alpage de La Lex Blanche m
2200 (Allegro et al., 2011).
MORGEx – Loc. Lavancher m 1000.
Carabus (Tomocarabus) convexus convexus Fabricius, 1775
[Dimensioni: 15-22 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: B. Ecologia: B.]
Courmayeur (Breuning, 1932-1936; Magistretti,
1965); Courmayeur – Villair (Casale et al.,
2007); Gressan – Loc. Champlan m 967-1015
(Bertignono et al., 2005); Perloz – Colle di Fine-
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
Cychrus italicus Bonelli, 1810
[Dimensioni: 18-28 mm. Corotipo: SEU (ALAP).
Stato Alare: B. Ecologia: B.]
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8.
Leistus (Pogonophorus) spinibarbis spinibarbis
(Fabricius, 1775)
[Dimensioni: 9-12 mm. Corotipo: EUR. Stato
Alare: M. Ecologia: B.]
Bionaz – Loc. Prémont m 1800 (Henry, 1915);
Ollomont (Henry, 1915).
MORGEx – Loc. Lavancher m 1000.
e
9.
Gaby – Vallone del Colle della Vecchia m 1500
(Bisio et al., 2012); Gressan – Loc. Champlan m
967-1015 (Bertignono et al., 2005); GressoneyLa-Trinité – Corno Bianco (K. Daniel, 1908;
Porta, 1923; Magistretti, 1965); Mont Avic (Casale
et al., 2007); Monte Rosa (Porta, 1923; Magistretti, 1965); Pont-Saint-Martin – Ivery: Riserva
dello Stagno di Holay m 767 (Bisio et al., 2012:
Della Beffa leg.); Pont-Saint-Martin – Susey m
850 (Bisio et al., 2012); Pont-Saint-Martin – Vallone di Rechantez m 900 (Bisio et al., 2012); Val
Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505;
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015.
al
Carabus (Chaetocarabus) intricatus Linnaeus, 176
[Dimensioni: 24-38 mm. Corotipo: EUR. Stato
Alare: B. Ecologia: B.]
Ayas – Loc. Fiery (Magistretti 1965); Blavy –
Petit Fenis m 950 (Bisio, 2013); Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Challand-Saint-Anselme – Vallone di Chasten m 1100 (Bisio, 2006);
Courmayeur (Magistretti 1965); Gressan – Loc.
Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005);
Morgex (Magistretti 1965; Casale et al., 2007;
Allegro et al. 2011: boschi sopra Morgex m
1000); Perloz m 660 (Bisio et al., 2012); Pontboset (Casale et al., 2007); Val Chalamy (Allegro
& Chiarabaglio, 2008); Verrayes (Henry, 1915);
Verrès m 550 (Bisio, 2006).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; CHâTILLOn – Loc. Boesse m 1300; GRESSAn – Loc.
Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de
Villa m 634-691; MOnTJOVET – Loc. Balmet m
395-471; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000;
QUART – Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-DEnIS
– Loc. Grossa Golliana m 668-745.
nOTE: C. intricatus è una specie in rarefazione in
ampie porzioni del suo areale a causa della “pulizia del bosco” (forest cleaning) (Turin et al.,
2003). In Valle d’Aosta noi lo abbiamo rinvenuto
in quasi tutte le località campionate e in queste ha
mostrato una grande capacità di adattamento, riuscendo anche a vivere nelle piccole fasce di bosco
molto rarefatto, presenti al limitare dei campi coltivati, nonché all’interno dei meleti e nei vigneti
in particolare, in questi ultimi, quando allevati a
pergola. Il passaggio dal bosco agli agroecosistemi
è un aspetto molto confortante per la sopravvivenza della specie. La popolazione di Morgex –
Loc. Lavancher, insediata a circa 1000 m di quota,
presenta spesso individui, soprattutto maschi, di
dimensioni notevolmente ridotte che raggiungono
appena i 20 mm di lunghezza.
10. Nebria (Nebria) brevicollis (Fabricius, 1792)
[Dimensioni: 9-14 mm. Corotipo: TUE. Stato
Alare: M. Ecologia: I.]
Gressoney (Henry, 1915); Pont-Saint-Martin
(Henry, 1915); Verrès m 450 (Bisio, 2006).
DOnnAS – Loc. Ronc Gias m 320-420; QUART –
Loc. Olleyes m 605-679.
ci
7.
stra m 1500 (Bisio et al., 2012); Val Chalamy
(Allegro & Chiarabaglio, 2008); Valtournenche
(Allegro, 2000; Casale et al., 2007).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505;
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015.
11. Notiophilus palustris (Duftschmid, 1812)
[Dimensioni: 4-6 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: I.]
Brusson – Laghi d’Estoul m 2400 (Bisio, 2006);
Gressoney (Magistretti, 1965); Gressoney-La-Trinité m 1600 (Bisio et al., 2012); Gressoney-SaintJean m 1500-1900 (negro et al., 2009); Issime m
950 (Bisio et al., 2012); Montjovet – Loc. Saint-Germain (Henry, 1915); Pont-Saint-Martin – Vallone di
Rechantez m 900 (Bisio et al., 2012); Saint-Barthélemy – Issologne m 1550, 1 es. 14.V.2012 (Bisio,
2013); Saint-Christophe (Henry, 1916); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015.
12. Notiophilus rufipes Curtis, 1829
[Dimensioni: 5,5-6,5 mm. Corotipo: EUR. Stato
Alare: M. Ecologia: B.]
13
BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
Brissogne m 535 (Ravizza, 1970).
CHâTILLOn – Loc. Boesse m 1300; GRESSAn –
Loc. Tour de Villa m 634-691; VILLEnEUVE –
Loc. Châtelet m 709-719.
Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505;
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015.
13. Asaphidion flavipes (Linnaeus, 1761)
[Dimensioni: 4-5 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: I.]
Brusson (Magistretti, 1965); Courmayeur (Magistretti, 1965); nus – Dora Baltea m 529 (Bisio,
2013); Verrès – Confluenza Dora Baltea-Evançon m 450 (Bisio, 2006).
GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691.
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17. Poecilus (Poecilus) versicolor (Sturm, 1824)
[Dimensioni: 9-11 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Breuil/Cervinia (Magistretti, 1965); Brusson (Schatzmayr, 1930; Magistretti, 1965); Brusson – Loc.
Estoul m 1800 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Challand-SaintAnselme – Loc. Arcesaz m 1100 (Bisio, 2006);
Challand-Saint-Victor – Isollaz m 700 (Bisio,
2006); Cogne (Magistretti, 1968); Courmayeur
(Schatzmayr, 1930; Magistretti, 1965); Gaby (Magistretti, 1968); Gran Paradiso (Schatzmayr, 1930;
Magistretti, 1965); Gressan – Loc. Champlan m
967-1015 (Bertignono et al., 2005); Gressoney
(Henry, 1915; Magistretti, 1965); GressoneySaint-Jean m 1500-1900 (negro et al., 2009); ibidem a m 1400 (Bisio et al., 2012); Issime
(Magistretti, 1965); ibidem a m 950 (Bisio et al.,
2012); La Salle (Pavesi, 1904); La Thuile (Magistretti, 1965); Ollomont (Henry, 1915); Ollomont
– Rey (Henry, 1915); Pont-Saint-Martin (Henry,
1915); Praz m 1700-1800 (Bisio, 2013); Pré-SaintDidier (Magistretti, 1965); Val Chalamy (Allegro
& Chiarabaglio, 2008); Val di Cogne (Allegro &
Viterbi, 2009); Vallone della Bettaforca m 2240
(Bisio et al., 2012); Valpelline – Arpisson (Henry,
1938); Valsavarenche m 1500 (Magistretti, 1965;
Allegro & Viterbi, 2009); Val Ferret – Loc. Meyen
m 1550 (Allegro et al., 2011); Val Ferret – Loc.
Pre de Bard m 2000 (Allegro et al., 2011); Val Ferret – Pont Pailler m 1550 (Allegro et al., 2011).
N
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-c
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m
er
ci
14. Metallina (Metallina) lampros (Herbst, 1784)
[Dimensioni: 3-4 mm. Corotipo: PAL (OLA).
Stato Alare: P. Ecologia: A (I).]
Aosta (Magistretti, 1965); Aosta – Loc. Signayes:
Moncenis m 1000 (Bertignono et al., 2005); Bionaz – Comba Braoulé m 2300 (Henry, 1915); Breuil/Cervinia (Magistretti, 1965); Brusson – Loc.
Estoul m 1800 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Courmayeur (Magistretti, 1965); Courmayeur – Planpincieux m
1700 (Allegro et al., 2011); Gressoney (Magistretti, 1965); Gressoney-La-Trinité – Col d’Olen
(Magistretti, 1965); Gressoney-Saint-Jean m
1500-1900 (negro et al., 2009); La Thuile (Magistretti, 1965); La Thuile – Vallone di Chavanne
m 2000 (Ravizza, 1972); nus – Saint-Barthélemy
(Ravizza, 1972); Ollomont – Doues: Champillon
(Henry, 1935); Pont-Saint-Martin m 340 (Bisio et
al., 2012); Praz m 1700-1800 (Bisio, 2013);
Saint-Barthélemy – Lignan m 1600-1700 (Bisio,
2013); Saint-Barthélemy, Torrente m 1350 (Ravizza, 1972); Saint-Rhémy-en-Bosses m 1700
(Ravizza, 1972); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Val d’Ayas – Chardoney (Magistretti, 1965); Val di Cogne (Allegro & Viterbi,
2009); Val Ferret – Loc. Meyen m 1550 (Allegro
et al., 2011); Valpelline (Henry, 1935; 1938); Valsavarenche (Allegro & Viterbi, 2009); Valsavarenche – tra Degioz e Eau Rousse (Dodero, 1928).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
16. Bembidion quadrimaculatum quadrimaculatum (Linnaeus, 1761)
[Dimensioni: 2,5-3,5 mm. Corotipo: OLA. Stato
Alare: M. Ecologia: I.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Champoluc m 1550 (Bisio, 2006); Gressoney-SaintJean m 1500-1900 (negro et al., 2009); nus –
Dora Baltea m 529 (Bisio, 2013); Verrès: Confluenza Dora Baltea-Evançon m 450 (Bisio,
2006).
GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691.
15. Metallina (Metallina) properans (Stephens,
1828)
[Dimensioni: 3-4,5 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: P. Ecologia: I.]
14
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
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al
20. Pterostichus (Bothriopterus) oblongopunctatus
(Fabricius, 1787)
[Dimensioni: 9-12 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: B.]
Brusson (Schatzmayr, 1930); ibidem m 12001300 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz
m 1400 (Bisio, 2006); Challand-Saint-Anselme
– Loc. Arcesaz m 1100 (Bisio, 2006); Champoluc
m 1550 (Bisio, 2006); Chardonney m 1500 (Casale et al., 2007); Cogne (Magistretti, 1965);
Cogne – Loc. Moline m 1800 (Focarile, 1974);
Courmayeur (Magistretti, 1965); Gaby (Casale et
al., 2007); Gressoney (Magistretti, 1965); Gressoney-Saint-Jean m 1500-1900 (negro et al.,
2009); ibidem a m 1400 (Bisio et al., 2012); Issime m 950 (Bisio et al., 2012); Morgex – Loc.
Combe de Planaval m 1700-1800 (Focarile,
1974); nus m 529 (Bisio, 2013); Ozein – Loc.
Daillet m 1500 (Focarile, 1974); Saint-Marcel –
Loc. Bren m 1900 (Migliore et al., 2011); SaintMarcel – Loc. Druges m 1600 (Focarile, 1974);
ibidem m 1700 (Migliore et al., 2011); SaintMarcel – Loc. Laycher m 1500 (Migliore et al.,
2011); Saint-Oyen (Cerutti, 1932); Val di Cogne
(Allegro & Viterbi, 2009); Valpelline (Henry,
1915; Schatzmayr, 1930); Valsavarenche
(Schatzmayr, 1930; Allegro & Viterbi, 2009);
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18. Poecilus (Macropoecilus) lepidus gressorius
(Dejean, 1828)
[Dimensioni: 10-14 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: B. Ecologia: A.]
Aosta (Magistretti, 1965); Bionaz (Henry, 1935);
Breuil/Cervinia (Magistretti, 1965); Brusson m
1300 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Estoul m
1800 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz
m 1400 (Bisio, 2006); Challand-Saint-Anselme
m 1000 (Bisio, 2006); Champoluc m 1500-1700
(Bisio, 2006); Cogne (Magistretti, 1965); Courmayeur (Magistretti, 1965); Gressan – Loc.
Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005);
Gressoney (Magistretti, 1965); Gressoney-LaTrinité m 1650 (Bisio et al., 2012); GressoneySaint-Jean m 1500-1900 (negro et al., 2009);
ibidem m 1400 (Bisio et al., 2012); La Thuile
(Magistretti, 1965); Morgex (Magistretti, 1965);
Ollomont (Henry, 1915); Ollomont – Les Crêtes
(Henry, 1938); Ollomont – Loc. By (Henry,
1935); Ollomont – Rey (Henry, 1915); PontSaint-Martin m 340 (Bisio et al., 2012); PréSaint-Didier (Magistretti, 1965); Saint-Rhémyen-Bosses (Cerutti, 1932); Val Chalamy (Allegro
& Chiarabaglio, 2008); Val di Cogne (Allegro &
Viterbi, 2009); Val di Gressoney – Colle Ranzola
(Magistretti, 1968); Val Ferret – Arnouva m 1850
(Allegro et al., 2011); Val Ferret – Loc. Meyen
m 1550 (Allegro et al., 2011); Val Ferret – Torrent du Miage m 1650 (Allegro et al., 2011); Vallone di Dondena (Allegro & Chiarabaglio, 2008);
Valnontey (Allegro, 2000); Valpelline – Côte de
Souhairoux (Henry, 1915); Valtournenche –
Combe de Cheneil (Henry, 1938); Verrès (Bisio,
2006).
AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; GRESSAn
– Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc.
Tour de Villa m 634-691; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000.
(Schatzmayr, 1930; Magistretti, 1965); ibidem m
1200-1300 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Challand-Saint-Anselme – Loc. Arcesaz m 1100 (Bisio, 2006);
Champoluc m 1550-1700 (Bisio, 2006); Gressoney (Magistretti, 1965); Gressoney-La-Trinité m
1650 (Bisio et al., 2012); Gressoney-Saint-Jean
m 1500-1900 (negro et al., 2009); ibidem a m
1400 (Bisio et al., 2012); Issime m 950 (Bisio et
al., 2012); Issime – San Grato m 1500-1600
(Bisio et al., 2012); La Thuile (Magistretti, 1965);
Praz m 1700-1800 (Bisio, 2013); Saint-Barthélemy – Lignan m 1600-1700 (Bisio, 2013); Val
Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Val di
Cogne (Allegro & Viterbi, 2009); Val Ferret –
Loc. Greuvettaz m 1750 (Allegro et al., 2011);
Valsavarenche (Magistretti, 1965; Allegro & Viterbi, 2009); Valsavarenche – Loc. Degioz (Dodero, 1928); ibidem m 1541 (Schatzmayr, 1930);
Valtournenche (Magistretti, 1965).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015.
on
ly
CHâTILLOn – Loc. Boesse m 1300; GRESSAn –
Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc.
Tour de Villa m 634-691; SAInT-MARCEL m 620;
VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
19. Pterostichus (Phonias) strenuus (Panzer, 1797)
[Dimensioni: 5-6,5 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: P. Ecologia: I.]
Breuil/Cervinia (Magistretti, 1965); Brusson
15
BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
2013); Pré-Saint-Didier (Magistretti, 1965; Casale et al., 2007); Saint-Barthélemy – Lignan m
1633 (Bisio, 2013); Saint-Barthélemy – Lignan:
Alpage Fontaney m 2000 (Bisio, 2013); SaintOyen (Cerutti, 1932); Saint-Rhémy-en-Bosses –
Loc. Praz d’Arc (Cerutti, 1932); Val di Ayas (Magistretti, 1965); Val di Cogne (Allegro & Viterbi,
2009); Val Ferret – Pont Pailler m 1550 (Allegro
et al., 2011); Valpelline (Born, 1899; Henry,
1915; 1935; Schatzmayr, 1930; Magistretti,
1965); Valpelline – Arpisson (Henry, 1938); Valpelline – Pravillair (Henry, 1915); Valtournenche
(Magistretti, 1965; Allegro, 2000); Val Veny
(Magistretti, 1965); Val Veny – Ghiacciaio Miage
m 1570 (Casale et al., 2007); Val Veny – M.te
Frety (Schatzmayr, 1930; Casale et al., 2007).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; QUART –
Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-MARCEL m 620.
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23. Pterostichus (Pseudomaseus) rhaeticus Heer,
1837
[Dimensioni: 9-12 mm. Corotipo: EUR. Stato
Alare: P. Ecologia: I.]
Issime – San Grato m 1500-1600 (Bisio et al.,
2012); nus m 529 (Bisio, 2013); Perloz m 660
(Bisio et al., 2012); Pont-Saint-Martin – Ivery:
Riserva dello Stagno di Holay m 767 (Bisio et
al., 2012); Val Ferret – Ferrachet m 1750 (Allegro et al., 2011).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505;
om
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er
ci
21. Pterostichus (Platysma) niger niger (Schaller,
1783)
[Dimensioni: 16-22 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: I.]
Brusson m 1300 (Bisio, 2006); Brusson – Graines m 1300 (Bisio, 2006); Brusson - Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Challand-SaintAnselme – Loc. Arcesaz m 1100 (Bisio, 2006);
Challand-Saint-Anselme – Loc. Tollegnaz m
1000 (Bisio, 2006); Cogne (Magistretti, 1968);
Gran Paradiso (Schatzmayr, 1930; Magistretti,
1965); Gran San Bernardo (Magistretti, 1968);
Gressan – Loc. Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005); Issime m 950 (Bisio et al.,
2012); nus m 529 (Bisio, 2013); Ollomont
(Henry, 1915); Pont-Saint-Martin m 340 (Bisio
et al., 2012); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Verrès m 450 (Bisio, 2006).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; MOnTJOVET
– Loc. Balmet m 395-471; QUART – Loc. Olleyes
m 605-679; SAInT-MARCEL m 620; VILLEnEUVE
– Loc. Châtelet m 709-719.
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ly
Valtournenche (Henry, 1938; Magistretti, 1965);
Val Veny – Chalets du Miage m 1570 (Allegro et
al., 2011).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; SAInTMARCEL m 620.
N
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-c
22. Pterostichus (Morphnosoma) melanarius (Illiger, 1798)
[Dimensioni: 13-18 mm. Corotipo: OLA. Stato
Alare: P. Ecologia: I.]
Aosta (Magistretti, 1965); Brusson (Schatzmayr,
1930; Magistretti, 1965); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Champlaisant m
1900 (Bisio, 2013); Champoluc (Magistretti,
1965); Cogne (Magistretti, 1968; Allegro, 2000);
Courmayeur (Schatzmayr, 1930; Magistretti,
1965); Emarèse (Henry, 1915); Gran San Bernardo (Born, 1899; Magistretti, 1968); La Thuile
(Magistretti, 1965); La Thuile – Val Charannes
m 1800-2000 (Casale et al., 2007); nus (Born,
1899); Ollomont – Doues (Henry, 1915); Ollomont – Doues: Champillon (Henry, 1935); Ollomont – Les Crêtes (Henry, 1938); Ollomont –
Loc. By m 2000 (Henry, 1915; 1935); Pontboset
– Crest (Henry, 1938); Praz m 1700-1800 (Bisio,
16
24. Abax (Abax) continuus Ganglbauer, 1891
[Dimensioni: 16-18 mm. Corotipo: SEU (ALPS).
Stato Alare: B. Ecologia: B.]
Brusson – Loc. Graines m 1300 (Bisio, 2006);
Challand-Saint-Anselme m 1000 (Bisio, 2006);
Challand-Saint-Anselme – Vallone di Chasten m
1300 (Bisio, 2006); Challand-Saint-Victor m 800
(Bisio, 2006); Fontainemore – Loc. Pillaz (Allegro
& Bisio, 2007); Issime (Schatzmayr, 1944); Perloz
m 660 (Bisio et al., 2012); Pont-Saint-Martin m
340 (Bisio et al., 2012); Pont-Saint-Martin – Ivery:
Riserva dello Stagno di Holay m 767 (Bisio et al.,
2012: G. Della Beffa leg.); Pont-Saint-Martin –
Susey m 850 (Bisio et al., 2012); Pont-Saint-Martin – Vallone di Rechantez m 900 (Bisio et al.,
2012); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio,
2008); Verrès m 550 (Bisio, 2006).
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
Gressan – Loc. Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005); Gressoney-Saint-Jean m
1500-1900 (negro et al., 2009); GressoneySaint-Jean – Vallone di Frudière m 1400 (Bisio
et al., 2012); Perloz m 660 (Bisio et al., 2012);
Praz m 1700-1800 (Bisio, 2013); Val Chalamy
(Allegro & Chiarabaglio, 2008); Valsavarenche
(Allegro & Viterbi, 2009); Verrès m 450 (Bisio,
2006).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505;
MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; QUART –
Loc. Olleyes m 605-679; GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa
m 634-691; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000.
al
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e
27. Amara (Amara) curta Dejean, 1828
[Dimensioni: 6-7,5 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson
(Magistretti, 1965); Brusson – Loc. Estoul m 1800
(Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400
(Bisio, 2006); Cogne (Magistretti, 1965); Col Ferret (Magistretti, 1965); Courmayeur (Magistretti,
1965); Colle della Vecchia m 2186 (Carret, 1904);
Gaby – Loc. niel m 1535 (Bisio et al., 2012);
Gressan – Loc. Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005); Gressoney (Magistretti, 1965);
Gressoney-Saint-Jean m 1400 (Bisio et al., 2012);
Gressoney-Saint-Jean – Piani di Loo Inferiori m
1800 (Bisio et al., 2012); Lilianes – Vallone Giassit: Monte Portola m 1400-1750 (Bisio et al.,
2012); Perloz m 660 (Bisio et al., 2012); Perloz –
Colle di Finestra m 1500 (Bisio et al., 2012); Praz
m 1700-1800 (Bisio, 2013); Saint-Barthélemy –
Lignan m 1600-1700 (Bisio, 2013); Saint-Barthélemy – Lignan: Alpage Chaleby m 1940 (Bisio,
2013); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio,
2008); Val di Cogne (Allegro & Viterbi, 2009);
Valsavarenche (Allegro & Viterbi, 2009); Val Ferret – Loc. Meyen m 1550 (Allegro et al., 2011).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691.
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25. Amara (Amara) aenea (De Geer, 1774)
[Dimensioni: 6,5-8,5 mm. Corotipo: PAL (OLA).
Stato Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson (Magistretti, 1965); Brusson – Loc. Graines
m 1300 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Estoul m
1800 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz
m 1400 (Bisio, 2006); Challand-Saint-Anselme
m 1000 (Bisio, 2006); Champoluc (Magistretti,
1965); ibidem m 1550 (Bisio, 2006); Cogne (Magistretti, 1965); Gaby (Magistretti, 1968); Gressoney-Saint-Jean m 1400 (Bisio et al., 2012);
nus m 529 (Bisio, 2013); Pré-Saint-Didier (Magistretti, 1965); Pont-Saint-Martin m 340 (Bisio
et al., 2012); Praz m 1700-1800 (Bisio, 2013);
Saint-Barthélemy – Lignan m 1633 (Bisio,
2013); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio,
2008); Val di Cogne (Allegro & Viterbi, 2009);
Valpelline (Born, 1899); Ollomont (Born, 1899);
Vallone di Cuney – Alpage Freideront m 2342
(Bisio, 2013); Valsavarenche (Allegro & Viterbi,
2009); Valtournenche – Cheneil (Henry, 1938);
Verrès m 450 (Bisio, 2006).
AOSTA – Loc. Signayes: Moncenis m 1000;
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; DOnnAS – Loc. Ronc Gias m 320-420; MOnTJOVET –
Loc. Balmet m 395-471; QUART – Loc. Olleyes
m 605-679; GRESSAn – Loc. Champlan m 9671015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691;
MORGEx – Loc. Lavancher m 1000; SAInT-DEnIS
– Loc. Grossa Golliana m 668-745; SAInT-PIERRE
– M.te Torrette m 850; VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
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ly
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505;
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; MOnTJOVET
– Loc. Balmet m 395-471; QUART – Loc. Olleyes
m 605-679; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000;
SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana m 668-745;
SAInT-MARCEL m 620.
26. Amara (Amara) convexior Stephens, 1828
[Dimensioni: 7-9 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson – Loc. Graines m 1300 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006);
Challand-Saint-Anselme m 1000 (Bisio, 2006);
28. Amara (Amara) eurynota (Panzer, 1797)
[Dimensioni: 9-13 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson (Magistretti, 1965); Brusson – Loc. Estoul m
1800 (Bisio, 2006); Challand-Saint-Anselme m
17
BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
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29. Amara (Amara) familiaris (Duftschmid, 1812)
[Dimensioni: 5,5-7,5 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Breuil/Cervinia (Henry, 1938); Brusson – Loc.
Estoul m 1800 (Bisio, 2005); Brusson – Loc.
Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2005); Perloz m 660
(Bisio et al., 2012); Roisan (Henry, 1935); Val
Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Vallone della Bettaforca m 2240 (Bisio et al.,
2012); Vallone di Cuney – Alpage Freideront m
2342 (Bisio, 2013); Valpelline – Loc. Blavy
(Henry, 1935); Valpelline – Loc. Viou (Henry,
1935).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; CHâTILLOn – Loc. Boesse m 1300; DOnnAS – Loc.
Ronc Gias m 320-420; QUART – Loc. Olleyes m
605-679; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana m
668-745.
31. Amara (Celia) bifrons (Gyllenhal, 1810)
[Dimensioni: 5,5-7,5 mm. Corotipo: CAE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Breuil/Cervinia (Magistretti, 1965); Brusson – Loc.
Estoul m 1800 (Bisio, 2005); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2005); Challand-SaintAnselme m 1000 (Bisio, 2005); Champoluc m
1550 (Bisio, 2005); Gran San Bernardo (Magistretti, 1965); Gressoney (Magistretti, 1 965); nus
m 529 (Bisio, 2013); Piccolo San Bernardo (Magistretti, 1965); Pont-Saint-Martin m 340 (Bisio et
al., 2012); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio,
2008); Vallone della Bettaforca m 2240-2435
(Bisio et al., 2012); Valsavarenche (Allegro & Viterbi, 2009); Verrès m 450 (Bisio, 2005).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn
– Loc. Tour de Villa m 634-691; MORGEx – Loc.
Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes m 605679; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana m 668745; VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
nOTE: specie che mostra una preferenza per i terreni agricoli e per i suoli sottoposti recentemente
a scavo e riporto.
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1000 (Bisio, 2006); Champoluc (Magistretti,
1965); Cogne (Magistretti, 1965); Courmayeur
(Magistretti, 1965); Gaby m 1000 (Bisio et al.,
2012); Gressoney (Magistretti, 1965); Gressoney-La-Trinité (Allegro, 2000: Cantamessa leg.);
ibidem a m 1600 (Bisio et al., 2012); Val Ferret
– Loc. Meyen m 1550 (Allegro et al., 2011); Verrès m 450 (Bisio, 2006).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; DOnnAS – Loc. Ronc Gias m 320-420; SAInT-DEnIS
– Loc. Grossa Golliana m 668-745.
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30. Amara (Amara) ovata (Fabricius, 1792)
[Dimensioni: 7,5-10 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson – Loc. Estoul m 1800 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006);
Cogne (Magistretti, 1965); Gressoney (Magistretti, 1965); Gressoney-La-Trinité m 1650
(Bisio et al., 2012); Perloz m 660 (Bisio et al.,
2012); Pont-Saint-Martin – Susey m 850 (Bisio
et al., 2012); Pont-Saint-Martin – Vallone di Rechantez m 900 (Bisio et al., 2012); Saint-Barthélemy – Lignan: Alpage Chaleby m 1900
(Bisio, 2013); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; DOnnAS – Loc. Ronc Gias m 320-420; GRESSAn –
Loc. Champlan m 967-1015.
18
32. Amara (Xenocelia) bischoffi Jedlicka, 1946
[Dimensioni: 7,5-8,5 mm. Corotipo: SEU. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Champoluc m 1550 (Bisio, 2005); Verrès m 450
(Bisio, 2005).
SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana m 668-745;
SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850.
note: specie in passato considerata semplice sottospecie di A. municipalis (Duftschmid, 1812).
33. Amara (Xenocelia) ingenua (Duftschmid, 1812)
[Dimensioni: 9-11 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Gressan – Loc. Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005); La Thuile (Sciaky & Pavesi,
1986); Val di Cogne (Allegro & Viterbi, 2009);
Valpelline m 1300 (Bisio, 2005: Giachino P.M.
leg.); Verrès m 450 (Bisio, 2005).
AOSTA – Loc. Signayes: Moncenis m 1000; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; GRESSAn –
Loc. Champlan m 967-1015; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes m 605679; SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850.
nOTE: Bisio (2005) ha osservato la sintopia di
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
questa specie con A. fusca Dejean, 1828, A. bifrons e A. municipalis, peculiarità già evidenziata
da Jeannel (1942) e Magistretti (1965).
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35. Amara (Percosia) equestris equestris (Duftschmid, 1812)
[Dimensioni: 8-13 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Aosta (Hieke, 1978); Arvier – Loc. Mecosse m 740
(Bisio, 2009: Monguzzi com. pers.); Ayas – Loc.
Mandriou, loc. Antagnod: Alpe Vascoccia m 2200
(Bisio, 2006); Ayas – Loc. Periasc m 1500 (Bisio,
2009); Breuil/Cervinia (Magistretti, 1965); Brusson (Magistretti, 1965; Hieke, 1978); Brusson –
Loc. Estoul m 1800 (Bisio, 2006); Brusson – Loc.
Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); (Magistretti,
1965); Champdepraz – Mont Avic m 1500-2000
(Bisio, 2009: Allegro com. pers. m 2000); Champoluc (Magistretti, 1965; Hieke, 1978); Cogne
(Magistretti, 1965; Hieke, 1978); Cogne – Loc.
Valnontey m 1600-2000 (Bisio, 2009: Bassano
leg.); Col Ferret (Magistretti, 1965); Courmayeur
(Magistretti, 1965; Hieke, 1978); Dondena (Hieke,
1978; Bisio, 2009: Allegro com. pers.; Allegro &
Chiarabaglio, 2008); Gressoney (Magistretti, 1965;
Hieke, 1978); Gressoney-Saint-Jean m 1500-1900
(negro et al., 2009); Entrèves (Hieke, 1978); La
Thuile (Magistretti, 1965; Hieke, 1978; Bisio,
2009: Allegro com. pers.); Ollomont (Born, 1899;
Henry, 1915); Ollomont – Les Crêtes (Henry,
1938); Piccolo San Bernardo (Magistretti, 1965;
Hieke, 1978; Bisio, 2009: Monguzzi com. pers., m
2000); Pila (Bisio: Giuntelli leg.); Pré-Saint-Didier
(Magistretti, 1965); Saint-Jacques – Vallone delle
Cime Bianche m 2000 (Bisio, 2006); Surier – Lago
di Beauregard m 2000 (Bisio, 2009); Val Chalamy
(Allegro & Chiarabaglio, 2008); Val di Cogne (Allegro & Viterbi, 2009);
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34. Amara (Xenocelia) municipalis (Duftschmid,
1812)
[Dimensioni: 5,5-7 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Issime
m 950 (Bisio et al., 2012); nus m 529 (Bisio,
2013); Pont-Saint Martin-m 340 (Bisio et al.,
2012).
MORGEx – Loc. Lavancher m 1000; SAInTPIERRE – M.te Torrette m 850.
Val Ferret – Loc. Meyer m 1550 (Bisio, 2009:
negro com. pers.; Allegro et al., 2011); Val Ferret
– Pont Pailler m 1550 (Bisio, 2009: negro com.
pers.; Allegro et al., 2011); Valgrisenche (Born,
1899); Valpelline (Born, 1899); Valpelline –
Combe de Breuson (Henry, 1935); Valsavarenche
(Magistretti, 1965; Allegro & Viterbi, 2009;
Bisio: 2009: Giachino com. pers.); Valsavarenche
– Lago Djouan (Dodero, 1928); Valsavarenche –
Loc. Eaux Rousses m 2000 (Bisio, 2009: Bassano leg.); Valtournenche (Magistretti, 1965;
Hieke, 1978).
DOnnAS – Loc. Ronc Gias m 320-420; GRESSAn
– Loc. Champlan m 967-1015; QUART – Loc. Olleyes m 605-679.
nOTE: le conoscenze della distribuzione di A.
equestris in Piemonte e Valle d’Aosta sono ancora
piuttosto frammentarie in quanto, per lungo
tempo, sono stati erroneamente ascritti ad A.
equestris (A. equestris var. cervini Stierlin, 1880)
gli esemplari di A. infuscata (Putzeys, 1866). Solo
in tempi relativamente recenti Hieke (1978) ha dimostrato che le popolazioni alpine di questa presunta “varietas” sono le stesse, asiatiche, di A.
infuscata. Di conseguenza tutte le segnalazioni relative alla distribuzione di A. equestris lungo
l’arco alpino occidentale, antecedenti alla pubblicazione del lavoro di Hieke (1978), sono da riconsiderare con beneficio d’inventario (Bisio, 2009).
Secondo Bisio (2009) A. equestris popola prevalentemente gli orizzonti montano, subalpino e,
marginalmente, alpino a quote comprese tra 1100
e 2200 m. Due delle località da noi riportate risultano però trovarsi a quote decisamente inferiori.
36. Amara (Bradytus) apricaria (Paykull, 1790)
[Dimensioni: 6,5-8 mm. Corotipo: PAL (OLA).
Stato Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Petit Fenis m 950 (Bisio, 2013); Blavy –
Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Ayas – Loc.
Antagnod: Alpe Mezan m 2000 (Bisio, 2005);
Brusson – Loc. Estoul m 1800 (Bisio, 2005);
Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio,
2005); Champoluc m 1550 (Bisio, 2005); Cogne
(Magistretti, 1965); Courmayeur (Magistretti,
1965); La Thuile (Magistretti, 1965); nus m 529
(Bisio, 2013); Ollomont (Henry, 1915); Ollomont
– Doues (Henry, 1915); Ollomont – Les Crêtes
(Henry, 1938); Ollomont – Rey (Henry, 1915);
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BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
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37. Amara (Bradytus) consularis (Duftschmid,
1812)
[Dimensioni: 7-9,5 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Brusson (Magistretti, 1965); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2005); Brusson – Loc.
Graines m 1300 (Bisio, 2005); Champoluc m
1550 (Bisio, 2005); Courmayeur (Magistretti,
1965); Gignod – Chemin de Valpelline (Henry,
1915); La Thuile – Vallone di Chavanne m 2000
(Bisio, 2005: Allegro com. pers.); Ollomont
(Henry, 1915); Perloz m 660 (Bisio et al., 2012);
Valpelline – Loc. Cleyva (Henry, 1916); Valtournenche (Magistretti, 1965).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691.
nOTE: specie che mostra una preferenza per i terreni calpestati e compatti.
38. Amara (Curtonotus) aulica (Panzer, 1797)
[Dimensioni: 10-14 mm. Corotipo: OLA. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson
– Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Brusson
– Graines: Vallone di Frudière m 1600 (Bisio,
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2006); Champlaisant m 1900 (Bisio, 2013);
Champoluc (Magistretti, 1965); Cogne (Magistretti, 1965); Col Ferret (Magistretti, 1965); Courmayeur (Magistretti, 1965); Gran San Bernardo
(Born, 1899; Magistretti, 1965); Gressoney (Magistretti, 1965); Gressoney-La-Trinité m 1600
(Bisio et al., 2012); Gressoney-La-Trinité – Alpe
Spissen m 1900 (Bisio et al., 2012); GressoneyLa-Trinité – Col d’Olen (Magistretti, 1965); Gressoney-Saint-Jean m 1400 (Bisio et al., 2012); La
Thuile (Magistretti, 1965); Morgex – Loc. Combe
de Planaval m 1700-1800 (Focarile, 1974); Ozein
– Loc Daillet m 1500 (Focarile, 1974); Pont-SaintMartin m 340 (Bisio et al., 2012); Praz m 17001800 (Bisio, 2013); Roisan (Henry, 1935); Val
Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Vallone
della Bettaforca m 2186-2485 (Bisio et al., 2012);
Val Ferret – Arnouva m 1850 (Allegro et al.,
2011); Val Ferret – Pré-de-Bard m 2000 (Allegro
et al., 2011); Val Ferret – Rifugio Elena m 2200
(Allegro et al., 2011); Valpelline (Henry, 1938;
Magistretti, 1965); Valpelline – Combe de Valfreyde m 1500 circa (Henry, 1916); Valpelline –
Loc. Blavy (Henry, 1935); Valpelline – Loc. Viou
(Henry, 1935); Valsavarenche (Allegro & Viterbi,
2009).
GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes m 605-679.
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Piccolo San Bernardo (Magistretti, 1965); PréSaint-Didier (Bisio, 2005: Allegro com. pers.);
Saint-Oyen (Cerutti, 1932); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Val Ferret – Mont de
la Saxe m 2300-2348 (Allegro et al., 2011); Valpelline – Combe de Breuson (Henry, 1935); Valpelline – La Cleyva (Henry, 1915);
Valtournenche (Magistretti, 1965).
AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; GRESSAn
– Loc. Champlan m 967-1015; QUART – Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-PIERRE – M.te Torrette
m 850.
nOTE: A. apricaria è specie xerofila che mostra
una preferenza per i terreni calpestati e compatti
e popola prevalentemente i piani montano e subalpino, solitamente a quote comprese tra i 1100
e 2100 m (Bisio, 2005). Le località di raccolta individuate durante i tre anni di campionamento si
trovano invece tutte a quote decisamente inferiori, del resto la specie, ad ampia diffusione, è
stata recentemente indicata come comune su terreni aridi e steppici della fascia collinare e montana (Pesarini & Monzini, 2011).
39. Panagaeus (Panagaeus) cruxmajor (Linnaeus,
1758)
[Dimensioni: 7,5-8 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: I.]
Champoluc (Magistretti, 1965).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505;
GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes m 605-679.
40. Chlaeniellus nitidulus (Schrank, 1781)
[Dimensioni: 10-12 mm. Corotipo: CAE. Stato
Alare: M. Ecologia: I.]
nus – Dora Baltea m 529 (Bisio, 2013); Ollomont
– Doues (Henry, 1915); Pré-Saint-Didier (Boldori,
1942; Magistretti, 1965); Pont-Saint-Martin m 340
(Bisio et al., 2012); Verrès – Confluenza Dora Baltea-Evançon m 450 (Bisio, 2006).
GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; SAInT-
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson (Magistretti, 1965); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Gressan – Loc.
Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005);
Issime m 950 (Bisio et al., 2012); Lilianes – Vallone Giassit: Monte Portola m 1400-1750 (Bisio
et al., 2012); nus m 529 (Bisio, 2013); Perloz m
660 (Bisio et al., 2012); Pont-Saint-Martin m 340
(Bisio et al., 2012); Riserva del Mont Mars m
1600-1800 (Allegro & Bisio, 2007); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Valpelline
(Henry, 1935); Valpelline – Combe d’Arpisson
(Henry, 1938); Verrès m 450 (Bisio, 2006).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; QUART – Loc.
Olleyes m 605-679; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa
Golliana m 668-745; VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
MARCEL m 620; VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m
709-719.
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45. Diachromus germanus (Linnaeus, 1758)
[Dimensioni: 8-10 mm. Corotipo: TEM. Stato
Alare: M. Ecologia: A-B.]
Aosta (Iehl, 1909); Aosta – Signayes (Iehl,
1909); Issime m 950 (Bisio et al., 2012).
AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; GRESSAn
– Loc. Tour de Villa m 634-691; VILLEnEUVE –
Loc. Châtelet m 709-719.
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42. Licinus (Licinus) depressus (Paykull, 1790)
[Dimensioni: 8,5-10,5 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: B. Ecologia: A-B.]
Aosta – Arpuilles m 1100 (Casale, 1977: M. De
Bernardi leg.); Aymavilles – Pondel m 820 (Casale,
1977: A. Vigna Taglianti leg.); Brissogne – Loc.
Grand Brissogne m 1000 c.a (Casale, 1977: M. De
Bernardi leg.); Gressan – Loc. Champlan m 9671015 (Bertignono et al., 2005); La Thuile – Val Chavanne m 1900 (Casale, 1977: I. Bucciarelli leg.).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; QUART –
Loc. Olleyes m 605-679.
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*41. Licinus (Licinus) cassideus (Fabricius, 1792)
[Dimensioni: 12,5-17 mm. Corotipo: CEU. Stato
Alare: B. Ecologia: A.]
Alpi Graie (Casale & Vigna Taglianti, 1993); Alta
Valle d’Aosta - Loc. non precisata (Focarile, 1974).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000.
nOTE: specie presente in tutta l’Italia continentale
ma rara e sporadica nell’Italia settentrionale. L.
cassideus era già stata indicata per la Valle d’Aosta (Focarile, 1974; Busato et al., 2011), ma
senza specificazione di località precise.
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43. Badister (Badister) bullatus (Schrank, 1798)
[Dimensioni: 4,5-6 mm. Corotipo: OLA. Stato
Alare: M. Ecologia: I.]
Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio,
2006); Challand-Saint-Anselme – Loc. Arcesaz
m 1100 (Bisio, 2006); Champorcher (Magistretti,
1965); Gressan – Loc. Champlan m 967-1015
(Bertignono et al., 2005); Gressoney (Magistretti,
1965); Issime m 950 (Bisio et al., 2012); nus m
529 (Bisio, 2013); Saint-Oyen (Cerutti, 1932);
Saint-Pierre – Vetan (Focarile, 1975b); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008).
QUART – Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-MARCEL m 620.
44. Anisodactylus (Anisodactylus) binotatus (Fabricius, 1787)
[Dimensioni: 9,5-13 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: I (A-B).]
*46. Ophonus (Ophonus) ardosiacus (Lutshnlk,
1922)
[Dimensioni: 10-14 mm. Corotipo: EUM. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Alpi Graie (Casale & Vigna Taglianti, 1993).
VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
nOTE: la località da noi indicata risulta la prima
segnalata per questa specie in Valle d’Aosta.
47. Ophonus (Hesperophonus) cribricollis (Dejean,
1829)
[Dimensioni: 7,5-9 mm. Corotipo: TUE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
nus m 529, (Bisio, 2013); Pont-Saint-Martin m
340 (Bisio et al., 2012).
AOSTA – Loc. Signayes: Moncenis m 1000;
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Les Crêtes m 710; MORGEx – Loc.
Lavancher m 1000; SAInT-PIERRE – M.te Torrette
m 850; VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
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BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
48. Ophonus (Metophonus) puncticeps Stephens,
1828
[Dimensioni: 6-9 mm. Corotipo: TUE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
nus m 529 (Bisio, 2013); Val Chalamy (Allegro
& Chiarabaglio, 2008).
MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; QUART –
Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-DEnIS – Loc.
Grossa Golliana m 668-745; VILLEnEUVE – Loc.
Châtelet m 709-719.
52. Semiophonus signaticornis (Duftschmid, 1812)
[Dimensioni: 6-7 mm. Corotipo: EUR. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008).
MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; MORGEx
– Loc. Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes
m 605-679; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana
m 668-745.
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53. Pseudoophonus (Pseudoophonus) griseus (Panzer, 1796)
[Dimensioni: 9-11 mm. Corotipo: PAL. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Aosta (Gaud, 1903a); Blavy – Petit Fenis m 950
(Bisio, 2013); Gressoney (Henry, 1915; Magistretti, 1965); nus m 529 (Bisio, 2013); Perloz m
660 (Bisio et al., 2012); Pontboset (Henry, 1938);
Pont-Saint-Martin (Henry, 1915; Bisio et al.,
2012).
AOSTA – Loc. Signayes: Moncenis m 1000;
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; DOnnAS – Loc. Ronc Gias m 320-420; GRESSAn –
Loc. Champlan m 967-1015; MOnTJOVET – Loc.
Balmet m 395-471; MORGEx – Loc. Lavancher
m 1000; QUART – Loc. Olleyes m 605-679;
SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana m 668-745;
VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
on
-c
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m
er
ci
49. Ophonus (Metophonus) rufibarbis (Fabricius,
1792)
[Dimensioni: 7-9 mm. Corotipo: TEM. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Brusson (Sciaky, 1987); Brusson – Loc. Estoul
m 1800 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Brusson – Graines m
1300 (Bisio, 2006); Brusson – Graines: Vallone
di Frudière m 1600 (Bisio, 2006); Champoluc
(Sciaky, 1987); Champorcher (Sciaky, 1987);
Cogne – Montzeuc (Sciaky, 1987); Courmayeur
(Sciaky, 1987); Gignod (Sciaky, 1987); Gressoney-La-Trinité m 1650 (Bisio et al., 2012); La
Thuile (Sciaky, 1987); Praz m 1700-1800 (Bisio,
2013); Saint-Barthélemy – Lignan m 1600-1700
(Bisio, 2013); Saint-Pierre (Sciaky, 1987); Valpelline (Henry, 1935); Valpelline – Thoules
(Sciaky, 1987).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; QUART
– Loc. Olleyes m 605-679; VILLEnEUVE – Loc.
Châtelet m 709-719.
MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; MORGEx
– Loc. Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes
m 605-679.
N
50. Ophonus (Metophonus) schaubergerianus
(Puel, 1937)
[Dimensioni: 7,6-9 mm. Corotipo: EUR. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Valtournenche (Magistretti, 1965).
MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; QUART –
Loc. Olleyes m 605-679.
51. Cryptphonus tenebrosus (Dejean, 1829)
[Dimensioni: 8-11 mm. Corotipo: WPA. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Gressoney-La-Trinité – Lago Gabiet (Magistretti,
1965); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio,
2008); Valgrisenche (Bisio, 2013); Verrès m 450
(Bisio, 2006).
22
54. Pseudoophonus (Pseudoophonus) rufipes (De
Geer, 1774)
[Dimensioni: 11-16 mm. Corotipo: PAL (OLA).
Stato Alare: M. Ecologia: A-B.]
Aosta – Loc. Signayes: Moncenis m 1000 (Bertignono et al., 2005); Blavy m 1000 (Bisio,
2013); Blavy – Petit Fenis m 950 (Bisio, 2013);
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson m 1300 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Estoul
m 1800 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Brusson – Graines m
1300 (Bisio, 2006); Champoluc m 1500-1700
(Bisio, 2006); Cogne (Magistretti, 1965); Courmayeur (Magistretti, 1965); Fontainemore – Loc.
Pillaz (Allegro & Bisio, 2007); Gaby (Magistretti, 1968: Harpalus pubescens); Gressan –
Loc. Champlan m 967-1015 (Bertignono et al.,
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
on
ly
Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005);
Perloz m 660 (Bisio et al., 2012); Pont-SaintMartin m 340 (Bisio et al., 2012).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; DOnnAS – Loc. Ronc Gias m 320-420; GRESSAn –
Loc. Champlan m 967-1015; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes m 605679; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana m
668-745; SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850;
VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
nOTE: specie recentemente indicata come nuova
per le Alpi Pennine (Bisio et al., 2012) ma in realtà già in precedenza segnalata da Magistretti nel
suo catalogo topografico (1965: sub Harpalus
calceatus) e in seguito ritrovata da Bertignono et
al. (2005).
al
us
e
56. Harpalus (Harpalus) anxius (Duftschmid,
1812)
[Dimensioni: 6,5-8,5 mm. Corotipo: PAL. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Cogne (Magistretti, 1965); Courmayeur (Magistretti, 1965); nus m 529 (Bisio, 2013); Pré-SaintDidier (Magistretti, 1965); Pont-Saint-Martin m
340 (Bisio et al., 2012).
AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; GRESSAn
- Loc. Champlan m 967-1015; MOnTJOVET –
Loc. Balmet m 395-471; QUART – Loc. Olleyes
m 605-679; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana
m 668-745; SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850;
VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
N
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ci
2005); Gressoney (Magistretti, 1965: H. pubescens); Gressoney-Saint-Jean m 1500-1900
(negro et al., 2009); La Thuile (Magistretti,
1965); nus m 529 (Bisio, 2013); Ollomont –
Doues (Henry, 1915); Ollomont – Rey (Henry,
1915); Perloz m 660 (Bisio et al., 2012); PontSaint-Martin m 340 (Bisio et al., 2012); Praz m
1700-1800 (Bisio, 2013); Saint-Oyen (Cerutti,
1932); Saint-Rhémy-en-Bosses – Loc. Praz
d’Arc (Cerutti, 1932); Val Chalamy (Allegro &
Chiarabaglio, 2008); Val Ferret – Loc. Meyen m
1550 (Allegro et al., 2011); Valpelline (Henry,
1915; 1938); Valpelline – Pravillair (Henry,
1915); Valpelline – Semon (Henry, 1915); Valsavarenche (Allegro & Viterbi, 2009); Valtournenche (Henry, 1938); Verrayes (Henry, 1915);
Verrès m 450 (Bisio, 2006).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; CHâTILLOn –
Loc. Boesse m 1300; DOnnAS – Loc. Ronc Gias
m 320-420; GRESSAn – Loc. Champlan m 9671015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691;
MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; MORGEx
– Loc. Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes
m 605-679; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana
m 668-745; SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850;
VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
nOTE: specie presente con popolazioni abbondanti in tutte le località indagate. Si tratta di
un’entità pioniera, una delle prime a colonizzare
un nuovo ambiente e notoriamente diffusa nei
campi coltivati e in tutte le aree a forte pressione
antropica (Thiele, 1977). In relazione al regime
alimentare, gli adulti sono zoofagi e granivori
(Magistretti, 1965; Thiele, 1977), mentre le larve
sono esclusivamente fitofaghe. In alcuni agroecosistemi questa specie sembra avere un ruolo
fondamentale nel controllo di vari fitofagi di
piante coltivate. P. rufipes è infatti risultato un efficace predatore di afidi dei cereali autunno-vernini (Loughridge & Luff, 1983), ma anche di
insetti che si impupano nel terreno (Rybchin,
1982; Komarov & Soboleva-Dokuchaeva, 1982).
55. Pseudoophonus (Platus) calceatus (Duftschmid,
1812)
[Dimensioni: 10-14 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Brusson (Magistretti, 1965); Gressan – Loc.
57. Harpalus (Harpalus) atratus Latreille, 1804
[Dimensioni: 11-14 mm. Corotipo: EUR. Stato
Alare: B. Ecologia: B.]
Aosta (Gaud, 1903a); Aosta – Loc. Signayes:
Moncenis m 1000 (Bertignono et al., 2005); Brusson – Graines m 1300 (Bisio, 2006); Gressoney
(Magistretti, 1965); Issime m 950 (Bisio et al.,
2012); Pont-Saint-Martin m 340 (Bisio et al.,
2012); Pont-Saint-Martin – Vallone di Rechantez
m 900 (Bisio et al., 2012); Perloz m 660 (Bisio et
al., 2012); Valpelline (Henry, 1915); Valpelline –
Combe de Breuson (Henry, 1935); Valpelline –
Combe de Verdzignola (Henry, 1938); Valtournenche (Henry, 1938); Verrès m 450 (Bisio, 2006).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; DOnnAS –
Loc. Ronc Gias m 320-420; GRESSAn – Loc.
23
BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
nOTE: la presente segnalazione risulta la prima
per la Valle d’Aosta.
Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de
Villa m 634-691; MOnTJOVET – Loc. Balmet m
395-471; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000;
QUART – Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-DEnIS
– Loc. Grossa Golliana m 668-745; VILLEnEUVE
– Loc. Châtelet m 709-719.
*61. Harpalus (Harpalus) froelichii Sturm, 1818
[Dimensioni: 7-9,5 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; MORGEx - Loc. Lavancher m 1000.
nOTE: specie xerofila, in genere diffusa lungo i
fiumi del nord Italia, sovente attratta dalle luci.
Per lungo tempo nota in Italia per il solo Trentino, è stata poi segnalata lungo i fiumi di alcune
località del Piemonte, in Provincia di Alessandria
(Allegro, 2007; Allegro & Arnò, 2004) e di
Cuneo (Allegro et al., 2007) e lungo il Po, sia in
Emilia che in Lombardia (Pesarini & Monzini,
2011). La presente segnalazione risulta la prima
per la Valle d’Aosta.
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us
*62. Harpalus (Harpalus) fuscipalpis Sturm, 1818
[Dimensioni: 7-9 mm. Corotipo: PAL. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710;
nOTE: specie nota in Italia solamente per poche
stazioni isolate del Piemonte, Lombardia e Veneto (Pesarini & Monzini, 2011). La presente segnalazione risulta la prima per la Valle d’Aosta.
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59. Harpalus (Harpalus) distinguendus distinguendus (Duftschmid, 1812)
[Dimensioni: 9-11 mm. Corotipo: PAL. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Aosta (Gaud, 1903a); Aosta – Loc. Signayes:
Moncenis m 1000 (Bertignono et al., 2005);
Blavy – Petit Fenis m 950 (Bisio, 2013); Blavy –
Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson – Loc.
Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); GressoneySaint-Jean m 1400 (Bisio et al., 2012); nus m
529 (Bisio, 2013); Ollomont (Henry, 1915); Ollomont – Doues (Henry, 1915); Ollomont – Rey
(Henry, 1915); Pont-Saint-Martin m 340 (Bisio
et al., 2012); Praz m 1700-1800 (Bisio, 2013);
Val Ferret – Mont de la Saxe m 2300-2348 (Allegro et al., 2011); Verrès m 450 (Bisio, 2006);
Gressoney (Magistretti, 1965).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; GRESSAn –
Loc. Champlan m 967-1015; QUART – Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa
Golliana m 668-745; SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850; VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709719.
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58. Harpalus (Harpalus) dimidiatus (P. Rossi, 1790)
[Dimensioni: 11-13 mm. Corotipo: EUR. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Gressoney (Magistretti, 1965); Pont-Saint-Martin m 340 (Bisio et al., 2012).
AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; QUART –
Loc. Olleyes m 605-679; VILLEnEUVE – Loc.
Châtelet m 709-719.
*60. Harpalus (Harpalus) flavicornis flavicornis Dejean, 1829
[Dimensioni: 7-9 mm. Corotipo: SEU. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; MORGEx
– Loc. Lavancher m 1000; SAInT-DEnIS – Loc.
Grossa Golliana m 668-745; SAInT-PIERRE – M.te
Torrette m 850.
24
63. Harpalus (Harpalus) honestus (Duftschmid,
1812)
[Dimensioni: 7-10 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson – Loc. Estoul m 1800 (Bisio, 2006); Brusson
– Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Challand-Saint-Anselme – Vallone di Chasten m 1300
(Bisio, 2006); Champlaisant m 1900 (Bisio,
2013); Cogne (Magistretti, 1965); Col Ferret
(Magistretti, 1965); Colle del Lauzon (Magistretti, 1965); Courmayeur (Magistretti, 1965);
Fontainemore – Loc. Pillaz (Allegro & Bisio,
2007); Gran San Bernardo (Born, 1899); Gressoney (Magistretti, 1965); Gressoney-Saint-Jean m
1400 (Bisio et al., 2012); Montjovet – Loc. SaintGermain (Henry, 1915); Perloz m 660 (Bisio et
al., 2012); Piccolo San Bernardo (Magistretti,
1965); Pont-Saint-Martin m 340 (Bisio et al.,
2012); Pont-Saint-Martin – Susey m 850 (Bisio
et al., 2012); Pont-Saint-Martin – Vallone di Re-
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
om
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ci
64. Harpalus (Harpalus) luteicornis (Duftschmid,
1812)
[Dimensioni: 6-7,5 mm. Corotipo: EUR. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Bionaz – Combe de Livournea m 2100 (Henry,
1915).
QUART – Loc. Olleyes m 605-679; VILLEnEUVE –
Loc. Châtelet m 709-719.
67. Harpalus (Harpalus) rubripes (Duftschmid,
1812)
[Dimensioni: 8-11 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Bionaz (Henry, 1938); Bionaz – Prarayé m 2000
(Henry, 1915); Blavy – Val Dessus m 1300
(Bisio, 2013); Breuil/Cervinia (Magistretti,
1965); Brusson (Magistretti, 1965); Brusson –
Graines m 1300 (Bisio, 2006); Brusson – Loc.
Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Champlaisant
m 1900 (Bisio, 2013); Col Ferret (Magistretti,
1965); Cogne (Magistretti, 1968); Courmayeur
(Magistretti, 1965); Gaby (Magistretti, 1968);
Gran San Bernardo (Magistretti, 1965); Gressan
– Loc. Champlan m 967-1015 (Bertignono et al.,
2005); Gressoney (Magistretti, 1965); nus m 600
(Bisio, 2013); Ollomont (Born, 1899); Ollomont
– Doues (Henry, 1915); Ollomont – Loc. By
(Henry, 1938); Ollomont – Rey (Henry, 1915);
Perloz m 660 (Bisio et al., 2012); Pont-SaintMartin m 340 (Bisio et al., 2012); Pont-SaintMartin – Vallone di Rechantez m 900 (Bisio et
al., 2012); Praz m 1700-1800 (Bisio, 2013); Val
Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Val di
Cogne (Allegro & Viterbi, 2009); Vallone della
Bettaforca m 2240-2648 (Bisio et al., 2012); Vallone di Cuney – Alpage Freideront m 2342
(Bisio, 2013); Valpelline (Born, 1899); Valpelline
– Combe d’Arpisson (Henry, 1935); Valsavarenche (Magistretti, 1965); Valsavarenche – Lago
Djouan (Dodero, 1928); Valsavarenche – Loc.
Levionaz (Dodero, 1928); Valsavarenche – Orvielles (Dodero, 1928); Valtournenche (Henry,
1938); Val Veny – Plan Combal m 2000 (Allegro
et al., 2011).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; DOnnAS –
Loc. Ronc Gias m 320-420; GRESSAn – Loc.
Champlan m 967-1015; MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; MORGEx – Loc. Lavancher m
1000 – QUART – Loc. Olleyes m 605-679; SAInTDEnIS – Loc. Grossa Golliana m 668-745; SAInTPIERRE – M.te Torrette m 850; VILLEnEUVE – Loc.
Châtelet m 709-719.
on
ly
chantez m 900 (Bisio et al., 2012); Praz m 17001800 (Bisio, 2013); Val Chalamy (Allegro &
Chiarabaglio, 2008); Val di Cogne (Allegro & Viterbi, 2009); Val di Gressoney – Colle Ranzola
(Magistretti, 1968); Val Ferret – Mont de la Saxe
m 2300-2348 (Allegro et al., 2011); Vallone di
Dondena (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Vallone di Rechantez m 900 (Bisio et al., 2012); Valpelline (Born, 1899); Valpelline – Combe
d’Arpisson (Henry, 1935); Valpelline – Côte de
Souhairoux (Henry, 1915); Valsavarenche (Magistretti, 1965); Valsavarenche – Boccanera (Dodero, 1928); Valtournenche (Magistretti, 1965).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; DOnnAS –
Loc. Ronc Gias m 320-420; MOnTJOVET – Loc.
Balmet m 395-471; MORGEx – Loc. Lavancher
m 1000 – QUART – Loc. Olleyes m 605-679;
SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana m 668-745;
SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850.
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*65. Harpalus (Harpalus) modestus Dejean, 1829
[Dimensioni: 6-7 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Alpi Pennine (Casale & Vigna Taglianti, 1993).
MORGEx – Loc. Lavancher m 1000.
nOTE: specie xero-termofila, non comune, presente solo in Italia continentale. La presente segnalazione risulta la prima per la Valle d’Aosta.
66. Harpalus (Harpalus) pumilus Sturm, 1818
[Dimensioni: 5-6 mm. Corotipo: PAL. Stato
Alare: P. Ecologia: A.]
Gressan – Loc. Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005); nus m 529 (Bisio, 2013).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Les Crêtes m 710; GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m
634-691; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000;
SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana m 668-745.
68. Harpalus (Harpalus) rufipalpis rufipalpis
Sturm, 1818
[Dimensioni: 7,5-10 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
25
BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
70. Harpalus (Harpalus) smaragdinus (Duftschmid, 1812)
[Dimensioni: 9-10 mm. Corotipo: TEM. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Gressoney-La-Trinité – Lago Gabiet (Magistretti,
1965); nus m 529 (Bisio, 2013).
AyMAVILLES – Les Crêtes m 710; MORGEx – Loc.
Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes m
605-679; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana m
668-745; SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850.
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71. Harpalus (Harpalus) sulphuripes sulphuripes
Germar, 1824
[Dimensioni: 6-8,5 mm. Corotipo: EUM. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Gressan – Loc. Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005); Valpelline (Henry, 1938).
DOnnAS – Loc. Ronc Gias m 320-420; MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; QUART – Loc. Olleyes m 605-679.
al
72. Harpalus (Harpalus) tardus (Panzer, 1797)
[Dimensioni: 9-10 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Aosta – Loc. Signayes: Moncenis m 1000 (Bertignono et al., 2005); Bionaz – Prarayé (Henry,
1915); Blavy – Petit Fenis m 950 (Bisio, 2013);
Brusson (Magistretti, 1965); Brusson – Graines
m 1300 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Estoul m
1800 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz
m 1400 (Bisio, 2006); Courmayeur (Magistretti,
1965); Gressan – Loc. Champlan m 967-1015
(Bertignono et al., 2005); Gressoney (Magistretti,
1965); nus m 529 (Bisio, 2013); Ollomont
(Born, 1899; Henry, 1915); Ollomont – Les Crêtes (Henry, 1938); Ollomont – Loc. By (Henry,
1938); Perloz m 660 (Bisio et al., 2012); PontSaint-Martin m 340 (Bisio et al., 2012); Praz m
1700-1800 (Bisio, 2013); Roisan (Henry, 1935);
Saint-Barthélemy – Lignan m 1600-1700 (Bisio,
2013); Valpelline (Born, 1899); Valpelline – Arpisson (Henry, 1938); Valpelline – Loc. Blavy
(Henry, 1935); Valpelline – Loc. Viou (Henry,
1935); Valsavarenche (Allegro & Viterbi, 2009);
Verrayes – Loc. Tessella (Henry, 1915); Verrès m
450 (Bisio, 2006).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; CHâTILLOn –
Loc. Boesse m 1300; DOnnAS – Loc. Ronc Gias
m
er
ci
Aosta (Gaud, 1903a); Aosta – Loc. Signayes:
Moncenis m 1000 (Bertignono et al., 2005); Bionaz – Mont Durand (Henry, 1938); Blavy – Val
Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson (Magistretti, 1965); Brusson – Loc. Estoul m 1800
(Bisio, 2006); Challand-Saint-Anselme – Vallone
di Chasten m 1300 (Bisio, 2006); Cogne (Magistretti, 1965); Courmayeur (Magistretti, 1965);
Gressan – Loc. Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005); Gressoney – Colle Ranzola
(Magistretti, 1968); nus (Born, 1899); Ollomont
– Combe du Berrio (Henry, 1938); Perloz m 660
(Bisio et al., 2012); Praz m 1700-1800 (Bisio,
2013); Saint-Barthélemy – Lignan m 1600-1700
(Bisio, 2013); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Valpelline – Combe de Verdzignola (Henry, 1938); Verrès m 450 (Bisio, 2006).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; CHâTILLOn –
Loc. Boesse m 1300; DOnnAS – Loc. Ronc Gias
m 320-420; GRESSAn – Loc. Champlan m 9671015; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000; SAInTDEnIS – Loc. Grossa Golliana m 668-745;
SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850; VILLEnEUVE
– Loc. Châtelet m 709-719.
N
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69. Harpalus (Harpalus) serripes (Quensel in
Schönherr, 1806)
[Dimensioni: 10-12 mm. Corotipo: PAL. Stato
Alare: M; Ecologia: A.]
Aosta – Loc. Signayes: Moncenis m 1000 (Bertignono et al., 2005); Gaby (Magistretti, 1968);
Gressan – Loc. Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005); nus m 529 (Bisio, 2013);
Perloz m 660 (Bisio et al., 2012); Pont-SaintMartin m 340 (Bisio et al., 2012); Valpelline
(Henry, 1935; Magistretti, 1965); Valtournenche
(Henry, 1938).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; DOnnAS –
Loc. Ronc Gias m 320-420; GRESSAn – Loc.
Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de
Villa m 634-691; MOnTJOVET – Loc. Balmet m
395-471; MORGEx – Loc. Lavancher m 1000;
QUART – Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-DEnIS
– Loc. Grossa Golliana m 668-745; SAInT-PIERRE
– M.te Torrette m 850; VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
nOTE: specie presente in tutte le località indagate.
26
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
m 320-420; GRESSAn – Loc. Champlan m 9671015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691;
MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; MORGEx
– Loc. Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes
m 605-679; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana
m 668-745; SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850;
VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
nOTE: specie presente in tutte le località indagate.
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75. Synuchus vivalis vivalis (Illiger, 1798)
[Dimensioni: 6-8 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: P. Ecologia: B.]
Bionaz – Prarayé (Henry, 1935); Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); Cogne (Magistretti,
1968); Col Ferret (Magistretti, 1965); Gressoney
(Magistretti, 1965); Gressoney-La-Trinité – Col
d’Olen (Magistretti, 1965); ibidem a m 2100
(Bisio et al., 2012); Gressoney-Saint-Jean m 15001900 (negro et al., 2009); Ollomont – Les Crêtes
(Henry, 1938); Saint-Marcel – Loc. Bren m 1900
(Migliore et al., 2011); Saint-Marcel – Loc. Druges m 1700 (Migliore et al., 2011); Saint-Marcel
– Loc. Laycher m 1500 (Migliore et al., 2011); Val
Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Val Ferret – Planpincieux/Rochefort m 1600 (Allegro et
al., 2011); Vallone della Bettaforca m 2240-2468
(Bisio et al., 2012); Valsavarenche (Allegro & Viterbi, 2009); Valtournenche – Cheneil (Henry,
1938).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505;
QUART – Loc. Olleyes m 605-679.
m
er
ci
*73. Harpalus (Harpalus) zabroides Dejean, 1829
[Dimensioni: 12-14 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710 (Busato et
al., 2012).
nOTE: specie distribuita dalla Spagna alla Siberia,
citata da Luigioni (1929) tra le specie dubbie per
l’Italia. Segnalata come certa per il territorio italiano da Peez & Kahlen (1977) per la Val Venosta
(Bolzano), Spondigna, 1400 m e in seguito confermata da Sciaky & Facchini (1999) in una località molto vicina sempre della Val Venosta: Lasa,
1050-1450 m. La località da noi indicata, già pubblicata in una nota faunistica (Busato et al., 2012),
risulta la prima per l’Italia nord-Occidentale.
chino & Rastelli, 2005) mentre nell’Europa
orientale era già indicata come occasionale negli
agroecosistemi (Lövei & Sárospataki, 1990). nonostante si tratti di una specie piuttosto vistosa,
agli autori non risultano segnalazioni precedenti
per la Valle d’Aosta.
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*74. Dolichus halensis (Schaller, 1783)
[Dimensioni: 15-20 mm. Corotipo: ASE. Stato
Alare: M. Ecologia: A-B.]
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn
– Loc. Tour de Villa m 634-691; MOnTJOVET –
Loc. Balmet m 395-471; QUART – Loc. Olleyes m
605-679; VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
nOTE: Sphodrino ad amplissima distribuzione
asiatico-europea, la cui ecologia risulta ancora
enigmatica. Compare sporadicamente in alcune
località per un certo lasso di tempo, in genere in
terreni aperti, per poi risultare, in altre annate, totalmente assente nelle stesse. Durante i tre anni
di campionamento è stato reperito in quantità minime, in quattro differenti località della Valle
d’Aosta comprese fra i 395 e i 1015 m di altitudine, in ambienti di terreno aperto. Recentemente, in Piemonte, sono state osservate ricche
popolazioni della specie all’interno di campi di
mais nel torinese (Villareggia) e nel novarese
(Pombia) (Busato, osservazioni personali). In
Piemonte questa specie era già stata segnalata in
numero relativamente elevato nell’area rinaturalizzata del Gerbasso di Carmagnola (TO) (Gia-
76. Calathus (Calathus) fuscipes graecus Dejean,
1831
[Dimensioni: 10-17 mm. Corotipo: EUM. Stato
Alare: B. Ecologia: A.]
Aosta – Loc. Signayes: Moncenis m 1000 (Bertignono et al., 2005); Blavy – Petit Fenis m 950
(Bisio, 2013); Courmayeur (Magistretti, 1965);
Bionaz – Mont Durand (Henry, 1938); Bionaz –
Prarayé m 2000 (Henry, 1915); Brusson – Graines m 1300 (Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006); ChallandSaint-Anselme m 1000 (Bisio, 2006); Champlaisant m 1900 (Bisio, 2013); Gressan – Loc. Champlan m 967-1015 (Bertignono et al., 2005);
Gressoney (Magistretti, 1965); Issime (Magistretti, 1965); La Thuile (Magistretti, 1965); nus
m 529 (Bisio, 2013); Ollomont (Henry, 1915);
Ollomont – Les Crêtes (Henry, 1938); Ollomont
27
BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
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78. Calathus (Neocalathus) erratus erratus (C.R.
Sahlberg, 1827)
[Dimensioni: 8-12 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: B. Ecologia: A.]
Aosta (Pavesi, 1904: Alzona in litt.); Ayas – Alpe
di Verra (Magistretti, 1965); Bionaz – Prarayé
(Henry, 1935); Blavy – Petit Fenis m 950 (Bisio,
2013); Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013);
Breuil/Cervinia (Magistretti, 1965); Brusson (Magistretti, 1965); Champoluc (Magistretti, 1965);
Cogne (Magistretti, 1965); Col Ferret (Magistretti,
1965); Courmayeur (Pavesi, 1904: Alzona in litt.;
Magistretti, 1965); Courmayeur – Plan Goret
(Henry, 1935); Gressoney-Saint-Jean m 1400
(Bisio et al., 2012); Morgex – Combe de Planaval
m 1800 (Focarile, 1976); nus m 529 (Bisio, 2013);
Ollomont (Born, 1899); Ollomont – Loc. By
(Henry, 1935); Ollomont – Les Crêtes (Henry,
1938); Piccolo San Bernardo (Magistretti, 1965);
Pont-Saint-Martin m 340 (Bisio et al., 2012); Val
di Rhêmes (Allegro & Viterbi, 2009); Val Ferret –
Arnouva m 1850 (Allegro et al., 2011); Val Ferret
– Loc. Greuvettaz m 1750 (Allegro et al., 2011);
Vallone di Dondena (Allegro & Chiarabaglio,
2008); Valpelline (Born, 1899; Henry, 1915;
1935); Valpelline – Chamin m 1700 (Focarile,
1976); Valsavarenche (Magistretti, 1965; Allegro
& Viterbi, 2009); Valsavarenche – Boccanera (Dodero, 1928); Valsavarenche – Lago Djouan (Dodero, 1928); Valsavarenche – Loc. Carré (Dodero,
1928); Valsavarenche – M.te Roletta (Dodero,
1928); Valsavarenche – Orvielles (Dodero, 1928);
Valtournenche (Henry, 1938; Magistretti, 1965);
Verrès m 450 (Bisio, 2006).
AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; GRESSAn
– Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc.
Tour m 634-691; MORGEx – Loc. Lavancher m
1000; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana m
668-745; SAInT-MARCEL m 620; SAInT-PIERRE –
M.te Torrette m 850.
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ci
– Loc. By m 2000 (Henry, 1915); Perloz m 660
(Bisio et al., 2012); Piccolo San Bernardo (Magistretti, 1965); Pont-Saint-Martin m 340 (Bisio
et al., 2012); Pont-Saint-Martin – Ivery: Riserva
dello Stagno di Holay m 767 (Bisio et al., 2012:
Della Beffa leg.); Praz m 1700-1800 (Bisio,
2013); Pré-Saint-Didier (Magistretti, 1968); Roisan (Henry, 1935); Saint-Barthélemy – Lignan m
1600-1700 (Bisio, 2013); Val Chalamy (Allegro
& Chiarabaglio, 2008); Val di Rhêmes (Allegro
& Viterbi, 2009); Val Ferret – Loc. Meyen m
1550 (Allegro et al., 2011); Val Ferret – Pont
Pailler m 1550 (Allegro et al., 2011); Valpelline
(Henry, 1935); Valpelline – Loc. Blavy (Henry,
1935); Valpelline – Loc. Viou (Henry, 1935); Valsavarenche (Allegro & Viterbi, 2009); Verrayes
(Henry, 1915).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; CHâTILLOn –
Loc. Boesse m 1300; DOnnAS – Loc. Ronc Gias
m 320-420; GRESSAn – Loc. Champlan m 9671015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691;
MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; MORGEx
– Loc. Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes
m 605-679; SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana
m 668-745; SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850;
VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
nOTE: specie presente in tutte le località indagate.
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77. Calathus (Neocalathus) cinctus Motschulsky,
1850
[Dimensioni: 6-9 mm. Corotipo: WPA. Stato
Alare: P. Ecologia: A.]
?Bionaz – Mont Durand (Henry, 1938: C. mollis); nus m 600 (Bisio, 2013); Perloz m 660
(Bisio et al., 2012); Pont-Saint-Martin m 340
(Bisio et al., 2012); ?Saint-Cristophe: Stazione
xerotermica tra Cretallaz e Parleaz m 1200 (Focarile, 1975a: C. mollis); ?Saint-Pierre m 800
(Focarile, 1975a: C. mollis); ?Verrayes – S. Pantaléon (Henry, 1938: C. mollis).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; DOnnAS –
Loc. Ronc Gias m 320-420; MOnTJOVET – Loc.
Balmet m 395-471; MORGEx – Loc. Lavancher
m 1000; QUART – Loc. Olleyes m 605-679;
SAInT-DEnIS – Loc. Grossa Golliana m 668-745;
SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850; VILLEnEUVE
– Loc. Châtelet m 709-719.
28
79. Calathus (Neocalathus) melanocephalus (Linnaeus, 1758)
[Dimensioni: 6-9 mm. Corotipo: PAL. Stato
Alare: P. Ecologia: A.]
Aosta – Loc. Signayes: Moncenis m 1000 (Bertignono et al., 2005); Bionaz – Comba d’Arbière:
Prarayé (Henry, 1915; 1935); Blavy – Petit Fenis
m 950 (Bisio, 2013); Breuil/Cervinia (Henry,
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
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m 2100 (Allegro et al., 2011); Valgrisenche
(Born, 1899); Vallone della Bettaforca m 21862622 (Bisio et al., 2012); Vallone di Cuney – Alpage Freideront m 2342 (Bisio, 2013); Vallone di
Dondena (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Valpelline – Combe d’Arpisson (Henry, 1935); Valpelline – Combe de Verdzignola (Henry, 1938);
Valpelline – Les Grangettes (Henry, 1915); Valsavarenche (Magistretti, 1965; Allegro & Viterbi,
2009); Valsavarenche – Boccanera (Dodero,
1928); Valsavarenche – Loc. Levionaz (Dodero,
1928); Valsavarenche – Orvielles (Dodero,
1928); Valtournenche – cabane des Jumeaux
(Henry, 1938); Val Veny – Alpage de La Lex
Blanche m 2200 (Allegro et al., 2011); Val Veny
– Ghiacciaio Miage m 1640 (Gobbi et al., 2010);
Val Veny – Lago delle Marmotte m 1935 (Allegro et al., 2011); Val Veny – Plan Combal m 2000
(Allegro et al., 2011); Verrayes (Henry, 1915);
Verrès m 450 (Bisio, 2006).
A RnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505; AyMAVILLES – Loc. Les Crêtes m 710; DOnnAS –
Loc. Ronc Gias m 320-420; MOnTJOVET – Loc.
Balmet m 395-471; MORGEx – Loc. Lavancher
m 1000; QUART – Loc. Olleyes m 605-679;
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; SAInTPIERRE – M.te Torrette m 850; VILLEnEUVE –
Loc. Châtelet m 709-719.
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ci
1938); Brusson (Magistretti, 1965); Brusson –
Graines m 1300 (Bisio, 2006); Brusson – Loc.
Estoul m 1800 (Bisio, 2006); Brusson – Loc.
Estoul: Laghi di Valfredda m 2500 (Bisio, 2006);
Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio,
2006); Challand-Saint-Anselme – Loc. Arcesaz
m 1100 (Bisio, 2006); Champlaisant m 1900
(Bisio, 2013); Cogne (Magistretti, 1965); Val di
Cogne (Allegro & Viterbi, 2009); Courmayeur
(Pavesi, 1904: Alzona in litt.; Magistretti, 1965);
Gaby (Magistretti, 1968); Gran San Bernardo
(Heer, 1841; Magistretti, 1965); ibidem m 2250
(Focarile, 1973); Gressan – Loc. Champlan m
967-1015 (Bertignono et al., 2005); Gressoney
(Magistretti, 1965); Gressoney-La-Trinité – Col
d’Olen (Magistretti, 1965); Gressoney-SaintJean m 1500-1900 (negro et al., 2009); ibidem a
m 1400 (Bisio et al., 2012); Issime m 950 (Bisio
et al., 2012); Lago Djouan (Dodero, 1928); La
Thuile (Magistretti, 1965); nus m 650 (Bisio,
2013); Ollomont – Doues: Champillon (Henry,
1935); Ollomont – Les Crêtes (Henry, 1938); Ollomont – Loc. By (Henry, 1915); Ollomont – Rey
(Henry, 1915); Perloz m 660 (Bisio et al., 2012);
Piccolo San Bernardo (Schatzmayr, 1937); PontSaint-Martin m 340 (Bisio et al., 2012); SaintBarthélemy – Issologne m 1550 (Bisio, 2013);
Saint-Barthélemy – Lignan: Alpage Chaleby m
1940 (Bisio, 2013); Saint-Barthélemy – Lignan:
Col de Chaleby vers. W m 2600 (Bisio, 2013);
Saint-Marcel – Loc. Bren m 1900 (Migliore et
al., 2011); Saint-Marcel – Loc. Druges m 1700
(Migliore et al., 2011); Saint-Marcel – Loc. Laycher m 1500 (Migliore et al., 2011); Val Chalamy
(Allegro & Chiarabaglio, 2008); Val d’Ayas –
Pian di Verra m 2370 (Focarile, 1976); Val di
Gressoney – Colle Ranzola (Magistretti, 1968);
Val di Rhêmes (Allegro & Viterbi, 2009); Val
Ferret – Arnouva m 1850 (Allegro et al., 2011);
Val Ferret – Col Sapin m 2436 (Allegro et al.,
2011); Col Fenêtre (Gaud, 1903b); Val Ferret –
Loc. Greuvettaz m 1750 (Allegro et al., 2011);
Val Ferret – Loc. La Vachey m 2000 (Focarile,
1976); Val Ferret – Pas Entre Deux Sauts m
2300-2524 (Allegro et al., 2011); Val Ferret –
Pont Pailler m 1550 (Allegro et al., 2011); Val
Ferret – Pre de Bard m 2000 (Allegro et al.,
2011); Val Ferret – Rifugio Elena m 2200 (Allegro et al., 2011); Val Ferret – Vallone di Arminaz
80. Limodromus assimilis (Paykull, 1790)
[Dimensioni: 10-13 mm. Corotipo: SIE. Stato
Alare: M. Ecologia: I-B.]
Blavy – Val Dessus m 1300 (Bisio, 2013); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400 (Bisio, 2006);
Challand-Saint-Anselme m 1000 (Bisio, 2006);
Champoluc (Magistretti, 1965); Cogne (Magistretti, 1965); Col Ferret (Magistretti, 1965);
Gaby (Allegro, 2000); ibidem a m 1050 (Bisio et
al., 2012); Gressoney (Magistretti, 1965); Gressoney-Saint-Jean m 1500-1900 (negro et al.,
2009); ibidem m 1400 (Bisio et al., 2012); Issime
m 950 (Bisio et al., 2012); Issime – San Grato m
1500-1600 (Bisio et al., 2012); nus m 529 (Bisio,
2013); Perloz m 500 (Bisio et al., 2012); PontSaint-Martin m 340 (Bisio et al., 2012); PontSaint-Martin – Vallone di Rechantez m 900
(Bisio et al., 2012); Praz m 1700-1800 (Bisio,
2013); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio,
29
BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
2008); Valpelline (Henry, 1935); Valsavarenche
(Magistretti, 1965); Valtournenche (Henry,
1938); Verrès (Bisio, 2006).
ARnAD – Loc. Château Vallaise m 433-505;
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015; GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; QUART –
Loc. Olleyes m 605-679; SAInT-MARCEL m 620;
VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
84. Microlestes fissuralis (Reitter, 1901)
[Dimensioni: 2,4-3,1 mm. Corotipo: TUE. Stato
Alare: P. Ecologia: A.]
Verrès m 450 (Bisio, 2006).
QUART – Loc. Olleyes m 605-679.
on
ly
85. Microlestes minutulus (Goeze, 1777)
[Dimensioni: 2,9-3,3 mm. Corotipo: OLA. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Brusson (Magistretti, 1965); Val Chalamy (Allegro & Chiarabaglio, 2008); Val Ferret – Loc.
Meyen m 1550 (Allegro et al., 2011); Verrès m
450 (Bisio, 2006).
SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850.
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*86. Microlestes negrita (Wollaston, 1854)
[Dimensioni: 2,9-3,4 mm. Corotipo: MED. Stato
Alare: P. Ecologia: A.]
QUART – Loc. Olleyes m 605-679.
nOTE: la presente segnalazione risulta la prima
per la Valle d’Aosta.
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81. Cymindis (Cymindis) scapularis scapularis
Schaum, 1857
[Dimensioni: 10-12 mm. Corotipo: SEU. Stato
Alare: P. Ecologia: A.]
Ayas – Loc. Antagnod: Alpe Mezan m 2000
(Bisio, 2006); Brusson – Loc. Estoul m 1800
(Bisio, 2006); Brusson – Loc. Extrepieraz m 1400
(Bisio, 2006); Brusson – Loc. Fenilia m 1400
(Bisio, 2006); Cogne (Magistretti, 1965; Focarile,
1975b: leg. Tasso, Schatzmayr, Koch; Allegro,
2000); Gran San Bernardo (Ghiliani, 1887); Gressoney (Magistretti, 1965); Gressoney-Saint-Jean
– Piani di Loo Inferiori m 1800 (Bisio et al.,
2012); La Thuile (Pavesi, 1904: Alzona in litt.);
Saint-Marcel – Loc. Bren m 1900 (Migliore et al.,
2011); Saint-Marcel – Loc. Druges m 1700 (Migliore et al., 2011); Saint-Marcel – Loc. Laycher
m 1500 (Migliore et al., 2011); Saint-Pierre –
Vetan (Focarile, 1975b); Val Chalamy (Allegro &
Chiarabaglio, 2008); Val di Cogne (Allegro & Viterbi, 2009); Val Ferret – Mont de la Saxe m 23002348 (Allegro et al., 2011); Vallone di Dondena
(Allegro & Chiarabaglio, 2008); Valsavarenche
(Magistretti, 1965; Allegro & Viterbi, 2009).
GRESSAn – Loc. Champlan m 967-1015.
nOTE: specie steppica, diffusa dal caucaso ai Pirenei, popola tutte le Alpi occidentali e tutti gli
Appennini a Sud fino alla Sila (Focarile, 1975b).
nOTE: la presente segnalazione risulta la prima
per la Valle d’Aosta.
82. Cymindis (Menas) miliaris (Fabricius, 1801)
[Dimensioni: 8,5-10,5 mm. Corotipo: TUE. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Aosta (Magistretti, 1965); Verrayes – Loc. Tessella (Henry, 1915).
SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850.
*83. Apristus europaeus Mateu, 1980
[Dimensioni: 4-5 mm. Corotipo: SEU. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850.
30
87. Philorhizus melanocephalus (Dejean, 1825)
[Dimensioni: 2,5-3,5 mm. Corotipo: TEM. Stato
Alare: M. Ecologia: A-B.]
Ayas – Fiery (Magistretti, 1965; Sciaky, 1991);
Brusson (Magistretti, 1968); Chamois (Magistretti, 1965); Verrès m 450 (Bisio, 2006).
MORGEx – Loc. Lavancher m 1000.
nOTE: specie che vive nei terreni umidi, sotto detriti vegetali o alla base di grandi massi interrati.
Erroneamente indicata come specie corticicola,
in realtà il suo rinvenimento nell’ambiente subcorticale è da ritenersi accidentale (Bisio, 1996).
88. Lamprias cyanocephalus (Linnaeus, 1758)
[Dimensioni: 5-8,5 mm. Corotipo: PAL. Stato
Alare: M. Ecologia: A.]
Aosta – Loc. Fourches (Iehl, 1909); Brusson –
Loc. Fenilia m 1400 (Bisio, 2006); ChallandSaint-Anselme – Loc. Arcesaz m 1100 (Bisio,
2006); Pré-Saint-Didier (Magistretti, 1965).
GRESSAn – Loc. Tour de Villa m 634-691; MOnTJOVET – Loc. Balmet m 395-471; MORGEx –
Loc. Lavancher m 1000; QUART – Loc. Olleyes
m 605-679; SAInT-PIERRE – M.te Torrette m 850;
VILLEnEUVE – Loc. Châtelet m 709-719.
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
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DISCUSSIOnE
Durante i tre anni di indagine, le specie di Coleotteri Carabidi censite sono risultate tutte o quasi caratterizzate da vasta geonemia, con distribuzione
principalmente paleartica, asiatico-europea o sibiricoeuropea e, secondariamente, europea e olartica, testimonianza di un popolamento a gravitazione
prevalentemente settentrionale (Fig. 4).
Gli indici di biodiversità ottenuti hanno dato
un’indicazione per caratterizzare le aree indagate e
hanno permesso di evidenziare una cenosi poco diversificata nell’area di Saint-Pierre (M.te Torrette) e una
di media diversità nelle aree di Aymavilles (Les Crêtes) e di Morgex (Lavancher). Diversamente le tre aree
della bassa Valle (Donnas, Arnad e Montjovet) hanno
rivelato una cenosi ben diversificata, che mostra un
indice di Shannon-Wiener molto elevato, che per
Montjovet raggiunge valore 2,19 e per Arnad valore
2,06. Questo dato, particolarmente positivo per la
bassa Valle, è indubbiamente legato alla presenza nelle
aree indagate di corsi d’acqua (torrenti e rigagnoli) e
di boschi stabili che formano una fascia continua tra
gli appezzamenti coltivati a vite. Questi, insieme alla
presenza di numerose fasce di incolti stabili coperte
da arbusti e piante erbacee, rappresentano un’importante zona rifugio per i Carabidi. Questi risultati sono,
tuttavia, da considerarsi preliminari e in futuro saranno
integrati con analisi che tengano conto della conduzione agronomica degli appezzamenti, delle condizioni microclimatiche e della tipologia delle aree
circostanti. Gli indici di Shannon-Wiener, Total numbers e Richness possono non essere la miglior misura
del valore di conservazione di un’area ad alta biodiversità e possono non coincidere con il totale delle
specie rare (Prendergast et al., 1993). Un buon indicatore dovrebbe infatti anche riflettere il livello di endemicità e l’abbondanza di specie rare o in pericolo di
estinzione (Rainio & niemelä, 2003).
nella cenosi carabidica, in tutte le aree indagate, la frazione di elementi macrotteri è predominante, caratteristica di popolazioni di ambienti
instabili come quelli agrari o soggetti a forte variabilità
climatica (ambienti ripari, praterie) (Rainio & niemelä, 2003; Rushton et al., 1989; Blake et al., 1996)
(Fig. 4). La componente brachittera, per numero di
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nelle differenti sottofamiglie di Carabidi le
specie sono state catturate in quantità molto variabili.
I dati di raccolta, elaborati mediante Microsoft Windows Excel (utility Biological Toolbox 0.1) per ricavare gli indici di biodiversità (Shannon-Wiener, Total
numbers e Richness) sono riportati in Tab. 2.
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Tab. 2. Coleoptera Carabidae - indici di biodiversità: Shannon-Wiener, Total numbers e Richness.
Località
N
Saint Pierre - Torrette (850 m)
Aymavilles - Les Crêtes (710 m)
Shannon-Wiener
Total numbers
Richness
1,33
978
23
0,76
1916
26
Morgex - Lavancher (1000 m) anno 2006
1,31
3164
23
Arnad (433-505 m)
2,06
797
33
Morgex - Lavancher (1000 m) anno 2007
Montjovet (395-471 m)
Quart (605-679 m)
Saint-Denis (668-745 m)
Donnas (320-420 m)
Gressan-Champlan (967-1015 m)
Gressan-Tour (634-691 m)
Villeneuve (709-719 m)
1,34
2,19
2828
209
1,45
2756
1,86
849
1,76
1032
1,59
3175
1,59
2065
1,56
1266
31
24
48
28
19
44
33
30
31
BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
phonus (Pseudoophonus) rufipes (De Geer, 1774),
specie macrottera che insieme a C. fuscipes graecus è
notoriamente, in Europa, molto abbondante in quasi
tutti i campi coltivati (Thiele, 1977). nelle sole aree
di Arnad e di Donnas, P. rufipes risulta avere una densità di popolazione superiore a quella di C. fuscipes
graecus. nel corso del triennio di raccolta solo quattro
specie sono risultate presenti in tutte le undici località
indagate: C. fuscipes graecus Dejean, 1831 e gli Har-
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specie, risulta essere poco significativa, ma da un
punto di vista quantitativo comprende alcuni dei taxa
dominanti, tra cui Calathus (Calathus) fuscipes graecus Dejean, 1831: entità questa dotata di una delle
maggiori densità di popolazione individuate, in tutte
le undici aree indagate, e che rappresenta un importante elemento della carabidofauna stanziale. In
ognuna delle località studiate è però presente e numericamente molto rilevante anche l’Harpalino Pseudoo-
Fig. 4. Coleoptera Carabidae. A: Corotipo specie dell’alta Valle d’Aosta (Morgex - Loc. Lavancher m 1000); B: Corotipo specie
della media Valle d’Aosta (Saint-Denis - Loc. Grossa Golliana m 668-745; Quart - Loc. Olleyes m 605-679; Gressan - Loc.
Tour de Villa m 634-691; Gressan - Loc. Champlan m 967-1015; Saint-Pierre - M.te Torrette m 850; Aymavilles – Loc. Les
Crêtes m 710; Villeneuve – Loc. Châtelet m 709-719) ; C: Corotipo specie della bassa Valle d’Aosta (Donnas - Loc. Ronc Gias
m 320-420; Arnad - Loc. Château Vallaise m 433-505; Montjovet - Loc. Balmet m 395-471). Stato dello sviluppo alare delle
specie raccolte (M = macrottero; P = pteripolimorfo; B = brachittero) nell’alta (D), media (E) e bassa (F) Valle d’Aosta. Ecologia
delle specie raccolte (A = specie steppiche o di ambienti aperti; B = specie silvicole; I = specie igrofile) nell’alta (G), media (H)
e bassa (I) Valle d’Aosta (per le sigle vedere la legenda delle abbreviazioni in Materiali e Metodi).
32
Carabidi in agroecosistemi della Valle d’Aosta
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igrofile in oggetto che, essendo macrottere, sono in
grado di colonizzare facilmente nuove aree che presentino caratteristiche a loro congeniali.
Delle 88 specie censite, 12 sono risultate esclusive dell’ambiente meleto (o di tipologie ambientali
confinanti con meleto), 26 dell’ambiente vigneto (o di
tipologie ambientali confinanti con vigneto) mentre le
restanti 50 erano comuni a entrambe le tipologie ambientali. Ricerche analoghe, svolte in Friuli Venezia
Giulia (zandigiacomo et al., 1987), in Provincia di Verona (Daccordi & zanetti, 1987), in Valtellina (Sciaky
& Trematerra, 1991), in Provincia di Brescia (Sciaky
et al., 1993) e nel Cantone Ticino, in Svizzera (Trivellone et al., 2013), tese ad individuare la distribuzione
e la densità dei Coleotteri Carabidi frequentatori dei
vigneti e dei meleti hanno evidenziato, per quanto rigurda i taxa individuati, risultati simili a quelli del presente lavoro che quindi è rappresentativo della
carabidofauna di questi ambienti.
In tutte le macroaree nelle quali sussiste la presenza di boschi stabili intorno ai frutteti sono presenti
alcuni elementi preferenzialmente silvicoli, catturati
direttamente all’interno dei boschi o in zone limitrofe
a questi. Ad esempio sono risultate particolarmente
importanti le aree boschive di Quart – Loc. Olleyes e
Gressan – Loc. Champlan che ospitano varie specie
silvicole e, tra queste, una rigogliosa popolazione del
Carabino C. (Archicarabus) nemoralis nemoralis O.F.
Muller, 1764. Lo stesso si può dire per quelle di Arnad
e Saint-Denis che sono rilevanti per lo sviluppo di floride popolazioni del Carabino elicofago C. (Chaetocarabus) intricatus Linnaeus, 1761, una specie in forte
declino in varie zone dell’Europa settentrionale a
causa della “pulizia del bosco” (forest cleaning) (Turin
et al., 2003). In Valle d’Aosta è risultata fondamentale,
per la sopravvivenza di C. intricatus, la grande capacità della specie nell’adattarsi a vivere in piccole fasce
di bosco molto rarefatto nonché nei meleti e vigneti,
in particolare, in questi ultimi, quando allevati a pergola. Molto interessante è stata la presenza di discrete
popolazioni di Carabidi silvicoli all’interno di piccole
fasce boschive, circondate da campi e frutteti, a rimarcare il ruolo fondamentale svolto da queste aree di rifugio per la salvaguardia della biodiversità.
In ultima analisi, in base a questi risultati, si
evidenzia ulteriormente l’importanza delle fasce di
aree naturali, rappresentate da boschi e da prati incolti
stabili, che svolgono un ruolo di serbatoio e di corridoio ecologico per le specie stenoecie (predatrici e non
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palini P. rufipes (De Geer, 1774), Harpalus (Harpalus) serripes (Quensel in Schönherr, 1806) e H. (Harpalus) tardus (Panzer, 1797). Queste quattro entità
inoltre, insieme a Calathus (Neocalathus) erratus erratus (C.R. Sahlberg, 1758), C. (Neocalathus) melanocephalus (Linnaeus, 1758) e P. (Pseudoophonus)
griseus (Panzer, 1796), sono anche risultate quelle numericamente più rilevanti, arrivando a rappresentare
l’87,7% degli individui totali catturati. C. fuscipes
graecus è, in assoluto, la specie maggiormente rappresentata, con un totale di 9.713 individui. A questi seguono i 4.276 esemplari di C. erratus e i 2.371 di P.
rufipes.
Esaminando la composizione delle carabidocenosi notiamo una discreta differenza fra le aree coltivate a vigneto e quelle coltivate a meleto. nelle
prime (Saint-Pierre, Aymavilles, Morgex, Saint-Denis
e Donnas) si nota la totale assenza di elementi fortemente igrofili che è indubbiamente determinata dalle
condizioni microclimatiche dei versanti coltivati a
vite: l’esposizione della gran parte degli appezzamenti, principalmente rivolta a sud, favorisce infatti
le escursioni termiche e la rapida disidratazione della
vegetazione al suolo, fattori questi sfavorevoli all’insediamento di specie tanto amanti dell’acqua. Quasi
la totalità delle cenosi carabidiche sono qui rappresentate, come ci si poteva aspettare, da specie tendenzialmente xero-termofile, caratteristiche degli ambienti
aperti e soleggiati e frequenti in quelli agrari (Rushton
et al., 1989; Rainio & niemelä, 2003) e da specie che
preferiscono le condizioni aride (Blake et al., 1996).
In altre aree coltivate a vigneto (Arnad e Quart) l’insolita cattura di specie igrofile è in realtà risultata limitata a piccoli lembi marginali di terreno in cui
scorrono dei corsi d’acqua e, nel caso di Arnad, anche
solo limitata al periodo in cui un piccolo ruscello defluisce all’interno di un boschetto a lato dei vigneti.
Anche nelle aree coltivate a meleto (Gressan – Loc.
Tour de Villa e Villeneuve – Loc. Châtelet) la cattura
di un discreto numero di elementi igrofili era direttamente collegata alla presenza sul territorio di torrenti
e canali. A una prima analisi risultava invece insolita
la presenza di due specie igrofile: Limodromus assimilis (Paykull, 1790) e Pterostichus (Platysma) niger
(Schaller, 1783) anche nella stazione di Gressan – Loc.
Champlan in cui non sono presenti corsi d’acqua. Va
però constatato che il sito in questione, grazie a una
costante irrigazione durante gran parte dell’anno, presenta caratteristiche di umidità ideali per le specie
33
BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
come ci si poteva aspettare, sono tutte o quasi tendenzialmente xero-termofile.
RInGRAzIAMEnTI
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Desideriamo ringraziare vivamente gli specialisti di Carabidi che hanno collaborato nell’identificazione delle specie raccolte nel corso della presente
ricerca: Dr Gianni Allegro del CRA/PLF (Unità di Ricerca per le Produzioni Legnose Fuori Foresta - Casale
Monferrato, AL); Prof. Achille Casale (Dipartimento
di zoologia e Genetica Evoluzionistica, Università di
Sassari); Dr Pier Mauro Giachino (Settore Fitosanitario Regionale - Regione Piemonte); Dr Maurizio Pavesi (Museo Civico di Storia naturale di Milano).
Ringraziamo inoltre il Dr Matteo negro (Dipartimento
di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, Università
di Torino) per l’aiuto prestato nell’analisi degli indici
di biodiversità. Siamo ulteriormente grati al Prof.
Achille Casale per gli utili seggerimenti e critiche alla
versione originale del manoscritto. Infine, ringraziamo
il Dr Michele Freppaz del Dipartimento di Scienze
Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, per la caratterizzazione geografica, pedologica e
climatica delle aree valdostane indagate.
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alate), offrendo loro facoltà di dispersione in tutto
l’ambiente e fungendo da vero e proprio tessuto connettivo fra gli appezzamenti coltivati a frutteto
(Schmidt et al., 2005; Clough et al., 2005). Questo,
inoltre, permette di ottenere un ambiente più complesso e stabile. Con la perdita di tali aree di rifugio
tutte le specie dotate di scarsa vagilità sarebbero probabilmente destinate a scomparire (niemelä, 2001).
Come già detto in precedenza, le aree oggetto
della presente ricerca sono rappresentate quasi totalmente da terreni agricoli, coltivati prevalentemente a
vigneto e/o a meleto, in gran parte esposti a sud e caratterizzati da elevate escursioni termiche e dalla rapida disidratazione della vegetazione al suolo. Questa
tipologia di ambiente, soggetta a un forte disturbo antropico, risulta poco studiata da un punto di vista naturalistico, in quanto le specie che vi abitano sono
solitamente classificate come euritopiche e di nessun
interesse particolare per lo studio della biodiversità in
relazione alla presenza di specie rare e a rischio di
estinzione (Kromp, 1999). Questo potrebbe spiegare
perché, in quasi la totalità delle località indagate, la
presente ricerca ha permesso di individuare un numero
notevole di specie nuove per la Valle d’Aosta e nuove
località per specie già segnalate in precedenza che,
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BUSATO - BERTIGNONO - BRUNET - MADORMO - ALMA
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MEMORIE SOC. ENTOMOL. ITAL., 92 (1-2): 39-75, ISSN 0037-8747
15 DICEMBRE 2015
Giacomo ASSAnDRI*
L’odonatofauna (Insecta Odonata) delle basse Valli di Susa, Sangone e di Lanzo
(Torino, Italia)
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Riassunto: In alcune aree geografiche d’Italia le conoscenze sulla distribuzione degli Odonati sono scarse. L’obiettivo del presente contributo
è quello di colmare le lacune conoscitive sull’Odonatofauna delle basse valli di Susa, Sangone e di Lanzo (TO, Italia nW). Le limitate informazioni disponibili (153 dati) sono state analizzate criticamente e integrate mediante un’approfondita prospezione del territorio. Tra il 2009 e
il 2013 sono state effettuate 137 uscite in 34 siti di campionamento di natura piuttosto varia (28 lentici e 6 lotici), durante le quali sono stati raccolti ulteriori 913 dati. nell’area di studio sono note con certezza 45 specie, per 37 delle quali si hanno prove di riproduzione. Tre specie
segnalate in passato non sono state confermate, 8 sono nuove segnalazioni per l’area rispetto all’atlante regionale (Boano et al., 2007). Complessivamente sono state individuate numerose comunità odonatologiche ricche e diversificate oltre ad alcune specie localizzate in Italia nordoccidentale (Boyeria irene, Onycogomphus uncatus, Cordulegaster bidentata e Somatochlora flavomaculata). Statisticamente, nei siti non
protetti dell’area di studio, non sono presenti meno specie rispetto a quelli protetti (Parchi Regionali e S.I.C.), a testimoniare un’inadeguatezza
della rete di aree protette nell’ottica di perseguire la conservazione di questo taxon nell’area di studio, già soggetta a forti pressioni antropiche
che minacciano alcuni siti di pregio. Si fornisce infine un’indicazione qualitatitva e quantitativa del periodo di volo delle specie presenti nell’area
di studio.
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Abstract: Odonate fauna (Insecta Odonata) of the low Susa, Sangone and Lanzo valleys (Turin, Italy).
In some geographical areas of Italy, even the simple knowledge about the distribution of Dragonflies is scarce. The objective of this paper is to
fill the knowledge gaps on Odonate fauna of the low Susa, Sangone and Lanzo valleys (Turin, nW Italy), an area for which there was limited
prior knowledge. The available information (153 records) have been reviewed and updated at the same time through an in-depth exploration of
the territory (between 2009 and 2013), which involved 137 field surveys on 34 sampling sites of diverse nature (28 lentic and 6 lotic), which
produced further 913 records. Overall in the study area were found a total of 45 species, with reproduction ascertained for 37 of them. The occurrence of 3 species recorded in the past was not confirmed and 8 are new (compared to the 2007 regional atlas). Some rich and diverse communities were found and also some species considered rare in north-Western Italy (Boyeria irene, Onycogomphus uncatus, Cordulegaster
bidentata and Somatochlora flavomaculata). Statistically, in the non protected sites there are no less species than those of protected sites (Regional Parks and SPAs). This underline an inadequacy of protected areas network in order to pursue the conservation of this taxon in the studied
region, already subjected to a strong anthropogenic pressures that is threatening some sites of great value. It is finally given a qualitative and
quantitative indication of the species’ flight periods.
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Key words: Dragonflies diversity, Dragonfly conservation, Susa, Lanzo, Sangone, nW Italy, Flying period.
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InTRODUzIOnE
Gli Odonati sono considerati buoni bioindicatori di qualità ambientale (Clark & Samways, 1996;
Chovanec & Raab, 1997; Chovanec & Waringer,
2001; Simaika & Samways, 2011) sia per gli ambienti
acquatici, sia per il contesto paesaggistico in cui essi
sono inseriti (Corbet & Brooks, 2008; Raebel et al.
2012). La mancata o inadeguata protezione degli ambienti umidi ha causato un notevole declino di questo
taxon, particolarmente minacciato dalla perdita, frammentazione o alterazione degli habitat, causati dall’intensificazione dell’agricoltura e dell’antropizzazione
sul territorio, dall’inquinamento e dell’eutrofizzazione
dei corpi idrici, dalla diffusione di specie aliene inva-
sive e dal cambiamento climatico (Declerck et al.,
2006; Strayer, 2006; Corbet & Brooks, 2008; Clausnitzer et al., 2009; Samways & Sherrat, 2009).
Sebbene gli Odonati siano attualmente l’unico
ordine di insetti per cui sia stata portata a termine una
valutazione globale del loro status di conservazione
(Clausnitzer et al., 2009), la stessa indagine ha evidenziato una rilevante mancanza di informazione e di
conseguenza un’urgente necessità di nuove ricerche
di campo. Se queste urgenze sono particolarmente evidenti per le regioni tropicali, dati dettagliati sulla distribuzione degi odonati sono lacunosi anche per
alcune aree geografiche d’Italia. Il Piemonte da questo
punto di vista rappresenta un’eccezione, in quanto di-
Giacomo Assandri, Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, Università di Pavia, Via Ferrata 9, 27100 Pavia, Italia.
E-mail: [email protected]
*
39
ASSANDRI
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AREA DI STUDIO. L’area di studio è localizzata in Piemonte occidentale (Provincia di Torino) a circa 15 km
dal capoluogo regionale (Fig. 1).
Essa si estende per circa 160 km2 e interessa
parzialmente i bacini idrografici dei fiumi Dora Riparia (comprensivo del bacino del torrente Messa), Stura
di Lanzo (comprensivo del bacino dei torrenti Ceronda
e Casternone) e del torrente Sangone. I settori ecogeografici interessati (De Biaggi et al., 1990) sono primariamente l’Anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana
e marginalmente le Prealpi torinesi e l’adiacente piana
di Torino.
L’area è prevalentemente planiziale (300-350
m s.l.m.), sebbene raggiunga i 1150 m s.l.m. del monte
Musinè e interessi l’anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana, la cui elevazione è compresa fra i 400 e i 641
m s.l.m. del Moncuni.
Il clima è in generale asciutto, con eccessi termici e fenomeni meteorici di rilevanza marcata piuttosto rari. L’inverno non è rigido, mitigato rispetto alla
pianura dalle brezze e dal föhn, che impediscono il ristagno di aria fredda. I mesi più freddi sono gennaio e
dicembre, quello più caldo luglio. Il regime pluviometrico è tipicamente prealpino, con massimo primaverile principale in maggio e uno secondario in autunno.
La piovosità media annua è di circa 1000 mm, con 75100 giorni piovosi l’anno (Mercalli, 2002).
nell’area sono presenti alcune aree tutelate: il
Parco naturale Regionale dei Laghi di Avigliana e relativa area contigua (su cui insiste anche un S.I.C.),
una piccola porzione dell’area contigua della fascia
fluviale del Po-tratto torinese e il S.I.C. “Monte Musinè e Laghi di Caselette”.
I siti di campionamento (Tab. 1; Figg. 1-6) sono
stati scelti utilizzando la cartografia regionale tematica,
validata con sopralluoghi ad hoc. Per l’individuazione
degli ambienti lentici e palustri si è fatto riferimento ai
seguenti dati: Idrografia 1:10.000 (1991-1995) – Laghi
e all’opera “Le zone umide del Piemonte” (layer: laghi,
stagni e paludi, torbiere, laghi di cava, invasi artificiali)
aggiornata al 2010 (Gruppo di lavoro sulle zone umide
del Piemonte, 2011). Ciò ha permesso l’individuazione
di 62 elementi lotici-palustri (55 tra laghi e stagni, 3
aree paludose, 4 torbiere). Di questi 28 sono stati campionati. non sono stati campionati alcuni siti non liberamente accessibili (e.g. laghetti per la pesca sportiva,
laghi di cava), di dimensioni troppo ridotte, o prossimi
ad altri siti campionati.
Per quanto riguarda gli ambienti lotici si è fatto
riferimento ai seguenti dati: Idrografia 1:10.000 (19911995) – Elementi idrici (per gli elementi naturali) e a
Gruppo di lavoro sulle zone umide del Piemonte (op.
cit.; layer: acque correnti artificiali) per quanto riguarda
il reticolo idrografico artificiale. Il reticolo idrografico
appare piuttosto complesso (Fig. 1), con due corsi d’acqua principali, la Dora Riparia e il torrente Sangone. Il
fiume Dora Riparia non presenta caratteristiche ambientali idonee agli Odonati (sopralluoghi preliminari), per
cui essa è stata esclusa dai campionamenti. non tutti gli
elementi del reticolo idrografico riportati in Fig. 1 sono
effettivamente esistenti e, in alcuni casi, si tratta di corsi
d’acqua a carattere temporaneo (ad esempio i rii Garosso
nell’anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana). Si è infine
scelto di campionare 6 tratti di corsi d’acqua ritenuti rappresentativi dell’area e di conseguenza della comunità
di Odonati reofili.
I 34 siti di campionamento indagati sono stati
raggruppati in 12 “sovra- zone” uniformi dal punto di
vista geografico (Fig. 1; Tabs. 1 e 2).
Sia per gli ambienti lotici, sia per gli ambienti
lentici, si è tenuto conto anche di dati occasionali raccolti al di fuori delle stazioni di campionamento individuate (anche questi riportati in Fig. 1 e Tab. 1).
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spone di un atlante regionale relativamente aggiornato
(Boano et al., 2007), basato però su una serie temporale piuttosto lunga e su una prospezione del territorio
ampia, ma disomogenea e non esaustiva.
Lo scopo del presente lavoro è quello di aggiornare le conoscenze sull’odonatofauna di un settore della
regione Piemonte mediante un’approfondita prospezione del territorio e contestualmente di sintetizzare e
revisionare i dati pregressi già disponibili. I dati così ottenuti sono presentati in forma di rassegna completa per
biotopi, in modo da essere facilmente utilizzabili per ulteriori approfondimenti e confronti temporali e in seguito analizzati al fine di: i) valutare l’effetto delle
misure di protezione dei biotopi per gli Odonati, ii) fornire un’indicazione qualitativa e quantitativa della fenologia delle specie nell’area, utile, anche solo alla scala
locale, a costituire una base solida per eventuali studi
futuri sugli effetti del clima su questo taxon, già dimostrati per alcune aree d’Europa (Hickling et al., 2005;
Hassall et al., 2007; Hassall & Thompson, 2008).
40
MATERIALI E METODI
Sono stati inclusi nel database (comprensivo di
1066 records) tutti i dati noti relativi alla presenza di
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
gran parte riferibili a campioni conservati in collezioni
entomologiche, in particolare la collezione del Museo
Civico di Storia naturale di Carmagnola, la collezione
del Parco naturale dei Laghi di Avigliana e la collezione privata “E. Balestrazzi” di Pavia). Questi dati,
oltre che nella forma sintetica dell’atlante, erano già
stati pubblicati dettagliatamente nel “catalogo topo-
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Odonati nell’area di studio. La base di partenza è stata
il primo atlante regionale sugli Odonati (Boano et al.,
2007). Esso raccoglieva le poche (12) informazioni bibliografiche (e storiche) relative all’area di studio, derivanti dai lavori di Ghiliani (1874; 1874b), navas
(1935), Capra & Galletti (1978) e 68 dati inediti per
l’area di studio (raccolti nel periodo 1975-2003 e in
Fig. 1. Carta dell’area di studio (entro il confine bianco). I cerchi neri identificano i siti campionati, quelli bianchi le località
con dati occasionali, i riquadri le sovrazone (la legenda è riportata in Tab. 1). Sono evidenziati i rilievi, il reticolo idrografico e
gli ambienti lentici e palustri. Il verde chiaro e il simbolo + evidenziano i Siti di Importanza Comunitaria, il verde scuro e il
simbolo * i Parchi Regionali e le relative zone contigue, dove i simboli si sovrappongono le aree sono da intendersi soggette a
entrambi i vincoli.
41
42
Torrente Casternone
e suoi affluenti
2
Monte Musinè
Stagni “La Soldanella”
6
8
9
7
Anfiteatro Morenico
di Rivoli-Avigliana
Stagni di
Villar Dora
zone umide
di Caselette
Stagni di Pianezza
5
4
Lago Borgarino
3
Risorgiva Gibione
Sovrazona
1
CS
Confluenza Rio della Verna-Casternone
(Fig. 2)
on
-c
N
Stagno di C.na Balmanera 2
Lago inferiore
Pendici Monte Calvo
18
Stagno 2
Pra Basse
28
27
Stagno Fontana dell’Asino
Stagno Pessina
Stagni di C.na nuova
26
25
Stagni “La Soldanella”
Stagno 4
Stagno 3
24
23
22
Stagno 1 (Fig. 4)
21
20
Monte Musinè
Lago superiore
19
17
Stagno presso Villaggio
16
15
Torbiera di S. Grato
Lago Fontanei
14
13
Stagno di C.na Billia 1
Stagno di C.na Diletta 1
12
11
Stagno di C.na Diletta 2
Stagno di C.na Billia 2 (Fig. 3)
10
9
al
ci
Villarbasse
Rosta
Villarbasse
460
475
390
390
328
360
360
365
378329
379171
377624
378196
378295
372717
372812
372430
372597
378395
380253
380916
381512
380962
380912
384350
383942
384855
383747
385013
386021
385017
385994
383193
380268
379058
379638
379016
on
ly
360
600-1150
420
377
370
377
370
330
330
320
330
325
310
325
310
335
375
393
401
424
Quota (m) UTM_E
e
us
Rosta-Buttigliera alta
Rosta
Villar Dora
Villar Dora
Villar Dora
Villar Dora
Caselette
Caselette
Caselette
Caselette
Caselette
Caselette
Pianezza
Pianezza
Pianezza
Pianezza
Pianezza
Pianezza
Pianezza
Pianezza
San Gillio
Valdellatorre
Valdellatorre
m
er
om
Stagno Azienda agricola Parruquet 1
8
7
Stagno di C.na Balmanera 1
Lago Borgarino e Lago Bonino
Rio Crosa, Borgata Brione
6
5
4
Valdellatorre
Comune
Rio Codano, regione Molino del Martinetto Valdellatorre
3
2
Risorgiva, SE Borgata Gibione
1
CM Località
H
SIC
SIC
SIC
SIC
SIC
SIC
P
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LOT
SIC
LEn-LOT SIC
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LEn
LOT
LOT
LOT
LEn
13
11
20
23
16
7
10
16
16
10
20
6
21
11
9
11
8
16
9
16
8
14
11
23
6
4
8
12
RS
Segue nella pagina successiva
4989805
4990718
4988570
4991824
4993678
4996534
4996618
4996721
4996377
4996802
4996927
4997074
4997158
4997439
4997654
4997565
4997931
4998010
4998036
4998161
4998252
4998361
4998438
4998449
4998885
4999974
5000056
5000234
UTM_n
Tab. 1. Località citate nel presente lavoro. nel primo riquadro sono presentati i 34 siti di campionamento indagati e nel secondo le località citate relativamente a dati
occasionali. Le coordinate UTM sono relative al datum WGS84 (zona 32 T). Abbreviazioni: CS: codice sovrazona; CM: codice riportato nella mappa di Fig. 1; H:
macrotipologia di habitat (LEn: lentico-palustre; LOT: lotico); P: protezione del sito (SIC: sito di importanza comunitaria; PA: Parco naturale Regionale o zona
contigua); RS: ricchezza specifica di Odonati del sito.
ASSANDRI
Torbiera di Trana
12
Torrente Sangone
Laghi di Avigliana
11
10
Sovrazona
CS
Lago Piccolo (Fig. 6)
31
C.na nuova
36
55
54
53
52
51
50
49
48
47
46
45
44
43
42
41
40
39
360
365
370
355
360
Almese
356
Villarbasse-Rivalta
Avigliana
Valdellatorre
e
us
Villarbasse-Rivalta
Villarbasse
Villarbasse
Villarbasse
Trana
Rosta
Rosta
Rivoli
Reano
al
ci
Reano
Pianezza
Pianezza
Pianezza
Pianezza
Buttigliera Alta
360
337
356
366
356
374
374437
374629
380629
380931
381931
380931
379931
378931
374931
379931
378931
380931
374931
377931
384883
384166
384536
385563
376931
374854
377931
380344
376273
374305
373446
on
ly
385
464
600
466
428
442
592
485
325
330
325
314
372
Buttigliera Alta - Rosta 380
372176
373092
Quota (m) UTM_E
Sangano-Villarbasse- 341-293
Bruino-Rivalta di
Torino
Sangano
Trana
Avigliana
Torrente Messa, ponte di via delle Granaglie Almese
Dora Riparia, Ponte di Avigliana
Rio Granero, Borgata Brione
C.na Ronco
C.na Pigai
C.na Malpensà
Cimitero di Villarbasse
Cà di Paglia
Moncuni
Cresta Grande
Centro urbano
C.na Bremont
Case Mareschi
Collina fra Reano e Buttigliera
Stagno Azienda agricola Parruquet 2
Pozza di Case Parga
Stagno di C.na Ghiona
Avigliana
Avigliana
Comune
m
er
om
Stagno di C.na Giuseppina nuova
Torre Bicocca
37
38
Laghetto “i 3 pais”
35
on
-c
N
Torrente Sangone, tra Ponte Sangano e
C.na. Rifoglietto
34
Torrente Sangone, SE di Trana
Torbiera di Trana
33
32
Lago Grande
Palude dei Mareschi (Fig. 5)
30
29
CM Località
Tab. 1. Continua dalla pagina precedente.
4992426
4996400
4994341
4999026
4987757
4988757
4988757
4988757
4989757
4989757
4990757
4991757
4991757
4990757
4990757
4998228
4998289
4997760
4998846
4992757
4996184
4992757
4987031
4988024
4989367
4990436
4991695
UTM_n
LEn
LOT
LOT
LEn
LEn
LEn
H
PA
PA
PA
PA
P
10
5
15
23
5
28
RS
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
43
ASSANDRI
contributo si riferisce invece ad anni recenti (20072013) ed è da considerarsi inedita. In piccola parte
(73) sono dati raccolti a vario titolo in vista di un aggiornamento dell’atlante regionale, ma in massima
parte (913) sono dati inediti raccolti dall’autore con
l’aiuto di alcuni collaboratori nel corso di 137 uscite
(intese come visita in uno dei 34 siti di campionamento) fra il 2009 e il 2013.
Tutti i dati analizzati fanno riferimento esclusivamente agli stadi immaginali degli Odonati, che
rappresentano lo stadio dello sviluppo più facile e speditivo da censire, meno costoso e meno invasivo (Raebel et al., 2010).
Uscite sistematiche sono state condotte fra maggio e settembre, periodo di volo principale delle specie
italiane. A queste si sono aggiunte alcune ulteriori
uscite nei mesi di aprile e ottobre-novembre, effettuate
al fine di meglio definire i periodi di volo delle specie
precoci e tardive. Per i campionamenti sono state preferite giornate tiepide, soleggiate e senza vento.
I dati relativi ad anni recenti si riferiscono in
maggioranza a soggetti identificati direttamente in
campo tramite osservazione diretta (visual census) con
l’ausilio di un binocolo o esaminati in mano dopo la
cattura con retino, al fine di determinare le specie più
problematiche. Laddove ritenuto utile per successive
verifiche, sono state scattate fotografie degli esemplari
e in una minima parte di casi sono stati prelevati alcuni
campioni, depositati presso il Museo Civico di Storia
naturale di Carmagnola (Torino).
Tutti i comportamenti indicativi di riprodu-
om
m
er
ci
al
us
e
on
ly
grafico” delle libellule del Piemonte occidentale (Sindaco, 2007).
La maggior parte dei dati utilizzati nel presente
N
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-c
Fig. 2. Rio della Verna (Val della Torre, TO). 21.08.2013.
Foto: G. Assandri.
Fig. 3. Stagno di C.na Billia 2 (Pianezza, TO). 30.07.2011.
Foto: G. Assandri.
44
Fig. 4. Stagno di Villar Dora 1 (TO). 15.06.2013. Foto: G.
Assandri.
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
conoscenze sulla riproduzione di una specie siano nulle
o scarse (come nel caso dell’area di studio).
Per ogni specie (ammesso che il campione
fosse sufficiente) è stato indicato il periodo di volo
nell’area di studio, definito come il periodo fra la
prima e l’ultima osservazione. Per fornire indicazioni
anche quantitative, è stato utilizzato un indice (If) che
tiene conto dello sforzo di campionamento.
Al fine di valutare la potenziale efficacia della
rete di aree protette al fine di proteggere le comunità di
Odonati presenti nell’area di studio si è utilizzato un modello lineare generalizzato (glm) con distribuzione dell’errore quasi-poissoniana (per tener conto della
sovradispersione del campione), utilizzando il software
R. La ricchezza specifica per sito è stata impiegata come
variabile dipendente, mentre il livello di protezione (non
protetto, S.I.C., parco o area contigua di parco) come
predittore. I valori di significatività (p) sono stati ricalcolati utilizzato la funzione ghlm implementata nel pacchetto multcomp di R con il metodo single-step e
confrontati per mezzo del Tuckey’s test. Sono stati considerati unicamente i 28 ambienti lentici e palustri campionati in quanto per le comunità degli ambienti lotici,
molto diverse in termini di struttura da quelle degli ambienti lentici, era disponibile un campione troppo ridotto.
Inoltre si è tenuto conto solo nel periodo 2009-2013, più
omogeneo dal punto di vista del campionamento.
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zione in un sito (e.g. territorialità, tandem, copula, deposizione, presenza di individui neosfarfallati) sono
stati annotati. Un sito è stato considerato riproduttivo
per una specie basandosi sui criteri proposti da Lee
Foote & Hornungh (2005): i) presenza di maschi maturi per due o più volte; ii) osservazione diretta di coppie in tandem o ovideposizione; iii) presenza di
individui neosfarfallati.
Ciò permette di ottenere un’indicazione abbastanza precisa sulla riproduzione di una specie in un
sito, anche se non di chiarire l’effettivo completamento
del ciclo riproduttivo nello stesso (Raebel et al., 2010).
Si ritiene comunque un buon compromesso laddove le
N
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Fig. 5. Palude dei Mareschi (Avigliana, TO). 02.05.2013.
Foto: G. Assandri.
Fig. 6. Lago Piccolo di Avigliana. 28.08.2013. Foto: G. Assandri.
RISULTATI
nell’area di studio sono note complessivamente 45 specie di Odonati (15 zigotteri e 30 Anisotteri) appartenenti a 8 famiglie. In Appendice 1 è
riportato l’elenco completo delle specie per ogni sito.
La presenza di quattro specie (Lestes dryas,
Gomphus vulgatissimus, Sympetrum depressiusculum
e S. meridionale) non è stata confermata da ricerche
successive all’atlante regionale di Boano et al. (2007)
e il dato riguardante S. meridionale è da considerarsi
dubbio (si veda di seguito la trattazione della specie).
La prospezione sistematica del territorio negli
anni 2009-2013 ha permesso di aggiungere 8 specie a
quelle segnalate in Boano et al. (2007): Calopteryx
splendens, Aeshna mixta, Boyeria irene, Onychogomphus forcipatus, O. uncatus, Orthetrum brunneum,
Sympetrum danae, Sympetrum pedemontanum.
In riferimento ai cinque quadrati UTM 10×10
45
ASSANDRI
Tab 2. Descrizione delle sovra-zone. Per le aree inserite nella Rete natura 2000 si veda anche Sindaco et al. (2009).
Piccola risorgiva colonizzata da Phragmites australis e adiacente a un bosco
umido con prevalenza di Alnus glutinosa. La zona umida è inserita in una
matrice agricola (prevalentemente prati stabili), attraversata da numerosi rii
e piccoli canali.
1
Risorgiva di Gibione
2
Torrente Casternone e suoi affluenti
3
Lago Borgarino
4
Stagni di Pianezza
5
zone umide di Caselette
6
Monte Musinè
7
Stagni di Villar Dora
8
Stagni “La Soldanella”
9
Anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana Area generalmente povera di zone umide in cui sono stati campionati 4
complessi di piccole dimensioni. Gli stagni di C.na nuova sono costituiti da
un laghetto originariamente destinato alla pesca sportiva e ora naturalizzato,
connesso tramite una roggia a un piccolo stagno. Il complesso nel suo insieme
è caratterizzato da ricca vegetazione palustre (Sparganium sp., Typha sp.,
Phragmites australis). Gli stagni Pessina e Fontana dell’Asino sono due piccoli
stagni collinari immersi in una matrice boschivo-prativa. La valletta intermorenica di Prà Basse è in gran parte boscata ed è percorsa da un rio che si
allarga in una conca formando uno stagno con abbondante presenza di Typha sp
Il bacino del torrente Casternone è stato indagato in tre siti campione lungo
un tratto di circa 2 km tra Borgo nuovo e Brione (Val della Torre), con
particolarmente riferimento ai suoi affluenti, il Rio Codano, il Rio della Verna
e il rio Crosa. Essi si presentano in questo tratto come corsi d’acqua di piccole
dimensioni e in gran parte coperti da vegetazione (latifoglie), sebbene
inseriti in una matrice agricola.
on
ly
Sistema di zone umide composto da due laghi artificiali (Lago Bonino e Lago
Borgarino) con vegetazione acquatica piuttosto ricca (Nuphar luteum,
Phragmites australis, etc.) e una piccola palude in via d’interramento. L’area
è inserita in una matrice agricola e tutelata nell’ambito del S.I.C. Monte
Musinè e laghi di Caselette
Insieme di 15 piccoli stagni e pozze di origine artificiale (di cui 8 campionati),
che si distribuiscono su un’area di circa 10 km2 e per lo più caratterizzati da
ricca vegetazione palustre (Nymphaea alba, Typha sp., etc.).
N
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Insieme di piccole zone umide eterogenee dal punto di vista ambientale. Quella
di maggiore estensione è il Lago inferiore, di origine naturale ed esteso per
circa 13 ha, originariamente caratterizzato da una ricca vegetazione palustre,
oggi in gran parte rimossa. Il lago superiore è invece di dimensioni inferiori e
quasi del tutto interrato: a oggi si presenta come un bosco igrofilo circondato
da un canale di acqua libera, nei pressi del quale si sviluppa un prato umido
torboso. Il limitrofo Moncalvo è invece un’area xerotermica presso cui sono
presenti delle pozze naturalizzate prodotte dall’esplosione di ordigni bellici e
da alcuni piccoli rigagnoli, che in due aree ristagnano formando aree torbose
di rilevante interesse naturalistico (Torbiera di S. Grato). nel sito è anche
presente un piccolo laghetto artificiale, ormai naturalizzato, che risale alla
costruzione di un impianto sciistico (abbandonato) sul monte Musinè. L’area è
inserita nel S.I.C. Monte Musinè e laghi di Caselette
E’ il maggior rilievo dell’area di studio e sul versante esposto a sud è
caratterizzato da un ambiente xerotermico. A parte alcuni piccoli rigagnoli e
relative risorgenze, per lo più a carattere temporaneo, non presenta altri habitat
idonei alla presenza degli Odonati. L’area è inserita nel S.I.C. Monte Musinè e
laghi di Caselette
Complesso di 9 piccoli bacini, di cui i 4 più naturalizzati (e liberamente
accessibili) sono stati campionati. Due di questi sono in gran parte interrati e
colonizzati da bosco igrofilo
Complesso di 2 piccoli laghi di cava connessi da un canale. Il più grande, posto
a nord, è destinato a scopo ricreativo e presenta limitato valore naturalistico. Il
più piccolo è invece parzialmente naturalizzato, circondato da alcuni Populus
sp. e Salix alba e invaso da vegetazione palustre prevalentemente ascrivibile a
Typha sp.
Segue nella pagina successiva
46
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
Torbiera di Trana
12
Torrente Sangone
Insieme alla palude dei Mareschi e ai laghi di Avigliana rappresenta le vestigia
di un antico lago morenico. Oggi si presenta come un’area di prati stabili
soggetti a periodico allagamento durante il periodo primaverile e percorsi da
una fitta rete di canali che conservano caratteristiche di discreta naturalità.
e
11
E’ la zona umida più importante dell’area di studio, protetta dall’omonimo
Parco naturale Regionale (oltre cha da un S.I.C. e da una z.P.S.), che interessa
due laghi e una palude di origine morenica. Il lago Grande, 89 ha, si presenta
piuttosto antropizzato e povero di microhabitat palustri conservati. Il lago
Piccolo, 59 ha, più naturale, è alimentato da alcuni rii provenienti dall’altopiano
giavenese ed è immerso in una matrice boschiva, circondato da alcune fasce di
canneto a Phragmites australis e caratterizzato dalla presenza di macrofite
acquatiche flottanti: Potamogeton sp., Nuphar luteum, etc. La palude dei
Mareschi è un’importante zona umida di fondovalle, sebbene parzialment
bonificata e alterata dall’attività di estrazione della torba. L’area propriamente
palustre (circa 50 ha residui) è colonizzata da un popolamento a giunchi, carici
e Phragmites australis, tra cui spicca una piccola porzione di falascheto
(Cladium mariscus). A questa sono frammiste limitate superfici a prato
acquitrinoso, bosco igrofilo (Salix spp., Populus spp., Alnus glutinosa), coltivi
e pioppeti industriali (Dal Vesco et al., 1994). La palude è attraversata dal canale
naviglia, che fa defluire le acque dei laghi nella Dora Riparia.
Il torrente Sangone è stato campionato lungo due tratti del suo medio corso per
un totale di circa 12 km, indicativamente dal ponte di Trana al ponte di Sangano
e dal ponte di Sangano a C.na Cottino (Bruino). In questo tratto il corso d’acqua
scorre su un substrato prevalentemente ghiaioso ed è soggetto a periodico
prosciugamento a causa delle captazioni estive a scopo irriguo. La presenza,
soprattutto nel tratto a valle, di una fitta rete di canali e rogge, permette
comunque la sopravvivenza degli stadi larvali degli Odonati.
us
Laghi di Avigliana
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Tab. 2. Continua dalla pagina precedente.
N
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km (due marginali) utilizzati per l’atlante regionale
(Boano et al., 2007) che interessano l’area di studio, in
uno di questi non era segnalata nessuna specie (il presente lavoro ne aggiunge 16) e nelle altre quattro si sono
rilevate in media 32±4 (range: 21-39) specie, di cui in
media 16±2 (range: 11-22) nuove, 12±5 (range 2-21)
confermate e 5±1 (range: 3-8) non confermate.
Per quattro delle 41 specie contattate a partire
dal 2009 (Erythromma viridulum, Anax parthenope,
Sympetrum danae, S. pedemontanum) non è stata accertata la riproduzione nell’area di studio.
I risultati che si riferiscono ai periodi di volo
sono riportati dettagliatamente nella trattazione sistematica delle specie e nelle Appendici 2 e 3.
Pur esistendo differenze tra la ricchezza specifica fra siti non protetti, protetti o S.I.C (Fig. 7), esse
non sono statisticamente significative (Tab. 3). E’ da
notare che questi risultati sono basati su un campione
ridotto per quanto riguarda le aree protette, mentre per
Fig. 7. Ricchezza specifica di Odonati nei siti lentici dell’area di studio in funzione del grado di protezione degli
stessi.
47
ASSANDRI
quanto riguarda la differenza tra S.I.C. e aree non protette si possono considerare più robusti.
e
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al
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ci
ABBREVIAzIOnI UTILIzzATE nEL TESTO. ♂: maschio/i; ♀:
femmina/e; ind.: individuo/i; cp.: coppie; s.d.: senza
data; pr: data di volo più precoce; ul: data di volo più
tardiva; cBA:collezione Eugenio Balestrazzi; MCCI:
collezione del Museo Civico di Storia naturale di Carmagnola; cPnA: collezione del Parco naturale dei
Laghi di Avigliana. Rilevatori (tra parentesi il numero
di osservazioni conferite): ASG: Giacomo Assandri
(880), EBA: E. Balestrazzi (3), LBE: L. Bertoncino (1),
GBO: Giovanni Boano (8), GAB: Gian Abele Bonicelli
(45), DCA: Daniele Capello (2), BCA: Beppe Castelli
(3), MCH: Matteo Chialva (7), IDG: Ivan Di Già (22),
IEL: Ivan Ellena (3), AFA: Arianna Farsella (9), SFA:
Sergio Fasano (3), CGR: Cristina Grieco (7), VMA: Valentina Mangini (25), GMA: Giovanna Mazzoni (9),
PMI: Piero Migliore / Ass. nat. “Le Gru” (67), LPI: Lorenza Piretta (7), APU: Alessandra Pucci (5), ERI: Elisa
Riservato (11), RSI: Roberto Sindaco (63).
on
ly
TRATTAzIOnE SISTEMATICA DELLE SPECIE. Per ogni specie, di seguito al nome scientifico, è riportato l’autore,
la data di descrizione, il numero di siti di campionamento in cui la presenza della specie è stata accertata
(su 34) e il numero di siti in cui la riproduzione è accertata o probabile. Sono poi elencati in forma sintetica i dati di presenza, raggruppati per sovra-zone e un
breve commento che li descrive. La sistematica utilizzata fa riferimento a Kalkman et al. (2010).
SOTTORDInE zyGOPTERA
Famiglia Calopterygidae
N
1.
REnTE CASTERnOnE E SUOI AFFLUEnTI - Rio Codano, regione Molino del Martinetto: 24.07.2009
(RSI); Rio Crosa, Borgata Brione: 18.06.20131a
(ASG). 3. LAGO BORGARInO: 02.07.2009 (ASG).
4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Balmanera 1: 1♀ il 30.07.2011 (ASG); Stagno di C.na
Balmenera 2: 1♂ il 30.07.2011 (ASG). 7. STAGnI
DI VILLAR DORA - Stagno 1: 1♂ il 05.08.2013
(ASG); Stagno 2: 2♂ il 05.08.2013 (ASG); 8.
STAGnI “LA SOLDAnELLA”: 2♂ il 29.07.2013
(ASG); 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di C.na nuova: 1♀ il 04.07.2009
(ASG), 1♂ il 19.08.2009 (ASG), 1 il 01.09.2010ul
(ASG), 1♂ il 05.08.2013 (ASG); Pra Basse:
28.06.2009 (ASG), 2 ind il 20.07.2010 (ASG),
04.08.2012 (ASG); Stagno Fontana dell’Asino:
3 ind. il 20.07.2010 (ASG); 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 2 cp. il 22.06.2009
(ASG), 15.07.2010 (ASG); 3 ind. il 28.08.2013
(ASG, GAB); Lago Piccolo: 01.07.2009 (ASG);
15.07.2010 (ASG). 12. TORREnTE SAnGOnE - SE
di Trana: 15.07.2013; tra ponte di Sangano e C.na
Rifoglietto: 10.07.2009 (ASG), 26.07.2010
(ASG), 1♂ il 27.07.2013 (ASG). ALTRE LOCALITà
- Rio Granero, Borgata Brione: 1 il 24.07.2009
(ASG), 21.08.2013 (ASG).
nell’area di studio è presente la sottospecie caprai (Conci, 1956).
In Piemonte è ampiamente distribuita in pianura e
collina (Boano et al., 2007). nell’area di studio si
riscontra in ambienti di acque correnti (torrenti, ruscelli e rogge), dove è talora abbondante. Un buon
numero di osservazioni (concentrate a fine estate)
sono da riferirsi ad ambienti lentici e da ricondursi
in gran parte a movimenti di dispersione da aree
vicine, come riscontrato anche in regioni confinanti
(Wildermuth et al., 2005; Deliry, 2008).
Il periodo di volo è compreso fra la seconda de-
Calopteryx splendens (Harris, 1776) - 16 siti (8
ripr.)
1. RISORGIVA GIBIOnE: 24.07.2009 (RSI). 2. TOR-
Tab. 3. Risultati del glm impiegato per definire le relazioni tra ricchezza specifica di Odonati nei siti lentici dell’area di studio
in funzione del grado di protezione degli stessi.
Parco - non protetto
Sic - non protetto
Sic - parco
48
Coefficiente
ES
z
p
0.342
0.223
1.530
0.272
-0.219
0.257
-0.850
0.667
0.123
0.186
0.663
0.782
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
Famiglia Lestidae
Lestes dryas Kirby,1890 - 1 sito
5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Pendici Monte
Calvo: 1 ind. il 31.07.1993 (RSI/MCCI).
Specie con distribuzione frammentaria in Piemonte (Boano et al., 2007). nell’area di studio è
stata contattata unicamente nell’occasione riportata e non è stata riconfermata in seguito.
Predilige raccolte d’acqua ferma, soggette a prosciugamento estivo (Wildermuth et al., 2005;
Grand & Boudot, 2006; Deliry, 2008), come nel
caso dei piccoli stagni che caratterizzano l’area del
ritrovamento. La presenza di popolazioni stabili e
riproduttive è da confermarsi nell’area di studio.
e
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ly
3.
us
Lestes sponsa (Hansemann, 1823) - 4 siti (3 ripr.)
4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno Azienda agricola
Parruquet 1: 30.06.2013pr (ASG); Stagno di C.na
Diletta 2: 1♂ il 30.06.2013pr (ASG); Stagno di
C.na Billia 2: abbondante il 08.08.2010 (ASG);
Lago Fontanei: 1♂ il 19.09.2013ul (ASG). ALTRE
LOCALITà - Stagno Azienda agricola Parruquet 2:
abbondante il 08.08.2010 (ASG).
In Piemonte è distribuito prevalentemente nel
settore orientale della Regione, dove è ben diffuso (Boano et al., 2007). L’area di studio si colloca al limite occidentale del suo areale regionale
e in essa la specie è localizzata esclusivamente
nell’area degli stagni di Pianezza, dove sembra
essere relativamente abbondante. Ciò probabilmente dipende dalla notevole diversità ambientale di quest’area, caratterizzata da un insieme di
piccoli invasi ricchi di vegetazione ripariale e talvolta flottante, con alcuni di essi soggetti a notevole escursione del livello d’acqua o a
interramento, condizioni apprezzate dalla specie
(Wildermuth et al., 2005).
E’ stata contattata fra fine giugno e la II decade
di settembre; il limitato numero di dati a disposizione non permette di definire meglio il periodo
di volo nell’area di studio.
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4.
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Calopteryx virgo (Linnaeus, 1758) - 15 siti (10
ripr.)
1. RISORGIVA GIBIOnE: 18.06.2013 (ASG). 2.
TORREnTE CASTERnOnE E SUOI AFFLUEnTI - Rio
Codano, regione Molino del Martinetto:
24.07.2009
(RSI),
18.06.2013
(ASG),
21.08.2013 (ASG); Confluenza Rio della VernaCasternone: 1♂ il 26.05.2013pr (ASG, PMI),
18.06.2013 (ASG), 21.08.2013 (ASG); Rivo
Croso, Borgata Brione: 1 ind. il 24.07.2009
(RSI); 1 ind il 21.08.2013 (ASG). 3. LAGO BORGARInO: s.d. (PMI). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE
- Torbiera di San Grato: 1♀ il 26.05.2013pr (ASG,
PMI), 18.06.2013 (ASG), 18.08.2013 (ASG);
Stagno presso Villaggio (dintorni): 18.06.2013
(ASG); Lago infereriore (dintorni): 1♀
18.06.2013 (ASG). 6. MOnTE MUSInè: 1♂ (LPI).
7. STAGnI DI VILLAR DORA - Stagno 2: 1♂
05.08.2013 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI
RIVOLI-AVIGLIAnA - Pra Basse: 2 cp. il
23.06.2009, 28.06.2009 (ASG), 1 il 20.07.2010
(ASG), 04.08.2013 (ASG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 30.06.1998 (RSI),
02.07.2003 (GAB, VMA/cPnA); Lago Piccolo:
01.07.2009 (ASG), 29.05.2010 (ASG),
14.07.2009 (ASG), 15.07.2010 (ASG). 11. TORBIERA DI TRAnA: 29.07.2009 (ASG), 1 ind.
12.09.2009ul (ASG), 29.05.2010 (ASG),
22.07.2010 (ASG); 1 cp. 17.07.2013 (GMA,
AFA). 12. TORREnTE SAnGOnE - tra Ponte Sangano e Rifoglietto: 10.07.2009 (ASG),
03.09.2009 (ASG), 26.07.2010 (ASG),
29.08.2011 (ASG), 27.07.2013 (ASG), sempre
molto abbondante. ALTRE LOCALITà - Laghetto “i
3 pais” (dintorni) 19.07.2009 (ASG); Rio Granero, Borgata Brione: 24.07.2009 (RSI).
In Piemonte è specie diffusa e localmente abbondante (Boano et al., 2007). nell’area di studio è
più diffusa della congenere splendens, con cui
talvolta condivide l’habitat: ambienti lotici, sia
naturali, sia artificiali (in quest’ultimo caso specialmente le rogge ombreggiate lungo il Sangone,
che è l’area dove la specie è più abbondante). Si
osserva raramente in ambienti lentici e sempre in
vicinanza di corsi d’acqua, anche minimi.
nell’area di studio è stata contattata fra l’ultima
decade di maggio e la II di settembre, con picco
in luglio.
N
2.
cade di giugno e la prima di settembre, con picco
in luglio-inizio agosto.
5.
Lestes virens (Charpentier, 1825) - 4 siti (4 ripr.)
3. LAGO BORGARInO: 1 ind. il 01.09.1995
(GBO/MCCI), s.d. (PMI). 4. STAGnI DI PIAnEzzA
49
ASSANDRI
50
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ly
Lestes viridis (Vander Linden, 1825) - 16 siti (13
ripr.)
3. LAGO BORGARInO: 1 ind. 01.09.1995
(GBO/MCCI), 27.08.2010 (ASG). 4. STAGnI DI
PIAnEzzA - Stagno Azienda agricola Parruquet 1:
30.07.2011 (ASG); Stagno di C.na Billia 2:
08.08.2010 (ASG); Stagno di C.na Billia 1: 1♂
06.07.2009, 1♂ 30.07.2011; Lago Fontanei: 1♀
19.09.2013. 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Lago
inferiore: 1 ind. 01.09.1995 (GBO/MCCI). 7.
STAGnI DI VILLAR DORA - Stagno 1: 1 cp. il
21.09.2013 (ASG); Stagno 2: 1 ind il 19.07.2009
(ASG), abbondante il 05.08.2013 (ASG), abbondante il 21.09.2013 (ASG); Stagno 4: 21.09.2013
(ASG). 8. S TAGnI “LA SOLDAnELLA”: 1♀
29.07.2013 (ASG), 26.08.2013 (ASG),
19.09.2013 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI
RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di C.na nuova: 2007
(IDG), 1 ind il 04.07.2009 (ASG), 1 ind. il
19.08.2009 (ASG), 5 ind. il 06.09.2009 (ASG);
Pra Basse: 1 il 06.09.2009 (ASG); Stagno Fontana dell’Asino: abbondante il 13.09.2009
(ASG), 04.09.2010 (ASG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 3 ind il
22.06.2009pr (ASG), 21.08.2009 (ASG); Lago
Piccolo: 1 ind. il 30.10.2010ul (ASG), 1 ind. il
28.08.2013 (ASG). 11. TORBIERA DI TRAnA: 1♀
il 16.10.2013 (GMA, AFA). ALTRE LOCALITà C.na Bremont: 20.09.2010 (ASG).
Specie diffusa e localmente molto comune in Piemonte, dove è però relegata al settore planiziale
e basso collinare (Boano et al., 2007). Anche nell’area di studio è ben diffusa in ambienti lentici
circondati da fasce boscate. non è stata rinvenuta
in aree ad acqua corrente, come in altre parti della
regione o nelle regioni limitrofe (Wildermuth et
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N
Fig. 8. Lestes virens ♂. Stagno di C.na Billia 2. (Pianezza,
TO). 08.08.2010. Foto: G. Assandri.
queste note (Ghiliani, 1874a), l’autore riporta che
“…le vicinanze del paesello ove mi trovava [Sangano] offrono boschi e praterie paludose…”,
ambienti che attualmente non esistono più ed è
quindi verosimile che anche le popolazioni di
questa specie, e di altri Odonati che vivevono in
questi ambienti, si siano perse.
Come nel caso della specie precedente è stata
contattata fra fine giugno e la II decade di settembre, sebbene il limitato numero di dati a disposizione non permette di definire meglio il periodo
di volo nell’area di studio.
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6.
ci
- Stagno Azienda agricola Parruquet 1: 1♂ il
08.08.2010 (ASG), 30.07.2011 (ASG), numeroso
il 30.06.2013pr (ASG, PMI); Stagno di C.na Billia
2: molto abbondante il 08.08.2010 (ASG) (Fig.
8), 30.07.2011 (ASG); Stagno di C.na Billia 1:
1♂ il 19.09.2013ul (ASG). ALTRE LOCALITà - Sangano: 2♂ s.d. (V. Ghiliani in Capra & Galletti
(1978); Stagno Azienda agricola Parruquet 2: numeroso il 08.08.2010 (ASG).
nell’area di studio è presente la sottospecie vestalis (Rambour, 1842).
In Piemonte è relativamente diffuso nei settori
planiziali e collinari (Boano et al., 2007). Attualmente nell’area di studio è noto esclusivamente
per l’area di Pianezza - San Gillio, dove si ritrova
spesso insieme alla congenere L. sponsa, con cui
condivide le preferenze ambientali per gli ambienti lentici ricchi di piante acquatiche e soggetti
a temporaneo prosciugamento.
Il dato relativo a Sangano, pur senza data, è collocabile entro la seconda metà del xIx secolo,
periodo nel quale era attivo nella zona suddetta
il rilevatore, come si desume da alcune note
dell’epoca (Ghiliani, 1874a, 1874b). In una di
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
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Ceriagrion tenellum (De Villers, 1789) - 5 siti (3
ripr.)
1. RISORGIVA GIBIOnE: 2 ind. il 24.07.2009 (RSI),
18.06.2013pr (ASG), 21.08.2013ul (ASG). 5.
zOnE UMIDE DI CASELETTE - Lago inferiore:
06.07.2009 (ASG), abbondante presenza di neosfarfallati il 18.06.2013pr in un’area torbosa con
ricca vegetazione erbacea e sfagni (ASG), 1♂ il
18.08.2013 (ASG) - Pendici Monte Calvo: 1 ind.
il 31.07.1993 (RSI/MCCI). 8. STAGnI “LA SOLDAnELLA”: 1♀ il 29.07.2013 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di
C.na nuova: 5♂, 1♀ il 01.07.2010 (ASG),
06.08.2010 (ASG), abbondante il 01.09.2010ul
(ASG) (Fig. 9), 19.06.2011, abbondante il
23.07.2011 e 30.08.2011 (ASG, MCH), abbondante il 16.06.2013 (ASG), abbondantissimo
05.08.2013 (ASG).
Specie abbastanza localizzata in Piemonte e per
lo più distribuita in aree planiziali e collinari
(Boano et al., 2007). nell’area di studio è parimenti localizzata, ma talvolta abbondante, sebbene in 2 siti su 5 esistano solo singole
osservazioni di singoli individui. Presso gli Stagni di C.na nuova, dove è presente una popola-
Coenagrion puella (Linnaeus, 1758) - 20 siti (19
ripr.)
1. RISORGIVA GIBIOnE: 2 ind. il 24.07.2009 (RSI),
2 ind. il 26.05.2013 (ASG, PMI), 18.06.2013
(ASG), 1♂ il 21.08.2013ul (ASG). 2. TORREnTE
CASTERnOnE E SUOI AFFLUEnTI - Rivo Croso, Borgata Brione (dintorni): 3 ind. il 26.05.2013 (ASG,
PMI). 3. LAGO BORGARInO: s.d. (PMI), 20.06.2001
(RSI/MCCI) 27.04.2011 (ASG), 20.05.2011
(ASG), 2 ind. il 07.06.2011 (DCA). 4. STAGnI DI
PIAnEzzA - Stagno di C.na Billia 2: 30.06.2013
(ASG, PMI); Stagno di C.na Diletta 2: 02.07.2009
(ASG), 30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na
Billia 1: 06.07.2009 (ASG), 30.06.2013 (ASG,
PMI), Stagno di C.na Diletta 1: 02.07.2009
(ASG). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Stagno
presso Villaggio: 24.07.2009 (RSI), 26.05.2013
(ASG, PMI), 18.06.2013 (ASG), 5 ind il
18.08.2013 (ASG); Lago inferiore: 1 ind. il
al
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Famiglia Coenagrionidae
9.
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8.
Sympecma fusca (Vander Linden, 1820) - 2 siti
(1 ripr.)
5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Pendici Monte
Calvo: 1 ind. il 31.07.1993ul (RSI/MCCI). 10.
LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 1 ind.
il 17.05.2009 (RSI, CGR), 1 ind il 04.05.2013pr
(ASG).
Specie ampiamente diffusa in Piemonte, soprattutto in pianura e collina (Boano et al., 2007), appare invece localizzata nell’area di studio. Il fatto
di riprodursi precocemente nel periodo primaverile (due dei tre dati disponibili sono relativi al
mese di maggio) e di frequentare, al di fuori del
periodo riproduttivo, ambienti lontani dall’acqua,
potrebbero aver determinato una sottostima della
sua distribuzione.
zione cospicua, è stata rilevata la presenza di
femmine ascrivibili alla non comune forma melanogastrum, in passato ritenuta assente dalla regione da Capra & Galletti (1978).
Il periodo di volo confermato è compreso tra la
II decade di giugno e i primi di settembre.
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7.
al., 2005; Grand & Boudot, 2006; Boano et al.,
2007).
Il periodo di volo nell’area di studio va dalla II
decade di giugno a fine ottobre.
Fig. 9. Ceriagrion tenellum ♀, forma melanogastrum. Stagno di C.na nuova (Buttigliera Alta, TO). 01.09.2010. Foto:
G. Assandri.
51
ASSANDRI
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Specie diffusa in Piemonte, sebbene la sua distribuzione appaia al momento frammentaria
(Boano et al., 2007). nell’area di studio è esclusivamente presente nel Parco naturale dei Laghi
di Avigliana, dove tuttavia è stata contattata sporadicamente e ad oggi il suo status riproduttivo
appare quanto meno incerto. La presenza sul
Lago Piccolo, riferita a decine di individui in accoppiamento su macrofite flottanti, non è stata
confermata, nonostante ulteriori ricerche negli
anni successivi.
E’ stata contattata esclusivamente nei mesi di luglio e agosto, ma il campione ridotto non permette di definire l’effettivo periodo di volo.
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11. Erythromma viridulum (Charpentier, 1840) - 2
siti
8. STAGnI “LA SOLDAnELLA”: 2♂ il 29.07.2013
(ASG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 27.06.2003 (GAB,VMA/cPnA).
Specie scarsa in Piemonte e confinata alle aree
planiziali (Boano et al., 2007). nell’area di studio
è estremamente localizzata ed è stata contattata
in due uniche occasioni, senza conferme di riproduzione. Il sito della Soldanella non è favorevole
alla specie, in quanto si tratta di un bacino di cava
destinato ad attività ricreative e privo di vegetazione galleggiante, che potrebbe essere stato raggiunto da soggetti erratici: la specie è nota per
essere altamente dispersiva e colonizzatrice (Corbet & Brooks, 2008). Al contrario la palude dei
Mareschi presenta un complesso di micro-habitat
favorevoli in cui la specie, piuttosto elusiva, potrebbe passare inosservata.
E’ stata contattata esclusivamente nei mesi di giugno e luglio, ma il campione ridotto non permette
di definire l’effettivo periodo di volo della specie.
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06.07.2009, abbondante il 18.06.2013 (ASG);
Lago superiore: 26.05.2013 (ASG, PMI),
18.06.2013 (ASG); Pendici Monte Calvo:
31.07.1993 (RSI/MCCI), 11.05.2001 (RSI). 7.
STAGnI DI VILLAR DORA - Stagno 1: 15.06.2013
(ASG); Stagno 4: 15.06.2013 (ASG), 05.08.2013
(ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di C.na nuova: molto abbondante
(decine, talvolta centinaia di ind.) in maggio-luglio, 2007 (IDG), 19.05.2009 (ASG), 28.05.2009
(ASG), 20.06.2009 (ASG), 04.07.2009 (ASG),
13.07.2009 2009 (ASG), 19.05.2010 (ASG),
10.06.2010 (ASG), 01.07.2010 (ASG),
06.08.2010 (ASG), neosfarfallati il 22.04.2011pr
(ASG), 08.05.2011 (ASG), 04.06.2011 (ASG),
19.06.2011 (ASG), 23.07.2011 (ASG), 04.05.2013
(ASG), 16.06.2013 (ASG), 05.08.2013 (ASG);
Pra Basse: 29.05.2009 (ASG), 19.05.2010 (ASG),
04.08.2013 (ASG); Stagno Pessina: 2007 (IDG),
28.05.2009 (ASG), 1 cp. 21.06.2009 (ASG),
08.07.2009 (ASG); Stagno Fontana dell’Asino:
28.05.2009 (ASG), 23.06.2009 (ASG), 1♂ il
20.07.2010 (ASG), 04.08.2013 (ASG). 10. LAGHI
DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 30.06.1998
(RSI/MCCI), 27.06.2003 (GAB,VMA/cPnA),
17.05.2009 (RSI, CGR), 22.06.2009 (ASG),
28.07.2009 (ERI), 15.07.2013 (ASG); Lago Piccolo: 01.07.2009 (ASG), 2 ind. il 29.05.2009. 11.
TORBIERA DI TRAnA: 29.07.2009 (ASG),
14.05.2010 (ASG). ALTRE LOCALITà - centro urbano di Rosta: 1♀ il 05.07.2010.
Specie molto diffusa in Piemonte, soprattutto in
pianura e collina (Boano et al., 2007), lo è anche
nell’area di studio, dove è esclusiva degli ambienti lentici. nei siti con popolazioni più consistenti sono stati effettuati dei campionamenti
sistematici per verificare la presenza di altre specie appartententi al genere Coenagrion, che tuttavia non sono mai state riscontrate.
Il periodo di volo è compreso fra la II decade di
aprile all’ultima di agosto, con massimo fra la II
decade di maggio e la prima di agosto.
10. Erythromma lindenii (De Sélys-Longchamps,
1840) - 2 siti (2 ripr.)
10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi:
22.07.2003 (GAB,VMA/cPnA), 05.08.2003ul
(GAB,VMA/cPnA); Lago Piccolo: abbondante
il 14.07.2009 (ASG)pr.
52
12. Ischnura elegans (Vander Linden, 1820) - 18 siti
(18 ripr.)
1. RISORGIVA GIBIOnE: 2 ind. il 24.07.2009 (RSI),
18.06.2013 (ASG), 1 ind il 21.08.2013 (ASG). 3.
LAGO BORGARInO: s.d. (PMI), 01.09.1995
(/MCCI), 20.06.2001 (RSI/MCCI), 02.07.2009
(ASG). 4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na
Balmanera 1: 30.07.2011 (ASG); Stagno Azienda
agricola Parruquet 1: 30.07.2011 (ASG); Stagno
di C.na Balmanera 2: 30.07.2011 (ASG),
19.09.2013 (ASG); Stagno di C.na Billia 2:
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
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13. Ischnura pumilio (Von Charpentier, 1825) - 6 siti
(1 ripr.)
3. LAGO BORGARInO: s.d. (PMI). 5. zOnE UMIDE
DI CASELETTE - Pendici Monte Calvo: 31.07.1993
(RSI/MCCI), 1♀ il 03.09.2010ul (ASG). 7. STAVILLAR DORA - Stagno 3: 05.08.2013. 8.
STAGnI “LA SOLDAnELLA”: 29.07.2013 (ASG). 9.
AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA Stagni di C.na nuova: 2007 (IDG). 12. TORREnTE
SAnGOnE - tra Ponte Sangano e Rifoglietto: 4 ind.
il 27.05.2012pr (ASG).
Specie diffusa in Piemonte, sebbene meno numerosa della congenere elegans, tranne che nella fascia alpina (Boano et al., 2007).
nell’area di studio appare al contrario localizzata
e la sua riproduzione è stata confermata esclusivamente per l’area del Monte Calvo. E’ una specie pioniera, che colonizza per breve tempo i siti,
per poi scomparire quando la successione ecologica porta il biotopo a stadi più maturi: ciò la
rende probabilmente difficile da monitorare insieme al fatto che si può trovare anche in ambienti del tutto marginali, come ad esempio
grosse pozzanghere (dato relativo al Sangone).
I pochi dati a disposizione non permettono di definire al meglio il periodo di volo della specie,
che è comunque compreso fra fine maggio e inizio settembre.
GnI DI
ci
08.08.2010 (ASG), 30.07.2011 (ASG); Stagno di
C.na Billia 1: abbondante il 06.07.2009 (ASG),
30.07.2011 (ASG), 1 il 30.06.2013 (ASG, PMI),
19.09.2013 (ASG); Stagno di C.na Diletta 1:
02.07.2009 (ASG); Lago Fontanei: 02.07.2009
(ASG), 19.09.2013 (ASG). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Lago inferiore: abbondante il
06.07.2009 (ASG), 18.06.2013 (ASG),
18.08.2013 (ASG), 20.09.2013ul (ASG); 7. STAGnI
DI VILLAR DORA - Stagno 1: 15.06.2013,
05.08.2013; Stagno 2: 05.08.2013. 8. STAGnI “LA
SOLDAnELLA”: 29.07.2013 (ASG), 26.08.2013
(ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di C.na nuova: 04.07.2009
(ASG), 13.07.2009 (ASG), 19.08.2009 (ASG), 3
ind. il 06.09.2009 (ASG), 1 ind. il 19.05.2010
(ASG), 10.06.2010 (ASG), 2 ind. il 01.07.2010
(ASG), 06.08.2010 (ASG), 01.09.2010 (ASG), 1
ind. il 04.06.2011 (ASG), 19.06.2011 (ASG),
23.07.2011 (ASG), 30.08.2011 (ASG, MCH),
04.05.2013pr (ASG), 16.06.2013 (ASG); Pra
Basse: 29.05.2009 (ASG), 04.08.2013 (ASG);
Stagno Pessina: 1 ind. il 21.06.2009 (ASG). 10.
LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi:
30.06.1998 (RSI/MCCI), 27.06.2003 (GAB,
VMA/cPnA), 05.08.2003 (GAB, VMA/cPnA),
17.05.2009 (RSI, CGR), 22.06.2009 (ASG),
28.07.2009 (ERI), 21.08.2009 (ASG), 15.07.2010
(ASG), abbondante il 28.08.2013 (ASG, GAB);
Lago Piccolo: 01.07.2009 (ASG), 14.07.2009, abbondante il 29.05.2010, 15.07.2010, 16.07.2011,
1 ind. il 15.07.2013, 28.08.2013 (ASG, GAB).
ALTRE LOCALITà - Stagno di C.na Giuseppina
nuova: 08.08.2010 (ASG).
Specie ampiamente diffusa in Piemonte, dove è
anche piuttosto abbondante in un’ampia varietà
di ambienti acquatici, sia lentici, sia lotici, dalla
pianura ai fondovalle (Boano et al., 2007). nell’area di studio è ben diffusa, sebbene sia stata
contattata esclusivamente in ambienti lentici, che
rappresentano il suo habitat d’elezione anche in
regioni confinanti (Deliry, 2008).
Vola fra la I decade di maggio e la II di settembre,
più abbondante fra metà giugno e fine agosto.
14. Pyrrhosoma nymphula (Sulzer, 1776) - 13 siti
(12 rirp.)
1. RISORGIVA GIBIOnE: 18.06.2013 (ASG). 3. LAGO
BORGARInO: 27.04.2011 (ASG). 5. zOnE UMIDE DI
CASELETTE - Lago superiore: 2♂ 26.05.2013
(ASG, PMI); Pendici Monte Calvo: 11.05.2001
(RSI), 1 ind. 26.05.2013 (ASG, PMI). 6. MOnTE
MUSInè: 07.03.1934 ? (navas, 1935); 7. STAGnI DI
VILLAR DORA - Stagno 2: 1♂ il 15.06.2013 (ASG).
9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA Stagni di C.na nuova: 2007 (IDG), 19.05.2009
(ASG), 28.05.2009 (ASG), abbondante il
19.05.2010 (ASG), 10.06.2010 (ASG),
22.04.201pr (ASG), 08.05.2011 (ASG), 04.05.2013
(ASG), 1♂ il 16.06.2013 (ASG); Pra Basse: 2 ind.
il 29.05.2009 (ASG), 19.05.2010 (ASG); Stagno
Pessina: 2007 (IDG), 1 ind. il 28.05.2009; Stagno
Fontana dell’Asino: 3 ind. il 28.05.2009,
19.05.2010. 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei
Mareschi: 30.06.1998 (RSI/MCCI), 17.05.2009
(RSI, CGR), 2 ind. il 04.05.2013 (ASG); Lago
Piccolo: 1♂ il 29.05.2010 (ASG), 15.07.2010ul
(ASG). 11. TORBIERA DI TRAnA: 14.05.2010
(ASG).
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Famiglia Platycnemididae
15. Platycnemis pennipes (Pallas, 1771) - 22 siti (15
ripr.)
1. RISORGIVA GIBIOnE: 1 ind. il 26.05.2013pr
(ASG, PMI). 2. TORREnTE CASTERnOnE E SUOI
AFFLUEnTI - Rio Codano, Regione Molino del
Martinetto: 24.07.2009 (RSI), 1 ind. il
18.06.2013 (ASG); Rio Crosa, Borgata Brione:
24.07.2009 (RSI). 3. LAGO BORGARInO:
20.06.2011 (RSI), 07.07.2009 (ASG). 4. STAGnI
DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Balmanera 1:
30.07.2011 (ASG); Stagno di C.na Balmanera 2:
30.07.2011 (ASG, PMI); Stagno di C.na Billia 2:
1♂ il 30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na
Diletta 1: 02.07.2009 (ASG). 5. zOnE UMIDE DI
CASELETTE - Torbiera di San Grato: 1 ind. il
18.06.2013; Lago inferiore: 06.07.2009 (ASG),
1♂ il 18.06.2013; Pendici Monte Calvo:
25.07.2010 (ASG), 20 ind. il 26.05.2013pr (ASG,
PMI). 7. STAGnI DI VILLAR DORA - Stagno 1:
19.07.2009 (ASG), 15.06.2013 (ASG), 1 ind. il
05.08.2013 (ASG); Stagno 2: decine il
15.06.2013 (ASG); Stagno 3: 05.08.2013 (ASG);
Stagno 4 (ASG): 15.06.2013, 05.08.2013 (ASG).
9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA Stagni di C.na nuova: 2007 (IDG), 20.06.2009
(ASG), 04.07.2009 (ASG), 13.07.2009 (ASG), 1
ind. 06.09.2009ul (ASG), 2 ind. 10.06.2010
(ASG), 01.07.2010 (ASG), 06.08.2010 (ASG),
54
01.09.2010 (ASG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 30.06.1998 (RSI/MCCI),
27.06.2003 (GAB, VMA/cPnA), 02.07.2003
(GAB, VMA/cPnA), 02.07.2003 (GAB,
VMA/cPnA), 28.07.2009 (ERI), abbondante il
15.07.2010 (ASG), 28.08.2013 (ASG, GAB);
Lago Grande: 1 ind. il 11.07.2013; Lago Piccolo:
abbondante il 01.07.2009, abbondante il
14.07.2009 (ASG), 3 il 29.05.2010 (ASG),
15.07.2010 (ASG), 16.07.2011 (ASG), abbondante il 15.07.2013 (ASG), 1 cp. il 28.08.2013
(ASG, GAB); Loc. Ind.: 10.08.1992 (VMA,
SFA). 11. TORBIERA DI TRAnA: 1 ind. il
29.07.2009 (ASG), 7 ind. il 22.07.2010 (ASG).
12. TORREnTE SAnGOnE - SE di Trana:
15.07.2013 (ASG). ALTRE LOCALITà - Trana:
18.08.2011 (APU); Rio Granero, Borgata Brione:
24.07.2009 (RSI).
Specie diffusa e localmente abbondante in Piemonte, in pianura e collina. La sua ampia valenza
ecologica le permette di sopravvivere in una
vasta gamma di tipologie ambientali acquatiche,
lotiche e lentiche (Boano et al., 2007). Lo stesso
si può dire per l’area di studio, dove è diffusa e
talora abbondante.
Vola fra la III decade di maggio e la I di settembre, più frequentemente fra la II decade di giugno
e la I di agosto.
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Specie ben diffusa in Piemonte, in particolare
nelle aree planiziali e collinari (Boano et al.,
2007). Anche nell’area di studio è ben rappresentata in ambienti lentici, soprattutto quelli meglio
conservati e ricchi di vegetazione acquatica.
Il dato storico di navas (1935), ripreso da Capra
& Galletti (1978) e Boano et al. (2007), riferito
alla I decade di marzo e al “Monte Mussinnet”, è
da considerarsi quanto meno dubbio in quanto
nelle regioni confinanti la specie non è mai stata
rilevata prima della I decade di aprile (Wildermuth et al., 2005; Deliry, 2008) e inoltre nello
stesso lavoro [basato su reperti spediti all’autore
da suoi conoscenti non entomologi) sono presenti
alcuni altri dati dubbi in riferimento a date e località (si veda anche Boano et al. (2007)].
Il periodo di volo accertato va dalla III decade di
aprile alla II di luglio.
SOTTORDInE AnISOPTERA
Famiglia Aeshnidae
16. Aeshna affinis (Vander Linden, 1820) - 15 siti
(11 ripr.)
3. LAGO BORGARInO: 27.08.2010ul (ASG); 4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno Azienda agricola Parruquet 1: 08.08.2010; Stagno di C.na Billia 2:
08.08.2010 (ASG) (Fig. 10); 1♂ il 30.06.2013
(ASG, PMI); Stagno di C.na Diletta 2: 1♂ il
02.07.2009, 2 il 30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno
di C.na Billia 1: 1♂ il 06.07.2009; 2♂ il
30.06.2013 (ASG, PMI). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Stagno presso Villaggio: 1 il 24.07.2009
(RSI/MCCI); Pendici Monte Calvo: numerosa il
25.07.2010 (ASG). 7. STAGnI DI VILLAR DORA stagno 2: 3♂ il 19.07.2009. 8. STAGnI “LA SOLDAnELLA”: 1 il 29.07.2013. 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di C.na nuova:
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
Vola fra la III decade di luglio e la III di agosto,
quando è sostituita dalla congenere Aeshna
mixta.
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17. Aeshna cyanea (Müller, 1774) - 13 siti (13 ripr.)
3. LAGO BORGARInO: 24.08.2007 (IEL), 1♂ il
02.07.2009pr (ASG), 27.08.2010, 1 ind. il
28.08.2010 (ASG), 1 ind. il 21.10.2010 (ASG),
2 ind. il 20.09.2013. 4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Billia 2: 1 ind. il 08.08.2010. 5. zOnE
UMIDE DI CASELETTE - Lago inferiore: 01.09.1995
(GBO/MCCI), 1 ind. il 18.08.2013 (ASG), 1 ind.
il 20.09.2013 (ASG); Pendici Monte Calvo: 2♀
il 18.08.2013 (ASG). 7. STAGnI DI VILLAR DORA
- Stagno 2: 1♂ il 29.09.2013 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di
C.na nuova: 1♂ il 06.08.2010 (ASG), 2♂ il
01.09.2010 (ASG); Pra Basse: 1♂ il 20.07.2010
(ASG), 04.09.2010 (ASG); Stagno Pessina: 2007
(IDG), 1♂ il 08.07.2009 (ASG), 1 cp. il
04.08.2013 (ASG), 3 ind. il 19.09.2013 (ASG).
10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi:
1♀ il 21.08.2009 (ASG), 10.09.2010 (ASG), 1
ind. il 06.11.2010ul, 1♂ il 28.08.2013 (ASG);
Lago Piccolo: 1 ind. il 28.09.2012, 1 ind.
08.10.2013; Loc. Ind.: 10.08.1992 (VMA, SFA).
11. TORBIERA DI TRAnA: 2 ind. il 29.07.2009, 1♂
il 17.10.2013 (GMA, AFA). 12. TORREnTE SAnGOnE - tra Ponte Sangano e Rifoglietto: 1 ind. il
31.08.2010 (ASG). ALTRE LOCALITà - Centro Urbano di Rosta: 1 ind. il 09.09.2010; Moncuni: 1
ind. il 07.07.2009 (ASG); C.na Pigai: 1 ind. il
16.07.2010 (ASG); Stagno C.na Ronco: 1 ind. il
13.08.2010 (ASG).
Specie ben distribuita in Piemonte, dalla pianura
fino al piano montano (Boano et al., 2007).
nell’area di studio è abbastanza ben diffusa negli
ambienti acquatici lentici, soprattutto nei pressi
di aree boscate. Piuttosto territoriale, è difficile
osservarne più di un individuo insieme: ciò potrebbe aver comportato una modesta sottostima
delle presenze.
E’ stata osservata dai primi di luglio fino alla I
decade di novembre, sebbene sia più frequente
entro la II decade di settembre.
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2007 (IDG), 2 ind il 04.07.2009 (ASG), 1♂ il
06.08.2010; Pra Basse: 1 ind. il 20.07.2010; Stagno Pessina: 2007 (IDG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA
- Palude dei Mareschi: 10 (immaturi) il
22.06.2009pr (ASG), 28.07.2009 (ERI), abbondante il 15.07.2010 (ASG); Lago Piccolo: 3♂ il
01.07.2009 (ASG). 11. TORBIERA DI TRAnA: 2 il
29.07.2009; 1♂ il 22.07.2010 (ASG). ALTRE LOCALITà - Pozza di Case Parga: 2♂ il 08.08.2010;
Stagno Azienda agricola Parruquet 2: 1 cp. depone nel fango il 08.08.2010 (ASG).
Specie considerata rara in Piemonte (Boano et
al., 2007). nel 2009 è stata riscontrata in molte
nuove località della Regione, soprattutto del settore centrale (Sindaco et al., 2014), parimenti a
quanto sta avvenendo nel resto d’Europa, dove si
osserva una netta espansione dell’areale verso
nord (Corbet & Brooks, 2008).
nell’area di studio è relativamente ben diffusa in
ambienti lentici ben conservati, da piccole pozze
a grandi sistemi palustri, purchè con ricca vegetazione palustre. Favorisce corpi idrici stagionali
o che si disseccano nel periodo estivo: ciò la
rende particolarmente abbondante nella zona
degli Stagni di Pianezza. Qualora l’habitat cessi
di essere attrattivo per la specie, essa può rapidamente scomparire e ciò potrebbe spiegare l’assenza in determinati periodi in molti dei siti di
presenza. Da rilevare che, anche nell’area di studio, gli anni 2009 e 2010 sono stati apparentemente più ricchi di osservazioni.
Fig. 10. Aeshna affinis ♂. Stagno di C.na Billia 2 (Pianezza,
TO). 08.08.2010. Foto: G. Assandri.
18. Aeshna isosceles (Müller, 1767) - 12 siti (10
ripr.)
4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Diletta 2:
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19. Aeshna mixta (Latreille, 1805) - 20 siti (15 ripr.)
3. LAGO BORGARInO: s.d. (PMI), 24.08.2007
(IEL), 21.09.2009 (ASG), 20.09.2013 (ASG). 4.
STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Balmanera
1: 19.09.2013 (ASG); Stagno Azienda agricola
Parruquet 1: 19.09.2013 (ASG); Stagno di C.na
Balmanera 2: 19.09.2013 (ASG); Stagno di C.na
Billia 2: 19.09.2013 (ASG); Stagno di C.na Billia
1: 19.09.2013 (ASG); Lago Fontanei: 19.09.2013
(ASG). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Lago inferiore: abbondante il 20.09.2013 (ASG); Pendici
Monte Calvo: 3♂ il 18.08.2013pr (ASG). 7. STAGnI DI VILLAR DORA - Stagno 1: 21.09.2013
(ASG); Stagno 2: 1 ind. il 21.09.2013 (ASG); Stagno 3: 21.09.2013 (ASG); Stagno 4: 21.09.2013
(ASG). 8. STAGnI “LA SOLDAnELLA”: 4♂ il
26.08.2013 (ASG), 19.09.2013 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni
di C.na nuova: 4 ind. il 19.08.2009 (ASG), 1 ind.
il 06.09.2009 (ASG), 2♂ il 01.09.2010 (ASG), 2
ind. il 30.08.2011 (ASG, MCH); Pra Basse: 5 ind.
il 06.09.2009, 2 ind. il 04.09.2010; Stagno Fontana dell’Asino: 1 ind. il 13.09.2009. 10. LAGHI
DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: numerosa il
21.08.2009 (ASG), 10.09.2010 (ASG),
28.08.2013 (ASG, GAB); Lago Piccolo: 1 ind. il
12.09.2009, 28.08.2013 (ASG, GAB), 17.09.2013
(ASG), 08.10.2013 (ASG), 1 ind. il 21.10.2013
(ASG). 11. TORBIERA DI TRAnA: 1 ind. il
12.09.2009 (ASG), 5 ind. il 10.10.2013 (GMA,
AFA), 2 ind. il 17.10.2013 (GMA, AFA), 2 ind. il
22.10.2013ul (GMA, AFA). ALTRE LOCALITà Case Mareschi: 28.08.2009 (ASG); Centro Urbano di Rosta: 1 ind. il 13.09.2009 (ASG), 1 ind.
il 13.09.2009 (ASG).
Specie considerata poco diffusa in Piemonte, dove
è presente soprattutto a basse quote (Boano et al.,
2007). E’ probabilmente più comune di quanto
non appaia. nell’area di studio si può considerate
una specie diffusa e localmente frequente. Occupa
ambienti lentici ben conservati e ricchi di vegetazione acquatica, soprattutto Phragmites australis,
come rilevato anche nella limitrofa regione del
Rhône-Alpes (Deliry, 2008). Si osserva frequentamente in caccia su prati e in altri ambienti aperti,
anche lontano dai siti riproduttivi.
E’ stata contattata fra la la II decade di agosto e
la III di ottobre, con picco di frequenza fra la III
decade di agosto e la II di settembre.
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1 ind. il 02.07.2009 (ASG); stagno di C.na Billia
1: 1 ind. il 06.07.2009 (ASG). 5. zOnE UMIDE DI
CASELETTE - Torbiera di S. Grato: 26.05.2013
(ASG, PMI); Stagno presso Villaggio: 1♂
26.05.2013 (ASG, PMI), 18.06.2013 (ASG);
Lago inferiore: 24.06.1993 (SIR), 2 ind. il
06.07.2009 (ASG); Lago Superiore: 26.05.2013
(ASG, Migliore P.), 18.06.2013 (ASG). 7. STAGnI
DI VILLAR DORA - Stagno 1: 1♂ il 15.06.2013
(ASG); Stagno 3: 1 il 19.07.2009 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni
di C.na nuova: 2 il 04.07.2009 (ASG), 2 il
10.06.2010 (ASG), circa 10 il 01.07.2010 (ASG),
2 il 04.06.2011 (ASG) (Fig. 11), 10 ind. il
16.06.2013 (ASG); Pra Basse: 1 il 28.06.2009.
10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi:
18.06.2003 (BOG, MAV/cPnA), 17.05.2009pr
(SIR, CGR), 2 ind. il 22.06.2009 (ASG);
28.07.2009ul (RIE); 2 il 15.07.2010 (ASG). 12.
TORREnTE SAnGOnE - SE di Trana: 1 m. in caccia
sui prati 15.07.2013 (ASG).
Specie poco diffusa in Piemonte e confinata per lo
più al piano (Boano et al., 2007). nell’area di studio è stata contattata in siti lentici ben conservati,
anche di dimensioni minime (stagni con ricca vegetazione palustre) e in sistemi palustri più complessi. L’osservazione relativa al Torrente Sangone
è da riferirsi ad un soggetto in dispersione.
Come nelle regioni confinanti (Deliry, 2008),
sembra preferire ambienti stabili con ricca vegetazione. Vola fra la II decade di maggio e fine luglio, con picco fra giugno e inizio luglio.
Fig. 11. Aeshna isosceles. Stagno di C.na nuova (Buttigliera
Alta, TO). 04.06.2011. Foto: G. Assandri.
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Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
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21. Anax imperator Leach, 1815 - 21 siti (19 ripr.)
3. LAGO BORGARInO: s.d. (PMI), 20.05.2011
(ASG). 4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na
Balmanera 1: 1 ind. il 30.07.2011; Stagno
Azienda agricola Parruquet 1: 1♂ il 30.07.2011,
1♂ il 30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na
Billia 2: 1 cp. il 30.07.2011 (ASG), 1♂ il
30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na Diletta
2: 02.07.2009 (ASG); Stagno di C.na Billia 1:
06.07.2009 (ASG), 30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na Diletta 1: 02.07.2009 (ASG); Lago
Fontanei: 02.07.2009 (ASG). 5. zOnE UMIDE DI
CASELETTE - Stagno presso Villaggio: 1 ind. il
18.06.2013; Lago inferiore: 2 ind. il 06.07.2009
(ASG), 1♂ il 18.06.2013 (ASG). 6. MOnTE MUSInè: 1♂ il 26.06.2013 (ASG). 7. STAGnI DI VILLAR DORA - Stagno 1: 19.07.2009 (ASG),
15.06.2013 (ASG), 1♂ il 05.08.2013 (ASG); Stagno 2: 19.07.2009 (ASG); Stagno 3: 19.07.2009
(ASG), 1♂ il 05.08.2013 (ASG). 8. STAGnI “LA
SOLDAnELLA”: 29.07.2013 (ASG). 9. AnFITEATRO
MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di C.na
nuova: 2007 (IDG), 1♂ 19.05.2009 (ASG), 7
ind. il 28.05.2009 (ASG), circa 10 ind. il
20.06.2009 (ASG), 04.07.2009 (ASG), 4 ind. il
13.07.2009 (ASG), 19.08.2009 (ASG), 3 ind. il
10.06.2010 (ASG), 10 ind. il 01.07.2010 (ASG),
06.08.2010 (ASG), 2 ind. il 01.09.2010ul (ASG),
1♂ il 08.05.2011pr (ASG), 04.06.2011 (ASG), 7♂
il 19.06.2011 (ASG), 23.07.2011 (ASG),
30.08.2011 (ASG, MCH), 1♂ il 16.06.2013
(ASG), 1♂ il 05.08.2013 (ASG); Pra Basse: circa
5 ind. il 29.05.2009 (ASG), 3 ind il 23.06.2009
(ASG), 28.06.2009 (ASG), 1 ind. il 20.07.2010
(ASG), 1 cp. il 04.08.2013 (ASG); Stagno Pessina: 3 ind. il 28.05.2009 (ASG), 4 ind il
21.06.2009; Stagno Fontana dell’Asino: 5 ind. il
28.05.2009 (ASG), 2 ind. il 23.06.2009 (ASG),
1 ind. il 19.05.2010 (ASG), 3 ind. il 20.07.2010
(ASG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 17.06.2003 (GAB, VMA/cPnA),
17.05.2009 (RSI, CGR), 22.06.20069 (ASG),
28.07.2009 (ERI), 15.07.2010 (ASG); Lago Piccolo: 1 ind. il 01.07.2009 (ASG), 1 ind. il
14.07.2009 (ASG), 29.05.2010 (ASG),
15.07.2010 (ASG), 1♂ il 15.07.2013 (ASG),
28.08.2013 (ASG, GAB) ALTRE LOCALITà - Caselette: 1993 (RSI/MCCI); Trana: 15.08.2013
(APU); Laghetto “i 3 pais”: 19.07.2009 (ASG);
Stagno di C.na Ghiona: 1 ind. il 02.07.2009; collina morenica Reano-Buttigliera Alta: 1 ind. il
28.05.2009; Moncuni: 3♀ il 18.06.2010 (ASG);
Torrente Messa, ponte di via delle Granaglie: 1♂
il 15.06.2013 (ASG).
Specie ampiamente distribuita in Piemonte, dalla
pianura fino alla bassa montagna (Boano et al.,
2007). Anche nell’area di studio è una delle specie più diffuse e frequenti: la sua ampia valenza
ecologica gli permette infatti di frequentare una
grande varietà di ambienti, soprattutto lentici,
anche se occasionalmente è stato notato lungo
corsi d’acqua.
Vola fra la la I decade di maggio e la I di settembre, con picco fra la II decade di giugno e la I di
agosto.
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20. Anax ephippiger (Burmeister, 1839)
ALTRE LOCALITà - Sangano: abbondante in agosto, fino al 18.09.1874 (Ghiliani, 1874b); C.na
Ronco: circa 100 il 13.08.2010 (ASG); 1 ind. il
25.08.2013 (ASG).
E’ una specie distribuita prevalentemente in
Africa e in Asia sud-occidentale, spiccatamente
migratrice, raggiunge annualmente il bacino del
Mediterraneo, dove porta regolarmente a termine
cicli riproduttivi completi (Dijkstra & Lewington, 2006; Grand & Boudot, 2006). Lo stesso
avviene anche in Piemonte (Boano et al., 2007).
nell’area di studio sono noti due dati recenti relativi alla fine dell’estate ed entrambi riferiti alla
stessa area in comune di Villarbasse: uno di questi è relativo a un grosso sciame in sosta su prati
stabili. Sorprendentemente la località in oggetto
dista meno di 3 km dal sito dove storicamente
Ghiliani (1874b), segnalò un simile evento di
mass-migration.
22. Anax parthenope (De Sélys-Longchamps, 1839)
- 7 siti (2 ripr.)
4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno Azienda agricola
Parruquet 1: 1♂ il 08.08.2010 (ASG); 7. STAGnI
DI VILLAR DORA - Stagno 1: 1 ind. il 15.06.2013pr
(ASG); 1 ind. il 05.08.2013 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di
C.na nuova: 2007 (IDG); 1♂ il 06.08.2010; Stagno Pessina: 2007 (IDG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA
- Palude dei Mareschi: 1 ind. il 15.07.2010
(ASG); Lago Piccolo: 01.07.2009 (ASG), 3 ind.
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Famiglia Gomphidae
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24. Gomphus vulgatissimus (Charpentier, 1825) - 1
sito
6. MOnTE MUSInè (falde): 1 cp. il 22.05.1932 (G.
Della Beffa legit in Capra & Galletti, 1978).
E’ una specie apparentemente localizzata in Piemonte e legata soprattutto ad ambienti acquatici
lotici, di cui però non è esclusiva (Boano et al.,
2007). Gli individui in maturazione frequentano
aree anche molto lontane dal sito riproduttivo
(Wildermuth et al., 2005). nell’area di studio è
noto un unico dato storico non confermato.
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23. Boyeria irene (Fonscolombe, 1838) - 4 siti (3
ripr.)
2. TORREnTE CASTERnOnE E SUOI AFFLUEnTI - Rio
Codano, Regione Molino del Martinetto: alcuni
ind. il 24.07.2009 (RSI/MCCI), 6♂ il
21.08.2013ul (ASG) (Fig. 12); Confluenza Rio
della Verna-Casternone: 4♂ il 21.08.2013ul
(ASG); Rivo Croso, Borgata Brione: 1 il
04.07.2009pr (RSI), 1♂ il 21.08.2013 (ASG). 5.
zOnE UMIDE DI CASELETTE - Torbiera di S. Grato
(dintorni): 1♀ il 18.08.2013 (ASG).
E’ una specie localizzata in Piemonte, dov’era
nota solo nel settore orientale (Sesia, Ticino, Capanne di Marcarolo) (Boano et al., 2007). Il presente contributo ne evidenzia per la prima volta
la presenza anche nel settore occidentale della
Regione. Dopo la scoperta avvenuta nel 2009 da
parte di R. Sindaco lungo due piccoli rii affluenti
del torrente Casternone (riconfermati nel 2013),
ne è stata successivamente provata la presenza in
altri due siti: un terzo affluente del Casternone e
una femmina isolata nei pressi della torbiera di
S. Grato, in una zona lontana dall’acqua, ma dove
esistono numerosi corsi d’acqua minori ben ombreggiati (anch’essi affluenti del Casternone),
che rappresentano l’habitat d’elezione della specie. Ulteriori ricerche potranno meglio chiarire la
distribuzione di questo Aeshnide, che persiste
nell’area di studio con una popolazione apparentemente isolata.
I pochi dati a disposizione evidenziano un periodo di volo compreso fra la III decade di luglio
e la III di agosto.
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il 14.07.2009; 3♂ il 28.08.2013 (ASG). 12. TORREnTE SAnGOnE - tra Ponte Sangano e Rifoglietto: 1 ind. il 31.08.2010ul (ASG). ALTRE
LOCALITà - Sangano: “rara” nell’agosto 1873 fino
al 09.09.1873 (Ghiliani, 1874a); C.na Malpensà:
2 ind. il 30.08.2009 (ASG), 13.08.2010 (ASG).
E’ una specie ben diffusa nelle aree planiziali
della Regione (Boano et al., 2007), mentre nell’area di studio appare localizzata con solo due
località certe di riproduzione, rappresentate da
due bacini relativamente estesi, ricchi di vegetazione, ma con abbondante superficie di acqua libera. Le altre osservazioni si riferiscono
probabilmente a individui in dispersione.
nell’area di studio è stata contattata fra la II decade di giugno e la III di agosto.
Fig. 12. Boyeria irene ♂. Rio Codano, Regione Molino del
Martinetto (Val della Torre, TO). 21.08.2013. Foto: G. Assandri.
58
25. Onychogomphus forcipatus (Linnaeus, 1758) 6 siti (4 ripr.)
2. TORREnTE CASTERnOnE E SUOI AFFLUEnTI - Rio
Codano, Regione Molino del Martinetto:
24.07.2009 (RSI); 1♂ il 18.06.2013pr (ASG). 7.
STAGnI DI VILLAR DORA - Stagno 1: 1♂ il
19.07.2009. 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLIAVIGLIAnA - Pra Basse: 1♀ il 04.08.2013ul. 12.
TORREnTE SAnGOnE - SE di Trana: circa 10 ind.
il 15.07.2013; tra Ponte Sangano e Rifoglietto:
abbondante il 10.07.2009 (ASG), 1♀ il
26.07.2010 (ASG).
nell’area di studio è presente la sottospecie unguiculatus (Vander Linden, 1820).
In Piemonte è specie ampiamente distribuita
lungo i corsi d’acqua planiziali, collinari e appen-
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
pione su cui si basa la definizione del periodo di
volo è limitato.
ninici. Occasionale la presenza in ambienti lentici
(Boano et al., 2007).
nell’area indagata è diffusa lungo i torrenti Sangone e Casternone e presso i loro affluenti, corsi
d’acqua accomunati dall’avere acque piuttosto
correnti e greto ciottoloso. Le popolazioni del
Sangone sono messe a grave rischio dalle captazioni idriche a scopo irriguo, che in estate prosciugano del tutto il torrente a valle di Trana. E’
verosimile che le larve riescano a sopravvivere
nella fitta rete di rogge irrigue che si originano
dal torrente stesso e che permettono di sostenere
un ricco popolamento odonatologico. Pare assente dalla Dora Riparia, un fiume scarsamente
frequentato dagli Odonati. Occasionalmente soggetti in dispersione sono stati osservati in siti diversi da quelli classici riproduttivi.
Vola fra la II decade di giugno e la I di agosto,
sebbene in campione disponibile sia ridotto per
definire al meglio la fenologia della specie.
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27. Cordulegaster boltonii (Donovan, 1807) - 9 siti
(8 ripr.)
2. TORREnTE CASTERnOnE E SUOI AFFLUEnTI - Rio
Codano, Regione Molino del Martinetto: 1 ind. il
24.07.2009 (RSI/MCCI). 3. LAGO BORGARInO:
s.d. (PMI). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Torbiera
di S. Grato: 1 ind. il 18.08.2013ul (ASG); Pendici
Monte Calvo - 1♂ il 18.08.2013ul (ASG). 6.
MOnTE MUSInè: 1 ind. il 29.06.1991 (LBE), 5 ind.
il 26.06.2010pr (ASG), 5 ind. il 29.06.2012 (LPI).
9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA Pra Basse: 3 ind. il 20.07.2010 (ASG), 04.08.2013
(ASG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Lago Piccolo:
2♂ il 01.07.2009; 2 ind. il 14.07.2009 (ASG),
15.07.2010 (ASG), 09.08.2012 (GAB/cPLA), 3♂,
3♀ il 15.07.2013 (ASG). 11. TORBIERA DI TRAnA:
numeroso il 22.07.2010. 12. TORREnTE SAnGOnE
- tra Ponte Sangano e C.na. Rifoglietto:
10.07.2009; 4♂, 1♀ il 26.07.2010 (ASG), abbondante il 27.07.2013 (ASG).
Specie ben diffusa in Piemonte dal piano fino alla
bassa montagna, dove frequenta soprattutto piccoli corsi d’acqua con fondo sabbioso, in particolare in ambienti boschivi (Boano et al., 2007).
Le stesse preferenze ambientali si evidenziano
nell’area di studio, dove è piuttosto ben diffusa e
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26. Onychogomphus uncatus (Charpentier, 1840) 5 siti (4 ripr.)
2. TORREnTE CASTERnOnE E SUOI AFFLUEnTI - Rio
Codano, Regione Molino del Martinetto: 1 ind.
il 24.07.2009 (RSI/MCCI); Confluenza Rio della
Verna-Casternone: circa 10 il 21.08.2013ul
(ASG). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Stagno
presso Villaggio: 1♂ il 18.08.2013 (ASG). 12.
TORREnTE SAnGOnE - SE di Trana: 1♂ il
15.07.2013 (ASG); tra Ponte Sangano e Rifoglietto: 10.07.2009pr (ASG), abbondante il
26.07.2010, 1 ind. il 27.07.2013 (ASG). ALTRE
LOCALITà - C.na Pigai: 1♀ in un bosco di latifoglie il 16.07.2010 (ASG) (Fig. 13).
Specie localizzata in Piemonte, distribuita soprattutto nel settore orientale della Regione (Capanne
di Marcarolo, fiume Ticino) (Boano et al., 2007).
In anni recenti è stata scoperta in alcune aree
della fascia prealpina (Sindaco et al., 2014), ivi
comprese le località riportate nel presente contributo (a partire dal 2009). In esse convive con il
congenere O. forcipatus negli stessi ambienti e
come questo è osservato talora lontano dai siti riproduttivi. Sul Sangone è soggetto alle stesse
problematiche conservazionistiche riportate per
O. forcipatus.
E’ stato osservato fra la prima decade di luglio e
la III di agosto, ma anche in questo caso in cam-
Famiglia Cordulegastridae
Fig. 13. Onychogomphus uncatus ♀. C.na Pigai (Villarbasse,
TO). 16.07.2010. Foto: G. Assandri.
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Famiglia Corduliidae
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29. Somatochlora flavomaculata (Vander Linden,
1825) - 9 siti (9 ripr.)
4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Billia 1:
2♂ il 30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno C.na Diletta
1: 1♂ 30.06.2013 (ASG, PMI). 5. zOnE UMIDE DI
CASELETTE - Torbiera di S. Grato: abbondante il
18.06.2013pr (ASG), abbondante il 18.08.2013ul
(ASG); Stagno presso Villaggio: 1 ind. il
24.07.2009 (RSI/MCCI), 4 ind. il 18.06.2013pr
(ASG), abbondante il 18.08.2013ul (ASG); Lago
inferiore: 2 ind. il 06.07.2009 (ASG), 2♂ il
18.06.2013, 3 ind. il 18.08.2013 (ASG); Lago superiore: 18.06.2013pr (ASG); Pendici Monte
Calvo: 20.06.2001 (RSI/MCCI); 1♂ il 25.07.2010.
10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi:
17.06.2003 (GAB, VMA/cPnA), 4 ind.
22.06.2009 (ASG), 28.07.2009 (ERI), 15.07.2010
(ASG); Lago Piccolo: 2 ind. 14.07.2009 (ASG),
4♂ il 15.07.2013 (ASG).
E’ una specie non comune in Piemonte, legata
alle aree planiziali e basso collinari ed esclusiva
della porzione settentrionale della Regione
(Boano et al., 2007). nell’area di studio è localizzata in poche zone umide ben conservate, in
particolare stagni ricchi di vegetazione acquatica,
ambienti palustri evoluti e soprattutto torbiere in
via di interramento, ambiente ben rappresentato
nella zona di Caselette e considerato elettivo
della specie (Grand & Boudot, 2006). Passa lunghi periodi lontana dall’acqua, sia durante la maturazione, sia dopo, in ambienti boschivi che si
affacciano su aree aperte.
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28. Cordulegaster bidentata (De Sélys-Longchamps, 1843) - 4 siti (2 ripr.)
6. MOnTE MUSInè: 20.06.2001pr (RSI/MCCI); 2cp.
il 24.06.2013 (LPI). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 02.07.2003 (GAB/ cPnA);
Lago Grande: 1 ind. il 16.07.2012ul (GAB/cPnA);
Lago Piccolo: numeroso il 15.07.2013 (ASG)
(Fig. 14).
nell’area di studio è presente la sottospecie nominale.
In Piemonte è specie abbastanza localizzata, soprattutto nella fascia prealpina e appenninica, in
ambienti di bassa montagna (Boano et al., 2007).
Ha esigenze ecologiche simili al congenere C. boltonii, sebbene più selettiva in quanto necessita di
acqua di qualità eccellente (ad esempio sorgiva) e
predilige corsi d’acqua esigui, con corrente di conseguenza molto debole (Wildermuth et al., 2005;
Grand & Boudot, 2006; Deliry, 2008)
nell’area di studio è specie scarsa, conosciuta
ad oggi solo per il Musinè, dove utilizza i piccoli rii, spesso a carattere temporaneo, che si
sviluppano sul versante xerotermico del massiccio, e nel Parco dei Laghi di Avigliana, dove è
presente una popolazione lungo i rii collinari
che alimentano i bacini.
nell’area di studio è stata contattata fra la metà
di giugno e la metà di luglio, sebbene il suo periodo di volo sia probabilmente più ampio.
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localmente abbondante lungo rii e rogge con
acque pulite (ad esempio quelle a scopo irriguo
che si dipartono dal Sangone). Presso il Lago Piccolo di Avigliana la si ritrova lungo i piccoli immissari del lago, in simpatria con C. bidentata.
Il periodo di volo nell’area di studio va dalla III
decade di giugno alla II di agosto.
Fig. 14. Cordulegaster bidentata ♂. Lago Piccolo (Avigliana, TO). 15.07.2013. Foto: G. Assandri.
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Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
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30. Somatochlora metallica (Vander Linden, 1825)
- 6 siti (5 R)
5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Lago inferiore:
13.08.1975 (EBA/cBA). 7. STAGnI DI VILLAR
DORA - Stagno 4: 1 ind. il 15.06.2013 (ASG). 9.
AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI - AVIGLIAnA Pra Basse: 1♂ il 04.08.2013; Stagno Fontana dell’Asino: 2♂, 1♀ il 04.08.2013 (ASG). 10. LAGHI
DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 29.05.2003pr
(GAB, VMA/cPLA), 17.06.2003 (GAB,
VMA/cPLA), 1 ind. il 22.06.2009 (ASG),
15.07.2010 (ASG), 1♂ il 28.08.2013ul
(ASG/GAB); Lago Piccolo: 1 ind. il 14.07.2009
(ASG); 2 ind. il 28.08.2013ul (ASG, GAB).
E’ una specie ben diffusa in Piemonte, soprattutto
nelle aree planiziali centro-settentrionale della
Regione e in particolare nell’area risicola (Boano
et al., 2007). nell’area di studio è invece piuttosto localizzata: è stata contattata in piccoli stagni
ricchi di vegetazione e in ecosistemi acquatici più
complessi, tutti inseriti, o nelle vicinanze, di boschi di latifoglie. Talvolta si osserva in volo piuttosto alto, intorno alle chiome degli alberi o in
aree aperte lontano dagli ambienti umidi: in questi casi la determinazione certa è spesso impossibile.
Gli individui esaminati in mano hanno permesso,
al momento, di escludere la presenza nell’area di
studio della congenere S. meridionalis nielsen,
1935.
Il periodo di volo è compreso fra la I decade di
maggio e la III di agosto.
Famiglia Libellulidae
31. Crocothemis erythraea (Brullé, 1832) - 18 siti
(15 ripr.)
3. LAGO BORGARInO: 20.06.2001 (RSI/MCCI),
27.08.2010 (ASG); 4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Balmanera 1: 30.07.2011 (ASG), 1♂
il 19.09.2013; Stagno Azienda agricola Parruquet
1: 1♂ il 30.07.2011; Stagno di C.na Billia 2: 1♂
il 30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na Diletta
2: 02.07.2009 (ASG); Stagno di C.na Billia 1: abbondante il 06.07.2009, 1♂ il 30.06.2013, 1 ind.
il 19.09.2013; Stagno di C.na Diletta 1:
02.07.2009 (ASG); Lago Fontanei: 02.07.2009
(ASG). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Lago inferiore: abbondante il 06.07.2009 (ASG),
18.06.2013 (ASG), 18.08.2013 (ASG). 7. STAGnI
DI VILLAR DORA - Stagno 1: 2 ind. il 19.07.2009
(ASG), 15.06.2013pr (ASG), abbondate il
05.08.2013 (ASG); Stagno 2: 1♂ il 15.06.2013pr
(ASG); Stagno 3: abbondante il 05.08.2013
(ASG), 4♂ il 21.09.2013ul (ASG); Stagno 4:
05.08.2013 (ASG). 8. STAGnI “LA SOLDAnELLA”:
abbondante il 29.07.2013 (ASG), 26.08.2013
(ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di C.na nuova: 2007 (IDG), 1♂
il 13.07.2009 (ASG), 1♂ il 19.08.2009 (ASG),
1♂ il 06.08.2010 (ASG), 1♂ il 01.09.2010
(ASG), 1♂ il 19.06.2011 (ASG), 1♂ il
23.07.2011 (ASG), 30.08.2011 (ASG, MCH),
numerosi il 05.08.2013 (ASG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 17.06.2003
(GAB,VMA, cPnA), 28.07.2009 (ERI); Lago
Grande: 14.07.2009 (ASG); Lago Piccolo:
01.07.2009 (ASG), 14.07.2009 (ASG),
15.07.2010 (ASG), 28.08.2013 (ASG, GAB).
ALTRE LOCALITà - Trana: 15.08.2011 (APU).
E’ una specie ampiamente distribuita nelle aree
planiziali e collinari del Piemonte (Boano et al.,
2007), pioniera e migratrice, ha espanso notevolmente in suo areale verso nord, si ritiene a causa
del riscaldamento climatico (Grand & Boudot,
2006; Corbet & Brooks, 2008). La Svizzera ad
esempio, è stata colonizzata a partire dagli anni
’80 del novecento (Wildermuth et al., 2005).
Specie ad ampia valenza ecologica, nell’area di
studio è abbastanza ben diffusa in ambienti lentici aperti e assoltati (stagni, laghi naturali e di
cava), anche di scarsa qualità e antropizzati: insieme a Orthetrum cancellatum è ad esempio
l’unica specie regolarmente presente sul lago
Grande di Avigliana.
nell’area di studio vola dalla II decade di giugno
alla III di settembre.
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nell’area di studio vola dalla II decade di giugno
alla II di agosto.
32. Libellula depressa Linnaeus, 1758 - 18 siti (11
ripr.)
1. RISORGIVA GIBIOnE: 1cp. il 26.05.2013 (ASG,
PMI), 3♂ il 18.06.2013. 2. TORREnTE CASTERnOnE E SUOI AFFLUEnTI - Rio Codano, Regione
Molino del Martinetto: 1♀ il 26.05.2013 (ASG,
PMI), 1♀ il 18.06.2013; Rio Crosa, Borgata
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33. Libellula fulva Müller, 1764 - 3 siti (2 ripr.)
7. STAGnI DI VILLAR DORA - Stagno 1: 2♂ immaturi il 15.06.2013 (ASG) (Fig. 15). 10. LAGHI DI
AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 29.05.2003
(GAB,VMA/cPnA); 17.06.2003 (GAB,VMA/
cPnA), 17.05.2009pr (RSI,CGR/MCCI), 22.06.
2009 (ASG), 15.07.2010ul (ASG); Lago Piccolo:
1♂ 29.05.2010 (ASG).
E’ una specie abbastanza localizzata in Piemonte,
diffusa prevalentemente a basse quote e in ambienti acquatici ben evoluti e con ricca vegetazione spondale, circondati da fasce boscate,
fondamentali per gli individui in maturazione
(Boano et al., 2007). Anche nell’area di studio è
una specie localizzata, con un unica popolazione
stabile conosciuta nella Palude dei Mareschi. E’
probabile che anche negli altri due siti siano presenti piccole popolazioni, i cui individui sono
passati per lo più inosservati.
nell’area di studio è stata contattata fra la II decade di maggio e la II di luglio, sebbene per il
campione esiguo non sia possibile definire al meglio il periodo di volo.
34. Libellula quadrimaculata Linnaeus, 1758 - 13
siti (13 ripr.)
1. RISORGIVA DI GIBIOnE: 3 ind. il 26.05.2013
(ASG, PMI); 3. LAGO BORGARInO: 1 ind. il
07.06.2013 (DCA). 4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Diletta 2: 02.07.2009 (ASG),
30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na Billia 1:
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Brione: 2 ind. il 26.05.2013 (ASG, PMI). 3.
LAGO BORGARInO: 02.07.2009 (ASG),
20.05.2011, 1♀ il 31.05.2013 (BCA). 4. STAGnI
DI PIAnEzzA - Stagno Azienda agricola Parruquet
1: 1♂ il 08.08.2010 (ASG); Stagno di C.na Billia
2: 2♂ il 30.06.2013 (ASG, PMI); Lago Fontanei:
1♀ il 02.07.2009. 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE Torbiera di S. Grato: 1♂ il 26.05.2013 (ASG,
PMI), 1 ind. il 18.06.2013 (ASG) - Stagno presso
Villaggio: 1 cp. il 26.05.2013 (ASG, PMI); Lago
superiore: 26.05.2013 (ASG, PMI); Pendici
Monte Calvo: 24.05.1992 (RSI/MCCI),
24.06.1993 (RSI/MCCI), 11.05.2001 (RSI), 1♂
il 27.05.2010 (ASG), 1♂ il 26.05.2013 (ASG,
PMI). 6. MOnTE MUSInè: 1♂ il 24.06.2013 (LPI).
7. STAGnI DI VILLAR DORA - Stagno 2: 1♂ il
19.07.2009 (ASG), 2♂ il 05.08.2013 (ASG). 9.
AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA Stagni di C.na nuova: 2007 (IDG), 19.05.2009
(ASG), 4♂ il 28.05.2009 (ASG), 2♂ il
01.07.2010 (ASG), 1♂ il 01.09.2010ul (ASG) Pra Basse: 5 ind. il 29.05.2009 (ASG), 1♂ il
23.06.2009 (ASG), 2cp. il 28.06.2009 (ASG),
19.05.2010 (ASG); Stagno Pessina: 2007 (IDG),
28.05.2009 (ASG) - Stagno Fontana dell’Asino:
2♂ il 28.05.2009 (ASG), 1♂ il 04.08.2013. 11.
TORBIERA DI TRAnA: 1 ind. il 29.07.2009 (ASG).
ALTRE LOCALITà - C.na Ronco: 5♂ il 30.04.2011pr
(ASG), 1♂ il 16.07.2010 (ASG).
In Piemonte è ampiamente distribuita nelle aree
planiziali e collinari, mentre penetra di rado nelle
vallate alpine (Boano et al., 2007). nell’area di
studio è una specie ben diffusa, sebbene in un
buon numero di località sia stata contattata occasionalmente, senza provarne la riproduzione, forse
a causa del carattere spiccatamente pioniero della
specie, che si trova talvolta in ambienti effimeri
(campi allagati dalle piogge, fossi irrigui, pozzanghere). Gli stagni di C.na nuova, che sono stati
oggeto di una massiccia − e scellerata − opera di
rimozione della vegetazione spondale nell’estate
del 2006, sono stati occupati fino a quattro stagioni
dopo l’intervento (per il periodo precedente non
sono disponibili dati), per essere apparentemente
abbandonati quando la vegetazione palustre e
spondale ha raggiunto uno sviluppo confrontabile
con quello che sussisteva prima dell’intervento.
nell’area di studio la specie vola fra la III decade
di aprile e la I di settembre.
62
Fig. 15. Libellula fulva ♂ immaturo. Stagno 1 di Villar Dora
(TO). 15.06.2013. Foto G. Assandri.
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
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35. Orthetrum albistylum (De Sélys-Longchamps,
1848) - 18 siti (13 ripr.)
3. LAGO BORGARInO: 01.09.1995 (GBO/MCCI),
02.07.2009 (ASG), 27.08.2010 (ASG),
31.05.2013 (BCA). 4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Balmanera 1: abbondante il
30.07.2011 (ASG); Stagno Azienda agricola Parruquet 1: 08.08.2010 (ASG); Stagno di C.na Balmanera 2: 30.07.2011 (ASG); Stagno di C.na
Billia 2: 08.08.2010 (ASG), 30.07.2011 (ASG),
30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na Billia 1:
06.07.2009 (ASG), 30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na Diletta 1: 02.07.2009 (ASG),
30.06.2013; Lago Fontanei: 02.07.2009 (ASG).
5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Lago inferiore:
06.07.2009 (ASG); Pendici Monte Calvo:
03.09.2010ul (ASG), 2 ind. 26.05.2013pr (ASG,
PMI), abbondante il 18.08.2013 (ASG). 7. STAGnI DI VILLAR DORA - Stagno 1: 05.08.2013
(ASG); Stagno 2: 1♀ il 15.06.2013 (ASG); Stagno 3: 05.08.2013 (ASG). 8. STAGnI “LA SOLDA-
abbondante il 29.07.2013 (ASG),
26.08.2013 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI
RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di C.na nuova: 2007
(IDG), 1♂ il 19.08.2009 (ASG). 10. LAGHI DI
AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 1♂ il
21.08.2009 (ASG); Lago Piccolo: 1♀ il
15.07.2010 (ASG), 1♂ il 15.07.2013 (ASG). 11.
TORBIERA DI TRAnA: 1♂ il 29.07.2009 (ASG).
ALTRE LOCALITà - Trana: 15.08.2011 (APU); Stagno di C.na Giuseppina nuova: 1 il 08.01.2010
(ASG); Stagno di C.na Ghiona: 02.07.2009
(ASG); C.na Malpensà: 2♂ il 13.08.2010 (ASG).
Specie ampiamente distribuita nelle aree planiziali
e basso collinari della regione (Boano et al., 2007),
anche nell’area di studio è piuttosto ben diffusa,
anche se in un certo numero di località non è stata
provata la presenza di una popolazione riproduttiva. Frequenta diverse tipologie di zone umide
lentiche, dai piccoli stagni alle cave naturalizzate,
fino ai laghi di dimensioni maggiori.
Il periodo di volo è compreso fra la III decade di
maggio e la I di settembre, con picco fra la I decade di luglio e la II di agosto.
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nELLA”:
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30.07.2011 (ASG), 2 ind. il 30.06.2013 (ASG,
PMI). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Stagno
presso Villaggio: 2 ind. il 26.05.2013 (ASG,
PMI); Lago inferiore: 2 ind. il 06.07.2009 (ASG),
5 ind. il 18.06.2013 (ASG); Lago superiore:
26.05.2013 (ASG, PMI), 18.06.2013 (ASG);
Pendici Monte Calvo: 24.05.1992 (RSI/MCCI);
1 ind. il 26.05.2013 (ASG, PMI). 7. STAGnI DI
VILLAR DORA - Stagno 1: 2♂ il 05.08.2013ul
(ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di C.na nuova: 1♀ il
19.05.2009pr (ASG), 2 ind. il 28.05.2009 (ASG),
3 ind. il 20.06.2009, 1 ind. il 13.07.2009, 3 ind.
il 10.06.2010, 2 ind. il 01.07.2010, 2 ind. il
04.06.2011, 1 ind. il 19.06.2011; Pra Basse: 3♂
il 04.08.2013 (ASG); Stagno Fontana dell’Asino:
1 ind. 20.07.2010 (ASG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA
Palude
dei
Mareschi:
18.06.2003
(GAB,VMA/cPnA). ALTRE LOCALITà - Caselette: 1993 (RSI/MCCI).
Specie abbastanza ben distribuita nel Piemonte
centro-settentrionale, prevalentemente nella fascia alpina e prealpina (Boano et al., 2007).
nell’area di studio è ben diffusa negli stagni di
piccole dimensioni, ricchi di vegetazione acquatica (spondale e flottante) ben diversificata.
Vola fra la II decade di maggio e la I di agosto.
36. Orthetrum brunneum (Fonscolombe, 1837) - 9
siti (2 ripr.)
5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Lago inferiore:
13.08.1975 (EBA/cBA), 06.07.2009 (ASG); Pendici Monte Calvo: 31.07.1993 (RSI/MCCI), 1
ind. il 27.05.2010 (ASG). 6. MOnTE MUSInè: 1♂
il 26.06.2010 (ASG), 1♀ il 29.06.2012 (LPI), 1♂
il 24.06.2013 (LPI). 7. STAGnI DI VILLAR DORA Stagno 2 (dintorni): circa 10 il 05.08.2013
(ASG). 8. STAGnI “LA SOLDAnELLA”: 2 ind. il
29.07.2013 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI
RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di C.na nuova: 2007
(IDG), 3♂ il 20.06.2009, 1♂ il 06.09.2009, 2♂ il
01.07.2010; Pra Basse: 4 ind. il 23.06.2009
(ASG); Stagno Pessina: 21.06.2009 (ASG). 10.
L AGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi:
15.07.2010 (ASG). ALTRE LOCALITà - Dora Riparia, Ponte di Avigliana: abbondante il
29.07.2013 (ASG).
nell’area di studio è presente la sottospecie nominale.
Specie abbastanza ben distribuita nelle aree planiziali e collinari della regione (Boano et al.,
2007), nell’area di studio ne è stata confermata
la riproduzione in due sole località, nei pressi dei
63
ASSANDRI
piccoli rii, per lo più temporanei, che scorrono
lungo i pendii xerotermici del Musinè e del Moncalvo. E’ stato poi contattato in numerose altre
località, anche lentiche, a riconferma del carattere
pioniero e dispersivo della specie.
nell’area di studio ne è stata verificata la presenza
fra la II decade di giugno e la I di settembre.
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38. Orthtrum coerulescens (Fabricius, 1798 ) - 14
siti (9 ripr.)
1. RISORGIVA DI GIBIOnE: 24.07.2009 (RSI);
18.06.2013 (ASG), 21.08.2013 (ASG). 3. LAGO
BORGARInO: 27.08.2010 (ASG). 4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Balmanera 1: 30.07.2011
(ASG); Stagno Azienda agricola Parruquet 1: 1♂
il 08.08.2010 (ASG); Stagno di C.na Billia 2:
30.07.2011 (ASG); Stagno di C.na Billia 1:
30.07.2011 (ASG). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE
- Torbiera di San Grato: 1 ind. il 18.08.2013
(ASG); Lago inferiore: 13.08.1975 (EBA/cBA),
06.07.2009 (ASG), 18.06.2013 (ASG),
18.08.2013 (ASG); Pendici Monte Calvo:
31.07.1993 (RSI), abbondante il 25.07.2010
(ASG), 18.08.2013. 6. MOnTE MUSInè: 1♀ il
24.05.1942pr (G. Della Beffa legit in Capra & Galletti (1978). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLIAVIGLIAnA - Stagni di C.na nuova: 2007 (IDG),
1♂ il 04.07.2009 (ASG), 3♂ il 19.08.2009, 5 ind.
il 10.06.2010 (ASG), abbondante il 01.07.2010
(ASG), abbondante il 06.08.2010 (ASG), abbondante il 01.09.2010ul (ASG), 19.06.2011 (ASG),
23.07.2011 (ASG), 30.08.2011 (ASG, MCH),
16.06.2013 (ASG), abbondantissimo il
05.08.2013 (ASG); Stagno Pessina: 21.06.2009
(ASG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Lago Piccolo:
15.07.2013 (ASG), 1♀ il 28.08.2013 (ASG,
GAB). 11. TORBIERA DI TRAnA: 1 ind. il
29.07.2009 (ASG), 3♂ il 17.07.2013 (GMA,
AFA). ALTRE LOCALITà - Caselette: s.d.
(RSI/MCCI); Rio Granero, Borgata Brione: 1 ind.
il 24.07.2009 (RSI), 21.08.2013 (ASG); Dora Riparia, ponte di Avigliana: 29.07.2013 (ASG).
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37. Orthetrum cancellatum (Linnaeus, 1758) - 20
siti (17 ripr.)
3. LAGO BORGARInO: 20.06.2001 (RSI/MCCI),
02.07.2009 (ASG), 31.05.2013 (BCA); 4. STAGnI
DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Balmanera 1: 1 ind.
il 30.07.2011 (ASG), Stagno Azienda agricola
Parruquet 1: 19.09.2013 (ASG); Stagno di C.na
Balmanera 2: 30.07.2011 (ASG), Stagno di C.na
Billia 2: 30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na
Diletta 2: 02.07.2009 (ASG), 30.06.2013 (ASG,
PMI); Stagno di C.na Billia 1: 30.06.2013 (ASG,
PMI); Stagno di C.na Diletta 1: 02.07.2009
(ASG); Lago Fontanei: 02.07.2009 (ASG), 1 ind.
19.09.2013 (ASG). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE
- Torbiera di S. Grato: 1♀ il 26.05.2013 (ASG,
PMI), 18.06.2013 (ASG); Lago inferiore: 1♀ il
06.07.2009 (ASG), 18.06.2013 (ASG),
18.08.2013 (ASG). 7. STAGnI DI VILLAR DORA Stagno 1: 19.07.2009 (ASG), 15.06.2013 (ASG),
abbondante il 05.08.2013 (ASG); Stagno 2: 1♀
il 15.06.2013 (ASG); Stagno 3: 1 ind. il
19.07.2009 (ASG), 15.06.2013 (ASG),
05.08.2013 (ASG) - Stagno 4: 15.06.2013
(ASG). 8. STAGnI “LA SOLDAnELLA”: 26.08.2013
(ASG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 18.06.2013 (GAB, VMA/cPnA),
22.06.2009
(ASG),
28.07.2009
(ERI),
15.07.2010 (ASG), 10.09.2010 (ASG), 1 ind. il
28.08.2013 (ASG, GAB); Lago Grande:
14.07.2009 (ASG), 21.08.2009 (ASG); Lago Piccolo: abbondante il 01.07.2009 (ASG), abbondante il 14.07.2009 (ASG), 1♀ il 29.05.2010
(ASG), 15.07.2010 (ASG), abbondante il
15.07.2013 (ASG), abbondantissimo il
28.08.2013 (ASG, GAB), 08.09.2013 (ASG),
17.09.2013 (ASG), 1♀ il 08.10.2013 (ASG). 11.
TORBIERA DI TRAnA: 1♀ il 22.07.2010 (ASG).
ALTRE LOCALITà - Laghetto “i 3 pais”:
19.07.2009 (ASG); Stagno di C.na Ghiona: 1 ind.
il 02.07.2009 (ASG); Case Mareschi: 1♂ il
29.07.2010 (ASG); Moncuni: 07.07.2009 (ASG),
28.08.2009 (ASG); Dora Riparia-Ponte di Avigliana: 1♂ il 29.07.2013 (ASG).
E’ una specie piuttosto ben distribuita nelle aree
planiziali e collinari del Piemonte (Boano et al.,
2007) e lo stesso si può dire per l’area di studio,
dove frequenta la maggior parte degli ambienti lentici, anche di scarsa qualità ambientale (ad esempio
laghetti per la pesca sportiva o il Lago Grande di
Avigliana, che presenta sponde per lo più urbanizzate). In alcune località è presente con elevatissime
densità (es. Lago Piccolo di Avigliana).
Il periodo di volo è compreso fra l’ultima decade
di maggio e la prima di ottobre, con picco da
metà giugno a fine luglio.
64
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
abbondante, ancora oggi), abbia decretato la conseguente estinzione di questa specie nell’area di
studio, come in molti altri settori della regione.
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39. Sympetrum danae (Sulzer, 1776) - 1 sito
5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Lago inferiore: 1♂
senescente il 20.09.2013 (ASG).
nelle aree al limite meridionale del suo areale è
una specie pressochè esclusiva dei rilievi montuosi (Dijkstra & Lewington, 2006). In Piemonte
è infatti localizzata in alcune vallate alpine, a partire dai 750 m s.l.m (Boano et al., 2007). Sorprende quindi l’osservazione presso il Lago
inferiore di Caselette (370 m s.l.m.), che potrebbe
riferirsi a un individuo in dispersione.
nel Rhône-Alpes, sebbene sia una specie caratteristica dei rilievi, si riproduce a partire dai 340
m s.l.m e sono note osservazioni autunnali di individui erratici, imputate alla grande capacità dispersiva della specie e a gelate alle quote di
riproduzione (Deliry, 2008). In Svizzera le popolazioni al di sotto dei 600 m s.l.m sono considerate rare (Wildermuth et al., 2005).
41. Sympetrum fonscolombii (De Sélys-Longchamps, 1840) - 8 siti (2 ripr.)
3. LAGO BORGARInO: 01.09.1995 (GBO/MCCI),
20.06.2001 (RSI/MCCI). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Pendici Monte Calvo: 31.07.1193
(ASG), 03.09.2010 (ASG), 1♂ il 18.08.2013
(ASG). 7. STAGnI DI VILLAR DORA - Stagno 3: 2♂
il 05.08.2013 (ASG). 8. STAGnI “LA SOLDAnELLA”: 26.08.2013 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni di C.na
nuova: 2007 (IDG), 5 ind. il 13.07.2009 (ASG),
abbondante il 19.08.2009 (ASG), 2 ind. il
23.07.2011 (ASG); Stagno Fontana dell’Asino:
04.09.2010 (ASG). 10. LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: 22.07.2003 (GAB,
VMA/cPnA), 15.08.2003 (GAB, VMA/cPnA),
28.07.2009 (ERI). 12. TORREnTE SAnGOnE - tra
Ponte Sangano e C.na. Rifoglietto: 03.09.2009
(ASG), 29.08.2011 (ASG), 27.05.2011pr (ASG).
ALTRE LOCALITà - Sangano: “assai rara” nell’agosto 1873 fino al 09.09.1873 (Ghiliani, 1874a);
C.na nuova: 19.08.2009 (ASG); Torre Bicocca:
abbondante il 19.08.2009; Centro abitato, Rosta:
1 ind. di notte, attirato da una luce, il 02.08.2009
(ASG); Moncuni: 28.08.2009 (ASG), 18.06.2010
(ASG), 29.07.2010 (ASG); Cà di Paglia:
13.09.2010 (ASG); Cimitero di Villarbasse:
30.08.2009 (ASG), 27.09.2009ul (ASG); C.na
Malpensà: 30.08.2009 (ASG), 27.09.2009ul
(ASG), numeroso il 13.08.2010 (ASG); C.na
Ronco: 3 ind. il 13.07.2009 (ASG), 30.08.2009
(ASG), 03.09.2009 (ASG), 27.09.2009ul (ASG),
31.08.2010 (ASG), 25.08.2013 (ASG).
E’ una specie ampiamente distribuita in Piemonte,
soprattutto in pianura, anche se lo si può osservare
ovunque, anche in alta montagna, per via delle sue
attitudini fortemente dispersive e migratorie
(Boano et al., 2007). nell’area di studio è stato
osservato solo in pochi dei siti campionati e la riproduzione è stata accertata unicamente in due di
essi (in ambienti lentici), tuttavia è stato regolarmente osservato in numerose altre località, normalmente lontano dall’acqua.
Il periodo di volo confermato nell’area di studio
va dalla III decade di maggio alla III di settem-
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Specie ben distribuita nelle aree planiziali della
regione piemontese (Boano et al., 2007), compresa l’area di studio. Frequenta sia ambienti lotici (in particolare fossi o piccoli corsi d’acqua a
scorrimento lento e ricchi di vegetazione, spesso
solo erbacea), sia lentici, che però di norma sono
connessi o si trovano sempre nei pressi di corpi
idrici lotici riccamente vegetati, anche minimi.
nell’area di studio vola tra l’ultima decade di
maggio e la I di settembre.
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40. Sympetrum depressiusculum (De Sélys-Longchamps, 1841)
ALTRE LOCALITà - SAnGAnO: “comunissima” nell’agosto 1873 fino al 09.09.1873 (Ghiliani,
1874a).
In Piemonte il principale nucleo di presenza della
specie è concentrato nel settore centro-settentrionale della regione, soprattutto nell’area risicola
novarese-vercellese (Boano et al., 2007). Oggi è
una specie considerata in forte declino in tutto il
bacino del Mediterraneo e in Europa, tanto che è
classificato come specie vulnerabile nelle rispettive liste rosse (Riservato et al., 2009; Kalkman
et al., 2010). nell’area di studio Ghiliani (1874a)
lo considerava “comunissimo” nelle “praterie paludose” intorno a Sangano. E’ verosimile che la
scomparsa di quegli ambienti (strutturalmente simili alle risaie, dove lo si ritrova, sempre meno
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bre, con picco dalla II di luglio alla III di agosto.
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43. Sympetrum pedemontanum (Allioni, 1766) - 2
siti
4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Balmanera 1: 1 ind. il 30.07.2011 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Pra Basse:
3 immaturi il 06.09.2009 (ASG).
E’ una specie pioniera, ben distribuita nelle aree
planiziali del Piemonte, soprattutto centro orientale (Boano et al., 2007). nell’area di studio è
stata contattata in due sole occasioni e in anni recenti. Tali segnalazioni sono probabilmente da
imputare a individui in dispersione alla ricerca di
nuovi territori.
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42. Sympetrum meridionale (De Sélys-Longchamps, 1841)
ALTRE LOCALITà - Avigliana: 1934 (navas, 1935).
In Piemonte è una specie abbastanza localizzata,
distribuita prevalentemente nel settore centromeridionale della Regione e lungo il Ticino
(Boano et al., 2007). nell’area di studio la sua
presenza è testimoniata solo da un unico dato storico, non riconfermato in seguito e da considerarsi dubbio per le stesse motivazioni già espesse
sul lavoro di navas (1935) relativamente a Pyrrhosoma nymphula.
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44. Sympetrum sanguineum (Müller, 1764) - 24 siti
(23 ripr.)
1. RISORGIVA DI GIBIOnE: 21.08.2013 (ASG). 3.
LAGO BORGARInO: 02.07.2009 (ASG),
20.09.2013 (ASG). 4. STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Balmanera 1: 19.09.2013; Stagno
Azienda agricola Parruquet 1: numeroso il
08.08.2010 (ASG), 30.07.2011 (ASG),
30.06.2013 (ASG, PMI), 19.09.2013 (ASG); Stagno di C.na Balmanera 2: 19.09.2013 (ASG);
Stagno di C.na Billia 2: 08.08.2010 (ASG),
30.07.2011 (ASG), 30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na Diletta 2: 02.07.2009 (ASG),
30.06.2013 (ASG, PMI); Stagno di C.na Billia 1:
1♂ il 06.07.2009 (ASG), 30.07.2011 (ASG),
30.06.2013 (ASG,PMI); Lago Fontanei:
02.07.2009 (ASG), 19.09.2013 (ASG). 5. zOnE
UMIDE DI CASELETTE - Stagno Presso Villaggio:
24.07.2009 (RSI), 18.08.2013 (ASG); Lago inferiore: abbondante il 06.07.2009 (ASG),
66
18.06.2013pr (ASG), 18.08.2013 (ASG),
20.09.2013 (ASG); Pendici Monte Calvo:
31.07.1993 (RSI/MCCI), 25.07.2010 (ASG),
03.09.2010 (ASG), 18.08.2013 (ASG). 7. STAGnI
DI VILLAR DORA - Stagno 1: abbondante il
19.07.2009 (ASG), 21.09.2013 (ASG); Stagno 2:
abbondante il 19.07.2009 (ASG), abbondante il
21.09.2013; Stagno 3: 19.07.2009, 21.09.2013.
8. STAGnI “LA SOLDAnELLA”: 29.07.2013 (ASG),
26.08.2013 (ASG), 19.09.2013 (ASG). 9. AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA - Stagni
di C.na nuova: 3♂ il 20.06.2009 (ASG), abbondante il 04.07.2009 (ASG), 13.07.2009 (ASG),
abbondante il 19.08.2009 (ASG), abbondante il
06.09.2009 (ASG), 06.08.2010 (ASG),
01.09.2010 (ASG), 19.06.2011 (ASG), 1♂ il
23.07.2011 (ASG), 30.08.2011 (ASG, MCH), 1♂
il 05.08.2013 (ASG); Pra Basse: 23.06.2009
(ASG), centinaia il 06.09.2009 (ASG), abbondante il 20.07.2010 (ASG), 04.09.2010 (ASG);
Stagno Pessina: 2007 (IDG), 1♀ il
21.06.2009(ASG), 1 il 08.07.2009 (ASG), 5 ind.
il 19.09.2013 (ASG); Stagno Fontana dell’Asino:
23.06.2009 (ASG), 2 ind. il 13.09.2009 (ASG),
20.07.2010 (ASG), abbondante il 04.09.2010. 10.
LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi: migliaia (prevalentemente neosfarfallati) il
22.06.2009, 28.07.2009 (ERI), abbondantissimo
il 21.08.2009 (ASG), abbondante il 15.07.2010
(ASG), 10.09.2010 (ASG), abbondantissimo il
28.08.2013 (ASG, GAB); Lago Grande:
21.08.2009 (ASG); Lago Piccolo: 01.07.2009
(ASG), 10.09.2010 (ASG), abbondante il
28.08.2013 (ASG, GAB), 08.09.2013 (ASG),
17.09.2013 (ASG), 08.10.2013 (ASG). 11. TORBIERA DI TRAnA: 29.07.2009 (ASG), 12.09.2009
(ASG), 1cp. il 22.10.2013ul (GMA, AFA). ALTRE
LOCALITà - Sangano: “poco sparsa” nell’agosto
1873 fino al 09.09.1873 (Ghiliani, 1874a); Trana:
15.08.2011 (APU); Laghetto “i 3 pais”:
19.07.2009 (ASG); Pozza di Case Parga: 3 ind.
il 08.08.2010 ()ASG; Stagno Azienda agricola
Parruquet 2: 30.07.2011 (ASG); C.na Bremont:
20.09.2009 (ASG); Moncuni: 1 ind. il
07.07.2009 (ASG), 28.08.2009 (ASG); Cà di Paglia: 13.09.2009 (ASG).
E’ una delle libellule maggiormente diffuse in
Piemonte, soprattutto nelle aree planiziali e basso
collinari (Boano et al., 2007). Lo stesso si può
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
III decade di luglio e fine novembre, con picco
fra la II di agosto e la II di settembre e con un
unico dato precoce relativo a fine maggio.
dire per l’area di studio, dove è sicuramente la
specie più diffusa, in quanto è stata contattata in
quasi tutti i siti di campionamento lentici; è invece assente lungo i corsi d’acqua. In alcune località sono stati osservati spettacolari
sfarfallamenti, in particolare presso la palude dei
Mareschi, con migliaia di individui nel 2009 e
presenze abbondanti anche negli anni successivi.
Vola fra la II decade di giugno e l’ultima di ottobre, con picco in luglio.
Ophiogomphus cecilia (Furcroy, 1785)
Val Sangone (Coazze): 1♂ raccolto nel luglio
1951 (G. Della Beffa legit, collezione Museo Civico di Storia naturale di Verona).
Sebbene il territorio di Coazze sia di poco al di
fuori dell’area di studio, si è ritenuto opportuno
riportare questo dato finora inedito, tanto più che
la specie attualmente non è segnalata che nel settore planiziale centro-orientale del Piemonte.
Il torrente Sangone nel territorio di Coazze scorre
dalla sorgente (posta oltre i 2000 m s.l.m.) fino a
quota 600 m circa, quindi in un contesto prettamente montuoso, apparentemente non idoneo ad
ospitare la specie. Essa è infatti generalmente legata ad ambienti planiziali, sebbene soggetti in
dispesione (ad esempio in Rhône-Alpes) siano
stati osservati fino a 1000 m di quota (Deliry,
2008) e in Svizzera sia segnalata fino a 1600 m
s.l.m. (Wildermuth et al., 2005).
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Famiglia Gomphidae
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45. Sympetrum striolatum (Charpentier, 1840) - 15
siti (14 ripr.)
1. RISORGIVA DI GIBIOnE: 1 ind. il 21.08.2013
(ASG); 3. LAGO BORGARInO: 01.09.1995
(GBO/MCCI), 21.09.2009 (ASG), 27.08.2010
(ASG), 21.10.2011 (ASG), 18.11.2011 (ASG), 5
ind. il 01.11.2012 (LPI), 20.09.2013 (ASG). 4.
STAGnI DI PIAnEzzA - Stagno di C.na Balmanera
2: 19.09.2013 (ASG); Lago Fontanei: 19.09.2013
(ASG). 5. zOnE UMIDE DI CASELETTE - Stagno
presso Villaggio: 18.08.2013 (ASG); Lago inferiore: 20.09.2013 (ASG); Pendici Monte Calvo:
31.07.1993 (RSI/MCCI), 18.08.2013 (ASG). 8.
STAGnI “LA SOLDAnELLA”: 2 ind. il 29.07.2013
(ASG), 26.08.2013 (ASG), 19.09.2013 (ASG). 9.
AnFITEATRO MOREnICO DI RIVOLI-AVIGLIAnA Stagni di C.na nuova: 2007 (IDG), 19.08.2009
(ASG), 06.09.2009 (ASG), 2 ind. il 01.09.2010
(ASG), 05.08.2013 (ASG); Pra Basse:
06.09.2009 (ASG); Stagno Fontana dell’Asino:
04.09.2010 (ASG), 1♂ il 04.08.2013 (ASG). 10.
LAGHI DI AVIGLIAnA - Palude dei Mareschi:
17.10.2001 (VMA/cPnA), 28.08.2013 (ASG,
GAB); Lago Piccolo: abbondante il 28.08.2013
(ASG, GAB), 6 il 24.11.2013ul (ASG). 11. TORBIERA DI TRAnA: 1♂ il 22.10.2013 (GMA, AFA).
12. TORREnTE SAnGOnE - tra Ponte Sangano e
C.na. Rifoglietto: 05.09.2013 (ASG). ALTRE LOCALITà - Sangano: “comunissima” nell’agosto
1873 fino al 09.09.1873 (Ghiliani, 1874a); Centro urbano, Rosta: 2cp. il 17.09.2013; C.na
Ronco: 27.05.2012pr (ASG).
Specie ben distribuita nelle aree planiziali e basso
collinari del Piemonte (Boano et al., 2007). Anche
nell’area di studio è una specie diffusa, che frequenta soprattutto ambienti lentici. Talvolta è stata
osservata distante dai siti riproduttivi noti.
nell’area di studio è regolarmente presente fra la
ADDEnDUM
DISCUSSIOnE
L’area di studio è caratterizzata da un’elevata
ricchezza odonatologica: nonostante le sue ridotte dimensioni, essa ospita infatti il 68% del totale delle specie segnalate per la regione Piemonte (Boano et al.
2007 e ulteriori dati inediti) e il 48% di quelle note per
l’Italia (Riservato et al., 2014). Il numero di specie
presenti nell’area di studio è simile a quello di altri
settori della regione, ben più estesi, come la Provincia
di Asti (45 specie, Barbero 2009), il Verbano-CusioOssola (43 specie, Pompilio et al. 2012) o di poco inferiore, come ad esempio nel caso dell’anfiteatro
morenico di Ivrea (48 specie, Sindaco et al., 2014) o
il parco fluviale del Po Vercellese-Alessandrino (49
specie, Subrero et al. 2013).
Tale situazione è verosimilmente determinata
dalla moltitudine di ambienti acquatici idonei agli
Odonati presenti nell’area, che, seppur in alcuni casi
di ridotte o ridottissime dimensioni, presentano una
notevole diversità ambientale. Questa dipende dalla
presenza di ambienti vari: sorgenti, stagni e laghi ar67
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è costituita in estate dalla captazione intensiva di
acque a scopo irriguo, che porta spesso al completo
prosciugamento il letto del fiume, ignorando la legge
sul deflusso minimo vitale. A queste è da aggiungere
tutta una serie di danni non facilmente rilevabili macroscopicamente, come l’inquinamento e l’eutrofizzazione dei corpi idrici e la presenza di specie aliene,
oltre a tutti i fattori che agiscono alla scala del paesaggio: tra cui la frammentazione e la scomparsa degli
habitat di maturazione, che come è noto hanno un effetto importante sulle fasi immaginali degli Odonati
(Raebel et al., 2012).
Parallelamente alla redazione o all’aggiornamento di atlanti di distribuzione regionali o nazionali,
che hanno un indubbio valore su ampia scala, il presente lavoro evidenzia l’importanza di una prospezione sistematica ed esaustiva del territorio a scala più
fine. Tali studi, basati su sopralluoghi ripetuti in numerosi biotopi nel corso della stagione di volo degli
odonati, sono essenziali non solo per accrescere le conoscenze sui popolamenti locali, ma soprattutto per
disporre di dati fondamentali per qualsiasi monitoraggio futuro delle specie e per indirizzare azioni conservazionistiche e gestionali.
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tificiali e naturali a diverso grado di evoluzione, paludi, laghi, torbiere, corsi d’acqua a carattere riale e
torrentizio, fossi, rogge, il tutto inserito in una matrice
paesaggistica variegata, che si trasforma passando
dalla pianura intensivamente coltivata della cintura di
Torino, ai boschi ben conservati dell’anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana, fino all’ambiente xerotermico del Monte Musinè.
nell’area non sono presenti specie inserite
negli allegati della Direttiva “Habitat” 92/43/CEE e
l’unica specie valutata come vulnerabile nelle liste
rosse della regione mediterranea ed europea (Riservato et al., 2009; Kalkman et al., 2010), Sympetrum
depressiusculum, appare oggi localmente estinta. Ciononostante il valore conservazionistico delle basse
valli di Susa, Sangone e Lanzo per questo gruppo di
artropodi appare consistente, in quanto sono state rilevate comunità ricche e diversificate e alcune specie
localizzate in Italia nord-occidentale, quali Boyeria
irene, Onycogomphus uncatus, Cordulegaster bidentata e Somatochlora flavomaculata.
L’analisi della ricchezza specifica di Odonati
nei siti lentici dell’area di studio in funzione del grado
di protezione degli stessi, ha evidenziato che non esistono differenze significative in termini di ricchezza
specifica fra aree protette (comprensive dei S.I.C.,
soggetti, in via teorica, a un regime di protezione) e
non protette. Esistono quindi alcuni siti non protetti
che rivestono una notevole importanza per l’odonatofauna, ma non fruiscono di nessuna forma di tutela e
di conseguenza subiscono l’effetto negativo delle
pressioni che agiscono sulle zone umide dell’area di
studio. Esse possono portare all’alterazione, fino alla
scomparsa del corpo idrico stesso, per lasciare posto
all’agricoltura o all’edilizia, come testimoniato dalle
zone umide cartografate fino a pochi anni fa e oggi
scomparse. Gravi danni agli ambienti umidi riscontrati
nell’area di studio sono prodotti dalla rimozione sistematica della vegetazione spondale e talvolta anche di
quella flottante, come nel caso degli Stagni di C.na
nuova e del lago inferiore di Caselette (in quest’ultimo caso illegalmente, trovandosi all’interno di un
S.I.C.). negli ambienti lotici (nell’area di studio soprattutto lungo il torrente Sangone) una forte pressione
68
R InGRAzIAMEnTI
Si ringraziano tutti i rilevatori che hanno fornito i loro dati o li hanno resi disponibili nelle Banche
Dati naturalistiche Regionali (si veda la trattazione sistematica per i dettagli) e tutti coloro che mi hanno accompagnato nelle uscite sul campo, con una
particolare menzione a Piero Migliore, esperto conoscitore di biotopi e gelaterie. Ringrazio inoltre Maurizio Pavesi, Leonardo Latella e Chiara Lampo per le
informazioni inedite fornite.
Un particolare ringraziamento all’amico Gian
Abele Bonicelli per i dati, il tempo passato sul campo
insieme e le proficue discussioni. Grazie infine a Roberto Sindaco, che ha apportato un contributo fondamentale, dal reperimento dei dati bibliografici alla
rilettura del manoscritto e senza il cui prezioso contributo non avrei potuto portare a termine il presente
lavoro.
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
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70
1
29
Coenagrion puella
Ceriagrion tenellum
Sympecma fusca
7
25
3
14
22 Anax parthenope
23 Boyeria irene
21 Anax imperator
6
70
41
20 Anax ephippiger
19 Aeshna mixta
24
38
18 Aeshna isosceles
17 Aeshna cyanea
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52 • •
16 Aeshna affinis
15 Platycnemis pennipes
28 •
14 Pyrrhosoma nymphula
64 •
13 Ischnura pumilio
12 Ischnura elegans
2
11 Erythromma viridulum
3
69 •
16 •
3
10
Lestes viridis
Lestes virens
5
Lestes sponsa
10 Erythromma lindenii
9
8
7
6
5
4
• ◦ •
40 • • • • ◦
Lestes dryas
Calopteryx virgo
3
2
28 • •
Calopteryx splendens
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n 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34
1
Specie
Appendice 1. Elenco degli Odonati dell’area di studio. n indica il totale dei dati disponibili per la specie. Da 1 a 34 è riportata la presenza/assenza di ogni specie nei
siti di campionamento (si veda Tab. 1 e Fig. 1). •: riproduzione confermata; ◦: riproduzione non confermata. Le specie il cui nome è riportato in grigio chiaro sono
quelle presenti solo storicamente nell’area di studio.
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
71
72
18
11
39 • ◦
30 Somatochlora metallica
32 Libellula depressa
17
1
1
42 Sympetrum meridionale (?)
RS_LOCALITà (RIPR)
RS_LOCALITà
45 Sympetrum striolatum
44 Sympetrum sanguineum
43 Sympetrum pedemontanum
41 Sympetrum fonscolombii
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12 7 4 3 19 8 5 4 13 9 14 7 10 6
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7 16 5 16 5 14 11 7
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5 10 18 16 7 10 20 2
7 16 23 20 11 13 28 5
on
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◦
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◦
11 21 6 20 10 16 16 10
•
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•
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◦ •
• • ◦
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◦
12 8 4 6 23 11 14 8 16 9 16 8 11 9
35 •
87 •
2
37
1
40 Sympetrum depressiusculum
39 Sympetrum danae
39 •
51
38 Orthetrum coerulescens
37 Orthetrum cancellatum
35
36 Orthetrum brunneum
35 Orthetrum albistylum
26 •
7
41
34 Libellula quadrimaculata
33 Libellula fulva
31 Crocothemis erythraea
29 Somatochlora flavomaculata 19
5
•
• •
• •
28 Cordulegaster bidentata
8
27 Cordulegaster boltonii
26 Onychogomphus uncatus
7
1
•
•
•
◦
◦
◦
•
◦
◦
•
•
•
23 12 4
6
23 15 5 10
•
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◦
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•
•
n 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34
25 Onychogomphus forcipatus
24 Gomphus vulgatissimus
Specie
Appendice 1. Continua dalla pagina precedente.
ASSANDRI
Gomphus vulgatissimus
Boyeria irene
Anax parthenope
Anax imperator
Anax ephippiger
Aeshna mixta
Aeshna isosceles
Aeshna cyanea
Aeshna affinis
Platycnemis pennipes
Pyrrhosoma nymphula
Ischnura pumilio
Ischnura elegans
Erythromma viridulum
Erythromma lindenii
Coenagrion puella
Ceriagrion tenellum
Sympecma fusca
Lestes viridis
Lestes virens vestalis
Lestes sponsa
Lestes dryas
Calopteryx virgo
Calopteryx splendens
Specie
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7
M
8 9
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22 23 24
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19 20 21
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G
16 17 18
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M
13 14 15
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A
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Appendice 2. Periodi di volo degli Odonati nell’area di studio.
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n
31 32 33
Segue nella pagina successiva
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28 29 30
Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
73
74
7
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*
Gli asterischi (*, **,
>35.01%.
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S
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O
28 29 30
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*
n
31 32 33
) indicano rispettivamente i valori che assume l’indice fenologico espresso in percentuale (si vedano i metodi) negli intervalli tra 0 e 15%, tra 15.01 e 35% e
Sympetrum striolatum
Sympetrum sanguineum
Sympetrum pedemontanum
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Sympetrum fonscolombii
Sympetrum danae
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G
16 17 18
Orthetrum coerulescens
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13 14 15
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10 11 12
*
M
8 9
*
Orthetrum cancellatum
Orthetrum brunneum
Orthetrum albistylum
Libellula quadrimaculata
Libellula fulva
Libellula depressa
Crocothemis erythraea
Somatochlora metallica
Somatochlora flavomaculata
Cordulegaster bidentata
Cordulegaster boltonii
Onychogomphus uncatus
Onychogomphus forcipatus
Specie
Appendice 2. Continua dalla pagina precedente.
ASSANDRI
N
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al
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Odonatofauna delle basse Valli Susa, Sangone e Lanzo
Appendice 3. Periodi di volo di alcune specie più abbondanti nell’area di studio. Sulle ordinate sono indicati i valori che assume
l’indice fenologico (si vedano i metodi) espresso in percentuale, sulle ascisse le decadi in cui è suddiviso l’anno solare.
75
MEMORIE SOC. ENTOMOL. ITAL., 92 (1-2): 77-82, ISSN 0037-8747
15 DICEMBRE 2015
Pier Mauro GIACHInO*
Ricordo di Umberto Parenti (1932-2014)
al
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ly
Presso tale Facoltà Umberto Parenti svolgerà
tutta la sua carriera accademica ottenendo, nel 1964,
l’abilitazione alla Libera Docenza in zoologia, nel
1968 la nomina a Professore Straordinario di zoologia
e, infine, quella a Professore Ordinario di zoologia.
Questi sono i dati ufficiali, ma io vorrei ricordarlo ponendo l’accento su particolari e su sensazioni
N
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Umberto Parenti nasce il 12 dicembre 1932, da
famiglia di origini lucchesi, a Casasco d’Intelvi, in
provincia di Como, dove il padre, finanziere, prestava
servizio in quel momento.
negli anni successivi la famiglia, a causa dell’impiego del padre, si sposterà numerose volte in diverse località del nord Italia.
Frequenta le scuole elementari a Modena e,
sempre a Modena, ottiene il Diploma di scuola media
superiore frequentando il Liceo Classico S. Carlo. Qui
conosce Carlo Moscardini, specialista di Coleotteri
Cantaridi, che saprà opportunamente indirizzare la
giovanile passione del nostro verso l’Entomologia.
Questo incontro lo segnerà per il resto della vita e lo
porterà a guardare sempre con un occhio di riguardo
gli entomologi non professionisti. Molti anni dopo, nel
1972, egli saprà guidare un giovane quindicenne appassionato di farfalle arrivato a lui grazie all’interessamento di una docente di geografia che insegnava
nella stessa scuola dove insegnava la moglie Gabriella. Questo giovane, Graziano Bassi, è ora un apprezzato specialista di Microlepidotteri.
nel 1958, la passione per l’Entomologia porterà
Umberto Parenti a conseguire la laurea in Scienze naturali presso l’Università di Modena, dove compirà i
primi passi verso la carriera universitaria sotto la guida
del Prof. Enrico Vannini. Quando Vannini, nel 1957, si
sposterà a Bologna, in sua sostituzione arriverà nel
1958, da Sassari, il Prof. Guido Bacci. Sotto la guida di
Bacci, il nostro otterrà, nel 1961, la nomina ad Assistente Incaricato alla Cattedra di zoologia. Bacci però
è destinato a non rimanere a Modena e quando, nel
1962, si sposterà a Torino porterà con sé Umberto Parenti. Dopo un iniziale periodo di pendolarismo tra Modena e Torino, Umberto Parenti si trasferisce
definitivamente a Torino dove, nel 1963, otterrà la nomina ad Assistente Ordinario alla Cattedra di zoologia
presso la Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e naturali (cattedra tenuta appunto dal Prof. Bacci).
*
Umberto Parenti (a destra) insieme a Carlo Moscardini
verso la fine degli anni ’50 del secolo scorso.
Pier Mauro Giachino, Settore Fitosanitario Regionale, Environment Park, Palazzina A2 Via Livorno 60, 10144 Torino, Italia.
E-mail: [email protected]
77
GIACHINO
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rio e poi di Professore Ordinario di zoologia: quella
collegata al recupero e al riordino delle importantissime collezioni zoologiche storiche dell’Università di
Torino. negli anni sessanta dello scorso secolo anche
le collezioni del Museo di zoologia avevano pesantemente risentito dell’imperante clima di indifferenza
verso il patrimonio museale, frutto in particolare dello
sviluppo di filoni di ricerca lontani dai classici canoni
della sistematica zoologica. La sempre cronica mancanza di spazi per i laboratori e l’accesso agli stessi
da parte di un numero di studenti sempre crescente
aveva portato a una tragica contrazione degli spazi dedicati alla conservazione delle collezioni e alla chiusura della parte espositiva aperta al pubblico.
Pienamente consapevole del valore di queste collezioni, Umberto Parenti volle che le stesse afferissero
all’Istituto di zoologia Sistematica − che assunse infatti la doppia denominazione di Museo ed Istituto di
zoologia Sistematica − e guidò, grazie alla collaborazione di un esiguo numero di appassionati un nuovo
momento di rinascita per le collezioni zoologiche.
Oltre agli interventi di sistemazione e salvataggio
delle collezioni, grazie ai finanziamenti ottenuti dagli
Enti Locali e in collaborazione con l’Assessorato alla
Cultura della Città di Torino, il nostro riuscì a riaprire
al pubblico scolastico una sezione espositiva del
Museo di zoologia, rimasta poi aperta fino al 1982.
nell’azione volta al salvataggio delle collezioni zoologiche, Umberto Parenti seppe appoggiarsi sia a collaboratori strutturati sia a semplici amatori. Ricordo,
senza distinzioni di ruolo, per averli conosciuti personalmente quando muovevo i primi passi nel mondo
dell’entomologia museale, alcuni di loro: i compianti
Carlo Casolari e Orsetta Elter, ma anche nomi oggi
noti della zoologia e della Museologia italiana quali
Olindo Bortesi, futuro Direttore del Museo Regionale
di Scienze naturali, e Pietro Passerin d’Entrèves e
Mario zunino, in seguito Professori ordinari di zoologia presso le Università di Torino e di Urbino, rispettivamente.
All’ambiente del Museo di zoologia ebbi modo
di avvicinarmi ulteriormente quando, nel 1976, mi
iscrissi al laboratorio di zoologia Sistematica, anche
questo gestito, per l’epoca, in modo innovativo da Umberto Parenti. Quel laboratorio, pensato per avvicinare
gli studenti alle attività di campo, consisteva nel raccogliere, durante l’estate, un certo numero di Insetti che
bisognava poi preparare in laboratorio. Il tutto si sarebbe dovuto concludere così, con qualche decina di in-
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anche molto personali. A lui ritengo di dovere soprattutto la scelta che sta alla base della mia carriera professionale: quella di diventare un tassonomo, un
sistematico.
Scelta che risale all’ormai lontano 1974
quando, studente del Corso di Laurea in Scienze Biologiche, ebbi la ventura di conoscerlo quale docente
del corso di zoologia Sistematica. Allora le mie conoscenze circa le diverse sfaccettature del mestiere di
biologo erano assai rudimentali; come la maggior
parte dei miei compagni di corso associavo la parola
biologia soprattutto allo studio delle cellule o, al massimo, dei tessuti. Consideravo la sistematica e lo studio della stessa come un inutile e obsoleto fardello di
nomi, spesso da imparare a memoria, poco degno di
una “biologia moderna”. In quest’ottica avevo deciso,
a priori, di non seguire il corso di zoologia Sistematica, corso inserito fra quelli facoltativi. C’era però un
problema logistico: questo corso cadeva a metà mattina, in un’ora compresa fra le lezioni di due corsi fondamentali. La scelta era quindi: abbandonare l’aula
per farsi un giro per le vie di Torino o restare ad ascoltare la lezione di zoologia Sistematica. Considerato il
periodo invernale la mia scelta cadde sul rimanere,
tanto ascoltare qualcosa in più non poteva certo farmi
male! In quelle prime lezioni, ascoltate più che altro
per necessità, Umberto Parenti riuscì a trasmettermi il
suo amore per la sistematica, a farmi capire che la sistematica costituiva la base per la comprensione, su
base evolutiva, del mondo dei viventi. “Vedrete – disse
concludendo una delle prime lezioni con una delle sue
caratteristiche e fulminanti battute accompagnate dal
caratteristico accento emiliano – che la Zoologia Sistematica, interpretata su base evolutiva, eccezion
fatta per lo studio dei Protozoi per affrontare il quale
occorre avere tendenze maniacali, è una branca della
biologia di estremo interesse.”
Fu così che inserii la zoologia Sistematica nel
piano di studi e che arrivai al fatidico giorno dell’esame. Giorno nel quale, inconsciamente, mi sarei
avvicinato per la prima volta, seppure in maniera fugace, all’ambiente che avrebbe condizionato la mia
vita per i decenni a venire. Gli esami di zoologia Sistematica si tenevano allora nel vecchio Museo di
zoologia, in mezzo alla parte espositiva dedicata ai
grandi vertebrati. Questo ricordo mi permette di accennare ad una delle azioni, forse quella culturalmente
più meritoria, messa in atto da Umberto Parenti una
volta assunto il ruolo prima di Professore Straordina78
Ricordo di Umberto Parenti (1932-2014)
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della propria carriera, nel quale si era dedicato, sotto
la guida di Bacci, allo studio della determinazione del
sesso su base genetica e ambientale nei Policheti marini liberi e parassiti di invertebrati e vertebrati, era diventato un appassionato specialista, apprezzato a
livello internazionale, di Microlepidotteri e in particolare di Elachistidi. Una passione, la sua, per questo
gruppo di minute farfalline, che non lo lascerà mai e
lo accompagnerà fino alla fine. Ho vivo il ricordo, in
occasione del nostro ultimo incontro, della passione
con la quale mi illustrava i disegni relativi alla revisione tassonomica che aveva in corso di realizzazione
e i materiali appena ricevuti in studio da numerosi
Musei europei. La passione per questo gruppo di lepidotteri lo portò, nel corso della vita, ad indagarne
non solo la sistematica, ma anche, più in generale, gli
aspetti biologici. Dai locali del Museo Regionale era
facile osservarlo sul ballatoio interno, quando l’Istituto
era ancora ospitato nell’ala Ovest dell’ex Ospedale
San Giovanni Vecchio, seguire lo sviluppo dei suoi allevamenti su Graminacee tenute in vaso. Una parte dei
dati ricavati da questi allevamenti è stata poi utilizzata
per la stesura dell’opera per la quale mi sento di affermare che verrà ricordato dalla comunità scientifica: la
“A Guide to the Microlepidoptera of Europe”, pubblicata dal Museo Regionale e risultata essere un vero
successo editoriale. Una prima edizione stampata nel
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setti raccolti e preparati. Ma nel mio caso, fin dall’inizio, andò diversamente. La sorpresa di Umberto Parenti
fu moderata quando alla sua domanda «Lei quale
gruppo di Insetti vorrebbe raccogliere?» si sentì rispondere, un po’ a caso lo confesso, «i Coleotteri Carabidi»
della cui esistenza avevo avuto occasione di leggere
proprio qualche giorno prima. La sorpresa invece aumentò considerevolmente quando, dopo le raccolte
estive, mi vide arrivare non con qualche decina di esemplari, ma con quasi 2000! La sorpresa diventò infine totale quando, dopo averli preparati e aver quindi ultimato
ufficialmente il Laboratorio, gli chiesi se frequentando
ancora l’Istituto ci sarebbe stata la possibilità di “dare
dei nomi” alle specie che avevo raccolto. «Lei può fermarsi quanto vuole» mi disse, «chiederò ad Achille Casale, specialista del gruppo, di venire a darle qualche
dritta in tal senso».
Fu così, quasi per caso, che iniziò la mia carriera di specialista in Entomologia. Un paio di mesi
dopo, mentre ero intento a studiare i materiali raccolti
lo vidi arrivare dicendo: «Giachino lei ce l’ha già una
Tesi vero?» «Si, dovrei iniziare a breve la Tesi in Anatomia Comparata». «Senta, la Regione Piemonte ha
deciso di istituire il Museo Regionale di Scienze Naturali, Museo nel quale confluiranno le collezioni di
questo Istituto e ha bandito due Borse di Studio per
Tesi di Laurea di argomento museologico; le interessa
partecipare al bando?».
Fu così che mentre da un lato io legavo la mia
carriera entomologica al Museo Regionale, Umberto
Parenti, dopo aver compiuto un primo “miracolo” salvando le collezioni zoologiche storiche dell’Università, imboccava la via della concessione in comodato
d’uso di queste collezioni al costituendo Museo Regionale, via che si sarebbe rivelata in seguito irta di
difficoltà e fonte di profonde amarezze.
Dopo la Laurea e la mia nomina a Conservatore della Sezione di Entomologia del Museo Regionale le nostre strade un po’ si separarono. non
mancarono, ovviamente, i momenti di contatto e di
confronto, in particolare sui problemi relativi prima
alla conservazione delle Collezioni Entomologiche e
poi, da quando divenni Responsabile Scientifico del
Museo, di quelle zoologiche in generale. Venne però
a mancare sia la frequentazione quotidiana che aveva
caratterizzato il periodo trascorso con lui in Istituto
come allievo interno, sia quella che può legare due tassonomi che si occupano dello stesso gruppo zoologico. Umberto Parenti, infatti, dopo il periodo iniziale
Tre generazioni entomologi a Torino negli anni ’70 del secolo scorso: Umberto Parenti (il terzo da sinistra) alla sessione di Laurea di Achille Casale insieme ad Athos
Goidanich (il secondo da sinistra). (Foto G. Dellabeffa).
79
GIACHINO
specializzato nella conservazione e depositate in ambienti inadatti. Voglio ricordare a questo proposito che,
negli ultimi dieci anni, la sua fu une delle poche voci, e
in molte occasioni l’unica, ad alzarsi autorevolmente
per denunciare questa situazione di rischio.
Umberto Parenti non venne mai meno a questo
suo ruolo a difesa delle collezioni. Ricordo che durante il nostro ultimo incontro analizzammo, per l’ennesima volta, le varie possibili azioni da intraprendere
in tal senso nell’estate successiva. La morte lo colse
quindi, il 20 giugno 2015, pienamente attivo in questo
suo ruolo di difesa.
La sua vasta collezione di microlepidotteri,
preparati con estrema cura, è oggi conservata presso
il Museo della Città di Ginevra.
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2000 andò esaurita in breve tempo; ristampata nel
2002 risulta esaurita ormai da molti anni e meriterebbe
certamente un’altra ristampa.
Come riconoscimento per l’opera meritoria di
salvaguardia delle collezioni Umberto Parenti venne
nominato, nel 2003, Conservatore Onorario del Museo
Regionale di Scienze naturali per l’Entomologia. Il suo
sogno era quello, una volta raggiunta la quiescenza, di
poter restare al fianco di quelle collezioni per la cui salvaguardia aveva così tanto operato. non fu così. Sopraggiunsero invece le amarezze legate alla progressiva
perdita di identità del Museo Regionale e alla sua deriva
culturale e curatoriale. Le collezioni, da lui tanto amate,
stavano tornando inesorabilmente e velocemente in un
uno stato di progressivo abbandono, prive di personale
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ELEnCO DELLE PUBBLICAzIOnI DI U. PAREnTI
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al
PAREnTI U., 1960. Citotassonomia del genera Ophryotrocha (Annelida, Polychaete). Recondiconti dell’Accademia nazionale
dei Lincei, Roma, 3: 386-389.
PAREnTI U., 1960. Self-fertilization in Ophryotrocha labronica. Experientia 16: 413-416.
PAREnTI U., 1961. Ophryotrocha puerilis siberti, O. hartmanni and O. baccii nelle acque di Roscoff. Cahiers de Biologie Marine,
2: 437-445.
PAREnTI U., 1962. Il differenziamento citosessuale in Ophryotrocha hartmanni. Monitore zoologico Italiano, 69: 106-119.
PAREnTI U., 1962. Microlepidotteri della Maielletta (Appennino centrale). Memorie del Museo civico di Storia naturale di Verona, 10: 287-413.
PAREnTI U., 1962. Ricerche sulla sessualità dei Mermitidi. I. Rapporto sessi in una popolazione di Paramermis contorta. Archivio
zoologico Italiano, 47: 209-224.
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Ricordo di Umberto Parenti (1932-2014)
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GIACHINO
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OPINIONI
A CONFRONTO
MEMORIE SOC. ENTOMOL. ITAL., 92 (1-2): 83, ISSN 0037-8747
15 DICEMBRE 2015
Carissimi Soci,
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per arricchire il percorso intrapreso di costruzione di nuovi spazi comuni di confronto
culturale, in cui condividere idee e opinioni diverse su argomenti scientifici di ampio
respiro, inauguriamo una nuova sezione nell’ambito delle Memorie della Società Entomologica Italiana (SEI), dedicata alla pubblicazione di contributi liberi, che possano,
auspicabilmente, stimolare occasioni di confronto e discussione.
La definizione di un formato rigido è stata evitata per dare la più ampia libertà
di comunicazione, lasciando spazio alla scelta non solo del tema ma anche delle modalità di sua presentazione. Infatti, la pubblicazione di un testo a stampa, e di eventuali
articoli di risposta, può essere il primo passo di un percorso che può andare oltre e prevedere una discussione interattiva attraverso la piattaforma di comunicazione elettronica che la SEI offre sul suo portale, rendendo possibile l’organizzazione di conferenze
web, di eventi trasmessi via web-TV e di nuovi strumenti di e-learning in grado di facilitare iniziative che possano contenere elementi di valenza formativa.
Siamo convinti che questa iniziativa troverà il vostro positivo accoglimento,
sperando che possa contribuire in modo significativo alla definizione di un dibattito
scientifico attivo e stimolante, elemento centrale di una comunità scientifica organizzata in una struttura sociale con una lunga tradizione come quella della SEI, che vogliamo costantemente continuare a consolidare e rinnovare.
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Francesco Pennacchio
Presidente, Società Entomologica Italiana
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OPINIONI
A CONFRONTO
MEMORIE SOC. ENTOMOL. ITAL., 92 (1-2): 85-89, ISSN 0037-8747
15 DICEMBRE 2015
Ivan LöBL*
La sovrastima dei metodi molecolari e dei modelli matematici rispetto a
quelli tradizionali può condurre a problemi reali nella conoscenza
della biodiversità mondiale
Riassunto: Fin dal 1992, con la Convenzione sulla Diversità Biologica di Rio de Janeiro, la biodiversità della terra è una materia di costante
interesse pubblico, ma la comunità scientifica, impegnata nel descrivere e identificare le specie animali includendole in grandi raggruppamenti
diversificati, deve affrontare difficoltà in continua crescita. I problemi derivano dalla scarsa comprensione della specificità della tassonomia e
dall’assegnare eccessivo valore ai metodi quantitativi e alle moderne tecnologie. Dato che la maggior parte delle specie animali deve essere ancora scoperta e studiata, è necessario affrontare la situazione con metodi più equilibrati.
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Questo problema mi si è ripresentato nuovamente durante il lavoro svolto per la redazione del
“Catalogue of Palaearctic Coleoptera” (Löbl & Smetana, 2003, 2004, 2006, 2007, 2008, 2010, 2011,
2013). Lo scopo di quel lavoro era di fornire una visione d’insieme sulla fauna paleartica dei coleotteri,
in particolare perché questi insetti sono l’ordine più
ricco di specie fra tutti gli organismi che abitano il
nostro pianeta (Slipinski et al., 2011), comprendendo
circa un quarto di tutte le specie di Metazoi conosciute. L’area geografica presa in considerazione è
anche la regione biogeografica più estesa: copre
l’Europa, l’Africa a nord del deserto del Sahara, la
penisola Arabica e l’Asia, eccetto le aree tropicali a
sud della catena Himalayana e della Cina. Il lavoro,
iniziato nel 1999 e completato con la collaborazione
di 202 esperti nel maggio 2013, fornisce informazioni di base sulla tassonomia e sulla distribuzione
di 18,468 generi, sottogeneri e loro sinonimi e su
170,778 specie, sottospecie e loro sinonimi. Questo
lavoro sottolineava anche i problemi che i tassonomi
incontrano e la necessità di discutere le tendenze che
attualmente ostacolano gli sforzi di inquadrare in
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Arrampicandosi su un ripido sentiero sopra
Morgins, nelle Alpi svizzere, il dodicenne Thomas
notò una strana creatura in bilico su un ramo. L’animale, lungo circa 2 cm, era nero con numerose macchie sul dorso ed un prolungamento del capo (Fig. 1)
che ricordava quello di un elefante. Sfortunatamente,
né i suoi genitori, né più tardi il suo insegnante furono
capaci di soddisfare l’appassionata curiosità di Thomas di scoprire che tipo di animale aveva incontrato.
non molto tempo fa, qualsiasi insegnante avrebbe saputo che si trattava di un coleottero e, se avesse avuto
un minimo interesse per la natura, probabilmente
avrebbe riconosciuto un curculionide. Oggi questo
tipo di conoscenza sta scomparendo perfino tra i biologi, la cui abilità nel riconoscere le forme di vita può
essere paragonata, in molti casi, a quella di Thomas.
Si tratta di un paradosso, dato che ci sono numerose
organizzazioni e società ambientaliste attive in tutto
il mondo. Questo avviene in un momento in cui gli
effetti antropici sull’ambiente stanno raggiungendo
un punto di svolta e, quindi, noi abbiamo bisogno più
che mai di informazioni affidabili sulla biodiversità
terrestre.
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Key words: Biodiversity, taxonomy, trends, impediments, perspectives.
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Abstract: Overestimation of molecular and modelling methods and underestimation of traditional taxonomy leads to real problems in assessing
and handling of the world’s biodiversity.
Since the 1992 Rio Convention on Biological Diversity, the Earth’s biodiversity is a matter of constant public interest, but the community of
scientists who describe and delimit species in mega-diverse groups, i.e. the bulk of global biodiversity, faces ever-increasing impediments. The
problems are rooted in poor understanding of specificity of taxonomy, and overestimation of quantitative approaches and modern technology.
A high proportion of the animal species still remains to be discovered and studied, so a more balanced approach to the situation is needed.
*
Ivan Löbl, Muséum d’Histoire naturelle, Rue de Malagnou 1, CH-1208 Geneva, Switzerland.
E-mail: [email protected]
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di specie nuove per la scienza, scoperte e denominate,
come talvolta si è ritenuto, ma una serie di concetti,
rivalutazioni e correzioni che evolvono continuamente. I tassonomi che definiscono e classificano le
specie trascorrono più tempo a trattare dati di letteratura che a pubblicare nuove scoperte. Essi devono conoscere a fondo il vasto patrimonio di informazioni
rilevanti pubblicato in varie lingue e in decine di migliaia di documenti, molti dei quali non sono facilmente e immediatamente disponibili. Inoltre, il loro
lavoro è ostacolato dagli imprevisti effetti collaterali
derivanti dalla attuale politica e gestione della ricerca
scientifica.
La stima della diversità in gruppi tassonomici
ricchi di specie richiede studi di lungo termine come
le revisioni tassonomiche, le liste faunistiche e i cataloghi. Questo lavoro spesso si concretizza in corposi
contributi, come il nuovo catalogo dei coleotteri paleartici, contributi che generalmente vengono pubblicati
con modalità che li escludono dagli attuali strumenti
di valutazione scientifica bibliometrica. Questo problema è già stato evidenziato molte volte (e.g. Shubert,
2002, Lawrence, 2007, Calver, 2013) e in alcuni settori scientifici si può configurare una situazione comparabile a quella della genetica nella ex Unione
Sovietica, soppressa negli anni ’50 perché considerata
incompatibile con l’ideologia dominante. Attualmente,
molti specialisti devono far fronte ad una tendenza
verso la soluzione di problemi che si possono risolvere
in un breve periodo per realizzare punteggi più alti
nella valutazione della loro attività scientifica (Shubert, 2002). Così, lavori di ampio respiro, per quanto
siano preziosi se confrontati con i progetti di breve termine che portano a rapidi risultati, possono essere
svantaggiosi per la carriera professionale a causa dell’impegno di lungo termine che comportano per ottenere risultati significativi. Dedicare una parte della
vita professionale ad acquisire una competenza tassonomica e a studiare grandi collezioni di animali scarsamente conosciuti può diventare controproducente
per la carriera, particolarmente in molte Università che
quasi escludono simili obiettivi dai lori programmi di
ricerca (Klausnitzer, 2010). Tra gli autori del Catalogo
dei coleotteri solo il 60% sono, o erano, tassonomi
professionisti, mentre gli altri sono cosiddetti “dilettanti” o “amatori”.
Una predilezione per i numeri e la tecnologia
è evidente in numerosissimi studi sulla biodiversità e
l’ecologia, che rinunciano all’identificazione formale
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grandi e diversificati gruppi animali la ricchezza
delle specie.
Ben prima che l’opera fondamentale di Linneo
fosse pubblicata (Linnaeus, 1758), i naturalisti hanno
continuamente tentato di documentare la diversità
delle forme viventi. Il compito è diventato ancor più
urgente in tempi recenti a causa delle estinzioni causate dall’implacabile pressione umana sull’ambiente
(Collins et al., 1991). Tutti gli animali sono sottoposti
a questa pressione, ma quelli di più piccole dimensioni
sono assai più ricchi di specie, sono i meno conosciuti,
e hanno un maggiore impatto sul funzionamento degli
ecosistemi (Kim, 1993). L’informazione sulla diversità delle specie è raccolta in cataloghi che rappresentano uno strumento fondamentale per stabilire una
nomenclatura univoca da utilizzare sia in biologia sia
nella conservazione, con importanti prospettive sotto
il profilo storico. Può sembrare strano che, nonostante
tutti gli sforzi fatti a partire dalla metà del 18 secolo,
ci sia ancora una carenza di cataloghi adeguati per
grandi gruppi di animali. Molti degli scienziati che
hanno contribuito al catalogo dei coleotteri paleartici
hanno affrontato le molte incertezze insite in questo
ambito della ricerca scientifica. Queste sono parzialmente legate al concetto di specie: diversamente dagli
individui, le specie sono ipotesi o entità basate sui caratteri osservati, ponderati in base alle conoscenze attuali. Quali che siano i caratteri scelti, e comunque
siano usati, essi rappresentano solo una piccola frazione di quelli totali, e la loro scelta dipende dalla tecnologia, dai metodi e dalle tradizioni nel campo della
ricerca attualmente disponibili. Di conseguenza, lo
studio della biodiversità non è una successione lineare
Fig 1. Il Curculionide rinvenuto.
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Metodi molecolari e dei modelli matematici
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nella ricerca tassonomica. Sebbene questi progetti rivestano un certo interesse pubblico e possano accrescere l’accesso all’informazione tassonomica, essi non
controbilanciano le conseguenze negative sul finanziamento dei progetti tassonomici tradizionali. Il Catalogue of Life sembra essere sintomatico dei problemi
che comporta un approccio dall’alto verso il basso.
Esso elenca i nomi delle specie e delle sottospecie con
l’autore e l’anno di pubblicazione, ma questi dati sono
utili per i tassonomi solo se affidabili e completi. nella
versione attuale, il Catalogue of Life contiene numerosi errori, è largamente incompleto per molti gruppi
di animali ed è spesso fallace (Löbl & Leschen, 2013).
Il Barcoding (metodo del codice a barre) è stato
introdotto per affrontare la carenza di esperti tassonomi capaci di fornire identificazioni certe e per il numero costantemente crescente di campioni non
identificati provenienti da studi ecologici e ambientali.
Il metodo è basato sull’idea che un singolo gene presente in tutti gli animali possa caratterizzare ogni specie e così possa servire per identificarla, una volta che
le sequenze molecolari del gene siano presenti in una
banca dati. L’affascinante semplicità di questo concetto ha ricevuto una vasta attenzione e ha condotto al
progetto globale Bar Code of Life Data System e ad
altri progetti locali. Il metodo del codice a barre è ritenuto valido anche per individuare specie non ancora
descritte, sebbene i musei siano già pieni di specie
nuove e non descritte (Gould, 1993), alcune delle quali
sono in attesa di essere studiate da più di un secolo.
Per esempio, il progetto Barcoding Bavarian Biodiversity fornisce codici per il 30% delle specie conosciute che si trovano in Baviera e, secondo alcune
stime (Haszprunar, 2013), dovrebbe rendere possibile
l’identificazione del 95% degli esemplari campionati
una volta che la metà delle specie presenti in Baviera
siano state codificate con un codice a barre.
I dati molecolari sono utili in molti campi,
come nello studio della dieta attraverso l’analisi del
contenuto stomacale (Klimaszewski et al., 2013),
nell’identificazione di larve (Sewel, 2006), di specie
criptiche (e.g. Burns et al., 2008) e nelle analisi filogenetiche (e.g. Short & Fikacek, 2013).
Un esame più accurato della situazione rivela,
in ogni caso, che il metodo del codice a barre, concentrandosi su una fauna locale già ben conosciuta come
quella bavarese fornisce in larga misura solo uno strumento aggiuntivo per l’identificazione di specie che
sono comuni, largamente distribuite, molte delle quali
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delle specie tramite competenze tassonomiche e, invece, usano una identificazione delle specie da parte
di non esperti basata su numeri (Basset et al., 1992) e
su brevi sequenze molecolari trattate alla stregua di un
codice a barre. Questi numeri costituiscono mere congetture semplicistiche. Termini apparentemente scientifici come “morfospecie” e “riconoscibile” o “unità
tassonomiche operative” sono eufemismi usati per nascondere il loro basso grado di affidabilità. Molte specie sono variabili e possono essere ripartite in
numerosi taxa, mentre altre sono molto simili fra loro
e non è possibile distinguerle e separarle senza l’utilizzazione di caratteri specie-specifici, che spesso richiedono dissezioni e osservazioni con adeguati
strumenti. nondimeno, gli errori finali di ordinamento
possono eccedere il 100% (Krell, 2004). I tassonomi
specialisti sono lontani dall’essere perfetti e possono
identificare il materiale solo in relazione allo stato attuale delle conoscenze. In particolare, essi possono
non distinguere le specie criptiche. Tuttavia, essi forniscono informazioni che sono ben lungi dall’essere
semplici ipotesi. Le tecnologie molecolari utilizzate
per valutare il numero delle specie nei campioni sono
considerate più affidabili dello smistamento effettuato
da non esperti, e più efficaci del lavoro degli esperti
(Jin et al., 2013). non c’è niente di intrinsecamente
sbagliato nei numeri e nelle tecnologie, ma esse devono essere applicate e interpretate in un modo appropriato. La maggiore preoccupazione è che gli aspetti
qualitativi siano spesso scartati indipendentemente dai
mezzi utilizzati. Specie stenotope e/o stenoecie possono essere importanti, ma non essere rilevate con approcci meramente numerici. In aggiunta, l’approccio
quantitativo può portare a concentrarsi sul monitoraggio della biodiversità di insetti (come le mosche della
frutta o i coleotteri coprofagi) che sono più facilmente
campionabili attraverso l’utilizzazione di trappole in
aree campione (Ji et al., 2013), sebbene questi insetti
possano essere stati attratti da aree molto distanti, o
possano essere associati a fenomeni di antropizzazione. Paradossalmente questi studi possono essere
ben supportati economicamente, nonostante non siano
idonei per lo studio di specie rare, o comunque non
abbondanti.
Una fiducia eccessiva nei progetti globali,
come Integrated Taxonomic Information System, Global Biodiversity Information Facility, Catalogue of
Life e Global Taxonomy Initiative, comporta un consumo di risorse che potrebbero essere meglio investite
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specie scarsamente conosciute, e favorisce l’attuale
epoca buia della modernità degli studi sulla diversità
di gran parte della fauna mondiale.
La sottovalutazione e/o gli equivoci della tassonomia tradizionale portano ad un circolo vizioso in
cui crescono l’esigenza e lo sviluppo di strumenti alternativi, e i sostegni dati a questi strumenti impediscono agli sforzi di rispondere alle esigenze. Poiché
solo una solida tassonomia è alla base di dati validi
sulla diversità delle forme di vita esistenti, un cambiamento di questa logica è doveroso. Ciò che è necessario è un po’ di comprensione e buona volontà da parte
dei decisori che distribuiscono le risorse pubbliche. I
primi passi operativi ed efficaci dovrebbero partire da
una valutazione della biodiversità basata sulla ricerca
intrapresa dai tassonomi, piuttosto che su una conoscenza basata sui nuovi modelli e su valutazioni
grezze e inverificabili e da uno spostamento delle priorità dalla meta-analisi e dalla metodologia dei codici
a barre verso studi veramente esaustivi delle specie e
della loro diversità.
RInGRAzIAMEnTI
Il presente lavoro è gia stato pubblicato in lingua Inglese su Zootaxa, 3768 (4), e desidero ringraziare la casa editrice di Zootaxa che mi ha concesso
di ripubblicare tale contributo in lingua italiana. Ringrazio David Mifsud (Malta) per aver accettato di coordinare la traduzione del testo, Giorgio Sabella
(Catania, Italia), Joseph Degiovanni (Malta), Giulio
Marrianacci (Bologna, Italia) e due revisori anonimi
che hanno contribuito a migliorare il presente lavoro.
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riconoscibili anche ad occhio nudo, spesso facilmente
identificabili con strumenti tradizionali che non richiedono tecnologie complesse e costose. Progetti simili
avviati in paesi europei come l’Austria, la Germania,
i Paesi Bassi e la Svizzera sono quindi ampiamente ridondanti. Mentre i tradizionali strumenti di identificazione e i dati a loro associati forniscono
generalmente una grande quantità di informazioni sui
caratteri morfologici, sulla biologia, sulle preferenze
di habitat, sulle relazioni con l’ospite e sulla distribuzione delle specie identificate e di altri taxa, i codici a
barre forniscono una gamma limitata di informazioni.
Le immagini di esemplari-campione (voucher specimens), mostrate sui siti web, sono spesso non informative e le mappe, che dovrebbero mostrare la
distribuzione delle rispettive specie, sono spesso grossolanamente incomplete. Inoltre, l’approccio tradizionale è preferibilmente olistico e spesso porta ad una
serie di nuove scoperte, mentre l’uso dei codici a
barre, comunque usato in combinazione con l’approccio tradizionale, fornisce al massimo solo nomi di specie, a meno che non segnali anche potenziali specie
criptiche. Una questione più importante riguarda il
fatto che i codici a barre possono essere specie-specifici in alcuni animali, ma non discriminanti in altri
(Meier et al., 2006) e il metodo è ben lungi dall’essere
universalmente accettato (Lipscomb et al., 2003; Will
& Rubinoff, 2004; yeates et al., 2011; Taylor & Harris, 2012). nel frattempo le risorse vengono indirizzate
verso l’uso dei codici a barre in alcune istituzioni, incluse università e musei. Questo riduce l’insieme delle
competenze disponibili per identificare campioni di
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MEMORIE SOC. ENTOMOL. ITAL., 92 (1-2): 91, ISSN 0037-8747
15 DICEMBRE 2015
MEMORIE DELLA SOCIETà EnTOMOLOGICA ITALIAnA
VOL. 92 (2015)
COnTEnTS OF VOL. 92
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ALMA A. – V. BUSATO E., BERTIGnOnO L., BRUnET I., MADORMO F., ALMA A.
ASSAnDRI G. – Odonate fauna (Insecta Odonata) of the low Susa, Sangone and Lanzo valleys (Turin, Italy) . . .
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BERTIGnOnO L. – V. BUSATO E., BERTIGnOnO L., BRUnET I., MADORMO F., ALMA A.
BRUnET I. – V. BUSATO E., BERTIGnOnO L., BRUnET I., MADORMO F., ALMA A.
BUSATO E., BERTIGnOnO L., BRUnET I., MADORMO F., ALMA A. – Coleoptera Carabidae of the Valle d’Aosta Region
agroecosystems . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3
GIACHInO P.M. – Memento of Umberto Parenti (1932-2014). . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
LöBL I. – Overestimation of molecular and modelling methods and underestimation of traditional taxonomy leads
to real problems in assessing and handling of the world’s biodiversity . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85
MADORMO F. – V. BUSATO E., BERTIGnOnO L., BRUnET I., MADORMO F., ALMA A.
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Contents of Vol. 91 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Indice del Vol. 91. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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InDICE DEL VOL. 92
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ALMA A. – V. BUSATO E., BERTIGnOnO L., BRUnET I., MADORMO F., ALMA A.
ASSAnDRI G. – L’odonatofauna (Insecta Odonata) delle basse Valli di Susa, Sangone e di Lanzo (Torino, Italia). . . 39
BERTIGnOnO L. – V. BUSATO E., BERTIGnOnO L., BRUnET I., MADORMO F., ALMA A.
BRUnET I. – V. BUSATO E., BERTIGnOnO L., BRUnET I., MADORMO F., ALMA A.
BUSATO E., BERTIGnOnO L., BRUnET I., MADORMO F., ALMA A. – Coleotteri Carabidi in agroecosistemi della Valle
d’Aosta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
3
GIACHInO P.M. – Ricordo di Umberto Parenti (1932-2014) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 77
LöBL I. – La sovrastima dei metodi molecolari e dei modelli matematici rispetto a quelli tradizionali può condurre
a problemi reali nella conoscenza della biodiversità mondiale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85
MADORMO F. – V. BUSATO E., BERTIGnOnO L., BRUnET I., MADORMO F., ALMA A.
Contents of Vol. 91 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Indice del Vol. 91. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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INDICE
vol. 92 fascicolo I-II
Supplemento al Bollettino della Società Entomologica Italiana 147(3) (15.12.2015)
n Enrico Busato - Luca Bertignono - Ilaria Brunet
Francesca Madormo - Alberto Alma
COLEOTTERI CARABIDI IN AGROECOSISTEMI DELLA VALLE D’AOSTA
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n Pier Mauro Giachino
RICORDO DI UMBERTO PARENTI (1932-2014)
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n Giacomo Assandri
L’ODONATOFAUNA (INSECTA ODONATA) DELLE BASSE VALLI DI SUSA,
SANGONE E DI LANZO (TORINO, ITALIA)
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OPINIONI A CONFRONTO
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n LETTERA DEL PROF. FRANCESCO PENNACCHIO
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n Ivan Löbl
LA SOVRASTIMA DEI METODI MOLECOLARI E DEI MODELLI MATEMATICI RISPETTO A
QUELLI TRADIZIONALI PUÒ CONDURRE A PROBLEMI REALI NELLA CONOSCENZA
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DELLA BIODIVERSITÀ MONDIALE
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n Indice del Vol. 92
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n Contents of Vol. 92
REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI GENOVA AL N. 76 (4 LUGLIO 1949)
Prof. Achille Casale - Direttore Responsabile
Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Quadrimestrale
Pubblicazione a cura di PAGEPress - Via G. Belli 7, 27100 Pavia
SOCIETÀ ENTOMOLOGICA ITALIANA via Brigata Liguria 9 Genova