Città del futuro - i save my planet
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Città del futuro - i save my planet
Città del futuro: come trasformare città e metropoli in ecopoli A cura di Matthaios MENTZOS A.A. 2013-2014 Popolazione in aumento Al mondo siamo sempre di più. Abbiamo oltrepassato da poco la soglia dei 7 miliardi e secondo le stime dell’Onu potremmo toccare gli 8 miliardi nel 2025, per superare i 9 miliardi prima del 2045. Più della metà della popolazione mondiale vive nelle città che producono più dell’80 percento del PIL (prodotto interno lordo). Fig.1: Diagramma di crescita della popolazione Le città sono a un bivio: entro il 2050 quasi il 70 percento della popolazione mondiale vivrà nelle città. Secondo il Worldwatch Institute, entro il 2050 la popolazione urbana mondiale è destinata a crescere di 2,6 miliardi di unità, portando a 6,3 miliardi il numero delle persone che abiteranno nelle città, concentrate soprattutto in megalopoli con più di 20 milioni di abitanti. 1 Tutti gli studi sullo sviluppo urbano indicano che già oggi più di 3,3 miliardi di persone vivono nelle città, e che nel 2015 nel mondo ci saranno 60 città con più di 8 miliardi di abitanti. Inoltre, già oggi il 45 percento del consumo energetico e il 50 percento dell’inquinamento atmosferico mondiale è a carico delle città. Se questa espansione della vita urbana si svilupperà in linea con i modelli di consumo europei, avremmo presto bisogno di risorse pari a tre pianeti come la terra, e di cinque pianeti se tutti dovessero vivere come gli americani. Idee nuove Con queste premesse, meglio pensare fin da subito a tutti i problemi che possono derivare da aggregazioni di questo genere, cominciando da quelli legati all’impatto ambientale. Altri problemi sono poi l’approvvigionamento idrico ed energetico, il traffico e la mobilità urbana, i sistemi di comunicazione e la sicurezza dei cittadini. Se non si identificheranno nuovi modelli di vivere, radicalmente diversi, queste nuove città, afflitte da sovraffollamento, saranno dei disastri ambientali. Si tratta di riprogettare le città facendole diventare qualcosa di diverso, e più sostenibile sia dal punto di vista economico che ecologico, da quelle che già conosciamo. “SMART CITY” Un’accettata definizione di “Smart City” è una città dove gli investimenti nel capitale umano e sociale, nei processi di partecipazione, nell’istruzione, nella cultura, nelle infrastrutture per le nuove comunicazioni, alimentano uno sviluppo economico sostenibile, garantendo un’alta qualità di vita per tutti i cittadini e prevedendo una gestione responsabile delle risorse naturali e sociali, attraverso una “governance’’ partecipata. In generale per la costruzione di una “Smart City” vengono considerate le seguenti aree: Economia intelligente (Smart economy): connessioni internazionali, innovatività delle attività economiche, imprenditorialità, flessibilità del mercato del lavoro, immagine della città e livello di produttività. Mobilità intelligente (Smart mobility): accessibilità per i disabili, mezzi di trasporto pubblico sicuri e innovativi ed ecologicamente sostenibili. Ambiente intelligente (Smart environment): ‘management’ ’sostenibile’ delle risorse naturali, inquinamento, protezione dell’ambiente, attrattive naturalistiche. Persone intelligenti (Smart people): livello di scolarizzazione, mentalità aperta, approccio all’apprendimento in tutte le fasi della vita, pluralità etnica e culturale, partecipazione alla vita pubblica, flessibilità, creatività. Stile di vita intelligente (Smart living): salute e benessere, accesso alla cultura, sicurezza individuale e delle abitazioni, educazione, attrattive turistiche, coesione sociale. 2 Governabilità intelligente (Smart governance): partecipazione della cittadinanza nel processo decisionale, servizi pubblici e sociali, trasparenza. Come si vede, si tratta di aree di intervento che attengono allo sviluppo dell’economia della conoscenza e della società dell’Informazione, della mobilità sostenibile, della sostenibilità ambientale (edilizia sostenibile, energia rinnovabili, gestione integrata rifiuti, ecc.), della formazione permanente, della qualità della vita (inclusione sociale, salute, sicurezza, cultura, turismo, ecc) e dell’e-government. Per una città “intelligente” bisogna unire il modello “digitale” (efficienza informatica e comunicazioni) con “l’idea nuova’’ sulla qualità di vita. Infatti, non servono a nulla internet ad altissima velocità o le migliori tecnologie del mondo, se poi non si può godere di quegli spazi che rendono più gradevole la vita cittadina come un bel parco, un teatro, un museo, un’area sportiva. È inutile conoscere il traffico in tempo reale, se si passa qualche ora a cercare posteggio e non si può dire la propria sulla costruzione di una nuova tangenziale. Il punto di partenza: LA TECNOLOGIA La città tecnologica nasce soprattutto per proteggere l’ambiente e ridurre l’inquinamento, ridisegnare la gestione delle risorse naturali e valorizzare la bellezza del territorio, grazie anche all’apporto dei suoi cittadini. Un tale esempio sarebbe quello di Plan IT Valley, in Portogallo. Il villaggio che sorgerà - studiato da architetti, ingegneri e informatici - diventerà un modello eco-sostenibile in grado di comportarsi con intelligenza, come si trattasse di un cervello umano. 3 Di certo per imboccare la strada delle città “smart” bisogna partire da grandi interventi sulle infrastrutture tecnologiche, per esempio: a Masdar, negli Emirati Arabi Uniti, tutti gli edifici, i lampioni o i dispositivi hanno un’elevata tecnologia che massimizza il rendimento energetico e riduce gli sprechi. L’ENERGIA La maggior parte dell'energia elettrica consumata oggi è prodotta con l'ausilio di combustibili fossili e dell'uranio, fonti che non solo sono destinate in periodi più o meno lunghi ad esaurirsi con drastiche conseguenze ambientali, ma fonti che il nostro Pianeta non sarà più in grado di sostenere a lungo. Per questo il passaggio alle fonti rinnovabili è l’unica scelta possibile. Il futuro è l'energia pulita. L’energia rinnovabile è l’energia prodotta sfruttando la radiazione solare, il vento, le risorse idriche, la fotosintesi che si accumula nella biomassa e nell’energia geotermica. Tutte queste fonti sono inesauribili, pulite ed eco-sostenibili. Solo grazie all'utilizzo di queste fonti possiamo immaginare le città del domani come dei luoghi più verdi, più vivibili e più a misura d’uomo e natura, città fatte per essere vissute dalle generazioni a venire. Per questo l'energia pulita è il futuro. Energie alternative La «foglia» artificiale Un progetto sviluppato da un gruppo di ricerca del Massachusetts Institute of Technology (Mit) guidato dal professor Daniel Nocera, potrebbe rivoluzionare il settore soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Alcuni studiosi l'hanno già definita «il Santo Graal della scienza» e affermano che grazie al suo ulteriore sviluppo ogni casa del futuro potrebbe riuscire a produrre autonomamente l'energia elettrica di cui ha bisogno. Si tratta di una cella solare, grande più o meno quanto una carta da gioco, in grado di riprodurre il processo di fotosintesi clorofilliana delle piante trasformando la luce del sole e l'acqua in energia con la differenza che l'energia prodotta dalla foglia artificiale è 10 volte superiore a quella creata dalla fotosintesi naturale. Coltivazioni di alghe nelle città Le alghe rappresentano il cuore del processo di conversione dell’anidride carbonica in energia. Sfruttando la naturale capacità riproduttiva di questi microrganismi e le innovative tecnologie non inquinanti, le alghe vengono trasformate in biomassa dalle proprietà altamente energetiche. La biomassa può essere utilizzata per differenti applicazioni: Produrre biocarburante bio-petrolio, generare energia elettrica e produrre sostanze di grande importanza per diversi processi di bio-prodotti (produzione naturale di OMEGA, EPA, DHA) e dermo-cosmetici. La tecnologia di frontiera che sta alla base sia del metodo di generazione della biomassa sia della sua lavorazione si basa sul ciclo per il quale l’anidride 4 carbonica prodotta è riassorbita e riutilizzata per la produzione di nuova biomassa. Il sistema è tale da massimizzare la resa energetica e conseguire il miglior risultato oggi possibile nella produzione di energia da fonti sostitutive. Secondo il progetto proposto dallo studio di architetti Höweler e Yaan di Boston si possono produrre carburanti in città attraverso gli Eco Pods. Durante la costruzione dei nuovi grandi edifici questi dovranno essere collegati con capsule ecologiche, gli Eco Pods in quali verranno coltivate le alghe da cui successivamente verrà estratto il biocarburante. Urban Algae Canopy è un altro progetto di Ecologic Studio questa volta, di Marco Poletto e Claudia Pasquero in collaborazione con l’architetto Paolo Scoglio e l’azienda “Sullalbero srl-Busto Arsizio-VA”. Urban Algae Canopy è la prima copertura bio-digitale in grado di integrare in un unico sistema architettonico la coltura di microalghe e i protocolli di coltivazione digitale. Questa struttura in legno e metallo, sarà capace di produrre l’ossigeno equivalente a 4 ettari di bosco e fino a 150 kg di biomassa al giorno, con un contenuto in proteine vegetali del 60 percento. Le microalghe possono integrare i sistemi di verde urbano, migliorando la loro attività di assorbimento dell’anidride carbonica, e come rivestimento per edifici, aumentarne il raffreddamento passivo. Foto: Prototipo in scala 1:1 presentato nel corso di “Feeding- New Ideas for the City” a Milano Marciapiedi che producono energia A Tolouse, la capitale “tecnologica” della Francia, un’innovazione che sta facendo notizia è la seguente: i marciapiedi sono in grado di produrre energia dal movimento dei passanti. Il marciapiede riesce a convertire l’energia cinetica del passaggio pedonale in energia elettrica. 5 Se il periodo di prova porterà buoni risultati sarà ipotizzabile portare questa tecnologia in tutti i punti dove c’è un intenso traffico pedonale come le stazioni ferroviarie, impianti sportivi, in modo da accumulare abbastanza energia per provvedere ad un consistente risparmio energetico. IL VERDE I giardini conquistano le metropoli “Se vuoi essere felice per un giorno, bevi. Se vuoi essere felice per un anno, sposati. Se invece vuoi essere felice per tutta la vita, crea un giardino.” (antico proverbio orientale). Sempre più abitanti delle metropoli fanno tesoro di tale saggezza. Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva che vede la realizzazione di progetti realizzati in contesti socio-economico e culturali anche molto diversi tra loro. Lo sviluppo di questa strategia sarà caratterizzata da costruzioni aperte e condivise, intrinsecamente connesse al paesaggio e al territorio circostante. Di conseguenza, nei programmi urbanistici delle maggiori città il verde viene accuratamente proporzionato e distribuito in base a norme precise, messe a punto da studi di igienisti, sociologi ed urbanisti, insieme ad ecologi, agronomi e forestali: non si tratta di giardini isolati, ma di una “maglia” di spazi che penetri profondamente nell'abitato, in modo da servire il maggior numero di cittadini per le più svariate attività creative. Nelle città del futuro, il verde pubblico dovrà assumere aspetti e funzioni sempre più precisi e differenziati, dovrà essere organizzato in un vero e proprio "sistema" continuo: dal verde sotto casa, al verde di quartiere con impianti sportivi elementari, fino al verde di settore urbano con attrezzature più complesse e specializzate, ma fino ancora alla grandiosa area naturale in servizio dell'intera città e del territorio circostante. Per prevenire le inondazioni, gli ingegneri hanno pensato di sostituire il calcestruzzo e l’asfalto con dei materiali permeabili e ad aumentare la copertura arborea. Inoltre, per soddisfare la crescente richiesta di generi alimentari, hanno progettato delle fattorie urbane verticali, grazie alle quali sarà possibile coltivare le proprie verdure all’interno degli edifici. Anche i parchi potrebbero contribuire all'approvvigionamento alimentare, fornendo degli spazi gratuiti o a pagamento dove le persone possono dedicarsi all’agricoltura senza allontanarsi dal centro urbano 6 Immagine futuristica: giardini verticali BedZED (Londra, Inghilterra) Questa comunità (l’acronimo “BedZED” sta per Beddington Zero Energy Development) vicino a Londra è un quartiere ecologico le cui emissioni di carbone sono ridotte praticamente a zero. BedZED si basa su pochi principi: design semplice e pragmatico e riduzione delle emissioni dell’anidride carbonica al minimo possibile, grazie all’uso di materiali da costruzione “verdi” come legno riciclato e produzione autonoma di energia da fonti rinnovabili come i pannelli solari per la vita del quartiere. Gli accorgimenti utilizzati a BedZed vanno dai muri mantenuti sottili per consumare poco materiale, pur se ben coibentati, per non disperdere l’energia all’uso di grandi finestre per consentire una buona illuminazione diurna senza dover ricorrere all’elettricità. Il condizionamento estivo a Bed Zed è bandito. Al suo posto l’aria naturale è canalizzata in unico punto all’interno della casa per raffrescare in estate e riscaldare d’inverno. La produzione di energia è autonoma grazie alle celle fotovoltaiche che producono il 15 percento del fabbisogno del quartiere mentre il resto è integrato dalla combustione di legno proveniente dagli alberi e dai rami potati nelle città vicine. Inoltre BedZed possiede la sua piccola centrale elettrica ma in realtà i bisogni sono minimi: negli 82 appartamenti i muri di cemento assorbono il calore durante il giorno per restituirlo la notte grazie a dei contenitori d’acqua calda che servono anche da radiatori. 7 Foto: Bedzed Immagine: progetto casa BedZed Per Bill Dunster, l’architetto di BedZed, la vita senza anidride carbonica è doppiamente migliore: «non solo perché alla fine si risparmia ma anche perché si contribuisce a salvare alberi e piante». Nel tempo l’iniziativa di BedZed ha comunque innescato un circolo virtuoso, perché il design ha risolto problemi tecnici come riscaldamento e uso delle 8 acque mentre i servizi offerti hanno favorito scelte più sostenibili anche nello stile di vita degli abitanti (camminare e usare la bici invece che l’auto) che a sua volta ha un impatto più consistente sul consumo di risorse energetiche promuovendo una nuova eco-consapevolezza. Il progetto BedZed, secondo Bioregional - l’ente che si occupa di insediamenti sostenibili ed è senza scopo di lucro – che ha sviluppato il progetto, si è tradotto in numeri che spiegano concretamente i successi raggiunti in pochi anni dall’insediamento eco-architettonico: energia: 81 percento in meno di energia per riscaldamento, 45 percento in meno di elettricità trasporti: 64 percento in meno di spostamenti in auto (2318 km) all’anno acqua: 58 percento in meno di uso dell’acqua (72 litri/a persona/giorno) rifiuti: 60 percento dei rifiuti riciclati cibo: 86 percento dei residenti compra cibo biologico comunità: ogni residente conosce almeno 20 suoi vicini (che per una città come Londra è una bella media!) MASDAR (Abu Dhabi) Lavori in corso per sperimentare già ora con l’utilizzo di energie rinnovabili e tecnologie all’avanguardia un futuro a impatto zero. In pieno deserto, a pochi km dal centro di Abu Dhabi, entro il 2020 sorgerà Masdar la prima città del mondo a zero emissioni. Siamo negli Emirati Arabi, a 15 km da Dubai. Non esistono molti altri luoghi al mondo che possono permettersi un investimento da 22 miliardi di dollari per una città che ha un sapore assolutamente avveniristico. Masdar City è un progetto dalla società Masdar, colosso delle energie rinnovabili. I cantieri sono partiti nel 2008 e dovrebbero terminare entro il 2020. Oggi comunque una parte della città è già abitata. A regime, i residenti dovrebbero essere circa 50.000, a cui si aggiungeranno alcune centinaia di imprese, per lo più legate all’alta tecnologia e alle energie rinnovabili. Una volta terminata, la smart city ideale coprirà una superficie di 640 ettari e consumerà il 75 percento di energia in meno rispetto ad una città tradizionale di pari dimensioni, in vista della società del post petrolio. L’energia per alimentare Masdar arriverà dal solare per l’80 percento (è già stata inaugurata una centrale fotovoltaica che copre 21 ettari e produce 40.000 MW di energia) poi eolico e rifiuti. Zero emissioni, zero rifiuti, acqua riciclata all’80 percento. A Masdar City anche il trasporto sarà green con il Personal Rapid Transit, ideato da un'azienda italiana. Si tratta di taxi elettrici che si muoveranno su magneti posizionati nell’asfalto a intervalli regolari, privi di conducente e con una velocità massima di 40 km/h. Basterà digitare la destinazione su uno schermo per arrivare alla fermata desiderata. Sull’asfalto sfrecceranno i taxi mentre in una corsia sopraelevata potranno girare in tutta tranquillità pedoni e biciclette 9 Foto: Masdar (Adu Dhabi) Conclusione: Secondo l’ente europeo che ha definito i criteri di una città intelligente non sono moltissime le smart city in Europa e solo 4 sono le italiane (Perugia, Trento, Trieste ed Ancona). Se quello che attendiamo dalla nostra vita non è un futuro ispirato dai film di fantascienza degli anni ‘80, come “Blade runner”, dobbiamo cambiare mentalità e visioni sul nostro domani. Il tempo in cui esisteva l’illusione che le risorse naturali fossero inesauribili è passato. Per forza le nostre città devono essere ridisegnate e trasformate in città più ecologiche e vivibili attraverso il passaggio al modello di ‘’smart cities’’. 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