LANDOLFO RUFOLO DECAMERON

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LANDOLFO RUFOLO DECAMERON
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Decameron, II, 4
Landolfo Rufolo
La novella in cui sono narrate le disavventure di Landolfo Rufolo, mercante di Ravello che i rivolgimenti della Fortuna trascinano lungo le coste italiane e poi attraverso il Mediterraneo, rappresenta un tipico esempio di novella di viaggio, genere
cui è interamente consacrata la Seconda Giornata. Connessa alla tematica del viaggio e dei diversi casi di Fortuna è quella
che il critico A. Asor Rosa ha definito la «prevalente vocazione romanzesca» di questa giornata, i cui riflessi sono riscontrabili nelle singole novelle, come si vedrà anche dalle disavventure di Landolfo.
Landolfo Rufolo, impoverito, divien corsale1 e da’ genovesi preso rompe in mare e sopra una cassetta di gioie carissime piena scampa; e in Gurfo ricevuto da una femina, ricco si torna a casa sua.
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La Lauretta appresso Pampinea sedea; la qual, veggendo lei al glorioso fine della sua novella2, senza altro aspettare a parlar cominciò in cotal guisa3:
– Graziosissime donne, niuno4 atto della fortuna, secondo il mio giudicio, si può veder
maggiore che vedere uno d’infima miseria a stato reale elevare5, come la novella di Pampinea n’ha mostrato essere al suo Alessandro adivenuto. E per ciò che a qualunque della
proposta materia da quinci innanzi novellerà converrà che infra questi termini dica6, non
mi vergognerò io di dire una novella, la quale, ancora che miserie maggiori in sé contenga, non per ciò abbia così splendida riuscita7. Ben so che, pure a quella avendo riguardo, con minor diligenzia fia8 la mia udita: ma altro non potendo sarò scusata.
Credesi9 che la marina10 da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d’Italia; nella
quale assai presso a Salerno è una costa sopra il mare riguardante11, la quale gli abitanti
chiamano la costa d’Amalfi, piena di picciole città, di giardini e di fontane e d’uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantia sì come alcuni altri12. Tralle quali cittadette n’è
una chiamata Ravello, nella quale, come che oggi v’abbia di ricchi uomini, ve n’ebbe già
uno il quale fu ricchissimo, chiamato Landolfo Rufolo; al quale non bastando la sua ricchezza, disiderando di radoppiarla, venne presso che fatto di perder con tutta quella se
stesso13.
Costui adunque, sì come usanza suole esser de’ mercatanti, fatti suoi avvisi14, comperò
un grandissimo legno15 e quello tutto, di suoi denari16, caricò di varie mercatantie e andonne con esse in Cipri17. Quivi, con quelle qualità medesime di mercatantie che egli
aveva portate18, trovò essere più altri legni venuti; per la qual cagione non solamente gli convenne far gran mercato di ciò che portato avea, ma quasi, se spacciar volle le cose sue, gliele
convenne gittar via19: laonde egli fu vicino al disertarsi20. E portando egli di questa cosa seco
1. corsale: corsaro.
2. veggendo … novella: vedendo
ch’ella aveva raccontato il meraviglioso finale della sua novella.
3. in cotal guisa: in questo modo.
4. niuno: nessuno.
5. elevare: assurgere, elevarsi.
6. per ciò … dica: siccome chiunque
da qui in avanti (da quindi innanzi)
novellerà sul tema stabilito dovrà tenersi (converrà che … dica) dentro
questi limiti (infra questi termini), ovvero: «non potrà narrare fortuna maggiore di quella avvenuta ad Alessandro»
(V. Branca).
7. così splendida riuscita: ovvero un
finale meraviglioso come quello della
novella precedente.
8. fia: sarà.
9. credesi: si ritiene.
10. la marina: il litorale.
11. sopra il mare riguardante: che si
affaccia sul mare, a picco sul mare.
12. procaccaccianti … alcuni altri:
operosi (procaccianti) nel commercio
(mercatantia) come nessun altro.
13. venne … stesso: quasi accadde
(venne presso che fatto) di perdere
ogni sua ricchezza e di andare egli
stesso incontro alla morte (perder …
se stesso).
14. avvisi: calcoli.
15. legno: imbarcazione.
16. di suoi denari: a spese sue.
17. andonne … Cipri: e si recò, con
quelle mercanzie, a Cipro.
18. con quelle … portate: con mercanzie dello stesso genere di quelle
ch’egli aveva portato.
19. per la qual … gittar via: per questo motivo non solo dovette svendere
(far gran mercato) le mercanzie che
aveva portato con sé, ma quasi gli
toccò darle via per niente (gliele convenne gittar via), per liberarsene.
20. laonde ... disertarsi: per cui poco
ci mancò che non andasse in rovina (fu
vicino al disertarsi).
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gravissima noia21, non sappiendo che farsi e veggendosi di ricchissimo uomo in brieve
tempo quasi povero divenuto, pensò o morire o rubando ristorare i danni suoi, acciò che22
là onde ricco partito s’era povero non tornasse. E trovato comperatore del suo gran legno,
con quegli denari e con gli altri che della sua mercatantia avuti avea comperò un legnetto
sottile da corseggiare23 e quello d’ogni cosa oportuna a tal servigio24 armò e guernì ottimamente, e diessi a far sua della roba d’ogni uomo e massimamente sopra i turchi25.
Al qual servigio gli fu molto più la fortuna benivola che alla mercatantia stata non era.
Egli, forse infra uno anno, rubò26 e prese tanti legni di turchi, che egli si trovò non solamente avere racquistato il suo27 che in mercatantia avea perduto ma di gran lunga quello
aver raddoppiato. Per la qual cosa, gastigato28 dal primo dolore della perdita, conoscendo29
che egli aveva assai, per non incappar nel secondo a se medesimo dimostrò quello che
aveva, senza voler più, dovergli bastare30: e per ciò si dispose di tornarsi con esso a casa sua.
E pauroso della mercatantia31, non s’impacciò d’investire altramenti i suoi denari, ma con
quello legnetto col quale guadagnati gli avea, dato de’ remi in acqua, si mise al ritornare.
E già nell’Arcipelago32 venuto, levandosi la sera uno scilocco33, il quale non solamente
era contrario al suo cammino ma ancora34 faceva grossissimo il mare, il quale il suo picciolo legno non avrebbe bene potuto comportare35, in uno seno di mare36, il quale una
piccola isoletta faceva da quello vento coperto, si raccolse, quivi proponendo d’aspettarlo
migliore37. Nel quale seno poco stante38 due gran cocche39 di genovesi, le quali venivano
di Costantinopoli, per fuggir quello40 che Landolfo fuggito avea, con fatica pervennero;
le genti delle quali, veduto il legnetto e chiusagli la via da potersi partire41, udendo di cui
egli era e già per fama conoscendol ricchissimo, sì come uomini naturalmente vaghi di pecunia42 e rapaci a doverlo aver43 si disposero. E messa in terra parte della lor gente con balestra e bene armata, in parte la fecero andare che de’ legnetto44 neuna persona, se saettato
esser non volea, poteva discendere; e essi, fattisi tirare a’ paliscalmi45 e aiutati dal mare, s’accostarono al picciol legno di Landolfo e quello con piccola fatica in picciolo spazio46, con
tutta la ciurma senza perderne uomo47, ebbero a man salva48: e fatto venire sopra l’una
delle lor cocche Landolfo e ogni cosa del legnetto tolta49, quello sfondolarono50 lui in un
povero farsettino51 ritenendo.
21. noia: frustrazione, preoccupazione. Nella lingua antica la parola noia ha
un significato più forte che nell’uso
odierno.
22. ristorare … acciò che: porre rimedio alle sue sventure di modo che.
23. da corseggiare: da corsaro; quindi
non un imponente nave come quelle
utilizzate dai mercanti per trasportare
le merci, ma un’imbarcazione agile e
veloce.
24. a tal servigio: a questo scopo.
25. e diessi … turchi: e si diede a fare sua la roba di ogni altro uomo e soprattutto quella dei turchi; ovvero, si
dedicò alla pirateria.
26. forse infra uno anno, rubò: nell’arco forse di un solo anno, rapinò.
27. il suo: i suoi denari, la sua ricchezza.
28. gastigato: avvertito, fatto accorto.
29. conoscendo: rendendosi conto.
30. per non … bastare: si convinse (a
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se medesimo dimostrò) che ne aveva abbastanza (dovergli bastare) per non desiderarne ancora e [rischiare] d’incappare in una seconda perdita (per non
incappare nel secondo).
31. pauroso della mercatantia: avendo timore di investire ancora in mercanzie.
32. Arcipelago: l’Egeo.
33. scilocco: scirocco.
34. ma ancora: ma per di più.
35. comportare: sostenere, sopportare.
36. uno seno di mare: un’insenatura.
37. quivi … migliore: proponendosi
di aspettare qui, [protetto in questa insenatura], un vento più favorevole.
38. poco stante: dopo poco, trascorso
poco tempo.
39. cocche: «Navi da trasporto a un solo albero, a vele quadre, diffusesi durante le crociate per la loro leggerezza e
velocità» (V. Branca).
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40. quello: ovvero il vento contrario e
il mare grosso.
41. la via … partire: la via di fuga.
42. vaghi di pecunia: bramosi di denaro.
43. a doverlo aver: a catturarlo.
44. in parte ... legnetto: fecero schierare gli uomini [scesi a terra] in modo
tale che dalla piccola imbarcazione.
45. fattisi … paliscalmi: fattisi trainare dalle loro barche a remi.
46. piccola … spazio: con poca fatica
e in poco tempo.
47. senza … uomo: senza che nessuno fuggisse.
48. a man salva: facilmente.
49. tolta: presa.
50. quello sfondolarono: affondarono la nave di Landolfo.
51. farsettino: «un vestimento da busto corto, stretto, imbottito, che s’indossava sopra la camicia» (C. Merkel).
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Il dì seguente, mutatosi il vento, le cocche ver Ponente vegnendo fer vela e tutto quel
dì prosperamente vennero al lor viaggio; ma nel fare della sera si mise52 un vento tempestoso, il qual faccendo i mari53 altissimi divise le due cocche l’una dall’altra. E per forza
di questo vento addivenne54 che quella sopra la quale era il misero e povero Landolfo con
grandissimo impeto di sopra all’isola di Cifalonia percosse in una secca, e non altramenti
che un vetro percosso a un muro tutta s’aperse e si stritolò: di che i miseri dolenti che sopra
quella erano, essendo già il mare tutto pieno di mercatantie che notavano e di casse e di
tavole, come in così fatti casi suole avvenire, quantunque obscurissima notte fosse e il
mare grossissimo e gonfiato, notando quegli che notar sapevano, s’incominciarono a appiccare55 a quelle cose che per ventura lor si paravan davanti.
Intra li quali il misero Landolfo, ancora che molte volte il dì davanti la morte chiamata avesse, seco eleggendo di volerla più tosto che di tornare a casa sua povero come
si vedea, vedendola presta n’ebbe paura56: e, come gli altri, venutagli alle mani una tavola, a quella s’apiccò, se forse Idio, indugiando egli l’affogare, gli mandasse qualche
aiuto allo scampo suo57; e a cavallo a quella, come meglio poteva, veggendosi sospinto
dal mare e dal vento ora in qua e ora in là, si sostenne infino al chiaro giorno. Il quale
veduto, guardandosi egli da torno58, niuna cosa altro che nuvoli e mare vedea e una
cassa la quale sopra l’onde del mare notando talvolta con grandissima paura di lui gli
s’appressava, temendo non quella cassa forse il percotesse per modo che gli noiasse59;
e sempre che presso gli venia60, quando potea con mano, come che poca forza n’avesse, la lontanava. Ma come che il fatto s’andasse, adivenne che solutosi subitamente
nell’aere un groppo di vento e percosso nel mare sì grande in questa cassa diede e la
cassa nella tavola sopra la quale Landolfo era61, che, riversata, per forza Landolfo lasciatala andò sotto l’onde e ritornò suso notando62, più da paura che da forza aiutato,
e vide da sé molto dilungata63 la tavola: per che, temendo non potere a essa pervenire,
s’appressò alla cassa la quale gli era assai vicina, e sopra il coperchio di quella posto il
petto, come meglio poteva, con le braccia la reggeva diritta. E in questa maniera, gittato64 dal mare ora in qua e ora in là, senza mangiare, sì come colui che non aveva
che65, e bevendo più che non avrebbe voluto, senza sapere ove si fosse o vedere altro
che mare, dimorò tutto quel giorno e la notte vegnente.
Il dì seguente appresso, o piacer di Dio o forza di vento che ‘l facesse, costui divenuto
quasi una spugna, tenendo forte con ammendune le mani gli orli della cassa a quella guisa
che far veggiamo a coloro che per affogar sono66 quando prendono alcuna cosa, pervenne
al lito dell’isola di Gurfo, dove una povera feminetta per ventura suoi stovigli67 con la
rena e con l’acqua salsa lavava e facea belli. La quale, come vide costui avvicinarsi, non co-
52. si mise: si alzò.
53. i mari: le onde.
54. addivenne: accadde.
55. appiccare: afferrare.
56. ancora che … paura: sebbene il
giorno prima molte volte avesse invocato la morte, preferendo morire piuttosto che tornare a casa povero com’era, vedendola vicina ne ebbe paura.
57. se forse … scampo suo: sperando
che forse Iddio, ritardando egli l’affogamento, gli avrebbe mandato un
qualche aiuto per la sua salvezza.
58. da torno: intorno.
59. gli noiasse: lo colpisse, lo danneggiasse.
60. sempre … venia: e ogni volta
(sempre che) che gli si avvicinava.
61. Ma come … Landolfo era: Ma,
come che andasse la cosa, accadde che
scatenatasi all’improvviso nell’aria
una raffica di vento, questa percosse
con violenza il mare e la cassa, la quale a sua volta percosse la tavola alla
quale si teneva aggrappato Landolfo.
62. per forza … notando: essendo
stato costretto a lasciarla, Landolfo
andò sott’acqua e ritornò a galla nuotando.
63. dilungata: allontanata.
64. gittato: sbattuto.
65. sì come colui che non aveva che:
come colui che non aveva di che [mangiare].
66. a quella guisa … affogar sono: come vediamo fare a quelli che sono sul
punto di affogare.
67. suoi stovigli: le sue stoviglie.
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noscendo in lui alcuna forma, dubitando68 e gridando si trasse indietro. Questi non potea
favellare69 e poco vedea, e per ciò niente le disse; ma pur, mandandolo verso la terra il
mare70, costei conobbe la forma della cassa, e più sottilmente guardando e vedendo conobbe primieramente le braccia stese sopra la cassa, quindi appresso ravisò la faccia e
quello esser che era s’immaginò71. Per che, da compassion mossa, fattasi alquanto per lo
mare72, che già era tranquillo, e per li capelli presolo, con tutta la cassa il tirò in terra e
quivi, con fatica le mani dalla cassa sviluppategli73 e quella posta in capo a una sua figlioletta che con lei era, lui come un piccol fanciullo ne portò nella terra74: e in una stufa75
messolo, tanto lo stropicciò e con acqua calda lavò, che in lui ritornò lo smarrito calore e
alquante delle perdute forze. E quando tempo le parve trattonelo76, con alquanto di buon
vino e di confetto77 il riconfortò, e alcun giorno come poté il meglio il tenne, tanto che
esso, le forze recuperate, conobbe là dove era. Per che78 alla buona femina parve di dovergli
la sua cassa rendere, la qual salvata gli avea, e di dirgli che omai procacciasse sua ventura79; e così fece.
Costui, che di cassa80 non si ricordava, pur la prese, presentandogliele81 la buona femina, avvisando quella non potere sì poco valere, che alcun dì non gli facesse le spese82;
e trovandola molto leggiera assai mancò della sua speranza83. Nondimeno, non essendo
la buona femina in casa, la sconficcò84 per vedere che dentro vi fosse: e trovò in quella
molte preziose pietre e legate e sciolte, delle quali egli alquanto s’intendea: le quali veggendo e di gran valor conoscendole, lodando Idio che ancora abbandonare non l’aveva voluto, tutto si riconfortò. Ma sì come colui che in piccol tempo fieramente era stato
balestrato85 dalla fortuna due volte, dubitando della terza, pensò convenirgli molta cautela avere a voler quelle cose poter conducere a casa sua86: per che in alcuni stracci, come
meglio poté, ravoltele, disse alla buona femina che più di cassa non aveva bisogno, ma che,
se le piacesse, un sacco gli donasse e avessesi87 quella.
La buona femina il fece volentieri; e costui, rendutele quelle grazie le quali poteva maggiori88 del beneficio da lei ricevuto, recatosi suo sacco in collo, da lei si partì; e montato
sopra una barca passò a Brandizio89, e di quindi, marina marina90, si condusse infino a
Trani, dove trovati de’ suoi cittadini, li quali eran drappieri91, quasi per l’amor di Dio fu
da lor rivestito, avendo esso già loro tutti li suoi accidenti narrati fuori che92 della cassa;
e oltre a questo prestatogli cavallo e datagli compagnia, infino a Ravello, dove del tutto93
diceva di voler tornare, il mandarono.
68. non conoscendo … dubitando:
non vedendo in lui sembianze umane
(alcuna forma), temendo.
69. favellare: parlare.
70. mandandolo verso la terra il mare: spingendolo verso riva il mare.
71. e quello esser che era s’immaginò: e immaginò che fosse quello che
effettivamente era [un naufrago].
72. fattasi alquanto per lo mare: spintasi un poco in mare.
73. con fatica le mani dalla cassa sviluppategli: disciolte con fatica le dita
dalla casa.
74. nella terra: al villaggio.
75. una stufa: un bagno caldo.
76. trattonelo: estrattolo da lì.
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77. confetto: dolci.
78. Per che: Per la qual cosa.
79. procacciasse sua ventura: andasse
per la sua strada.
80. di cassa: di una cassa.
81. presentandogliele: offrendogliela,
dandogliela.
82. avvisando quella … facesse le
spese: ritenendo che quella [cassa]
non poteva contenere cose di così poco valore da non garantirgli [almeno]
il denaro necessario per alcuni giorni.
83. assai mancò della sua speranza:
vennero meno molte delle sue speranze.
84. la sconficcò: la schiodò, la aprì.
85. che in piccol tempo … balestra-
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to: che in poco tempo era stato bersagliato duramente dalla fortuna.
86. a volere … casa sua: se voleva [riuscire a] portare quelle cose a casa sua.
87. avessesi: si tenesse.
88. rendutole … maggiori: ringraziatala il meglio che poté.
89. Brandizio: Brindisi.
90. marina marina: via mare, una tappa dopo l’altra.
91. trovati … drappieri: incontrati alcuni suoi concittadini che erano commercianti (o fabbricanti) di stoffe.
92. fuori che: tranne che.
93. del tutto: assolutamente.
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Quivi parendogli esser sicuro, ringraziando Idio che condotto ve lo avea, sciolse il suo
sacchetto: e con più diligenzia cercata ogni cosa che prima fatto non avea94, trovò sé avere
tante e sì fatte pietre, che, a convenevole pregio95 vendendole e ancor meno, egli era il doppio più ricco che quando partito s’era. E trovato modo di spacciar96 le sue pietre, infino
a Gurfo mandò una buona quantità di denari, per merito97 del servigio ricevuto alla buona
femina che di mare l’avea tratto, e il simigliante fece a Trani a coloro che rivestito l’aveano; e il rimanente, senza più voler mercatare, si ritenne, e onorevolemente visse infino
alla fine. –
(G. Boccaccio, Decameron, a cura di V. Branca, Torino, Einaudi, 1980)
94. con più … non avea: esaminata
ogni cosa più accuratamente di quanto non avesse fatto prima.
95. convenevole pregio: prezzo conveniente.
96. spacciar: vendere.
97. per merito: per ricompensa.
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GUIDA ALLA LETTURA
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◗ La Fortuna al centro
◗ Un’avventura sulla rotta di Ulisse
La Seconda Giornata del Decameron è dedicata a ragionare «di chi, da diverse cose infestato, sia oltre alla
sua speranza riuscito a lieto fine»: comprende dunque
novelle interamente incentrate sul tema della Fortuna, il cui intervento determina il corso degli eventi, come nel caso della vicenda di Landolfo Rufolo. Entro
uno schema che presenta caratteristiche sostanzialmente fisse, questo genere di novelle si apre a uno sviluppo variabile, che investe sia il punto di partenza, ovvero le circostanze che determinano l’avvio delle peripezie del protagonista, sia il corso della vicenda e l’estensione geografica dello spazio attraverso cui si svolge l’avventura, sia, infine, la linea, retta o tortuosa, seguita per giungere allo scioglimento finale.
Nella novella di Landolfo tutto comincia con un caso sfortunato, determinato da una circostanza esterna e quindi non direttamente imputabile al protagonista, sebbene non del tutto indipendente dalle sue scelte: egli infatti prende una decisione che si rivelerà rovinosa, recandosi a vendere le proprie mercanzie sull’isola di Cipro. Alla responsabilità di Landolfo compete invece la scelta di farsi corsaro per recuperare le ricchezze
perdute nel commercio, andando incontro ai pericoli
che lo porteranno al naufragio. A questo punto, però,
si verifica quell’imprevedibile intervento della Fortuna che determina, nel cuore di questa novella come
in tutte quelle di genere simile, una virata decisa dell’azione: intervento che si concretizza nell’insistente
forza con cui il mare e il vento spingono verso Landolfo
la cassa, l’oggetto simbolico cui è interamente legato il
corso degli eventi da questo momento in poi, fino alla
conclusione.
Come tutte le altre di questa Giornata, anche la novella di Landolfo è quindi incentrata sul tema del viaggio: un aspetto non sorprendente se si considera che esso rappresenta tradizionalmente una delle incarnazioni privilegiate dell’avventura, la quale introduce in una
dimensione d’instabilità in cui la Fortuna si presenta
in forza dominante.
Accomunata alle altre della stessa Giornata per il tema di fondo, la novella di Landolfo costituisce con la
successiva, quella di Andreuccio da Perugia, un nucleo
in qualche modo unitario, incentrato proprio sul valore dell’avventura; ma più interessanti sono, in questo
caso, gli elementi di diversità, che testimoniano i differenti orizzonti verso cui la vicenda avventurosa può
proiettarsi. È tutta cittadina e italiana, compresa tra Perugia e Napoli, l’avventura di Andreuccio, mentre
quella di Landolfo spazia oltre i confini d’Italia, attraverso il Mediterraneo orientale, fin quasi a ripercorrere le rotte di un altro ritorno a casa, continuamente
ritardato da ostacoli sempre nuovi: quello dell’Ulisse
omerico. In particolare il naufragio di Landolfo sulle
coste dell’isola di Cefalonia, dove una donna sconosciuta lo soccorrerà amorevolmente, ricorda l’accoglienza riservata da Nausicaa a Ulisse naufrago sull’isola dei Feaci (generalmente identificata con Corfù,
isola ionica della Grecia non lontana da Cefalonia).
◗ La novella di viaggio e il viaggio
della narrazione
Ha radici antichissime il tópos della narrazione come
viaggio, visibile in tutte le novelle della Seconda Giornata del Decameron; ma nella vicenda di Landolfo è pos-
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sibile osservare da vicino l’esistenza di «un rapporto assolutamente intrinseco [del viaggio] con la narrazione»,
mentre in altri casi, come quello della citata novella di
Andreuccio, sono presenti «elementi di viaggio e spostamenti di persone da un luogo all’altro, senza che però
la narrazione poggi strutturalmente su di essi, anche se
ovviamente avrà qualcosa a che fare con lo sviluppo del-
la vicenda». A fronte della semplice “circolarità” del
cammino compiuto da Andreuccio, risalta inoltre il
percorso di «andata e ritorno complesso» di Landolfo, al termine del quale il protagonista ritorna al punto di partenza, ma solo dopo aver affrontato «un’intera
sequenza di avventure, che mette in crisi la linearità
semplice dello spostamento» (A. Asor Rosa).
LABORATORIO SUL TESTO
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Comprensione
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Quali sono le ragioni del “fallimento” commerciale di Landolfo?
A che scopo egli intraprende la strada della pirateria?
In che senso l’atteggiamento di Landolfo alla fine della novella è la conseguenza delle precedenti peripezie?
Analisi e interpretazione
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Metti in evidenza quali sono gli snodi fondamentali della narrazione. Che rapporto di proporzioni noti tra le
diverse parti della novella che hai così individuato?
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In diversi casi è utilizzata in questa novella la parola «ventura». Spiegane il significato in relazione al tema
della II giornata, dedicata ai casi di Fortuna; analizza quindi il contesto delle diverse occorrenze del termine
e metti in luce le sfumature di significato ch’esso di volta in volta assume.
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Proponi una breve descrizione della personalità di Landolfo come la puoi dedurre dalle sue azioni e dalle reazioni agli eventi con cui è portato a confrontarsi. Dai consistenza alla tua descrizione attraverso riferimenti
puntuali a passaggi significativi del testo.
Testi a confronto
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La Seconda giornata del Decameron è dedicata a ragionare «di chi, da diverse cose infestato, sia oltre alla
sua speranza riuscito a lieto fine». Metti a confronto lo sviluppo di questo tema nella novella di Landolfo e
in quella di Andreuccio da Perugia.
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